CantaNapoli - Il processo
Le intercettazioni che scagionano Giraudo /1. Per cosa è stato condannato
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- By inunmondoche
Presso il tribunale di Napoli è iniziato il processo d'Appello su Calciopoli, celebrato con rito abbreviato, che vede tra gli appellanti Antonio Giraudo, ex amministratore delegato della Juventus.
Durante la prima udienza la corte ha preso una decisione che potrebbe dare una svolta al processo: verranno infatti ascoltate in aula telefonate dimenticate e scovate dalle difese con l'importante aiuto di Nicola Penta, già dirompente protagonista del rito ordinario a Napoli.
Le telefonate, una trentina in tutto, hanno come interlocutori, tra gli altri, Dondarini, Giraudo e Pieri. Non saranno acquisite le trascrizioni, ma saranno ascoltati direttamente gli audio, in grado di rendere l'idea anche del tono delle conversazioni.
Ju29ro.com vi farà ascoltare in anteprima queste intercettazioni, alcune delle quali sono assolutamente inedite, riproponendo nel contempo gli articoli di analisi delle partite sotto inchiesta pubblicati sul nostro sito.
Novanta sono i giorni entro cui saranno depositate le motivazioni che hanno portato alla condanna di Antonio Giraudo, Tullio Lanese, Tiziano Pieri e Paolo Dondarini. Ad oggi conosciamo solamente il dispositivo della sentenza: i primi tre sono stati considerati integrali ad una fantomatica associazione a delinquere, e due di essi, Giraudo e Pieri, colpevoli anche di alcuni casi di frode sportiva, così come il Dondarini.
Attenderemo quindi forse anche tre mesi per sapere come il giudice abbia potuto ratificare la stramba idea dell'associazione a delinquere prefigurata dai pubblici ministeri; nel frattempo, però, per farci un'idea, abbiamo a disposizione i singoli casi di frode sportiva da analizzare, per comprendere la ratio della condanna.
Tre le partite per Giraudo:
Udinese-Brescia del 26 settembre 2004 arbitrata da Dattilo;
Juventus-Lazio del 5 dicembre 2004 arbitrata da Dondarini;
Juventus-Udinese del 13 febbraio 2005 arbitrata da Rodomonti.
Udinese-Brescia del 26 settembre 2004 arbitrata da Dattilo.
Già famosa come una delle più celebri bufale di Calciopoli, archiviata come tale anche dalla sentenza sandulliana. La partita, precedente all'incontro Udinese-Juventus, è parte del ciclo delle ammonizioni mirate, una teoria che, come sta agli atti, ha come primo esponente il disinteressatissimo addetto agli arbitri del Milan Leonardo Meani.
Interessante tra l'altro perché, meno di un mese fa, il guardalinee Babini, cui l'amico Meani aveva chiesto di verificare attraverso dati statistici questo teorema, testimoniava davanti al Tribunale di Napoli, nel corso del processo principale, l'incoerenza di tale bislacca teoria.
L'arbitro Dattilo aveva in questa partita espulso il terzino ceco Jankulovski e ammonito Pinzi, Muntari e Di Michele. Il tutto, secondo gli inquirenti, in maniera fraudolenta, tanto che, addirittura, lo si riportava nelle richieste di rinvio a giudizio.
Peccato che i tre giocatori ammoniti non fossero diffidati e giocarono contro la Juve!
Quanto a Jankulovski, tutti gli appassionati di calcio ricordano la mega-rissa scatenatasi negli ultimi minuti della partita, allorquando il bresciano Mannini insaccò nella porta udinese il 2-1 finale, nonostante il portiere friulano De Sanctis giacesse infortunato a terra. Jankulovski fu espulso fraudolentemente, secondo i Pm. Tanto fraudolentemente che sferrò un cazzotto a un avversario. Tanto fraudolentemente che il tutto avvenne su segnalazione del guardalinee, a cui non viene imputato assolutamente nulla.
Dattilo avrebbe, ad ogni modo, davvero potuto espellere metà squadra, ma non lo fece.
Ecco: questa stessa considerazione venne fatta da Giraudo al telefono con Moggi al termine della partita. "Se è sveglio gli fa fuori mezza squadra..."
Figurarsi addirittura che alcuni mezzi di informazione, nella fase iniziale di Calciopoli, scrissero, errore o frode?, che questa telefonata era avvenuta il sabato, ossia prima della partita!
Una considerazione, quella di Giraudo che, per quanto maliziosa, non può essere base di alcuna frode, di nessun accordo, anzi al massimo ne costituisce l'esatta negazione.
Questo è il primo caso di frode sportiva per cui un Tribunale della Repubblica ha condannato Antonio Giraudo. Una barzelletta fino a ieri, per tutti, anche per i più incalliti antijuventini.
Juventus-Udinese del 13 febbraio 2005 arbitrata da Rodomonti.
In questo caso, il reato di frode sportiva attribuito a Giraudo appare ancora più incredibile, stando agli atti.
La partita, terminata 2-1 per la Juve, segue un periodo di due sconfitte consecutive per la Juventus che si trovava allora a sole due lunghezze di vantaggio dal Milan. Un Milan che, soprattutto nell'ultima circostanza, nel match con la Lazio, sembrava aver avuto un occhio di riguardo da parte della classe arbitrale. In particolare nell'ultima occasione era apparsa clamorosa agli occhi della dirigenza juventina la mancata espulsione del difensore olandese dei rossoneri Stam da parte dell'arbitro torinese Rosetti.
Giustificata o no, la dirigenza juventina credeva, come desumibile dalle intercettazioni, di essere in una posizione di debolezza nei confronti del suo avversario per lo scudetto, in quanto ad arbitraggi corretti, e si attrezzava per protestare con i dirigenti arbitrali, un atteggiamento legittimo e affatto impedito dai regolamenti.
Come compare Giraudo in tutto ciò? Come interlocutore di Moggi.
Insieme decidono di organizzare una cena con Pairetto per potergli rappresentare i problemi; tanto più che un colloquio tra Luciano Moggi e Maria Grazia Fazi convince il ds juventino che il designatore piemontese stia giocando sporco a favore del Milan. Questo è: la Juve vuole un trattamento equo. Questo si dicono Moggi e Giraudo nelle telefonate, al di là delle interpretazioni dei pm, e ora del giudice.
Leggiamole queste frasi "sospette" tra i due: "Dobbiamo anche prendere l'altro ambiente (nella telefonata, infatti, la primaria preoccupazione dei due è lo spogliatoio e la squadra, esprimendo chiara convinzione che solo con una squadra più forte si vince, ndr) e quelli che sembrano degli amici ma, oramai, non ci danno più niente...". L'altro ambiente può essere sia quello politico-federale che quello arbitrale; ma anche nel secondo caso non vi si legge nulla di scorretto, se non la sensazione di essere in una posizione di debolezza.
Moggi dice chiaramente: "Secondo me non esiste niente che in pratica possa incidere sull'andamento della partita ma quando sei al limite deve essere in un'altra maniera", ossia esprime l'opinione che gli arbitri non possano condizionare le gare, ma che ad ogni modo vi debba essere equità di trattamento.
In riferimento ad alcuni arbitri Moggi dice: "Secondo me hanno paura di essere marchiati dopo così... di essere contro. Va a capire perché, poi gli facciam le polemiche, ma qui siamo arrivati al punto che nel dubbio ci dan, nel dubbio puoi dare a favore o contro, qui nel dubbio dai sempre contro e non va bene perchè tu ti vuoi prendere l'interno ma anche l'esterno". Insomma Moggi e Giraudo, che, si presume, tra di loro parlino in tutta sincerità, sono convinti che ci siano alcuni arbitri che, siccome marchiati come filo-juventini per episodi precedenti o stampa contraria, nel dubbio sfavoriscono la Juve, e questo è pericoloso e non garantisce equità di trattamento. Qualcosa di male?
In una successiva telefonata Moggi e Giraudo elencano i favori attribuiti al Milan, e si lamentano per un rigore non concesso da De Santis alla Juve, nella precedente partita contro il Palermo, sottolineando il discorso fatto precedentemente: "Ti dicono...ma è il vostro Massimo", dice Giraudo, riferendosi al marchio rimasto a De Santis dopo il famoso goal annullato a Cannavaro quattro anni prima. Ossia: alcuni arbitri fischiano a sfavore della Juve, perché vogliono tutelare un'immagine, condizionata dalla stampa.
Infine si esprime l'intenzione di avere un colloquio con i designatori prima della partita: "Sarebbe opportuno (...) ma di brutto muso, perché così non può andare, così ci assassinano in tutto", dice Moggi, a ribadire la (quanto meno percepita) posizione di debolezza e la richiesta di equità, e non la posizione di vantaggio e la richiesta di favori.
E poi? Poi, niente. Questo è tutto quanto a Giraudo.
Ci sarà un incontro privato con Pairetto, sui cui contenuti i pubblici ministeri non possono sapere. Ci sarà un colloquio tra Moggi e la Fazi, che poi quest'ultima riferisce a Bergamo, come da intercettazione.
Ci sarà la famosa telefonata delle griglie tra Bergamo e Moggi. Tra Bergamo e Moggi. No Giraudo. E come va a finire la telefonata delle griglie? Che alla fine viene designato un arbitro che Moggi nella "sua" griglia non aveva messo: Rodomonti. E gli assistenti? Gemignani e Ricci, non quelli che aveva chiesto Moggi, precisa Bergamo alla Fazi.
Errori arbitrali nella partita? Uno solo, per l'appunto dell'assistente Gemignani, che sul 2-0 per la Juve, a metà secondo tempo, annulla un goal regolare a Fava, sbandierando un fuorigioco sbagliato.
Qual è la frode? Qual è il ruolo di Giraudo?
Chi lo sa.
Juventus-Lazio del 5 dicembre 2004 arbitrata da Dondarini.
Abbiamo deciso di invertire la cronologia per presentare il clou dell'assurdo alla fine.
Juventus-Lazio termina 2-1 per la Juve. Non ci sono grossi episodi arbitrali su cui discutere: un presuntissimo rigore su Simone Inzaghi nel finale, e un fallo di Ibrahimovic che avrebbe potuto costargli un presuntissimo cartellino di più. Questo, secondo gli inquirenti. Anzi, secondo il sito della Lazio. Eh sì, perché gli inquirenti, per analizzare la partita obiettivamente, scelgono di far riferimento al sito Internet della squadra biancoceleste.
In più, c'è addirittura un possibile rigore non concesso allo stesso Ibra.
Telefonate di Giraudo prima della partita? Nessuna. Per nessuna si intende esattamente nessuna.
Prima della partita, c'è un'altra cena, è vero. Dirigenti juventini e designatori. Ci sono dei regali di Natale per loro, emerge dalle intercettazioni. Ma, per quanto gli inquirenti si sforzino di ammiccare a tentativi di corruzione, nulla emerge a riguardo, né dalle intercettazioni né da successivi riscontri. Niente di niente.
C'è questa cena, prima delle designazioni, sui cui contenuti ovviamente nulla si può dire.
Una cena che non costituisce alcuna violazione di alcun regolamento.
Per la partita viene designato Dondarini, e Moggi, nel suo consueto colloquio telefonico con Alessia, della segreteria juventina, si bulla di conoscere già i nomi degli arbitri designati. Ripetiamo: tali nomi gli potevano essere stati riferiti da giornalisti presenti al sorteggio, se non addirittura in alcuni casi pervenuti a mezzo stampa, come per tutti. Non si ravvisa alcun comportamento fraudolento.
Moggi chiederà poi a Baldas, moviolista del Processo, di non insistere su eventuali errori di Dondarini, anche ai danni della Juve.
Ecco qua. Ecco tutto.
E Giraudo, direte voi? Ci state prendendo in giro?
Leggete gli atti.
Udienza 8 novembre 2011 - La sentenza
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- By Redazione
Oggi potrebbe essere "il giorno". Di sicuro completerà la sua arringa l'avvocato Trofino, legale di Moggi, poi ci sarà la replica del Pm Capuano, e le possibili controrepliche dei legali.
La sentenza potrebbe essere emessa in serata? Qualcuno ritiene che sia possibile. Nel frattempo le sorprese non finiscono mai, come abbiamo analizzato nel nostro articolo "Auricchio, non così. Anche le trascrizioni tagliate, no!".
Questa volta la sorpresa non arriva dal vaso di Pandora delle telefonate "scartate", ma da una di quelle trascritte e riportate nelle informative, e si scopre dopo cinque anni che la famosa telefonata tra Della Valle e Moggi non si conclude con la frase "Pensiamo a salvare la Fiorentina", come Auricchio ha scritto nell'informativa del novembre 2005, ma con Moggi che tre secondi dopo dice: "Noi pensiamo a vincere il campionato, perché andiamo a Milano e vinciamo, e voi pensate a salva' la Fiorentina...".
Questa frase spiega la precedente, ma Auricchio ha trascritto tutta l'intercettazione meno questa frase. Sempre più persone sono ormai convinte che sia necessaria un'indagine sull'indagine Off-side.
Ricordiamo, e siamo sicuri che lo farà anche l'avvocato Trofino in aula, che quella telefonata avviene un giorno dopo il comunicato con il quale la Juventus annuncia il silenzio stampa, le cui motivazioni la Gazzetta spiega in un articolo del 3 maggio (sfuggito ad Auricchio? Lo avrà ritenuto "nono utile") che richiamiamo nel nostro articolo sulle telefonate del Milan:
Milan Connection
Quando Moggi dice a Della Valle "Abbiamo fatto casino noi per voi" si riferisce proprio al comunicato e al fatto che la Juventus abbia avvertito strane "anomalie" che si stavano verificando nella fase caldissima del campionato. Aggiungiamo che la telefonata, avvenuta due giorni dopo Fiorentina-Milan, precede la sfida scudetto di San Siro, e De Santis, presunto arbitro della cupola, non solo non aiuta la Fiorentina che la "cupola" vuole salvare, ma favorisce il Milan evitando a Stam l'espulsione per fallo da ultimo uomo (perde palla e poi ferma Miccoli diretto da solo in porta), limitandosi ad ammonirlo. Ma l'arbitro della cupola non doveva favorire la Juventus e non il Milan? Era in una delle fasi concitate, teoria di Auricchio, di sdoganamento-ridoganamento? E la cupola che taroccava i sorteggi manda "lo sdoganato" a Firenze?
Qualcuno era molto interessato alle sorti della Fiorentina, ma non era certo Moggi, e l'avvocato Trofino oggi dovrebbe leggere in aula alcuni stralci di intercettazioni, recuperate dagli abissi, molto interessanti e che faranno chiarezza su chi, parlando con il designatore, diceva che "La Fiorentina non può retrocedere", preoccupazione manifestata dopo il grossolano errore di Rosetti nella partita tra Lazio e Fiorentina, quando non fischiò il rigore per "una parata" di Zauri.
Come al solito curiamo la diretta Live in contemporanea anche sul forum tifosibianconeri.com/Cronaca dell'udienza.
Potete commentare l'udienza anche sul nostro blog.ju29ro.com.
Nota: La redazione di questo giornale è da sempre favorevole alla diffusione dell'informazione in generale e sul processo in particolare, pertanto autorizza chiunque a diffondere i contenuti di questo articolo (video inclusi), rispettando la semplice norma legale sul copyright di riportare correttamente la fonte ed il link all'articolo.
Ore 9.45 Il nostro inviato, Francesco, è già in aula e ci informa che la sensazione captata tra i presenti è che la sentenza potrebbe essere emessa già oggi. Inizia l'appello.
Arringa dell'avvocato Trofino, legale di Moggi.
Avv. Trofino: Parlerò del reato associativo. Mi riferirò anche alla sentenza preistorica che riguarda Giraudo, ma lo farò per prendere degli spunti utili. Il Gup ha tracciato un quadro perfetto ed ha anche inquadrato il tema. Infatti in sentenza ha detto che questo è un processo indiziario e che farà ricorso alla prova logica. E a noi ci invita a nozze. Si lamenta il gup, e anche i pm, che da questo mondo del calcio traspariva omertà. Il gup dirà che non vi sono stati collaboratori che hanno svelato i misteri del calcio, attribuendo l’etichetta di omertà, che è fuori luogo, aggiungendo che l’unico che avreebbe dato squarci di verità è Manfredi Martino, che ha detto tutto e il contrario di tutto. Hanno detto che l’omertà ha impedito di arrivare ad una verità. Bene, noi respingiamo questa accusa, perché i pm e il gup dimostrano che non conoscono la storia, perché da sempre gli scandali che riguardano il calcio hanno sempre avuto collaboratori. Ogni scandalo, ogni episodio trova sempre qualcuno che racconta tutto. E' un mondo che, per quelle che sono state le dichiarazioni qui in tribunale, è un mondo di venditori di fumo e di tappeti, è un mondo con personaggi deboli. Quindi la lamentela è fuori luogo, smentita dalla letteratura giudiziaria e dalla storia. Se qui non ci sono è perché questa cupola non esiste, non ha alcun senso cercare episodi che si possano riferire ad essa. Qui abbiamo ascoltato molti che avevano un interesse personale e immaginate che cosa avrebbero potuto dire se avessero avuto qualcosa in mano; qui sono venuti tutti a giustificare i loro fallimenti, immaginatevi se non avevano interesse a parlare. Del resto, ma contro Moggi in campo cosa è stato messo? Una macchina investigativa poderosa, straordinaria, nei mezzi, nelle risorse umane ed economiche. Ci sono state collaborazioni (e arriveremo al processo Telecom), una macchina poderosa. Il nucleo operativo dei carabinieri che si occupa di cose più serie, dei giornalisti in possesso delle intercettazioni che hanno convocato in redazione Galati (cosa rivelata nella sua deposizione dallo stesso testimone dell'accusa Dario Galati, ndr) per fargliele ascoltare, altri giornalisti hanno collaborato all’indagine, l’ufficio indagine con a capo Borrelli, uno che ne capiva qualcosa, Procura federale, risorse economiche incredibili e alla fin fine quando andate a vedere cosa resta, rimangono sospetti, illazioni, frasi, sensazioni. De Gregorio pone a base della sentenza le riunioni, parte da un errore straordinario: immaginare un calcio come un mondo perfetto, dove tutto funzionava, dove il designatore stava chiuso nella torre e noi incontrava nessuno, un mondo in cui nessuno aveva nemmeno intenzione di verificare se l’arbitro era amico o nemico. Ha immaginato un mondo perfetto in cui se Moggi e gli altri imputati si incontrano e si mettono al tavolo c’è qualcosa di illecito. Ma quel mondo non era perfetto, come non lo è adesso. Moggi non era il diavolo, non avrebbe potuto vivere tanti anni in un mondo di angeli. Questo errore di fondo va subito rimarcato. Gli incontri c’erano con tutti! Il tema di questo processo è la decontestualizzazione delle telefonate. Un esempio? Ricordate la telefonata della espulsione di Jankulovski? De Gregorio punta l’attenzione sulla frase di Giraudo: se Dattilo è più sveglio gli dimezza l’Udinese. Come se l’arbitro avesse parlato con lui e gli avesse promesso qualcosa. Bene, questa telefonata, letta così, sembra dimostrare qualcosa, ma la telefonata avviene dopo Brescia-Udinese. E qui il guardalinee ci ha detto che è stato lui a sottolineare all’arbitro il fallo e poi che dopo c’è stata una rissa per la quale nessun provvedimento disciplinare è stato preso. La frase di Giraudo significa proprio questo: se fosse stato più attento, in quella rissa poteva cacciare qualche altro. Ecco perché la sentenza è preistorica.
Il salvataggio della Fiorentina. Altra deconstestualizzazione è quella che riguarda la Fiorentina. Ricordate la frase: "Pensiamo a salvare la Fiorentina". Da questa il Gup ricava la prova contro Giraudo. A me preme stabilire che questa telefonata finisce con "Pensiamo a salvare la Fiorentina". Volete capire quale è la deconstestualizzazione? Qui esistono anche telefonate taroccate nella fase del brogliaccio; quando abbiamo chiesto la trascrizione abbiamo scoperto che quella telefonata non si conclude con quella frase ma continua (tra l’altro è Della valle che chiama Moggi che, se fosse stato un abile criminale non si sarebbe fatto chiamare sul suo numero, ha la linea riservata, ha la cupola e non può dire a Della Valle: 'Tranquillo, i designatori sono roba mia'?) con Moggi che dice che la squadra ha giocato bene ma che l'arbitro gli hanno fatto il culo. "Non ti stancare, più gli rompi il ca... meglio è" e Della Valle "Stai tranquillo", Moggi "Per fare dare agli addetti ai lavori l’attenzione massima, non per darti vantaggi, ma per non darti gli svantaggi", e quale era la gara? Fiorentina-Milan, arbitrata da De Santis, che fa originare il comunicato stampa della Juve del 2 maggio che dà una mazzata sonora al teorema accusativo. Quella telefonata viene anche tagliata ma se andiamo a leggerla tutta vediamo che essa finisce in maniera straordinaria: "Noi per vincere il campionato andiamo a Milano e vinciamo e VOI pensate a salvare la Fiorentina". Altro che cupola: noi pensiamo a noi, voi pensate alle vostre faccende! Ho fatto una lista di telefonate nascoste di cui chiedo l’acquisizione. In questo momento storico si origina la reazione della Juve. Ci sono tre o quattro episodi sintomatici che preoccupano la dirigenza: il caso Ibra squalificato per 3 giornate per un filmato Mediaset, il caso Cannavaro, ritratto in un filmato dove faceva una flebo lecita all’epoca del Parma e messo in circuito dai media, senza alcuna attinenza con la Juventus, e la questione arbitrale che riguardava due arbitri che secondo la franata ipotesi di accusa farebbero parte dell’associazione: Racalbuto e Bertini. Il primo non arbitrava più in A dopo Roma-Juve, Bertini che continuava dopo l’errore in favore del Milan a Bergamo. La Juve chiede di fermare Bertini e, quindi, che fine fa il teorema che chi sta con noi viene coccolato da tutti? Tutto questo si intreccia con una telefonata tra Meani e De Santis. Il 5 maggio 2005 Meani risponde: "Io solo ti voglio bene…", De Santis, altro associato, dice: "Nessuno ci era riuscito a far fare il silenzio stampa, ce l’ho fatta io!", e Meani: "E poi dicono che sei juventino, ma ti rendi conto?"... e poi i due si lamentano per la richiesta di sospensione di Bertini da parte della Juve.
Ma torniamo alla Fiorentina. Mazzini dice di aver parlato con Moggi e Giraudo, ma a campionato finito egli dice a Mencucci che deve far fare due telefonate a Della Valle: a Bergamo e a lui. E Moggi e Giraudo? Non vanno ringraziati? Se si leggono quelle telefonate, Moggi dà consigli tecnici a Della Valle, gli consiglia di andare a Roma a fare almeno un punto, senza avere danni, perché all’ultima hanno una partita facile con il Brescia. E di chiamare il designatore non per avere vantaggi ma per non avere svantaggi. Ma come ha fatto il Gup a condannare Giraudo sulla base di queste telefonate?
C’è una telefonata Mazzini-Mencucci che fa riferimento al ds del Lecce, Corvino. Gli investigatori hanno chiamato Lecce-Parma "la madre di tutte le partite", senza vedere chi fosse più interessato a manterere in A la Fiorentina. Bastava ascoltare questa telefonata: Mazzini dice: "Sperando che Pantaleo faccia qualcosa". Mencucci: "Anche lui farà il massimo, lì è in uscita". Mazzini: "Sono convinto che ci si salva perché Corvino farà il suo lavoro"! Corvino, e con ciò si spiega anche il comportamento di Zeman che si mette a guardare la tribuna dove c’è il ds, aveva firmato con i viola prima della gara. E come è possibile che Moggi si becchi un’accusa del genere e gli altri la fanno franca?
La parte civile FIGC. Il presidente della Figc, sulla base delle telefonate che abbiamo letto la scorsa udienza, prima di Inter-Juventus è forse l’unico ad aver commesso una frode sportiva ed è stato assolto in udienza preliminare! E la Federazione è qui in tribunale a chiedere dei risarcimenti danni milionari! Qui la Juventus è l’unica squadra ad aver subito dei danni! La Figc va addosso a Moggi da tempo, come un caterpillar, ma adesso hanno capito che Moggi è di pietra dura e hanno cambiato il tiro, stanno aspettando la vostra sentenza, ed in Europa hanno chiesto dei chiarimenti! La Juve è l’unica squadra in questo processo ad avere la prova clamorosa di essere stata danneggiata in una partita... e adesso vanno a costituirsi parte civile!
La parte civile Brescia. E visto che ci troviamo di fronte a qualcuno che aspetta risposte, ancora oggi compro la Gazzetta perché ci sono affezionato. Ho letto su questo giornale che Catalanotti ha detto che Governato, che noi abbiamo messo nell’elenco di quelli che parlavano con gli arbitri, ha detto che loro a Governato non lo conoscono proprio, il che mi ricorda la stessa faccenda di Meani e Galliani, quando Galliani dice di non conoscere Meani e poi vengono fuori migliaia di telefonata tra i due. Governato è accreditato presso Pairetto dal presidente del Brescia, Corioni. Ci sono intercettazioni di riflesso di Governato con Pairetto in cui Governato è chiaramente un dirigente del Brescia, in cui si lamenta per arbitraggi, chiede di essere messo in determinate fasce, si complimenta per arbitraggi, ecc. Anche Meani era collaboratore esterno, ma non mi si può dire che Governato chiamava per sapere se pioveva o no a casa di Bergamo. E la cosa è influente perché anche il Brescia Calcio si è costituito contro di noi.
Chi aveva a cuore i Viola. Tutti avevano interessi. Sentiamo la Carraro-Bergamo del 22.05.2005, Carraro: "Sto cavolo di Rosetti vedi che errore fa", e Bergamo: "Non ha spiegazioni, lui era a una ventina di metri. È incredibile", Carraro: "Sì però a questo punto non può retrocedere la Fiorentina, perché se no qui stiamo in difficoltà grande. La Fiorentina si deve salvare!". E MOGGI HA LA CUPOLA!!! Ma lo stesso giorno sarà Abete a chiamare Mazzini per commentare l’errore di Rosetti contro la Lazio. Mazzini dice: "Sto imbecille di Rosetti ci ha messo nei casini". Abete, che era il vicepresidente Figc... se un arbitro sbaglia non mette nei casini i vertici della federazione!
Questo non solo non era un mondo perfetto ma, anzi, era molto imperfetto, ma certamente non era Moggi il capo delle nefandezze. Il calcio voleva pulirsi il viso, avere una catarsi ed eliminare il più bravo di tutti. NON CI STIAMO!
