CantaNapoli - Il processo
Udienza del 19 luglio 2011 - I legali attaccano l'indagine
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- By Redazione
Ultima udienza prima della pausa estiva per il processo "Calciopoli", con le importanti arringhe difensive da parte degli avvocati di Bertini, Pairetto, Titomanlio e Mazzei.
L'avvocato Messeri, difensore di Bertini, ha messo nel mirino soprattutto la parte di indagine sull'attribuzione delle sim straniere, fatta "a mano" da Di Laroni sulla base "delle schifezze date dagli operatori", come disse in aula il maresciallo. Messeri ha anche evidenziato che costituendosi parte civile contro Bertini la FIGC ha violato la clausola compromissoria, cosa mai evidenziata da nessun media, ma si sa che questa cosa fa stracciare le vesti ai giornalisti solo quando a farlo potrebbe essere la Juventus. Infatti è tornata di moda ora che si parla di eventuali azioni legali, al di fuori della giustizia sportiva, da parte della Juventus, mentre nessuno l'ha ricordata mentre scriveva che l'Inter avrebbe sicuramente percorso la strada del TAR se le fose stato tolto quello scudetto di cartone.
L'avvocato Sena, difensore di Pairetto, ha trattato l'imputazione di associazione a delinquere e messo in risalto diverse stranezze e mancate verifiche delle accuse. Fantastico quando ha descritto cosa avrebbe dovuto fare Pairetto, secondo quanto scritto dagli uomini della squadra Offside, per truccare il sorteggio. Sena ha evidenziato che l'UNICA grigliata intercettata di Moggi "quella dell’una di notte di Moggi è successiva ad articoli di giornali che la mattina stessa avevano pubblicato le previsioni della griglia!", quindi ha rimarcato che hanno avuto poco tempo per lavorare sulle intercettazioni perché hanno ricevuto molto tardi la chiave per aprire i CD con i brogliacci "su cui nella maggior parte dei casi vi è scritto: non rilevante. Ma non rilevante per chi?".
L'altro legale di Pairetto, Bonatti, ha invece condotto la sua arringa sull'analisi dei capi di imputazione per frode sportiva, ed a proposito delle deposizioni di Nucini ha dichiarato: "Nucini ha chiaramente fatto una falsa testimonianza. Valutino le Signorie Loro se non sia il caso di inviare gli atti alla Procura per il reato di falsa testimonianza!". Bonatti ha poi espresso un giudizio molto duro sulle indagini: "Non c’è nessuna telefonata tra arbitri, assistenti e designatori che possa far pensare a tentativo di fuorviare i pareri. Quelle che sarebbero migliaia di telefonate, possibile che non ti scappi un “bravo, è andata bene, hai ammonito i diffidati, hai dato quel rigore che non c’era ecc. Possibile che questo processo si sia basato su una percentuale che si avvicina allo 0,1% delle telefonate? Anche io potrei costruire un film facendo un collage di una percentuale così bassa. Si sono selezionate solo alcune telefonate e all’interno di quelle si è selezionata una singola frase. Così non si lavora, è scorrettezza. C’era una mole immane, e Beatrice dice che le difese non hanno dato una mano. E come avremmo potuto fare se ci venivano forniti brogliacci in cui si dice "nulla di rilevante", "Alberto parla a uomo", "uomo parla a uomo". E come si fa? I dischi di Pairetto non si aprivano e abbiamo avuto la chiave elettronica solo a settembre 2010!".
Anche l'avvocato Ostellari, difensore di Titomanlio, ha manifestato la sua lamentela per il lavoro di indagine, evidenziando che la trascrizione della più importante intercettazione dell'accusa contro Titomanlio è errata, come rilevato anche dalla giustizia sportiva nel 2006.
Abbiamo seguito la diretta Live dell'udienza grazie al solito contributo dall'aula 216 del nostro inviato Francesco/Frales.
Ore 9.40 - L'aula 216 si sta riempiendo. Oggi Bertini dovrebbe essere il primo a parlare se non dovesse insistere Pairetto a farlo. La difesa di Bertini sta allestendo in aula anche un proiettore per mostrare azioni di gioco.
Avv. Messeri, legale di Bertini: Ritengo che questo sia il processo di “quelli che il diritto”. Siete chiamati a fare una sentenza importantissima per la rilevanza mediatica che questo processo ha, soprattutto dopo le sentenze sportive che lo hanno preceduto. Credo che sia giunto il momento per gli imputati di riacquistare la propria dignità. Bertini è una brava persona e deve essere giudicato per quello che ha fatto. In quest’aula si è parlato più di Gazzetta dello Sport che di codice penale ma la sentenza dovrà essere fatta con il codice, per il rispetto del popolo italiano. E il rispetto si ha solo seguendo le regole. La soluzione di questo processo è nelle cose semplici, nel codice c’è scritto tutto. Il principio di presunzione di innocenza è di assoluta civiltà giuridica che si aggancia all’onere probatorio che con il nuovo codice di procedura penale si è imposta come regola principale a carico del PM. Il fatto del processo penale è la colpevolezza dell’imputato e deve essere il PM a dimostrarlo. Qui c’è il reato dell’associazione a delinquere in cui manca ogni presupposto. E poi c’è la frode sportiva che non solo è senza prova ma anche senza accusa, e vi spiegherò il perché. Il fatto che il PM ha posto in esame nel processo è: ci sono delle telefonate riservate che presuntivamente avvengono tra alcuni dirigenti e alcuni arbitri. Il presupposto ulteriore è che queste schede siano state fornite da Moggi e Fabiani. Da qui dovrebbe discendere la prova dell’associazione e della frode, quindi, due conseguenze dallo stesso fatto. Dobbiamo confrontarci con questo capo di imputazione. Il processo ho provato a dividerlo in indiziario (sul possesso della scheda telefonica) e documentale (per quanto riguarda la frode sportiva di Inter-Fiorentina, perché lì si contesta una condotta specifica: l’ammonizione di due giocatori della Fiorentina diffidati che non giocano con la Juventus). Sul primo fatto, le schede telefoniche, ci sono due gruppi di schede e quella attribuita a Bertini fa parte del secondo, per il quale non c’è nemmeno la prova che siano state comprate da Moggi o da Fabiani, secondo quello che ci ha detto Di Laroni. Il PM dice che possedere una scheda telefonica riservata, che non vuol dire non intercettabile, consegnata da Moggi o Fabiani, costituisce partecipazione ad un’associazione e l’utilizzo, prima o dopo alcune gare, costituisce il reato di frode sportiva. Quindi si deve vedere se è vero che Bertini possedesse una scheda riservata, poi che gli sia stata consegnata da Moggi o Fabiani, e infine che quella scheda sia stata utilizzata per effettuare una frode.
Oltre ogni ragionevole dubbio. Bene, se mi devo difendere dall’accusa del possesso, non posso dire “non ce l’avevo”. L’onere probatorio compete al PM e, se non riesce a soddisfarlo oltre il ragionevole dubbio, l’imputato deve essere assolto. In subordine, l’avere usato una scheda riservata non integra la partecipazione associativa e non integra la frode sportiva. Quindi il PM deve provare la consegna della scheda 155 a Bertini e l’utilizzo della scheda in determinate situazioni. Dunque, se si ritiene che il possesso della scheda in sé non significhi nulla possiamo anche chiuderla qui, altrimenti bisogna ricostruire il percorso e noi accettiamo la sfida. Uno dei punti dell’accusa è che questa scheda sia stata consegnata a Bertini da Moggi e Fabiani. La 155 finale non fa parte delle schede acquistate da Moggi e Fabiani, quindi non c’è nemmeno la prova che questa scheda sia mai stata acquistata dai due e questo lo dice Di laroni.
Ho parlato di processo indiziario. Chi aveva in uso la scheda n° 155? Il pm cerca di ricavarlo da un procedimento indiziario che sarebbe risalire ad un fatto ignoto partendo da un fatto noto attraverso una massima di esperienza. Qui il procedimento fatto dal pm è errato prima perché non vi è un fatto noto che dovrebbe essere il dato che deriva dal tabulato telefonico. Se dal fatto noto si vuole desumere l’ignoto, il noto deve essere certo. Perché poi non può essere utilizzato come indizio? Perché sono state utilizzate delle massime di esperienza che sono sbagliate. Se dico che tutte le telefonate sono fatte da un soggetto devono essere fatte dal luogo di residenza, dico una cosa errata perché con i cellulari ci si può spostare dovunque, quindi dire che tutte le telefonate partite da Arezzo sono di Bertini perché è di Arezzo è un errore giuridico. Vediamo cosa è il tabulato dal punto di vista probatorio. Esso è un documento che segue la regola di tutti i documenti: una produzione nel giudizio, un giudice che ne rilevi l'utilizzabilità. Ma in questo caso è un documento un po’ particolare, un documento informatico, un dvd e il dato contenuto in esso è un dato grezzo che se non è sbobinato, trascritto, non ha grande valore. Il risultato probatorio è quindi la valutazione che il giudice deve fare di quel dato grezzo.
Gli schemini del Di Laroni. Di Laroni ci ha detto “i gestori telefonici ci danno la loro schifezza, poi piangitela tu”. Questa dichiarazione la fa dopo averci spiegato in molti modi come era avvenuta l’acquisizione del documento. Io stesso ho fatto una fila di domande interminabili a Di Laroni su come aveva ottenuto questo documento e non ci ha fornito una risposta chiara. Quel documento, quindi, è un documento anonimo e, in quanto tale, non utilizzabile in questo processo. Ricordo che stiamo parlando di schede svizzere per le quali quando viene effettuata una chiamata dall’Italia per l’Italia, la storia della telefonata riguarda il territorio italiano e lì finisce. Se invece è fatta dall’Italia per l’estero la telefonata aggancia un ponte che riformula un numero e ciò porta come conseguenza che non tornano i numeri. Se la 155 chiama due volte la 185, dovrei trovare due chiamate in uscita dalla prima e due in entrata nell’altra, ma invece non è così. In questo processo, quindi, non c’è mai un dato grezzo, ma i dati forniti da Di Laroni che sono passati dalla sua valutazione. La testimonianza di Di Laroni in realtà è stata una consulenza e come tale deve essere utilizzata. Mi si dice che la scheda aggancia celle di Arezzo senza aver fatto un mappale e, quando io chiedo se sa quali sono i quartieri di Arezzo, mi viene risposto che non interessava perché sono tutte nel quartiere di Arezzo, ma in realtà non è così perché una di quelle era vicina al casello autostradale di Arezzo e chiunque passi di lì può agganciare la cella. Poi mi si dice che molte di quelle telefonate provenivano da Arezzo e che Bertini è di Arezzo e quindi le faceva lui. Bene, qui c’è una confusione tra il concetto di residenza e quella di domicilio e quando io ho chiesto se è stato verificato dove si trovava Bertini, quando la scheda agganciava la cella di Arezzo, mi è stato risposto di no, mentre era compito di chi investigava verificare questo dato. Si è detto anche che ad Arezzo c’era solo Bertini che era tesserato e anche questo non è vero, perché ad Arezzo c’era anche Nicchi, poi l’Arezzo giocava in serie B allora, poi ci sono degli assistenti come Camerota, insomma una serie di persone legate con la Federazione. Inoltre viene preso in esame il concetto dell'ubicazione di Bertini al momento dei raduni di Coverciano e, in determinati casi, questa scheda aveva agganciato celle vicine a Coverciano. Sono stati monitorati 6 raduni e in 4 di queste circostanze sono state agganciate le celle. Ma non è stata data la stessa importanza quando Bertini era all’estero. Si è detto: quando Bertini era all’estero la 155 non ha telefonato. Ebbene, perché questo criterio non è stato seguito nelle 2 circostanze in cui Bertini era a Coverciano e la scheda era muta? Non si può a livello indiziario collocare la 155 a Bertini. Non lo si può fare perché, ammettendo che siamo a livello di indizi, per poterlo utilizzare l’indizio deve avere delle caratteristiche. Posso utilizzare l’indizio a condizione che non ci siano altre prove che lo smentiscano o dicano il contrario. Altro passaggio importante della testimonianza di Di Laroni è quello nel quale ci dice che ci sono stati degli errori di trascrizione nei tabulati. Anche ammettendo che la testimonianza di Di Laroni possa essere un indizio, deve fare i conti con una prova diretta contraria, e cioè la testimonianza di Paparesta. Cosa dicono padre e figlio?
I Paparesta. Romeo dice che il 24 settembre 2004 riceve da Moggi e Fabiani, a Napoli, la scheda 185 finale. Ci dice delle cose importantissime: la scheda era contenuta in un telefonino, poi che aveva intrattenuto rapporti di lavoro con Moggi e lui, come ex arbitro, aveva avuto l’incarico di collaborare in quanto a Moggi sembrava che vi fossero stati arbitraggi sfavorevoli alla Juventus. Ci dice, inoltre, che egli non sapeva che quella scheda fosse svizzera e lo ha saputo quando, telefonando alla controparte e trovando il telefono spento, gli ha risposto una voce di un gestore straniero. Quindi non c’è la prova che chi ha ricevuto il regalo sapesse che dentro c’era una scheda svizzera. Anche questo aspetto apre falle ernormi sotto l’aspetto soggettivo del reato. Terzo punto importante di Romeo: in questo telefonino c’erano 4 numeri telefonici: Angelo 1, Angelo 2, Luciano 1 e Luciano 2. Questa scheda, inoltre, dice Romeo, l’ha sempre utilizzata lui, tranne che in tre occasioni in cui l’ha prestata al figlio: dopo Reggina-Juventus, a Bagni di Romagna, perché aveva necessità di parlare con Moggi e Fabiani, e infine a Quarto d’Altino, dove accompagna la madre per una visita medica. Qui gli unici che non sono sotto processo sono quelli che hanno ammesso di avere la scheda, Romeo Paparesta e Nucini, mentre per Ambrosino viene chiesta l’assoluzione e, secondo il Di Laroni e l'accusa, ne aveva 2. Quindi il pm esercita l’azione penale in direzioni diverse! A mia domanda se conoscesse Bertini, Romeo Paparesta risponde che lo conosce solo come arbitro, come amico del figlio. Quindi dalla 185 di Paparesta non è mai partita alcuna telefonata verso la 155 attribuita a Bertini. Gianluca Paparesta conferma la deposizione del padre. Gianluca ci dice che lui e Bertini si sentivano spesso ed erano molto amici, ci ha parlato anche del giorno di Bagni di Romagna in cui si sfogava con l’amico dicendo che non sapeva se era il caso di continuare. Paparesta dice di aver chiamato Bertini dal suo cellulare normale, al cellulare normale di Bertini. Dice ancora di non aver mai chiamato Bertini sul numero svizzero e di non sapere nemmeno che l’amico avesse una scheda riservata.
Brancaleone. Più che di associazione si può parlare di armata Brancaleone: questa associazione nasce male perché non ho capito se i promotori sono Moggi, Giraudo e Fabiani, se nasce nel 1999. Che sarebbe successo se Moggi si fosse trasferito al Milan? Si sarebbe portato dietro tutto? E quindi la Juventus che c’entra? Se si volesse far riferimento alle squadre, di questa associazione farebbero parte Juventus e Messina! Della Figc, dopo che sono usciti al rinvio a giudizio Carraro e Ghirelli, è rimasto solo Mazzini, anche molti dell’Aia sono stati esclusi.
Scopi della cupola. La struttura avrebbe questi scopi: favorire la Juventus sul Milan, favorire Carraro su Abete e risolvere il problema dei due designatori. Sul primo punto, la Juve sul Milan: come si concilia con il secondo punto in cui il Milan si allea con la Juventus per l’elezione di Carraro? Ma in questa competizione Carraro-Abete c’è un accordo tra i due; e ciò manda su tutte le furie Cellino che rappresenta la minoranza che voleva avere più peso specifico e non individuavano delle frodi sportive, perché si badi che non c’è mai stato un solo tesserato che abbia fatto una denuncia di partite truccate. I due designatori, poi si è visto che litigano tra di loro, non vanno d’accordo e si capisce il perché: questa scelta è venuta fuori dalla cosiddetta cena delle 7 sorelle. Quindi i due fanno parte dell’associazione litigando tra di loro e alla fine di quell’anno nessuno dei due fa più il designatore.
Lo score di Bertini. Favorire la Juventus sul Milan. Bene, vediamo come si è comportato Bertini in quell’anno. Bertini arbitra contro l’armata. Arbitra 6 volte il Milan: 4 vittorie del Milan e 2 pareggi (una vittoria è contro il Messina di Fabiani e un pareggio contro la Juventus di Moggi), media punti: 2,33. Bertini arbitra 3 volte la Juve e questo la dice lunga: 2 pareggi a Palermo e col Milan e una vittoria col Siena. Media punti: 1,67!
Cosa offre la cupola. Quali sono i vantaggi che l’armata Brancaleone offre agli arbitri, visto che non ci sono prove su passaggio di denaro? Vantaggi di carriera e di un protezione mediatica. Se sono veri i dati processuali che la 155 è stata consegnata nel 2004, gli arbitri in questione erano già "internazionali". Sulla protezione mediatica anche il pm ha citato una chiamata di Moggi a Baldas dopo Juve-Milan 0-0, in cui Moggi avrebbe chiesto di non parlare male di Bertini; ma se vedete bene lo scopo della telefonata non è di difendere Bertini ma la Juventus. Questo dato inoltre si scontra con un’altra telefonata del 7 marzo 2005 tra Moggi e Biscardi, dopo Atalanta-Milan 1-2 arbitrata da Bertini: con questa vittoria il Milan aggancia la Juve, ci sono 2 episodi a suo favore, con una mancata espulsione di Nesta e un gol al 94', e Moggi si lamenta di Bertini che ha regalato la vittoria al Milan. Questa è la protezione mediatica!
Se pure fosse esistita questa "associazione" si sarebbe trattato di un'associazione trasversale alla Figc e ai rapporti istituzionali. La Juventus e il Milan, che erano associate nella scelta dei designatori, poi sarebbero state protagoniste di quel campionato falsato, secondo la ricostruzione del PM! La gerarchia dell’Aia è chiara: al primo livello ci sono i designatori, poi gli arbitri e poi gli osservatori. Ebbene, secondo la ricostruzione del pm, le schede riservate vengono dall’esterno e le varie componenti non sanno delle altre. Se Bertini deve parlare con i designatori chiama sul loro telefono ufficiale!
Esclusi gli osservatori. L’osservatore, poi, ha una grande importanza. Voi dovete fare conto con documenti che sono i rapporti arbitrali, il discrimine su cui il tribunale non può decidere. Gli osservatori non fanno parte di questo processo e quindi i loro documenti sono inattaccabili. Si è cercato di sminuire questa figura perché non coincideva con la teoria dell’accusa. Non è così e ce l’hanno detto Collina e Rosetti, che ci ha spiegato la differenza tra una gara vista in tv e una vista allo stadio. Rosetti è protagonista del più clamoroso errore di quell’anno, in Lazio-Fiorentina, e ci ha detto che dal campo non l’aveva visto. Il designatore ha la stessa percezione dell’arbitro, non quella della televisione con le varie moviole.
Quando ad un arbitro viene chiesto di arbitrare Juve-Milan si tratta di un fatto enorme, come arbitrare Agnelli contro Berlusconi, la Fiat contro la Mediaset, quindi a chi designa l’arbitro non interessa chi vince ma che non ci siano problemi. Per il Milan, se fosse vero quello che è scritto nel capo di imputazione, e cioè che ci sia una struttura che controlla il calcio per far vincere la Juve, i casi sono due: o non te ne sei accorto e allora non fai parte del capo di imputazione, o te ne sei accorto e reagisci con Meani che controlla gli assistenti.
Le contraddizioni. Quindi, tornando all’inizio: la scheda non identifica l’appartenenza all’associazione e non serve a portare un contributo nall’associazione. Se avere un traffico telefonico sulla 155 prima di Juve-Milan, comporta la frode sportiva, perché non lo comporta averlo prima di Atalanta-Milan, con risultato favorevole al Milan? E perché non conta nel traffico telefonico tra la 155 e la scheda di Fabiani prima di Messina-Milan 1-4?
La frode. Passiamo alla frode sportiva. Ne esistono di 2 tipi: una per corruzione, con dazione di denaro, e un’altra che è quella di "altri atti fraudolenti". Qui nessuno contesta la frode del primo tipo, ma viene contestata la frode di altro tipo, e gli altri atti sono il possesso della scheda e il cartellino “arancione” per i diffidati. È un "reato di pericolo a consumazione anticipata" e a "forma libera". È una norma incostituzionale e non facilità il compito di nessuno, né del pm che può fare quello che vuole ma poi deve scontrarsi con le regole del processo e provare quello che dice. In 23 anni non ho mai sollevato una questione di costituzionalità, cerco di farlo anche questa volta, anche se in via subordinata ve la solleverò, ma per salvare il tutto credo che si debba agire con un rigoroso rispetto dell’onere della prova.
