CantaNapoli - Il processo
Dal processo. Una telefonata è contro l'accusa? Il pm: E' solo una telefonata
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- By Redazione
Una telefonata dimostra che Moggi non sapeva. Il pm: E' solo una telefonata, che importanza ha. Ficcante controesame dell'avvocato di De Santis. Auricchio, tanti "Non ricordo". Alla domanda sulla talpa si oppone il pm.
Rettifica: diversamente da quanto riportato nella stesura della diretta, il controesame della difesa dei Della Valle è stato condotto dall'avvocato Francesco Picca.
Oggi a Napoli si tiene una nuova udienza del processo denominato "Calciopoli" ed il protagonista sarà ancora il tenente colonnello Auricchio, che all'epoca delle indagini era il maggiore che coordinava la squadra di ben dodici carabinieri impegnati, per oltre due anni, a sgominare un'associazione a delinquere, ancora tutta da dimostrare, con Luciano Moggi nei panni del presunto capocupola. Il teste dell'accusa Auricchio è alla quinta apparizione in aula: le prime due sono state totalmente assorbite dall'esame dell'accusa (vedi qui e qui), mentre il 16 marzo è cominciato il controesame degli avvocati difensori (vedi qui).
Lo scorso 23 marzo il controesame è entrato nel vivo, con gli interventi (durati otto ore complessive, con solo due interruzioni) dell'avvocato Maurilio Prioreschi, che con Paolo Trofino assiste Luciano Moggi, e dell'avvocato Paolo Gallinelli, legale di Massimo De Santis (rileggi la cronaca live dell'udienza).
L'avvocato Prioreschi ha ripetutamente insistito nel chiedere quale attività di indagine sia stata svolta su ogni singola partita presente nei capi di imputazione, evidenziando come l'investigazione si sia limitata all'esame di quanto emergeva dalle intercettazioni, confrontandole con i tabellini delle partite e gli articoli di La Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport e Repubblica. Le tante partite "sospette" solo in pochissimi casi furono seguite dal vivo dai carabinieri. E se La Gazzetta sbagliava, come nel caso della mai avvenuta espulsione di Morfeo? Sbagliavano anche i "magnifici 12", come ha dovuto ammettere Auricchio in aula: "Il tabellino di un giornale portava Morfeo espulso e noi lo abbiamo riportato così. La Gazzetta riportava così, poi abbiamo riferito il comunicato ufficiale e abbiamo corretto il dato. Non è un errore nostro ma della Gazzetta" .
Sulle ammonizioni inflitte ai giocatori diffidati, che venivano poi squalificati per l'incontro successivo con la Juventus, secondo l'accusa dolosamente, l'avvocato Prioreschi ha sciorinato una serie di dati statistici, sottolineando che la Juventus non era tra le squadre che beneficiarono maggiormente dei cartellini gialli, e che la media di punti ottenuti dalla Juve nelle partite dirette da arbitri indagati fu di 1,89 punti, contro i 2,63 ottenuti nelle partite dirette da arbitri non coinvolti nelle indagini. Nel controesame, lungo ed articolato, Prioreschi ha evidenziato una telefonata nella quale Moggi affermava "non sarebbe male se Galliani non venisse rieletto" che, a giudizio dell'avvocato, sconfessa l'impostazione accusatoria. Auricchio ha ammesso che non ci sono telefonate in cui Moggi chiede a rappresentanti di società di votare Carraro alla Figc e Galliani alla Lega. Auricchio, incalzato dalle domande dei difensori, è sembrato a tratti nervoso e spesso ha fatto ricorso alla formula "Non ricordo", tanto che Prioreschi ha fatto notare come il teste avesse risposto in modo dettagliato, preciso, facendo sfoggio di buona memoria, alle domande del PM ed, invece, non altrettanto stesse facendo per le domande della difesa.
Vedremo come si svolgerà oggi il controesame delle altre difese, con un aggiornamento continuo.
Nell'aula 216 del Tribunale di Napoli l'udienza è iniziata.
Sono presenti, tra gli altri, Luciano Moggi e Massimo De Santis. L'avvocato Morescanti, in tailleur azzurro e minigonna, cattura l'attenzione dell'aula. Dopo il solito appello del Presidente Casoria è iniziato il controesame, ripartendo dall'avvocato Gallinelli che difende De Santis.
Avv. Gallinelli: I vantaggi indiretti di De Santis alla Juventus. La vostra ipotesi si è basata sul fatto che De Santis avrebbe favorito la Juve ammonendo giocatori diffidati in Fiorentina-Bologna del 5 dicembre 2004: Petruzzi, Nastase e Gamberini. Nell'informativa del 2 novembre è indicato proprio questo caso per delineare il reato. Quando De Santis arbitrò la gara c'era già in corso un procedimento a carico di Palanca e Gabriele?
Auricchio: Sì.
Avv. Gallinelli: E secondo Lei De Santis non era condizionato da questo fatto?
Auricchio: No, anzi, da quel procedimento sono emerse dichiarazioni di un De Santis piuttosto confidenziale.
Avv. Gallinelli: Quindi il ripensamento di De Santis non l'avete collegato a quel procedimento?
Auricchio: Anche a quel procedimento.
Avv. Gallinelli: Quindi, nonostante questo ripensamento, De Santis favorirebbe indirettamente la Juve in quella occasione?
Auricchio: Non solo non era preoccupato, ma dal tenore delle sue conversazioni era tranquillo.
Avv. Gallinelli: Quindi poteva anche non conoscere l'esistenza del procedimento?
Auricchio: No, il procedimento lo conosceva senza'altro, ma non era preoccupato.
Avv. Gallinelli: Avete visto la gara?
Auricchio: No.
Avv. Gallinelli: Avete svolto un servizio di osservazione allo stadio?
Auricchio: No.
Avv. Gallinelli: Avete visto la registrazione?
Auricchio: No.
Avv. Gallinelli: Avete intercettato telefonate tra De Santis e Moggi, Pairetto, o Bergamo prima di quella gara?
Auricchio: No.
Avv. Gallinelli: E telefonate in cui si parlava della condotta che doveva tenere De Santis in quella gara?
Auricchio: Sì, ci sono conversazioni in riferimento alla gara, tra Moggi, Racalbuto e Damascelli...
Avv. Gallinelli: No, la domanda era un'altra.
Intervento dell'Avv. Prioreschi: Giudice, ancora con questa telefonata... lo ipotizzano loro che sia Racalbuto.
Avv. Gallinelli: Io ho chiesto se c'erano telefonate precedenti la gara tra Moggi e i vari personaggi dell'inchiesta.
Auricchio: No, questo no.
Avv. Gallinelli: Avete ascoltato i collaboratori dell'arbitro?
Auricchio: No.
Avv. Gallinelli: Informativa dell'aprile 2005 dove si parla del delitto perfetto (telefonata tra Damascelli e Moggi). Analizzando questa telefonata ci conferma che era Damascelli che chiamava Moggi?
Auricchio: Non ricordo dovrei prendere la telefonata... sì Damascelli chiama Moggi.
Avv. Gallinelli: A differenza di quanto riportato nell'informativa, chi utilizza l'espressione "delitto perfetto"?
Auricchio: Solo Damascelli.
Avv. Gallinelli: Quindi è vero che Moggi non sapeva nemmeno che il Bologna avesse giocatori diffidati e ammoniti da De Santis?
Auricchio: Sì.
Avv. Gallinelli: E che Damascelli erroneamente dice che i diffidati erano tre, mentre erano solo due e non anche Gamberini?
Auricchio: Sì, è così.
Avv. Gallinelli: Quindi Moggi non sapeva né che ci fossero giocatori diffidati, né che De Santis li avesse ammoniti
Auricchio: Sì.
Interviene il pm: Ma è una telefonata, Giudice, che importanza ha...
Avv. Gallinelli: Fiorentina-Bologna, avete verificato che Nastase e Petruzzi avessero messo in atto atteggiamenti tali da comportare la ammonizione?
Auricchio: No, abbiamo riportato quanto detto dal giudice sportivo.
Avv. Gallinelli: Avete acquisito il referto di gara?
Auricchio: Sì.
Avv. Gallinelli: Quindi i due hanno commesso qualcosa per essere ammoniti?
Auricchio: Nastase è stato squalificato per comportamento scorretto e Petruzzi per proteste.
Avv. Gallinelli: Quindi c'erano realmente?
Auricchio: Non abbiamo riscontrato questo dato.
Avv. Gallinelli: Avete sentito dirigenti o calciatori del Bologna?
Auricchio: No.
Avv. Gallinelli: Avete utilizzato articoli di stampa?
Auricchio: Li abbiamo riportati, ma non come riscontro.
Avv. Gallinelli: Avete letto i commenti successivi?
Auricchio: No, non li abbiamo letti.
Avv. Gallinelli: La curiosità suscitata al Meani dall'atteggiamento di De Santis l'avete utilizzata come elemento di sospetto?
Auricchio: Sì.
Avv. Gallinelli: Avete esaminato la procedura prevista per la diffida dei calciatori? Se è rimessa alla discrezionalità dell'arbitro?
Auricchio: E' del giudice sportivo.
Avv. Gallinelli: Sì, ma io parlo della diffida; quante ammonizioni deve raggiungere un calciatore per esserlo?
Auricchio: Quattro.
Avv. Gallinelli: La prima volta, e poi?
Auricchio: Poi calano.
Avv. Gallinelli: Quindi tre, poi due... avete accertato, sui due squalificati, quante ammonizioni avevano avuto, chi gliele aveva date?
Auricchio: No.
Avv. Gallinelli: E' prevista una diversità da parte dell'arbitro a seconda che il giocatore è diffidato o meno?
Auricchio: Il giocatore viene ammonito...
Avv. Gallinelli: Allora l'aiuto...
Nota: l'avvocato legge tutte le ammonizioni ricevute dai due squalificati nelle partite precedenti, tutte arbitrate da arbitri non coinvolti nel processo e poi chiede: Questo accertamento non l'avete fatto?
Auricchio: No.
Avv. Gallinelli: Le faccio questa domanda perché se non ci fosse stata l'ammonizione di Saccani nella partita precedente non sarebbero stati in diffida nella gara con la Fiorentina.
Opposizione del pm: Non è la stessa cosa.
Avv. Gallinelli: Avete accertato le gare, visto che parlate di peso specifico? Quante gare hanno giocato Nastase e Petruzzi nel 2004 e 2005?
Auricchio: Me l'avete già fatta questa domanda.
Avv. Gallinelli: Fiorentina-Bologna: furono ammoniti anche giocatori della Fiorentina?
Auricchio: Sì, Dainelli e Miccoli.
Avv. Gallinelli: De Santis ha ammonito altri giocatori diffidati in altre gare?
Auricchio: Devo controllare... Sì, in Reggina-Messina ammoniti Balestri e Bonazzoli, prima della Juve.