Avete una imputazione per frode su Palermo-Lecce per due ammonizioni di giocatori che erano diffidati. La partita seguente era Lecce-Messina. Auricchio, a domanda specifica, ha detto di non aver fatto nessuna indagine. Abbiamo fatto un capo di imputazione solo per il teorema delle ammonizioni mirate, senza indagare!!! Il tutto mentre il vertice della Federazione non subiva nemmeno di striscio una imputazione. Voglio concludere con il processo Telecom e la signora Plateo. Leggete i resoconti di quella deposizione e scoprirete che mentre, all’epoca, Moggi comprava, con le trombe e i fattorini della Juve, le schede riservate che gli servivano per il mercato, Telecom e i poteri forti intercettavano chiunque, hanno distrutto milioni di dossier, come dossier Ladroni, in cui c’era di più di quello che sappiamo e che scagionavano gli imputati! Non siamo nemmeno riusciti ad avere il "modello 45" dalla Boccassini. Nucini è stato travolto nelle date e nei tempi dalla Plateo, ma non voglio fare polemiche. De Marsico diceva: "quando hai buoni argomenti non cercare la rissa", ma la Plateo ha sostanzialmente distrutto Nucini, che ancora diceva che al Concord, a Torino, avrebbe incontrato Moggi. Signor presidente, come si fa a credere che in un albergo in cui c’è una hall piccolissima, sempre affollata di procacciatori, di tifosi... e Nucini sostiene di essersi recato con Pairetto e De Santis in un incontro segreto e non sa che a 40 metri Moggi ha un appartamento bellissimo a cui si accede direttamente dal garage con un ascensore... e questo criminale incallito si incontra nell’albergo affollato!
Spero che voi abbiate la tranquillità per decidere, anche per cancellare le istanze di ricusazione che sono una reazione scomposta di chi si accorge che le accuse stanno franando. Spero che questi episodi non vi abbiano tolto tranquillità, noi vogliamo una sentenza in cui vi sia scritto che in questo processo sono state commesse nefandezze, sono stati superati i limiti, un processo nato senza notizie di reato, con uno che cerca il ribaltone (Baldini, ndr) e che accusa. Vogliamo una sentenza risarcitoria! Questo è un processo dei record, in cui sono state pubblicate tutte le informative dei carabinieri a soli 9 euro da un settimanale (L'Espresso, ndr).
Investigatori scadenti. Ma sapete come sono scadenti gli investigatori di questo processo? Non sono riusciti nemmeno a trovare il responsabile della fuga del verbale di Paparesta. Mi dica il tribunale: se una notissima giornalista di una notissima testata viene come inviato speciale, va a cena con il comandante della caserma e poi due giorni dopo viene pubblicato sul suo giornale il verbale di Paparesta, ci vuole un grande investigatore per capire chi è stato? E se un giornalista noto collabora alle indagini, e poi sul suo giornale viene pubblicato il verbale, siete così scadenti da non capire chi è stato?
Signor presidente, questa difesa è riuscita nel suo intento grazie al sostegno di tante persone, al sostegno dell’imputato, con la capacità di Prioreschi, di Penta, abbiamo condotto una battaglia e trovato cose rilevanti affinché non solo diciate che Moggi non è responsabile dei reati ascritti, ma anche che questa è stata una brutta pagina della giustizia sportiva. E Vi risparmio il commento al perito che prima viene in tribunale a giurare una perizia, poi manda una lettera in cui sconfessa dicendo che, leggendo un giornale, si è accorto di aver sbagliato.
Ma cogliete anche l'illogicità della squadra più forte del campionato che non ha bisogno di nessuna cupola per vincere, ma lo fa perché è la più forte!
Ho concluso, vi chiedo la subordinata ai sensi del 523 6° comma e 507 per le telefonate nascoste e trovate e che riteniamo decisive, Vi chiedo l’assoluzione perché il fatto non sussiste. Non è un caso che ci siano tante telefonate, qui non c’è solo il destino di Moggi, ma è in gioco il blasone di una squadra che è il vanto dell’Italia all’estero.
La replica del pm Capuano.
Pm Capuano: Sulla genesi dell’indagine. La maggior parte delle difese ha utilizzato la richiesta di archiviazione di Maddalena di Torino, facendo distinzione con quello che è successo a Napoli. È stato fatto un paragone: Torino, sulla base dello stesse prove, ha archiviato e noi siamo andati avanti. Non è così. Torino ha una attività che va da agosto a settembre 2004, con il campionato ancora non cominciato. Le difese non hanno utilizzato la sentenza dell’abbreviato perchè non è passata in giudicato. Ebbene, nemmeno la richiesta di archiviazione di Torino è passata in giudicato. Perché quando noi siamo andati avanti, Torino solleva un conflitto di competenza? Perché si accorge di aver fatto un errore e vuole continuare lei l’indagine.
Sulle intercettazioni, io con difficoltà le ho lette tutte e non credo che siano rilevanti penalmente quelle che sono le nuove depositate, non c’è stato confronto, da parte delle difese, con quelle che erano già agli atti. Va detto che le difese sono state messe nella possibilità di difendersi, hanno ricevuto l’avviso di conclusione indagini e nessuno ha chiesto copia dei dischetti.
Si è dileggiato l’aspetto relativo ai sorteggi. Io incuriosito, dopo avere discusso, sono andato a vedere il filmato che parla chiaro. Il servizio di ocp è stato accusato di falso, ma in quel servizio vi è esattamente quello che è successo. Non si palesa, così come si è voluto far credere, la distinzione del sorteggio tra i due designatori, ma vi è una confusione, il colpo di tosse, le palline che si aprono, il notaio che deve solo dire quali arbitri sono assegnati alle varie partite, non devono dire altro; ad esempio nel sorteggio del 22 aprile quando viene designato un arbitro precluso non lo dicono. Le palline si aprono, basta vedere il filmato, in un mondo in cui ci sono tante persone, si utilizzavano palline che si aprivano.
Le schede riservate. Il fatto che Moggi vada in Svizzera e si faccia fotografare con i finanzieri non mette e non toglie nulla. Il fatto è che lui va lì a comprare le schede a nome del padre di De Cillis, così come è comprensibile che vada un altro dipendente della Juve.
Si è anche parlato di prove logiche. Non vi è stata una contestazione da parte di nessuno, forse l’unico che lo ha fatto è stato proprio Moggi, sull’uso alternativo delle schede. Ebbene dobbiamo credere che quelle schede erano utilizzate per parlare di mercato non si sa con chi. Gli unici che avevano la scheda non avevano a che fare con il mercato, facciamo un atto di fede a credere a questa circostanza. È stata fatta la scenetta dei due telefoni che si chiamano alle 3 di notte. E che devo acquistare alle 3 di notte?
La Fiorentina. Una delle ipotesi della difesa è stata che tutta questa organizzazione si sostanziava in due gare, così non è, e lo sa meglio di me la difesa della Fiorentina che l’aggancio avviene ben prima con i vertici della Federazione e non si incontrano prima perché la madre dei Della Valle sta male. Si è poi detto, dalla prof. Beccacece, che c’erano tante possibilità statistiche. Ma le indagini non si fanno con le statistiche. La partita fondamentale è Lecce-Parma ed Auricchio che deve andare ad investigare?
Sistema diffide. A dare validità al sistema sono gli imputati che quando parlano (vedi ambientale di Moggi) fanno riferimento a ciò. Ben oltre la metà del campionato, ne parlerà Meani con Copelli. Le telefonate sono eloquenti, ma le difese non ne hanno voluto tenere conto. Quando De Santis dice "questa partita non la potete vincere mai", sono fatti accaduti in campo!
Concludo. Mi viene facile parlare con l’odierna difesa di Moggi. Mi trovo d’accordo con due circostanze: la veridicità di quanto dicono Bergamo e Fazi, che però parlano per tutta l’investigazione. Vogliamo contestualizzare? Va bene, e allora è sempre vero, anche quando parlano del Divino Amore, quando commentano le griglie, individuando i vertici dell’associazione. L’apparato probatorio non offre dubbi al contesto associativo. Moggi ogni settimana chiama Baldas, ogni settimana e ascoltate le telefonate e suoi toni alterati!
Presidente, con questo concludo, la pubblica accusa non ha interrotto le difese, ma termini come pagliacci, indegni, vergogna, relativi a chi ha fatto il suo dovere non sono ammessi.
Presidente Casoria: Vabbè l’avvocato deve difendere ad oltranza i suoi clienti.
PM Capuano: Ho concluso.
LE CONTROREPLICHE.
Avv. Prioreschi: Siamo stati chiamati in causa. Siamo ancora alle indagini preliminari quando si richiama l’archiviazione di Maddalena, altro che la replica del pm! Ricordo al pm che in questo processo c’è stato un dibattimento. L’archiviazione è vero che è un provvedimento che non ha efficacia di sentenza ma è anche vero che la Cassazione ha detto che quel provvedimento, come conclusivo di una fase, è utilizzabile. Si continua a dire che le palline si sono aperte ma qui ci hanno detto che non si leggevano i nomi. Su Palermo-Lecce c’era un errore non un capo di imputazione. È chiaro che Moggi chiamava dalla sua scheda svizzera operatori di mercato anche stranieri, il mercato è sempre aperto (interruzione di Moggi: "Cannavaro lo abbiamo preso alle 4 e mezzo del mattino"), ma qui se parliamo di logica, l’imputazione per associazione a delinquere dovrebbe essere superata a piè pari. Al capo della cupola ci sarebbe Moggi, e poi della cupola dovrebbero far parte Carraro e Galliani che sono due nemici, ma vi immaginate un capo camorra che mette nella sua associazione i suoi nemici? Per non parlare della vicenda del condizionamento delle televisioni. Il povero Scardina...
Presidente Casoria: La televisione non ci interessa.
Avv. Prioreschi: Chiudo dicendo che abbiamo assistito ad una gogna ma questi 5 anni non ce li restiuirà nessuno. Grazie.
Avv. Morescanti: Oggi c’è stata la conferma che vi è una guerra tra la difesa Moggi e la Procura, sono gli unici che hanno avuto la possibilità di aggiungere telefonate a piacere. Gli unici che non possono utilizzare questo metodo sono quelli della difesa Morescanti. Prego il collegio di non utilizzare le telefonate contro i miei assistiti perchè non abbiamo avuto modo di difenderci.
Avv. Furgiuele: (per i Della Valle): Vorrei rispondere dicendo che al di là delle chiacchiere delle telefonate, abbiamo fornito un dato in ordine alla rilevanza di questa partita ad un dato oggettivo: la Beccacece non ha fatto un ragionamento campato in aria ma ha detto che l’esito indispensabile era che la Fiorentina vincesse con il Brescia, quindi era quella la gara fondamentale di cui occuparsi. L'esito di Lecce-Parma poteva decidere non solo insieme alla vittoria dei viola ma anche su altre squadre, se la Fiorentina avesse perso o pareggiato. Ancora una volta il pm non risponde ad una osservazione su un fatto oggettivo.
Tribunale in camera di consiglio per deliberare.
Il Presidente Casoria ha dato appuntamento alle ore 20 per la lettura della sentenza.
Ore 14.50. L'audio dell'udienza, per chi vuole ascoltarlo, è già online sul sito di Radio Radicale, che ringraziamo ancora una volta per l'ottima copertura informativa garantita in questi anni di processo:
www.radioradicale.it/udienza 8 novembre 2011.
Ore 18.55. L'aula si sta riempiendo nuovamente. Sono già in aula Bergamo, la Fazi, Fabiani, Ambrosino e Scardina con i rispettivi avvocati, oltre all'avvocato Catalanotti del Brescia. Luciano Moggi raggiungerà l'aula verso le 19.30.
Ore 19.20. Anche Moggi è arrivato in aula. Ci sono proprio tutti in attesa della Casoria. L'aula è una bolgia, gremita come mai lo è stata. I media, tranne pochi casi di testate che hanno sempre seguito il processo, si sono risvegliati dal sonno solo alla fine.
Ore 20.00. Le dirette di Rai Sport e Sky informano di voci concitate e grida che sopraggiungevano dalla camera di consiglio, segno di un collegio non certo sereno e afiatato, come già dimostrò il procedimento disciplinare della Casoria davanti al CSM. Il Presidente Casoria legge la sentenza, con a latere la Gualtieri e la Pandolfi che, per tutti i 10 minuti della lettura, tieni gli occhi chiusi o bassi, senza alzare lo sguardo sull'aula ed i presenti. Il tribunale condanna Moggi a 5 anni e 4 mesi. Gli ex designatori arbitrali, Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, sono stati condannati rispettivamente a 3 anni e otto mesi e un anno e 4 mesi. Condanna ad 1 anno ed 11 mesi per Massimo De Santis. Condanna per Lotito e Della Valle (un anno e tre mesi). Per Meani condanna di un anno. Assolti Fabiani (al quale si attribuivano delle schede svizzere) e la Fazi, ritenuti tra i sodali dell'associazione a delinquere. Otto gli imputati assolti.
Luciano Moggi: 5 anni e 4 mesi, interdizione in perpetuo dai pubblici uffici. Daspo di 5 anni.
Paolo Bergamo: 3 anni e 8 mesi.
Innocenzo Mazzini: 2 anni e 2 mesi.
Pierluigi Pairetto: 1 anno e 11 mesi.
Massimo De Santis: 1 anno e 11 mesi.
Salvatore Racalbuto: 1 anno e 8 mesi.
Paolo Bertini (ex arbitro): 1 anno e 5 mesi.
Antonio Dattilo (ex arbitro): 1 anno e 5 mesi.
Claudio Puglisi (ex assistente): 1 anno e 20mila euro.
Stefano Titomanlio (ex assistente): 1 anno e 20mila euro.
Lillo Foti (presidente Reggina): 1 anno e 6 mesi e 20 mila euro.
Leonardo Meani (ex addetto agli arbitri Milan): 1 anno e 20mila euro di multa.
Claudio Lotito (presidente Lazio): 1 anno e 3 mesi e 25mila euro di multa.
Sandro Mencucci (a.d. Fiorentina): 1 anno e 3 mesi e 25mila euro di multa.
Diego Della Valle (proprietario Fiorentina): 1 anno e 3 mesi e 25mila euro di multa.
Andrea Della Valle (ex presidente Fiorentina): 1 anno e 3 mesi e 25mila euro di multa.
Gennaro Mazzei (collaboratore designatori): Assolto.
Mariano Fabiani (ex d.s. Messina): Assolto.
Maria Grazia Fazi (segretaria Figc): Assolta.
Ignazio Scardina (giornalista): Assolto.
Pasquale Rodomonti (ex arbitro): Assolto.
Ambrosino, Ceniccola, Gemignani (assistenti): Assolti.
Dichiarazioni a caldo.
Luciano Moggi: "Non ho voglia di fare battute, non parlo".
Avv. Prioreschi: "E' una sentenza inaspettata per quello che era stato il dibattimento. Le sentenze si accettano e si appellano".
Avv. Gallinelli: "Ci aspettavamo una sentenza migliore. De Santis è stato assolto per tre frodi sportive. Aspetteremo le motivazioni e poi presenteremo appello".
PM Capuano: "Evidentemente non era una farsa".
Massimo De Santis: "E' una sentenza aberrante, non ci è stata concessa la possibilità di difenderci. Ci aspettavamo tutti una soluzione diversa, ma parlano le sentenze. E' stata riconosciuta l'associazione e alcune frodi sportive (una è Lecce-Parma, le altre non so). E' stata scritta una pagina di malagiustizia per quello che abbiamo visto, con telefonate nascoste e tagliate e tutto quello che si può fare per costruire un vestito addosso a una persona. Sono stato l'unico arbitro intercettato con telefonate ben diverse da quelle che mi hanno portato a condanna. Quando si gioca sulla vita delle persone ci vuole coscienza: mi auguro che chi ha condotto le indagini abbia la coscienza a posto. Ero stato inserito in questa indagine come promotore e associato, ma il discorso del promotore è caduto subito. Intercetazioni costruite, tagliate, selezionate ad hoc e ben messe dall'accusa hanno portato a questa condanna".
Tra 90 giorni potremo leggere le motivazioni della sentenza.
Udienza del 25 ottobre 2011 - Le arringhe della Morescanti e di Trofino
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- By Redazione
E' il giorno delle arringhe degli avvocati Silvia Morescanti (per Fabiani, Bergamo e la Fazi) e Paolo Trofino, avvocato difensore di Luciano Moggi, che tratterà l'imputazione di associazione a delinquere.
Cupola che, già prima degli ultimi "ritrovamenti", era un "progetto" sulla carta (delle informative) che non aveva superato neppure il vaglio della giustizia sportiva nel 2006, che aveva come pilastro necessario il truccaggio del sorteggio, che l'accusa non è riuscita a provare tanto fino al 2006, quanto in aula, dove per la prima volta sono stati ascoltati giornalisti e notai che a quei sorteggi erano presenti come parte attiva. Dopo che dagli abissi del mare magno delle 171 mila intercettazioni è "riemersa" anche la telefonata tra Bergamo e la Fazi, che seguì di pochissimi istanti quella fatta dal designatore a Rodomonti, abbiamo la prova che almeno due dei "presunti" sodali di Moggi non lavoravano certamente per far vincere la Juventus, che era lo scopo della cupola, né speravano che la Juve vincesse contro i nerazzurri, per chiudere il campionato e garantire un percorso meno teso e tirato per i propri arbitri, ma si auguravano la sconfitta dei bianconeri per riaprire la lotta per il titolo. Un campionato che non si riapriva certo per l'Inter, a -15 e "morta", anche per la Fazi, ma che si sarebbe riaperto per il Milan.
La telefonata, della quale dovrebbe parlare anche l'avvocato Trofino nella sua arringa, la potete ascoltare in questo video, insieme alle altre collegate alla partita Inter-Juventus, tutte "scartate" ad eccezione della Carraro-Bergamo. Oggi possiamo ascoltare quanto gli investigatori ascoltarono già nel 2004, telefonate che non confortano le ipotesi investigative ma vanno in senso contrario:
Clicca sulla foto per ascoltare l'intercettazione.
Altri video che consigliamo di vedere:
Arringa dell'avv. Prioreschi.
Bergamo a Rodomonti: pensa di più all'Inter.
Per un pugno di magliette.
Seguiamo la diretta Live dell'udienza grazie al solito contributo dall'aula 216 del nostro inviato Francesco/Frales.
Come al solito curiamo la diretta Live in contemporanea anche sul forum tifosibianconeri.com/Cronaca dell'udienza.
Potete commentare l'udienza anche sul nostro blog.ju29ro.com.
Audio dell'udienza su Radioradicale: www.radioradicale.it/scheda/336974
Nota: La redazione di questo giornale è da sempre favorevole alla diffusione dell'informazione in generale e sul processo in particolare, pertanto autorizza chiunque a diffondere i contenuti di questo articolo (video inclusi), rispettando la semplice norma legale sul copyright di riportare correttamente la fonte ed il link all'articolo.
Intanto, a tardissima ora ("Penta mi ha buttato giù dal letto di notte...", aveva ricordato Prioreschi nella sua arringa), abbiamo ricevuto un'altra telefonata appena ritrovata, di rilevante importanza, perché segue il sorteggio del 12 febbraio 2005, quello, per contestualizzare, che fu preceduto dalla famosa ed unica grigliata di Moggi con Bergamo ascoltata dagli uomini Off-side il 9 febbraio alle 01.04.
La sorpresa che la Fazi manifesta ascoltando i nomi sorteggiati non è certo prova di una associata che vede realizzati eventuali progetti o desideri della cupola. E' prova del contrario. La Fazi ride, si meraviglia, chiede "ma chi l'ha fatto 'sto sorteggio", perché lo faceva un giornalista per l'estrazione di una delle due palline. Riportiamo quanto ricevuto:
Bergamo-Fazi. 12 febbraio 2005.
Bergamo chiama la Fazi da Francoforte dove si trova per un raduno della Fifa. La conversazione inizialmente è sull'arbitro De Santis che evidentemente non gode della stima dei due, contrariamente all'arbitro Trefoloni.
Fazi: Ho chiamato il bastardo vero, Massimo De Santis... Gli ho detto: 'Buonasera, signor bastardo... Volevo dirti che ho perso il telefonino... comunque gran figlio di puttana ti saluto...'
Bergamo: Anche io non so come gestirlo... Avevo quasi pensato di sputargli addosso qualcosa, però... devo capire come gestirlo dopo...
Fazi: E' quello... devi aspettare ancora, non gli si può sputà addosso niente, devi aspettare, che gli dici?
Bergamo: Ma se mi danno quest'incarico (un incarico internazionale, ndr)...
Fazi: Sì, ma fattelo dà quest'incarico... ma non glielo potevi chiedere a quel deficiente di Garcia Aranda...
La conversazione passa ai possibili candidati alla successione di Bergamo e Pairetto nel ruolo di designatore.
Fazi: Ho saputo da Matteo (Trefoloni), che alla riunione che è andato lui da Pisacreta a Prato...
Bergamo: C'era Braschi, c'era...
Fazi: Bravo, te l'ha detto...
Bergamo: Sì, sì.
Fazi: Infatti ho detto, guarda, diglielo, non conta niente, ma tu diglielo.
Bergamo: Può darsi, Braschi è stato un nome... quindi...
Fazi: Sai Firenze è lui! Quindi te l'ha detta?
Bergamo: Sì, sì, me l'ha detta.
Fazi: Vedi che il bimbo fa le cose che gli dico de fa', eh? Le fa le fa...
La Fazi dice che andrà da Marco (Gabriele) a vedere la partita: "C'è Trefo, ti pare che non vedo la partita!!", e poi si informa sugli arbitri sorteggiati per le partite:
Fazi: Chi fa la Lazio?
Bergamo: Brighi.
Fazi: Chi??
Bergamo: Brighi...
Fazi: Brighi? Auguri... mamma mia!! Mamma mia, che manina felice, mamma mia, vabbè
Bergamo: Ho parlato anche con Brighi e gli ho fatto capì chiaramente come stanno le cose, quindi bene bene o male male...
Fazi: Mi mandi Brighi a fa' la Lazio, poraccio...
Bergamo: Chissà che la faccia bene.
Fazi: Speriamo, povera Lazietta...
[...]
Fazi: Con chi gioca la Juve?
Bergamo: Juventus-Udinese.
Fazi: A casa sua? E chi la fa quella?
Bergamo: Rodomonti.
Fazi: Ah però! Ma chi cazzo l'ha fatto 'sto sorteggio? (ride) ... Rodomonti... Oh Dio! C'ho le recchie piene di Rodomonti... che Dio volesse!! Vai!!... Bene... e il Milan chi lo fa, non te lo ricordi? Non mi chiami nemmeno per dirmi questo... Trefo mi manda il messaggio...
Bergamo: Il Milan a Reggio con Racalbuto...
Fazi: (ride) Bello, bello... vabbè! Racalbuto non gli fa male al Milan... non te preoccupà...
Bergamo: No, sì, figurati...
Fazi: Racalbuto non gli fa male al Milan...
Bergamo: Figurati...
Fazi: Con quello che hanno fatto per il figlio... Figurati... Bene bene, la Juve Rodomonti, poi Inter-Roma Trefoloni, basta, il resto è noia, non ci frega più niente... Ma Brighi, mi hai messo i brividi, però...
Ore 9.40 - L'aula si va riempiendo ed è già presente Paolo Bergamo.
Ore 10.05 - Sono arrivati anche gli avvocati Morescanti e Trofino, che animeranno l'udienza. Inizia l'appello. Nel frattempo arrivano in aula Moggi e la Fazi.
Dichiarazione spontanea di Paolo Bergamo:
Mi accingo a dire alcune cose con molta umiltà. Ho ascoltato avvocati molto preparati ma io mi limiterò a ricordare alcuni avvenimenti. Narducci ha parlato in quest’aula dicendo che nel calcio sono iniziate a trasparire situazioni negative già dal 1980. Non posso dire niente ma mi fa piacere che sia stata ricordata questa cosa anche perché in quel caso gli arbitri non furono coinvolti in alcun modo. Sono nato da una famiglia umile che mi ha insegnato principi basilari della vita che ho salvaguardato negli anni. Ho giocato a calcio da giovane e un incidente mi ha obbligato a cambiare. Ho iniziato ad arbitrare e in sei anni sono arrivato in A, cosa mai successa. Sono stato 15 anni in serie A e, mi creda, è molto difficile, perché in 15 anni con le tue decisioni sei arbitro di scudetti e retrocessioni. Mi piace ricordare che nel 1985 ci fu un tentativo di illecito nei confronti della Roma, quando Viola fu contattato da due personaggi e gli furono estorti 100 milioni per una partita internazionale con il Dundee. Venni a conoscenza di quel fatto e non lesinai niente nella ricerca di questo imbroglio. Io, benché giovane, convocai i due signori a Bologna, e con un registratore nella giacca registrai tutto e li denunciai. Nell’enciclopedia del calcio internazionale è ricordato tutto, e questa cosa mi costò il mondiale! Dopo aver ottenuto consensi unanimi in giro per il mondo, nel '99 finalmente arrivò la nomina a designatore. Dico finalmente perché ogni arbitro sogna di diventare designatore. Eravamo in due perché era un momento difficile, c'erano critiche furibonde e noi ci accingemmo a questa esperienza con molto impegno e molta preoccupazione. Gli ultimi 8 campionati precedemti erano stati vinti 5 dal Milan e 3 dalla Juve. Narducci dice che io arrivo lì e divento un imbroglione, per favorire la Juventus. Vorrei ricordare un particolare: faccia conto che a 8 giornate dalla fine la Juve batte il Toro e la Lazio perde a Verona e ha 9 punti di vamtaggio. La lazio dopo 2 giornate deve andare a Torino. Guarda caso la Lazio vince e si arriva all'ultima giornata con la famosa partita di Perugia. Io credo che eravamo un gruppo di imbroglioni sgangherato. Se non riuscimmo a far vincere quello scudetto alla Juve, che poteva vincerlo in carrozza. Intanto dopo anni una romana vince il campionato. Dopo di che io vengo nominato dall’Uefa membro della commissione arbitrale, sono designatore delle coppe europee. Nel 2000-2001, il campionato lo vince la Roma e per due anni consecutivi lo scudetto si ferma a Roma. Questo tentativo di falsificare le cose non si concretizza, anzi crescono le gelosie e a Natale qualcuno ci prepara un tranello. Su una rivista chiamata “Rigore”, l’attuale addetto stampa della Fiorentina, dichiara che avremmo truccato un sorteggio per fare arbitrare Roma-Juve ad un determinato arbitro. Abbiamo querelato ed è stato condannato, anche in appello. Da allora, però, la Figc mise il notaio ai sorteggi. Il terzo anno, il campionato se lo giocano la Lazio e l’Inter (nel 2002 se lo giocano l'Inter e la Juve, in realtà, ndr). All’ultima giornata, in una partita tranquilla, l’Inter giocò una partita pessima e perse il campionato. La Juve vince perché lo scudetto lo perde l’Inter.