Esistono altri reati di pericolo a consumazione anticipata ma non a forma libera. Nell’omicidio non è detto in che modo si debba ammazzare una persona per essere puniti, basta averla ammazzata. In questo caso il fatto che non sia rilevante se la gara è stata veramente alterata mi sposta la partita sulla descrizione della condotta. Questa norma non mi dice che cosa sia vietato fare. Se un atto è idoneo a far realizzare un evento, lo si può vedere solo se l’evento si realizza, ma in questo caso vi è la punibilità anche se non si realizza l’evento: e allora come si fa a capire se l’atto è idoneo? Se il possesso di una scheda senza sapere che cosa mi dico al telefono è atto idoneo, vuol dire che mi devo vedere tutte le partite di quel campionato per verificare se si sia verificato il fatto.
Il “chiunque” di cui all’articolo della frode sportiva non è riferito al partecipante alla gara ma anche a esterni. Anzi, la frode sportiva per il partecipante si può fare solo ricevendo denaro ma abbiamo visto che non è accaduto. Gli altri atti fraudolenti volti al medesimo scopo sono anche poco definiti. È qualcosa che ha in sé l’alterazione della realtà. Non si parla di un atto sportivo: un rigore non dato non è un fatto fraudolento, come potrebbe essere invece montare una porta più bassa di un’altra. Non si capisce quindi come il semplice possesso della scheda potrebbe essere un fatto fraudolento.
NOTA: L’avvocato Messeri presenta eccezione di incostituzionalità della norma, in relazione all’art. 3 della costituzione e all’art. 1 del codice penale, per non essere la norma ben determinata, violando i principi di uguaglianza e di legalità.
Avv. Messeri: Le singole gare addebitate a Bertini sono 5: Siena-Juve, Juve-Milan, Messina-Parma, Siena-Messina e Inter-Fiorentina. Per le prime la contestazione è di possedere la scheda svizzera, ma non c’è scritto da nessuna parte che il semplice eventuale possesso della scheda era un reato. La frode sportiva di Inter-Fiorentina si riferisce alle ammonizioni dei diffidati Obodo e Viali che non giocheranno la gara con la Juventus (l'avvocato Messeri mostra gli episodi delle ammonizioni, ndr).
Obodo viene ammonito perché in occasione di un calcio di punizione in favore dell’Inter si mette ad un metro dalla palla, violando l’art. 5 del regolamento del gioco del calcio. Viali, invece, era alla sua quarta, quinta irregolarità e, inoltre, la Fiorentina aveva anche Dainelli diffidato, che pure si era reso protagonista di alcuni episodi scorretti. E perché in questa ottica non si è andati a vedere Bologna-Fiorentina, citata da Mazzini a Mencucci in una telefonata, in cui non viene ammonito nessuno? E anche in quel caso il Bologna avrebbe giocato con la Juve e aveva due diffidati.
Ritorno ai referti degli osservatori. Abbiamo prodotto i referti relativi alle partite che abbiamo detto e in tutte le gare Bertini esce con una valutazione eccellente. Quindi, bisognerà far conto con questi documenti.
FIGC, e la clausola compromissoria? La Figc in questo processo è costituita contro Bertini, violando la clausola compromissoria. Ebbene, Bertini dai 4 gradi di processo sportivo è uscito con sentenze di assoluzione. Quindi, vengo assolto dal punto di vista sportivo, poi viene fuori un reato penale e mi trovo costituito contro la Federazione. Se non è violazione della clausola questa! In più viene chiesto un danno di immagine quando per il processo federale di Calciopoli, per il processo sportivo, c’è stata un'esposizione mediatica volutamente forte, visto che si sono svolti i gradi di giudizio allo stadio Olimpico e all’Excelsior.
Il tribunale dovrà condannare l’imputato se ritiene verificato oltre ogni ragionevole dubbio il teorema del pm, assolverlo se, invece, ciò non è avvenuto. Ma il codice dice anche che nel caso di dubbio il tribunale dovrà assolvere l’imputato e per questo chiedo l’assoluzione del mio assistito.
In caso contrario, invece di dare un processo al calcio, darete un calcio al processo!
Avv. Sena, legale di Pairetto: Mi occuperò solo dell’associazione e il collega Bonatti parlerà della frode. Proverò a riportare il processo al centro della discussione, posto che tutti siamo stati vittima delle argomentazioni che l'opinione pubblica ha introdotto nel processo. Facciamo un passo indietro. Questo procedimento nasce nel 2002 da una indagine della D.I.A. che cerca di capire se 2 arbitri sono stati collusi con persone che sono indagate per scommesse. Nel restituire gli atti i carabinieri sottolinenano la necessità di effettuare nuove indagini sulla Gea e su Moggi, la procura dà questa delega e gli uomini di Auricchio cominciano a lavorare. Nello stesso periodo un altro ufficio giudiziario sta svolgendo indagini analoghe: la procura di Torino. Le prospettazioni accusatorie sono le stesse ma il risultato diverge. Dopo 2 mesi di intercettazioni il Gip di Torino mette un freno dicendo che non basta che ci sia stato un sorteggio di un arbitro favorevole ma bisogna verificare che quell’arbitro abbia effettivamente aiutato la squadra. E chiede di archiviare. La procura di Napoli, invece, parte lancia in resta e nell'informativa dell’aprile 2005 si trova l'impostazione accusatoria del PM. Vediamo subito l’associazione per delinquere, come scritta nel capo di imputazione: esisterebbe una associazione nella quale vi sarebbero, oltre a Moggi e Giraudo, i due designatori e Fabiani.
Dell’associazione farebbero parte alcuni della Federazione, una segretaria della Can e non l'altro, un giornalista della Rai e nessun altro, il Presidente dell’Aia e nessun altro, 7 arbitri e non tutti gli altri, un assistente e non tutti gli altri. Quello che è meno evidente è che noi abbiamo dei reati dei quali sono imputati dei soggetti che non fanno parte dell’associazione. Non c’è nessun elemento che faccia capire perché, se io sono un arbitro e sono associato, l’associazione mi chiederà di fare la mia parte ma se ci sono altri soggetti il PM dovrebbe chiarire in che modo essi sono tirati in ballo. L’associazione nasce avendo già condizionato i campionati a partire dal 1999-2000 e sarebbe stata attiva fino alla penultima giornata, quando c’è Juventus-Parma arbitrata da De Santis, e l’associazione in quel momento avrebbe interrotto le sue attività per il clamore suscitato dall’evento. Che cosa è accaduto dopo? C’è stato un momento in cui l’associazione è stata ferma? Secondo il capo di imputazione l’associazione si propone di condizionare il campionato 2004-05, ma il PM sa che l’associazione per delinquere è un reato grave in cui è necessario un programma indefinito per il quale i concorrenti sanno di partecipare.
NOTA: L’avvocato legge i 13 punti del capo di imputazione di Pairetto.
Stranezze. Per le prime due giornate di campionato non ci sono oggetti di imputazione, e perché l'associazione dovrebbe partire dalla terza giornata? Se si voleva condizionare il campionato perché alcune gare sì e altre no? Pairetto risponde solo di alcune imputazioni e si dovrebbe pensare che siano le stesse di Bergamo. E invece no. La seconda imputazione è del 5 dicembre, per una gara in cui sono imputati insieme e Bergamo ha una imputazione da solo. Per Bologna-Juventus sono imputati entrambi ma per Reggina-Cagliari solo Bergamo. Come è possibile? Pairetto e Bergamo, poi, osservano qualche turno di riposo, poi ricompaiono a febbraio, un paio di volte, e poi addirittura ad aprile, poi Pairetto scompare e rimane il solo Bergamo. C’è una schizofrenia evidente nella impostazione accusatoria e il PM avrebbe dovuto dire perché alcuni associati danno un contributo diverso quando il loro ruolo era di coppia. Il metodo dell'associazione è a "forma libera", secondo il PM, o con il sorteggio, o con le ammonizioni mirate o, addirittura, per alcuni casi, senza che ci venga detto in che modo viene alterato il risultato.
Il capo 1 dell'imputazione parla di "metodologie intimidatorie", senza spiegare bene di che si tratti. Il PM prova a specificare parlando di contrasti per screditare Zeman, o Della Valle. Ebbene, che cosa è venuto fuori al di là delle intercettazioni su questi aspetti? Credo che sia sbagliato far riferimento alle sentenze della gustizia sportiva e dell’abbreviato, perché entrambe sono state fatte senza istruttoria dibattimentale, quindi tutta una serie di argomentazioni non sono state valorizzate. Mi dispiace che il PM parli dell’abbreviato e della giustizia sportiva. Diverso, però, è parlare della sentenza di non doversi procedere di De Gregorio, perché è quella che separa il materiale che va a giudizio e quello che invece non ha nemmeno gli elementi per andare a processo. Secondo l’accusa il condizionamento degli organi federali sarebbe avvenuto anche attraverso le cene con Lanese. L’Aia si era resa conto di essere una costola importante per la vita arbitrale ma di non contare nulla in Federazione, e che cosa si propone di fare il politico Lanese? Di tessere una rete di relazioni per cercare di valorizzare il ruolo dell’Aia. Il PM dice: se così fosse stato si sarebbe dovuto fermare all’elezione di Carraro, ma ciò è falso perché lo scopo non era certo l’elezione del presidente della Figc, che era solo l’inizio. Ci doveva essere una rete di rapporti con tutte le società anche se sono venute fuori solo quelle con Moggi e Giraudo. Ci sono 180 mila telefonate e solo una minima parte di esse sono state prese in considerazione. Giraudo era vecchio amico di Pairetto e Moggi era addirittura amico di suo padre. E perché, nel momento in cui essi arrivano ad alti livelli nel mondo del calcio, dovevano far finta di non conoscersi? Pairetto dice che quelle cene non erano nulla di particolare, al punto che emerge che c’erano anche le mogli. E ci sono anche le telefonate in cui si dice che "è andata bene, stiamo progredendo, abbiamo messo in mezzo l’argomento". Quello delle telefonate è un ritornello che dura da anni, ma esse non dicono nulla di penalmente rilevante. Ognuno di questi soggetti cerca di mantenere e consolidare la sua posizione. Il mondo del calcio è diventato qualcosa intorno al quale ruotano soldi ed interessi. Ognuno vuole esserci. E le cene sono solo un momento tra persone che si incontrano in cui si cerca di parlare del come si può fare a rimanere in sella in questo mondo. Io non so se era etico o no, ma sappiamo che tutte le società avevano l’abitudine di fare regali, alcune volte imbarazzanti. Ma è evidente che tutte lo facevano. E nemmeno è corretto andare a vedere lo sconto del 50% sulle auto. La Juve è la Fiat ed ha interesse a mostrare che persone influenti guidino una sua autovettura e quella è una operazione pubblicitaria.
Il condizionamento mediatico. Condizionamento degli organi di informazione. Qui si apre un passaggio delicato perché questo processo lo stanno seguendo i giornalisti, che dovrebbero essere i primi ad essere offesi da questa accusa. Quando il 26.10.10 è sfilato lo stato maggiore della Rai qui in tribunale, hanno rivendicato con orgoglio il loro lavoro ed hanno negato di avere avuto pressioni, l’unica a dirlo è la Sanipoli, sulla quale è stato detto molto, soprattutto in riferimento alla sentenza sul mobbing. E se stiamo parlando del processo di Biscardi, stiamo parlando di un trasmissione storica che da quando è stata chiusa sulla Rai ed è migrata sulle reti private si è trasformata, da trasmissione sportiva e di cronaca, a programma di intrattenimento. E questo lo ha detto Biscardi nel difendersi da un’accusa dell’Aia, quando ha detto che invocava nemmeno il diritto di critica, ma addirittura quello di satira!
Il controllo. Il controllo sugli associati. Vi è stato spiegato che ad un certo punto è cambiato il modo di remunerazione. Inizialmente si dava uno stipendio fisso alto e poi si aggiungevano dei bonus. Questo però non valorizzava i più bravi e si è deciso di invertire la regola: una quota fissa pari per tutti e una variabile condizionata alle partite che si andava ad arbitrare, più partite si arbitravano più si guadagnava. Secondo il PM questo era il modo in cui si potevano condizionare gli arbitri. Ebbene, se prendete la lista dei guadagni di quell’anno vedrete che ai primi 7 posti ci sono arbitri che non hanno mai avuto a che fare con questo processo. Il primo tra gli imputati è Bertini, ottavo, e ancora più giù De Santis! Il secondo elemento per il PM è legato alla contestazione per la quale venisse tutelato il gruppo difendendolo da infiltrazioni. L’uso di questi termini mi sembra esagerato. Chi sarebbero coloro da controllare? La Fazi, imputata, e che ad un certo momento si sarebbe voluta allontanare dall’associazione. Ci sono intercettazioni che vanno in questo senso, ma ci sono anche altre in cui si capisce che ella rivendicava per sé e per il figlio un ruolo nella Federazione. Era così determinata che voleva fare una causa di mobbing. Pairetto aveva un ruolo conflittuale con la Fazi, ma questo non vuol dire che volesse cacciarla. La Fazi viene sentita dalla procura di Torino. Ebbene, non c’è una sola telefonata in cui si dice: stai attenta, non esporti, non dire queste cose. Se Pairetto è un associato perché dovrebbe parlare con la moglie della Fazi che vorrebbe fare la causa di mobbing?
Nessuna pressione. Sono stati ascoltati numerosi arbitri e guardalinee. A tutti è stato chiesto se avevano avuto pressioni per arbitrare in un modo o nell’altro, nessuno ha mai detto che Pairetto gli avesse mai chiesto nulla. Ci sono stati però 2 arbitri che hanno parlato di un clima di ostilità: Nucini e Pirrone. Sulla testimonianza di Nucini voglio sorvolare, ma soffermarmi solo sulla frase in cui egli dice di sentirsi "un corpo estraneo". Avete sentito un altro arbitro dire di avere avuto problemi con il designatore che ha sostituito Bergamo e Pairetto. Quindi è normale che nel gruppo ci sia qualcuno che non si integra, ma i ritiri di Coverciano servivano anche a questo!
Una telefonata che è stata spesso dimenticata è quella tra i due designatori, nella quale Pairetto che non sa di essere interecettato, dice a Bergamo che partite difficili come Inter-Juve e Juve-Roma dovrebbero essere arbitrate da arbitri stranieri! I designatori fermavano gli arbitri che avevano sbagliato, lo facevano anche per tutelare loro, perché l’opinione pubblica li avrebbe messi sotto osservazione finendo per condizionarli ancora di più. Qui non si è andati a vedere che Racalbuto è stato fermato per 8 turni dopo aver favorito la Juventus, ma si è parlato di Paparesta che sarebbe stato fermato, e invece non era vero!
Si è chiesto ad Auricchio degli arbitri che arbitrarono la Juve in quell’anno. Ebbene si è visto che De Santis ha arbitrato la Juventus 5 volte con 2 vittorie, 2 sconfitte ed un pareggio, Collina anche 5 volte con 4 vittorie e 1 pareggio. Trefoloni, non indagato, 4 vittorie su 4! Se questo era il sodalizio, ha certamente fallito. La stessa cosa è stata fatta con gli assistenti, con quelli mai attenzionati la Juve progredisce, con quelli in qualche modo ritenuti "vicini", la Juve non va.
A senso unico.E quando la difesa Moggi chiede se questa indagine sia stata fatta per tutte le squadre, Auricchio risponde che l’ha fatta solo per la Juventus. E quando Coppola ha detto di essere stato contattato per modificare un referto arbitrale, e lo ha detto ai carabinieri, gli è stato risposto che questo aspetto non interessava. Questa è stata un'indagine a senso unico. Si è partiti da una ipotesi e si è andati avanti per quella linea! Le indagini non sono state un mezzo di ricerca della prova ma la prova stessa. Le intercettazioni non sono la prova ma il materiale dal quale partire per cercare le prove.
Sorteggi, quale prova? Il PM fa un errore nella sua analisi. Il sorteggio si svolge in una saletta alla presenza di un notaio. Faccio una precisazione:i sorteggi si sono fatti solo nel periodo di operatività dell’associazione. Prima e dopo c’era la designazione diretta. È pazzesco! Perché mai l’associazione avrebbe dovuto introdurre questo elemento per poi studiare le modalità per aggirarla? Non era più semplice mantenere la designazione diretta?
I sorteggi si facevano prima su quattro fasce, poi in due, poi in tre, segno che si cercava di rendere il tutto più trasparente possibile. Antonello Capone, per 27 anni alla Gazzetta e poi presidente dell’Ussi, ci ha detto che i giornalisti avevano ricevuto la richiesta di partecipare al sorteggio. Inizialmente c’è un po’ di ritrosia, ma poi si firma un protocollo di intesa a tre condizioni: sorteggi pubblici, presenza dei notai e che la pallina decisiva, quella con il nome dell’arbitro, fosse estratta dal giornalista. Come avviene il sorteggio? Al centro c’è il notaio e ai lati le due urne con le palline colorate. Questa è una condizione lecita, ma il pm ha fatto capire che c’era il modo di alterare il sorteggio. Ebbene, il pm aveva la necessità, visto che c'era il notaio e il pubblico, di far capire come avveniva ciò. Andatevela a rileggere perché è straordinaria. Manfredi Martino parla di pause di Pairetto, che aveva davanti a sé le palline con le partite (e non con gli arbitri, come erroneamente dice il pm) e dall’altro lato c’era Bergamo con le palline con gli arbitri che il giornalista passava al notaio. Pairetto avrebbe indugiato con la sfera della partita, aspettava che il giornalista estraesse la pallina con l’arbitro e poi dichiarava la partita. Ebbene vorrei che voi vi figuraste la scena in cui viene aperta una busta contenente le 12 palline e versate nell’urna, Pairetto le guarda e le fissa attentamente, come dice il PM! Poi finge di mescolare ma non mescola, tocca una pallina e guarda verso l’altra urna a due metri da sé e, quando è stata estratta la pallina nella quale egli sa esattamente che arbitro c’è, fulmineamente prende la pallina e dichiara la partita. Ma vi sembra verosimile? Eppure questo è quanto ci hanno raccontato i carabinieri!
Manca un imputato? Manfredi Martino dice che ci sono stati tre sorteggi pilotati. Ma poi dice che uno non ricorda quale è, l’altro è una partita di serie B ma nemmeno ricorda quale, il terzo è un Milan-Juve che è stato alterato con Collina! Se questi sono gli elementi, il pm avrebbe dovuto dire: 'Scusatemi abbiamo sbagliato, ci fa piacere prendere atto che il sorteggio era regolare!' Invece si chiama Zamparini che prima si presenta a una radio e poi viene chiamato qui a confermare questa sua storia riguardante la designazione dell’arbitro Rizzoli. Bene, mi riporto a tutto quanto detto prima, aggiungendo che Zamparini non sa dire che giorno fosse, ma quello che so è che quel sorteggio venne effettuato da Manfredi Martino!!! E allora se quella è la prova, qui manca un imputato che anzi si è presentato qui come teste dell’accusa. Secondo elemento: la telefonata di Foschi con Pairetto. Si lamenta del fatto che al sorteggio è stato scelto per Atalanta-Palermo Collina che era precluso e quindi non era stato preparato bene. Ebbene, quella che per il pm è una prova alla falsificazione è un formidabile strumento della difesa. Foschi si lamenta che sia stato rifatto il sorteggio, ma Pairetto prima si giustifica ma poi alla fine dice: 'Fa' una denuncia'. E che associato sarebbe? Ultimo elemento: la telefonata tra Moggi e la segretaria. Il sorteggio si fa alla mattina. Dopo il sorteggio Manfredi Martino deve raccogliere l’urna, le buste e le palline, mettersi davanti al pc e compilare un documento ufficiale. Ma prima che faccia questo, i presenti al telefonino avvertono chi di dovere. Pare che questa cosa degli arbitri fosse interessante e l’Ansa non aspettava necessariamente il comunicato ufficiale. Vi sembra cisì strano che Moggi, che deve avere la percezione di quello che sta accadendo per il suo ruolo, sappia il risultato prima del comunicato? Lo stesso Manfredi Martino dice che mandava sms alle persone di suo riferimento.
Griglie facili. Le griglie: erano una specie di ascisse e ordinate. Da un lato le partite, dall’altro gli arbitri tenendo cointo delle preclusioni (mai più di 2 volte consecutive, mai più di 6 volte, non in gare della stessa provincia ecc): ebbene la telefonata in cui Moggi e Bergamo parlano di griglie avviene a tre quarti di campionato e in quel momento qualunque osservatore medio di campionato sarebbe stato in grado di prevedere la griglia. Noi abbiamo prodotto altre tre telefonate in cui Governato del Brescia e due giornalisti chiedono a Pairetto quali saranno le griglie. Ebbene la telefonata dell’una di notte di Moggi è successiva ad articoli di giornali che la mattina stessa avevano pubblicato le previsioni della griglia! E abbiamo prodotto solo queste tre perché non abbiamo avuto il tempo di sentirle tutte e perché non ci sono stati dati i brogliacci su cui nella maggior parte dei casi vi è scritto: non rilevante. Ma non rilevante per chi?