Avv. Gallinelli: Ma questa gara è stata segnalata?
Auricchio: No, perché non abbiamo messo sotto attenzione tutte le gare ma, quando le intercettazioni hanno fatto riferimento a delle partite, siamo andati a riscontrarle. Su Reggina-Juve non abbiamo motivo di ritenere che fosse alterata.
Avv. Gallinelli: La mia domanda era se ci sono telefonate in cui si dice che De Santis deve ammonire giocatori diffidati. Avete analizzato Roma-Parma dell'8 maggio?
Auricchio: No.
Avv. Gallinelli: Non si ricorda se Trefoloni ammonì tre giocatori del Parma diffidati prima di Juve-Parma?
Auricchio: Sì
Avv. Gallinelli: E perché nei confronti di Trefoloni non avete seguito lo stesso percorso?
Auricchio: L'ho già detto prima...
Presidente Casoria: Se non se ne parla nelle telefonate non l'hanno seguita...
I vantaggi diretti.
Avv. Gallinelli: Quante volte De Santis ha arbitrato la Juve?
Auricchio: Cinque volte
Avv. Gallinelli: Juve-Atalanta 2-0, settembre 2004, non è stata investigata. Lecce-Juve è quella delle magliette, ne abbiamo già parlato. Parma-Juve 1-1, gennaio, Palemo-Juve 1-0, Juve-Inter 0-1 e Supercoppa Italiana, agosto 2005, Inter-Juve con vittoria dell'Inter. Nell'informativa si parla di Parma-Juve, dicendo che l'atteggiamento di De Santis è talmente sfacciato che anche l'osservatore parla di "atteggiamento particolare dell'arbitro". Poi l'osservatore dice di essere stato chiamato dal ds del Parma Cinquini che si lamentava. Questo pari della Juve cosa comportò per la Juve?
Auricchio: Beh siamo a gennaio...
Avv. Gallinelli: Dico: il Milan che fece contemporanemente? Glielo dico io: la riduzione della distanza, in quanto il Milan vinse 5-2 con il Lecce e si portò a due punti. Avete analizzato se era legittima una mancata concessione del rigore alla Juve da parte di De Santis? L'avete visionato?
Auricchio: Sempre restando sul metodo... è proprio De Santis che riferisce che su quel mancato rigore lo stesso Moggi gli dice che non era colpa sua ma dell'assistente.
Avv. Gallinelli: Io ho chiesto se avete visionato l'episodio.
Auricchio: Sicuramente l'abbiamo fatto, ma non ricordo l'episodio.
Avv. Gallinelli: Questa gara è stata contestata al De Santis?
Auricchio: No.
Avv. Gallinelli: E perché?
Auricchio: Perché dal contenuto delle intercettazioni emergeva che Moggi, negli spogliatoi, aveva detto che non era colpa sua.
Avv. Gallinelli: Moggi era arrabbiato perché danneggaiato da De Santis.
Auricchio: No, non era arrabbiato con De Santis.
Avv. Gallinelli: Quindi voi non avete verificato se il rigore non concesso doveva invece essere concesso alla Juve.
Auricchio: Sì, è così.
Avv. Gallinelli: Come avete desunto l'atteggiamento sfacciatamente a favore della Juve?
Auricchio: Nella conversazione ci sono anche dei passaggi relativi al fatto che il Parma aveva pareggiato all'ultimo minuto...
Avv. Gallinelli: Telefonata del 20 aprile Moggi-Tosatti, in cui si fa riferimento ai danni causati da De Santis alla Juve e si parla anche di Parma-Juve. Moggi dice che ha beccato tutti i diffidati della Juve e Tosatti parla del rigore...
Auricchio: Adesso la chiamata tra Moggi e Tosatti ha valore e quella tra Lanese e l'osservatore di Juve-Parma no...
Avv. Gallinelli: Lei non deve sindacare il mio operato, io cerco di dire al tribunale ogni cosa, non solo quelle dell'accusa...
PM Capuano: Ma la domanda qual è?
Avv. Gallinelli: Se la gara contro il Parma ha obiettivamente danneggiato la Juventus.
Auricchio: Ho risposto, ho detto no, non ha danneggiato la Juve.
Avv. Gallinelli: Ah vabbè! Quali sono stati i commenti di Moggi su De Santis in Parma-Juve?
Auricchio: Abbiamo riferito di un colloquio tra Moggi e De Santis, con Moggi che aveva la possibilità di inveire ma non l'ha fatto. Anzi, ha giustificato l'operato, dicendo che non poteva vedere il rigore.
Avv. Gallinelli: Allora, Moggi era soddisfatto o no di De Santis?
Auricchio: No, non era amareggiato.
Avv. Gallinelli: Passiamo allo sdoganamento. Egli si sarebbe sdoganato a seguito della notifica della proroga delle indagini nel mese di febbraio, quindi la gara col Parma è precedente... il fatto di Palanca ha detto che non era collegato...
Auricchio: No, io ho detto che a novembre, dicembre, De Santis sembra avere tutto sotto controllo.
Avv. Gallinelli: Il 6 gennaio, comunque, non ha ricevuto alcuna informativa delle indagini, sarebbe stato libero di favorire la Juve?
Auricchio: Sì.
Avv. Gallinelli: Però, nell'informativa del 2 novembre è scritto che De Santis è una creatura generata e gestita da Moggi, ed emerge una continuata opera svolta da costui ad interesse della Juve. Come giustifica questi sdoganamenti?
Giudice Casoria: Ma non si era ancora verificato l'evento che è di febbraio...
PM Capuano: Il teste ha già risposto l'udienza scorsa, in cui è stato fatto l'excursus...
Avv. Gallinelli: In queste vostre valutazioni, che dovrebbero essere riservate al magistrato, siete stati condizionati dal risultato delle gare?
Auricchio: No, Le ho detto di no.
Avv. Gallinelli: Partita Palermo-Lecce 3-2, del 20 febbraio 2005, aveva ricevuto l'avviso De Santis?
Auricchio: Non ho parlato di alcun avviso...
Avv. Gallinelli: Come no?
Auricchio: Non parlavo di questo procedimento, ma di quello della procura di Torino, di Guariniello.
Avv. Gallinelli: Scusi, ma io ho sempre capito che si trattasse di questo procedimento....
Giudice Casoria: Lei lo aveva messo in collegamento...
Avv. Gallinelli: Si ricorda se Pinardi e Rullo, del Lecce, sono stati i giocatori più sanzionati dagli arbitri?
Auricchio: Non capisco la gara a cui si fa riferimento, non era attenzionata.
Avv. Gallinelli: Le chiedo di questa gara perché si parla di dolose amminizioni di Pinardi e Rullo per la partita Messina-Lecce.
Auricchio: Non capisco il mio contributo, il capo di imputazione non l'ho fatto io, è del 2007...
Avv. Gallinelli: Quindi non si ricorda niente, è inutile che Le faccia domande sulla gara...
Auricchio: Ma fa riferimento all'informativa? Perché io non ricordo niente di quella gara... le indagini non sono finite con me...
Avv. Gallinelli: Vede, tutte le domande precedenti erano tese a questo: nell'informativa si dice che il fenomeno delle ammonizioni ai diffidati era importante perché quel campionato era tiratissimo. Nell'informativa si dice che l'atteggiamento di De Santis era teso ad essere designato per i Mondiali 2006 e che, in quel momento, la Juve non forniva garanzie e De Santis si rivolgeva verso il Milan, che forniva migliori garanzie, salvo poi tornare alla Juve.
Avv. Gallinelli: Telefonate tra Moggi e Biscardi, telefonate tra Moggi e Tosatti in cui Moggi si lamenta dell'atteggiamento di De Santis che sarebbe costato alla Juve almeno sei punti. "Se noi perdiamo il campionato uno degli artefici è lui... a Palermo e Parma c'era rigore e non ce l'ha dato, oggi doveva cacciare Cordoba e non l'ha fatto, ecc. Ha beccato tutti i diffidati in Juventus-Inter, Ibra e Appiah, diffidati..."
Giudice Casoria: Avvocato la domanda...
Avv. Gallinelli: Quanti diffidati sono stati ammoniti da De Santis?
Auricchio: Non abbiamo fatto indagini.
Avv. Gallinelli: Telefonata tra Moggi e Tosatti, Ibra era da rilevante peso specifico?
Auricchio: Non c'è dubbio, me l'ha già fatta la domanda.
Avv. Gallinelli: Telefonate tra Moggi e Tosatti, la sconfitta contro l'Inter...
Auricchio: La interrompo, Lei ha fatto riferimento ad una partita con due giocatori... Palermo-Lecce ma la partita non era compresa nella tabella.
Avv. Gallinelli: Però era compresa nel campionato.
Auricchio: Sì, ma non è un collegamento veritiero...
Avv. Gallinelli: Comunque, il 1° maggio 2005 con chi giocò il Milan?
Auricchio: Non lo ricordo, Fiorentina-Milan?
Avv. Gallinelli: Sa se il Milan aveva giocatori diffidati?
Auricchio: Non ricordo, ma la gara non è stata attenzionata.
Avv. Gallinelli: Si ricorda se erano diffidati Rui Costa, Nesta e Seedorf?
Auricchio: No, non ricordo.
Avv. Gallinelli: Si ricorda se quella gara era diretta da De Santis?
Auricchio: No, non l'abbiamo attenzionata è inutile che mi faccia domande.
Presidente Casoria: Che rilevanza ha?
Avv.Gallinelli: Ha importanza perchè De Santis non ammonì nessun giocatore.
Presidente Casoria: Ha spiegato. Dove non c'erano telefonate non hanno investigato.
Avv. Gallinelli: Avete intercettato qualche telefonata in cui veniva contestato a De Santis di non avere ammonito i giocatori? La aiuto, ce n'è una tra Moggi e Della Valle in cui Moggi dice: "Vi ha fatto il mazzo l'arbitro eh?"
Auricchio non trova la gara tra le sue carte, e parla di un Fiorentina-Milan arbitrato da Farina...
Avv. Gallinelli: Ma come fa a non ricordasela, è scritto nell'informativa che la Fiorentina aveva messo a segno una serie di risultati utili che si interrompe solo con il Milan.
Auricchio: Ho trovato la telefonata.
Avv. Gallinelli: E che dice Moggi?
Auricchio: "Ma l'arbitro vi ha fatto un culo così".
Avv. Gallinelli: Ricorda se dopo la gara la Juve decise il sileznio stampa?
Auricchio: Sì.
Avv. Gallinelli: E adesso che si ricorda la partita, Le ripeto: sa se in quella gara il Milan aveva tre giocatori diffidati dall'enorme peso specifico?
Auricchio: Non lo ricordo.
Avv. Gallinelli: Sa se quando De Santis arbitra la gara era già "sdoganato"?