A cena da Moratti. Io, in questa situazione, presi anche atto di una telefonata di Moratti che, disperato al telefono, mi disse che d’estate avrebbe avuto piacere ad incontrami. In luglio io e mia moglie siamo andati a cena da Moratti a Forte dei Marmi e credetti di averlo convinto della nostra buona fede. Evidentemente non era così, perché poi è accertato che proprio quell’anno Moratti incaricò la security Telecom di svolgere indagini e controllo bancari che sono stati fatti per me, le figlie, la moglie e mio fratello. Il quarto campionato se lo giocano Milan e Juve, che sono le più forti, ma in maniera così evidente che entrambe vanno in finale in Coppa Campioni, per la prima volta nella storia (il Milan, in campionato, arrivò a distanza siderale dietro la Juventus, ndr). La Juve non aveva bisogno del mio aiuto. Quell’anno vengo promosso alla Fifa, il massimo dello sport nel calcio. Forse ero un imbroglione che riesce a farla franca, se riuscivo ad ottenere promozioni ogni anno. L’anno successivo fu un anno particolare, venivamo da incontri sfortunati con la Roma e io credevo che fosse colpa di Capello che in panchina aveva un carattere molto forte, sempre polemico. Io chiamai Capello e gli dissi: "Se tu hai fiducia nel nostro lavoro devi dare fiducia anche a me. Facciamo un patto: io e te ci sentiamo dopo tutte le partite e tu mi parli dell’arbitro che ti ha arbitrato e di quelle che sono le cose che non sono andate. In cambio tu mi prometti che ti calmi e non vai in escandescenza". Bene, quello fu un campionato bellissimo per noi nei confronti della Roma che arrivò seconda e io con Capello ho ancora un ottimo rapporto. Posso dirlo con orgoglio. In questi anni ci siamo distinti anche per il sociale.
Le società inguaiate. Il 2004-2005, già l’anno prima ero stanco e avevo chiesto a Collina di prendere il mio posto, ma mi aveva detto di no. Lo andai a trovare a Viareggio per convincerlo ma non ci riuscii. La passione per l’arbitraggio era troppo forte. Fu un anno molto duro perché la stampa non ci aiutò. Si diceva che si vinceva solo perché un arbitro sbagliava, ma in quegli anni c’era anche il problema dei debiti del Milan e dell’Inter, quando la Saras andò in borsa e il titolo viene sopravvalutato per ripianare i debiti del calcio; la Lazio fu abbandonata da Cragnotti che non era in grado di far fronte agli impegni; per la Roma la famiglia Sensi si è dissanguata; la Fiorentina era fallita; il Parma con Tanzi si salvò per caso, il Napoli, il Bologna e il Perugia erano falliti; i problemi del calcio erano altri, non i nostri, ma alla stampa faceva comodo sottolineare solo i nostri errori. I giornali devono sostenere determinate politiche. Io alla fine di quell’anno rinunciai all’incarico, volevo dedicarmi alla Fifa.
Torino e Telecom/Tavaroli. E allora perché scoppia questo pandemonio? Ho letto il libro 'I lupi e gli Agnelli' di Moncalvo, il quale parla di quello che avviene in casa Fiat nel 2004 alla morte di Agnelli. Giraudo intende continuare l’impegno in casa Juve con l’attuale presidente Andrea Agnelli, che era l’ultimo rampollo che poteva avere posizioni di rilievo. Avviene che il gruppo che fa capo ad Elkann, Grande Stevens e Montezemolo, costruisce le condizioni per cui Giraudo, che è il vero obiettivo, viene disintegrato. A Torino parte un'indagine. Per 26 giornate siamo stati vivisezionati e poi i pm decidono di archiviare la questione. Intanto la strategia del sospetto aveva già avuto un suo effetto. Tavaroli è già a sentenza ed il processo Telecom ha detto chiaramente che le fatture dell’Inter sono state pagate perché Moratti e Facchetti avevano commissionato di fare indagini riservate su un gruppo di persone delle quali anche io facevo parte. Io il 3 novembre sono convocato a Firenze in tribunale e andrò a discutere il danno che ho subito per questi controlli. Anche dall'indagine di Tavaroli non emerse niente. Ma a Napoli il pm delega i militari di Auricchio, a Roma, di svolgere un'indagine sui nostri comportamenti. Interviene Baldini che dà le dimissioni dalla Roma perché incapace di gestire una situazione così importante, dopo che la Juve gli aveva portato via l’ossatura della squadra. Cosa accade a Roma? Dopo che sono state acquisite 170 mila telefonate, ci saranno state delle raccomandazioni, non so, ma un fatto non possiamo negarlo: si costruisce un avvenimento devastante che è un processo mediatico che ci ha distrutto. Io ero un assicuratore ed ho perso tutto in una settimana.
Il servitore infedele. Consci che le intercettazioni non producono niente, dal computer del signor Auricchio, dice il giudice Silvestri, un servo infedele dello Stato che va individuato in uno degli investigatori ha veicolato le informative alla stampa. Con questo artificio si ottiene quello che si volva ottenere: uno scandalo. Questa è la verità, lo dice il tribunale di Roma, non io.
Era la linea della FIGC. Io parlavo con tutti. Avevo la maturità per farlo a livello internazionale, è procedura che un arbitro abbia un meeting con i dirigenti delle società. Io dovevo stemperare le divergenze. Oltretutto la Federazione voleva che si intrattenessero rapporti con le società perché non voleva polemiche sulla stampa, non voleva ambienti ostili, c’era un indirizzo, non glielo leggo, ma c’è un elenco di 22 incontri che noi abbiamo negli anni nei vari alberghi con dirigenti, capitani e giornalisti. La Federazione ci manda a scuola da Maurizio Costanzo perché dovevo imparare la mimica e le posture per andare in tv a spiegare gli errori, ci imponeva di tenere una rubrica sulla Gazzetta per spiegare gli errori. Tutto alla luce del sole! Quello che Carraro diceva per noi era una missione, lui faceva la politica federale e, sapendo il valore dell’uomo, non ci sono mai stati dubbi. Auricchio ha risposto che le mie telefonate le ha sentite tutte e non mai sentito nulla di sconveniente che io abbia potuto dire ad un arbitro.
Le sim svizzere. Si è parlato anche delle sim svizzere e io non mi sono mai sottratto. Ho subito detto che avevo una scheda che però per noi aveva un significato diverso.
Le inesattezze. Ma mi permetta anche di fare riferimento a dei falsi. Nucini ha detto che nel 2003 è andato da Moggi a Torino e da quel momento sarebbe dovuto diventare sodale. Nucini un anno prima del 2003 lo proviamo, il 14 gennaio arbitra la Juve e la Juve vince. A febbraio arbitra l’Inter e vince, poi fa altre tre o quattro gare. Per noi non è all’altezza, ma lui dice di essere andato da Moggi. bene, questa è la relazione che io e Pairetto facemmo a fine campionato. L’anno successivo Nucini fa 0 gare di serie A, quindi io non credo che un arbitri che si è così distinto l’anno successivo faccia 0 gare. Poi c’è Tombolini. Bene, è vero che io faccio a Tombolini una lavata di testa dopo Lazio-Brescia, ma è anche vero che l’osservatore gli dà un voto ottimo, quindi continua ad arbitrare. Dopo un mese viene sorteggiato per Siena-Lazio. Il Siena vince, lui fa ancora un’ottima gara e continua ad arbitrare, a fine campionato viene sorteggiato per Lazio-Udinese. La Lazio perde in casa, l’arbitro continua a prendere ottimi voti e continua ad arbitrare in serie a: quindi la teoria della lavata di capo non regge. Su Copelli e Di Mauro che piange al telefono, io forse sono un po’ duro, ma devo salvaguardare un campionato. Lo mando a fare una gara internazionale a Tunisi, quindi non viene punito, anzi a fine anno mi batto perché abbia un anno in deroga. Copelli l’ho portato io ai Mondiali, quindi non mi dilungo.
Racalbuto fa quella partita Roma-Juve e non sbaglia lui ma l’assistente; ma le polemiche sono furibonde, quindi devo tenerlo fuori 8 settimane. La favola del telefono del quarto uomo è significativa. Gabriele lo tiene a bordo campo e io gli mando un sms in cui gli dico di fare attenzione perché avevano dato un favore alla Juventus.
Quando Paparesta arbitra alla decima giornata Reggina-Juventus, tre giorni dopo si gioca un turno infrasettimanale. Non esiste che chi arbitra la domenica arbitri anche il mercoledì, quindi lui è a riposo per questo, ma la domenica dopo va subito in griglia, non in prima ma in una dove ci sono le più importanti di B; lui va a Torino-Venezia e fa un’ottima gara. Successivamente c’è la sosta per la Nazionale e in B non lo mandiamo; e poi va di nuovo in A a Messina-Fiorentina. Quindi non solo non è stato punito, ma addirittura premiato! C’era stato qualcosa nello spogliatoio, non voglio nemmeno parlare della chiusura dello spogliatoio, ma Paparesta non lo scrive per un motivo semplice, perché se lo avesse scritto lo avremmo dovuto levare dalla prima fascia, è la sua ambizione che lo fa decidere di non scrivere niente. È sempre stato così, io per il gol di Turone non ho arbitrato la Roma per un anno.
Cene e sparizioni. Le cene: posso ricordare che sono stato a parlare con Sensi, con Governato della Lazio, con Spinelli, con Aliberti della Salernitana, con Corsi dell’Empoli, con Spalletti dell’Udinese, con Cinquini del Parma, con Tanzi, con Sacchi, con Lucchesi. Ma nella parte finale del campionato indagato, mi accorgo che Inter, Milan e Juve vengono a giocare a Livorno nel girone di ritorno. Ci tenevo che venissero a trovarmi, dato che era il mio ultimo anno. Ma lo stravagante è altro: quando chiamo Facchetti e lo vado a prendere all’aeroporto, poi lui chiama Moratti da casa mia, chiamiamo l’addetto stampa dell’Inter; in altre occasioni chiamo Galliani, lui mi richiama e queste telefonate sono sparite! Poi l’ultima di campionato, già vinto dalla Juventus, io invito anche i dirigenti bianconeri, anzi chiamo anche Mazzini; bene, quando vengono Moggi e Giraudo, guarda caso ho la casa circondata dai carabinieri. Il campionato è finito, dopo una settimana do le dimissioni e c’è questa attenzione? Io ho scritto un libro, 'Sono morto una notte di luglio', ed ho scritto esattamente queste cose. Per questo che ho scritto non ho ricevuto nessuna denuncia perché sono tutte verità.
Questo sistema ha prodotto danni irreparabili per tutti, tranne che per Auricchio, Narducci e Beatrice! Grazie
Il Presidente Casoria: Ora la parola all’avvocato Morescanti.
Arringa dell'avvocato Silvia Morescanti (difesa Bergamo, Fabiani e Fazi):
Non posso esimermi dal fare delle denuncie. Noi facciamo un processo che si chiama "Calciopoli" e questo è un condizionamento esterno che è anche condizionamento per Voi. Non è un processo "normale", ma è "Calciopoli"! Noi ci siamo trovati davanti ad un pm che, dando le spalle alla corte, si permette di dire "Piaccia o non piaccia...". Per narducci la prova regina degli illeciti compiuti sono le intercettazioni, quindi, come si possono difendere gli imputati se non ci sono tutte le intercettazioni? Io chiedo che il collegio non si preoccupi solo di sentire le quattro intercettazioni che Vi ha portato il pm ma anche tutte le altre. E non me ne voglia la difesa Moggi che ha fatto un ottimo lavoro ma non possono decidere loro quali sono le telefonate che servono alla Morescanti. Lo devo decidere io. Non posso difendere i miei assistiti in maniera compiuta! Noi non sapremo mai i connotati a 360 gradi di questo processo. A me chi me lo dice che Bergamo dopo la telefonata della grigliata con Moggi non ha chiamato quacun altro e si sia sfogato per essere stato costretto a fare quella telefonata e contraddica quella precedente? Qui si parla di associazione a delinquere e la prova vorrebbero essere le intercettazioni!
Quegli strani interrogatori. Quando i carabinieri interrogano i testi fanno ascoltare le conversazioni, gli dicono che se la squadra X ha perso una gara è perché c’erano Moggi e la sua cupola, quel teste, quel dirigente, troverà una giustificazione per i suoi insuccessi in quello che dice l’investigatore. Ecco che le sensazioni diventano certezze, ma tutto quello che dice è inutilizzabile perché è una dichiarazione condizionata da quello che gli è stato detto. Mi sono stupita che per molti dei testi che sono venuti qui, per primo Nucini, Lei non lo abbia cacciato dall’aula perché si è materializzato il reato di falsa testimoninza come mai ho visto nella mia carriera. Ci ha preso in giro per ore e ore. I dubbi a volte vengono spontanei. Ai pm è stato permesso di tutto e di più. Qui ci siamo dimenticati la procedura penale tante volte. A livello giuridico c’è poco da dire!
Protagonismo. Abbiamo avuto anche un monito. Le condotte del pm dovrebbero essere ispirate a misura e riservatezza e non avere carattere di protagonismo. Tutte le regole sono state stravolte. Bergamo ha detto prima che dando alla stampa solo una parte delle intercettazioni è stata data la possibilità di creare un mostro da cui è difficile salvarsi ora!
Quali gli elementi costitutivi dei reati: l’associazione a delinquere, un vincolo associativo permanente, stabile, destinato a durare anche oltre la realizzazione dei reati fine, deve essere l'indeterminatezza del reato fine, deve esservi l’esistenza di una struttura organizzativa quanto meno minima. Il pm ha provato anche a dirci che era un'associazione operante già nel '99 e ci inserisce anche Fabiani che nel '99 non faceva parte del calcio professionistico.
Il sorteggio regolare e le griglie. Da che vogliamo partire? Dal sorteggio? Abbiamo capito tutti come si svolgeva il sorteggio, i testi ci hanno spiegato tutto, ci hanno detto come funzionavano le urne e dalle foto che hanno scattato i carabineri a Coverciano si vede che queste urne sono trasparenti e che quindi tutto quello che avviene al suo interno si vede. Le palline venivano preparate da Martino Manfredi che inseriva i bigliettini. Egli ha dichiarato che, dopo aver fatto l’operazione di scrivere arbitri e partite, le inseriva nelle palline e a mia domanda se in caso di apertura della pallina si sarebbe potuto leggere il nome ha risposto di no, perché la scheda era rinchiusa in quattro. Un designatore sceglieva la prima sfera con la partita e un giornalista l’arbitro. Meccanismo impossibile da truccare! A proposito della Fazi, c’è da dire che ella nel 2004-2005 non ha mai preso parte al sorteggio in quanto era stata trasferita. Ricordo alla Corte di aver chiesto a Martino se poteva accadere che le palline si ammaccassero e lui ha risposto di sì, che accadeva spesso, quindi era impossibile anche qui riconoscere le palline che erano ammaccate in maniera differente. Il pm allora è andato a monte ed è andato a vedere il metodo delle griglie. Ebbene, è emerso che il criterio di scelta era il seguente: arbitri internazionali sempre nella prima fascia in cui venivano sempre inserite le gare più difficili, dove c’era la competizione di squadre della parte alta o della parte bassa della classifica o i derbies. È stato anche riferito che il meccanismo delle preclusioni era ben definito e chiaramente rispettato.
Ad Auricchio è stato chiesto se sono stati fatti accertamenti tecnici per verificare se i sorteggi fossero truccati ed ha ripsosto di no. Gli è stato chiesto se è stato notato qualcosa di strano e ha detto di no, gli è stato chiesto se è stata fatta una casistica sulle preclusioni e ha detto di no. Non hanno mai sentito il notaio nemmeno a sommarie informazioni. I pm non possono dire che i sorteggi erano irregolari senza fornire alcuna prova. Avrebbero dovuto dire quale sorteggio è stato truccato, in quale modo e con quali mezzi. Cosa che non è accaduta. Probabilmente non contento delle risposte che Manfredi Martino aveva dato, Narducci grida all’indirizzo del teste: "Lei non si rende conto di quello che sta facendo” insultandolo e aggredendolo, al punto che Manfredi Martino rispose che forse i carabinieri avevo capito male le sue dichiarazioni. Si è anche detto delle ingerenze dei designatori sugli assistenti, ma scusatemi, questa cosa fa parte del loro ruolo, del loro lavoro!
Le schede "segrete". Le schede svizzere: il pm le ha fatte passare per occulte e inintercettabili. Bene, siccome non è reato avere schede svizzere, non lo è avere schede non intestate a se stesso, non è reato parlare con i dirigenti di società, quale è l’accusa? Bergamo non ha mai smentito di avere avuto una scheda straniera. Ma a monte di tutto, come già detto da altri, vi ricordo che l’argomento non è utilizzabile perché il modo di acquisizione è stato irregolare in quanto ottenuto senza rogatoria. Le schede Sunrise dovevano essere necessariamente intestate e con questa io posso risalire al proprietario. Bene quando è stato chiesto a De Cillis a chi erano intestate le schede ci è stato risposto che non lo sapeva, perché i carabinieri non glielo avevano mai chiesto! E ci dice anche che quando Fabiani andò al suo negozio a Chiasso, con Moggi, non comprò le schede. Per quello che riguarda in particolare Fabiani, abbiamo anche saputo che le attribuzioni presunte sono state fatte a mano, senza alcun riscontro. Di Laroni non sa dire nemmeno se a Primavalle, dove abita Fabiani, ci sia una cella, né quale fosse la potenza dei ricevitori ai quali agganciava la scheda di Fabiani. Non hanno utilizzato un mappale per capire dove si trovasse esattamente l’antenna rispetto alla casa del Fabiani, se la cella era unifunzionale, se il Fabiani era effettivamente presente a casa quando la cella veniva agganciata, se l’operatore italiano aveva un roaming con quello straniero, dove vivesse Fabiani nella città di Messina, se le celle agganciate erano o meno vicino allo stadio, se nella zona Primavalle ci fosse un albergo dove soggiornava il Messina quando andava a Roma. Non hanno controllato niente!
Ci vuole davvero tanto coraggio per dire che questi numeri fossero in utilizzo a Fabiani. Tra l’altro nemmeno servirebbero le dichiarazioni dei due Paparesta. Il papà dice che Moggi gli dà delle schede e gli dice di fargli da osservatore nei vari campi e che, però, ne rimanga fuori il figlio che è un arbitro e potrebbero nascere dei problemi. E allora che fanno i pm? Chiedono a Gianluca, il quale dice che un paio di volte il padre gli ha dato quel telefono ma, poi, dice anche che non sapeva che cosa contenesse. E ammette di aver fatto una telefonata a Fabiani e ci dice anche il contenuto, in quanto dice che Fabiani cerca di fare da paciere tra lui e Moggi, dopo la sfuriata post Reggina. E io ho anche dubbi sulla ricostruzione di Paparesta figlio, perché ricordo alla corte che nel 2006 lui era indagato. Successivamente nel 2007 la Federazione istituisce la figura del "collaboratore" e, nel caso di specie, avendo una sanzione così breve, non avrebbe nemmeno interrotto la carriera se avesse fatto il collaboratore. Solo in quella occasione lui dice che voleva raccontare questa storia e, quando venne qui, si è lamentato tantissimo per il fatto che, malgrado il suo apporto, la Federazione non lo avesse reintegrato. Se la corte ha la pazienza di controllare si renderà conto che il giorno dopo la telefonata di cui parla, effettuata da Quarto d’Altino, la scheda aggancia una cella di Roma, ma quando io gli ho chiesto quando era tornato a Bari ci dice che lo ha fatto il giorno dopo, quindi era tecnicamente impossbile quell’aggancio!
Nucini, la vera vergogna. Ma la vera vergogna è stato Nucini. È evidente a tutti quanto fosse mendace. A parte le contraddizioni continue sul possesso della scheda e sulle telefonate che avrebbe fatto. E quando gli chiediamo che cosa si sono detti con la Boccassini risponde “Niente di particolare”. Signori, stiamo parlando di un arbitro incapace che è stato allontanato dalla Can, cosa che avremmo dovuto fare anche noi da quest’aula.
Le frodi. Sulle frodi sportive: l’interesse tutelato è quello della correttezza. Ebbene, noi non abbiamo mai sentito una telefonata in cui si chieda ad un arbitro di tenere un comportamento specifico per ottenere un determinato risultato, quindi la prova potete cercarla quanto volete ma non c’è! Sono stati sentiti arbitri, guardalinee, osservatori e tutti abbiamo chiesto: dateci almeno una idea di come funziona una gara dal punto di vista dell’arbitro, dateci almeno il dubbio. Ebbene nessuno ci ha risposto: tutti, compresi i dirigenti di società, hanno detto che non hanno alcuna prova. Qui si è invertito l’onere della prova. Non c’è una promessa fatta ad un protagonista della gara, non c’è nulla. Il Fabiani viene nominato da Moggi solo in una telefonata in cui tra l’altro dice che non gli piace e che gli avrebbe già dato un calcio nel culo. Questa è l’unica occasione nella quale Moggi parla di Fabiani!
Chiedo quindi il proscioglimento per i capi di imputazione perché il fatto non sussiste.
Per Bergamo: dopo aver dimostrato che il sorteggio non era truccato, che vi era una linearità nella scelta delle griglie, vorrei ricordare dei fatti fondamentali: due telefonate tra Carraro e Bergamo. E ricordo che Carraro è stato assolto, bontà sua… La prima, all’indomani di Lazio-Brescia, arbitro Tombolini. Carraro parla come se prima della gara ci fosse stata un’altra chiamata, o un incontro, della quale non sappiamo niente. Poi prosegue dicendo che la domenica dopo bisognerà dare una mano alla Lazio. E Bergamo al suo datore di lavoro che deve dire? Va bene, non si preoccupi; poi la Lazio che fa? Pareggia, Bergamo fa andare la cose come doveva… Altra telefonata prima di Inter-Juventus, in cui Carraro chiede chi è stato sorteggiato e Bergamo risponde 'Rodomonti'. E Carraro: 'Che non aiuti la Juve, per carità'. Se poi andiamo a leggere la Bergamo-Rodomonti, Bergamo dice di andare lì e fare la sua gara. Queste telefonate sono niente rispetto a quelle che riceveva da Carraro e che non è stato possibile portare alla Vostra conoscenza perché non ce le ho nemmeno io. Queste le ho riportate per farvi capire qual era il ruolo del designatore: gestire nel miglior modo gli equilibri all’interno della Federazione. Non ce n’è nemmeno una in cui si dice: 'Va' e fai vincere quella squadra, o fai perdere quell’altra'. E poi, signori, il mondo del calcio era pieno di miliardari, petrolieri, ignoranti, gente con la quinta elementare che poteva provocare guai seri a livello di pressioni di tifosi. Bergamo voleva abbandonare la Figc sia per le tante pressioni ma anche perché aveva un contratto con la Fifa fino al 2008; quindi, quali potevano essere i suoi interessi nel parlare in un certo modo con Moggi o Facchetti? Il telefono che è stato intercettato non era di Bergamo, ma della Federazione che conosceva bene le persone con cui parlava il designatore. E oggi la Federazione si è costituita parte civile e ha il coraggio di chiedere il risarcimento!
Tutto ciò non può che far venire meno il presupposto dell’associazione a delinquere e delle frodi sportive. Questa difesa ricorda, come chiesi ad Auricchio, quale sorteggio era stato truccato e lui non seppe rispondere.
Chiedo quindi il proscioglimento per tutti i capi di imputazione riferiti a Bergamo perché il fatto non sussite. Sulla Fazi: in questo processo nessuno ha mai nominato la Fazi, tranne lei nell’appello all’inizio dell’udienza, quindi non saprei proprio cosa dire in proposito se non ripostarmi quanto detto precedentemente sulla mancanza assoluta di prove per cui chiedo l'assoluzione.
La parola passa all'avvocato Paolo Trofino che inizia la sua arringa in difesa di Luciano Moggi.
Un momento di pausa, alle 13.15 inizierà a parlare Trofino.
Il Collegio è stato spiazzato dal fatto che Capuano ha annunciato una sua replica. La Casoria ha detto: "Ci ha un po’ spiazzato signor pm con la sua replica... E gli avvocati vogliono controreplicare?". I legali rispondono: "Dipende da che dice il pm". Capuano: "Durerà un’oretta la mia replica". La Casoria: "Facciamo un’interruzione: alle 13.15 parla Trofino e noi decidiamo sul da farsi"
E' sensazione del nostro inviato che, senza questa replica, "si sarebbe potuto chiudere anche oggi".
Riprende l'udienza. Le repliche sono rimandate all'8 novembre e dopo ci sarà la sentenza, è ufficiale. Il Presidente Casoria ha detto: "L'8 parlerà il pm Capuano, poi mi affido al buoncuore degli avvocati: se non parlano troppo, si va in camera di consiglio. Se no il 15 per la sentenza".
Arringa dell'avvocato Paolo Trofino, difensore di Luciano Moggi:
Farò una richiesta subordinata al collegio, leggerò telefonate inedite ma lo farò per chiedere al tribunale, in via subordinata ai sensi del 523 6° comma cpp, qualora non siate ancora convinti della innocenza di Moggi, di sospendere la discussione finale e di disporre la trascrizione delle nuove telefonate che vi indicherò, perché la difesa deve dimostrare al tribunale che quelle telefonate sono necessarie.
Non farò polemiche, anche se ce ne sarebbero da fare. In 35 anni di professione, ne ho viste di tutti i colori ma qui sono state veramente eccezionali queste anomalie, il superamento dell'indagine su quello che si doveva per forza trovare. Un processo che nasce senza notizia di reato, non c’è il reato, ma c’è il responsabile: Moggi. Ci sono avvenimenti sconcertanti! Sono state autorizzate intercettazioni illegittime, forse Moggi era il capro espiatorio ideale, modesto ferroviere che aveva conquistato la scena calcistica con grande intelligenza. Era l’uomo che senza mezzi riusciva a fare grandi cose, non era simpatico perché era il più bravo di tutti. Nessuno sapeva fare le squadre come lui. E comincia un processo con le dichiarazioni di Baldini che il pm non hanno nemmeno il coraggio di chiamare davanti a voi e il processo comincia con le chiacchiere di Baldini. Se prendete la telefonata Baldini-Mazzini, riferimento Castagnini, Baldini dice una cosa sconcertante, dando la prova che già parlava con i carabinieri: "Non ho fatto il tuo nome, ho fatto altri nomi ma il tuo non l’ho fatto, io ti salverò". Non è che aveva in animo di denunciare qualcosa che non andava, di moralizzare, ma di impadronirsi del potere. E quel dato è inquietante. È inquietante che prima di mettere in piedi l’indagine si parli con un teste che ha un odio profondo per Moggi. Baldini ha detto a Moggi che era uomo di nessun pregio. Vorrei rispondere a Baldini che Agnelli, nel '94, chiamò quest’uomo a guidare una squadra piena di debiti e vuota di successi e che Giovanni Agnelli prima di parlare con i grandi del mondo, la mattina alle 6 e mezza, la prima telefonata la faceva a Moggi. Altro che uomo di nessun pregio. Nel 2006 io sostenni davanti a quella giustizia rudimentale che è la giustizia sportiva, e lo ha detto anche l'ex giudice Benedetto, uno di loro, che c’erano centomila telefonate, che ne avevano posto a base di quel procedimento solo 35 e che l’innocenza di Moggi era in quelle altre non messe a disposizione. Da allora sono passati gli anni, c'è voluto il lavoro di Nicola Penta, che è stato bravissimo. Sapete quante sono 171mila telefonate? Io ho provato a fare una media con i miei collaboratori. Se ogni telefonata durasse 3 minuti e mezzo per ascoltarle ci vuole un anno e sei mesi senza dormire di notte, senza interruzione. Ma vi rendete conto in che posizione minorata siamo stati noi? Ecco perché ancora oggi escono ogni giorno telefonate nuove. E sono telefonate che voglio leggervi subito perché ci chiariamo l’idea su tutto il processo. Tre telefonate inedite che seguono la telefonata tra Carraro e Bergamo che conoscete.