Questo è il processo di Calciopoli, in cui ognuno va per conto suo, telefonate in cui uno parla male dell’altro dopo essersi dimostrato amico, troverete Mazzini che sembra amico dei due designatori e poi fa capire che la Federazione si sta organizzando per Collina. C’è tutto di tutto, ma quello che manca è il riscontro per verificare l’esistenza. Pairetto ha negato di avere avuto utenze straniere. Il pm invece dice che Pairetto è smentito sia da Bergamo che da Moggi. Non è vero, perché Bergamo ha detto che lui aveva la scheda straniera e che lui l'ha utilizzata per parlare con Moggi e che in qualche occasione l’ha utilizzata per parlare con Pairetto, ma non significa che abbia parlato sulla scheda straniera di Pairetto. E poi dice che Pairetto aveva una scheda riservata che lo stesso Pairetto dice che non ha avuto da Moggi ma che come vicepresidente Uefa aveva acquistato all’estero delle schede che spesso utilizzava anche in Italia.
Per tutte queste ragioni chiedo l'assoluzione con formula piena.
Brevissima interruzione.
Avv. Bonatti per Pairetto: Mi permetto di riassumere qualche telefonata e qualche testimonianza in più. Partirei proprio dal dato testimoniale che ritengo importante. Questa difesa aveva fatto domande incisive ai testi, in particolare arbitri e assistenti. Collina, per 6 volte migliore arbitro del mondo, ci ha spiegato che la designazione per sorteggio non è l’ideale e che quando gli è stato proposto il ruolo di designatore ha chiesto la designazione diretta. È stato chiesto quale fosse l’atteggiamento di Pairetto ed ha detto che era improntato a dare consigli. Atteggiamenti per favorire o sfavorire qualcuno? No, ci ha risposto. Proteggevano dagli attacchi mediatici? Sì. Per Siena-Milan ha ragioni per sostenere che ci fosse stato un atteggiamento da parte degli assistenti che avessoro modificato il riusltato? No, avrei denunciato la cosa. Altrettanto per la griglie: i critreri venivano rispettati? La risposta è stata di sì e poi ha raccontato l'episodio di cui ha già parlato l'avvocato Sena. Coverciano: Nucini non credo che fosse in buona fede, anzi il contrario e all’esito di questa disamina emerge con chiarezza. Venivano fatte preferenze sul fimati da mostrare? No, dice Collina. Conosce Meani, risponde di sì. Quanto ai calendari ribadisce di credere che non fosse possibile modificarli ad arte. Rosetti, poi, alle stesse domande risponde allo stesso modo: nessuna pressione da parte di Pairetto né ha mai letto l’elenco dei diffidati. C’è una telefonata in cui Bergamo e Pairetto commentano Juve-Lazio mentre si sta svolgendo. I due dicono che sono stati ammoniti due della Juve e Pairetto chiede a Bergamo: 'Ma erano diffidati?' E Bergamo: 'Boh!'. Quindi non solo non lo sapeva Rosetti, ma addirittura nemmeno i designatori! A Coverciano la stessa cosa: tutto regolare, l’aspetto tecnico veniva messo in evidenza. Le griglie: spiega come erano fatte. Rosetti dice che ne parlava con Pairetto, anche quando si dovevano formare, era compito del designatore ma non era segreto di stato. Se avesse notato la formazione di griglie non corrette sarebbe stato disturbato e l’avrebbe segnalato, dice ancora Rosetti. Su Lazio-Fiorentina, con il famoso fallo di mano, dice che è stato un errore, che però c’è una differenza tra la partita vista in tv e quella vista in campo. Questo errore ha evitato l’imputazione a Rosetti, ma paradossalmente se Rosetti avesse concesso quel rigore si sarebbe detto che voleva favorire la Fiorentina.
Qui vogliamo mettere sullo stesso piano situazioni diverse. Ci sono i due designatori che non vanno d’accordo, vi è una naturale divergenza di opinioni che però non va a discapito del mondo arbitrale. Tombolini dà ancora le stesse risposte, nessuna pressione, nessun atteggiamento particolare. Trentalange, amico di famiglia di Pairetto, sa che Moggi è amico del papà di Pairetto, ebbe anche lui un’auto con sconti. Papi, guardalinee tra i più anziani, conferma: nessuna pressione, il designatore è come un allenatore, Pairetto difendeva la categoria. Calcagno: anche lui sa che il padre di Pairetto conosceva Moggi: nessuna pressione né a lui né ai suoi colleghi. Così come Brighi, quarto in Bologna-Juventus dichiara che Pieri non si permise di chiedere atteggiamenti a favore della Juventus. Queste testimonianze sono tutte concordanti e univoche. È possibile che non uno solo dei soggetti che frequentavano Coverciano si sia mai accorto di niente? Mai sentito un riferimento. A parte Nucini!
Nucini, falsa testimonianza. È evidente che è in malafede, magari ha dei problemi anche gravi, ma uno che ci viene a dire che per anni ha preso appunti, che veniva mostrato un filmato piuttosto che un altro ecc. Nucini ha chiaramente fatto una falsa testimonianza. Valutino le Signorie Loro se non sia il caso di inviare gli atti alla Procura per il reato di falsa testimonianza!
Di fronte ad una prova testimoniale univoca e granitica, l’accusa non ha proprio preso in considerazione, non ha fatto nemmeno un cenno per dirci perché queste testimonianze non fossero credibili! Possibile che dal 2006 solo Nucini si sia sentito in dovere di rivaler qualcosa? Lui capisce meglio di tutti, va a fare le confessioni a Facchetti, noto esponente della giustizia sportiva, il quale pace all’anima sua, va all’ufficio indagini? No, nemmeno per sogno. Nucini non è credibile. Si contesta la possibilità di alterare la gara solo a qualcuno, la partita la fanno in tre non in uno, il fuorigioco la vede più il guardalinee che l’arbitro, poi magari uno lo assolvi, per un altro chiedi l’assoluzione, per altri no… vi è la completa assenza di prove nei confronti di Pairetto, anzi dirò di più, vi è stata una inversione dell’onere della prova perché noi abbiamo fornito la prova contraria.
Pairetto non è un Maghetto. Per i sorteggi: o Pairetto è un mago, e non lo è, o è impossibile dire che taroccava il sorteggio. È già stata data la prova e lo ricordava Sena sulle preclusioni. Le indagini di Torino avevano già valutato questo aspetto. Maddalena è un accusatore accanito, molto preparato ed accanito accusatore. Non è che abbia fatto valutazioni con la mano leggera. In vita mia ho visto solo 2 assoluzioni di Maddalena. Aveva fatto tutte le valutazioni anche con riferimento alla Juventus e disse che erano stati rispettati tutti i parametri di preclusione. In più ci sono le nuove telefonate che hanno dimostrato che non vi era nessuna costruzione delle griglie. Pairetto parla con Campedelli, delle griglie. Nessuna delle telefonate estrapolate traduce una sola frase che possa far pensare all’inciucio. Io che sono accusatore, possibile che abbiamo dei designatori imputati e non si va a verificare quali erano i commenti prima e dopo le gare e non si estrapola nessuna conversazione?
Scorrettezza! L'ex PM Beatrice dice che erano centinaia di migliaia di telefonate e "fu fatto un primo screening", che mi permetto di definire anche ultimo. Non c’è nessuna telefonata tra arbitri, assistenti e designatori che possa far pensare a tentativo di fuorviare i pareri. Quelle che sarebbero migliaia di telefonate, possibile che non ti scappi un “bravo, è andata bene, hai ammonito i diffidati, hai dato quel rigore che non c’era ecc.”.
Possibile che questo processo si sia basato su una percentuale che si avvicina allo 0,1% delle telefonate? Anche io potrei costruire un film facendo un collage di una percentuale così bassa. Si sono selezionate solo alcune telefonate e all’interno di quelle si è selezionata una singola frase. Così non si lavora, è scorrettezza. C’era una mole immane, e Beatrice dice che le difese non hanno dato una mano. E come avremmo potuto fare se ci venivano forniti brogliacci in cui si dice "nulla di rilevante", "Alberto parla a uomo", "uomo parla a uomo". E come si fa? I dischi di Pairetto non si aprivano e abbiamo avuto la chiave elettronica solo a settembre 2010!
Pairetto dal primo giorno ha dichiarato che lui parlava con tutti. Non si spiegava perché non fossero venute fuori le telefonate. La discussione del dottor Narducci si è fermata al 2005! Il caso Fazi è emblematico. Se si sentono le telefonate emerge con chiarezza che c’è un problema: Pairetto non la vuole, ci sono chiamate con Manfredi Martino di dividere l’ufficio in due, addirittura Pairetto dice: 'Se facessimo un sondaggio tra gli arbitri su 40, 35 non la vogliono'. Pairetto dice che ad una riunione, se c’è lei, lui non si siederà al tavolo. Quesito di logica: se Bergamo, che è l’unico che la vuole perche senza di lei sarebbe un pesce fuor d’acqua, è davvero associato e teme le rivelazioni della Fazi va lui al giornale per fare uscire la notizia? Questa è l’antitesi dell’associazione, qui ognuno va per i fatti suoi.
NOTA: L'avvocato Bonatti legge le telefonate tra Pairetto e alcuni dirigenti di società, tra cui Facchetti, per dimostrare che questo era un modo di fare molto comune e condiviso. E poi legge altre intercettazioni, compresa quella famosa del “Viene disposto a fare una buona partita”. E ancora Pairetto-Meani: si parla di griglie, di preclusioni.
Avv. Bonatti: Se vogliamo vederci il marcio, liberi di farlo, ma qui la sostanza è questa. Poi ci sono le telefonate di Pairetto con Governato, con Campedelli del Chievo che si lamenta continuamente per arbitraggi sfavorevoli, Pairetto con Dondarini “vedere anche quello che non c’è”: Dondarini è appena arrivato ad essere arbitro internazionale e Pairetto gli chiede di non deluderlo.
Racalbuto-Pairetto: nell’ipotesi dell’accusa in Cagliari-Juve favorisce la Juve, e Pairetto redarguisce Racalbuto: “Siamo arbitri, meno conflittualità”. La procura si è accontentata dell’assemblaggio della polizia giudiziaria. Noi no e abbiamo cercato di scavare a fondo e da questo esame deriva la richiesta di assoluzione di Pairetto.
Entrando nel merito delle partite succede che a Pairetto vengono attribuite 4 su 7 partite della Juventus e non si sa il perché. Abbiamo visto che i sorteggi non sono taroccati, che non ci sono possibili induzioni sui protagonisti da parte di Pairetto e allora? Dire che questo è un reato di pericolo in astratto non me la sento di dirlo. Il pericolo deve essere quanto meno concreto. Consapevole di queste difficoltà, cosa fa Capuano? Ci dice: bisogna ricorrere alla prova logica e quale sarebbe? Dalla natura riservata delle schede si deduce la natura riservata dell’associazione. A prescindere dalla punibilità, Pairetto fin da primo momento ha detto che non ha avuto alcuna scheda da Moggi. Narducci afferma che Pairetto dice che è a Viareggio alle 15 e dice a Bergamo che lo avrebbe chiamato dopo da Torino con l’altro telefono. Alle 17 si attiva la scheda che è attribuita a Pairetto e aggancia celle di Torino. Peccato che tra Viareggio e Torino ci siano almeno 3 ore e 40 di viaggio. L’utilizzo di una scheda non è un atto fraudolento in sé, ma fraudolento dovrebbe essere il contenuto di una conversazione. Il possesso di una scheda svizzera non è nemmeno un principio di prova, è un nulla. Anche perché c’è una contraddizione perché per alcuni soggetti coimputati ai quali non è stata attribuita la scheda non può valere questo principio e allora come può Dondarini essere condannato in abbreviato? Altrettanto non condivisibile l’affermazione con cui Narducci dice che per determinare una gara non serve solo dare un rigore ma un atteggiamento generale dell’arbitro, un recupero più o meno lungo, ecc. E allora come fa un giudice a decidere se c’è stato il reato? A riprova: Juve-Lazio, 5 dicembre, arbitro Dondarini; il solo Dondarini è stato condannato nell’abbreviato. Chievo-Lazio, 20 febbraio, arbitro Rocchi, assolto nell’abbreviato. Juventus-Lecce, arbitro De Santis, Gallinelli vi ha già detto tutto, per Cennicola è stata chiesta l’assoluzione. Parma-Chievo, arbitro De Santis, anche qui ci sono telefonate chiarificatrici.
Insomma, per le stesse partite ci sono persone assolte in abbreviato, condannate in abbreviato, rinviate a giudizio, per le quali in questo giudizio è stata chiesta l'assoluzione dal PM. Dopo calciopoli è cambiato molto? No, non è cambiato nulla. Oggi succede esattamente quello che succedeva prima.
NOTA: Bonatti produce articoli dei giornali del 2008 che parlano di errori arbitrali gravi durante la gestione Collina. Tra cui un titolo: "Favori all'Inter? Soliti sospetti". Si parlava della illuminante figura di Zamparini, un soggetto pacato; 2010: "Qui barano, il Palermo è in vendita".
Ci sono dei soggetti che forse per natura o per vocazione sono così. Questo processo non ha portato nessun beneficio ma molti malefici soprattutto agli imputati. Pairetto è una persona riservata ma risoluta, ma non è un soggetto colluso. Sa gestire le cose, come fa Collina con Meani. Ma questo non è un reato. Qui prove di reato non ve ne sono state date e quindi chiedo un'assoluazione piena per il mio assistito!
Si riprende, dopo una breve sosta, con una dichiarazione spontanea di Titomanlio: Non sono mai stato ascoltato nelle indagini. Otto anni vissuti come assistente alla Can mi consentono di affermare che tutti parlavano con tutti. Sono stato coinvolto in questo processo a causa di una telefonata con Meani, amico di vecchia data. Gli confido che Mazzei mi ha designato per Arezzo-Salernitana anche se dovevo fare la serie A. Se vogliamo entrare nello specifico io non pronuncio mai la frase ”io ho fatto la partita” ma “ho fatto una bella partita”.
Avv. Ostellari, legale di Titomanlio: Avevo portato un disegno che voleva aiutare me e voi a capire cosa era accaduto nel terreno di gioco. Per Titomanlio stiamo discutendo del capo a7, perché in concorso con Mazzei compivano atti fraudolenti nell’alterare Arezzo-Salernitana 1-0 della serie B 2004 2005. C’è anche l’aggravante di aver predeterminato la gara che era nei concorsi a scommesse. Ancora oggi mi chiedo come mai questo tribunale sia competente per Arezzo-Salernitana dopo che Mazzei è stato assolto dagli altri capi di imputazione. Partiamo dalla intercettazione del 16.5.2005. La questione è questa: Meani, sin dal suo primo coinvolgimento, non è mai stato coinvolto nelle indagini per il reato di associazione. Non mi dilungo oltre e andiamo nel merito. La conversazione tra Titomanlio e Meani. Noi dobbiamo discutere di prove, di ciò che è l'assunto del processo. Le prove portate dall’accusa nel processo sono rappresentate solo da questa conversazione. La difesa ha portato testi, una consulenza di Mitro, il referto dell’osservatore, un dvd con la partita, un estratto della sentenza della Caf. Titomanlio effettua la telefonata con Meani, suo amico, ex arbitro. E racconta la gara dal punto di vista arbitrale. Lui ha detto che la trascrizione di quella intercettazione è errata e vi invito a riascoltare questa telefonata per vedere che è così. Basti pensare che anche la sentenza sportiva della Caf ne ha riconosciuta l’errata trascrizione. Quali sono gli errori. Il più grave è quello detto da Titomanlio, nelle prime battute. “Io ieri ho fatto la partita” invece di “ho fatto una bella partita”. A pagina 2 si dice: “Sai me lo ha detto in riferimento alla presunta raccomandazione”, invece della frase “Sai non me l’ha detto...”, cioè non ha ricevuto nessuna raccomandazione. Come si vede il significato è completamente capovolto. Era una conversazione tra amici con contenuto tecnico. Anche il contatto con Mazzei e la raccomandazione "presunta" ricevuta sono prassi nel mondo arbitrale. Le testimonianze ce lo confermano, abbiamo sentito l’assistente della gara, Biasutto, Mitro e Luci. Si è arrivati a ritenere che fosse un contatto illecito solo per deduzione. Auricchio non poteva conoscere quali sono le terminologie tecniche e allora vediamo le nostre prove. Non vi fu alcuna raccomandazione e nella gara non vi fu alcun illecito. Ogni designatore insegna fin dai primi passi ad un arbitro la preparazione atletica e psicologica. Gli arbitri devono arrivare concentrati e tale era l'indicazione di Mazzei. Nella lettura e nell’ascolto di quella chiamata si arriva a questo risultato. È interessante la dichiarazione di Biasutto che dice di ricordare che a Coverciano Titomanlio era stato preso da parte da Mazzei e disse che sarebbe andato a fare una gara di spessore per la B anche se gli toccava la A, perchè serviva un assistente di livello. Il designatore cerca di tutelare la gestione tecnica. Mai Mazzei forniva alcuna indicazione sullo svolgimento della gara.
Da notare che l’incontro tra Mazzei e Titomanlio è avvenuto in pubblico, e non in segreto, e la designazione è avvenuta poco dopo. Biasutto chiede a Titomanlio, subito dopo la chiacchierata con Mazzei, che cosa si fossero detti e Titomanlio glielo dice, quindi non c’è nulla di segreto. Titomanlio ha sempre detto che si aspettava una gara dura e, quindi, è naturale che il designatore, sapendolo, abbia cercato di addolcire la pillola. E ancora, a proposito delle raccomandazioni che esisterebbero nel mondo arbitrale, sono interessanti le dichiarazioni di Alvaro (inc.) che ricorda che Titomanlio al momento si aspettava una designazione in serie A ed era un po’ deluso dalla mancata designazione, ma che Titomanlio stesso gli aveva detto che il designatore gli aveva chiesto di scendere in B per quella gara delicata. Ancora, l’assistente n° 2, dice che in quella gara non è avvenuto nulla di strano. Se raccomandazione c’è stata, era una raccomandazione a dare il massimo in quella gara. La gara analizzata dal punto di vista tecnico consente di accertare che nessun illecito è stato compiuto. Nel capo di imputazione Tito è accusato di avere influenzato l’andamento della gara. Il PM lo avrebbe desunto dalla conversazione ma in quella stessa chiamata non c’è nulla che possa confermarlo. Quindi, bisogna vedere se nella gara c’è stato qualcosa che non andava. Abbiamo prodotto un dvd della gara che vi invito a guardare ma mi rendo conto della difficoltà. Abbiamo prodotto anche una relazione del consulente Mitro, ex assistente di A, che ha esaminato tutte le azioni di quella gara. Come risulta da questa relazione e dalla deposizione del teste, Mitro ha accertato che Titomanlioo non ha influito in nessuna maniera nel risultato della gara. Nel primo tempo Titomanlio controlla l’attacco dell’Arezzo e fa tutte segnalazioni regolari. Nel secondo tempo, controlla quello della Salernitana e rileva tre falli a favore dell’Arezzo, regolari e al massimo commette due segnalazioni non corrette ma a danno dell’Arezzo. Se ciò non bastasse, andiamo a vedere il referto di Luciano Luci, osservatore arbitrale che è posizionato in tribuna sull’assistente n° 1 Titomanlio. La distanza tra i 2 non supera i 25 metri e quindi è la posizione ideale per verificare l’operato. Luci ci ha detto che alla fine della gara se ci sono errori tecnici, li riferisce all’arbitro ma in quella gara fece notare l’eccessivo interventismo e Titomanlio ha risposto che vedeva l’arbitro sotto pressione. L’eccessivo interventismo è relativo agli interventi sui falli di gioco e Titomanlio li segnala sbandierando. Sono tutti falli avvenuti nelle sue immediate vicinanze: 3 falli. Questo eccessivo interventismo è assolutamente regolare, non ha portato ad alcuna ipotesi di illecito in quegli episodi. Anche il fatto che l’arbitro sia stato sotto pressione è vero, tanto che viene fuori anche dal referto arbitrale a lui riferito. Inoltre è tra i compiti dell’assistente segnalare all’arbitro eventuali falli accaduti nelle sue vicinanze. Lo stesso presidente Aliberti ci ha detto di non aver riscontrato nulla di particolare in quella gara. E anche l’avvocato Milella della Figc ci ha detto che quella gara non è tra quelle per le quali loro si costituivano parte civile.
L’assistente arbitrale non solo non può influire per orientare una gara, ma gli è impedito anche dalla posizione in cui si trova nel campo di gioco, l’arbitro è l’unico che può decidere se un fallo sia tale e se sia passibile di ammonizione. Titomanlio non può fare altro che segnalare comportamenti irregolari che sono stati recepiti dall’arbitro, che ha interrotto il gioco. E questo è quanto è confermato da Luci nel referto. Nela stessa partita in relazione all'altro assistente, Luci dice che segnala 6 situazioni di fuorigioco tra le quali una non è raccolta dal direttore di gara. Quindi nella stessa gara, l’arbitro ha evidenziato che il comportamento dell’assistente non era pertinente e lo ha smentito.se qualcosa di strano fosse accaduto l’osservatore non si sarebbe limitato a parlare di eccessivo interventismo, ma segnalare gli errori tecnici. Per quanto attiene alla giurisprudenza ci si riporta a quanto emerso dal processo e seguendo l’orientamento precedente si evidenzia che la Cassazione per atti fraudolenti non parla di violazioni alle regole del gioco, ma devono consistere in qualcosa di più, un artificio, un raggiro. Nel caso di specie, non sono emersi dati positivi, le prove che possono legittimare la richiesta di condanna ma anzi quelle di senso opposto. Chiediamo quindi l’assoluzione per il nostro assistito.