Auricchio: Sì.
Avv. Gallinelli: Ed era il primo maggio, e l'otto maggio?
Auricchio: In riferimento a che cosa?
Avv. Gallinelli: La settimana dopo, visto che entra ed esce dall'associazione... c'è un capo di imputazione, Livorno-Siena, colonnello...
Auricchio: Ma quella è una attività assolutamente autonoma.
Avv. Gallinelli: Ma io Le ho chiesto, era sdoganato o no?
Auricchio: Secondo me sì.
Avv. Gallinelli: Allora contesto: innanzitutto Le dico che l'avviso di proroga delle indagini arriva a De Santis solo a giugno, e non a febbraio, Le risulta o no, pm? Questa non è correttezza processuale!!! (Segue un vivace battibecco con il PM ndr). Livorno-Siena, viene contestata l'aggravante dei motivi abietti e futili, De Santis avrebbe arbitrato in un certo modo questa gara per vendicarsi di Spinelli che aveva rilasciato dichiarazioni sulla "combriccola romana". De Santis che il 1° maggio era sdoganato, l'otto rientra in dogana e arbitra in quel modo Livorno-Siena. Innanzitutto, la ricorda?
Auricchio: Ricordo solo che finì con un risultato tennistico, ecco 3-6.
Avv. Gallinelli: L'avete visionata?
Auricchio: Non ricordo di aver visto la gara.
Avv. Gallinelli: Voi dite che compiva atti fraudolenti consistenti nell'ingiustificata espulsione di Galante, quindi, c'è stata una direzione fraudolenta di De Santis?
Auricchio: Non mi risulta.
Avv. Gallinelli: Avete captato conversazioni telefoniche sulla gara?
Auricchio: No.
Avv. Gallinelli: Avete accertato quante giornate ebbe Galante?
Auricchio: Non lo ricordo.
L'avvocato Gallinelli legge la telefonata De Santis-Mazzini ("mo voglio vedè se gli danno tre giornate"): Gliene danno una, la vostra ipotesi è fondata sul rapporto conflittuale tra De Santis e Spinelli?
Auricchio: Lo dice De Santis che fa riferimento "Pronti via e Galante fuori" ... e su Spinelli, con il vice presidente della Figc parla di questo rapporto con Spinelli.
Avv. Gallinelli: Quali sono stati i vostri riscontri per verificare la veridicità delle dichiarazioni di Spinelli?
Auricchio: Livorno-Siena è stata da noi indagata perché è allo stesso Mazzini che De Santis dice "povero Spinelli..."
Avv. Gallinelli: Io ho chiesto dei riscontri, questo calcio Galante l'ha dato, o no, a gioco fermo all'avversario?
Auricchio: Sì.
Avv. Gallinelli: Quindi non c'è stata riscontro?
Auricchio: No.
Avv. Gallinelli: Lei dice dell'episodio di Galante "tra l'altro" . Quali sono gli altri episodi?
Auricchio: All'attività che lo stesso De Santis racconta nell'intercettazione del suo arbitraggio, dalle sue parole.
Avv. Gallinelli: Non ho chiesto quali episodi tecnici, l'episodio non è la telefonata... De Santis ha concesso un rigore in quella gara?
Auricchio: Vedo il tabellino, sì al Livorno.
Avv. Gallinelli: Su quale risultato?
Auricchio: 1-0 per il Siena.
Avv. Gallinelli: Quante volte ha arbitrato De Santis il Livorno?
Auricchio: Non lo so.
Avv. Gallinelli: C'era un rapporto conflittuale tra De Santis e Spinelli?
Auricchio: Sì.
Avv. Gallinelli: E quante volte ha arbitrato il Livorno?
Auricchio: Non lo so.
Avv. Gallinelli: Nell'informativa Lei dice che De Santis aveva una corsia preferenziale con i designatori ed arbitra il Livorno una sola volta?
Auricchio: Non lo so.
Presidente Casoria: Avvocato, ha detto che non lo sa!
Avv. Gallinelli: Ci sono telefonate in cui Moggi dice ai giornalisti di parlare bene di De Santis?
Auricchio: Controllo... ne ho trovate un paio, colloquio Moggi-Baldas.
Avv. Gallinelli: In quella telefonata si parla di Cennicola, l'assistente, io dico De Santis.
Avv. Gallinelli: Gliele leggo io. Dopo Fiorentina-Milan Moggi con Melli; è vero che Moggi critica il comportamento dell'arbitro De Santis? Dicendo che avrebbe tolto sei punti alla Juventus?
Auricchio: Sì, lo abbiamo sostenuto.
Avv. Gallinelli: Tornando alla vendetta, nel capo si imputazione si parla anched di Reggina-Cagliari 3-2, se la ricorda? Lei citò anche il tabellino di un giornale.
Auricchio: Sì, me la ricordo, quella della squalifica di Cellino.
Avv. Gallinelli: Sì, anche per questa gara si parla di un atteggiamento di De Santis contro Cellino, anche lui reo di aver parlato della "combriccola". Sa se c'è stato un'alterazione del sorteggio?
Auricchio: No.
Avv. Gallinelli: Sa chi doveva essere l'arbitro della gara?
Auricchio: Sì, Rosetti che fu sostituito.
Avv. Gallinelli: De Santis era una riserva?
Auricchio: Sì.
Avv. Gallinelli: Quindi fu casuale questa designazione. Sa quante volte De Santis arbitrò il Cagliari?
Auricchio: Non lo ricordo.
Avv. Gallinelli: Quindi avete prospettato una volontà di vendetta di De Santis e non avete accertato quante volte ha arbitrato il Cagliari?
Auricchio: No, non lo abbiamo accertato.
Avv. Gallinelli: Che ruolo aveva Ghirelli?
Auricchio: Era il capo della segreteria tecnica.
Avv. Gallinelli: Direttore Generale?
Auricchio: Sì.
Avv. Gallinelli: Si ricorda se nel corso di una telefonata Cellino, parlando con Ghirelli, definì De Santis "figlio di puttana"?
Auricchio: Sì, proprio nel caso in cui fu sostituito Rosetti.
Avv. Gallinelli: Anche Moggi lo aveva definito tale, parlando con un giornalista?
Auricchio: Sì, glielo confermo.
Avv. Gallinelli: Si ricorda se portò un tabellino della Gazzetta?
Auricchio: Ne abbiamo citati tanti..
Avv. Gallinelli: Io riporto un articolo della Gazzetta in cui si diceva che la Reggina non gradiva la designazione di De Santis.
Auricchio: Chi lo dice questo?
Avv. Gallinelli: La Gazzetta dello Sport.
Auricchio: Ma noi gli articoli che abbiamo utilizzato riguardavano solo le partite.
Avv. Gallinelli: Io ho chiesto se sa che anche la Reggina non gradiva De Santis, visto che leggete la Gazzetta.
Auricchio: Non lo so.
Avv. Gallinelli: Lei ha fatto riferimento alla squalifica di Cellino dopo la gara. Si ricorda il motivo?
Auricchio: Abbiamo riportato la motivazione: perché aveva rivolto parole di ironico complimento all'arbitro facendo segno con la mano.
Avv. Gallinelli: Si ricorda se Cellino aveva raccontato a qualcuno il fatto di uno scontro con De Santis?
Auricchio: Sul post-partita abbiamo due conversazioni.
Avv. Gallinelli: No, chiedo scusa, il fatto è raccontato da Cellino a Ghirelli, cosa disse a De Santis?
L'avvocato legge la telefonata in cui Cellino conferma il suo atteggiamento (non sei in giornata - ti faccio squalificare - ma chi cazzo fai squalificare - ti ho detto che non sei in giornata, invece di dire che sei scarso e tu mi fai squalificare, perché io non ti faccio l'occhiolino come gli altri).
Avv. Gallinelli: Ciò trova riscontro nel referto arbitrale?
Auricchio: Sì, nella telefonata...
Avv. Gallinelli: Ma io ho chiesto nel referto!!!
Auricchio: Non è che ho sentito solo Cellino.
Presidente Casoria: Lui chiede il confronto con il referto. Che cosa ne trae?
Avv. Gallinelli: Ha scritto il falso De Santis?
Auricchio: Sì, secondo me, parzialmente, sì... perché nella telefonata...
Avv. Gallinelli: Basta con le telefonate, io parlo del confronto con il referto!
Sembra che il Presidente Casoria a questo punto, abbia detto: Il teste non vuole rispondere, vuole divagare...
Auricchio: Io non ho mai ritenuto che la squalifica di Cellino fosse ingiusta...
Avv. Gallinelli: Avete visto il filmato della gara?
Auricchio: No, assolutamente.
A questo punto l'Avvocato Gallinelli ha chiesto al teste quali vantaggi avrebbe avuto De Santis dal suo atteggiamento ed Auricchio ha risposto: "Innanzitutto andare ai Mondiali, poi arbitrare più partite possibile". Ad Auricchio, che non sapeva neppure quante gare aveva diretto De Santis, l'avvocato legge i dati da cui si rileva che l'arbitro di Tivoli arbitrò, più o meno, lo stesso numero di partite dei suo colleghi.
Quindi l'avvocato ha chiesto ad Auricchio se fosse a conoscenza del fatto che De Santis, nel 2004-2005, frequentava un corso per Polizia Penitenziaria, e se avevano verificato dove si trovasse quando veniva intercettato, ottenendo dal teste come risposta "No, non ho seguito io questo aspetto".
L'avvocato Gallinelli chiude il suo controesame con la domanda che tutti noi avremmo voluto fare ad Auricchio, quella sulla fuga di notizie.
Avv. Gallinelli: Si ricorda se ci fu un procedimento sulla fuga di notizie poi pubblicate da parte de L'Espresso?
Auricchio: Sono sicuro che c'è stata un'inchiesta attivata proprio da mie dichiarazioni.
Avv. Gallinelli: Venne accertato se questa fuga avvenne all'interno del nucleo investigativo?
Ma il pm interviene e stoppa: "Opposizione, domanda non ammessa".
Peccato, speravamo di sentire finalmente, dopo quattro anni, almeno una "impressione", una "sensazione" (come quelle di tanti testimoni d'accusa messe a verbale in questo processo), che potesse fare un po' di luce sulla "talpa", quella contro cui si scagliarono Beatrice, Narducci e Lepore, dichiarandosi danneggiati da quella fuga di notizie (trattata in questo articolo).
A noi la risposta di Auricchio interessava, al pm un po' meno, evidentemente. Termina così il controesame dell'avvocato Gallinelli ed inizia quello dell'avvocato De Vita, che difende Paolo Bergamo (trascrizione integrale, file audio http://www.radioradicale.it/scheda/300497).
Avv. De Vita: In quale periodo le utenze di Bergamo sono state intercettate?
Auricchio: Una dal 5/11/04 al 3/06/05, un'altra dal 7/03/05 al 5/06/05.