Le ultime telefonate. Prima telefonata: Bergamo-Rodomonti. Bergamo non mette in campo alcun atteggiamento specifico, ma incoraggia Rodomonti su quella che potrà essere la gara. "In questo momento, se hai un dubbio pensa più a chi è dietro piuttosto che a chi è davanti" gli dice ad un certo punto. Finisce qui ma ce n’è un’altra successiva. Questi investigatori hanno messo in campo una macchina investigativa degna di miglior causa. Seconda telefonata, Bergamo-Fazi: "Ci ho parlato, è andata". E Bergamo racconta la telefonata con Rodomonti. E la Fazi: "Quest’anno la Juve vince lo scudetto perché non c’è nessuno...", e Bergamo "ma se stasera perdessero con l’Inter…". Ohibò: ma Bergamo non era uno degli organizzatori e promotori di questa associazione che aveva l’obiettivo finale di far vincere la Juventus? In una telefonata privata dice "se perdesse con l’Inter..." e la Fazi: "Mamma mia, che Dio volesse". Ma la Fazi fa parte dell’associazione a delinquere, secondo i pm! Ma ci rendiamo conto della follia di questa accusa? "Ma come fa a perdere che l'Inter è morta", dice la Fazi, e Bergamo "Stasera giocano senza Trezeguet e Del Piero". Non dice “giochiamo”, ma “giocano”… e a malincuore concludono che la Juventus è forte.
Da questa telefonata il teorema dell’accusa si frantuma perché abbiamo appreso che, a parte il fatto che Bergamo tifa Milan in maniera sfegatata, nelle telefonate abbiamo appreso che a casa Bergamo l’8 maggio si piangeva dopo la partita contro, Juve e la moglie era ancora più distrutta di lui.
Ci sono altre telefonate sfuggite. Auricchio ha dichiarato di averle ascoltate tutte e di averle catalogate. E sono scappate queste qui, ma la cosa grave è che sono collegate ad un episodio grave. Rodomonti fa un errore gravissimo a svantaggio della Juventus perché non espelle Toldo per un fallo che, pacificamente, era da rosso. E sapete chi ce lo dice? Collina, quello che voleva incontrava Galliani nel ristorante di Meani. Collina in altra telefonata, sempre sfuggita agli attenti investigatori, dice a Pairetto che era "rosso diretto". Ma ancora veramente vogliamo discutere dell’esistenza della cupola e dell’associazione? Qui abbiamo la prova del contrario!
C’è anche una Rodomonti-Pairetto in cui l’arbitro ammette di aver sbagliato. Qui è stato prosciolto Carraro all'udienza preliminare ed è un grande risultato. Il problema è che Carraro, prosciolto, è l’unico in questo processo che ha fatto un pressione indebita! C’è la richiesta di Carraro a Bergamo, la telefonata a Radomonti di Bergamo, il commento con la Fazi, il commento di Collina e l’ammissione di errore, ebbene la Juventus era quella che doveva essere favorita, perché resti in vita l’accusa di associazione.
Bergamo-Fazi, con Bergamo a Francoforte, e chiama la Fazi che chiede con chi gioca la Juventus. Anche in questo caso la Fazi esprime la speranza che la Juventus perda e poi "Racalbuto sta con il Milan". Racalbuto è un altro associato, eppure la Fazi dice: "Non gli farà mica male al Milan per quello che hanno fatto per il figlio". Quindi abbiamo un associato che, quando va ad arbitrare la squadra mia concorrente, sappiamo che non gli farà male! Quindi tre associati, Bergamo, Fazi e Racalbuto che tifano espressamente per la squadra mia concorrente! Ma che roba è? Quelle telefonate sono facilmente consultabili: voi potete ascoltarle sul supporto magnetico
C’è poi la leggenda delle designazioni e delle griglie. C’è una telefonata tra Bergamo e Meani in cui Bergamo chiede a Meani chi mandare come quarto uomo. Moggi non ha mai fatto alcuna richiesta di questo tipo.
Le designazioni degli assistenti. Mettono bocca Meani, Cararro, Abete, Galliani, Meani, Facchetti, Martino Manfredi, Foti. Prima della 16a tra Pairetto e Governato. Pairetto anticipa al dirigente la griglia che sarà resa nota solo un’ora dopo. Sì, il Brescia Calcio che è costituito parte civile in questo processo e chiede svariate decine di milioni di risarcimento. Manfredi Martino parlava di designazioni con Meani, che diceva: "Mandami due cavallini buoni", mandami Tizio o mandami Caio, e allora io mi chiedo: che potere aveva costui di decidere arbitri o guardalinee? Anche perché in altre occasioni Meani si congratula con Martino per le designazioni! E lo ringrazia anche! E noi stiamo qui a difendere Moggi per la cupola, ma non abbiamo una sola telefonata in cui egli fa una richiesta del genere a Bergamo o Pairetto! Telefonata Moggi-Pairetto in cui Moggi chiede: "A Viareggio chi ci mandate Messina? e allora non ci volete far vincere nemmeno il trofeo di viareggio?", Moggi in questo caso, in cui non vi è sorteggio ma designazione diretta, mica dice "mandami un altro che Messina non ci piace". No, fa solo una considerazione!
Mendacio e silenzio. Martino è stato colto in un mendacio clamoroso e nulla è stato detto dai pm. Sa quale è la gravità? In piena indagine, mentre nessuno sapeva delle indagini, Manfredi Martino dice a Meani: "Di questo parliamo da vicino, perché c’è gente che ci ascolta". E che ne sapeva delle intercettazioni? E questo signore è colui che ha detto che era impossibile che a mezzogiorno si sapesse dell’esito dei sorteggi. Noi abbiamo la prova che egli mandava sms a Meani alle undici e mezzo! Ma su questi sms il giudice dell’abbreviato ha condannato Giraudo.
Narducci sull’episodio di Moggi che parla con la segretaria, che gli comunica gli arbitri e lui dimostra di conoscerli già, dice che non poteva saperli per telefono perché non c’erano telefonate precedenti che glielo comunicavano. Narducci dimostra di non sapere che Moggi non era un uomo, era una multinazionale che camminava insieme a varie persone, Secco era la sua ombra e quindi ben poteva essere che uno dei suoi assistenti avesse ricevuto la comunicazione da qualcuno presente al sorteggio.
Il potere mediatico. Se prendiamo il decreto di citazione a giudizio si parla anche del presunto controllo dei media. Moggi era il più corteggiato dai media perché la sua presenza spostava gli indici di ascolto e, certamente, la sua presenza non era finalizzata all’intento dell’associazione ma alla tranquillità della sua squadra. Non a difesa di sodali o associati ma a difesa della Juventus! Moggi difendeva gli arbitri perché per quella maledetta legge della compensazione aveva paura che se uno aveva arbitrato a favore poteva essere condizionato la volta successiva ed arbitrare contro.
Ignazio Scardina è qui da 5 anni, ha visto la sua vita stravolta per un episodio di una chiarezza estrema, si mette in mezzo ad un diverbio tra Pieroni e Moggi, è uno sfogo, eppure lui è qui davanti a voi!
Il sequestro mai avvenuto. A Moggi è stato contestato addirittura un sequestro di persona! Gli hanno dato lo stesso capo di imputazione dell’anonima sarda. Se si fosse letta la telefonata tra Paparesta e Pairetto delle 23.45 avrebbero sentito l’arbitro dire che alla fine della gara c’era stata un po’ di tensione nello spogliatoio, che non c’era granchè da scrivere sul caso e che era presente l’osservatore. Questo episodio è un espidio fantasma che non è mai avvenuto, partorito da una telefonata di Moggi che dice "li ho chiusi nello spogliatoio".
Galliani parlava con gli assistenti. Moggi ha dichiarato che si muoveva per difendere la Juventus dal Milan, i pm dicono il contrario. Vi è un'intercettazione sull'utenza intestata al Milan del 31.5.2005: Meani parla con Galliani e dice: "So che ha parlato con Puglisi" (a proposito dell'accusa secondo la quale solo Moggi parlava con gli assistenti e gli arbitri); e Meani chiede a Galliani se può spingere per mettere degli uomini nelle commissioni dilettanti, "Così abbiamo un po’ di controllo anche nelle serie inferiori". E Galliani: "Spinga, spinga". Questo significa avere un sistema che noi non abbiamo! E Meani, visto che ci troviamo, con Galliani è uno che di richieste ne fa e osa. Parla con tutti gli arbitri. Meani e Galliani sono anche persone che hanno messo in campo iniziative su quella che era la posizione di Moggi. Egli è raggiunto da un’accusa quando nel processo c’è una prova schiacciante di carattere opposto.
Il caso Pisanu. L’amicizia di Moggi con il ministro Pisanu! Il ministro che sa che Moggi è un personaggio di rilievo del mondo del calcio e che nel momento della morte del Papa si confronta con un amico dell’infanzia, è una cosa strana? Moggi è il direttore generale della Juventus e parla come dg, tanto che pensa alle spese sostenute dalle squadre per raggiungere i ritiri e dice: "Spostiamo la giornata al giorno dopo". Poi scopriamo che c’è una telefonata tra Galliani e Meani in cui Galliani dice che la giornata era slittata di una settimana e che così avrebbero recuperato Kakà; e Galliani dice: "Pensa che io dormo… e perché quel figlio di puttana di Moggi voleva spostarla di un giorno…". E sulla base di questi presupposti si è costruito un altro castello di cartapesta, sulla base di una frase di Pisanu che dice: "Aiutiamo la Torres". Che cosa significa per Moggi aiutare una squadra di serie inferiore? Significa mandare dei giovani in prestito ed infatti bastava vedere che quell’anno due giovani della Juve andarono a giocare nella squadra sarda!
Moggi aveva una specie di alone nel mondo del calcio. Addirittura Ancelotti diceva che poteva prevedere i sorteggi del campionato e Collina stesso dice: "Vedete che quello millanta, si butta. Quante volte ci ha preso ma tantissime altre volte no, è uno che ci prende per il culo"...e poi, scusatemi, ma gli input al computer per il calendario li dava? la Lega Calcio, no? E chi c’era al vertice della Lega?? E dopo l’errore di Siena Meani dice al telefono con Galliani "Ho urlato ai designatori che nel dubbio contro il Milan si sta giù con la bandierina!". Avete mai sentito Moggi dire una cosa del genere?
Mirate? Meani chiese di non ammonire Nesta. Depositeremo una serie di statistiche sulle percentuali di vittoria o sconfitta con arbitri amici e nemici: 1,82 con gli amici, 2,80 con i presunti nemici. Sulle ammonizioni mirate poi vi daremo una statistica che ci dice che sulle espulsioni a favore la Juve è all’ultimo posto, sulle ammonizioni mirate è quinta! E su questo si è già detto abbastanza anche in riferimento alla qualità dei giocatori ammoniti del Bologna, e poi De Santis non amminisce i tre diffidati del Milan prima di Milan-Juventus, che erano Seedorf, Nesta e Rrui Costa. E poi dobbiamo ascoltare la telefonata tra Meani e De Santis, con Meani che chiede di non ammonire Nesta!!!
Sim 'e Napule. Schede riservate. Qui abbiamo altri associati, come Pieri: decine di telefonate delle schede e Parma-Milan la fa vincere ai rossoneri. Credo che non bisogna spendere nessun'altra parola oltre a quello detto da Prioreschi. È evidente che esiste una inutilizzabilità degli atti realtivamnete alla violazione della rogatoria. Questo non necessita di alcuna prova. Quello che ci ha detto Auricchio qui è solo infantile. Il maresciallo Nardone ci ha detto che sono andati nel negozio di De Cillis in Svizzera. Non so come si possa superare la inutilizzabilità, tra le tante violazioni messe in campo questa è la più grave. E sugli interrogatori? Cuttica dice che è stato sentito per 5 ore e mezzo con domande incalzanti. Qui non vogliamo parlare contro i carabinieri ai quali teniamo. Ma questi interrogatori sterminati che hanno prodotto una paginetta di verbalizzazioni che senso hanno? In America e Inghilterra si sarebbe sollevata una protesta popolare in questo caso!
Le schede sono inutilizzabili ma vogliamo parlarne perché non ci spaventano. Anche qui la procura ha messo in campo una forzatura. Non chiediamo la nullità della vostra ordinanza sulla competenza territoriale. Voi avete deciso sulla base di un fatto: che la scheda era stata data da Moggi a Napoli, non sapevate di Bertolini che le aveva comprate. Prima di darla la scheda va comprata, quindi la competenza sarebbe stata diversa, ma siamo stanchi e vogliamo una decisione. Tra le tante anomalie di questo processo abbiamo anche avuto che due "prime lame" (Narducci e Beatrice, ndr) della Direzione Investigativa Antimafia di Napoli, che potevano essere impiegate per altri reati, si sono occupati di questo!
Il "segreto" di Pulcinella. Moggi è una persona capace, con intelligenza superiore alla media. Egli decide di essere un criminale e di avere una linea riservata. La cupola è di Moggi e lui la dirige. Ma Moggi, a capo di una cupola segretissima, e con una capacità economica notevole, fa acquistare le schede dalla Juventus, una spesa di poche centinaia di euro, all’ultimo fattorino della squadra. E Bertolini non va al negozio a ritirare una busta riservata e chiusa. No, va sapendo cosa comprava, e più di lui lo sapeva la segretaria Gastaldi, che fa salti mortali per trovare i soldi in contanti nello store Juventus! E lo sa Capobianco, lo sanno le due segretarie Lella e Morena! Il segreto di Pulcinella. Compra le schede con le trombe! E quindi tutti sanno che quelle schede servivano per tutelare la Juventus! E qui c’è un’altra anomalia. Nell’interrogatorio fatto ai carabinieri Moggi dichiarò che quelle schede servivano per il mercato e per evitare lo spionaggio, io ero presente e ricordo il particolare, perché quando finimmo l’interrogatorio contestai a Moggi di non avere allargato il tema dello spionaggio industriale. Ma quando ho letto la trascrizione dell’interrogatorio non vi era traccia di quella dichiarazione!!! Non c’era, ma è certo che Moggi comprava le schede non per sé, ma le comprava davanti a tutti perché servivano per uno scopo lecito!!!
C'erano spioni in giro. L’acquisto e la vendita dei giocatori è la vita di una società di calcio ed era la cosa che più interessava a Moggi. una società può fallire per un acquisto sbagliato! E Moggi era terrorizzato dallo spionaggio industriale e la sciocchezza detta dal pm che il mercato si fa ad agosto è enorme. Il mercato si fa sempre tutti i giorni dell’anno e Moggi era uno che non trascurava niente. È o non è l’epoca del fascicolo 'Ladroni', delle intercettazioni Telecom, è o non è l’epoca dello spionaggio di una squadra che spesso e volentieri sbagliava le campagne acquisti?
Dove sono le telefonate di calciomercato? Ebbene, ma avete mai sentito Moggi parlare di mercato in tutte le 171 mila telefonate agli atti? Può mai essere che uno come lui non parli mai con un procuratore o con addetti ai lavori di mercato? E questa è la prova schiacciante! C’è un argomento contrario? E poi, Signor presidente, noi che siamo questa organizzazione criminale, che dobbiamo riunirci per decidere la linea, mi volete dire noi che abbiamo questa linea riservata perché per convocare le riunioni non la usiamo? E sui metodi di attribuzione è già stato detto tutto, io dico solo che esse non servivano all’associazione. Quello che poteva essere una valutazione diversa, ad esempio quella fatta dall’avvocato della Figc che dice che già avere una scheda riservata era reato, viene smentita da De Gregorio nell’abbreviato, il quale dice che il semplice possesso della scheda non è reato. Ma, signor presidente, perché l’arbitro doveva avere una scheda? Qualcuno ha avuto vergogna di dire che ha accettato un regalo, magari per parlare con l’innamorata o per risparmiare quattro telefonate…
Si dice che prima di Atalanta-Milan ci sono molti contatti tra Moggi e Bertini. Ebbene quella gara finisce 1 a 2 (e non 1 a 1 come scritto nella informativa, una distrazione) per il Milan che segna al secondo 46 del quarto minuto di recupero, dopo che Bertini ne aveva concessi 3, quindi fuori tempo massimo; inoltre sbaglia a non espellere Nesta per fallo da ultimo uomo.
Fiorentina-Milan del 1 maggio 2005, con una mancata concessione di rigore alla Fiorentina. Vi è una telefonata tra De Santis e Meani... Dopo Atalanta–Milan Moggi si lamentò dell’arbitraggio di Bertini che aveva anche mancato di espellere Nesta. Ma Bertini non era un nostro amico? Non era un associato? Ma c’è logica in tutto questo??
Trofino chiede di concludere la prossima volta, la Casoria lo concede e fissa l’udienza dell’otto novembre. Ignazio Sardina chiede di poter fare una precisazione durante la prossima udienza.
Prossimo appuntamento: 8 novembre 2011.
Udienza del 27 settembre 2011 - La difesa attacca. Prioreschi: Indagateli!
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- By Redazione
L'avvocato Prioreschi nella sua arringa non è andato tanto per il sottile giudicando il lavoro dei pm e degli investigatori. Sferzanti giudizi sulle indagini, sul metodo adottato da Auricchio e Di Laroni (per le sim svizzere), sulle valutazioni dei pm e sulle imputazioni, sulle convinzioni e richieste del pm Narducci. Accuse pesanti e la richiesta finale al Presidente Casoria di trasmettere gli atti del processo alla Procura di Napoli affinchè vengano valutate le testimonianze di Auricchio, Baldini e Nucini, ed alla Procura di Roma per abuso in atti di ufficio, falso ideologico, e calunnia in danno di Luciano Moggi.
E' il giorno più atteso da milioni di tifosi juventini, più di una finale di Champions, perché l'orgoglio e la dignità non hanno prezzo, neppure quello di una coppa.
Sarebbe stato il giorno più atteso comunque, ma la notizia del ritrovamento di una telefonata molto esplicita, che avrebbe dovuto portare chi indagava ad altre conclusioni, ha aumentato l'attesa. Una delle frasi che abbiamo ascoltato più volte, nelle registrazioni delle udienze su Radio Radicale, è stata "Secondo codice di procedura vigente..." pronunciata dal pm Narducci nelle sue opposizioni. Bene, nel codice di procedura penale esiste anche l'articolo 358, con il quale il legislatore ha inteso dare delle garanzie all'indagato, e vorremmo sapere se, e fino a che punto, è stato rispettato.
Oggi siamo in presenza di una telefonata nella quale il designatore Bergamo dà dei suggerimenti all'arbitro Rodomonti tre ore prima di Inter-Juventus e non suggerisce di "favorire la Juventus", che secondo l'accusa era lo scopo della cupola, bensì gli dice "Nel dubbio pensa di più a chi è dietro (l'Inter, di 15 punti già a novembre) piuttosto che a chi è davanti".
Cosa dimostra questa telefonata? Tantissimo. A differenza della Carraro-Bergamo questa arriva direttamente all'arbitro.
L'accusa non è riuscita a trovare nessun giro di denaro, o altra dazione, come incentivo per gli arbitri presunti "affiliati". Allora ci è stato detto che il vantaggio nel favorire la Juventus consisteva nell'arbitrare più partite, guadagnando di più. Non avevano fatto la classifica dei guadagni, nella quale De Santis, che è il leader degli "arbitri fidi", non è certo al primo posto ed è preceduto da arbitri non indagati.
Ci hanno detto che favorire la Juventus voleva dire fare carriera ed essere "protetti", ed invece Racalbuto viene fermato per otto turni e perde 40.000 euro, mentre Paparesta salta un solo turno in A.
Hanno scritto nei capi di imputazione che chi sfavoriva la Juventus veniva "sempre penalizzato", ed invece apprendiamo da Bergamo che si tornava giù se si favoriva la Juventus, dopo aver fatto "tanti sacrifici". Non c'è più un solo motivo valido per il quale agli arbitri convenisse far parte della cupola ipotizzata da Auricchio e portata in aula dai pm.
Presumiamo che quella di Prioreschi, più che una arringa, sarà l'esposizione delle risultanze di una contro-indagine che la difesa è stata costretta a fare per andare a scoprire cose che gli imputati erano sicuri essere avvenute, e che hanno dichiarato da subito, cose e prove che nelle informative ai pm non esistevano.
Dopo i tifosi delle squadre punite nel 2006, i più incavolati dovrebbero essere i giornalisti che nel 2006 si sono visti recapitare quelle informative come verità assoluta e che l'hanno rivenduta e diffusa ai propri lettori come fosse "il verbo". Si sono giocati la faccia, qualcuno anche la mano, messa sul fuoco accompagnandola con la frase "Io di quelle intercettazioni mi fido". Invece ci sono ancora sacche di resistenza, anche davanti all'evidenza, che sono difficili da giustificare se non ipotizzando che siano "penne arrabbiate", un po' troppo tifose di altre squadre, qualcuno garantista a targhe alterne, qualcuno colpevolista a seconda dell'imputato. Simpatie e antipatie che tolgono molto all'immagine del giornalismo.
Seguiamo la diretta Live dell'udienza grazie al solito contributo dall'aula 216 del nostro inviato Francesco/Frales su questa pagina "statica" (memorizzatela nei "preferiti").
Come al solito curiamo la diretta Live in contemporanea anche sul forum tifosibianconeri.com/Cronaca dell'udienza.
Potete commentare l'udienza anche sul nostro blog.ju29ro.com.
Nota: La redazione di questo giornale è da sempre favorevole alla diffusione dell'informazione in generale e sul processo in particolare, pertanto autorizza chiunque a diffondere i contenuti di questo articolo, rispettando la semplice norma legale sul copyright di riportare correttamente la fonte ed il link all'articolo.
Ore 9.30 - Un saluto ai lettori dal nostro Francesco/Frales, che ha raggiunto l'aula dove è già presente l'avvocato Prioreschi.
Ore 9.50 - Inizia l'appello. Massiccia la presenza di radio, tv e carta stampata
Dichiarazione spontanea di Luciano Moggi.
Ringrazio il tribunale per avermi dato la parola, finora non l’ho chiesta perché ho visto ostilità nel pm. Per vostra notizia, e su come si può sviluppare il processo tramite chiacchiere, vi leggo l’articolo di Ceniti della Gazzetta in occasione del cambio allenatore dell’Inter. Cosa stanno pensando questi signori? Per ingraziarsi Ranieri, che aveva avuto una diatriba con Mourinho, hanno scritto che Ranieri disse no a Moggi e che per allenare andò all’estero. “C’è un filo nero che unisce Moggi e Ranieri".
C’è una opposizione del pm ma la casoria dice di andare avanti. Moggi legge l’articolo nel quale si dice che nel 1991 Ranieri si oppose perché al Napoli erano arrivati dei giocatori giocatori legati a lui, e prosegue: peccato che lo stesso presidente del Napoli di allora ha smentito tutto. Avrei comandato le istituzioni federali ma qui i presidenti della Figc hanno detto il contrario di quello che hanno detto i pm, e cioè che io non avevo niente a che vedere con la politica federale. Carrraro, prima dei campionati del mondo del 2006, mi ha proposto il ruolo di consulente della Nazionale. La mia commistione con la Federazione è stata provata da questi presidenti. Mi hanno mischiato con la politica perché alla morte del Papa, il ministro dell'Interno Pisanu mi chiamò in ritiro per dirmi come orientarmi, la fece a me perchè Pisanu ha vissuto nel mio paese e io gli ho risposto che secondo me sarebbe da posticipare di un giorno perché le squadre che giocavano fuori erano già in trasferta. Questo ho detto a Pisanu, ma il pm ha detto cose diverse e ha omesso la telefonata del 3 aprile 2005 in cui Galliani dice a Meani: "Ma tu che pensi che io sia scemo? La Juve voleva posticipare di un giorno, io l’ho fatta slittare perché così racuperiamo Kakà per Siena". Questa telefonata è stata trascurata completamente.
Per quello che è il discorso di Pisanu, quando dice "se aiutiamo la Torres" significa dargli il prestito di giocatori, come si fa con tutte le squadre. Per la Juventus: io e la Triade siamo nati nell’interregno di Gianni, Umberto Agnelli e Chiusano, che sono morti nel giro di qualche anno tutti e tre. C’è stato l’ingresso degli eredi con i quali Giraudo aveva spesso fatto baruffa ed era chiaro che dovevamo andare via. Bisognava andare via, mandare via chi aveva vinto tutto senza chiedere un soldo alla proprietà, mentre questi di oggi hanno speso già 300 milioni. Alex Ferguson ad agosto ha detto: "Molte persone in italia sono state esempio da seguire, Sacchi, Capello e Lippi ma negli anni '90 predicavo ai miei giocatori e a me stesso che il nostro esempio da seguire era la Juve di Lippi e di uno straordinario manager come Moggi, che erano un tutt’uno come squadra e come società". Purtroppo non siamo stati difesi dall’avvocato della Juve, che non so per quale motivo ha patteggiato. Le altre hanno fatto bene ad indicare noi come colpevoli. Tutti conoscete Enzo Biagi che, prima di morire, in una intervista ha parlato di sentenza pazzesca, quella sportiva, perchè costruita sul nulla. La formazione della Juventus, vero mostro da combattere, era formata da campioni, era formata da tutti i capitani delle nazionali europee. Non avevamo bisogno di aiuto. Le classifiche parlavano di un netto distacco tra noi e gli altri e l’Inter non si può permettere di parlare di anomalia perché hanno cambiato Seedorf e Pirlo con Brncic e Coco!
Noi, non abbiamo mai detto "Tutti sono colpevoli, nessun colpevole", noi siamo qui per dimostrare che non abbiamo fatto quello per cui veniamo accusati. Non voglio nemmeno toccare il metodo Auricchio. Ha fatto quello che non si fa, è partito dalle conclusioni, ma quello che mi ha toccato personalmente è quando io sono andato a farmi interrogare, c’erano Beatrice, Narducci e Auricchio, e io ero con i miei avvocati. Sa cosa mi ha detto Narducci con un sorriso? Ha detto: "Ma lei sa che è finito?". E poi, io sono un lettore di Carlo Petrini, ex giocatore radiato per il calcio scommesse ’80. Petrini mi ha scritto una lettera chiedendomi dei soldi e gli ho risposto che doveva andare a lavorare ed è uno anche del mio paese. Quando sento dire che non sono stato interrogato non è vero. Io sono stato il primo e avevo di fronte i tre che erano gli artefici del processo, come ho detto. A questi io ho detto che c’era uno spionaggio industriale ma non vi è traccia nei verbali e guarda caso, avevo indovinato perché è venuto fuori Telecom, dove eravamo parte lesa, e quando ci accorgemmo dei pedinamenti abbiamo cercato dei rimedi. La società ha acquistato le schede svizzere alle quali è stato dato il segno della segretezza e, invece, non era così. Lo hanno dimostrato adesso intercettando una scheda panamense tra Lavitola e Berlusconi. Queste schede sono servite perché quando Narducci dice che il mercato si fa ad agosto, dice una fesseria, perché il mercato si fa all’inizio dell’anno. Io ho preso Zidane all’inizio dell’anno per 5 miliardi rivendendolo a 160. Io queste schede le ho utilizzate per queste situazioni, poi si possono fare tutti i discorsi che si vogliono. La mia sensazione è che Narducci abbia voluto fare un processo di sensazioni. Perché la Procura non è mai andata a Coverciano dove c’erano tutti gli arbitri in raduno a fare una perquisizione? Gli arbitri le schede se le compravano da soli, magari hanno qualcosa da nascondere sul piano non processuale. Passo la parola all’avvocato, sperando che non sia emozionato.