Avvocato Messeri, legale di Mazzei: Mazzei è il Collina degli assistenti, credo che nessuno come lui abbia rappresentato l’Italia nel mondo a livello di assistenti. Mazzei, 33 anni in Aia, alcuni episodi importanti, tra cui la finale di Coppa delle Coppe, nel '98 i Mondiali di Francia, nel '99 la finale di Champions, nel 2000 altra finale di Champions. Non è giusto infangare una carriera così prestigiosa per una telefonata tra due persone estranee come Titomanlio e Mazzei, tra l’altro riferita ad una partita arbitrata correttamente. Mazzei parte con una serie di imputazioni per le quali viene chiesta l’assoluzione, ma rimane nel processo solo per questo capo. Il capo di imputazione è la contestazione di alterare la corretta e genuina procedura di designazione dell’assistente con la scelta di Titomanlio. Quindi Mazzei lo avrebbe designato perché poteva chiedergli di alterare il risultato. Il processo di Mazzei possa finire velocemente. È importante vedere che incarico aveva Mazzei in Figc. Il 1° luglio 2003 ha ricevuto un contratto di collaborazione con cui gli veniva conferito l’incarico di assistere i designatori dell’organo tecnico. Quindi non è Mazzei che designa il guardalinee, ma lui li propone ai designatori. A differenza degli arbitri per cui valeva il sorteggio, i guardalinee vengono designati. Questo contratto viene conferito a Mazzei anche per una sorta di compenso a uno che aveva dato tanto nella sua carriera. Mazzei deve solo preparare dal punto di vista tecnico i guardalinee, partecipando ai raduni di Coverciano che avvengono ogni 40 giorni, nei quali coglie l’occasione di parlare con i guardalinee, ruolo che gli viene chiesto dagli organi tecnici. La formazione tecnica è soprattutto sulle tattiche utilizzate dalle squadre, se una fa la tattica del fuorigioco, se marca a zona eccetera. I colloqui che Mazzei ha con i guardalinee sono non solo leciti ma obbligatori.
Che fossero i due designatori a designare i guardalinee viene fuori dalla circostanza raccontata dallo stesso Bergamo che molto spesso non teneva conto della segnalazione dello stesso Mazzei. Proprio in Arezzo-Salernitana Mazzei propone Toniolo e Carrer e invece vengono designati Titomanlio e Carrer. Dunque, Mazzei si trova in questo processo per un soggetto non designato da lui! Quindi la mia difesa potrebbe finire qui. Quella stessa giornata vede le proposte di Mazzei modificate in 28 casi su 42! Per completezza di difesa rimane da dire che, dal punto di vista giuridico, viene in rilievo il concorso di frode sportiva: uno designa e un altro va sul campo ad arbitrare pro Arezzo. Al di là del problema della designazione, quello che inguaia Mazzei è la telefonata di Titomanlio a Meani, dove avrebbe detto: “C’erano due azioni per la Salernitana e io sono andato su”. I passaggi della telefonatan che non è idonea a definire la frode sportiva, sono oltretutto smentiti dalla relazione di Mitro, dalla testimonianza di Carrer, dal referto dell’osservatore. Questa telefonata non è idonea a integrare il reato, perché Mazzei si raccomanda con Titomanlio di avere concentrazione. Anche se fosse vero che questa frase sia stata pronunciata, essa non può integrare il reato ascritto e inoltre è trascritta male, come detto da Ostellari.
Quindi Mazzei non parla con Titomanlio negli stessi termini con cui Titomanlio parla a Meani. È importante guardare la differenza tra gli arbitri e gli assistenti, ai quali all’art. 6 del regolamento attribuisce compiti ben precisi. L’unico appunto che Luci fa a Titomanlio non è su questi compiti, ma gli dice: “Hai un po’ arbitrato”; e non i due episodi che Titomanlio riferisce nella telefonata: “Sono andato su”. Che Mazzei parlava con gli assistenti prima della gara risulta dalle testimonianze e che Titomanlio millanti solo con Meani e non con Serena, Biasutto e Alban pare strano. Sulla regolarità della gara c’è ua consulenza di Mitro confermata dallo stesso qui in aula. Titomanlio era l’assistente n° 1 e non cambiano zona di gioco tra il primo e il secondo tempo, in modo da evitare che chi segue l’attacco di una squadra lo tenga per tutta la partita. In quella gara Titomanlio prende l’attacco dell’Arezzo nel primo tempo. Tutte le segnalazioni effettuate da Titomanlio nel primo tempo sono corrette per l’osservatore. Nel secondo tempo Titomanlio sbaglia due volte a favore della Salernitana. Il consulente conclude affermando che gli unici errori sono proprio quelli contro l’Arezzo nel secondo tempo.
Per questi motivi Mazzei va assolto da ogni accusa con la formula più piena.
Dopo quasi 9 ore di udienza, il processo si interrompe qui. Si riprende il 20 settembre, probabilmente con le difese di Mazzini e Rodomonti, e poi il 27 dovrebbe essere la volta di Prioreschi e Trofino. Alla prossima!
Francesco, che sta seguendo per noi il processo, augura buone vacanze a tutti i lettori di Ju29ro.com e del forum tifosibianconeri.com. La redazione ringrazia Francesco per il difficile lavoro svolto in modo esemplare.
Udienza del 12 luglio 2011 - Arringano le difese dei Della Valle e di De Santis.
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- By Redazione
Nell'aula 216 del Tribunale di Napoli si è tenuta un'importante udienza del processo su Calciopoli, la penultima prima della sospensione per le ferie giudiziarie. Dopo il consueto appello, l'udienza, guidata al solito con mano ferma dalla presidente Casoria, si è aperta con l'arringa dell'avvocato Alfonso Furgiuele, difensore di Andrea e Diego Della Valle e dell'a.d. viola Sandro Mencucci.
Avvocato Furgiuele: Questo processo ha avuto un'ipertrofia mediatica dovuta all’interesse per il calcio che c’è in Italia. Ma io ritengo che sia anche deteriore ai fini della corretta visone della realtà e dei temi fondamentali. Ricordo una commedia di tanti anni fa in cui Albertazzi diceva che c’è una notizia, dopo di che cominciava il meccanismo dell'informazione che continuava ogni giorno a portare nuove notizie e alla fine quella era una coltre che copriva la notizia. Questo ha orientato il mio intervento. Ho provato a liberarmi dalla marea di informazioni che arrivavano qui e che non avevano granché a vedere con i tempi che dobbiamo dibattere. Ho la sensazione che forse questa ipertrofia celi nella sostanza una carenza, una gracilità della fattispecie di reato, I capi di imputazione: mi rendo conto che tutto il resto è un arricchimento che va fuori dai binari necessari. In questa ottica proverò a non ripetere nulla. La linea è semplice: primo, l'inquadramento della fattispecie di reato, ricostruzione della tesi accusatoria di fondo, cioè l’ipotesi della Procura lasciando all’avv. Picca l’esame di quelli che io definisco semplici indizi, tenendo presente lo schema dogmatico che proverò a fare. Ebbene, i capi di imputazione sono 3: il capo a5 (Chievo-Fiorentina, 8 maggio), a10 (Lecce-Parma del 29 maggio) e a9 per il solo Diego Della Valle (Lazio-Fiorentina del 22 maggio).
Per il primo. Il legislatore ha individuato un'ipotesi di reato specifica dove il soggetto corruttibile deve avere un ruolo nel mondo del calcio. Non ogni comportamento è punibile. Non se io dico: combiniamo l’incontro, facciamo vincere questo o quest’altro, ma ci vuole una proposta ben precisa, si deve concretizzare nell'offerta o promessa di denaro o di un vantaggio per sé o per altri. Solo a queste condizioni c’è la punibilità. Rispetto a questa prima fattispecie ve n'è poi una residuale, la quale punisce i comportamenti consistenti in atti fraudolenti volti ad alterare il risultato di una competizione sportiva. Se vi è una ipotesi residuale, dobbiamo pensare che questa ipotesi copra un ambito di ipotesi diverse di quella di cui alla prima parte, non può comprenderla, perché altrimenti non avrebbe senso. Che tipo di reato si è costruito, quindi: si è detto che si tratta di un delitto di attentato, ma ciò è profondamente sbagliato. Il delitto di attentato prevede la punibilità di chi commette un fatto diretto a distruggere, quindi la punibilità scatta non per la tipologia della condotta, ma per la sua attività. Quindi a forma libera, basta un qualsiasi fatto purché sia diretto a realizzare l’obiettivo. Nel nostro caso non è così. Questo è un reato di pericolo, perché è sufficiente realizzare delle condotte volte a realizzare un altro obiettivo e la fattispecie si realizza anche se l’obiettivo principale non si realizza. È un reato a condotta vincolata. Vi devono essere atti fraudolenti, che devono essere qualcosa di diverso dalla semplice istigazione. Quindi, che cos’è atto fraudolento? Si può dire: è fraudolento perché è finalizzato a realizzare il risultato illecito. Pensare che la direzione dell’atto verso un obiettivo censurabile sia sufficiente ad attribuire alla condotta la connotazione di fraudolenza è molto pericoloso perché altrimenti si ricadrebbe nell'ipotesi del delitto di attività dove ogni condotta è punibile. Qui il legislatore ha voluto prevedere un'ipotesi di condotta alternativa alla condotta tipica di cui al primo comma. Se così non fosse, non ci sarebbe stato bisogno di una differenziazione come invece è avvenuto. La direzione degli atti fraudolenti non è di per sé sufficiente a contenere il senso della fraudolenza. Si deve quindi aggiungere la direzione alla condotta, non è il fine fraudolento che rende tale la condotta ma la condotta deve essere di per sé già fraudolenta. L’espressione “volta” contiene in sé sia profili di carattere oggettivo che soggettivo. Quando il legislatore parla di comportamento “volto a” indica che la condotta deve avere una sua oggettiva direzione all’ottenimento del risultato indipendentemente dalla volontà di chi lo compie. È necessario che vi sia almeno un atto che presenti i caratteri della fraudolenza. Il Pm nel capo di imputazione ha avuto cura di individuare la condotta fraudolenta, esattamente dal suo punto di vista, il che rende valido il nostro discorso. Egli ha contestato “atti fraudolenti consistiti nell’alterare nella corretta procedura di individuazione della griglie arbitrali e il successivo sorteggio”. Il pm l’atto fraudolento l'ha individuato perché sa bene che non basta la direzione, l’essere volto, ma serve un atto fraudolento e nel dibattimento il Pm ha cercato di dimostrare che era possibile pilotare i sorteggi. Questo è il tema fondamentale! Se le cose stanno così, allora domandiamoci: una condotta della serie “da' un occhio di riguardo”, una raccomandazione, integra l’atto fraudolento? È un discorso affrontato spesso nei rapporti con la P.A. Una mera segnalazione non può integrare la fattispecie dell’atto fraudolento. Il segnalare qualcosa a qualcuno, se non è punito di per sé, non può essere condotta fraudolenta. L’atto fraudolento non può avere in sé la sola istigazione che se non si concretizza nella consumazione di un atto fraudolento perché non raccolta, non è punibile. Profilo psicologico: tutti questi temi riguardano il profilo oggettivo. Il profilo soggettivo è quello della condotta specifica. Il problema che si pone: il concorrente dell’istigazione è punibile? Se l’atto fraudolento non è compiuto non c’è reato, se l’istigazione viene accolta non automaticamente viene punita l’attività dell’istigatore. Ancora un esempio è quello della raccomandazione. Se chiedo a un pubblico ufficiale un aiuto, un occhio benevolo. Il pubblico ufficiale commette un falso che io non ho chiesto, io rispondo? Per il solo fatto di aver chiesto di guardare con attenzione la mia pratica, io rispondo del diritto di falso che lui ha compiuto di sua iniziativa? Certamente no! Io non posso compiere la condotta tipica e quindi non posso rispondere di quel reato! quindi anche per il profilo psicologico si deve escludere la punibilità. Profilo probatorio: tutti gli elementi descritti e tutte le condizioni individuate finora devono formare oggetto di accertamento. Per ciascuna di esse, non nel totale, per ciascuna di esse ci deve essere una prova che raggiunga il livello di accertamento al di là di ogni ragionevole dubbio. Si deve dimostrare sia l’elemento oggettivo che quello soggettivo, uno solo non basta e, infine, si deve provare che l’eventuale istigatore abbia avuto consapevolezza dell’atto fraudolento compiuto e abbia chiesto e voluto ottenere un risultato ingiusto. E passo alla seconda parte. Verificare la tesi accusatoria nel suo complesso. Si dice che costoro rispondono come dirigenti della Fiorentina. Io allo stadio sono andato in vita mia due volte, la prima da bambino, e non ne capisco granché. La tesi accusatoria è che i Della Valle, appena entrati nel mondo del calcio, appoggiarono la candidatura di Abete invece di quella di Carraro, e poiché c’era questo atteggiamento per condizionare i Della Valle si faceva un ostruzionismo, creando delle difficoltà alla Fiorentina con metodo mafioso. Prima li penalizzano per farli venire a patti, il che avviene a fine aprile, quando cercano di adattarsi al sistema per salvare il salvabile. Questa struttura per il pm è indispensabile perché essa rappresenta il cemento per tenere insieme indizi scarni desumibili dalle intercettazioni. Il Pm è molto più bravo di quanto non dimostri talvolta, perché sa bene la difficoltà di provare il reato e allora cerca di suggestionare, insistere su interpretazioni che però fanno perdere di viste il vero obiettivo probatorio. Per dare un senso ha necessità di costruire un telaio su cui inserire le singole vicende. Questa ipotesi però è senza fondamento. Mi limito ad osservare solo che sia Abete che Carraro sono stati ascoltati in questo processo e si è capito che la competizione elettorale era già risolta nel febbraio del 2005 con il famoso compromesso della staffetta. Quando scatta l’operazione salvataggio siamo a fine aprile-inizio maggio e il tutto non ha senso. Ma è vero che i dirigenti della Fiorentina si lamentavano degli arbitri per un atteggiamento vessatorio. È molto interessante notare però come lo facevano: in maniera pubblica, in televisione, sui giornali. A differenza di altri lo facevano pubblicamente, non si rivolgevano direttamente ai vertici federali o ai designatori, ma protestavano pubblicamente. Era una regola rivolgersi ai vertici, per esempio Carraro ci ha detto che 'tutti i presidenti e i dirigenti mi chiamavano per lamentarsi degli errori arbitrali, era una processione'. Vedete che i dirigenti della Fiorentina erano gli unici a farlo pubblicamente. In un'intercettazione tra Diego Della Valle e Bergamo del 2 maggio Della Valle dice: 'Io non L’ho mai chiamata, non conoscendoLa, perché non sapevo neanche che uno potesse chiamarla, non l’ho mai fatto solo per questo', quindi quasi si scusa. I Della Valle si lamentavano di essere fortemente penalizzati. È sufficiente prendere un’altra intercettazione, quella tra Mencucci e Mazzini. Mazzini incontra Andrea Della Valle, che si sfoga con lui. Ci fu poi questa telefonata in cui Mencucci dice: dopo quello che è successo nella partita precedente con il Messina, 'l’ho sentito disperato' e Mencucci dice: 'L’ha presa male, Andrea, l’altro invece si sente inculato', insomma si lamentavano di essere penalizzati per favorire altri. Chiediamoci: questa loro lamentela trovava fondamento? Mazzini dice a Mencucci: 'Qua voi non siete simpatici, vi detestano'. Questa è la preoccupazione che hanno e che viene confermata dal vicepresidente. Ancora dice Mencucci: 'Guarda che Lucchesi ha detto che verso la fine del campionato succedono cose strane. Cose gravi di cui Diego ha detto di non volere nemmeno sentire parlare'. Su questo punto prove testimoniali non ve ne sono, ci sono solo intercettazioni: la conversazione programmatica tra Mazzini e Mencucci del 21 aprile. L’unica cosa che si può fare, si dice in quella telefonata, è avere un arbitro obiettivo che dia il 50% di probabilità. Nessuno vuole di più, dice Mencucci, ma nemmeno di meno. Mazzini dice: 'Chi è causa del suo mal pianga se stesso'. Mencucci: 'Vogliamo rispetto ed avere quello che ci meritiamo in campo e di non essere svantaggiati'. Questa è la chiave. Poi c’è la telefonata tra Diego Della Valle e Moggi. il tenore della richiesta è sempre lo stesso. Dice Moggi: 'Devi far capire, in modo che tutti siano più attenti, non per darti vantaggi ma per non darti svantaggi come è successo sabato'. Della Valle risponde: 'Non abbiamo voluto dire nulla per non turbare la squadra'. E siamo al 2 maggio! Sempre in quei giorni cosa si fa per ottenere una cosa del genere. Prima Mazzini abbiamo visto che dice chiaramente: 'Vi odiano'; poi Moggi dice: 'Gli dovete stare addosso, non potete far così, mentre vi massacrano, chiedete arbitraggi giusti'. In questa logica Mazzini dà un suggerimento: di non andare in Lega a fare chiacchiere. 'Devi essere tutelato perché la tua immagine fra gli arbitri è quella di un nemico'.
Dopo Fiorentina-Milan la disperazione dei Della Valle è ai livelli massimi e c’è la telefonata del 2 maggio con Moggi che gli consiglia di andare a protestare nelle sedi opportune. Solo la sera di questo stesso giorno, Diego chiama Bergamo come detto prima. Dopo questa chiamata ci si aspetta che ci sia un seguito, un incontro. Ebbene, tale incontro c’è, ma passano addirittura 12 giorni. È importante anche questo aspetto cronologico, perché secondo la tesi del pm questi colloqui intercorsi in questo periodo sarebbero preparatori. Uno si aspetta un incontro riservatissimo, in una casupola posta in un bosco invisibile al mondo: no, l’incontro avviene in un grande albergo dove risiede solitamente Della Valle. E l’autorità sa di questo appuntamento, tanto è vero che ci sono degli appostamenti, ma non vi sono intercettazioni ambientali. Mi chiedo: con i potenti mezzi utilizzati non era possibile avere un'intercettazione di quello che si dissero in questo pranzo? Si intercetta qualunque sciocchezza e quell’incontro nel quale si sarebbe dovuto stringere il patto non viene intercettato. O magari è stato intercettato e quello che si dissero non era così importante? Ci si aspetterebbe che dopo questo incontro cambi la storia della Fiorentina. Ebbene, il giorno dopo c’è Fiorentina-Atalanta che finisce 0 a 0, partita che secondo il pm non fu pilotata quindi nemmeno in favore della Fiorentina, che pareggiò in casa con una squadra di bassa classifica. Si dirà il giorno dopo l’incontro che non c’era il tempo per attuare il piano stretto il giorno precedente; allora vediamo che cosa accade sette giorni dopo, il 22 maggio: c’è Lazio-Fiorentina, in cui si verifica uno dei più grossi danni della Fiorentina, è la partita emblematica dove l’arbitraggio è scandaloso, succede di tutto e di più! C’è un rigore scandaloso che Rosetti non vede, unico al mondo!
Rosetti ha chiarito di non avere nessuna segnalazione da Bergamo se non nell’intervallo del primo tempo quando gli dice: 'Che stai combinando?'; e anche questo colloquio non ha seguito perché nel secondo tempo non accade nulla in favore della Fiorentina. Anche Consolo ammette il danneggiamento, lo ha detto Abete, che successivamente alla gara parla con Mazzini e si lamenta per questi fatti, lo ha detto Di Livio, il capitano, lo ha detto Zoff, allenatore. Quindi a distanza di sette giorni dall’incontro di Villa La Massa la Fiorentina ha un ulteriore e più grave danno. Qualcosa nella tesi accusatoria non funziona. Andiamo avanti, quando finalmente si ha un'evoluzione. Arriviamo a quindici giorni dopo l’incontro, all’ultima di campionato, il 29 maggio. Giornata decisiva. La Fiorentina affronta il Brescia, partita determinante che la Fiorentina deve vincere per forza. Se pareggia è in B, a causa di ciò che era avvenuto prima, in pieno periodo “salvataggio”. Allora, se la tesi accusatoria fosse fondata, se si fosse voluto pilotare l’arbitraggio, che cosa si sarebbe dovuto fare? Avrebbe dovuto mandargli l’arbitro più pilotabile possibile. Bene, vi ricordate chi è l’arbitro? Collina. Si parla della manipolazione di Lecce-Parma, ma si dimentica che quella era solo una delle condizioni possibili, a partire però dalla vittoria della Fiorentina. Sintesi: questa operazione salvataggio si risolve in una mera ipotesi e io vi sintetizzo i dati dal 21 aprile al 29 maggio. La Fiorentina gioca 6 partite: quali peculiarità? Per tre gare non ci sarebbe stato nessun condizionamento nemmeno a favore della Fiorentina (Bologna, Atalanta e Brescia), per due gare ci sono stati comportamenti arbitrali che condizionano negativamente l’esito della gara per la Fiorentina (Milan e Lazio), e l’unica gara che avrebbe avuto una coerenza con il salvataggio sarebbe stata quella con il Chievo, nella quale comunque nessun fatto significativo è avvenuto. Tirando le somme si può dire che, al di là delle chiacchiere e delle millanterie, la realtà è che non vi è stata alcuna operazione salvataggio, con un obiettivo diverso dalle ipotesi desumibili dalla lettura mediante interpretazione di alcune selezionate conversazioni telefoniche.