Avv. De Vita: E quella domiciliare?
Auricchio: Dal 4/02/05 al 3/06/05.
Avv. De Vita: In riferimento alla prima utenza, quella cellulare, può dire quanti sono i progressivi che sono stati individuati? (51.522 totali alla fine indagine su tutte le utenze di Bergamo, ndr)
Auricchio: No, non lo so.
Avv. De Vita: Nell'ambito di questo lungo periodo, oltre ai soggetti che sono stati individuati come interlocutori nelle telefonate che voi avete selezionato, avete individuato altri dirigenti di società sportive, altri dirigenti del mondo Federale, arbitrale, che hanno intrattenuto rapporti telefonici con il signor Bergamo?
Auricchio: Il numero è consistente, risponderLe in termini...
Avv. De Vita: Magari se c'è un dirigente che ha solleticato la Sua attenzione, un dirigente di una squadra di calcio in particolare, Bologna , Inter...
Auricchio: No, sicuramente ci sono state concentrazioni di auguri, Natale, Pasqua, insomma... Diciamo, le conversazioni da noi utilizzate sono state quelle ritenute utili investigativamente
Avv. De Vita: Avete fatto questo tipo di selezione
Auricchio: Esattamente
Avv. De Vita: Ma le avete ascoltate tutte?
Auricchio: Su tutte le conversazioni ci sono i brogliacci
Avv. De Vita: Brogliacci nel senso riassunto della converazione?
Auricchio: No, ci sono...
Avv. De Vita: L'indicazione del contatto telefonico, ma non c'è...
Auricchio: Beh, sono state tutte ascoltate
Avv. De Vita: Ho compreso. Io, allo stato, non ho altre domande.
Avv. Cirillo (difesa Titomanlio ed Ambrosino): Ha visto Arezzo-Salernitana (in causa Titomanlio ndr)?
Auricchio: Ricordo di aver visionato due circostanze di quella gara, quelle che risultavano da un'intercettazione di Meani.
Avv. Cirillo: Chi ha valutato questi episodi?
Auricchio: Ricordo di aver verificato la corrispondenza di quegli episodi con quello che diceva Titomanlio in quella telefonata.
Avv. Cirillo: Reggina-Messina del 13.03.2005 (in causa Ambrosino ndr) l'ha visionata?
Auricchio: No, non ricordo.
Avv. Cirillo: Nemmeno la valutazione dell'osservatore all'Ambrosino e alla terna?
Auricchio: No.
Avv. Cirillo: Gliela dico io, 8.60. Non ho altre domande.
E' il turno dell'avvocato Picca, dei Della Valle, che pone domande sulla politica Federale, sugli schieramenti allora in campo, ed interroga Auricchio sul tema della ripartizione dei diritti televisivi. Il teste risponde di non saperne granché e l'avvocato gli chiede perché non abbiano fatto indagini su questo punto, visto che ne erano venuti a conoscenza. Auricchio risponde che hanno fatto indagini circoscritte alle deleghe ricevute (frode sportiva), al che l'avvocato gli chiede se in altri casi abbiano riferito elementi non facenti parte dell'indagine alla Procura; la risposta di Auricchio è negativa.
L'avvocato passa poi all'analisi delle partite citate nelle informative e chiede ad Auricchio se ha visto Fiorentina-Messina. La risposta di Auricchio sembra un disco rotto: "Non lo ricordo"
Avv. Picca: Glielo sollecito perchè nell'informativa del novembre 2005 Lei fa riferimento alla gara. Ripeto, l'ha vista? Le conclusioni alle quali giunge da dove sono state desunte, da quali fonti?
Auricchio: Non l'ho trattata investigativamente.
Avv. Picca: Come no, è nell'informativa...
Auricchio: Ci sono solo gli esiti di una conversazione tra Mencucci e Mazzini.
Avv. Picca: No, Le dico che ci sono articoli di stampa, commenti ecc. quindi, le fonti conoscitive quali sono state?
Auricchio: Questa non è una partita che abbiamo approfondito, abbiamo solo preso quell'interccettazione e, per completezza, abbiamo inserito gli articoli della Gazzetta.
Avv. Picca: Colonnello, mi scusi, io Le ho chiesto solo le fonti.
Auricchio: Nessuna
Seguono domande su Bologna-Fiorentina del 24 aprile, e su Fiorentina-Milan. Anche queste Auricchio non le ha viste e l'unica attività investigativa compiuta sono le intercettazioni telefoniche e gli articoli dei giornali.
Si passa, quindi, a trattare l'appuntamento tra i Della Valle e Bergamo ed Auricchio ammette di aver accertato solo i protagonisti dell'incontro al ristorante (con annesso albergo), un luogo pubblico, intorno alle 12.30.
Avv. Picca: Ha accertato se il luogo era un luogo di residenza abituale dei Della Valle?
Auricchio: No.
Avv. Picca: Ha svolto intercettazioni ambientali?
Auricchio: No.
Avv. Picca: Ha richiesto alla Procura l'autorizzazione a svolgere l'attività?
Auricchio: No.
Avv. Picca: Ha effettuato l'accesso al ristorante?
Auricchio: Non c'ero.
Avv. Picca: I suoi uomini?
Auricchio: Saranno arrivati una mezz'ora prima
Avv. Picca: Quindi la vostra attività si è rivolta alla osservazione esterna dei partecipanti all'incontro, non avendo svolto intercettazioni ambientali né accesso all'interno della sala?
Auricchio: No, non c'è stata attività tecnica.
Avv. Picca: A questa data avevate acquisito intercettazioni sui Della Valle?
Auricchio: Non lo ricordo.
Avv. Picca: Nessuna telefonata?
Auricchio: Ah sì, ce n'è una del 4 maggio di Andrea, e anche una del 2 maggio di Diego.
Avv. Picca: Avete mai sottoposto ad interecettazione diretta i due Della Valle?
Auricchio: No.
Avv. Picca: E perché, visto che ha dichiarato che quando emergevano altri soggetti come interlocutori mettevate sotto intercettazione anche loro?
Auricchio: Perché eravamo già a maggio ed avevamo già l'idea di chiudere le attività tecniche, e perché vi era già conoscenza dell'indagine.
Avv. Picca: Che elemento ha per dire che i Della Valle e Mencucci erano a conoscenza di indagini relative ad altri soggetti?
Auricchio: Nessuno.
Terminato il controesame dell'avvocato dei Della Valle si continua con quello dell'avvocato Morescanti che inizia chiedendo quali accertamenti sono stati svolti per determinare che il sorteggio era truccato. La risposta di Auricchio? "Nessuno". L'avvocato, allora, passa a fare domande sulle griglie, su quante erano le fasce del sorteggio, se nella prima fascia c'erano sempre le stesse squadre, per finire con i notai.
Avv. Morescanti: Avete sentito i notai?
Auricchio: Abbiamo acquisito i verbali.
Avv. Morescanti: E ci spiega le determinazioni dei notai?
Auricchio: Il contributo del notaio, per l'osservazione diretta che abbiamo fatto dei sorteggi, emerge in maniera nitida che è asettico, non interviene se non registrando.
Avv. Morescanti: Il notaio perché era presente?
Auricchio: Per conferire regolarità.
Avv. Morescanti: Quindi, ovviamente, avete fatto indagini, deduco che ove avesse visto che c'era qualche problema era proprio questo il suo compito.
Auricchio: Non c'è dubbio.
Avv. Morescanti: Lei, in tutti i verbali che ha acquisito, dove ha trovato un'anomalia?
Auricchio: Escludo, da una visione fatta a quel tempo, che da quelle verbalizzazioni possano emergere elementi di rilevanza.
Avv. Morescanti: Lei ha mai intercettato una telefonata in cui Bergamo diceva ad un arbitro "ora vai arbitra in questo modo, fai vincere questa determinata squadra"?
Auricchio: No.
Avv. Morescanti: Lei ha riferito che l'indagine nasce da Palanca e Gabriele, dove ci sono stati sviluppi per vedere la vicinanza del Messina alla Juve e alla Gea.
Auricchio: Sì.
Avv. Morescanti: Quindi questo aspetto da quando è stato preso in considerazione?
Auricchio: Da subito, da luglio 2004, era nella prima delega di indagine.
Avv. Morescanti: Se nell'indagine si parla del Messina perché non avete intercettato qualcuno del Messina?
Auricchio: Si erano indirizzate, le indagini, più in direzione del mercato giocatori...
Avv. Morescanti: Quell'indagine veniva svolta per verificare la vicinanza del Messina alla Juve. Perché avete escluso il Messina dalle intercettazioni?
Auricchio: L'ipotesi di frode sportiva non era configurata nei confronti del Messina. Era configurato solo il problema della consistenza dei giocatori Gea nel Messina. Accanto a ciò c'era il discorso della combriccola romana da cui sono emerse le posizioni di Palanca e Gabriele.
Avv. Morescanti: La società Gea: quanti ce n'erano nel Messina? Avete verificato?
Auricchio: Sì.
Avv. Morescanti: Nel 2002-2003 quanti?
Auricchio: Perché parla di quell'anno?
Avv. Morescanti: Perché l'anno dopo arriva Fabiani e il numero cambia.
Auricchio: Ricordo di aver fatto questo accertamento, ma in questo momento non ricordo
Avv. Morescanti: In quell'anno Fabiani non era presente, arrivò l'anno dopo.
Auricchio: Su Fabiani non posso dire granché, le nostre attenzioni si sono rivolte alla vicinanza di Moggi a Franza.
Avv. Morescanti: In tutte le telefonate intercettate si parlava mai di Fabiani?
Auricchio: No, dal punto di vista investigativo, tranne due o tre circostanze in cui emerge Fabiani, non c'è traccia.
Avv. Morescanti: Se Le ricordo la telefonata del 18.01.2005 tra Moggi e un certo Mario, Lei sa chi è?
Auricchio: Sì, Mario Bonsignore.
Avv. Morescanti: Questo Mario parla con Moggi, e Moggi che dice di Fabiani? Dice "Fabiani è uno scemo che non ha saputo cogliere l'opportunità, se ne vada affanculo, non vorrei che, perché lui è amico mio, voi gli avete dato troppa mano, perché un conto è l'amicizia e un altro è il lavoro". Ad un certo punto Moggi dice: "Perché lo devo andare a cercare? Per cercare qualcuno che non mi piace, non mi piace, non mi piace?". Questa è l'unica telefonata in cui Moggi parla di Fabiani. Questa telefonata l'avete presa in considerazione?
Auricchio: Sì, ma solo per la posizione di Bonsignore.
Avv. Morescanti: Avete preso in considerazione Messina-Juve?
Auricchio: Io non la ricordo.