Applauso da fuori l’aula, che il giudice Casoria zittisce.
Battibecco tra Penta e Vigoriti. Alla conclusione della dichiarazione spontanea di Luciano Moggi, dopo l’applauso dei tifosi juventini presenti in aula e nelle immediate adiacenze, l'avvocato dello Stato, Vigoriti, ha mostrato segni di dissenso: "Si sono portati la claque. Fossi stato io il giudice, li avrei cacciati tutti". Nicola Penta, che era seduto al suo fianco gli risponde a muso duro: "Fortuna sua che Lei è solo un avvocato, io avrei cacciato tutti quelli che hanno detto una marea di sciocchezze in questa aula. Le persone che hanno applaudito hanno tutto il diritto di essere qui, assistere ed eventualmente manifestare la loro soddisfazione".
Avvocato Prioreschi: Mi occuperò dei reati di frode, del reato associativo parlerà Trofino.
In questi processi gli avvocati fanno a gara per parlare per ultimo. Io non so se questo è un vantaggio, ma certamente quando si parla per ultimi si rischia di rimanere senza argomenti perché gli altri hanno già affrontato tutto. Volevo dire che il mio intervento, che tratterà le frodi, ha presupposti che riguardano le modalità con cui sono state acquisite le prove, perché questo è il tema vero del processo. Se è stata acquisita in modo corretto o genuino o è stata alterata, il che si ripercuote sul dibattimento. A Luciano Moggi è stato contestato l’alfabeto e anzi di più. Voglio essere subito chiaro. Non mi occuperò della sentenza di abbreviato, non solo perché non è utilizzato ma perché non faccio come il pm, che mi dice che utilizza la sentenza, solo quando gli fa comodo. Non utilizzo nemmeno le 3 sentenze della giustizia sportiva, perché essa è giustizia d'avanspettacolo, sperando che chi fa avanspettacolo non si offenda. Sono giudizi falsati, perché con prove acquisite in modo anomalo. Nemmeno parlerò della sentenza Gea, che è stato il banco di prova di questa indagine, che ha subito un sonoro schiaffo all’ipotesi della associazione a delinquere. Quella sentenza ha smentito tutto l’impianto accusatorio, quindi mi farebbe comodo, ma non lo faccio. Perché il vero processo è quello che si è svolto in quest’aula, che abbiamo celebrato con tutte le intercettazioni e non fatto in abbreviato. Proprio Lei mentre sentivamo Coppola qui in aula, quando la parte civile insisteva, Lei disse: “Vale quello che si dice qui, ha più importanza di quello che si è detto fuori” e allora se dobbiamo vedere quello che si è detto qui, questo processo non può che avere una soluzione; i fatti non sussistono. Di penalmente rilevante non c’è nulla.
Le svizzere. Il Tribunale ricorderà che facemmo un'eccezione di utilizzabilità delle intercettazioni delle schede straniere. Questa eccezione fu respinta. All’epoca dicemmo che erano stati fatti accertamenti con gli uffici in Svizzera, quindi non vi era la rogatoria e quel dato era inutilizzabile; ci è stato detto di no perché forse dalle informative emergeva una verità diversa, ma oggi devo dire che avevamo visto giusto: l’istruttoria ha evidenziato che per la modalità di intestazione a De Cillis c’è un contrasto tra quello che dice Di Laroni e quello che dice Auricchio. Ricordate: le schede erano la 741 finale di Moggi, la 213 di Pairetto e la 284 di Bergamo. Come hanno accertato l'intestazione? Di Laroni dice che hanno accertato attraverso il centro doganale di Chiasso, lato italiano. Auricchio, dopo qualche mese, dice che è stato fatto con l’ufficiale di collegamento svizzero presso il ministero dell'Interno, ma la cosa simpatica è che ci dice che ha chiamato al telefono e gli chiede a chi erano intestate le schede e poi lo ha richiamato. Non c’è niente di questo accertamento, né un fax né un'informativa di servizio. Tutto a voce! Uno degli atti più rilevanti del processo, a voce!
Ma il 22 dicembre 2009 abbiamo ascoltato il maresciallo Nardone, che è andato a Como a sentire De Cillis. Vediamo come sono state acquisite le schede e i nominativi. Sono le schede da cui è partita l’indagine sulle sim svizzere. Risponde che "arrivati lì" ha sentito il De Cillis e gli ha detto che era lui ad aver venduto le schede, e che poi sono andati con la macchina del De Cillis al suo negozio in Svizzera ad acquisire la documentazione. A mia domanda se fossero davvero andati in Svizzera ha risposto di sì. Disse: "L’abbiamo presa noi, l’abbiamo acquista!". Questo è un maresciallo dei carabinieri e abbiamo la prova che è stata svolta attività in territorio straniero senza rogatoria internazionale, e per il codice di proceduta penale queste prove sono inutilizzabili! L'inutilizzabilità iniziale travolge tutta la fase successiva. Quindi chiedo l' inutilizzabilità di queste carte.
Il reato di frode sportiva. Presidente, mentre preparavo la discussione, a parte l'inutilità di tante cose, abbiamo esagerato un po’ tutti, avendo assistito anche alle discussioni dei colleghi avevo deciso di non aggiungere nulla all’argomento frodi. Ma, riflettendo, sul reato di pericolo presunto a consumazione anticipata, ho fatto un approfondimento. Ci sono due fattispecie distinte, la prima è la corruttela del partecipante alla gara, la seconda è la commissione di atti fraudolenti volti al condizionamento del risultato. Io mi sono ripreso i lavori preparatori della legge 401/89 e ci sono alcuni interventi sulla finalità del reato, sull’elemento oggettivo del reato, nei lavori preparatori; la seconda fattispecie viene inserita solo dopo una lunga discussione e consapevoli della difficoltà di individuare bene il reato. Vi è tutta una discussione in commissione e c’è un intervento di Casini che individua come atto fraudolento quello tipo del portiere che droga i suoi compagni di squadra. Poi c’è la sentenza del 2007 sulla Juventus e il doping, che dice che prima della legge dell’89 si faceva ricorso al reato di truffa, dopo si dice che ci sono due condotte distinte: quella della corruzione sportiva e quella della frode mediante la commissione di atti fraudolenti, che è molto generica e non definita. Bene, ma se sono due condotte distinte e autonome, se mi trovo davanti alla corruzione, si può parlare di reato di pericolo, ma nel secondo caso assolutamente no.
Il tema è l'individuazione degli atti fraudolenti. Cosa dice la Cassazione nel 2007? Circoscrive gli atti fraudolenti. Se così non fosse, qualunque atteggiamento, dalla spinta del gregario in una corsa di ciclismo al fallo in campo, potrebbe essere identificato come atto fraudolento. Vi deve essere un artificio o raggiro, qualcosa di specifico. Il fallo da ultimo uomo è volontario, doloso e atto a cambiare il risultato della gara: che cos’è, un reato? E' evidente che la norma parla di atti non riconducibili a quello che è il gioco, non il comportamento dell’arbitro, ma allora se togliamo i sorteggi, ci ritroviamo a parlare se era rigore o fuorigioco, questo abbiamo fatto e che questi non possano essere fatti fraudolenti mi sembra così pacifico che è anche inutile parlarne.
Da cosa ci dobbiamo difendere? C’è un’altra questione: Lei ricorderà che tra le altre questioni c’era quella di nullità del decreto di rinvio a giudizio per genericità del capo di imputazione, ma forse avevamo ragione ancora. Queste imputazioni i pm le interpretano in un modo, le parti civili in altro. Narducci dice che la corruzione non lo riguarda, ci riguardano gli atti fraudolenti. La parte civile Figc: "E' certo che questo è il processo della corruzione". Non solo, ma le parti civili e i pm non sono nemmeno d’accordo sulla condotta. Narducci dice che non dobbiamo guardare al singolo episodio, ma che era una organizzazione più fine. Parte civile Brescia: "Dobbiamo parlare dei singoli episodi". Allora, da che cosa ci dobbiamo difendere? L’atto fraudolento di chi? L’avvocato Milella, che ha capito che non ci sono atti fraudolenti, cerca di salvarsi in angolo e dice: "Nel capo di imputazione trovate gli elementi per qualificarlo frode sportiva mediante condotta. Non è necessario truccare il sorteggio per il collega, perché se metto in griglia tutti gli arbitri amici sto a posto", legando l’amicizia al possesso di schede. Il prezzo della corruzione sta nel fatto che essere designati vuol dire guadagnare più soldi. A parte che qui vengono contestate partite della Juve contro squadre di fondo classifica, ma l’indagine sulla formazione delle griglie l’ha fatta la Procura di Torino fino alla 26esima giornata di quel campionato e andatevi a leggere la richiesta di archiviazione di Maddalena che ha detto che la formazione delle griglie era fatta in maniera regolare. Ma non basta, perché se andiamo a vedere il guadagno e andate al verbale dell’11 gennaio, c’è l'indicazione degli arbitri che nel 2004 2005 hanno guadagnato di più: ci sono Collina, Paparesta eccetera. Il penultimo è Bertini, l’ultimo è De Santis!
Imbroglio ed imbroglioni. Cominciamo ad entrare nel processo. Debbo fare un’avvertenza semantica. Se prendiamo un vocabolario alla lettera "I" e leggiamo il significato del verbo 'imbrogliare' e del sostantivo 'imbroglio', vediamo che significa confondere, creare confusione. Allora vi dico che quando dirò che questo processo è un imbroglio, che ci sono degli imbroglioni, lo dico in questo senso.
Recentemente è uscito un libro scritto da magistrati. Vi leggo alcuni passaggi. Cordero ci dice che le norme che regolano un processo penale sono segno di civiltà di un popolo. In un altro passo, scritto da altro magistrato, si dice che il pm che formula un'accusa deve offrirla in modo che resista ai tentativi di falsificazione e deve impegnarsi per smentirla egli stesso, e ricercare elementi in favore dell’indagato. È l’esatto contrario di quello che è avvenuto qui.
Come devono essere valutate le intercettazioni? Nel corso della sua requisitoria Narducci ci ha detto che senza intercettazioni non è possibile capire cosa è successo in questo processo. E allora vediamole tutte, non solo quelle che ci convengono. La Cassazione dice che il dato che risulta dall'intercettazione deve essere sostenuto da chiarezza e non può risolversi nel mero sospetto. E allora, il materiale probatorio delle intercettazioni deve essere contestualizzato nel mondo del calcio di cui stiamo parlando. Stiamo parlando dell’ambiente dove le chiacchiere e la millanteria sono all’ordine del giorno, dove ci sono opinioni contrastanti; quante volte si dice: 'Ti sei venduto la partita, ti sei comprato l’arbitro'? Ebbene in questo processo è successo questo. Si sono blindate alcune stupidaggini dette al telefono e ci si è costruito su un processo. Che sia un mondo di chiacchiere non lo dico solo io, ma anche Cellino qui in udienza, quando dice "La realtà nel calcio non si sa qual è, ci sono sensazioni che ti fanno sospettare. Ma io dico la verità: ci sono luoghi comuni, si parla per sentito dire". O Gazzoni, che a maggio 2009 ha detto che "il calcio... chi più ne ha più ne metta". Armando Carbone che a maggio 2009 dice che i fratelli Abete facevano parte del sistema Moggi... o Zeman che dice che la giornalista Sanipoli faceva parte del sistema Moggi... Franco Corbelli che dice l’esatto contrario sulla vendita di Fresi che passa dal Napoli al Bologna di Gazzoni, che è amico di Moggi. Addirittura! Già le parole dette al telefono devono essere prese per quello che sono. Che al telefono si dicano le bugie lo dice uno studio dell’università di New York che ha accertato che la percentuale di bugie che si dicono al telefono è del 37%, mentre di persona scende al 27%. Se prendiamo per vera qualche affermazione fatta al telefono viene fuori una realtà parallela. Marocchi qui in aula, interrogato su una partita del '94 addirittura, sulla risposta di Moggi “Ci penso io” rispose che Moggi rispondeva sempre così. Dopo Reggina-Juve Moggi e Baldas parlano di Copelli che deve andare a fare i Mondiali; Moggi dice: “Lo faccio cancellà io”. Copelli è andato ai Mondiali e l’altro ieri ha arbitrato in serie A. Allora: grande rigore e cautela nell’interpretare le intercettazioni. Vogliamo poi parlare delle intercettazioni dopo Reggina-Juventus e il fatto di Paparesta? Moggi si è beccato il sequestro di persona. Questo è stato il processo: si dice una stronzata per telefono e ci si becca il capo di imputazione, perché Auricchio dopo 1 secondo ha fatto l’informativa: un investigatore serio doveva ascoltare la telefonata di 30' dopo in cui dice “volevo chiuderlo nello spogliatoio”. Grande cautela e grande diffidenza!
Violazione del Codice. Altre fonti di prova: posso dire senza smentita che nelle indagini preliminari la prova non è stata acquisita in modo corretto. L’assunzione di tutte le persone informate dei fatti è avvenuta in violazione del codice di procedura penale. Abbiamo interrogato le persone sulle opinioni, sulle sensazioni, sui “si dice”. E in questa paranoia ci siamo infilati tutti, abbiamo fatto domande sulle sensazioni, sulle impressioni.
Anche qui richiamo grande rigore e senso critico del tribunale. Ci sono alcune perle che purtroppo per il pm devo riprendere. Sentono Gazzoni Frascara, il quale dice che i pm non gli avevano sottoposto i capi di imputazione. Ma nel verbale si dice, al contrario, che prima dell’interrogatorio erano state esattamente specificati, ma in maniera scandalosa. Al presidente del Bologna è stato detto che il Bologna era retrocesso per colpa di Moggi e Giraudo. E quello che deve dire? Per forza che si è infuriato con Moggi!
Anche a Varriale è stato chiesto se prima dell’interrogatorio erano stati illustrati i capi di prova e, quando ho fatto la contestazione e letto il verbale, viene fuori anche qui che invece della domanda c’è una specie di sentenza, manco il condizionale usano questi. Poi gli chiedo se sono state fatte sentire le intercettazione e lui risponde di sì. E sapete di quale intercettazione si parla? Moggi che parla con Scardina e gli dice: 'Nun me la mandà quella se no me devo toccà, che quella me porta sfiga'. Su questo hanno costruito un capo di imputazione! Ma non basta! Se uno volesse evidenziare tutte le porcherie, non finirebbe mai, ogni pagina di Auricchio è piena di porcheria da far voltare lo stomaco. Udienza di Gianfelice Facchetti che parla de relato di un morto: ma poiché il figlio non sapeva quello che aveva detto il padre hanno fatto la seduta spiritica, hanno preso un memoriale del padre. Il verbale di Facchetti è il memoriale trasferito, tra l’altro un memoriale anonimo, infilato in un verbale. Le hanno provate tutte! Ma non basta. Nucini ultima versione, che Mungiello ha detto che è stato accompagnato in camice bianco, ma magari! Convocano Nucini a riscontro del memoriale e gli dicono che sono stati acquisiti nuovi mezzi di prova relativi alle dichiarazioni di Facchetti Gianfelice; gli si dice, a Nucini, tutto questo e lo si invita a narrare gli eventi. E Nucini è stato definito teste fondamentale! Manfredi Martino, altro teste fondamentale. Udienza del 6 novembre 2009. Gli viene chiesto di indicare, sulla base di circostanze da lui conosciute, quali gare sono state combinate. Non è che gli si chiede se sa se ci sono state gare combinate, no, lo si imbocca subito!
Lo imboccano: le gare sono sicuramente combinate, per i pm! Prova a barcamenarsi, Martino, e mette a verbale che lui non c’entra niente con le designazioni, prende le distanze. Un interrogatorio durato 6 ore per 4 pagine di verbale: pochine... Una consuetudine tipica di questo processo: Cuttica dice di essere stato interrogato per sette ore “senza un bicchiere d’acqua, con domande incalzanti, non era una chiacchierata tra amici” e un verbale di 4 pagine. Collina 5 ore e 3 pagine, Paparesta 10 ore e 26 pagine; Copelli 5 ore e 5 pagine. Galati 23 ore. Baldini 6 ore e 20 pagine, ma quello era amico. Morganti lo interroga Lei perché parlava a mezza bocca. Morganti pur di andare via dai carabinieri avrebbe confessato un omicidio: e di che stiamo parlando? Di camorra o mafia? No, di frode sportiva. Il record lo batte l’osservatore D’Addato, quello di Lecce-Parma: il 19 ottobre 2010, si fa 7 ore per 1 pagina e mezza. Ma che si sono detti? E mi fermo qui, che cosa hanno fatto pur di portare qualcosa qui? Questo è il vero imbroglio, sempre intesto come prima.
La genesi dell'imbroglio. Ma veniamo agli imbrogli veri, il processo comincia con un imbroglio. La genesi quale è? È l’informativa firmata da Auricchio del 18 settembre 2004. Rispondono a una delega del 15 luglio 2004, e delegano chissà perché i carabinieri di Roma, altro mistero. La delega era: accertare se il Messina aveva rapporti con arbitri e Gea. Allegata alla delega c’erano solo le dichiarazioni di Dal Cin sulla "combriccola romana". Dal Cin il 26 maggio 2009 ha detto che erano sue sensazioni. Si prendono le sue sensazioni, che per il 194 del codice non poteva nemmeno essere verbalizzate, e si mandano ai pm che dicono che quel verbale, insieme alle dichiarazioni di Spinelli, Cellino e di due procuratori, è posto a fondamento della prima richiesta di intercettazioni dei telefoni di Moggi padre e figlio. Quindi, su fatti oggettivamente falsi si comincia ad intercettare. Auricchio dice che da luglio a settembre il suo ufficio svolse attività di indagine finalizzate alla verifica. E Di Laroni dice che si fece una indagine conoscitiva sulla base di ciò, altra novità. Si dice: c’è Moggi, che dicono essere un mostro, cominciamo a scandagliare tutte le partite di tutti i campionati e vediamo se è vero. Anche questo è stato fatto!
Auricchio scrive che il suo ufficio ha intrapreso l'investigazione sulla base di prove che facevano risalire a Moggi, ma è falso! Quale è questo quadro indiziario? Dove stanno gli indizi di reato, previsti dal codice, per ottenere l’autorizzazione alle intercettazioni? Se non scrivevano il falso nessun giudice al mondo avrebbe concesso l’autorizzazione. Auricchio dice che il processo si è indirizzato verso Moggi. Questa è stata una spietata caccia all’uomo. E non basta. La chiosa dell’informativa è che la Gea, nata dall’alleanza dei potero forti, è la fusione tra Capitalia e il sistema calcio, che è in grado di condizionare il mondo del calcio a tutti i livelli, compresi i designatori. Ma chi li aveva mai nominati i designatori fino ad allora? Questo processo è un imbroglio! Ma il bello è che Auricchio in aula smentisce ciò che era alla base della informativa. La combriccola romana non esisteva, dice, quegli arbitri non favorivano la Juventus, anzi, il nome della combriccola romana non era nemmeno loro ma era stato coniato da altri. E quando io gli ho fatto notare che la tesi della combriccola era alla base della informativa con la quale erano iniziate le indagini dice candidamente che le indagini cominciano in un modo e poi si evolvono!
Le telefonate "sfuggite". Passiamo alle intercettazioni occultate. Come scopriamo l’imbroglio? Debbo ringraziare i nostri consulenti, l’ing. Porta e Nicola Penta. Sono professionisti di primissimo piano, che meritano il giusto riconoscimento. Ma debbo ringraziare un gruppo di tifosi juventini, del sito ju29ro.com, che si sono sobbarcati l’onere di ascoltare le telefonate animati solo dall’amore del tifo per la squadra. Ho conosciuto dei ragazzi fantastici e senza di loro non ce l’avremmo mai fatta. Era più facile trovare un ago nel pagliaio.
Si indaghi sull'indagine. Sentivamo puzza di bruciato perché in un'informativa c’era un'intercettazione tra Bergamo e la Fazi, del 5 gennaio 2005 ore 14.30, dove Bergamo dice di avere avuto una telefonata di Moratti e che organizza una cena con Facchetti, ma queste telefonate non c’erano. Un secondo indizio viene dal numero: 171 mila, e quindi abbiamo pensato che potevano essere lì. Ma un terzo indizio ce lo dà una mail di aprile 2009 del nostro consulente che dice: 'Se ci fate caso accade che i progressivi saltano di parecchi numeri, il che è strano', e che sarebbe stato necessario chiedere i tabulati ai gestori. Abbiamo iniziato a cercare le telefonate e, siccome non era possiblle ascoltarle una ad una, l'ingegner Porta ha studiato un sistema. In questa attività non eravamo aiutati nemmeno dai brogliacci perché non c’erano o, se c’erano, non dicevano nulla. Quelli che erano più completi non erano leggibili e quelli che contenevano l’oggetto lo contenevano sbagliato. Un solo esempio. Telefonata fondamentale per Racalbuto dopo Cagliari -Juventus. Questo è il brogliaccio dove Racalbuto parla con Pairetto. Primo: non si dice che stava parlando con Pairetto. 'Nulla di utile, le telefonate sono state ascoltate ma non registrate per un errore del server'. Ciò è un’altra falsità, perché noi l’abbiamo trovata registrata e questa che cos’è: una dimenticanza, una sordità? O è stata occultata pensando che non si sarebbe mai trovata? Noi su questo ci aspettiamo una risposta, perché se qui non ci fosse stato Moggi ma uno qualunque, la verità non sarebbe mai venuta fuori. Questo è un imbroglio! Per questo chiedo di trasmettere gli atti alla Procura della Repubblica perché vogliamo sapere se in questo processo c’è un mandate e un killer, o se gli imputati sono stati sfortunati. Noi propendiamo per la prima ipotesi, perché non è possibile che tutte le telefonate sfavorevoli all’accusa, TUTTE, siano state occultate e l’attività di occultamento è continuata per tutta la fase delle indagini preliminari e fino al dibattimento.
Coppola, la prima crepa. Vi ricordo Coppola che si presenta ai carabinieri per parlare dell’Inter. "Non ci sono intercettazioni, sull’Inter", gli dicono. E sapete chi lo ha interrogato? Auricchio e Di Laroni, che gli dicono che non ci sono intercettazioni! Il 23 marzo 2010 testimonianza di Auricchio: prima fa il finto tonto e si capisce anche la nostra prudenza, non avevamo nulla al momento. Lui cincischia. In soccorso del maggiore arriva il pm che dice che "l’avvocato non è in grado di dimostrare nulla", "qualcosa è sfuggito alla fine". Alla fine Auricchio dice che "tutte le intercettazioni effettuate dai telefoni sotto controllo sono state trascritte e registrate. Poi se Facchetti ha chiamato non risulta, avrà chiamato su altro telefono". Ha detto il falso Presidente, perché sapeva benissimo che c’erano. Il 30 marzo quando gli si è chiesto di telefonate di altri dirigenti risponde che "ci sono state concentrazioni di auguri di Natale e Pasqua. Su tutte ci sono i brogliacci". Allora ci sono?
Grazie Penta. Nicola Penta trova le prime telefonate dell’Inter e di Moratti il 31 marzo. Mi ha buttato giù dal letto alle tre di notte, scopriamo il vaso di Pandora e da quel giorno troviamo telefonate tutti i giorni. L'ultima è di stamattina sui giornali, una telefonata incompatibile con il capo di imputazione dell’associazione di Moggi con i designatori! Il 13 aprile torniamo e gli chiediamo perché non è stata trascritta. Risposta: "La conversazione del 26 novembre è da noi intercettata e trascritta". Dove? Per questo parlo di imbroglio. Dove è trascritta? Non solo non è trascritta ma è di quelle infilate sotto. Il 23 marzo risponde che non ci sono, che avrà chiamato da altro telefono, il 13 aprile dice che è stata sentita, registrata e trascritta. Qual è l'attendibilità di questa gente e di questa indagine? Bisogna diffidare di questa gente che cerca di fregarti appena ti giri. Ma Auricchio è anche sfortunato perché a luglio di quest’anno vengo buttato giù dal letto di nuovo da Penta, perché ha trovato "i baffi". Nelle migliaia di intercettazioni scopriamo che i carabinieri, all’inizio di tutte le intercettazioni, fanno una legenda e spiegano come interpretare queste chiamate. Secondo tre gradi: importanza 1, un baffo verde, 2 due baffi gialli, 3 tre baffi rossi. E da ciò che scopriamo? Andiamo a vedere come erano state classificate quelle sparite. Che queste di Facchetti, di Moratti, di Campedelli erano tutte classificate con i baffi gialli e rossi, come e più di quelle di Moggi, quindi il carabiniere che stava alla cuffia l’ha ascoltata e segnalata, poi, quando è passata al piano di sopra, qualcuno ha fatto il farmacista e ha deciso di farla sparire.
Qualcuno dovrà spiegare. Tu non la puoi far sparire, è una vergogna. Lui ha fatto l’indagine, lui le ha ascoltate, lui le ha selezionate. Tutto pensavo, in mezzo a 171 mila certo qualcosa poteva sfuggire, ma questa è una selezione precisa fatta da qualcuno, ma questo qualcuno dovrà spiegare davanti all’autorità giudiziaria il perché ha compiuto questa scelta che ha rovinato la vita a tante persone, a tante società, e che questo passi impunito non è possibile, è un fatto di rispetto per la verità, non è possible che sia avvenuto questo, è una vergogna per i carabinieri, per la Procura, per tutti. Il processo è questo: un imbrogliare dall’inizio alla fine!
Auricchio e Baldini. Io vi invito a leggere in parallelo le dichiarazioni dibattimentali di Baldini e Auricchio prima in Gea e poi qui. Due che prima cercano di nascondere un rapporto e alla fine Baldini, quando lo trovi con il sorcio in bocca, ammette, confessa alla fine, ha collaborato con Auricchio. Quindi scopriamo di Antonelli, della giornalista di Milano e quando io gli chiedo (ad Auricchio, ndr) otto volte se avesse parlato con Baldini di fatti di questo processo e lui per otto volte dice di no, è falso, perché il suo rapporto con Baldini nasce da quando arriva la delega di luglio 2004: abbiamo un dato oggettivo che sono le dichiarazioni di Antonelli del 1° febbraio 2005, quando dice che Baldini gli aveva detto se voleva parlare con Auricchio, quindi non è possibile, come dice Baldini, che ha parlato con Auricchio solo dopo il 31 marzo 2005. Baldini dice che ha portato la giornalista a parlare con Auricchio sui fatti di Capitalia, ma quelle cose stanno nell'informativa del settembre 2004. Auricchio dice che ha parlato di quando i russi venivano a parlare per comprare la Roma, ma poi è smentito dal compare.
E nella famosa intercettazione del ribaltone, Baldini dice a Mazzini che farà il ribaltone, lui lo salverà perché ha già fatto i nomi che doveva fare. Questa è del 4 aprile: e a chi li aveva fatti? Questo è il secondo imbroglio.