Vado rapidamente alla terza parte: riprendo il tema di fondo: rispetto a tutti e tre i capi di imputazione è necessario accertare mediante la prova una serie di fatti: 1) che qualcuno rispetto a ciascuna delle gare tenne una condotta riconducibile ai fatti fraudolenti; 2) che questi atti fraudolenti erano volti ad alterare il corretto risultato di ciascuno dei tre incontri di calcio 3) che gli imputati Della Valle e Mencucci abbiano sollecitato un intervento finalizzato al compimento di atti fraudolenti, che cioè abbiano chiesto il compimento di questi atti fraudolenti. Ebbene, veniamo al primo. Condotta tipica: i capi di imputazione a5 e a10 sarebbero consistiti nell’alterare la corretta individuazione delle griglie arbitrali e il successivo sorteggio. Quindi il Pm sbaglia, perché non esiste una proceduta tabellare per le griglie. Esse vengono individuate sulla base di alcuni criteri indicativi, tanto che il designatore sceglie un gruppo di arbitri più bravi per le gare più significative. Quindi non c’è possibilità di meccanismi di frode. Siamo fuori dall’ambito di fraudolenza, stabilire se quell’arbitro è più o meno bravo e se quella gara è più o meno importante non vuol dire nulla. Inoltre, con riguardo a queste due gare non mi risulta che in questo processo sia stato spiegato perché si parli di atti fraudolenti per la formazione di quelle griglie. Bisognerebbe dimostrare, poi, che la scelta del direttore di gara nell’ambito di quella griglia sia stata manipolata. Il Pm ha cercato di dimostrare, senza riuscirci, che era possibile scegliere la sfera con il nome voluto e quindi compiere un atto fraudolento per l'individuazione. Ma egli avrebbe dovuto fornire la prova che rispetto alle partite di cui agli atti di imputazione si verificò un episodio di alterazione del genere. Altrimenti non vi è atto fraudolento. Non si può ritenere che la possibilità diventi accertamento rispetto al capo specifico! Quindi già per il primo punto manca la prova. Ci sono indizi, desumibili dalle intercettazioni, ma ne parlerà l'avvocato Picca. Dico solo che se ci sono gli indizi essi dovrebbero essere gravi, precisi e concordanti rispetto all’oggetto della prova, che è sempre e soltanto la manipolazione della gara. Dovete verificare se quegli indizi portano alla sussistenza del fatto punibile. Sempre per la prima tematica, vengo al capo a9, Lazio-Fiorentina, contestato al solo Diego Della Valle. Qui i fatti fraudolenti sono quelli consistiti nell’avere contattato Lotito per concordare il risultato.
È la telefonata in cui si parla di “proposta oscena”. Ebbene, ammesso che Lotito abbia detto la verità a Della Valle in quell’unica telefonata, non è possibile che io oggi debba difendere Della Valle da una frase smozzicata detta da Lotito a Mazzini senza che abbia avuto la possibilità di chiedere ai due che cosa intendevano? L’unico testimone presente alla telefonata, Cosimo Ferri, ci ha detto che i rapporti tra i due erano del tutto inesistenti, che Lotito aveva antipatia ed invidia con Della Valle, che i due non andavano d’accordo per il problema dei diritti televisivi e anche al momento della telefonata la frase “proposta oscena” si riferiva proprio al problema dei diritti televisivi. Ebbene, se io faccio una istigazione senza che vi sia una promessa di denaro o utilità, non posso farla ricadere nella previsione del primo comma. Che bisogno c’è di prevedere un'istigazione tipizzata? Questa ipotesi resta fuori dall'operatività della fattispecie della seconda parte del primo comma, ma al massimo è l'istigazione a commettere un reato che non si compie. Il pm nel capo di imputazione costruisce l’accusa in una logica di tentativo incompiuto. Una proposta non accolta. Un'istigazione rispetto ad un reato che non si compie. Il Pm individua una condotta prodromica come se la punibilità del reato fosse relativa al solo tentativo, ma non è così!
Inoltre sul piano processuale manca la prova dell’intero percorso di salvataggio, anzi tutto depone all’opposto. Non c’era alcuna intenzione di andare ad ottenere trattamenti di favore. Alla stessa conclusione si perviene verificando i risultati obiettivi: quella intesa originaria non era volta a favorire ma, se ci fosse stata un'intesa, era rivolta ad ottenere arbitraggi equilibrati. Ancora, ultimo profilo: istigazione: ma trovatemi un elemento dal quale desumere che le intenzioni che spinsero Della Valle a telefonare a Bergamo il 2 maggio erano quelle di ottenere la consumazione di atti fraudolenti volti a favorire la Fiorentina, tutto depone verso una pretesa di equilibrio e di giustizia!
Lasciando la parola all'avvocato Picca concludo per l’assoluzione perché il fatto non sussiste o per non aver commesso il fatto. Vorrei fare una breve battuta sulla questione civilistica. Mi sta a cuore segnalarvi un'anomalia: la struttura della parte civile è questa, esiste un reato, noi riteniamo che tale reato è stato commesso da queste persone quindi chiediamo il risarcimento del danno. Questa struttura ha una pecca: non c’è un reato ordinario, ma di pericolo, di pura condotta, le partite di cui parliamo sono indifferenti ai fini della configurabilità del reato. Il Pm ha cercato di dimostrare che c’erano atti fraudolenti volti alla commissione di un reato, non era rivolto a dimostrare che quegli atti fraudolenti avrebbero prodotto il danno, cosa che spettava alla parte civile, che avrebbe anche dovuto dimostrare che quel particolare risultato era legato con nesso di causalità alla loro retrocessione in B. Solo in questo caso poteva esserci una richiesta di risarcimento del danno. Grazie.
Il caso Morescanti: Gli imputati Paolo Bergamo, Maria Grazia Fazi e Angelo Fabiani, in una lettera inviata al presidente Casoria, le hanno rappresentato la violazione del loro diritto alla difesa, a motivo della mancata sospensione delle udienze richiesta per la gravidanza a rischio del loro legale Silvia Morescanti: non ne accettano la sostituzione, in quanto ciò costituirebbe una mancato rispetto del loro diritto alla difesa. Ma la Casoria tira dritto e chiede a Maurilio Prioreschi di assumere la difesa d'ufficio dei tre. Alla Morescanti, al limite, potrebbe essere consentito di parlare per ultima, tra la fine di settembre e i primi di ottobre. Ma per la Casoria di stralciare le posizioni di questi tre imputati non se ne parla. Il braccio di ferro prosegue.
Avvocato Picca: Il collega Furgiuele ha trattato i temi salienti, ma io dovrò condurre il mio intervento evitando profili di ripetizione. Discutendo come rappresentante della Fiorentina avevo affrontato il tema del salvataggio, per cui faccio solo un passaggio per quanto riguarda non l’aspetto soggettivo ma sul piano dei compartecipi. La tesi dell’accusa è che la operazione parte ed ha un epilogo. La tesi si struttura anche con riferimento ai protagonisti che avrebbero cooperato attraverso comportamenti finalizzati al salvataggio. Quindi da un lato l'oggettività dei fatti, la partecipazione di quelli che avrebbero cooperato dall’altro. Mi permetto di dire che non ci siamo sotto tutti gli aspetti. Della Valle assume una posizione di contrapposizione e poi, dopo i risultati negativi, avrebbe preso la decisione di giungere a miti consigli, questa è la tesi. Chi sono i protagonisti con cui vengono a miti consigli? Nello schema dell’accusa sono da un lato Moggi e Giraudo, dall’altro i designatori e Mazzini. Essi avrebbero garantito il buon esito della operazione. Andiamo con ordine: vediamo che cosa la Procura ha creato intorno a queste intercettazioni che devono essere contestualizzate. La prova della tesi è infondata già per quello che riguarda la partecipazione soggettiva. La telefonata che sottolineo è quella tra Mazzini e Giraudo del 21 aprile. La telefonata è rilevantissima perché dimostra sul piano dei contenuti che la tesi è falsa. Mazzini, riferendosi ai colloqui con i Della Valle dice: 'I Della Valle mi hanno cercato. Perché vogliono salvarsi'. E Giraudo dice: 'Noi andiamo giovedì da loro con le buste per le comproprietà'. Mazzini dice che sono venuti a Canossa. E poi: 'Mi dispiace perderli come pagatori in serie A, non sono come Lotito, questi i soldi ce li hanno, per cui se si potesse pensaci come fargliela pesare'. Sempre Mazzini: 'Sarà difficile, però insomma studiala un po' la situazione perché sono alla rivoltella'. Giraudo: 'Io non so cosa fare'. Mazzini: 'La città è in subbuglio, è importante che venga Collina o giù di lì'.. Giraudo: Sì, lui è garanzia'. La tesi dell’accusa nasce handicappata perché in questa fase in cui si starebbero allacciando i rapporti per il contributo causale dell'operazione, il colloquio tra due personaggi fondamentali verte innanzitutto su un tema: i soldi, riferimento che viene collegato da Giraudo parlando delle comproprietà. Mazzini chiede a Giraudo di inventarsi qualcosa, anche se non aderente alla realtà. E Giraudo risponde: 'Non so cosa fare!' Nel prosieguo i due sodali discutono di griglie? Di rapporti con designatori? Di come organizzare le palline? No, discutono di una cosa banale: se si vogliono salvare devono fare come se fosse la finale della Coppa del Mondo. Temi configgenti con quelli che dovrebbero essere i temi dell'organizzazione. Non è un caso isolato perché sul tema ricito la telefonata del 2 maggio tra Moggi e Della Valle Diego. Qui non si deve commettere l’errore di chi non vuole leggere o vuole leggere le telefonate in modo decontestualizzato. Contesto: questa telefonata del 2 maggio segue di due giorni Fiorentina-Milan. Contesto: in quella parte della stagione Juve e Milan si contendono lo scudetto. Contesto. Arbitro è De Santis. Contesto: questa gara si consuma attraverso un episodio clamoroso che certo c’era nei tabellini di Auricchio: un errore posto in essere da De Santis in danno della Fiorentina perché un difensore del Milan compie fallo da ultimo uomo che avrebbe dovuto comportare espulsione del giocatore. Il 2 maggio Diego e Moggi parlano e siamo in una fase già matura di una rideterminazione del reclutamento dei soggetti. Domanda: in questa telefonata del 2 maggio troverete una smentita della tesi dell’accusa, inesistenza dell’organizzazione, questi due parlano ognuno di quello che gli interessa. Moggi dice che ha fatto casino per loro, ma che si devono muovere anche loro nelle sedi competenti. La Juve ha subito un danno dall’arbitraggio di De Santis. Moggi discute di questo, voi fatelo per la vostra. Frase finale di due che avrebbero strutturato l’operazione: 'Devi fare presente che sei presente per dare maggiore attenzione'; e se calato nel contesto si capisce che cosa significa la frase. Moggi: parla di attenzione affinché niente venga trascurato, non per darti vantaggi, ma per non darti svantaggi. Trovare riferimenti alel griglie, alle alterazioni dei sorteggi? Ovviamente no! Il contenuto è chiaro se contestualizzato. Telefonata del 6 maggio tra Mazzini e tal Claudio Nassi. Siamo arrivati ad una fase in cui l’operazione deve nella logica dell’accusa registrare la convergenza dei sodali. Mazzini parla e l’oggetto è quanto riferito a Nassi sulle difficoltà del salvataggio. E alla fine la conclusione è che se vanno in serie B forse è meglio. Viene agganciata l'operazione salvataggio al post partita con il Messina. Si registrano due telefonate indicative, quella tra Mazzini e Andrea Della Valle e quella successiva tra Mazzini e Mencucci, entrambe del 21 aprile. Solo chi non vuole leggere la telefonata può partorire la tesi dell’operazione salvataggio. Sottolineo un passaggio di chiaro significato delle parole utilizzate. La tesi e l’atteggiamento di questi due: nessuno vuole di più, non vogliamo essere avvantaggiati, ma nemmeno vogliamo essere svantaggiati. E anche in queste due telefonate il tribunale trova riferimento a condotte fraudolente??
Altra telefonata del 22 aprile tra Mazzini a Mencucci. Contesto: siamo a 2 giorni da Bologna-Fiorentina, arbitro Bertini, siamo a poche ore dal sorteggio. Bene, se stiamo all’inizio, la telefonata ha questo contenuto. Mencucci rivolto a Mazzini: 'Sai chi ci è capitato?' Bertini. E Mazzini: 'Un grande!' Mencucci: 'Ma ci abbiamo sempre perso'; e Mazzini: 'E' un motivo per cambiare'. E Mencucci: 'Si, per la statistica'. Se il tribunale utilizza questa telefonata, che è fuori dallo schema dell’accusa, si vede che il frasario che utilizza Mazzini è lo stesso che egli utilizzerà in seguito. Ma Mazzini che dice: 'E' un grande', è evidentemente sintomatico di un modus che non è nemmeno sollecitato dai dirigenti della Fiorentina. In questo contesto personale c’è anche che un soggetto come Mazzini non compulsato dice: E' un grande, cambierà la statistica!
Il 26 aprile Mazzini parla con Mencucci. Mazzini dice: 'Ho parlato con Giraudo e so che lui e Luciano si incontrano con i Della Valle giovedì per le comproprietà,. Ma le comproprietà sono una scusa parleranno della politica della Fiorentina'. Se voi ponete a confronto questa telefonata immediatamente successiva al colloquio tra Mazzini e Giraudo, vedrete che Mazzini ricostruisce un contenuto della telefonata precedente completamente diverso! Questo è un elemento di smentita della accuse. Il colloquio tra Mazzini e Giraudo è completamente diverso da quello che lo stesso Mazzini racconta a Mencucci. È fondamentale leggere le telefonate, metterle a confronto e vedere cosa accade. Qui il problema non è andare a vedere il risultato delle partite, ma di dare una risposta sul piano dell'esistenza della prova, della coerenza della stessa. Il pm doveva prospettare al tribunale una sequenza di plurimi atti fraudolenti che portavano all'esistenza della prova. A partire dalla data dell’aprile 2005 il Pm ha fornito la prova della esistenza di queste condotte? La risposta è no! Ma c’è un dato ulteriore: il Pm non solo non ha fornito la prova, ma non è stato nemmeno abile e capace nella prospettazione dell’elemento di prova. La prova ha un rigore sul piano processuale e il Pm, nel dare risposta a questo tema, ha fornito un unico elemento che attiene al tema della fase del sorteggio. In tutte queste gare il pm fornisce la prova di condotte fraudolente su griglie, sorteggio e gestione delle gare? No, non lo fa. Ma porta un unico elemento che è una presunta alterazione del sorteggio: secondo il Pm basta un unico elemento per la prova del fatto. Il Pm sa che vi è differenza tra la testimonianza resa nell’interrogatorio fatto dai carabinieri prima del processo e quella resa qui in tribunale. Parlo dell’interrogatorio di Manfredi Martino qui in aula. Qual è il meccanismo? Quale l’elemento tipizzante? La condotta fraudolenta e cioè una condotta che modifica la realtà attraverso un artificio o un raggiro. Assenza di prove sulla formazione delle griglie. Smentita sul coinvolgimento dell’arbitro, momento topico diventa il sorteggio. Se il Pm avesse dimostrato puntualmente l’esistenza dell’elemento di prova dell’alterazione del sorteggio non avremmo parlato. Ma il Pm va oltre. La regola è semplice: che ci sono le urne, in una c’è la partita, in un’altra l’arbitro. Nelle sfere vengono inseriti i bigliettini. Il Pm implode già quando vi porta a sostegno di questo elemento un teste in cui vi dice che i bigliettini li metteva lui. Quindi il primo atteggiamento, l’inserimento dei bigliettini, lo fa un altro. E dice la regola: la partita la estrae Pairetto, successivamente l’abbinamento lo estrae il giornalista. Quindi quello che rimane sul terreno della prova, il Pm raggiunge questo risultato. In un momento in cui doveva e poteva essersi materializzato il comportamento fraudolento, in tutta la stagione si sarebbe verificato in un'occasione per Milan-Juve, per una partita nella prima parte ma non ricorda quale e in una gara di serie B. Io avrei forti perplessità a seguire la fedeltà di una testimonianza di un soggetto che, se illecito c'è stato, è compartecipe dell’illecito. Se in Fiorentina-Milan ci deve andare De Santis, quando faccio il sorteggio devo sapere che il nome di De Santis è in quella determinata partita. E allora il Pm sul punto della prova specifica non solo non indica prova puntuale ma ne ha indicata una che vanifica il portato complessivo. Noi abbiamo delle singole fattispecie di frode: si potrebbe rispondere che l’operazione salvataggio non esiste, ma ciò non esclude che i meccanismi fraudolenti siano stati comunque posti in essere. Partiamo dal primo: Chievo-Fiorentina dell’8 maggio, arbitro Dondarini. Il 2 maggio c’è la telefonata tra Bergamo e Mazzini, a sei giorni dalla partita e a quattro dal sorteggio. C’è in questa telefonata riferimento a formazione griglie o sorteggio? La risposta è no! Anche in quella successiva del 2 maggio tra Bergamo e Diego Della Valle, trovare questi riferimenti? Sono telefonate di avvicinamento all’incontro telefonico Bergamo-Della Valle. Anche in questa telefonata, unico contatto telefonico tra i due, la domanda che vi faccio è sempre la stessa: c’è un solo riferimento ai meccanismi di designazione, griglia e sorteggio?? Assolutamente no! Cito anche un’altra telefonata. Vi ricordate di Mazzini che al telefono dice il contrario di quello che ha detto prima? È esattamente quello che fa quando cerca di individuare il posto dove deve avvenire l’incontro. Mazzini suggerisce di organizzarlo dalla parte del museo del calcio, 'Io ho le chiavi', verso le 10 di sera e così è un incontro segreto. Ma la realtà vi dice che quell’incontro è avvenuto in un luogo pubblico frequentato da decine e decine di persone. Se dobbiamo stare appresso a Mazzini l’incontro è un incontro carbonaro, ma la realtà è completamente diversa: è un pranzo e non un incontro clandestino alle 10 di sera. L’incontro avviene il 14 maggio e già qui viene da chiedersi perché dalla fine di aprile si arrivi al 14 maggio, quando ormai il campionato sta volgendo al termine, per fare un incontro. Tra la fine di aprile e l’incontro si svolgono 3 gare e una il giorno successivo, il 15 maggio. Telefonate che vi ho segnalato che sono di avvicinamento, il Pm vi propone un’altra telefonata tra Mazzini e Mencucci. Qui è Mazzini che riferisce circostanze all’interlocutore e suggerisce a Mencucci di dire ai Della Valle di fare una telefonata a Bergamo. Il sorteggio di questa partita è avvenuto il 6 maggio. Il Pm ha dato prova che esista una telefonata tra Della Valle e Bergamo successivamente a questa telefonata?? Assolutamente no!
E ancora 4 maggio tra Mazzini e Della Valle, il ragionamento è sempre lo stesso: fagli un colpo di telefono. Trovate contatti tra Della Valle e Bergamo? No!
Sulla gestione di Dondarini, al netto delle telefonate, l’istruttoria dibattimentale vi ha consegnato questi elementi: rapporto dell’osservatore arbitrale. Il Pm o ha un sostanza di coerenza o non può affidare al tribunale la suggestione. O si dice che gli osservatori erano un soggetto terminale della condotta fraudolenta o questo documento smentisce la tesi dell’accusa. L’osservatore arbitrale conclude: 'Non commette errori di natura tecnica gravi o rilevanti'. La tesi è fraudolenta nell’arbitraggio, la prova è che l’arbitraggio è stato corretto. L’istruttoria dibattimentale ha detto altro. Oltre all’arbitro contribuiscono alla gestione della gara anche gli assistenti. Sono stati ascoltati Copelli e Maggiani. Uno ci ha detto che la gara fu regolare, che non avevano avuto alcuna indicazione di Dondarini, che non vi era stato alcun intervento nei loro confronti da parte di designatori, dirigenti o chicchessia. Se il terminale arbitrale era uno che non ha applicato la regola, o non è stata applicata con il concorso dell’osservatore e dell’arbitro o non è stata applicata e ce lo hanno confermato i testimoni.
Sui due episodi “dubbi” lo stesso Cornieti dice che uno era competenza del guardalinee e che era difficile da vedere, e sull’altro Cornieti dirà che è una situazione di gioco usuale che capita normalmente, sicché l’unico elemento che può essere invocato per dimostrare la fraudolenza si ricava dallo stesso Cornieti che conferma che non vi fu alterazione della regola né nella fase di designazione né di sorteggio né nella conduzione della gara. Se questo è il risultato della prova, che rilevanza ha l’affermazione che pure vi è stata prospettata, fatta dal solito Mazzini che, dopo la designazione di Dondarini, dice: Bel lavoro. Io vorrei che il tribunale cogliesse il dato che su questa partita il pm ha portato a corredo probatorio la telefonata tra Mencucci e Mazzini: bel lavoro, sì ma c’è anche un brutto ricordo, diventeranno belli!