Avv. Morescanti: Lo dico perché, se le due società erano così amiche, il Messina avrebbe fatto di tutto per favorire la Juve, invece ciò non avvenne. Come mai non l'avete presa in considerazione? Eppure era verso la fine del campionato. Al Messina quella gara non interessava, anche perché era salvo matematicamente.
Auricchio: Nel 2004-2005 Messina-Juve è alla sesta giornata non certo decisiva. Controlleremo.
L'udienza è terminata e rinviata al 13 aprile 2010.
Se questa è Calciopoli...
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- By Nicola Negro (Nick66)
Non sappiamo se provare più rabbia, disillusione, sete di giustizia, o chissà quale altro sentimento. Se pensiamo a Calciopoli e alla deposizione del tenente colonnello Auricchio prevale lo sconcerto, più che la soddisfazione di avere riscontrato come tutta l’indagine “offside” sia in realtà basata su fragili fondamenta. Vorremmo capire se è lecito, e se è cosa normale, che indagini per un reato grave come l'associazione a delinquere siano condotte facendo riferimento agli articoli de La Gazzetta dello Sport, piuttosto che a prove di qualsiasi genere. Se si parla di reati consumati per influenzare delle partite si può visionare le stesse, si può prendere visione dei referti arbitrali quali fonti primarie dell’evento, ma rispondere affermando che lo ha scritto la Gazzetta lascia veramente basiti come cittadini di questo Paese. Questo modo di condurre l’indagine, confermato in aula, ma che avevamo già intuito leggendo le informative, ci lascia basiti. Se pensiamo che Auricchio è stato addirittura elogiato e portato ad esempio da alcuni media, abbiamo un quadro realistico di quale sia il livello di certa informazione nel nostro Paese. A leggere il resoconto stenografico dell’udienza che ha visto protagonisti Auricchio e l’avvocato Prioreschi, legale di Moggi, si ha una percezione di superficialità nella conduzione delle indagini dei “Magnifici 12”, come li aveva battezzati un articolo de La Repubblica (riportato in un nostro articolo), eroi di una docufiction su La 7 che, man mano che le udienze si susseguono, perde di valore e credibilità. L’unica cosa certa delle indagini è che sono state condotte quasi esclusivamente sulla Juventus. Perché mancano le telefonate interiste a Bergamo, che si intuisce siano avvenute ascoltando altre intercettazioni? E anzi praticamente per certo confrontando il silenzio del teste con la tempestiva ammissione del pm affrettatosi a precisare: "Beh qualcosa sarà sfuggito". “Non lo so, non so dare spiegazioni” è stata la sconcertante risposta dell’ufficiale, che fa il paio con quanto dichiarato dal guardalinee Coppola che, nel corso di una precedente udienza, aveva testimoniato affermando che, al proposito di riferire certi fatti riguardanti l'Internazionale F.C., chi indagava gli rispose "L'Inter non interessa". Ma tutto l’interrogatorio è stato un vortice di domande puntuali, da parte dell'avvocato Prioreschi, e di risposte vaghe condite da molti “no”, specie quando è stato chiesto se le partite oggetto delle indagini fossero state visionate, per verificare se c’era stata o meno la frode sportiva, ipotizzata sulla scorta delle sole intercettazioni. E per fortuna nell'estate del 2006 certa stampa, fra le tante accuse miseramente cadute, non ha accusato Moggi di un qualche omicidio, perché stando al metodo seguito per le indagini, oltre all'accusa di associazione a delinquere, l'ex direttore generale della Juventus si sarebbe trovato pure un'accusa di omicidio sulle spalle. Uno dei momenti culminanti del controesame è stato quando Prioreschi ha chiesto al Giudice Casoria di ammonire il teste per reticenza riguardo al “sì”, diventato poi un “controllo”, quindi ancora un “allora non ricordo” riguardo alla vicenda legata al presunto “rapimento” di Paparesta nello spogliatoio di Reggio Calabria, poi rivelatosi un falso che molti giornalisti disinformati continuano ad inserire nei loro articoli, facendo scempio della verità, a danno dell'informazione corretta che dovrebbero garantire ai loro lettori. L’interrogatorio ha raggiunto l'umorismo quando il teste, che ha riconfermato di non essersi avvalso come fonte di indagine di Tuttosport, perché “di parte”, su Mediaset ha risposto: “Non mi risulta che sia controllata dal Milan”. Ma no, certo, aveva più potere mediatico Moggi controllando la “patente a punti” degli arbitri al Processo del Lunedì, grazie all’amicizia con Baldas.
Sull’amicizia con l'ex direttore generale della Roma Baldini, quello che annunciava il ribaltone a Mazzini in un'intercettazione agli atti, i conti non tornano. Auricchio dice di non aver parlato dell’inchiesta su Calciopoli con Baldini prima del febbraio 2005, ma Antonelli, invece, aveva testimoniato nel processo GEA affermando che Baldini gli disse di rivolgersi ad Auricchio nel caso avesse qualcosa da dichiarare, perché stava conducendo un'indagine sul calcio. Bisognerebbe chiedere a Baldini come facesse a sapere che c’era questa indagine in corso, ma Baldini alla Casoria l’ha già data “buca” in un paio di occasioni. La vicenda è veramente poco chiara. Sarebbe necessario un confronto a tre, all'americana, perché uno dei tre mente.
C’è da riflettere su come in questo Paese ci si possa trovare imputati di associazione a delinquere sulla scorta di telefonate intercettate, senza un'opportuna verifica se le cose dette trovano riscontro o meno, se non su La Gazzetta dello Sport; c’è da riflettere sulle modalità con cui sono state condotte indagini che assumono articoli di giornali sportivi quali prove inconfutabili; c’è da riflettere su come i media, che oggi disertano il processo reale, o riportano poche righe innocue, abbiano condotto invece nell'estate 2006 vere e proprie arringhe accusatorie dalle colonne dei propri giornali annunciando addirittura in anticipo le sentenze dei tribunali sportivi. Infine, c’è da continuare a riflettere, sempre per usare un eufemismo, su come le istituzioni sportive abbiano condotto il processo, con l'abbattimento di un grado di giudizio, senza alcuna garanzia per le difese, ed elaborando di sana pianta in camera di consiglio (!) quell'"illecito strutturato" dato dall'aberrante somma di comportamenti sleali (art. 1) che costituirebbe un illecito (art. 6). Continuiamo a riflettere su come la proprietà e la dirigenza della Juventus abbiano, nella sostanza dei fatti, assecondato questo sistema, non alzando un dito per difendere i propri dirigenti e tutelare la società.
Se questa è Calciopoli...
Ecco gli audio in cui Bergamo parla degli interisti
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Tra i passaggi più interessanti dell'udienza di ieri al processo di Napoli, c'è quello in cui l'avvocato Prioreschi chiede conto al responsabile dell'indagine Offside di colloqui e contatti con dirigenti interisti citati in telefonate intercorse fra gli imputati Paolo Bergamo e Maria Grazia Fazi. A rigor di logica, dato che i telefoni dei due erano sotto controllo, qualche intercettazione con i dirigenti interisti avrebbe dovuto esserci, ma agli atti così non è.
Nella prima telefonata, del 5 gennaio 2005, ascoltiamo Bergamo e Fazi organizzare un incontro con un alto dirigente interista, molto probabilmente l'ex presidente Giacinto Facchetti. Ricordiamo che uno dei cardini dell'accusa a Moggi e associati consiste nel fatto che, nell'arco della stagione 2004-05, avessero talvolta organizzato delle cene. Nel brano che potete ascoltare qui sotto, noterete che la Fazi accenna a problemi tra l'allora allenatore dell'Inter e certi arbitri. Inoltre, sembra aver appena raccolto degli sfoghi contro la Juve da parte del Milan. Come potrete ascoltare qua sotto, per la preoccupazione che la "Zarina" esprime nel consigliare Bergamo sul modo di approcciare il suo commensale interista, sembra quasi che dovrà andare a sostenere una sorta di esame d'accusa.
Clicca sulla foto per vedere il video
Nella seconda telefonata che vi proponiamo, risalente al 29 marzo 2005, l'allora designatore arbitrale Bergamo racconta alla segretaria della CAN di un colloquio che ha appena avuto col patron interista. Dunque, anche Moratti con i designatori ci parlava. Inoltre, dal racconto di Bergamo sembra proprio che i rapporti fossero ottimi e che Moratti esprimesse gradimento nei suoi confronti: parla di "sei anni di rapporti di grande correttezza" e considera un vero e proprio "cruccio" il fatto che l'Inter dell'era Moratti, fino a quel momento, non avesse ancora vinto nulla.
E a un certo punto l'ex designatore racconta al presidente interista di un incontro con l'arbitro designato per il derby di andata di Champions League (in programma la settimana dopo): "Domani vedrò l'arbitro che farà l'andata al derby, tanto per dirle dove sono..."
Certo che sarebbe stato proprio interessante ascoltare il dialogo che riporta Bergamo. Ma intercettazioni come questa, per uno strano caso della vita, al quale lo stesso Colonnello Auricchio non ha saputo dare una spiegazione, non possiamo ascoltarle. Intanto, però ascoltiamo bene questa:
Auricchio: il Milan non ha televisioni. Le telefonate di Moratti? Non lo so
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Si entra, quindi, nel tema intercettazioni, con il dialogo che segue:
Avv. Prioreschi: Perchè sui documenti c'è scritto centro intercettazioni Rono?
Auricchio: Credo che sia un errore, meglio una improprietà
Avv. Prioreschi: Non c'è scritto che il centro era il vostro
Auricchio: Ripeto, è una improprietà, ma non cambia molto
Avv. Prioreschi: In tutti i documenti c'è la stessa improprietà
Auricchio: Sì, ma ripeto, non cambia molto
Avv. Prioreschi: Progressivo 15237, intercettazione del 5.1.2005, ore 14.30, colloquio tra Fazi e Bergamo dove Bergamo parla alla Fazi di recenti telefonate di Moratti e di una cena organizzata con Facchetti. Prg 5033 del 29 marzo Bergamo riferisce altro discorso con Moratti. Noi abbiamo cercato queste telefonate e non le abbiamo trovate. Come mai non ci sono agli atti le intercettazioni tra Bergamo e Moratti?
Avv. Prioreschi: C'è una telefonata nell'informativa del 19 aprile e la seconda...
Presidente Casoria: L'avvocato dice nell'informativa si fa riferimento a delle telefonate che poi non si trovano né registrate né trascritte. Vuole sapere il motivo di questa vicenda
Auricchio: Del perché noi non abbiamo intercettato la conversazione in cui fanno.. No, sono qui, c'è scritto i due continuano a parlare
Presidente Casoria: No, quelle di Moratti e di Facchetti
Auricchio: Che chiamano ... non lo so questo... allora ho capito bene la domanda. Scusi la rettifico così poi mi dice se ho capito bene o meno
Avv. Prioreschi: Si capisce da queste intercettazioni che dovrebbero esserci intercettazioni tra Moratti e Bergamo e...