La frode. Il pm ha detto che le prove a carico della frode sono i sorteggi truccati, mi tocca intristirmi a parlare di Manfredi Martino e delle sue stupidaggini, le ammonizioni mirate e le intercettazioni. Mi sono chiesto: come sono stati scelti questi capi di imputazione? Le frodi contestate a Moggi vanno divise: quelle fatte in proprio (Juve), quelle per conto terzi (Messina e Fiorentina). Le possiamo dividere in frodi semplici, quelle con il sorteggio truccato, quelle con le ammonizioni e quelle in cui c’è sia il sorteggio che le ammonizioni. Sono partito dalla logica e la prima cosa che ho notato è che quelle relative alla Juve riguardano tutte incontri con squadre di bassa classifica (tipo Siena-Juventus), e mi sono chiesto: ma la Juve, per vincere con il Chievo, doveva organizzare tutto questo? L’unica è Juve-Milan del 18 dicembre 2004, arbitrata da Bertini. Due riflessioni semplici semplici: non c’è contestazione sul sorteggio e arbitra Bertini, arbitro associato, e come finisce? 0 a 0. Ma io vado a imbrogliare per Siena-Juve, e vinco 3 a 0, e quando mi capita il Milan, e ho Bertini associato, faccio 0 a 0? Già con la logica non andiamo da nessuna parte. Anche in Roma-Juve non c’è contestazione del sorteggio. È un'indagine demenziale anche sotto questo profilo. E anche con le ammonizioni scopriamo cose interessanti. E allora, Presidente, mi piacerebbe sapere come sono stati individuati i capi di imputazione. Scopriamo dalla deposizione di Auricchio che Milan-Juve, quella del colpo di tosse di Manfredi Martino, sedicesima giornata, è decisiva per lo scudetto. Auricchio aveva le dichiarazioni di Martino sul colpo di tosse, quindi c’era motivo per investigare, ma non suscita interesse investigativo, e perché mai? Nella griglia non c‘erano arbitri amici della Juve. Perché per Lecce-Juve devo truccare la griglia e i sorteggi e non lo faccio per il Milan? Perché la gara decisiva non è attenzionata? "Evidentemente non c’era la necessità di mettere un arbitro favorevole", risponde Auricchio. Qui mi cascano le braccia!
Come sono state scelte le partite? Auricchio dice che ha visto qualche partita ma non è una visione investigativa perché non hanno fatto le indagini sul campionato di calcio, "se era rigore o no, saremmo stati i più fessi del mondo, saremmo caduti nel bar dello sport". Quindi tende a spacciarla per una indagine raffinata, ma il 23 marzo su Fiorentina-Brescia ammettono di essere i più fessi del mondo perché nell’informativa mettono un trafiletto di giornale! È un imbroglio!
E che hanno fatto le indagini da bar si vede dal dibattimento: Manfredi Martino, teste fondamentale, ammette che è stato fatto uno studio delle problematiche giornalistiche su Atalanta-Juventus. Auricchio aggiunge che la sua indagine era investigativa e non conoscitiva. Il criterio dovrebbe essere quello delle intercettazioni. Ma non è vero perché in Parma-Juventus del 6 gennaio, c’è una intercettazione tra Boschi, osservatore, e Lanese, su De Santis. Boschi dice che per ammonire uno della Juventus gli deve dare una coltellata se no non lo ammonisce. Quindi qui c’è: questa intercettazione, c’è un arbitro favorevole come De Santis, c’è Moggi che entra nello spogliatoio e perché non c’è nel capo di imputazione? Ve lo spiego io: perché secondo il loro teorema quello era il momento dello sdoganamento dell’arbitro e, quindi, non faceva comodo a loro inserire questa partita. Questo tema dello sdoganamento cambia in continuazione a seconda di quello che serve all’accusa. Altra telefonata tra Moggi e Biscardi. Ci hanno detto della contiguità tra i due ma quando c’è una intercettazione tra Moggi e Biscardi che dicono che Bertini ha favorito il Milan contro l’Atalanta non la inseriscono perché la teoria vuole che Bertini stia dall’altra parte.
Ammonizioni dolose. Auricchio dice che questa grande intuizione nasce da un telefonata tra Meani e Babini. Ma la perla sono le indagini fatte sui tabellini della Gazzetta dello Sport. I capi di imputazione sono stati fatti con i tabellini della Gazzetta e quanto fosse importante questo giornale viene fuori dall’esame di Auricchio. Al 90° di Palermo-Juventus De Santis non dà rigore netto alla Juventus. Quando io gli dico che c’era il rigore lui contesta, ma quando gli dico che è la Gazzetta a dirlo, si zittisce. Hanno visto quali erano i diffidati della gara della Juventus, quali partite erano arbitrate da arbitri amici, dopo di che hanno interpretato qualche intercettazione e hanno fatto il capo di imputazione.
Sui contatti tra sim Di Laroni, a precisa domanda, dice che non è in grado si sapere chi chiama chi.
Sui diffidati: dicevamo della telefonata Meani-Babini, in cui Meani dà incarico a Babini di fare questa indagine. Cosa porta a casa il pm: Babini viene interrogato su questa indagine e dice che Meani aveva in mente che ci fosse possiblità che nell’ambiente si facesse la caccia ai diffidati. "Aveva in mente", qui Meani diventa assistente di polizia giudiziaria. Successivamente Babini dice di non aver trovato quello che cercava, che, anzi, a volte avveniva l’esatto opposto, ma siccome si tratta della Juve si blinda il pensiero di Meani, ancorchè con risultati negativi, e si fa il capo di imputazione. Nel dibattimento abbiamo chiesto a tutti gli arbitri se sapevano chi erano i diffidati prima della gara. Tutti hanno risposto di no. E poi ci sono i grandi nomi degli squalificati, manco fossero stati Maradona. Poi vedi che il Milan ha Rui Costa, Nesta e Seedorf diffidati e la prossima gioca con la Juve, e che succede? L’arbitro amico De Santis non li ammonisce! E le squadre menomate quali sono? Atalanta, Reggina, Bologna, Chievo, Fiorentina... mai una big! E su 25 diffidati, poi ammoniti e squalificati, pro Juve, 10 arrivano da arbitri non amici. E quando io chiedo ad Auricchio se il sistema funzionava contro le big, Auricchio tergiversa dicendo che il dato di partenza non è la Juve, ma il giocatore diffidato. Facendo una contestazione, leggendo l’informativa nella quale si dice l’esatto contrario, non fa una piega! E’ una vergogna!
I sorteggi truccati. Passiamo al tema dei sorteggi truccati. Di tutto avrei pensato di dover trattare tranne che dei sorteggi, dopo quella che è stata l’istruttoria dibattimentale; ma dopo che il pm ha detto che il teorema si è rafforzato in udienza, allora devo tornarci. Come si sarebbe rafforzato? Con le testimonianze di Manfredi Martino, di Zamparini, di Cellino, di Galati. Io forse mi sono distratto, ma questa affermazione del pm mi pare alquanto fantasiosa e il pm si è arrampicato sugli specchi, alterando oggettivamente o interpretando a modo suo l’esito dell'istruttoria. Per truccare i sorteggi dovevano essere d’accordo i giornalisti, questo lo capisce anche un bambino di tre anni ma non la Procura di Napoli. I giornalisti sentiti qui in aula hanno detto che non sono mai stati interrogati. C’è la telefonata tra Moggi e la segretaria, si blinda quella chiamata e si costruisce il capo di imputazione. Non si fa un'indagine su quel sorteggio, ma si fa un ragionamento generale: i sorteggi sono truccati. No, pm, non si fa così. Mi devi dire quali sono i sorteggi truccati, e in che modo li ho truccati. Sono bravi tutti a fare i processi così!
Ma veniamo a questa telefonata. Già in dibattimento abbiamo depositato i comunicati Ansa che venivano diffusi un minuto dopo l’esito dei sorteggi. I testi che abbiamo ascoltato ci hanno confermato che c'era un aggiornamento in tempo reale sul sito della Federazione, e c’erano i giornalisti in diretta con le loro redazioni che aggiornavano le notizie, in diretta. Ma che andate a cercare con la telefonata tra Moggi e Alessia delle 11.53? Il pm domanda a Martino se c'è la possibilità prima delle 12.20 di conoscere l’arbitro, Martino dice che poteva capitare, che chiamavano molte società, la Juventus, il Milan, la Reggina, e si diceva la quaterna se c’era già, o si diceva di richiamare. Questo è il materiale probatorio. Non ci sono telefonate intercettate di Moggi che chiama un giornalista, si dice. Nell’era internet! Bastava leggere l’Ansa, non credo che alla Juve mancasse la possibilità di mettersi in contatto con i siti Internet. Qui non stiamo parlando del giorno prima, ma qui ci sono telefonate fatte dopo i sorteggi e qual'è la valenza probatoria, o solo indiziaria? Secondo elemento: le palline riconoscibili. Secondo il pm sono fondamentali le dichiarazioni di Martino e di Galati. Galati è andato via dalla Can nel 2000, cinque anni prima di questi fatti e se imbrogliavano, prima, ammesso e non concesso che imbrogliassero allora, che ci azzecca con i sorteggi del 2005? È tutto un imbroglio! E poi, perché queste palline non ce le hanno mostrate? Fulvio Bianchi, a precisa domanda, risponde che non c’era nessuna diversità, non erano rigate, calde o fredde, lui ha preso la prima che ha trovato. Riccardo Bianchi conferma tale versione, erano sfere di ferro tutte uguali, forse non tutte gialle ma se non sai che cosa c’è dentro, non serve. Pesciaroli conferma che non c’erano anomalie. Il notaio ha detto che, se le palline fossero state riconoscibili, avrebbe interrotto il sorteggio. Poi c’è Manfredi Martino e la prima obiezione che gli facciamo è che non aveva mai parlato prima, al magistrato di Torino, delle palline; risposta: 'Non mi ricordo, non so rispondere'. E gli chiediamo: 'Si ricorda se i carabinieri la pressarono sull’argomento dicendole apertamente che i sorteggi erano truccati?'; risponde che gli era stato chiesto se era possibile truccare il sorteggio e lui aveva risposto col fatto delle palline ammaccate, ma che i carabinieri gli avevano detto che il sorteggio era truccato. Addio genuinità della prova!
Il pm prova a fare un’altra operazione, allora: invertire l’ordine di estrazione, prima le gare poi l’arbitro. Ma nei verbali dei notai non c’era alcuna evidenza del fatto e quelli sono atti pubblici. E allora: o indaghi i notai per falso in atto pubblico o quel verbale è l’unica cosa che fa testo.
Qui abbiamo dovuto noi fornire la prova positiva dell’innocenza degli imputati. Sul colpo di tosse il pm chiede a Martino se era l’unica volta ad avere avuto dei dubbi. Risponde di no, negando di aver detto le cose scritte nel verbale di interrogatorio. Quindi il pm che cosa raccoglie? Il colpo di tosse che Martino dice può essere una cosa nervosa di Bergamo e un'inversione che non risulta da nessuna parte. A mia domanda se fosse stata una sua sensazione risponde di sì. Io incalzo: viene fuori che il colpo di tosse è stato casuale, che è stato fatto dopo che era uscita la partita Milan-Juventus. Poi tocca di nuovo al pm: Martino si ricorda improvvisamente del fatto della preparazione delle palline, di alcuni fogli messi nelle palline riconoscibili, il che sarebbe accaduto tre o quattro volte. Il pm chiede se erano relative alla partita o all’arbitro. Martino dice che erano palline particolarmente ammaccate e che potevano essere anche quelle del giornalista. Ma, a sua precisa domanda, Presidente, viene fuori che i designatori, quando si accorgevano che le palline erano riconoscibili, chiedevano di sostituirle perché riconoscibili. A questo punto, Lei chiede al teste di essere preciso e lo ammonisce dicendo che non avrebbe ammesso reticenza. E il teste dice che in tre o quattro occasione gli hanno chiesto di mettere foglietti nelle palline perché riconoscibili, ma che in un paio di occasioni gli avrebbero chiesto di cambiarle per lo stesso motivo, quindi rimarrebbero un paio di occasioni, una ad inizio campionato, una in una gara di B. E quando Lei chiede al teste: 'Perché non l’ha detto al pm nell’esame?', lui risponde che, invece, gliel'ha detto.
Io mi sono accorto che c’è una cosa strana. L’osservazione diretta dei carabinieri al sorteggio in due occasioni. Questi servizi sono stati filmati e Auricchio dice che in quello del 31 gennaio non avevano notato nulla di particolare. In quella del 16 maggio vediamo la relazione di servizio nella quale dicono che la seconda sfera, quella dell’arbitro, era stata estratta da Manfredi Martino. Alle osservazioni risponde che Bergamo estrae la pallina dell’arbitro. Imbroglione e sfortunato. Il 1° ottobre 2010 sentiamo Riccardo Bianchi, che è uno dei giornalisti che fanno l’estrazione. Bianchi dice che è stato in sala quando c’è stato il filmato. Bianchi dice che è stato lui ad estrarre le partite e che ricorda la tensione che c’era nell’aula. A precisa domanda risponde che non c’era nulla di strano in quel sorteggio. Questo a casa mia si chiama falso ideologico in atto pubblico, un servizio di osservazione dei carabinieri dice un fatto che non è vero! Se non fossimo stati fortunati a beccare il giornalista, non avremmo saputo la verità! Diffidate, Presidente, il filo conduttore di questo processo è l’imbroglio!
Anche Cellino dice che il sorteggio era pilotato, ma non ha mai assistito ad un sorteggio. È una opinione di Cellino. Zamparini, poi, parla di un sorteggio di due anni prima. Luciano gli chiede quali sono gli arbitri più bravi. Luciano? Il capo della cupola? E doveva dirglielo Zamparini? E chi gli manda? Rizzoli che non fa parte della associazione. E Zamparini dice che non sa quando è successo tutto questo. E la cosa più divertente è che abbiamo prodotto il verbale di quel sorteggio che è stato effettuato da Manfredi Martino.
Vi risparmio il discorso sulle griglie, Pairetto e Bergamo le facevano con tutti e del resto non era nemmeno difficile, man mano che andava avanti il campionato, era il segreto di Pulcinella. L’indagine seria sulle griglie l’ha fatta Torino che ha fatto una indagine statistica sugli arbitri mandati alla Juve. Di fronte a tutto questo secondo il pm la prova si è rafforzata in dibattimento! Pensavo di non dover trattare la cosa perchè Narducci si sarebbe arreso ma non è stato così.
Le sim: ferma restando l'eccezione di inutilizzabilità già fatta, anche sulle sim c’è qualcosa che non quadra. Di Laroni quando l’abbiamo interrogato, ci dice che avevano identificato le prime tre schede ma avevano avuto esito negativo perché disattivate. Ma non è così, perché proprio in quell’elenco che vi abbiano prodotto, le prime tre sono sim svizzere, quelle che ho ricordato ad inizio udienza. Cominciamo col dire che le intercettazioni sono iniziate dalla metà di febbraio e notiamo che sulla 284 di Bergamo ci sono quattro telefonate: una il 4, una il 22, una il 27 e una il 31 marzo; sulla sim di Pairetto ce ne sono due: il 7 e 14 marzo; su quella di Moggi due: una il 4 e una l'11 marzo, tutte di pochi secondi. Noi non le abbiamo trovate né tra quelle trascritte né nei cd audio. Basterebbe sentirne almeno una per capire chi era da un capo e chi dall’altro. Questo è l’inizio della vicenda. Il primo elemento del pm è la segretezza delle schede dovuta al metodo di acquisto. A Moggi possiamo dire tutto meno che è fesso. Ricordo che Narducci in preliminare disse che Moggi era dotato di capacità criminale maniacale. E come mette in piedi questa associazione? Va dalla signora Castaldo, segretaria della Juventus, e le chiede i soldi per le schede. La Castaldo gli risponde: li devi dare a Bertolini che le va a comprare. La Castaldo lo dice a Capobianco, altro dipendente Juventus. E Bertolini va a comprare le schede e a De Cillis racconta tutta la storia. Non basta, ma vedremo che ad un certo punto Moggi dice che vuole vedere il negozio, e non va da solo ma con Fabiani e Ceravolo. Come vedete una modalità segreta: con tanto di invito alle partite della Juventus, e fotografie al passaggio della frontiera a Chiasso. Ma vi rendete conto? Se era segreta e serviva a parlare con gli arbitri, le modalità di acquisto sarebbero state segrete. Ci sono già una decina di persone che sanno della cosa. Credo che abbia ragione Moggi quando dice che gli servivano per fare il mercato, se no non se le sarebbe fatte comprare dalla società e non si mandano altre persone, si va personalmente, non si fa la foto con i finanzieri. Siamo alle comiche! Le dichiarazioni di Paparesta. Quale la valenza indiziaria? Il primo a non credere al metodo di Di Laroni di attribuzione delle schede è il pm perché richiede l’archiviazione per Paparesta perché dice che obiettivamente non c’è la certezza che quella scheda appartenesse a lui; ma questo metodo di attribuzione è lo stesso utilizzato per Moggi, De Santis e gli altri. Ma se non vale per uno non può valere per gli altri! E Paparesta non ne aveva una, ne aveva almeno due!
L’archiviazione di Paparesta conferma la mancanza di qualsiasi valenza indiziaria. Il possesso della scheda non è reato, Romeo non è stato indagato.
Nucini, Sim Sala Bim. Il pm Vi ha chiesto di utilizzare le dichiarazioni di Nucini all’ufficio indagini e non quelle del dibattimento, una cosa che detta all’esame di procedura penale si sarebbe sonoramente bocciati, per fortuna ora fa l’assessore. Sulla famosa consegna e utilizzazione della scheda "non svizzera" presso l’Hotel Concorde (anche qui incontro riservatissimo) Nucini cambia versione più volte: l’ha gettata, l’ha data a Facchetti, l’ha usata una, l’ha usata due volte, non ha conservato il numero. Dopo 7 anni e dopo aver negato di essersi segnato il numero, questo numero ricompare e, guarda caso, sono tutti numeri Telecom! Chissà chi glieli ha suggeriti e, guarda caso, uno di questi sarebbe intestato a una persona di Napoli che abita vicino a Luciano Moggi in una rivendita della zona. Ma da dove vengono questi numeri? Questa non è farina del sacco di Nucini, chissà chi è l’uccellino che suggerisce. Ma anche qui c’è una falla: il numero che gli danno, una sim imballata secondo quello che racconta, il 25 settembre 2003, era attivo dal 23 maggio 2003, quindi Fabiani non può dargli una scheda imballata! Per attivare la scheda la prendi, la apri, chiami il 119, gli dai il numero e aspetti qualche giorno, poi fai una chiamata di almeno 20 secondi e poi la attivi. Gli è andata male ancora una volta, ma la colpa non è sua, è di chi gli ha suggerito il numero! E gli ha dato un numero, dopo 7 anni, di uno della zona di Napoli dove vive Moggi. Così come un’altra cantonata è quella che riguarda i numeri di telefono di Fabiani che avrebbe ricevuto all'aeroporto di Lamezia Terme, perché un numero risultava non attivo. FALSO DUE VOLTE.
Ancora sim. Moggi stamattina vi ha detto che le schede gli servivano per il mercato. Narducci dice che non ci sono telefonate sul mercato. Grazie! Ma se non fai le intercettazioni sulle sim straniere come le vuoi trovare? Di Laroni ci dice ancora che non c’è un contatto telefonico tra le schede attribuite ai due designatori e gli arbitri, quindi, evidentemente, la consegna della scheda a Bergamo ha altri fini. Quindi non c’è un indizio univoco, concordante, certo, ma solo un sospetto. Non c’è un solo contatto con gli arbitri!
Vi dice ancora il pm: "Come ha saputo Moggi che Paparesta tornava dalla Tunisia il venerdì?". In quella famosa telefonata delle griglie Moggi afferma che Paparesta sarebbe tornato prima rispetto a quanto sapeva Bergamo. Secondi Di Laroni c’è un contatto il 5 febbraio tra le due schede attribuite a Moggi e a Paparesta ed ecco che questo contatto diventa una telefonata e con un contenuto. Invece, Presidente, il dato errato del rientro del venerdì (Paparesta tornerà il sabato) Moggi lo sa dal padre Romeo che qui in aula ha detto di ricordare di aver detto a Moggi che il figlio sarebbe tornato il venerdì, cosa non vera. Quindi, se Moggi avesse parlato con Gianluca Paparesta avrebbe saputo che tornava il sabato.
Ancora: le chiamate di Paparesta a Bertini con le sim svizzere. Sul punto è stato sentito Gianluca Paparesta, al quale è stato chiesto, qui in aula, se aveva mai contattato Bertini al suo numero e lui risponde di no. Ma Di Laroni dice che ci sono 12 chiamate in uscita e 9 in entrata. Ma dove? E poi: se i Paparesta sono credibili lo devono essere sempre non solo quando fanno comodo!
E ancora: siccome nelle telefonate si dice “ci sentiamo dopo, ti chiamo dopo” e poi non ci sono le chiamate. A parte il fatto che ci sono ancora migliaia di telefonate sparite, quindi potrebbero essere lì, ma quando abbiamo sentito Di Laroni, vi è una enorme confusione tra il prima e il dopo, costruito artificiosamente.
Telefonate a parenti e amici. A Moggi hanno attributo 8 schede e non c’è una telefonata ad un parente o ad un amico. Ci sono tre telefonate a numeri italiani, due sono indirizzate a due cabine telefoniche, una di Napoli una di Bari, e vi pare che uno chiama ad una cabina telefonica? Un’altra telefonata è stata fatta a tale Chirico, di Bari, illustre sconosciuto. Ma la prima cosa da fare è dare concretezza ad un dato del genere e chiamare uno di questi numeri e capire chi era. No, qui si blindano gli elementi fumosi e su questi si costruisce il teorema. Hai mandato Nardone a Como a sentire De Ciliis, mandalo anche a Bari a sentire Chirico, no?
Le ambientali. Le ambientali comiciano con una telefonata che, purtroppo, non è una svizzera perché si sente “Tim, informazione gratuita”. Chissà perché quando c’è di mezzo Moggi c’è sempre la Tim di mezzo... poi c’è una chiamata Moggi-Bozzo nella quale si innesterebbe una chiamata di Pieri. Ci siamo andati a sentire la telefonata, che dura 4 minuti e 22 secondi, iniziata alle 14.40. Ebbene, dopo 25 secondi parte l’ambientale che dura 3 minuti e 37 secondi e Bozzo rimane in attesa. Quindi quel contatto non può essere Moggi-Pieri, perché comincia alle 14.40 e 25 secondi e non alle 14.43. La telefonata Moggi-Garufi, dove si innesterebbe l'ambientale con Racalbuto: la chiamata dura 3'.33" e l'ambientale dura poco più di un minuto e anche qui con i tempi non ci siamo. Ma sentitela la telefonata, perché alla fine Moggi dice: "Ciao Albè", ma Racalbuto si chiama Salvatore. Io ho prodotto l’elenco degli arbitri, e assistenti degli arbitri, dove l’unico Alberto arbitro è un tale Castellani che ha arbitrato una mezza gara di serie B, quindi al di là del contenuto della telefonata, all’altra parte del telefono non c’era Racalbuto. Moggi-Girotto in cui si innesterebbe un'ambientale attribuita a Racalbuto. Anche qui si sente Moggi salutare l’interlocutore e dice "Achì" (come Achille, anche se qui è meno chiaro di quell’altra). Ma al di là di tutto in quella telefonata per due volte Moggi dice “Ma che procuratore hai”, ma gli arbitri non hanno procuratori da quello che so io.
Il "Metodo Di Laroni". Il metodo Di Laroni: ci ha specificato che quando parla di contatti possono essere sms, tentativi, chiamate vere e proprie. Credo che questo metodo non abbia nulla di scientifico e qui richiamo le conclusioni del consulente di Fabiani alle quali rimando. Lo stesso Di Laroni ci parla di dati alla rinfusa che non si capiscono, di tabulati forniti dai gestori poco chiari, di dati elaborati a mano. Ma il traffico di cella non puoi farlo dal tabulato perché quella cella agganciata può esserlo solo perché quelle vicine erano tutte occupate. Ancora Di Laroni ci dice che non ha verificato il raggio di azione della cella, se erano celle rsd o no, quale era la priorità di roaming, non ha allargato l’indagine ai codici IMEI dei telefoni. Se qualcuno avesse infilato la scheda svizzera in un telefonino italiano, sarebbe stato scoperto subito. Tutti quelli che fanno analisi del genere lo fanno utilizzando un programma specifico, lui lo ha fatto a mano. Genchi è scemo, loro i furbi, ci hanno messo un anno, se utilizzavano il programma Analyst ci mettevano una settimana, ma non l’hanno fatto, forse perché il dato fatto a mano non era verificabile ma quello del programma sì, e magari utilizzavano il resto del tempo ad arrestare i delinquenti. Ci dice inoltre che non è stata verificata la presenza della persona in quel luogo in quel dato momento. No, se Bertini abita ad Arezzo gli attribuisco una scheda che aggancia Arezzo. Ancora: se l’arbitro era presenta a Coverciano, e la cella agganciava, si mette nell’informativa, se non era presente e non agganciava, si mette, se era presente e non agganciava, non si mette nella informativa. Su mille raduni, mi parli solo di quando ti fa comodo! Sei un imbroglione!
Basterebbe già questo ma ad un certo punto ci siamo accalcati a fare verifiche e che abbiamo trovato? Perché non è stato accertato a chi erano anagraficamente intestate le schede? Lo fanno solo con le prime 3 e, visto che era così semplice come dice Auricchio, perché non lo fanno per le altre? Magari qualcuno di questi aveva commesso l’errore di intestarla a un amico o a un parente. O forse sono state fatte e non si è voluto dirlo? Io non mi meraviglio più di niente dopo le porcherie che ho visto in questo processo! Qui siamo all’ABC e questo era il Reparto Operativo di Roma!
Secondo: ma perché non vai ad interrogare coloro che vengono contattati dalle schede? O lo hai fatto informalmente e non lo hai mai detto? Io non posso pensare che i carabinieri siano così stupidi da non fare le due cose principali che qualunque allievo carabinieri farebbe. Le prime nove schede sono state attivate dopo nove mesi dall’acquisto eppure Bertolini in quel periodo fa altri viaggi per comprarne altre. Ma perché?
Incongruenze tecniche: Di Laroni ci dice che la sim di Bergamo, dopo una certa data, fa chiamate solo verso numeri italiani e che ad un certo punto chiama il marito della Fazi: la chiamata dov’è? Ancora: su tutta una serie di arbitri, nella prima informativa la scheda di Bertini agganciava il 1° marzo 2005 Coverciano. Nella seconda, o nella terza, aggiungevano ulteriori celle e non c’è nulla di male, ma non puoi far sparire quelle che già c’erano prima. Le celle compaiono e scompaiono. Si prova a dire che la prima informativa non era attendibile in quanto non c’era il prefisso. Ma il problema non è questo, il ponte o si aggancia o non si aggancia.