Su Lecce-Parma: l’accusa dice che questa partita determina il risultato dell’organizzazione. Ebbene, quando dicevo che l’istruttoria vi ha lasciato un elemento determinante mi riferivo alla relazione della dottoressa Beccacece sulla quale il pm nella requisitoria ha sorvolato. La Beccacece vi fa un ragionamento semplice: sul tema nella consulenza scritta emerge un dato che rende la prospettazione dell’accusa infondata e critica: la dottoressa dice che nell’ultima giornata di campionato condizione prima era che la Fiorentina doveva vincere con il Brescia. Ogni altro ragionamento era irrilevante senza questo risultato. Quand’anche si volesse predeterminare il pareggio in Lecce-Parma questo non sarebbe stato sufficiente perché occorreva aggiungere sul piano statistico matematico almeno un ulteriore risultato nelle altre partite. Sicché la tesi dell’accusa implode. La predeterminazione del pareggio era irrilevante perché il primo passaggio era la vittoria della Fiorentina. Se è vero questo la domanda è: l’atto fraudolento doveva guardare all’elemento necessario o a quello eccentrico? Quello necessario. Ed invece ad arbitrare quella gara va Collina, uno al di fuori di ogni sospetto. Ma ancora una volta c’è un dato che deve portare a riflettere su una serie di cose: Auricchio, a mia domanda, quando ha affermato che ai fini di determinare chi si salvava c’erano oltre mille combinazioni, quando ho chiesto se ad eccezione di Lecce-Parma fossero state investigate le altre gare rilevanti, la risposta è stata no. E quindi all’eccellente investigatore avrei rivolto una domanda: scusi, ma se hai sul piano della ricerca dell’elemento di prova la necessità di andare a verificare tutte le partite, perché non scegli di investigare tutte? Invece ci dice che lui queste partite non le ha nemmeno viste. Auricchio dice che questa partita era predeterminata per il pareggio e che rilevava questa. Non è vero. Rilevava soltanto questa, possiamo scegliere l'impostazione Auricchio, concludere che contava solo questa e concludere che questa partita ha cristallizzato il momento dell'organizzazione. E allora qual è il dato di prova che l’istruttoria dibattimentale vi ha consegnato? La determinazione del pareggio è l’effetto diretto di un arbitraggio fraudolento, un arbitro che non applica le regole ma le raggira al fine di giungere al risultato che è la sequenza dell'illiceità. Ma l’istruttoria vi ha consegnato: una deposizione dell’assistente, una del quarto uomo, una dell’osservatore arbitrale che vi dicono che l’arbitraggio fu conforme a regola e che De Santis non disse loro di assumere atteggiamenti particolari. Ma abbiamo anche sentito Zeman che è particolarmente ostico, il quale dice che la partita venne condotta e gestita dai calciatori e i suoi decidono ad un certo punto di non giocare e lui si mette spalle al campo. Ma vi è di più, anche i calciatori del Parma hanno dato atto di una gestione arbitrale conforme a regola. Ma il Pm dovrebbe dirmi: chi stabilisce se un comportamento arbitrale è stato conforme a regola? Auricchio o la Gazzetta? Non lo dice nessuno, anzi avete la prova di un comportamento opposto. Si parla delle ammonizioni seriali in danno del Parma. Vediamo il contesto: se la tesi è che l’arbitraggio è stato fraudolento e che l’arbitro ha utilizzato atteggiamenti fraudolenti io vi segnalo che la concretizzazione di questa tesi sarebbero le ammonizioni seriali dei giocatori, volte a garantire il vantaggio in favore della Fiorentina. Ebbene, la partita della Fiorentina con il Brescia durò 6 minuti meno di Lecce-Parma. Inoltre, due delle ammonizioni seriali, Morfeo e Vignaroli, avvengono a partita finita (Fiorentina-Brescia) e una addirittura a partita Lecce-Parma terminata. Quindi capirete che questi profili sono assolutamente irrilevanti per quello che riguarda la Fiorentina. E che rilevanza ha la telefonata tra Mazzini e Mencucci dopo la gara? Che efficacia ha?? Ci si pone il problema di contesto? Mazzini fa un commento che qualsiasi ruffiano farebbe in quel momento!Due ultimi punti. Su Lazio-Fiorentina. Voi avete la telefonata del 22 aprile tra Mazzini e Lotito. Lotito gli dice che il Della Valle gli ha fatto una proposta oscena. Lotito racconta una storia a Mazzini: è una storia definita, specifica, circostanziata? Mi sembra di no. Il racconto in sede di telefonata è caratterizzato da profili di avversità tra Lotito e Della Valle? Lotito dice che i Della Valle sono delle merde. Non ho bisogno della testimonianza di Ferri! Negli stessi giorni in cui Lotito dice quello che dice a Mazzini, della proposta oscena, Della Valle gli avrebbe detto in faccia che è andato allo studio legale a dire di fare un parere contrario al problema del debito di Lotito. Quindi vi è un'avversità non generica ma specifica. Lotito ce l’ha con tutto il mondo, addebitando loro atteggiamenti di ostacolo alla sua presidenza. Ed è ipotizzabile che tra due che hanno un conflitto così aperto vi sia stata una proposta? E poi di che proposta si parla? È stato chiesto a Ferri un dato probatorio fondamentale: 'Quando Le ha fatto il racconto ha messo in relazione la proposta con il denaro?' La risposta è stata no, non ha parlato di tempi e contenuti della proposta e io chiedo: ma è credibile che vi sia stata questa proposta tra due che hanno un rapporto di conflittualità così aperta? È lecito porre al tribunale il problema di un'inattendibilità di quello che Lotito racconta, ed è possibile sostenere che tra i soggetti vi era motivo di avversità tale da poter sostenere che l’affermazione di Lotito possa avere profili calunniosi? Ferri non lo commento. La sua deposizione è stata laboriosa, sofferta, un esercizio invidiabile di equilibrio. Lui ci ha detto che la Procura gli ha dato la telefonata e io ho confermato la circostanza che ero presente alla telefonata, poi c’è stata tutta una sovrastruttura fatta dalla Procura ma Ferri dice: 'Io vi racconto solo quello che ho ascoltato ma tutto il resto, se c’è stato o se non c’è stato, io non posso escluderlo'. L’addebito di frode è basato sulla telefonata che richiede contestualizzazione.
Concludo. Noi chiediamo al tribunale di chiarire perché questa indagine è caratterizzata da alcune particolarità che possono sembrare marginali ai disattenti, ma al lettore attento possono far sorgere profili di dubbio. È il tempo delle risposte. La domanda che rivolgiamo al tribunale è capire: come mai il Pm o Auricchio hanno scelto delle opzioni investigative che sono incoerenti con quello che lo stesso Auricchio è venuto a riferire in quest’aula Voi avete un oceano di intercettazioni che arrivano come datazione fino a giugno 2005. Auricchio vi ha detto che l'opzione investigative era sottoporre all’intercettazione tutti i dirigenti di società che venivano in contatto con l'attività investigativa in corso. Perché Auricchio allora, che pure aveva avuto l'emergenza di Della Valle, sceglie deliberatamente di violare questa sua scelta. L’interrogativo richiede una risposta perché quella data da Auricchio è insoddisfacente. Perché Auricchio non dà conto di questa scelta? Il profilo diventa degno di nota e di domanda allorquando recupero l’argomento già utilizzato dal collega Furgiuele sull’incontro del 14 maggio. Ve lo dico io perché non sottopone ad ambientale. Perché Auricchio è firmatario ed autore di un'attività di appostamento che definire asimmetrico è un eufemismo, voi lo avete agli atti, avete le foto, vi è una scelta deliberata di diffondere suggestioni e carenze affinché la tesi rimanga in piedi. Ben poteva essere un'intercettazione ambientale che poteva chiarirci il contenuto di quell’incontro che invece è lasciato nell’ombra e “chiarito” solo dalle telefonate successive in cui si fa riferimento al contenuto dell’incontro che non è relativo alle griglie, ai sorteggi. Passi per la scelta di non captare l’incontro, passi per l'individuazione dell’incontro che vi è stato prospettato come incontro tra 'ndranghetisti in un casolare dell’Aspromonte ma, se lo strumento investigativo di auricchio è quello di uno che per verificare la veridicità della combine di Lecce-Parma dice di non avere investigato le altre gare, vi chiedo di verificare l’attendibilità di questo investigatore che non vi ha raccontato un solo fatto, ma ha fatto l’elenco delle telefonate.
Vi chiedo anche io l’assoluzione per i tre imputati per non aver commesso il fatto. Vi ringrazio.
Nella pausa si parla insistentemente di un documento redatto da un "pentito" sulle modalità con le quali sarebbero state svolte le indagini "offside". In merito presto dovrebbero esserci delle novità.
L'udienza riprende con l'attesissimo intervento di Paolo Gallinelli, difensore di Massimo De Santis.
Avvocato Gallinelli: La difesa di De Santis mi impone di fare qualche passo indietro. Mi riferisco a quanto emerse nel corso dell’interrogatorio di Tavaroli a Milano, procedimento che è conseguito al processo Telecom e non per introdurre dati esterni a questo procedimento, ma perché troverete in quel verbale elementi riprodotti nel capo di imputazione che dobbiamo affrontare. Si è parlato di De Santis come organizzatore di questa associazione. Troverete in questo verbale tutti gli elementi utilizzati dai pm di Napoli soprattutto in riferimento ad un incontro che avvenne nel 2002 nella sede della Saras tra Moratti, Facchetti e Tavaroli, incontro in cui si decide di affidare un incarico con oggetto il monitoraggio di De Santis, Moggi ed altri soggetti. Questo deve far riflettere sulla genesi vera di questo procedimento non tanto perché questo fatto ha rilevanza storica ma sostanziale, laddove tale origine dimostra tutte le distorsioni che sono state operate successivamente guidare nei confronti di alcune persone. Dicevo, con riferimento ai capi di imputazione, di quando Tavaroli disse che Nucini avrebbe incontrato Moggi il quale gli avrebbe chiesto la disponibilità ad aiutare la Juventus con le ammonizioni preventive. Ora si vede che tutto questo castello accusatorio non è frutto di attività svolta dai carabinieri di Roma ma esisteva già in questi atti processuali, nel processo Telecom. Ipotesi di questa tipologia hanno trovato ulteriore sviluppo all’esito dell’ascolto di alcune intercettazioni (in particolare quelle con interlocutore Meani) laddove si parlava delle ammonizioni mirate. O quelle di Damascelli e Moggi. Tale impostazione accusatoria non trova alcun riscontro in attività di indagine neutra ed obiettiva. De Santis era in una posizione fondamentale per costituire uno sviluppo al successo dell'indagine di Milano prima e di Torino poi, laddove il segmento arbitrale era un elemento indefettibile per sostenere l’accusa, non potendosi immaginare l’associazione senza gli arbitri.
Nucini in questa questione ha un ruolo fondamentale, ci ha raccontato che la sua amicizia con facchetti è nata quando egli non ammonì Di Biagio e ricevetti i complimenti di Facchetti, mentre sappiamo che il loro rapporto è iniziato molto prima. Ma parleremo anche di Meani che introduce un altro concetto: le ammonizioni strategiche che sono quelle che fanno squalificare il giocatore per la successiva ma che servivano al Milan per evitare che il diffidato potesse essere squalificato per una partita importante. Alcuni giocatori del Milan venivano indotti a farsi ammonire per saltare partite meno importanti rispetto ad altre.
L’ipotesi accusatoria della combriccola romana nasce nel luglio 2004 ed era relativa alla posizione di Palanca e Gabriele. Appartengono uno alla sezione di Frosinone, l’altro a Roma 1, nella quale la figura più rappresentativa era De Santis e quindi si comincia ad ipotizzare un collegamento tra questi arbitri e la Gea. E quindi tale delega venne conferita ai carabinieri di Roma nel luglio 2004 e ha prodotto una informativa del settembre 2004 alla quale erano allegate dichiarazioni testimoniali di Dal Cin, Spinelli e Cellino che non permisero però ai carabinieri di ottenere l’autorizzazione per le intercettazioni telefoniche. Quindi non vi era alcuna concretezza nel quadro di imputazione. Lo stesso Auricchio smentisce dicendo che la combriccola romana e il sistema Moggi erano due cose diverse e questo lascia perplessi sulla genesi di questo processo. Dicevo: Napoli ha integrato le carenze di Torino che aveva archiviato. Il passato di De Santis utile alla Procura di Napoli per arrivare a Moggi era la famosa partita Juventus-Parma dove De Santis non convalidò un gol al Parma (non un gol annullato, perché De Santis fischiò prima), tra l’altro da un calcio d’angolo erroneamente segnalato da un guardalinee; e da quel momento in poi De Santis fu accostato alla Juventus.
Vorrei fare un riferimento ad una telefonata che è stata sottratta dalla pubblica accusa al compendio accusatorio. Telefonata tra Meani e Collina, 18 aprile. In questa telefonata, in cui si parla delle dichiarazioni di Ancelotti nel viaggio da Siena a Parma poi si parla di un incontro che non è stato proprio preso in considerazione dall’accusa, contrariamente ad altri, come quello di Villa Massa e altri ancora. Un incontro tra Galliani, Meani e Collina. Qui si parla di incontri in cui sarebbero stati concordati i risultati delle partite di serie A e non si mette sotto intercettazione il telefono di Collina, dopo una intercettazione del genere. Dove nasce questa affermazione di principio relativa a Collina come arbitro al di sopra di ogni sospetto? Dove nasce l’immagine di De Santis come arbitro capace di delinquere? Perché De Santis è stato intercettato sulla base del nulla, come possiamo definire quella relazione dei carabinieri di Roma? E Collina, sulla base di quella chiara intercettazione invece no? Si sceglie il ristorante del Meani, si parla di una suite di un albergo di Milano ma nessun servizio di osservazione, nessuna intercettazione viene effettuata e Collina rimane al di sopra di ogni sospetto. Così come non è stata tenuta in considerazione una telefonata del febbraio tra Moggi e un certo Pino. Moggi si lamenta che a Palermo e a Parma non siano stati dati i rigori che spettavano alla Juventus. 'Una settimana intera dopo Bologna ci hanno caricato, mentre a Reggio che ci hanno massacrato, nessuno ha detto niente, e allora gli arbitri fanno bene perché se vanno contro la Juve gli va bene'. E Pino dice: 'E' una caccia alle streghe, tutto quello che riguarda la Juve ha gli occhi addosso'. Così come gli occhi addosso ha avuto il De Santis, la cui vita è stata messa ai raggi x e, se fossero emersi elementi concreti, sarebbero certamente venuti fuori prima che questi fatti venissero portati a vostra conoscenza. Tutti questi elementi non possono essere messi insieme in modo parziale perché la prima regola di un processo indiziario è la valutazione del livello di gravità degli indizi.
L’11 gennaio, data in cui il De Santis avrebbe già avuto la sim svizzera, vi è una telefonata tra De Santis e Bergamo ed è successiva a Parma-Juventus, incontro che Auricchio prima considera come arbitrato in modo sfacciatamente a favore della Juventus. poi però parla di elemento sdoganante. In quella telefonata si dice che quell’episodio è più quello che vogliono far sembrare che quello che è.
In questo processo vi è uno slalom investigativo. Il discorso non è solo quello della valutazione dei singoli episodi di giochi, il Pm non contesta frodi sportive commesse occasionalmente da Tizio o da Caio ma come programma di un'associazione, destinato a favorire Moggi e la Juventus. Perché non sono state contestate a De Santis? Perché si dice che De Santis è stato attivo nel primo periodo e non poi nel secondo? De Santis avrebbe portato un elemento all’associazione nel primo periodo solo arbitrando Lecce-Juventus nel non sospendere una partita per impraticabilità di campo e Fiorentina-Bologna con un vantaggio indiretto per le ammonizioni per avere ammonito due giocatori secondari del Bologna. L’indizio qui non porta da nessuna parte. Si confonde la tesi con l’ipotesi! E Bergamo in quella telefonata parla di una sfortuna di essere etichettato nel mondo sportivo in un determinato modo. De Santis si preoccupa di quello che pensa la gente, tanta è la buona fede! Sempre con riferimento alle intercettazioni telefoniche, non emerge dalle stesse un contenuto accusatorio. Non vi è alcuna telefonata in cui il De Santis viene avvicinato perché compia atti contrari a quella che è la corretta conduzione della partita. Non vi è nessuna telefonata nella quale vengano promessi denaro o vantaggi al De Santis. Anzi, questi vantaggi vengono dedotti da una presunta progressione in carriera del De Santis in un incremento economico in questo senso. Già questa inconsistenza indiziaria incontra lo stesso corto circuito di cui sopra. Laddove De Santis non si comporta avvantaggiando la Juventus non perseguirebbe nemmeno questo interesse personale che sarebbe una maggiore utilizzazione nelle gare di campionato. Troverete una statistica, una delle tante, che è relativa al numero degli incontri arbitrati da De Santis che in quel campionato ha arbitrato meno incontri di Collina, di Trefoloni, di Paparesta e di Rosetti. Quindi mi chiedo dove sarebbe ravvisabile questo vantaggio personale. Addirittura è emerso in questo processo che per uno spot pubblicitario della Ing Direct il Collina nel 2004-2005 percepì centomila euro, mentre il De Santis non percepì alcunché.
Ritorna alla mente quanto detto dal Nucini e come le sue dichiarazioni siano state trasfuse nelle accuse. Alcuni arbitri che avrebbero favorito la Juve sarebbero stati protetti dal punto di vista mediatico, con riferimento al 'Processo del lunedì', mentre sarebbero stati svantaggiati quelli che penalizzavano la Juventus. Sotto questo aspetto io evidenzio come il De Santis, il capo della combriccola romana, che avrebbe avuto il rapporto privilegiato, non compare in nessuna telefonata successiva a partite da lui arbitrate con Baldas. Io ritengo opportuno fare ascoltare alcune telefonate che non devono essere solo lette e che sono emblematiche della assoluta inesistenza di alcun vincolo tra De Santis e Moggi e la Juventus ma che anzi vi sia stato un atteggiamento ostile di Moggi nei confronti di De Santis perché quest’ultimo non aveva alcun profilo di critica.
Vi è un'opposizione di Capuano di ascoltare telefonate che non sono state trascritte agli atti del processo.
La presidente Casoria accoglie l'opposizione e non fa ascoltare le telefonate.
Avvocato Gallinelli: Voglio anche ricordare l’espressione usata da Narducci quando disse che non vi erano telefonate di altri dirigenti di società se non quelli coinvolti in questo processo. E il dottor Beatrice disse che nei brogliacci delle telefonate vi era l'indicazione esatta di tutti gli interlocutori, mentre noi sappiamo che vi erano errori e dimenticanze che ci hanno impedito di conoscere a pieno l’intera complessità della vicenda.
Lecce-Juventus del 14 novembre. Tale incontro viene contestato al De Santis sulla base della dichiarazione di Zeman che disse che secondo lui le condizioni del campo di gioco non consentivano di proseguire l’incontro. Il tutto venne rafforzato dal fatto che la Juve si era portata subito in vantaggio. Emerge dalle telefonate la cui trascrizione è stata richiesta e che sono determinanti che tutte le conversazioni del De Santis con i designatori dimostrano l'inconsistenza della dichiarazione di Zeman. Tale circostanza è stata anche smentita da Del Piero e da Ledesma in quest’aula: dissero che il De Santis concordò con i due capitani la prosecuzione dell’incontro, venne fatta una verifica della praticabilità del campo e degli spogliatoi. Quanto vi sto dicendo è anche rinvenibile in una delle telefonate escluse dall’accusa, dello stesso giorno della gara, tra De Santis e Bergamo, in cui l’arbitro dice che farà decidere loro più che decidere lui. E Bergamo: 'Trova l’accordo in maniera che non vi siano polemiche'. De Santis: 'Tanto credo che non avranno intenzione di giocarla domani, non so se vorranno cominciare a giocare'. Ciò smentisce le dichiarazioni di Zeman che erano impressioni soggettive e che si limitò a dire che secondo lui non vi erano le condizioni per disputare l’incontro. E Bergamo: 'Tieni attaccato il telefono'. Altra telefonata tra De Santis e Pairetto sempre dello stesso giorno, in cui De Santis spiega al designatore che cosa è accaduto allo stadio la mattina con gli spogliatoi allagati e conferma che farà decidere loro. L’ipotesi della combriccola romana che si è risolta in una bolla di sapone ha condizionato molto le indagini di questo processo.