Auricchio: Perfetto, allora ho capito bene
Presidente Casoria: Ma partivano da un telefono che era sotto intercettazione? Vabbè non sa spiegare questo fatto
Auricchio: No, questa telefonata cioè...
PM Narducci: Ma questo lo dice l'avvocato
Presidente Casoria: Che non si trovano
PM Narducci: No, che partivano da un telefono sotto intercettazione, l'avvocato non è in grado di poter dimostrare nulla, ci sono telefonate in cui due persone fanno riferimento a pregresse conversazioni e non credo si possa rendere conto...
Avv. Prioreschi: Dottore lei ha messo sotto intercettazione tutti i telefoni...
PM Narducci: No, credo, ho visto che qualcosa è sfuggito alla fine
Presidente Casoria: Ah vabbè
PM Narducci: Voglio dire, non immagino no?
Avv. Prioreschi: Non è una mia mancanza, non ci stanno queste telefonate
Auricchio: No, ma le rispondo, penso che tutte le intercettazioni effettuate dai telefoni sotto controllo per decreto della Procura di Napoli sono state trascritte, registrate, riportate. Per cui non è che le rispondo in maniera diversa. Se Lei non ha trovato non è un problema. Quelle che sono state intercettate sono state compendiate e riferite all'Autorità Giudiziaria
Presidente Casoria: Allora perché lei ha riferito di queste se non erano...
Auricchio: No, no, no, Presidente, chiedo scusa, ecco perché l'avvocato voleva...
Avv. Prioreschi: Qui parlano Bergamo e la Fazi e Bergamo fa riferimento a telefonate...
Presidente Casoria: Passate
Avv. Prioreschi: Non passate, del giorno prima!
Presidente Casoria: Va bene, antecedenti
Auricchio: No, l'ho detto, poi parlano della cena di stasera con Facchetti, il riferimento è riportato, in merito "mi raccomando di parlare poco e che il discorso lo guidi Facchetti", "Grazia lo invita a ponderare bene le parole", si salutano e si risentiranno domani. Questo è quello che è stato registrato. Poi, se Facchetti ha chiamato e non risulta avrà chiamato su un altro numero
Presidente Casoria: Su un altro numero sfuggito alle intercettazioni, abbiamo capito, andiamo avanti. Non ci sono avvocato
L'interrogatorio continua con l'avvocato Prioreschi che passa ad analizzare le risultanze di indagine sulle partite, e chiede ad Auricchio di Udinese-Brescia, partita che, secondo l'inquirente, aveva visto "ammonizioni pilotate". Auricchio tergiversa un po' nelle risposte, ammette di non aver visto la partita, richiama un colloquio intercettato tra Meani e Babini nel quale veniva esaltato questo meccanismo.
Prioreschi, allora, chiede: Colonnello io le ho fatto una domanda specifica. Come ha individuato queste ammonizioni dolose?
Auricchio: Abbiamo ricostruito da una analisi tabellare.
Avv. Prioreschi: Io voglio sapere questa, Udinese-Brescia!
Auricchio: Non la trovo in questa tabella. Sulla base della telefonata di Meani abbiamo cercato di ricostruire, durante il campionato, questo fenomeno
Avv. Prioreschi: Lei ha visto gli atti ufficiali di gara per capire perchè ci funono le ammonizioni?
Auricchio: Non credo
Avv. Prioreschi: Quando è che un'ammonizione può definirsi dolosa?
Auricchio: Secondo la nostra interpretazione? Il problema del rigore è rigore, ammonizione è ammonizione, non ci riguardava. Ci riguardava dal punto di vista investigativo, non il dato tecnico, ma se due persone da noi intercettate dicono "In Arezzo-Salenitana, visto che mi è stato raccomandato l'Arezzo..."
Avv. Prioreschi: No, caro colonnello, quando lei ascolta una intercettazione in cui uno dice che ha ammazzato il Papa, che fa? Una informativa, o va a verificare se il Papa è stato ammazzato?
Auricchio: No, ma che c'entra, io vado a vedere solo le cose che dal punto di vista investigativo ci interessano. Per esempio, Milan-Juve non l'abbiamo investigata perchè ormai gli imputati erano già stati avvisati, era inutile.
Avv. Prioreschi: Lei sa bene che la frode si attiva con atti fraudolenti. Bene, ha accertato se le amminizioni erano dolose? Perchè erano state fatte?
Auricchio: Le ho già detto che la partita non era indicata.
Avv. Prioreschi: Si dice che a seguito di queste ammonizioni dolose, perchè fatte ai diffidati, la partita successiva i tre non hanno giocato contro la Juve. Ha fatto accertamenti per verificare se i tre erano diffidati, e se hanno o no giocato la partita con la Juve?
PM: Opposizione! A quella data non c'erano le intercettazioni
Auricchio: Comunque non le ho fatte
Avv. Prioreschi: Siccome questa partita è nel capo di imputazione, sto cercando di far capire che bastava poco per verificare la circostanzanza.
L'avvocato Prioreschi, quindi, incalza Auricchio citando un buon numero di partite oggetto di indagine, per le quali l'atto fraudolento era il sorteggio, e chiedendo al teste se ha visto quelle partite. Le risposte di Auricchio sono quasi tutte negative. Poi l'avvocato concentra le sue domande su Fiorentina-Bologna
Avv. Prioreschi: Fiorentina-Bologna, 1-0, 5.12.04. Ha visto la gara?
Auricchio: No
Avv. Prioreschi: Anche qui ci sarebbe l'alterazione del sorteggio. Ha fatto accertamenti specifici, o le sono stati delegati dal pm?
Auricchio: No
Avv. Prioreschi: Poi c'è la dolosa ammonizione di Nastase, Petruzzi e Gamberini diffidati e che saltavano la gara successiva con la Juve. Ha visionato gli atti di gara?
Auricchio: Sì, abbiamo verificato che al termine dell'incontro erano stati ammoniti i giocatori, e poi squalificati
Avv. Prioreschi: Lei sa, all'epoca, quale era la coppia titolare dei difensori del Bologna?
Auricchio: No, non lo ricordo
Avv. Prioreschi: Sa quante furono le presenze di Nastase?
Auricchio: No
Avv. Prioreschi: 7 su 38 gare. E sa Petruzzi quante ne ha fatte?
Auricchio: No
Avv. Prioreschi: 17. E sa che hanno fatto i tre per essere ammoniti?
Auricchio: Comportamento scorretto
Avv. Prioreschi: Juve-Bologna, successiva, l'ha vista?
Auricchio: Credo di sì
Avv. Prioreschi: Ci sono stati episodi particolari?
Auricchio: Sì, dal Corriere, Repubblica e Gazzetta: la Juve vince con una una mezza punizione dal limite e negati due mezzi rigori al Bologna
Avv. Prioreschi: Sono tratti dalla stampa
Auricchio: Come sempre
Avv. Prioreschi: Poichè aveva detto che l'aveva vista, pensavo che fossero suoi commenti
Auricchio: No, sarebbe folle, non sono un tecnico
L'interrogatorio continua con Prioreschi che infila una serie di domande su altre partite, sempre chiedendo al teste se le ha viste e quali accertamenti ha fatto. La risposta di Auricchio è, quasi sempre, la stessa: non le ha viste e non sono stati fatti accertamenti oltre le intercettazioni. Sulle domande se certe ammonizioni erano giuste o "dolose", Auricchio si salva in calcio d'angolo, ripetendo la formula "Non sono un tecnico, non sono in grado di giudicarlo". Poi, però, entra in questioni tecniche, come gli fa rilevare Prioreschi, quando esamina Cagliari-Juve e Roma-Juve, 1-2, del 5.3.2005; questa l'ha vista e ricorda il fuorigioco di Cannavaro sul goal ed il rigore con Zalayeta fuori area. Prioreschi non può fare a meno di dire "Sulla linea. Vedo che quando vuole è un esperto". L'avvocato romano gli chiede se in quella gara ha notato episodi sfavorevoli alla Juve, ed Auricchio ricorda solo il pugno di Cufrè sul volto di Del Piero. Prioreschi elenca altri episodi di quella partita: "Cufrè su Zebina e Blasi da espulsione li ha notati? Il goal di Cassano in fuorigioco l'ha notato? Il goal regolare annullato ad Ibrahimovic l'ha notato?". Ma Auricchio risponde sempre: "Non lo ricordo".
Prima della pausa l'avvocato Prioreschi elenca una serie di dati e comparazioni, ricorda che la media di punti ottenuti dalla Juve nelle partite dirette dagli arbitri indagati è di 1,89 mentre 2,63 è la media dei punti ottenute negli incontri dirette da arbitri non coinvolti nelle indagini, elenca la classifica delle squadre che beneficiarono di giocatori avversari squalificati e diffidati nel turno precedente: classifica che vedeva in testa l'Atalanta con 30, la Juve dietro la Reggina con 24, mentre l'Inter ne aveva beneficiato in 21 occasioni. Prioreschi ricorda anche che la Juve era ultima nella classifica delle squadre che beneficiarono di espulsioni di avversari nel corso della partita. Tutte analisi che Auricchio e la sua squadra dei "Magnifici 12" (citazione di Repubblica ndr.) non hanno fatto.
Come nella precedente udienza Auricchio certifica che fonte di indagine erano ben determinati giornali; a Prioreschi che ha chiesto se avesse fatto accertamenti sul sorteggio di Juve-Udinese, Auricchio risponde "Abbiamo sostenuto sempre, dagli articoli di Gazzetta e Repubblica, che tra gli episodi c'era l'annullamento di un gol".
Avv. Prioreschi: Tuttosport no?
Auricchio: E' come se leggessi Il Mattino sul rigore di Lavezzi
A questa risposta si è levato un diffuso mormorio in aula.
Quindi, per Auricchio, Tuttosport se non è fazioso è almeno di parte, mentre la Gazzetta e Repubblica sono super-partes e, nei loro articoli, non manifestano mai simpatie per le romane e le milanesi, concorrenti della Juventus.
Dopo la pausa l'udienza è ripresa con l'avvocato Prioreschi che ha completato l'esame sulle "ammonizioni dolose", quindi è passato ad interrogare il teste sul caso dei quattro giocatori positivi al Gentalyn, citato da Auricchio nella scorsa udienza, rimarcando che il teste aveva dimenticato di citare il caso di Rossetti, seguendo una sua teoria che partiva da una telefonata di Moggi a Foti. Prioreschi ha ricordato ad Auricchio che aveva affermato che c'erano quattro casi analoghi e, guarda caso, ne aveva dimanticato uno che era a favore.
Il commento del giudice Casoria è stato tagliente.