Le telefonate in contemporanea. Mentre una scheda è al telefono con un'altra scheda, parte una telefonata verso un’altra scheda ancora. C’è un contatto di 40 secondi tra due schede ma due secondi dopo una delle due ne chiama una terza. Di queste telefonate ce n’è una marea e non è possibile! E le conclusioni di Di Laroni è che non sapremo mai i dati certi sulle telefonate. Altro elemento di incongruenza è il 119 Tim che chiama le schede svizzere. Di Laroni, poi, quando fa riferimento alle telefonate dice sempre “Circa”, poi ci ha raccontato la storiella che se è Tim si divide per tre, se è Wind i divide per cinque, e io non ci ho capito niente se non che questo è il processo del circa.
Ma il vero punto debole è che i contatti non corrispondono. Presidente, se io Vi chiamo 5 volte, sul mio telefono ci saranno 5 chiamate in uscita, sul Vostro 5 in entrata... ce ne fosse uno che corrisponda a questo criterio! Ad esempio tra Moggi e Bertini non corrispondono e Di Laroni ha detto di non sapere il perchè. Se non ho chiamate in entrata da un numero, non possono essercene 9 in uscita dall’altro. Qui facciamo ridere! Di Laroni ci dice di non sapere con certezza quante volte una scheda ha chiamato l’altra e Bertini si è beccato 4 capi di imputazione solo per questi contatti con Moggi e Fabiani! E Di Laroni si permette di dire che non sa quantificare questi contatti! E quando gli facciamo queste contestazioni, risponde: "Si saranno parlati almeno una volta". Ma che facciamo a peso? Che pagliacci!
E quando Lei, Presidente, gli ha chiesto di essere più preciso su questo punto, ha detto di non poterlo fare perché i dati erano poco chiari, che era "un rischiatutto"! Ma vergognati, vergognati, hai rovinato la vita delle persone!
E allora sulle schede o fate un atto di fede su Di Laroni o niente, non ci sono prove. Questa è monnezza, Presidente, pura monnezza.
Vediamo velocemente le ipotesi di frodi sportive.
Capo B. Udinese-Brescia. Ammonizioni di Pinzi, Muntari e Di Michele. Non erano diffidati, hanno giocato contro la Juventus!. Jankulovski non fu espulso da Dattilo ma su segnalazione dall’assistente, perché aveva dato un pugno in faccia a Mannini. Se andiamo a vedere il tabellino della Gazzetta, stavolta Auricchio non lo ha letto perché c’è scritto tutto per filo e per segno. Nonostante tutto, il pm va avanti e porta come prova la chiamata tra Moggi e Giraudo quando Giraudi dice: "Se Dattilo è un po’ più sveglio dimezza l’Udinese". Dattilo non espelle mezza Udinese, ma mezzo Brescia, perché ne manda fuori 5! Questa è la verità. Giraudo dice una cosa ovvia ma ai pm non gliene frega niente! Ma un minimo di vergogna devi averlo, se vedi che non sono diffidati fermati, non fare l’imputazione! Mica si preoccupano di controllare se è vero!
Capo C. Siena-Juventus 0-3. Moggi, Fabiani e Bertini, una frode semplice, senza panna. Quali le prove? I tabulati delle schede svizzere, dove, dal 18 al 26 ottobre, una settimana prima e tre giorni dopo, ci sono 42 contatti con Bertini. Ora, a parte quello che vi ho detto sui contatti, ma 42 contatti nel corso di una settimana per Siena-Juventus, 14 il giorno della partita, Moggi-Fabiani-Bertini, il pm parla di prova logica. Io dico: Bertini è arbitro associato, che lo devo chiamare a fare 42 volte? Ma è de coccio, Bertini? Ma che gli devo dire? Il pm dice che il contatto è la prova! 14 contatti durante il giorno della partita, non si rendono conto del ridicolo. E Auricchio dice di non ricordare nemmeno la partita! E come è finita nel capo di imputazione?
Capo D. Juventus-Chievo 3-0. Moggi, Fabiani e Pieri. Altra frode semplice senza intercettazioni ma solo con i contatti. Non ci sono atti fraudolenti! Ma devo dire che da questi contatti Moggi esce come persona molto ma molto educata, continuano anche dopo la partita, ringrazia sempre! Se torniamo ai fatti e non alle chiacchiere, Auricchio dice che non sa nulla della partita…
Capo E. Lecce-Juventus 0-1. Moggi e Giraudo. Qui l’atto fraudolento è il sorteggio di cui abbiamo già parlato. Questa imputazione nasce da una telefonata postuma tra De Santis e Manfredi Martino. Auricchio la descrive dicendo che emerge il rapporto di amicizia tra l’arbitro e la Juventus in quanto De Santis usa un tono compiaciuto e con sicurezza di poter godere di un'impunità. Sa di che stiamo parlando? Di magliette! De Santis dice che ne ha avute 23! Abbiamo accertato in questo processo che era un’usanza di tutte le squadre. Buffoni che non siete altro!!! E allora gli domandiamo che accertamenti hanno fatto e la risposta sono gli accertamenti tecnici. Boh? Avranno contato le magliette! E allora, abbiamo sentito Del Piero, Zeman, Morganti, Ledesma e tutti hanno detto che il campo era pesante ma che si poteva giocare, che nessuno aveva chiesto di sospenderla. Ma era significativo anche quello che dice Morganti: le magliette gliele aveva portate Secco e non Moggi, ma Auricchio si guarda bene dal riferirlo, imbroglione che non sei altro, sempre in senso buono! Ma ancora: Moggi, questo mostro, è sceso negli spogliatoi, ha salutato la terna e poteva farlo, e a Ceniccola che gli diceva: 'Pensa che possa tornare a fare la Juve?', ha risposto: 'Sempre deve tornare!'. Ebbene, quella fu l’unica partita di Ceniccola con la Juventus in quell’anno! E questo ci ha fatto un altro romanzo. E Ceniccola si è preso un'imputazione e tra l’altro voleva la maglia di Ibra e De Santis gli ha dato quella di Zambrotta!
Capo F. Juventus-Lazio 2- 1, contestato il sorteggio. Per il pm le prove sono un'intercettazione Moggi-Baldas e tre telefonate del settembre 2004, che non capisco la rilevanza, ma io Vi segnalo le telefonate "rilevanti" che non si trovavano, quasi tutte del 5 dicembre, qualcuna del 2, tra i designatori e l’arbitro, in cui si capisce la buona fede dei tre.
CAPO G. Fiorentina-Bologna. Atto fraudolento: sorteggio e ammonizioni. Il cavallo di battaglia sono due telefonate. Quella ambientale Moggi-Garufi, in cui si ipotizza che sia Racalbuto, e Moggi-Damascelli. Abbiamo accertato che Nastase e Petruzzi non erano i titolari, in quanto avevano fatto 7 e 17 presenze su 35 gare e abbiamo accertato che Gamberini non era diffidato. Abbiamo sentito Pirondini, assistente, poi l’osservatore che ci ha detto che l’arbitro aveva arbitrato bene. Tralascio la Moggi-Tosatti e la Moggi-Melli in cui Moggi dà giudizi negativi su De Santis, ma veniamo all'intercettazione di Damascelli che chiama Moggi. Damascelli dice che 'abbiamo i tre difensori del Bologna squalificati' e Moggi non sa di chi si stia parlando. Qui un giornalista dice una stupidaggine al telefono e loro ci costruiscono un capo di imputazione! SOMARI! Ma quale serietà ha questa indagine e questa gente che ha avuto anche il coraggio di venire davanti a Voi a chiedere la condanna sulla base di queste pagliacciate!
Capo I. Bologna-Juventus, frode semplice. Abbiamo sentito tutti gli interessati e nessuno ha detto niente di negativo, solo l’osservatore dice di aver dato una valutazione sotto la sufficienza perché dopo le proteste del Bologna per la mancata concessione di un rigore, Pieri è entrato in difficoltà ed ha perso la partita di mano. Qui avevamo le telefonate ma non si trovavano. Eccole: Bergamo-Pairetto e Pieri-Pairetto. Io manco ve le leggo, andatele a leggere, dimostrano la buona fede dell’arbitrro che ammette l’errore e dopo questa gara, visto che era amico di Moggi, è stato sospeso un mese e i due designatori, nella loro rubrica del martedì sulla Gazzetta, lo massacrano dicendo che ha arbitrato male e preannunciano la sua sospensione.
Capo M. Juventus-Milan 0-0. Un po’ l’abbiamo trattata prima, ci sono solo contatti dal 14 dicembre al 20 dicembre, e vale il ragionamento di prima, con Bertini. Auricchio non sa dire nulla, non ha fatto indagini, abbiamo sentito Ivaldi e Pisacreta che hanno parlato di partita normale. Qui Moggi ha la fortuna di avere un sodale e pareggia 0 a 0, le telefonate forse servivano per dire: mi raccomando pareggiamo, e Bertini: "Ma non ti devo far vincere?".
Capo N. Roma-Parma 5-1, in relazione a Parma-Juve. Atto fraudolento le ammonizioni di Pisano e Contini. Non ci sono intercettazioni. Hanno fatto le indagini sui diffidati, hanno visto che c’era Racalbuto, che sono stati ammoniti i due del Parma e ce l'hanno infilate nel capo di imputazione. Abbiamo sentito tutti, inutile ripetere.
Capo O. Cagliari-Juventus 1-1. Ci sono una serie di frodi che sono solo pareggi, cioè uno froda per pareggiare con il Cagliari. Frode semplice, senza atti fraudolenti. Le dichiarazioni di Cellino sull’atteggiamento aggressivo nei confronti del Cagliari. Innanzitutto vi dico che abbiamo trovato delle telefonate tra Bergamo e Pairetto, tra Racalbuto e Bergamo e tra Racalbuto e Pairetto in cui si capisce che questo qui non ha aggredito nessuno. Questa è un’altra imputazione da bar dello sport. Qui Auricchio ammette di essere entrato nelle questioni tecniche della gara e viene investigata solo per le polemiche di Cellino sui giornali!
Capo P. Messina-Parma. Frode per conto terzi, perché Moggi è "bono de core", come si dice a Roma. Non ci sono intercettazioni. Moggi, Fabiani e Bertini che, siccome non capisce, si deve sentire con i due da una settimana prima al giorno dopo la gara. Qui viene coinvolto pure il quarto uomo Dattilo perché dai tabulati si rileva un contatto con Dattilo. Per truccare Messina-Parma si deve mettere in mezzo anche un’altra persona, addirittura.
Capo Q. Juventus-Udinese. Atti fraudolenti le griglie dei sorteggi, ci sarebbero intercettazioni di incontri a Roma con la Fazi. Anche qui è da chiacchiere da bar. Non ci sono prove, ma si parla di atteggiamento dell’arbitro e io da che mi devo difendere? Dall’atteggiamento?
Capo R. Siena-Messina. Imputazione senza atti fraudolenti. Bertini qui si becca l’imputazione per i soliti contatti di tutta una settimana prima. Nasce da un’equazione. Bertini fa parte della cupola, Fabiani sta a Messina, Fabiani è amico di Moggi e li mettiamo tutti insieme. Ma non c’è davvero nulla su cui discutere.
Palermo-Lecce. Ammonizioni dolose e il pm ha chiesto l’assoluzione per il discorso che al momento della partita De Santis era sdoganato per loro e, quindi, faccio finta che non esiste, non è confacente all'ipotesi associativa. Solo per questo.
Capo Z. Roma-Juventus. Moggi, Giraudo e Racalbuto, senza atti fraudolenti, non ci sono accertamenti. Dopo questa gara Racalbuto viene sospeso per otto turni. Si dice che all’arbitro viene chiesto di portarsi un telefonino sicuro per comunicazioni eventuali. Ed effettivamente Gabriele riceve un messaggio di Bergamo che gli dice: 'Fate attenzione che il gol della Juve è in fuorigioco', e per quel messaggio viene assolto. Abbiamo sentito i protagonisti e abbiamo sentito il guardalinee assumersi la responsabilità dell’errore; e anche per questo capo di imputazione c’è una serie di telefonate in cui si capisce che Racalbuto era assolutamente in buona fede, tutte sparite!
Salvataggio della Fiorentina. Chievo-Fiorentina 1-2. Non affronterò quelo che vi hanno detto i difesnori dei Della Valle e di De Santis, per noi il pm ha messo a carico di Moggi una telefonata di cinque mesi e mezzo prima tra Moggi e Mazzini. Ora, facciamo un discorso sul concorso. Secondo l’accusa, Della Valle e Mencucci si alleavano con Mazzini con l’assenso di Moggi quindi il concorso sarebbe di mero assenso. Cominciamo col dire che ai fini della sussistenza del concorso è necessario un contributo causale specifico perché il semplice consenso non comporta il concorso. Ciò è valido anche per il concorso morale.
Fiorentina-Milan. Moggi protesta non per la Fiorentina ma per sé, perché non sono stati ammoniti i tre diffidati e alla fine della telefonata dice: "pensiamo a salvà la Fiorentina", e che gli doveva dì? Prenditela in saccoccia? Sono telefonate di vicinanza, sono amici. Che doveva dire? A febbraio Della Valle aveva votato Carraro e che c’entra? A maggio Moggi doveva ancora essere riconoscente? Queste telefonate sono a ridosso dell’incontro a Villa La Massa al quale Moggi non è invitato e, quindi, il capo della cupola all’incontro determinante per salvare la Fiorentina non viene invitato. Auricchio dice ancora che De Santis ha avuto un ruolo determinante per il salvataggio della Fiorentina. Ma ricordo a tutti che il pm ritiene che De santis in quel periodo sia sdoganato, ma questo sdoganamento ad un certo punto deve rientrare. E infatti Auricchio dice che verso la fine del campionato rientra nei ranghi, però la parte finale non è a favore della Juventus ma a favore della Fiorentina! Moggi, quindi, gli va a chiedere il favore di salvare la Fiorentina quando lui sta arbitrando da mesi contro la Juventus. In questo salvataggio della Fiorentina Moggi non c’entra in nessun modo. Di Laroni dice ancora che la scheda attribuita a De Santis dalla fine di marzo non funziona più. Ma poi Presidente, Moggi, criminale così raffinato, aspetta l’ultima gara per salvare la Fiorentina? Ma scherziamo? È demenziale. È un’altra bufala clamorosa. Anche qui abbiamo delle intercettazioni sparite e ritrovate alle quali Vi rimando.
Lecce-Parma. Qui Presidente la cosa singolare è che non c’è la condotta di concorso a Moggi. Non viene assolutamente nominato nel capo di imputazione. E allora mi volete dire sulla base della giurisprudenza quale è il mio rapporto causale? Che reato ha fatto per Lecce-Parma? Il PM ci indica 15 telefonate. Ce ne fosse una di Moggi! E poi, alla fine della partita, ci fosse una telefonata a Moggi per ringraziarlo! Cioè lui organizza tutto questo po' po' di cose e alla fine nessuno si sente di chiamarlo per ringraziarlo!!!
Io mi accingo a concludere. Chiedo la inutilizzaabiluità delle schede straniere per violazione del 191 696 729 codice di proceduta penale e trattato bilaterale italo-svizzero, di assolvere Luciano Moggi da tutti i capi di imputazione con la formula "perché il fatto non sussite".
Vi chiedo la trasmissione alla Procura di Napoli degli atti delle testimonianze di Baldini, Nucini e Auricchio per falsa testimonianza e la trasmissione degli atti per abuso in atti di ufficio, falso ideologico, e calunnia in danno di Moggi alla Procura di Roma.
Chiedo l’acquisizione dell’elenco delle telefonate con i "baffi colorati" di cui ho parlato.
C’è opposizione del PM all'acquisizione dei tabulati con i "baffi": "E' la stampa dei vostri cd", mentre Gallinelli e la difesa di Pairetto si associano alla richiesta. Il Presidente Casoria si riserva di decidere e acquisice provvisoriamente.
Viene fissata la nuova udienza per il 25 ottobre quando dovrebbe esservi l'arringa della Morescanti.
La redazione rivolge un grandissimo "Grazie" a Francesco/Frales per l'estenuante lavoro svolto in aula, un esempio e la prova che, volendo, si può fare una informazione completa, cosa che non fanno i giornali con un tandem di inviati presenti in aula, che si limitano ad una stringatissima ed incompleta "cronaca".
Udienza del 20 settembre 2011 - Difese critiche con pm ed Auricchio
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Riapre i battenti l'aula 216 del tribunale di Napoli, per il processo denominato "Calciopoli", ed ascolteremo le arringhe difensive degli avvocati di Innocenzo Mazzini e di Salvatore Racalbuto, l'arbitro di quel Roma-Juventus del marzo 2005 che Auricchio tenne sotto esame in modo particolare, lasciando per strada diverse intercettazioni che, secondo noi, dimostravano la buona fede dell'arbitro.
Nella pausa estiva c'è stato spazio per diverse scoperte, perché il pool difensivo di Luciano Moggi non si è concesso pause. Abbiamo potuto sapere che le telefonate erano state segnalate dai carabinieri che le ascoltavano con diversi gradi di rilevanza, i così detti "baffi" (3 rossi, 2 gialli o 1 verde, come potete vedere nello screenshot allegato), che diverse telefonate "sfuggite" e non riportate da Auricchio nelle informative erano, invece, tra quelle contrassegnate con tre baffi rossi, indicazione di massima rilevanza secondo chi ascoltava. Poi non ci ha sorpreso la recente intervista concessa dall'assessore Narducci alla Gazzetta, come non ci ha sorpreso che Maurizio Galdi, giornalista ma anche collaboratore di Auricchio durante le indagini, e Piccioni non abbiano fatto all'ex pm la giusta domanda per sapere se confermava o meno quanto dichiarato dal suo ex collega Filippo Beatrice, ovvero che quelle telefonate gli erano ignote fino al 2009.
Infine, da qualche giorno, sta tenendo banco la notizia che altre telefonate di "sicura rilevanza" sono state sbobinate nel frattempo, telefonate che negherebbero l'esistenza della "cupola" ipotizzata dagli investigatori e dai pm. Per saperne di più su questo ultimo punto, preannunciato da Luciano Moggi, dovremo attendere l'udienza del 27, quando terranno la scena i suoi legali Prioreschi e Trofino.
Seguiamo la diretta Live dell'udienza grazie al solito contributo dall'aula 216 del nostro inviato Francesco/Frales su questa pagina "statica" (memorizzatela nei "preferiti").
Come al solito curiamo la diretta Live in contemporanea anche sul forum tifosibianconeri.com/Cronaca dell'udienza.
Potete commentare l'udienza anche sul nostro blog.ju29ro.com.
Nota: La redazione di questo giornale è da sempre favorevole alla diffusione dell'informazione in generale e sul processo in particolare, pertanto autorizza chiunque a diffondere i contenuti di questo articolo, rispettando la semplice norma legale sul copyright di riportare correttamente la fonte ed il link all'articolo.
Ore 9.45 - Il nostro inviato ci informa che l'aula si sta riempiendo. Il giudice Casoria inizia l'appello. E' arrivato Moggi con i suoi avvocati Prioreschi e Trofino, poi Penta e l'avvocato Gallinelli. Oggi dovrebbero parlare i legali Botti, per Mazzini, e l'avvocato Mungiello per Racalbuto.
Avv. Botti (difesa Mazzini): Prendo la parola in difesa di Mazzini: discuterò degli aspetti che riguardano il reato associativo e poi il collega affronterà le questioni legate ai reati che vengono contestati al Mazzini. Lo sforzo che voglio realizzare è evitare di trasformare la discussione in un rituale, quindi effettuerò una serie di riferimenti ai dati processuali che sono riscontrabili dal tribunale. Prima di affrontare il merito avverto la necessità di esternare un disagio comune a molti. Noi abbiamo vissuto l'esperienza di affrontare un processo mentre la Corte di Appello per tre volte affrontava la discussione della ricusazione del giudice. Una cosa irreale! La prima richiesta che faccio è di azzerare quanto vissuto fino ad oggi, perché il processo è una cosa seria. La funzione giurisdizionale è un momento apicale. Dobbiamo recuperare una credibilità che fino ad oggi è stata dispersa. Dicevo: è necessario mettere da parte quanto accaduto e confrontarsi con serenità. Prima questione di fondo: dal '90 in poi, senza avere quella esperienza che oggi viviamo, il legislatore ha costruito un provcesso bifasico che prevede l’unico momento nel quale sia possibile la formazione della prova che è il dibattimento. E allora con onestà intellettuale il Tribunale dovrà convenire sul fatto che in questa aula sono sfilati 20 anni di storia del calcio italiano e da quello che abbiamo sentito dovrete formare il vostro convincimento. Le conclusioni a cui è pervenuta la Procura prescindono dai risultati dell'istruttoria dibattimentale. Questo il tribunale non lo conosce ma, se avesse ascoltato la requisitoria del pm durante l’udienza preliminare, è la stessa utilizzata per concludere il dibattimento: ciò significa innamorarsi di un tema investigativo, ha dato un volano per prestigiose carriere politiche. La stessa requisitoria con cui è stato chiesto il rinvio a giudizio è quella con cui sono state chieste le condanne. E se sono passati mesi estenuanti nei quali quelle tracce investigative dovevano trovare conferma vi invito ad andare a riprendere i verbali di questo dibattimento per accorgersi di quello che è avvenuto!
Vi elenco una serie di vicende accadute per verificare il tipo di riscontro che le deposizioni hanno avuto: 19 maggio 2009, Paparesta; 26 maggio Dal Cin; 16 giugno Paparesta figlio; 30 giugno, Galati e Di Mauro; 30.10, Pastore e Mazzoleni; 6.11 Garuffi, Martino e Di Laroni; 24.11, Ghirelli; 4.05, Marocchi e Bocchini; 15.12 Pieroni; 22.12, Cellino. Se avrete la pazienza di andare a rileggervi il contenuto di queste deposizione, in una verifica incrociata verificherete come la requisitoria del pm non tiene in considerazione un ridimensionamento della posizione del mio assistito. C’è una costante di questi interrogatori, rispetto alla durata della deposizione davanti al pm e i tempi delle stesse, una discrasia temporale tra la lunghezza dell’interrogatorio e il verbale redatto. Un esempio per tutti, quello di Ferri, magistrato della Repubblica. Se in qualche modo vi renderete conto che la fonte di prova testimoniale non offre riscontro alla testi investigativa, rimane nella Vostra valutazione il materiale enorme delle interecettazioni.
L'indagine "anomala". Questa indagine è stata piena di anomalie. Vi è stata una costante fuga di notizie, finalizzata all'unica sanzione che ha effetto immediato: quella mediatica. Fino all’avviso di conclusioni di indagine, tutti gli indagati giravano con i due libri dell’Espresso, che contenevano già tutto il contenuto delle informative dei carabinieri, il che è un reato, in quanto erano documenti non pubblicabili. Da ciò ci sono state delle conseguenze drammatiche sulla vita delle persone. La sanzione processuale è vera e importante, ma interviene così lontana nel tempo quando la sua efficacia è ridotta. Quella mediatica è forte e pronta, e ha creato gli effetti che doveva creare. Noi nel 2011 andiamo a fare un processo inquisitorio nel quale dobbiamo confrontarci sul contenuto delle indagini e anche sulle anomalie che le hanno caratterizzate.
Maddalena e Torino. Non si può discutere di quel periodo senza un elemento comparativo importante. Mentre a Napoli si svolgevano le indagini, a Torino vi era un gruppo di lavoro con Maddalena, Guariniello, e quattro sostituti. Torino lavorava sulle stesse imputazioni. Per mera coincidenza professionale posso fornire al Tribunale una fonte qualificata perché, innanzi al giudice monocratico di Roma, mi trovavo a difendere giornalisti querelati da Maddalena perché avevano insinuato (furono in tanti a farlo in quell'estate 2006, ndr) che quel gruppo di lavoro di Torino aveva richiesto ed ottenuto l’archiviazione dal Gip per motivi che prescindevano dal contenuto della loro attività investigativa. Maddalena viene ascoltato come persona offesa e restituisce, con il dettaglio e con argomenti coloriti, tutto il percorso che porta questo gruppo così qualificato a chiedere al Gip l’archiviazione. Parole di Maddalena: "Si pose il problema se chiedere un'ulteriore proroga o l’archiviazione. All’interno dle gruppo si manifestatono due orientamenti. Guariniello voleva la proroga, Tatangelo era contrario. Ma un’altra argomentazione era: ma quale attività facciamo: ci prendiamo tutti i filmati, poi ci chiamiamo gli arbitri e chiediamo loro: 'Ha visto male, o è stato corrotto dalla Juve?' Ci sembrava un'indagine ridicola che sarebbe andata avanti per mesi e anni con risultati negativi. Guariniello fece una memoria scritta in cui sosteneva che l’unico reato che si poteva perseguire era la frode sportiva. Anzi, dico di più, una memoria inserita negli atti, perché anche Guariniello sosteneva che l’associazione e la ricettazione non erano sostenibili. Io ho visto queste posizioni e ho detto che ero d’accordo con Tatangelo, quindi fu fatta una runione alla quale fu invitato il procuratore generale Caselli, di cui tutti conoscono l’autorità, certamente non compiacente. Caselli, che era al corrente delle indagini, disse che era favorevole all’archiviazione e la Procura si disse d’accordo".
Violato il Codice. Napoli, invece, va avanti e l’unica differenza è la quantità di captazioni telefoniche cha Napoli ha avuto a disposizione. E allora vediamole queste intercettazioni! Non le leggerò, ovviamente, ma quello che farò è ricordare al tribunale quali sono i paletti che la Cassazione ha indicato ai giudici di merito quando la fonte di prova è la captazione telefonica, strumento importantissimo ma una fonte di prova che deve responsabilizzare il giudice interprete come nessuna altra fonte di prova. La Cassazione, infatti, ha detto che esse possono costituire fonte diretta di prova della responsabilità qualora siano gravi, precise e non equivoche, non suscettibili di altra interpretazione, concordanti e quindi non contrastanti tra loro, di modo che la conversazione non lasci margini di dubbio sul senso della stessa. Al di là della alluvionalità del materiale investigativo, non si può non tenere conto che una fonte di prova ambigua non può essere l’unica. Ma vi è di più, e qui ringrazio la difesa di Moggi che ha evidenziato una cosa gravissima: ha selezionato una serie di telefonate ed ha occultato tutte quelle che non servivano alla sua causa, come se fosse stato un avvocato di parte, ma il PM non può permettersi ciò, egli è un pubblico ufficiale e non può permettersi una discovery parziale, ma deve indagare in una prospettiva di verità e non è vincolato in chiave accusatoria. Egli ha violato un preciso precetto del codice! (l'art. 358 CPP recita "Il pubblico ministero compie ogni attività necessaria ai fini indicati nell'articolo 326 e svolge altresì accertamenti su fatti e circostanze a favore della persona sottoposta alle indagini", ndr).
Non mi scandalizza più un uso improprio del reato associativo. È una prassi consolidata delle Procure utilizzarlo, perché consente le captazioni telefoniche, le misure cautelari, laddove i reati sottostanti non lo prevedano, quindi una specie di grimaldello. Non ho una visione etica della vicenda processuale, quindi è legittimo che il pm possa forzare la norma, ma ad un certo punto dovrà pur arrivare il momento dell’autocritica. Persino la giustizia sportiva ha sostenuto che non si possono individuare i presupposti dell’associazone, nella sentenza della Caf del 2006. Non vi è un solo reticolo, ma una serie di reticoli, non un sistema ma un’atmosfera inquinata. A me sembra che i pm volutamente ignorino, nel sovrapporre il reato associativo, quali siano le consuetudini, le gerarchie e i comportamenti che caratterizzano il mondo del calcio. Il dibattimento è stato importante perché ci ha tristemente restituito un mondo del calcio nel quale queste relazioni, se vogliamo poco decorose e poco corrette, lo attraversano integralmente.