Sempre il 14 novembre prima di Lecce-Juventus De Santis dice a Pairetto che non piove e che si giocherà, forse sulla fascia c’è un po’ un problema ma per il resto il campo è praticabilissimo. Dalla lettura di questa telefonata non sarebbe stato doveroso evitare gli slalom interpretativi anche utilizzando segmenti della dichiarazione di Zeman? Non sarebbe bastata questa intercettazione? Dato omesso dalla pubblica accusa è il fatto che Cennicola non è stato più designato per incontro della Juventus. E allora come mai per Reggina-Juventus si è messo in evidenza che Di Mauro non è stato designato più per la Juventus e non è stato messo altrettanto in evidenza che Cennicola ebbe la stessa sorte? Interessava solo quel segmento e badate bene che il Cennicola ha riferito esattamente il contenuto di quanto emerso nella conversazione in cui riferiva a De Santis che aveva chiesto un'opinione a Moggi se sarebbe stato più designato per la Juventus. Si è messo in evidenza che Moggi fece i complimenti a Cennicola e sia stato valorizzato un elemento insignificante come quello relativo alla Bergamo-Di Mauro, introdotta dai pm in questo processo.
Ritornando all’incontro Inter-Udinese del 2001 è emerso che Facchetti fece i complimenti a Nucini che non aveva ammonito Di Biagio. Tali complimenti non sono stati considerati sintomatici, mentre un semplice 'bravo' detto a Cennicola è stato considerato in linea con i presunti illeciti compiuti.
Mentre Gallinelli completa la sua arringa si diffonde in aula la notizia che entro domani il documento cui si è fatto accenno in precedenza, contenenti le dichiarazioni di un pentito sarà pubblico. Esso conterrebbe anche le motivazioni per cui le intercettazioni ambientali dell'incontro Della Valle-Mazzini-Bergamo non siano state pubblicate benché effettuate e cioè perché erano ininfluenti. L'Avv. Furgiuele stamattina ha anticipato questa cosa, forse conoscendola.
Avvocato Gallinelli: Il teorema delle ammonizioni mirate è stato mutuato dai pregiudizi di Nucini in epoca precedente. Le informative parlano di una telefonata dopo Fiorentina-Bologna, tra un giornalista sportivo e Moggi, ritenuta sintomatica, in assenza di alcun indizio che parli di un accordo fraudolento. Ma si dimentica anche un dato che Damascelli crede che i diffidati ammoniti siano tre e Moggi mostra di accondiscendere a questa fatto, segno che nemmeno lui sapeva chi effettivamente fosse diffidato. Anche il peso specifico dei due squalificati non è stato messo bene in evidenza dalla pubblica accusa né il fatto che i due fossero famosi per essere molto fallosi. Sempre con riferimento a questa partita appare rilevante un’altra telefonata tra Borsari, osservatore, e Pairetto in cui l’osservatore dice che de Santis ha fatto una buona partita, sull’8,60. Nessun rilevo viene mosso a De Santis. Anche per l’elemento di contestazione in questa partita, le pseudo-intercettazioni ambientali, come quella del 3 dicembre, un dato non evidenziato è che il riferimento al terzo interlocutore sia Racalbuto e non De Santis. Badate bene che tra l’altro in Fiorentina-Bologna, De Santis ammonì anche Miccoli della Fiorentina che andò in diffida per la successiva che era Fiorentina-Milan. Inoltre De Santis ammonisce altri due giocatori del Bologna che non erano in diffida e che potevano giocare la partita successiva.
Sempre su Fiorentina-Bologna, la prova dichiarativa è il fatto che Gazzoni ha evidenziato la circostanza che quando è stato sentito a sommarie informazioni gli sono state fatte sentire delle telefonate e gli è stato detto che da tali telefonate emergeva il condizionamento del risultato della partita. Questo si chiama condizionamento!
L'arringa di Gallinelli è proseguita spaziando dalle incongruenze delle sim svizzere attribuite a De Santis alla ricostruzione dettagliata del capitolo sulle frodi sportive.
Avvocato Gallinelli: Abbiamo ricostruito 13 febbraio 2005 Pairetto è in Italia Bergamo Rosetti e De Santis sono a Francoforte, biglietto aereo c’è Busacca, assente dal corso a Roma la Sim - stranamente - è attiva in Italia: cosa è falso? Viene chiamata da numeri di servizio: strano, tanti contatti da zero secondi. A chi corrispondeva il primo numero contattato dalla sim presunta di De Santis, perché non l'avete controllato? C’era un certo signor Tavaroli attivo nel campo delle intercettazioni, nel 2004, Facchetti era presidente dell’Inter, Nucini va dalla Boccassini. E a proposito: alla Bocassini dell’incontro del Concord, di Avellino-Messina Nucini davvero non ha detto niente? E tra l’altro abbiamo anche l’uscita di Tuttosport di oggi che certifica come nel novembre 2004 la Boccassini chiedesse attività tecnica, indagava pure Milano mentre lo facevano Torino e Napoli. Chiedo l’assoluzione per Palermo-Lecce: la scheda non è a lui attribuibile.
Il pm Capuano ha annunciato che alla fine delle arringhe intenderà controreplicare ad alcune accuse incassate durante le ultime arringhe: il fatto potrebbe comportante l'allungamento di un'udienza del processo. Con una sentenza che potrebbe andare a finire il 4 o 11 ottobre.
Udienza del 5 luglio 2011 - Il giorno di Meani
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- By Redazione
Dribblato l'ultimo (si spera) tentativo di ricusazione del presidente Casoria, l'aula 216 del Tribunale di Napoli ha riaperto le sue porte al processo su Calciopoli, vicenda peraltro illuminata di nuova luce dai riflettori accesisi sulla relazione di Palazzi, di per sé bastevole ad abbattere definitivamente la cupola dai rapporti esclusivi di Luciano Moggi.
Apertasi con la dichiarazione spontanea dell'ex assistente Claudio Puglisi, è poi proseguita con le arringhe difensive degli avvocati Giampiero Pirolo (per l'ex arbitro Antonio Dattilo), Claudio Misiani (per il giornalista Rai Ignazio Scardina), Carlo Morace (per il presidente della Reggina Pasquale Foti), Edda Gandossi (per Leonardo Meani, uno dei protagonisti anche della relazione di Palazzi) ed infine Giovanni Di Valentino (per l'ex assistente Puglisi).
Per la prossima udienza, in calendario il prossimo martedì, 12 luglio, sono in programma le arringhe degli avvocati Francesco Picca e Alfonso Furgiuele, difensori dei Della Valle; poi, nel pomeriggio toccherà a Paolo Gallinelli, in difesa dell'ex arbitro Massimo De Santis.
E' stato confermato, infine, che le arringhe finali e la sentenza slitteranno oltre l'estate, a settembre.
Questa la cronaca dell'udienza odierna:
Dichiarazione spontanea dell'assistente Claudio Puglisi:
Sono stato uno dei top class, che ha partecipato a moltissime gare internazionali e che si trova in questo processo per un'amicizia con Meani ai tempi in cui questi faceva parte dell’Aia, prima di essere tesserato del Milan. Sono stato definito un ultrà e questa definizione la trovo davvero esagerata. Io avrei indossato durante un allenamento una maglia di un giocatore del Milan, cosa priva di qualsiasi fondamento. Faccio presente che le squadre ci facevano omaggio di magliette. Ma io non nego la mia simpatia per il Milan, come altri colleghi sono simpatizzanti per altre squadre, ma questo non pregiudica nulla. Io ho fatto l’assistente delle gare del Milan fino all’ottobre del 2003. In quel periodo si stanno componendo le terne per gli europei del 2004 ed io sono tra loro. Vengo designato per Milan-Lazio e in quella gara ho annullato un gol regolare alla Lazio, facendo un errore. Da quel momento non ho avuto più la possibilità di essere designato né per il Milan né per altre squadre importanti. E questa cosa mi sembrava strana. Aprile 2004: la Commissione Arbitri Nazionale mi designa per Milan-Chievo. Certamente non sono intervenuto per avere questa designazione. Ebbene, in quella gara non c’è nulla che mi si possa attribuire, anzi in quella gara viene annullato un gol regolare al Milan dall’altro assistente. Mi si accusa di aver ricevuto telefonate di Meani in occasione di quella gara. Erano certamente telefonate di circostanza, lui era un amico di lunga data e, sapendo quello che pensavo del mondo arbitrale, non si sarebbe mai permesso di fare pressioni. Mi si dice che si sarebbe dovuta denunciare la telefonata fatta in modo scherzoso a Babini in cui si dice: “stai su stai giù”. E poi quel guardalinee annulla un gol regolare al Milan! Un giudice giudica leggendo, verificando; l’arbitro e l’assistente hanno un secondo per decidere, con soggetti in movimento. Quando un arbitro riesce ad arrivare ai massimi livelli sa che è vivisezionato dalla stampa in tutti gli episodi e spesso si dimenticano quelli positivi evidenziando solo i negativi. Essere sui titoli, messo alla gogna, non penso che sia la massima aspirazione per un arbitro. Sono qua senza alcun problema, ma senza sapere quale è stato il mio reato. Vi ringrazio e vi auguro buon lavoro.
Avvocato Misiani, difesa Scardina.
A Scardina viene contestata l’associazione per delinquere per due tipi di condotta: per avere fatto dei servizi compiacenti volti a tutelare il sodalizio di Moggi e per avere indotto l’ex presidente dell’Ancona Pieroni dall’astenersi dal fare dichiarazioni contro Moggi. Devo subito dire che, a mio giudizio, dalla fase dibattimentale non sono emersi elementi di accusa, ma addirittura di innocenza, di Scardina. Ma non è così per l'accusa! Narducci ha parlato di servizi che adulavano gli amici e mettevano in cattiva luce i nemici, basandosi sulle dichiarazioni della Sanipoli e di Varriale. La Sanipoli è stata qui ed è sembrata più che altro una persona confusa, che non sapeva come funzionava il suo ufficio, che si lamenta di non aver potuto seguire spesso la Juve, salvo poi dire che quelle gare in cui la seguiva erano di poco significato. Una teste che, come risulta dalla sentenza del Tribunale di Roma (che deposito), che ha deciso negativamente per lei la causa di mobbing, è stata utilizzata come doveva essere utilizzata per contratto. Lo stesso Varriale ci ha detto che le mansioni di venerato erano diverse da quello che doveva fare la Sanipoli. Venerato era quello che faceva il pezzo di appoggio. Dal 2000 al 2004 la Sanipoli fa mediamente oltre 100 giorni di trasferte, con Scardina. Quando va via Scardina ne fa la metà. Credo di poter concludere con le parole della teste, quando le è stato chiesto quante trasferte ha fatto, Lei, Dottoressa, Le chiese: 'Possiamo dire circa 400'? La Sanipoli rispose: 'Molto meno!' Varriale ha detto di aver subito un embargo per problemi con Moggi. Ma lo stesso Varriale parla di un alterco con Moggi, quindi che cosa c’entra Scardina?
Anzi, la presenza di Moggi in trasmissione significava aumenti di ascolto e quindi lo stesso Scardina si preoccupa di ricucire la situazione per vedere se si poteva ancora avere la Juventus in trasmissione. Quello che l’accusa ha provato a fare è far passare che Scardina metteva al posto della Sanipoli, giornalista, dei collaboratori che non potevano svolgere quel lavoro. Ed invece, quelli che venivano chiamati collaboratori erano dei giornalisti professionisti che per questioni contrattuali non erano ancora assunti e si trovavano in uno stato in cui dopo qualche anno ci sarebbe stata l’assunzione. Per fare i pezzi di appoggio era necessario avere qualcuno che avesse dei rapporti di particolare amicizia, perché bisognava fare interviste prima e dopo la gara. Quindi la Rai si avvaleva di tre collaboratori per le tre squadre maggiori tra cui Venerato per la Juventus. Anche la telefonata utilizzata dall’accusa per provare la colpevolezza di Scardina, quella in cui Venerato si lamenta con moggi per non essere stato mandato a fare Lecce-Juventus, non prova nulla, perché Venerato in quella telefonata, come in tutte le altre, non ha mai chiesto nulla, ma si è solo lamentato. Se Venerato è il giornalista caro a Moggi e Scardina è colui che dovrebbe garantire questo stato di cose, perché non lo avrebbe mandato? Tra l’altro in quella giornata Venerato fece un'intervista a Zeman nella quale il boemo non parlò della partita ma di tutt’altro. Abbiamo poi quello che sarebbe il secondo comportamento, quello relativo a Pieroni. Secondo l’accusa, Scardina fu sollecitato da Moggi perché Pieroni tacesse. Tacesse per evitare di accusare Moggi di quello che gli era successo. Pieroni aveva fatto un'intervista a 'Repubblica' e Scardina corre da Pieroni per farlo tacere. È lo stesso Pieroni a dire che chiamò Scardina per fare un'intervista e Scardina gli mandò un giornalista. A domanda di Narducci, egli disse che l’intervista a 'Repubblica' avvenne dopo, la prima fu quella con la Rai. E a domanda del pm se Scardina avesse chiesto di ritrattare, Pieroni risponde che nessuno gli ha chiesto nulla anche perché lui non aveva nulla da ritrattare.
Ma c’è dell’altro perché, secondo i pm, Scardina viene mandato da Moggi, adempie al suo compito e ottiene uno sconto sull’acquisto di un’auto. Inizialmente si disse che aveva ricevuto l’auto gratis, poi egli porta le ricevute e allora si dice che ha avuto uno sconto. La telefonata che sarebbe la prova regina è del 1° febbraio 2005, l’intervista di Scardina a Pieroni è del 5 febbraio 2005. Quindi c’è la promessa di qualcosa prima che avvenga il fatto. Preveggenza o un colloquio tra amici in cui uno chiede ad un altro un piacere? Vi è ancora un aspetto. Nel capo di accusa si parla di “diversi giornalisti utilizzati per favorire il sodalizio”. Ma poi, l’imputato chi è? Il solo scardina! Scardina avrebbe fatto tutto questo attraverso servizi non suoi ma di giornalisti compiacenti. Ma di questi non c’è nessuno qui presente. E quali sarebbero questi servizi compiacenti? Non c’è un solo servizio indicato dalla Procura anche per capire che cosa intendano per servizio compiacente, al di là del diritto di critica e di cronaca. Ma è stato escluso in altro giudizio, perché Scardina, oltre a subire questo processo penale si è beccato, anche un procedimento alla Corte dei Conti, che ha dichiarato la carenza di giurisdizione, perché non c’è nessun servizio che possa dirsi non aver rispettato tutti i crismi che deve rispettare un servizio giornalistico. Le prove contro Scardina sono nulle, non c’è alcuna prova che egli abbia tutelato la cupola creata da Moggi. Per il reato di cui al 416 ci vuole la consapevolezza di ogni associato di far parte dell’associazione e che con i suoi atteggiamenti favorisca l’associazione. Nessuno di questi elementi è emerso dall'istruttoria dibattimentale. I colloqui telefonici sono tutti con Moggi e tutti in chiaro e in questi contatti non vi è alcuna traccia degli elementi previsti dal 416. Due ultime parole sulle parti civili. Tutte, tranne la Rai, anche se costituite contro Scardina non hanno concluso nei suoi confronti; anzi l’avvocato della Figc ha ammesso che non ha visto emergere alcunché nei confronti dei giornalisti. Unica eccezione è la Rai. La Rai, a mio giudizio, è andata oltre. Secondo la Rai sarebbero emersi elementi a carico di Scardina. elementi dati dall'utilizzazione di Venerato al posto della Sanipoli e dalle griglie che venivano disattese da Scardina. Parlo di malafede della Rai, perché è stata legittimata passiva nel processo di mobbing della Sanipoli a Roma. La Rai era datore di lavoro di colui che avrebbe fatto il mobbing alla Sanipoli, cioè Scardina. Ebbene in quella sede la Rai difende Scardina dicendo che non vi è stato mobbing e poi viene qui a dire il contrario, che Scardina averbbe mandato Venerato al posto della Sanipoli. E se la Corte dei Conti ha detto che non vi è stato alcun danno patrimoniale, che danno mi stai chiedendo? Chiedo l’assoluzione perché il fatto non sussiste.
Avvocato Pirolo per Dattilo.
Questo processo mi ha insegnato che l’obbligatorietà dell’azione penale è un principio non attuato perché davanti a situazioni analoghe per alcuni si è proceduto, per altri no. Per alcuni la titolarità di una scheda è un'utenza a sbafo, per altri la prova della partecipazione all'associazione. Vengono contestati a Dattilo, per Udinese-Brescia, alcuni comportamenti, sulla base di una telefonata di Moggi e Giraudo. Le giuro che che da almeno 15 anni io e un mio amico, entrambi tifosi del Napoli, a metà partita e alla fine della stessa commentiamo le ammonizioni del Napoli e della squadra che giocherà con il Napoli la settimana dopo. Figuratevi il direttore e l’ad della Juventus. Ebbene nessuno dei tre giocatori ammoniti dell'Udinese era diffidato e l’espulsione di Jankulovski non era nemmeno stata vista da Dattilo, ma dal guardalinee che comunica all’arbitro la gomitata. Quale sarebbe la condotta di dolo del Dattilo, che ha invece creato un danno alla Juventus perché ,quando durante la settimana una squadra si lamenta, probabilmente si ha un occhio di riguardo la settimana dopo. A corroborare questa partecipazione all'associazione ci sono altre due partite del Dattilo, una della Reggina e una della Juventus come quarto uomo. Io ho depositato il regolamento della Federazione, che dice che il compito del quarto è di segnalare le sostituzioni all’arbitro, quindi quale potrebbe essere la frode sportiva in questi casi? Un’ultima annotazione. Spesso si è legato l’episodio di frode alle telefonate. È singolare che il 26.9.2004 il Dattilo non è possessore della scheda. Non mi interesso del fatto se lui sia titolare o meno della scheda ma, se è la sua, la scheda viene utilizzata per la prima volta nel febbraio 2005 e la partita è del settembre 2004. Nella sentenza del gip De Gregorio, gli arbitri nella stessa posizione di Dattilo sono stati assolti. Si è detto: non basta il possesso di una scheda per parlare di associazione, le conversazioni possono riguardare fino a prova contraria qualunque argomento e, poi, si deve dimostrare il collegamento tra quello che si dice nelle telefonate e quello che poi avviene nel campo. Altro elemento: la telefonata tra Baldas e Moggi in cui Moggi gli chiede di non infierire. Ebbene, Dattilo, dopo la cappellata di Udinese-Brescia, arbitra in A dopo 4 mesi,. Dopo un mese di sospensione, torna in b (che vale il 50% di quello in A) o fa il quarto in A (che ha rapporto economico di 1 a 10). Mi viene da dire: il Dattilo è stato massacrato dall’opinione pubblica e dai designatori. A mente non ricordo una sospensione più lunga! Lui non ha nessun vantaggio dall’associazione e nemmeno l’associazione ha vantaggio dal suo comportamento. Nulla di nulla. Dattilo non ha mai diretto nessuna delle squadre a torto o a ragione coinvolta. Concludo per l’assoluzione perché il fatto non sussiste.
Avvocato Morace per Foti.
Nei colloqui scarni tra Moggi e Foti non si parla mai di alcunché di rilevante attinente ad arbitraggi, griglie, sorteggi. Non vi è alcun interesse per Moggi e la Reggina, né tra io contatti tra i designatori e Moggi si parla mai di Foti e della Reggina calcio. Dai colloqui tra Foti e Bergamo non si dice mai che vi sarebbe stato qualche volta un colloquio tra Bergamo e Moggi sulla Reggina calcio. Il pm ha richiamato il colloquio del 24-10-2004 dopo Chievo-Reggina. Non vi è nulla di rilevante, ma solo lo sfogo di Foti a Moggi di sentirsi massacrato. E comunque, se questa è l’unica del pm, noi ne abbiamo altre che vanno in contrasto con la tesi accusatoria: se andiamo a prendere in esame l’aspetto della moviola, il 20 settembre 2004 tra Moggi e tale Fabio si discute della giornata di campionato e Moggi chiede di salvare Trefoloni, il quale il giorno prima ha arbitrato male la Reggina. Emblematica in questa assenza di collegamento tra Moggi e la Reggina è proprio la gara tra i calabresi e la Juventus di cui si è tanto parlato. Da questa partita è scaturito anche un danno alla Reggina. Altro aspetto è quello relativo all'elezione del presidente della Lega e in quella occasione Moggi in alcune conversazioni dice chiaramente che non sa per chi voterà Foti, chiamandolo don Abbondio. E questo sarebbe un personaggio vicino a Moggi? Ancora: noi abbiamo la prova tralasciata dal pm che Moggi non solo non ha a cuore la Reggina, ma addirittura non spende nemmeno una parola per i calabresi. È la conversazione intercettata indirettamente il 3.12.2004, prima di Reggina-Brescia. Anche il collegamento tra la Gea e la Reggina è stato esaltato sulla base di una telefonata in cui Cellino parla di questo fatto utilizzando la frase “si diceva”. Ma passiamo alle singole partite contestate: Reggina-Brescia. Già questa gara, finita 3 a 1 per il Brescia, smentisce l’impianto. Il giorno prima abbiamo una conversazione tra Foti e Bergamo. Bergamo lo rassicura di stare tranquillo. Auricchio nel suo esame ha ammesso di non avere mai attenzionato le gare della Reggina, che fino a quel momento aveva subito dei torti arbitrali. Racalbuto era accusato a ragione dal Foti di essere stato la causa della sconfitta della Reggina a Messina il 31 ottobre. Quindi quando Foti dice lo ammazzo”, non significa 'lo ammazzo se non mi favorisce', ma bensì lo ammazzo se sbaglia di nuovo! Se Foti avesse potuto condizionare la griglie, non avrebbe messo Racalbuto che veniva da quella esperienza!