Subito dopo è iniziato l'esame del caso Reggina-Juventus:
Avv. Prioreschi: Vicenda Paparesta negli spogliatoi. Lei ha evidenziato la frase "Le faccio ritirare la patente"
Auricchio: Sì
Avv. Prioreschi: Lei ha accertato se a Paparesta è stata ritirata la patente, o se quella era solo una battuta?
Auricchio: Sì, nella classifica che faceva Baldas
Avv. Prioreschi: Ma no! Volevo sapere se Paparesta ha subito una sospensione dalla Federazione
Auricchio: Credo che abbia saltato un turno di campionato e poi sia stato mandato in B
Avv. Prioreschi: Ha accertato se la terna è stata fermata?
Auricchio: I due assistenti non hanno più arbitrato la Juve
Avv. Prioreschi: Io le ho fatto una domanda diversa, se sono stati sospesi
Auricchio: Sì
Avv. Prioreschi: Ma quando mai?
Auricchio: Sì, sicuramente hanno avuto un turno di sospensione in serie A
Avv. Prioreschi: Ma non è vero!
Auricchio: Controllo
Auricchio: Allora, non mi ricordo
Avv. Prioreschi: Giudice io Le chiedo di ammonire il teste per reticenza
Prioreschi, quindi, chiede ad Auricchio se nella visita di Moggi nello spogliatoio di Paparesta, a fine partita, lui rilevi una condotta delinquenziale. Auricchio risponde "No, ma rimane il fatto oggettivo della discesa negli spogliatoi", al che Prioreschi cita il caso di Lucchesi, in un Fiorentina-Samp:
Le do il dato giornalistico, visto che così fa lei. La Gazzetta del giorno dopo titola: 'Lucchesi, la sfuriata gli costa 5 mesi di stop'. Anche la decisione di Laudi parla di un dirigente, non iscritto nella lista, che entrava negli spogliatoi, che spintonava i dirigenti della società avversaria, poi protestava bestemmiando e facendo minacce all'arbitro. Poi, nell'uscire, rompeva un piatto. Questo comportamento di Lucchesi come lo chiamerebbe?
Il pm si oppone e Prioreschi formula un'altra domanda.
Avv. Prioreschi: Lei è a conoscenza del fatto che il giudice sportivo ha applicato una sanzione a Facchetti, per una vicenda parallela a quella di Paparesta?
PM: Mi oppongo.
Ma l'opposizione viene rigettata e Prioreschi continua leggendo la sentenza di Laudi su Facchetti, che entrò nello spogliatoio della terna addirittura nell'intervallo.
Auricchio: Sì, ma qui l'arbitro ha verbalizzato tutto.
Avv. Prioreschi: Secondo Lei il "Ci penso io" di Facchetti e il "Ci penso io" di Moggi?
Questa volta l'obiezione del PM viene accolta e toglie Auricchio dall'imbarazzo.
Poi, da Auricchio, una novità sul mondo dei media; questo lo scambio:
Avv Prioreschi: Sa quale è lo share del Processo di Biscardi?
Auricchio: Circa un milione di spettatori.
Avv Prioreschi: Su che canale andava in onda?
Auricchio: Su La 7.
Avv Prioreschi: Era un canale nazionale?
Auricchio: Sì.
Avv Prioreschi: Visibile in tutta italia?
Auricchio: Credo di sì, poi anche la Rai in alcune zone non si vede.
Avv Prioreschi: Sa se ci sono altre squadre di calcio che hanno a disposizione televisioni, o programmi?
Auricchio: No, non mi risulta
Avv Prioreschi: Ha mai sentito parlare di Mediaset e di chi sia il suo padrone?
Auricchio: Certo, ma non mi risulta che sia controllata dal Milan.
Prioreschi introduce poi il tema del legame tra Moggi e De Santis.
Avv. Prioreschi: Commentando una telefonata di De Santis con Manfredi Martino Lei parla di una vicinanza particolare tra i due. Mi sa dire a che si riferisce? Glielo dico io? Alle magliette?
Auricchio: Un po' riduttivo, ma sì.
Avv. Prioreschi: Ma si rende conto? Lei parla di una vicinanza tra l'arbitro e la Juve perché De Santis ha avuto 23 magliette della Juve?
(Prioreschi si scalda). Lei lo sa che è prassi che a fine partita le società regalino le magliette agli arbitri?
Auricchio: Immagino di sì, ma non credo nei termini della telefonata.
Sempre per dimostrare l'amicizia c'è la telefonata con Damascelli, quella sul "delitto perfetto".
Prioreschi fa notare che Moggi nella telefonata non sapeva nemmeno che i tre del Bologna fossero diffidati.
Avv. Prioreschi: Come fa a parlare di un preventivo accordo preesistente, della realizzazione di un progetto?
Auricchio: Moggi dice solo che non si ricorda...
Avv. Prioreschi: Che non si ricorda lo aggiunge Lei...
In effetti il senso della telefonata è ben altro, Moggi sembra cascare proprio dalle nuvole in proposito...
Il rapporto tra Moggi e De Santis viene ulteriormente approfondito:
Avv. Prioreschi: Colonnello, spiluccando nelle intercettazioni, ne abbiamo anche trovate altre di Moggi su De Santis, che Lei si è ben guardato dall'evidenziare. La Fazzi racconta a Bergamo di un colloquio con Moggi. Lei dice: Ce l'ha con Massimo: a me non mi deve regalare niente, quello che c'è me lo deve dare questo bastardo. Quindi sono due associati che parlano, una riferisce quello che gli avrebbe detto l'associato principale e che si esprime in questi termini. Dov'è l'associazione?
Auricchio: De Santis ha modificato il suo atteggiamento nei confronti della Juve, aveva i suoi obiettivi e voleva sdoganarsi dal concetto di essere arbitro a favore della Juve.
Avv. Prioreschi: Queste sono sue considerazioni. Poco prima la Fazi dice che Moggi ha la cacarella. Sa perché?
Auricchio: Perché era un momento di testa a testa col Milan.
(Prioreschi sbuffa)
Avv. Prioreschi: Palermo-Juve del febbraio 2005, arbitra De Santis, la Juve perde e il Milan va a 2 punti, questa partita Lei l'ha vista?
Auricchio: La ricordo vagamente.
Avv. Prioreschi: Al 90' De Santis, amico, sodale, non dà un rigore netto alla Juve. Ha fatto indagini per verificare?
Auricchio: Lo dice Lei un rigore netto.
Avv. Prioreschi: No, lo dice la Gazzetta, proprio stavolta...
Auricchio: Non ricordo, ma questa non era una partita attenzionata...
Prioreschi legge la cronaca della gara con un rigore non dato per fallo su Zambrotta, col difensore che ha un piede sulla linea..
Auricchio: E Lei parla di rigore netto?
Avv. Prioreschi: Quello della Roma fuori area era un elemento a favore e poi questo era sulla linea?
Auricchio: In quel momento De Santis aveva situazioni processuali da risolvere (Gabriele e Palanca) e proprio in quel periodo aveva bisogno di sdoganarsi dal target di arbitro pro Juventus, proprio in quel periodo modificò il suo atteggiamento. Quindi, lui nasce come arbitro amico, successivamante dal febbraio 2005, mette in atto atteggiamenti atti a sdoganarsi.
Avv. Prioreschi: De Santis il 30.4.2005 arbitra Fiorentina-Milan, precedente Milan-Juve, con tre giocatori del Milan in diffida. Le risulta se De Santis ha ammonito qualcuno di questi?
Auricchio: Non mi risulta.
Avv. Prioreschi: Le risulta che De Santis nega due rigori alla Fiorentina?
Auricchio: Non mi risulta, ma anche questa gara rientra nel periodo di cui sopra.
Avv. Prioreschi: Poi arbitra Juve-Parma e nega un rigore netto a Del Piero.
Auricchio: Sì, lo ricordo bene, anche senza l'ausilio della Gazzetta.
Si passa ad un'altra telefonata, quella del 20 aprile 2005.
Avv. Prioreschi: Tosatti chiama Moggi e dice "Gli arbitri ti pisciano addosso?" e Moggi poi parla male di De Santis.
Auricchio: Questa telefonata per noi, conferma quello che dicevo prima sull'atteggiamento dell'arbitro.
Avv. Prioreschi: Ancora con Tosatti, Moggi parla di tutto il campionato dicendo che se la Juve lo perde è colpa di De Santis
Auricchio: Le ho già detto: il De Santis nelle due gare in un momento importante, Palermo e Parma, si è oggettivamente comportato contro la Juve. Tosatti si meraviglia proprio di questo, parlano solo di De Santis.
Avv. Prioreschi: Colonnello, secondo la sua prospettiva, De Santis era il capo di una combriccola...
Auricchio: Di arbitri, però, e non ci sono arbitri della "combriccola romana" che arbitrano la Juventus. E' un concetto differente rispetto agli arbitraggi della Juve: è un gruppo di arbitri che sono amici tra di loro. In questo gruppo, il referente più importante è De Santis che è un arbitro legato alla Juve e, successivamente, si registra un comportamento sdoganante su De Santis.
Auricchio: Colonnello, Lei ha fatto una informativa sulla "combriccola romana" per la quale ha ottenuto di effettuare intercettazioni e adesso ci viene e dire che era tutta un'altra cosa?
Abbiamo finalmente appreso che la "combriccola romana" è solo un grupo di amici, stile compagni di merende.
Così come abbiamo appreso che ad Auricchio interessava approfondire solo ciò che andava contro la Juve; ma che questo fosse l'assunto del teorema, già lo sapevamo; ce l'aveva spifferato il guardalinee Coppola.
Dopo una fase dell'interrogatorio nella quale Prioreschi rivolge domande sulle elezioni in Federazione ed in Lega di Carraro e Galliani, si passa ai pranzi e alle cene.
Avv. Prioreschi: Incontro a Livorno tra Bergamo, Moggi, Giraudo e Mazzini. Il 21 maggio, quale era la finalità, che cosa ha accertato? Se, ad esempio, alla data del 21 maggio la Juve aveva già vinto matematicamente lo scudetto?
Auricchio: Sicuramente la Juve aveva già chiuso
Avv. Prioreschi: E sa quale poteva essere la finalità?
Auricchio: Noi abbiamo contestualizzato l'incontro nelle attività riconducibili alla Fiorentina
Avv. Prioreschi: Che c'entra la Fiorentina?
Auricchio non risponde, evidentemente non ha una risposta logica da opporre alla domanda dell'avvocato Prioreschi.
Dopo una contestazione sui tempi con i quali erano noti i nomi degli arbitri designati per le partite, e comunicati quasi in tempo reale dall'Ansa, Prioreschi prosegue chiedendo ad Auricchio se si poteva affemare che i suoi rapporti con Baldini erano di amicizia.
Auricchio: "Sì, lo ho già detto"
Avv. Prioreschi: Tra l'agosto 2004 e il 14 aprile 2005, audizione di Baldini, quante volte si è visto e ha parlato con Baldini?