Chi è il prestigiatore? E allora vorrei comprendere: perché sono stati tirati fuori da questo cilindro solo alcuni nomi? Chi è il prestigiatore che ha fatto questa operazione? Quali criteri sono stati utilizzati? Cosa diversifica i promotori di questa associazione da coloro che nel processo sono emersi come persone che mettono in atto le stesse modalità? Ci sono stati i capri espiatori, i cattivi sono stati eliminati e il carrozzone può andare avanti. Ciò è quello che è emerso in quest’aula! Se vogliamo essere amanti della statistica, ritenere che nella storia del calcio ci sia stata una società, la Juventus, che in 30 anni ha monopolizzato tutto ciò che è avvenuto in quegli anni è paradossale. Le statistiche degli ultimi 30 campionati dicono che, se monopolio esiste, è stato un monopolio di tre società: Juve, Inter e Milan: dal 1980 ad oggi solo 7 volte lo scudetto è uscito dall’orbita Milano-Torino. Se siamo chiamati a ricostruire la vicenda degli ultimi 30 anni e dobbiamo stabilire che c’è un cattivo che si chiama Moggi e una società cattiva che è la Juventus e poi due buoni e sciocchi che sono il Milan e l’Inter, potete anche farla questa ricostruzione, ma sarebbe una ricostruzione fallace e lontana dalla realtà. Esiste una soggezione inevitabile degli arbitri, ma essa è in una triangolo tra Milano e Torino.
Ma se vogliamo dare questa soggezione, una veste di reato, siamo fuori strada. Se voi che siete giudici, e non tifosi, dovete restituire una veste giuridica a questa verità dovrete partire da questo dato. Ma al di là dell’associazione.
Mazzini millantava. Passando alla figura di Mazzini, se dovesse esistere questa associazione, egli dovrebbe esserne capo e promotore. Una cosa ridicola! Ricordo che il criterio che il tribunale dovrà adottare è quello della Cassazione, per cui l’organizzatore è colui che svolge attività essenziali per la vita dell’associazione e deve essere valutato in relazione al suo contenuto concreto ed in situazione di preminenza rispetto alle attività degli altri associati. Ma non potete valutare il grado di responsabilità sula base della quantità delle telefonate, altrimenti non vi sarebbe pena congrua per Mazzini! Vi deve essere un altro valore. Dovrete valutare la condotta del promotore o dell’inventore della organizzazione. E dovrete valutare le posizioni di Carraro e Ghirelli, che sono usciti dal processo senza nemmeno l’onta del rinvio a giudizio! È opportuno tenere presente che Mazzini poteva essere eletto solo con il contributo dal calcio dilettantistico, essendo espressione di quel calcio. Addirittura Auricchio non ha potuto fare a meno di ricostruire, nel discutere delle vicende che portarono all'elezione, il fatto che Mazzini era espressione del calcio dilettantistico. Il medesimo Abete ha dovuto ammettere che Mazzini si occupava di antidoping e di dilettanti, e che la gestione era collegiale. Ma le telefonate dimostrano che non c’era una gestione univoca. Verificate se nelle telefonate di Carraro, o di Abete, in ordine al salvataggio della Fiorentina ci sono parole diverse da quelle utilizzate da Mazzini, o la telefonata di Lotito con Carraro nella quale Lotito si lamenta del trattamento riservato alla sua squadra. Carraro che cosa avrebbe dovuto fare secondo la Procura? Avrebbe dovuto dire: 'caro Lotito, il problema non è mio, mi occupo di altro'. Ma andate a rileggerle queste telefonate. Carraro è addirittura irritato con Bergamo, evidentemente perché il suo intervento precedente non è andato a buon fine. E Bergamo si difende: 'Ho parlato, ho parlato'; e Carraro: 'Vuol dire che anche a Lei La ascoltano al contrario'. Ma il discorso è: questo atteggiamento ha rilievo penale? Certamente no! E allora perché Mazzini che ha gli stessi atteggiamenti si trova con una richiesta di anni di carcere? Tra l’altro, mentre Lotito si riferisce al capo della Federazione, Mazzini ha la necessità di ritagliarsi uno spazio in questa vicenda, in una relazione che, come capita puntualmente, passa sulla sua testa. È Lotito che chiama Carraro e Mazzini interviene in questa vicenda applicando la sua miglior dote: la millanteria. Egli non ha assolutamente i poteri di cui si vanta! E veniamo ad Abete, chissà perché nemmeno indagato: andatevi a rileggere le telefonata tra lui e Mazzini o tra lui e Ghirelli. Che cosa significa lamentarsi verso i vertici istituzionali? Mi sembra di tutta evidenza che l’indirizzo di una Federazione sia quello di salvaguardare anche quello che c’è dietro talune società di calcio; se è vero quello che è emerso da questo processo, ritengo doveroso e legittimo che, se il presidente della Federazione verifica che realtà imprenditoriali importanti con un buon bacino di utenza lamentano torti arbitrali ripetuti a loro danno, ha l’obbligo di intervenire!
Una riflessione sulla personalità di Mazzini va fatta ed è una possibilità che, anche se in maniera marginale, il processo ci ha offerto. Mazzini è una persona onesta che giocava a fare il potente, una persona che parla molto, che millantava troppo, a cui tutti volevano bene. Ho avuto difficoltà a convincerlo a venire davanti al tribunale, perché vi era consapevolezza che venire qua era mettere a nudo una serie di comportamenti che aveva messo in essere durante gli anni. Vorrei utilizzare una frase di Moggi in un suo libro. Egli parla di Mazzini e di alcune telefonate e dice che si è fatto delle risate leggendo le telefonate di Mazzini: “lo mettevo in viva voce per necessità fisica, andava avanti per ore, era il colloquio con uno che in Federazione non aveva grande considerazione. Con il telefono in mano si trasforma, diventa un attore, voleva contare o far vedere di contare, cercava di far vedere che aveva potere ma non era così, era stato eletto solo grazie ai dilettanti”. E anche in una dichiarazione spontanea dello stesso Moggi, egli dice che Mazzini non contava niente e che pensare che la Nazionale fosse nelle sue mani era un assurdo. Ma vi è un altro riscontro processuale: vi prego di rileggervi la deposizione di Ferri. Mi sembra che egli offra una ricostruzione logica, non solo sulla questione Lazio, ma sulla personalità del soggetto. Si deve fare riferimento a questo per decifrare quelle intercettazioni. Il buon Ferri, nella sua deposizione del 24 aprile 2010, definisce Mazzini giocherellone, logorroico e millantatore.
C’è poi una telefonata tra Moggi e Lippi, allenatore della Nazionale, in cui Moggi dice: 'Coinvolgi coso, che ci tiene' e Lippi, 'Sì, per farlo contento'. Ogni qualvolta vi è un'interazione tra chi nel mondo del calcio conta e chi invece non conta, il modo di rapportarsi è proprio questo. Ma vi è un’altra telefonata che mortificherà Mazzini, ma devo farlo. Telefonata tra Meani e Contini. Si parla del più e del meno, ad un certo punto i due parlano di Mazzini: “Ma Mazzini cosa fa nella vita? Il tordo! Ma vedi come va vestito ed è vicepresidente! Per questo la Federazione non conta niente”. Questo è l’organizzatore della associazione!!! Ma vi è ancora un altro dato: tutte le telefonate di Mazzini sono telefonate che avvengono a partite concluse! Tutte! È il segno che si tratta di discorsi da parte di uno che non aveva alcuna possibilità di intervenire! Provate a vedere, collocate l’intervento di Mazzini a partita conclusa e ditemi dove sta il reato. Trovate delle intercettazioni di Mazzini prima delle partite, in cui si fa una previsione dell’incontro perché c’è stato il suo intervento sull’arbitro. Non ce ne sono! Le due vicende che in qualche modo interagiscono sono i due profili di accusa che riguardano il salvataggio della Lazio e della Fiorentina. Ebbene, non vi è alcuna intercettazione tra Mazzini e Carraro. È mai possibile che il vicepresidente della Federazione non abbia un canale diretto con il suo presidente? Addirittura per la situazione Fiorentina egli viene interpellato dai Della Valle. Sono i Della Valle che si rivolgono a Mazzini, allo stesso modo in cui Lotito si rivolge a Carraro.
Quanti incontri? Quali vantaggi? Altri dubbi sull’attività investigativa vengono fuori vedendo come è stato trattato l’episodio di Villa La Massa quando vi è, per l'accusa, il culmine del salvataggio della Fiorentina, quando Auricchio arrampicandosi sugli specchi risponde che non sono state fatte intercettazioni ambientali in quanto il proprietario del ristorante era amico dei Della Valle! Una dichiarazione risibile o, a voler pensare male, una precisa volontà di effettuare una selezione tra le intercettazioni? Ancora un'osservazione sulla sentenza di De Gregorio, dell’abbreviato. Quali sono gli elementi certi sulla condotta di Mazzini? Il giudice dice che sono 2: uno è quello delle schede svizzere, ebbene, il tordo promotore la scheda svizzera non l’aveva! Auricchio, a mia precisa domanda se vi era l’uso di scheda di Mazzini, fa un po’ la lepre e dice che non era un aspetto dell’indagine di cui si è occupato. Quindi il primo elemento del Gup non è applicabile a Mazzini. Altro elemento sono gli incontri. Mazzini partecipa agli incontri. Mazzini è promotore perché partecipa agli incontri. Ebbene vediamo quali sono: il 21.9.04, dicembre 2004, febbraio 2005, marzo 2005, aprile 2005, maggio 2005, gennaio 2006. Vi chiedo di controllare a quale di questi incontri il "tordo promotore" ha partecipato. Ve lo dico io: il PM dice che sono 3 o 4 e che degli altri è informato. Andate a vedere se è vero. E ancora: se io organizzo tutto ciò, devo averne un vantaggio? Questa è una storia nella quale non è scorso un euro! Quale è il vantaggio penalmente rilevante? Essere inserito in un mondo di una fascinazione straordinaria? In questo tribunale si fanno tanti processi ma noi siamo qui assediati solo perchè si parla di calcio. È un peccato veniale ma non un reato penale senz’altro!
Un’ultima telefonata che ha fatto molto soffrire Mazzini. Chiedo di andarsi a vedere una telefonata relativa ad una cena alla quale Bergamo vuole ottenere garanzie sulla continuità del suo ruolo, secondo l’accusa. È una cena che si prepara attraverso molte telefonate e vi chiedo di verificare come il fondatore dell’associazione viene vissuto dagli altri commensali. Bergamo e Fazi in due telefonate parlano delle persone che dovevano parteciparvi. Bergamo dice: 'Non ho capito, chi è il terzo?', la Fazi risponde: 'E' Mazzini'; e Bergamo: 'Ah no, sminuisci tutto, andategli a dire che qui non si parla di tarallucci e vino!'.
Credo di aver trattato la figura di Mazzini per quella che è. Credo che il tribunale debba mandare assolto l’imputato Mazzini per non aver commesso il fatto e perché il fatto non sussiste.
Avv. Bratti (sempre per Mazzini): Salvataggio Fiorentina. La Procura ricostruisce questa operazione partendo molto da lontano. Prende lo spunto dalla vicenda che ha portato all'elezione di Carraro e di Galliani alla Figc e alla Lega. La Procura ci dice che in quella fase si crearono due gruppi, uno che portava Galliani, l’altro Abete. Solo in base all'elezione di Carraro la Procura ritiene che vi fu una feroce battaglia che generò un'attività ritorsiva che si concretizzò nella prima parte del campionato 2004-05 nel danneggiare la Fiorentina. Ultimo corollario è che, visto l’avvicinarsi della fine del campionato, i Della Valle attenuano l’atteggiamento antagonista, e ottengono una modifica della situazione in campo. Ebbene, nessuno di questi punti trova riscontro, anzi sono stati smentiti. Non è vero che c’era attrito. Se vi è stata un'iniziale contrapposizione vi è stato poi un compromesso. Abete vi ha detto che l'elezione di Carraro è stato un compromesso che viene da lontano, non certo il giorno dell'elezione ma da gennaio. Come vicepresidente di Carraro viene eletto Zamparini, che appoggiava Abete, altro che conflitto.
La Procura ci dice che c’è stata attività finalizzata ad alterare il risultato delle partite della Fiorentina. Perché, se questa cosa è vera, noi non troviamo nessun capo di imputazione che vede la Fiorentina come parte offesa? Perché non c’è nessuna partita sotto osservazione? Perché non vi è stata nessuna attività in danno della Fiorentina e il pm ha utilizzato questa idea suggestiva del salvataggio della Fiorentina per avvalorare la sua tesi. E poi, nel momento in cui si cambia atteggiamento, dal 20 aprile, ci dovrebbero essere episodi favorevoli ai viola. Il 24 aprile c’è Bologna-Fiorentina e la va ad arbitrare Bertini, uno dell’associazione, e la partita finisce 0 a 0, e Auricchio dice che la partita non è attenzionata. Il 30 aprile c’è Fiorentina-Milan ed è un’occasione fantastica per l’associazione! Ad arbitrare ci va addirittura De Santis. Si può dare lo scudetto alla Juventus e la salvezza alla Fiorentina, tutto insieme! Ebbene, la partita finisce con la vittoria del Milan e vi fu un errore clamoroso di De Santis che non vide un fallo da ultimo uomo in favore della Fiorentina. La Procura stessa si accorge che c’è qualcosa che non va ed esce fuori l’incontro di Villa La Massa, e già c’è un dato significativo: se c’è un patto, un'associazione, l’incontro decisivo avviene a due giornata dalla fine del campionato. Quali sono i contenuti dimostrativi? Nulla. Abbiamo un inconhtro tra 4 o 5 uomini non sull’Aspromonte, ma in un locale pubblico. Dunque da questo momento le partite della Fiorentina si concludono tutte con la vittoria? Neanche per sogno. Il giorno dopo l’incontro vi è Fiorentina-Atalanta e la Fiorentina non vince, ma quello che è clamoroso è che, se premettiamo che in questa operazione salvataggio non si fa uso di nessuna scheda riservata, se c’era un patto perché dopo la gara non c’è nessuna telefonata di lamentela da parte di nessuno? La successiva è a Roma, Lazio-Fiorentina, che è quella dell’incredibile fallo di mano di Zauri non visto da Rosetti. L’ultima giornata è Fiorentina-Brescia, in cui i viola hanno un unico risultato, la vittoria: quindi il sodalizio capace di tutto, dovrebbe mandare un arbitro sodale, associato, o almeno amico. E invece ci va Collina!
Analizziamole le intercettazioni. Si potrebbe dire che la prova dell’associazione venga dalle intercettazioni. Vediamole. Telefonata del 21 aprile 2005, dopopartita di Fiorentina-Messina, drammatica per la Fiorentina che prende gol nella fase di recupero. Mazzini chiama Della Valle che gli dice di essere proprio giù: 'Tu sei un fiorentino, sei l’unico che mi può tutelare, in modo legale, non sto parlando di aiuti'. Questa telefonata segna per la Procura l’inizio del patto! Giorno dopo, tra Mazzini e Mencucci. Mazzini dice che quando c’è un arbitro non si può avere più del 50 e 50 che vada bene e Mencucci risponde: 'Va bene, qui nessuno vuole di più, ma nemmeno di meno'. 'Cambiare registro non vuol dire comprare le partite', dice Mazzini. Telefonata tra Mazzini e Giraudo. Mazzini dice che i Della Valle vogliono salvarsi. E qui mi aspetterei che tra due dei maggiori organizzatori dell'associazione si parli di questo; anzi, i due sodali concludono l’intervento parlando di altro, delle comproprietà, ma poi dicendo, Mazzini: 'Certo che se si vogliono salvare devono fare la partita come se fosse la finale della Coppa del Mondo!'. Questa è la conversazione che segue il patto! Se dovessimo ritenere Mazzini un tordo e ritenere che il vero male sia Moggi, c’è anche una telefonata tra Moggi e Della Valle in cui dovrebbe venir fuori questo atteggiamento fraudolento. La telefonata è successiva, del 2 maggio. Della Valle chiama Moggi, è sconfortato dopo Fiorentina-Milan; Moggi dice forse 'ci penso io!'? No, Moggi dice: 'Tu devi andare a farti sentire forte, far sentire la tua forza, non per ottenere dei vantaggi ma per non ottenere degli svantaggi!'.
Salvataggio Lazio: qui non c’è capo né coda. Si assume che, nell’ambito della vicenda, Lotito operi un intervento presso le massime cariche presidenziali al fine di far ottenere un vantaggio alla sua squadra. A differenza della Fiorentina qui non ci sono dei passaggi successivi. Per la Procura i rapporti politici sono la chiave di lettura delle intercettazioni tra Lotito e Mazzini. Anche qui c’è uno scambio elettorale, ma la tesi fallisce. Il voto di Lotito rappresentava un 42simo del 37% dei voti! Carraro stesso dice che Lotito non aveva alcun peso specifico, ma per la Procura il suo intervento provoca l’effetto di far mettere in contatto Bergamo e Carraro. In realtà in quelle telefonate non vi è un intervento di Carraro per far ottenere un vantaggio alla Lazio, ma per chiedere maggiore attenzione e che si evitassero errori.
Per quello che riguarda le partite singole, non voglio ripetermi su quello che era il sorteggio, lo abbiamo sentito spesso in quest’aula come avveniva e come era disciplinato. L’unica partita in cui il pm si sforza di compiere un'operazione di mettere insieme i tre momenti è Chievo-Fiorentina del maggio 2005. Vi è l'assenza di riferimenti all’alterazione del sorteggio e allora ci si rifà alle intercettazioni dalle quali dovrebbe venire fuori la prova dell’accusa. Sono tre: due tra Mazzini e Bergamo, e una tra Bergamo e Della Valle. Vi sono poi due intercettazioni che il pm si è guardato bene dal rilevare che smentiscono questa tesi: la prima è quella già evidenziata tra Moggi e Della Valle. Vi è poi una del 4 maggio 2005: Mazzini chiama Mencucci. Da un lato emerge la volontà di accreditarsi verso i Della Valle, dall’altro c’è la richiesta di Mazzini di far telefonare i Della Valle a Bergamo. Non vi è alcun riferimento ad un'attività fraudolenta. Tutti insistono a correre da chicchessia per essere tutelati, ma non vi è nessun riferimento concreto. Ma, al di là di questa interpretazione, vi sembra possibile che il capo promotore dell’associazione, dominus dell'operazione salvataggio della Fiorentina, si rivolga a Mencucci dicendogli di far telefonare i Della Valle a Bergamo? E poi, vogliamo vedere se i Della Valle alla fine chiamano Bergamo? Certo, era necessario. Ma non vi è nessuna telefonata tra i due!
E veniamo alla prova dell’alterazione. Per questa partita sono stati sentiti sia gli assistenti di Dondarini sia il quarto uomo. Tutti dicono che l’arbitraggio è stato fatto secondo le regole. Quindi o non vi è reato o anch’essi ne partecipano. Anche su Lecce-Parma si è detto di tutto. la cosa più importante è che questa non era la partita decisiva in quanto ve n'erano ben otto il cui risultato era influente ai fini della salvezza della Fiorentina. Rispetto sia alla designazione sia alla possibilità di alterare il risultato non vi è alcuna intercettazione in merito! Ritengo che le operazioni di salvataggio della Fiorentina e della Lazio non esistano, ma siano state solo descritte dai pm in quanto era più comodo sostenere la loro accusa.
Per questo chiedo anche io l’assoluzione di Mazzini perché il fatto non sussiste.
Il giudice Casoria ha deciso che si andrà avanti ad oltranza.
Avv. Mungiello (difesa Racalbuto): È la prima volta che mi trovo ad affrontare un'associazione nella quale non vi è stata alcuna dazione di denaro. Manca la causale. Perché uno dovrebbe associarsi ad un'associazione del genere? Racalbuto non era internazionale, era al terzo anno di deroga. Da parte di Racalbuto non vi è alcun dato oggettivo per farlo. Non ha percepito denaro, non ha avuto progresso di carriera, neanche una concessionaria FIAT! A Racalbuto viene contestato il possesso delle schede svizzere, ma alle stesse non può essere attribuito alcun valore probatorio. Due contatti telefonici che Racalbuto avrebbe avuto, secondo il pm: il cellulare avrebbe agganciato la sera della partita la cella vicina a casa sua, a Gallarate. Ebbene, noi oggi produciamo un documento dal quale si evince che in entrambe le occasioni l’arbitro ha dormito in albergo la sera stessa e non è tornato a casa! Tra i testi ascoltati, c’è stato Coppola, il quale ci ha detto di essersi presentato dai carabinieri, invitato dall'appello di Borrelli, e di aver detto agli stessi di dover raccontare qualcosa sull’Inter, ma che i carabinieri non ne hanno voluto sapere e che interessava solo la Juventus. Il che ci dice tutto sul modo in cui si sono svolte le indagini.
Non vi è stato un solo teste che abbia confermato gli assunti dell’accusa. Abbiamo sentito riferimenti all’abbreviato, ma questi riferimenti sono errati in quanto diverso è il rito. Qui abbiamo sentito più di 100 testi e tutti, nessuno escluso, hanno detto che non vi era nulla che potesse far pensare loro all'esistenza di un'associazione finalizzata alla frode sportiva. Nucini ci ha detto cose inenarrabili! Ancora non ho capito la sua presenza qui in aula, se come teste o in altre vesti! Di Laroni ci ha detto che il telefono di Racalbuto non era attenzionato. Ciò è vero solo all’inizio delle indagini. Vi sono numerose telefonate che il pm non ha mai valutato, come ammesso da Beatrice qualche mese fa.
Ammonizioni dolose. Ammonizioni dolose di Pisano e Contini, per non farli giocare con la Juventus. Mi sono andato a vedere chi erano questi due: erano due giocatori di riserva del Parma. A tutti gli arbitri ho chiesto se conoscevano, prima di andare ad arbitrare, chi erano i diffidati prima della gara. Tutti hanno detto di no. Mi permetta di fare una digressione. Su un campo di calcio ci possono andare 17 campi di basket e c’è un solo arbitro, mentre nel basket ce ne sono 2 o 3. Come si può immaginare che un arbitro, nella concitazione di un incontro, possa ammonire un giocatore vedendo da lontano chi è.
Cagliari–Juventus. Si dice che Racalbuto avrebbe aiutato la Juventus che aveva bisogno di un pareggio. Ricordo a me stesso che tutte le telefonate che voi avete di Racalbuto sono per la stragrande maggioranza fatte ai suoi referenti Pairetto e Bergamo. Ve ne leggo una, poi dopo vi dico la virtuale. 'Hai visto ieri?' 'Sì, ho visto purtroppo, il gol è in fuorigioco, ma che ci vuoi fare, poi ti dico la mia sensazione' dice Pairetto. 'Hai ragione, ma quello mi ha messo in difficoltà, è stato Abeijon che mi ha rotto i coglioni dall’inizio, tanto che Zola mi ha detto che fa così anche in allenamento'. Qual era la telefonata virtuale? 'Salvatore, ma perché hai solo ammonito Abeijon? Quale migliore occasione per buttarlo fuori?'
Ricordarti che devi morire. L’accusa ci ha detto che dall’inizio del campionato vi era l’accordo che la Juventus doveva vincere lo scudetto. Ebbene, a che doveva servire la scheda svizzera? A ricordare ogni cinque minuti questa cosa? Tipo "Ricordati che devi morire"?
Roma-Juventus. Ci hanno detto che era una partita sentita, ad alto rischio. Era il primo anno che Capello allenava la Juventus, la partita finisce 2 a 1 per la Juventus con recriminazioni da parte della Roma, per un gol in fuorigioco. Dopo quella gara Racalbuto sta fermo 8 gare, perdendo circa 40.000 euro. Continuo a chiedermi: qual è l’utile di Racalbuto di far parte dell’associazione se non è nemmeno tutelato? Su questa gara ci sono telefonate che la Procura non ha ritenuto di inserire. Ci sono telefonate prima, durante e dopo la gara, sì anche durante! La prima del 4 marzo tra De Santis e Racalbuto. De Santis dice di stare tranquillo. La seconda è tra Bergamo e Racalbuto. Bergamo si assicura che sia tutto a posto e Racalbuto dice che la farà alla grande; Bergamo dice di essere tranquillo per questo, che ha difeso il sorteggio anche se non è internazionale. Racalbuto: 'Ho una grande determinazione'. Bergamo: 'E' una partita che ti meriti, e di stare tranquillo anche perché ci sono il top degli assistenti'. Alla fine del primo tempo, con la Juve in vantaggio per 2 a 1, Racalbuto dallo spogliatoio chiama con il telefonino De Santis, che sta vedendo la gara in tv. De Santis dice che forse ci poteva stare un'ammonizione a Del Piero, ma Racalbuto vuole sapere se c’era il rigore. De Santis non sta lì a tranquillizzarlo e a dirgli che si sta raggiungendo l’obiettivo, ma gli conferma che il rigore era dubbio. A fine gara c’è ancora una telefonata tra i due e De Santis dice a Racalbuto che c’era il fuorigioco di Ibrahimovic sul primo gol di Cannavaro, di cui nessuno si era accorto in campo. Ma la telefonata più importante è quella tra Racalbuto, che è già in albergo, e Bergamo. Bergamo dice che si sono episodi non causati da lui che lo penalizzano. Tutto nasce dal primo gol di Cannavaro perché Ibrahimovic è in fuorigioco. Bergamo dice di capire che Racalbuto ha fatto il possibile per tenere la gara, perché ha fischiato 70 falli, e che la sua prestazione è stata ottima.
Bergamo dice ancora che purtroppo hanno sbagliato gli assistenti, ha sbagliato Piscacreta che è il n° 1. Queste sono le famose telefonate fatte e che sono state scartate dagli investigatori. Se uno froda, non fa queste telefonate. Vi è poi una interecettazione ambientale attribuita a Moggi che mentre parla al telefono risponde ad un'altra telefonata attribuita a Racalbuto. Anche se fosse, cosa dice Moggi al suo interlocutore? Dice: "Vai a fare la partita con tranquillità, non farti condizionare da nessuno"… (si parla di Reggina – Brescia che finirà 3 a 1 per il Brescia… e gli amici della Reggina?).
Nel campionato 2004-2005 Racalbuto ha arbitrato 16 partite a causa dei turni di sospensione. La media degli altri è 24-25 partite. Mi avvio alla conclusione ma mi permetterete di fare un ringraziamento ai periti trascrittori che hanno fatto un lavoro egregio trascrivendo centinaia di telefonate.
Chiedo l’assoluzione dell’imputato Racalbuto perché il fatto non sussiste e perché non costituisce reato.
L'udienza termina qui.
La prossima volta, martedì 27, ci sarà l'arringa di Prioreschi che, però, ci informerà anche sulla situazione della Morescanti, ricordando che lui è sostituto processuale, quindi si deve tenere pronto.
Alla prossima, che sarà davvero importante.