Auricchio: L'avrò incrociato in un'altra circostanza, altra due o tre volte dall'agosto 2003 all'agosto 2004.
Avv. Prioreschi: Io ho notato che l'esame di Baldini avviene solo tra lei e Baldini, senza nessun altro. Negli altri c'era sempre qualche altro. Perchè?
Il pm Narducci presenta opposizione alla domanda
Avv. Prioreschi: A me quel verbale sembra un tema scritto, non ci sono domande, per questo mi interessava.
Subito dopo Prioreschi chiede ad Auricchio se ha mai parlato con Baldini del processo ed ottiene risposta negativa, quindi chiede dei rapporti con Antonelli e si riferisce a quanto appreso nel processo GEA (Auricchio e Prioreschi si sono già incrociati in quel processo ndr).
Il pm si oppone, perché è un altro processo, ma Prioreschi dice che vuole verificare l'attendibiltà del teste, perché nel processo GEA si sono dette cose diverse.
Il giudice Casoria: Ma perchè, Antonelli dice cose diverse?
Avv. Prioreschi: Sì, Antonelli dice che nell'ottobre 2004 lo chiama Baldini e gli dice che c'era un maggiore dei carabinieri, di nome Auricchio, che stava indagando nel calcio, e che se lui avesse avuto qualcosa da dire poteva rivolgersi a lui. Antonelli chiama Auricchio e vanno a prendersi un caffè. Dunque, lei ha mai parlato con Baldini di questo processo?
Auricchio: Dei fatti di calcipoli no
Avv. Prioreschi: Ha parlato con Antonelli prima del febbraio 2005? Ha preso un caffè con Antonelli?
Auricchio: Ricordo di avere preso un caffè con Antonelli, ma non riesco a collegarlo temporalmente...
Avv. Prioreschi: Prima dell'interrogatorio?
Auricchio: Probabilmente sì
Avv. Prioreschi: Quindi modifica la sua versione di prima? Ricorda l'oggetto del colloquio?
Auricchio: Vagamente, ma siccome c'era un procedimento amministrativo, l'antitrust, credo di aver discusso di ciò con Antonelli.
Avv. Prioreschi: Quindi, se lei ha parlato con Antonelli, e Antonelli dice che il suo nome glielo ha fatto Baldini, vuole rivedere la sua risposta di prima? Ha mai parlato a Baldini di questo processo?
Auricchio: No, lo confermo
Avv. Prioreschi: Antonelli dice "Mi ha detto Baldini che c'è un maggiore dei carabinieri..."
Auricchio: Questo lo deve chiedere ad Antonelli
Avv. Prioreschi: Baldini in un'intercettazione dice a Mazzini "Forse, se ti comporti bene, quando farò il ribaltone, io ti salverò. Io non ti ho mai nominato...", questo ad aprile. Lei ha parlato con Baldini di questo processo?
Auricchio: Confermo, no
Con questa domanda si è concluso il controesame dell'avvocato Prioreschi e si è passati a quello dell'avvocato Gallinelli, difensore di De Santis, sul quale vi relazioneremo in seguito.
L'Udienza è terminata ed è stata aggiornata al 30 marzo.
Okay, la Gazzetta, ma almeno sentire i notai...
- Dettagli
- By Rocco Saracino
Nel corso dell’ultima udienza del processo napoletano che mira a far luce sui presunti fattacci di Calciopoli il colonnello Auricchio, capo della squadra investigativa nota come “Offside”, ha reso una lunga deposizione sui metodi dell’attività investigativa svolta per conto della Procura inquirente.
Un punto delle dichiarazioni del colonnello Auricchio merita particolare attenzione. Devo confessare, a dirla tutta, di essere quasi caduto dalla sedia quando l’ho letto. “Ma come?” - mi sono chiesto - “sono sicuro di aver capito bene?”. Il punto in questione si condensa in una sola, candida ammissione: e cioè che, nella ridda magmatica delle indagini svolte, gli inquirenti non avevano ritenuto opportuno, se non utile, ascoltare la testimonianza dei notai che, di volta in volta, presenziavano (e verosimilmente verbalizzavano) le attività di sorteggio degli arbitri. Attività, questa, che sarebbe uno dei pilastri su cui si reggono le accuse mosse agli imputati.
Auricchio, sollecitato dalla pressione degli avvocati difensori, ammette che nessuno dei suddetti notai, presenti ai sorteggi, era stato ascoltato o interrogato, e che i medesimi professionisti non avevano mai verbalizzato “nulla di strano”. Ebbene: è stato quello il momento in cui ho rischiato di stramazzare. Perché, evidentemente, sono io che mi sbaglio. Ma vediamo di approfondire: forse finirò per raccapezzarmi, e chiedo scusa sin d’ora se dovrò adoperare un linguaggio tecnico, necessario però a valutare appieno il significato di quanto Auricchio ha detto in aula.
Uno degli esami del primo anno delle facoltà di Giurisprudenza italiane è il Diritto Privato che, sostanzialmente, approfondisce i “libri” che costituiscono il Codice Civile. Tra le nozioni fondamentali dell’intera materia vi è quella dettata da una norma dello stesso Codice, precisamente all’art. 2699, che recita testualmente: “L'atto pubblico è il documento redatto, con le richieste formalità, da un notaio o da altro pubblico ufficiale autorizzato ad attribuirgli pubblica fede nel luogo dove l'atto è formato”. Fin qui tutto chiaro. L’atto redatto dal notaio è dotato di pubblica fede; come dire che il notaio che redige l’atto (il verbale, nel nostro caso) gli attribuisce un valore “autentico”, capace di fornire certezza e verità di quanto in esso contenuto e descritto.
Il successivo art. 2700 precisa che: “L'atto pubblico fa piena prova, fino a querela di falso, della provenienza del documento dal pubblico ufficiale che lo ha formato, nonché delle dichiarazioni delle parti e degli altri fatti che il pubblico ufficiale attesta avvenuti in sua presenza o da lui compiuti”.
Si tratta di due norme di capitale importanza nell’ambito del nostro ordinamento giuridico. L’atto redatto dal notaio dà luogo, per la sua particolare “fede privilegiata”, ad una presunzione assoluta di verità circa i fatti che il notaio attesta essere avvenuti alla sua presenza, o da lui stesso compiuti. Presunzione assoluta, è opportuno ribadirlo: cioè, presunzione che può essere superata soltanto in un caso: quando si riesca a dimostrare giudizialmente il contrario. In altri termini, i fatti avvenuti alla presenza del notaio e da questi riportati nell’atto si hanno per veri, regolari ed autentici, salvo querela di falso.
Questa, per sommi capi, è la nozione di cui parlavo. E si tratta, peraltro, di un caposaldo del nostro sistema di diritto. In tale contesto, giova dedicare un breve cenno alla figura del notaio e alle sue peculiari funzioni. Basta soltanto pensare al controllo di legittimità che il notaio è obbligato ad effettuare sugli atti compiuti davanti a sé; al controllo sulla regolarità assoluta di tali atti, e alla loro correttezza formale e giuridica; al controllo che certifica l’insussistenza di qualsiasi vizio di natura giuridica o sostanziale, che possa inficiare la validità dell’atto stesso.
Non bisogna dimenticare, inoltre, che il notaio è un professionista che si avvale di un potere che gli discende direttamente dallo Stato («Il notaio è un pubblico ufficiale delegato dall'autorità dello Stato ad attribuire agli atti di cui è autore il carattere di autenticità assicurandone al contempo la conservazione, l'efficacia probatoria e la forza esecutiva […]»: così la definizione comune data dai notariati europei riuniti a Madrid nel 1991). Il notaio, in quanto delegato dallo Stato, è il garante per eccellenza della regolarità, dell’imparzialità e della sicurezza giuridica degli atti.
Il giusto contrappeso a questa notevole attribuzione di poteri in capo al notaio è dato dall’art. 479 del codice penale il quale prevede: “Il pubblico ufficiale che, ricevendo o formando un atto nell’esercizio delle sue funzioni, attesta falsamente che un atto è stato da lui compiuto o è avvenuto alla sua presenza, o attesta come da lui ricevute dichiarazioni a lui non rese, ovvero omette o altera dichiarazioni da lui ricevute, o comunque attesta falsamente fatti dei quali l’atto è destinato a provare la verità, soggiace alle pene stabilite dall’art. 476”. Quella appena descritta è una condotta che integra la fattispecie del reato di falso ideologico.
E allora, tirando le somme: come mai si è posta in dubbio la regolarità di un’attività (quella del sorteggio) avvenuta alla presenza di un notaio verbalizzante, e le cui dichiarazioni fanno piena prova, fino a querela di falso?
Come mai nessuno dei notai presenti è stato mai ascoltato, quantomeno come persona informata dei fatti?
Come mai nessuno dei notai presenti è stato indagato per il reato di falso ideologico? Perché, se ho ben capito, gli inquirenti nutrivano il sospetto che i sorteggi arbitrali fossero truccati: e allora ne discende che il notaio presente ha omesso o alterato la realtà delle cose avvenute in sua presenza. Quindi perché non indagarlo formalmente? Com’è possibile che si accusino di gravi reati le stesse persone che avrebbero dolosamente consumato un raggiro, una truffa, e non si senta l’esigenza di acquisire almeno la testimonianza del notaio presente?
Come mai, se lo stesso Auricchio ammette che i notai presenti ai sorteggi non avevano mai verbalizzato alcunché “di strano”, poi si afferma che i sorteggi erano truccati? Perché non è mai stata proposta una querela di falso contro i verbali del notaio presente ai sorteggi? Non è una contraddizione in termini?
No, devo essere io a sbagliarmi: non ho capito niente, ai tempi dell’università, circa gli articoli che citavo. E’ doloroso scoprirlo adesso: tanti anni di studi completamente inutili.
E sapete il colmo dell’ironia? Dello stesso potere di “fede pubblica” che lo Stato attribuisce al notaio, godono anche altri pubblici ufficiali (art. 2699: “L'atto pubblico è il documento redatto, con le richieste formalità, da un notaio o da altro pubblico ufficiale autorizzato […]). E cioè, ad esempio: carabinieri e polizia. Anche le dichiarazioni di Auricchio sui fatti avvenuti in sua presenza sono degne di fede pubblica privilegiata, proprio come quelle di un notaio. Soltanto che, in questa vicenda, alcune dichiarazioni sono state valutate col metro della fede pubblica (quelle degli inquirenti); altre non sono state considerate per niente (quelle dei notai presenti e verbalizzanti). Dov’è l’inghippo?
Alla fine, nonostante abbia vacillato, dalla sedia non sono caduto. Sapete perché? Perché sono molto, troppo curioso di sapere come andrà a finire una simile farsa.
P.s. Ho parlato della faccenda con un notaio assolutamente digiuno di fatti calcistici. Non mi ha creduto.