Foti si trova in una situazione particolare. Racalbuto ha delle utenze svizzere secondo l’accusa. Noi abbiamo la frase di Bergamo: “Fagli una telefonata, stai tranquillo”. Ebbene: risulta una telefonata su qualche utenza di Racalbuto con Bergamo prima di quella gara? No, assolutamente no! Quindi è un riscontro negativo alle idee dell'accusa. Il pm ha fatto riferimento a contatti tra Moggi e Bergamo e Moggi e Racalbuto. Per i primi non possiamo ritenere che avessero ad oggetto quella partita e sono anche successivi a quella partita. Non vi è una ragione plausibile per ritenere che essi abbiano parlato di Reggina-Brescia. E poi evoca un’altra conversazione del 3 dicembre tra Moggi e Racalbuto. Qui la fortuna di Foti: questa conversazione l’abbiamo per caso trascritta agli atti. Ce ne parla Di Laroni. Moggi parla con Garufi e risponde a una telefonata da un altro telefono, utenza estera, quella di Racalbuto. E dice: 'Oh, la peggiore che ti poteva capitare, però tu fai una partita regolare senza regalare niente a nessuno, con regolarità'. Quindi, gli dà consigli tecnici, di non farsi prendere dall’ambiente, l’esatto contrario di quanto presupposto dai pm! E se poi riteniamo che sul 2 a 0 per il Brescia l’arbitro nega un rigore chiaro alla Reggina, vorrei sapere quale sarebbe il vantaggio ottenuto dalla Reggina in questo caso! Faccio un passo indietro. Nelle prime 4 gare di campionato la Reggina ha subito danni da parte degli arbitri, con Chievo, Lazio, Milan e Messina. ecco come si deve leggere il rapporto tra Foti e Bergamo. Altra intercettazione, quella di Udinese-Reggina. Si parla degli errori arbitrali e Bergamo dice a Foti che il loro lavoro è difficile e non sempre si riesce a fare le cose giuste, ma spera che la loro amicizia non si intacchi e Foti risponde: 'Mai!'.
Su Reggina-Cagliari c’è poco da dire. Questa gara vede una causale erronea: si dice che De Santis avrebbe agevolato la Reggina. Ebbene: De Santis subentra a Rosetti in quanto Rosetti aveva avuto un problema con la moglie. Bergamo chiama Foti e lo informa del problema, così come chiama Cellino. Rosetti è un arbitro certamente al di sopra di tutto e perché mai Bergamo si dovrebbe preoccupare di chiamare i presidenti per dire 'non ti preoccupare ecc.'. Foti ha rapporti colloquiali con Bergamo, quindi per lui i due arbitri stanno sullo stesso piano, anzi non è che De Santis fosse un arbitro favorevole alla Reggina, di lui Mazzarri si era lamentato spesso.
Su Palermo-Reggina è già stato giudicato ed assolto Pieri in abbreviato. Ed è stato assolto anche in riferimento alla posizione di Foti: scarne prove a carico e rilevata la mancanza di prova per un contatto tra Bergamo e Pieri.
Chiudo sottolineando come la posizione di Foti alla luce, anche delle nuove emergenze che hanno portato alle conclusioni di Palazzi dei giorni scorsi, debba essere rimodulata. Tutti telefonavano ai designatori ed in più le telefonate di Foti facevano emergere la condizione di chi riteneva di doversi difendere da torti subiti. Si chiede l’assoluzione perché il fatto non sussiste o per non aver commesso il fatto.
Avvocato Edda Gandossi per Meani.
La domanda che mi faccio è: perché Meani è qui? È perchè è stato intercettato? Meani non era iscritto nel registro degli indagati e il fatto che il telefono possa essere ritenuto utile intercettarlo, non è vero, in quanto solo dopo un paio di mesi dall’inizio delle intercettazioni ci sono state due o tre telefonate per le quali egli si trova qui. Quale era il suo profilo indiziario al momento in cui si comincia ad intercettarlo? Che motivo c’era? Quali elementi potevano esserci in marzo per ritenere che Meani potesse essere vicino all'associazione? Ed invece sia nelle informative di Auricchio sia nelle requisitorie dei pm meani è chiamato in causa ogni tre per due! Non si può continuare a distorcere i fatti! Se anche vogliamo risolvere la questione iniziale, cioè il momento in cui è stato emesso il decreto autorizzativo delle intercettazioni, rimane aperta la questione dell'utilizzabilità oggi, dal 2009 in poi, delle intercettazioni. Produco una sentenza successiva alla vostra ordinanza, quella relativa a Preziosi. Questa sentenza ostinatamente richiama i principi costituzionali, principi che ribadiscono che il mezzo di prova dell'intercettazione deve essere necessario, per reati di estrema gravità.
Veniamo ai capi di imputazione: è necessario citarvi due intercettazioni, una tra Carraro e Bergamo, nella quale il primo chiede una relazione su 42 persone e dice: 'Mi vergogno di essere il presidente della Federcalcio'. Lo stesso tono utilizzava Cellino, mai indagato, che in udienza dice che sono impuniti, mediocri e non rispondono a nessuno e 'Non mandatemi De Santis!' Ebbene, che diversità c’è nel tenore e nei contenuti tra queste telefonate e quelle che ci hanno portato qui oggi? Vi chiedo di rilevare il numero delle telefonate con Bergamo e Pairetto. Con Bergamo sono tre in tre mesi, una per fargli i complimenti, una in cui gli chiede il numero di galliani e poi un’altra. Con Pairetto solo due in tre mesi. Intrattiene invece svariati rapporti con arbitri e guardalinee. Ma che tipo di rapporti sono? Non riuscirete a leggerle tutte ma, vorrei segnalarvene alcune. Una con Morganti in cui parlano del derby e Morganti dà un giudizio che solo ad un amico puoi dire: “La prerogativa di cagarsi addosso è la loro non la vostra”; e poi un’altra in cui Meani dice a Rodomonti: “Ti ho fatto prendere anche 7 da Cecere” e poi, dopo altre cose, Meani dice che darà il numero al presidente per fargli fare un trapianto. Questi sono i rapporti! In quattro mesi di intercettazioni non c’è una sola richiesta, pressione o quant’altro.
Telefonata tra Meani e Babini: sapete che, quando si è in attesa che l’interlocutore risponda, è già intercettato, e qui Meani dice ad un interlocutore: 'Senti questa'. E poi dice a Babini: 'Noi siamo sempre buoni, capito, anche se siamo avanti due metri'; e Babini: 'Non fare lo scemo'. In seguito Babini dice che con questa designazione i designatori hanno fatto capire che è tutta una porcheria perché questa partita lo mette in difficoltà. 'Loro ci mettono il cappio al collo, anche perché il Chievo è una partita difficile, perché loro fanno movimento e poi magari accade che annullo un gol buono'. Ho provato a contare quante volte c’è l’inciso “ride” nelle trascrizioni. Solo in questa telefonata c’è sei volte, mentre non c’è nelle altre di altre persone, quindi è evidente che sono chiamate che avvengono in un clima di cordialità e di amicizia.
Si è detto che ci vuole il dolo: ebbene, Meani dice a Babini: 'Se ti mandano lì è perché sanno che non farai cagate'. Lo stesso tono si ha con Collina. Si ride del problema della designazione di Babini.
E Babini effettivamente, come temeva, sbaglia. Ma se vi leggete la rassegna stampa vedrete che rispetto all’errore di Siena vi è una reazione diametralmente opposta. Ci sono reazioni dell’allenatore, che dopo Siena, e qui lo ha confermato, ha detto che pensavano che realmente ci fosse qualcosa contro di loro; e dopo l’errore di Babini dice che che questa del Chievo è diversa rispetto a Siena, più difficile da valutare. Sull’errore di Babini Meani parla anche con Contini che chiede se ci sono stati incidenti e Meani dice: 'Sì, pronti via e si sono accaniti contro Babini che non c’entra niente'. 'Accaniti chi?' chiede Contini. 'Il Milan', dice Meani 'perché il gol di crespo era regolare'. Non vi è alcun cenno e voi ricorderete una telefonata più volte citata dal pm di un dirigente di altra squadra che commenta con Mazzini proprio la designazione di Babini e Puglisi.
Per quello che riguarda le designazioni di Puglisi, vi chiedo di farmi sapere in quali telefonate si parla di questa circostanza. Mancano le telefonate di Mazzei. Anzi c’è una telefonata tra Bergamo e Pairetto in cui Bergamo dice che è due mesi che avrebbero dovuto mandare Puglisi e che toccava a quella giornata; e Pairetto acconsente.
Ci sono poi 2 telefonate successive tra Meani e Pairetto, dopo Milan-Juventus, che di fatto spegne le speranze scudetto. Il Milan sta proseguendo il cammino in Champions League, e Pairetto era delegato alle designazioni. Meani dice che per lui il risultato giusto era il pari. Vi è stato un errore di Collina per un mancato rigore su Cafu. Dice Pairetto: 'E c’era Collina, pensa se c’era un altro, mamma mia!'
Va anche considerato il ruolo di Mazzei. Qui Martino ci ha detto che Mazzei preparava i guardalinee prima del sorteggio e poi, successivamente al sorteggio, cambiavano se era necessario: magari, se in una gara in cui erano stati inseriti due assistenti poco esperti capitava un arbitro giovane, si cambiava la terna.
Ho visto le sentenze in tema di dolo citate dal pm. Il dolo deve essere provato e motivato e ritengo che in questa istruttoria non vi siano stati elementi per ritenerlo. Anzi vi sono molti passaggi, anche nella telefonata tra Bergamo e Meani del maggio 2005, in cui è chiaro che l’unica persona in buona fede è Meani. Meani chiede a Bergamo se per l’ultima in casa con il Palermo può mandare i due assistenti per dare loro un contentino alla loro carriera.
Per questo motivo chiedo l'assoluzione perché il fatto non sussiste.
Avvocato Di Valentino per Puglisi.
Si è detto che il reato di cui si parla è a dolo specifico, ma una condotta deve pure esserci. Io vi invito ad esaminare le condotte di Puglisi per la partita infrasettimanale di cui si parla. Il pm dice che si tratta di atti fraudolenti che si sostanziano nelle telefonate. Io ritengo che non vi siano i presupposti per il reato. Puglisi vi ha illustrato il suo curriculum, uno dei primi tre della categoria. Basta leggere l’interrogatorio all’udienza del 13 novembre per capire chi è Puglisi. Egli ricorda che era un tifoso del Milan, che non aveva mai diretto la Juve in quell’anno e che da un anno e mezzo non veniva designato per il Milan da quando, l’anno prima, non aveva visto un passaggio di mani di Sheva in un gol convalidato da Collina che era l’arbitro. Era difficile che un guardalinee stesse fuori dal giro di una squadra per un anno e mezzo. Puglisi non era uno gradito dai designatori al punto che, pochi giorni prima della gara incriminata, Puglisi viene mandato in Africa ad arbitrare una gara tra due Nazionali. Andiamo a vedere che il rapporto che viene fuori dalle intercettazioni è questo rapporto di Puglisi con Meani, rapporto che vi ha spiegato stamattina. Il fatto che Puglisi sia amico di Meani non è certo un reato e questo Meani ha due vizi: uno di telefonare, l’altro di usare un linguaggio scurrile. Nelle diverse telefonate che il pm mette a disposizione del tribunale il Puglisi non c’entra niente. C’è una telefonata tra Meani e Copelli, ce n’è una di Meani e Contini, ma di Puglisi non si parla mai. Tra Meani e Puglisi intercorrono telefonate in cui si giudicano altri personaggi. Succede poi che c’è la gara del 20 aprile, che si prepara con una serie di telefonate che indico in modo particolare perché vengono messe un po’ troppo insieme dal pm. La prima è quella tra Meani e Mazzei quando Meani si lamenta dell’errore della partita precedente e chiede che al Milan vengano mandati due guardalinee intelligenti. Lo stesso giorno Meani fa intendere che è supervelenoso (forse Galliani) e “Mandaci anche a noi il consolo della situazione” commentando l’attività di questo guardalinee che facendo gare della Juve si fermava a centrocampo.
Altra telefonata del 18 aprile quando Meani riceve una telefonata di Collina e Collina gli dice 'Ho visto che sei potente', perché ha visto questa designazione di Puglisi, e Meani: 'Basta tiragli le orecchie'. E poi parlano di Puglisi dicendo che è un bravo ragazzo, che è per le cose giuste. Abbiamo poi un’altra di Meani a Messina dove dice che gli ha tirato le orecchie. E poi abbiamo un’altra tra Meani e Babini in cui Babini dice che è una designazione che fa ridere. E poi l’ultima tra Meani e Stagnoli in cui gli dice che hanno il culo sporco perché glielo mandano nelle ultime partite. Sembra che ci sia un aiuto, ma a ben vedere l’aiuto non c’è, perché mandarlo a fare una partita difficile dove è facile sbagliare non è certo un aiuto.
Io vi faccio notare che non esiste una sola richiesta di Puglisi ai designatori di andare a fare il Milan. È in conflitto con i designatori, non è lui che ha chiesto a Meani di essere mandato al Milan. Mai! Meani poi è uno che si muove autonomamente e tira fuori a volte anche Puglisi senza avvisarlo. Quando poi sa che sono designati, prima chiama Babini e poi telefona a Puglisi e racconta quello che Babini ha detto, sempre ridendo. Dopo la gara non ci sono altre telefonate tra i protagonisti. Abbiamo prodotto una relazione di un esperto in cui si dice che il comportamento di Puglisi in quella gara è stato senza ombra, anzi forse anche un po’ duro quando fa cacciare fuori Costacurta dalla panchina, dopo l’annullamento del gol di Crespo. Le telefonate che riceve da Meani sono solo di comunicazione che un amico di sempre gli fa quando va a dirigere una partita del Milan. Non c’è mai un accenno di qualsiasi tono di accordi. Ritengo che sia da valutare questa designazione, si pensa da parte del pm che questa designazione sia stata a favore del Milan. Invece è stata una designazione pericolosa. Babini dice che il Chievo gioca molto alto, quindi vi è possibilità di errore, il Chievo sta anche retrocedendo e quindi andrà a Milano per giocarsi la partita. Ebbene, mandare Puglisi a fare questa partita non è un favore fatto a Puglisi e forse nemmeno al Milan. L’elemento materiale quindi non c’è, il suo comportamento è corretto ed è un comportamento nel quale raccoglie delle confidenze di un amico. Manca poi il dolo specifico di modificare il risultato del campo di questa partita. Per questo ritengo che debba essere richiesta l’assoluzione con la formula più ampia, anche perché la giustizia sportiva aveva ritenuto che quei fatti non fossero un illecito sportivo, ma solo che non aveva denunciato il fatto.
Udienza del 21 giugno 2011 - Alleluia: la Juve si è difesa
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- By Redazione
E' stato finalmente il giorno dell'avvocato Vitiello, chiamato a difendere la posizione della Juventus come responsabile civile. Fra i sostenitori bianconeri c'era molta attesa, c'era voglia di ascoltare un seppur tardivo scatto di orgoglio, una presa di posizione nel merito dei fatti contestati, e non la solita dissociazione dall'ex DG bianconero di zacconiana, elkanniana e cobolliana memoria. L'attesa è stata, almeno in parte, soddisfatta. Dopo una prima parte tesa a dimostrare che in ogni caso non sarebbe lecito ritenere la società Juventus responsabile per eventuali colpe ascrivibili al solo Luciano Moggi, abbiamo ascoltato l'avvocato Vitiello entrare nel merito delle accuse, mettere in discussione il metodo Auricchio e il teorema Narducci, sottolineare l'assenza di prove, l'insussistenza della presunta associazione per delinquere, e finanche smontare i capisaldi delle accuse del 2006: i contatti col mondo arbitrale che erano leciti, i sorteggi che non erano truccati, le designazioni che non erano predeterminate né tantomeno a conoscenza di Moggi prima del tempo, il potere mediatico che non era certo bianconero, le frodi sportive che in realtà non ci sono mai state e la cupola che è solo un oggetto architettonico spesso di gran pregio artistico. Finalmente. Anche se un retrogusto amaro in bocca rimane per il ritardo di queste parole (5 anni!) e soprattutto per il fatto tutti gli altri avvocati dei responsabili civili (vedi Fiorentina e Lazio) hanno posto la confutazione delle accuse nel merito al centro del proprio intervento, e non in via subordinata.
Ringraziamo al solito il nostro Francesco/Frales, per l'inestimabile contributo dall'aula 216. Potete continuare a commentare l'udienza sul nostro blog.ju29ro.com. L'appuntamento per la prossima diretta è per il 5 luglio, quando parleranno gli avvocati Misiani (Scardina), Pirolo (Dattilo), Gandossi (Meani), Di Valentino (Puglisi), Sena e Bonatti, (Pairetto), Morace (Foti), Mungiello (Racalbuto).
Ore 10.05 - Udienza iniziata. Le arringhe degli avvocati Gandossi e Di Valentino slittano al 5 luglio.
La Presidente Casoria nomina il sostituto processuale dell'avv. Morescanti nella persona dell’avv. Prioreschi, nel caso in cui non dovesse riuscire a venire a settembre. Qundi è ufficiale che non si terminerà per l’estate. Inizia la Juventus.
Avv. Vitiello (difesa Juventus): È un onere e un onore difendere la più amata, la squadra storicamente più forte del calcio italiano, una stella doppia brillante nel firmamento, valori che sono di correttezza, di tradizione prima che calcistici, prima che economici, determinati dall’immenso patrimonio che assiste la Juve. E se esistono momenti di passione, e se essa è talmente forte da determinare persone normali ad atteggiamenti esasperati, non sfuggirà al Collegio la difficoltà di esporre e sostenere la ragioni della Juventus in quanto già dagli atti processuali emerge la distanza di anni-luce dalle vicende del processo, e ciò indipendentemente dalla responsabilità di chi ha orbitato nella sua dirigenza. La Juventus parla da sola, ha sempre dato dimostrazione di sportività e buon gusto ed ha sempre portato una forza derivante dalla coscienza di dover difendere questo patrimonio. E se questa è la condizione, questo cappello non vuole essere una forma elogiativa, ma solo una premessa per mostrare come talvolta determinate situazioni possono essere qualificate diversamente attraverso il filtro di chi condiziona lo svolgimento di una gara. E' inevitabile che la pressione mediatica e dei tifosi molto possono per deprimere e condizionare. Ma siccome la Juve non soffre di alcun condizionamento in questo processo, articoleremo la nostra discussione trattando prima aspetti giuridici e poi entrando nel fatto.
A noi interessa innanzitutto spiegare perché la Juventus si trovi illegittimamente in questo processo. Che vi sia difetto di giurisdizione, in particolare per quello che riguarda il Brescia, non v’è modo di dubitare. L’art. 30 dello Statuto della Figc stabilisce che le società accettano la piena e definitiva efficacia dei provvedimenti della Federazione, demandando alla Camera di Conciliazione ed Arbitrato del Coni tutte le controversie. Esistono organi di giustizia sportiva interna della Federazione che risolvono le controversie tra le società. La graduatoria del risultato è preclusa al giudice civile e penale. Il Brescia, con il lodo del 1° giugno 2007, non solo si è visto rigettare la richiesta, ma ha reso improponibile la domanda. Se anche si volesse considerare che l’oggetto fosse solo di carattere economico, è evidente che anche questo tipo di controversia dovesse passare per la Figc, per poi essere impugnata davanti alla Corte di Giustizia Federale. Di questi atti troverete ampio riferimento nelle conclusioni che depositerò. Così anche si esprime la giustizia sportiva. L’art. 30 ripropone il previgente art. 24, che prevedeva la clausola compromissoria arbitrale. L’art. 30 nel sostituirlo ha fatto di più. Ha aggiunto la clausola per l’arbitrato rituale. Non vi è alcuna possibilità per le società di riproporre la controversia davanti alla giustizia ordinaria. Né vale il passaggio alla circostanza che siamo in sede penale. In questo processo siamo a discutere di una controversia civile che sfocia nel penale. Il problema è l'inammissibilità e infondatezza delle domande proposte dalle parti per carenza di legittimazione passiva.
Inammissibili Bologna e Salernitana. Manca la legittimazione a proporre l'istanza da parte della Vittoria perché il curatore fallimentare non è legittimato a proporre in alcun modo domande di azione risarcitoria. La pretesa della Vittoria 2000 è inammissibile in quanto l’unico legittimato sarebbe il Bologna, che non ha presentato conclusioni nei nostri confronti. Si sostiene dalla Vittoria 2000 che l’illecito del terzo in danno della controllata Bologna avrebbe svalutato le quote della stessa. Ma nelle società di capitali il singolo socio non può agire nei confronti di un terzo che abbia provocato un danno con il suo comportamento. Su questo punto è chiaro che il pregiudizio della Vittoria 2000 è di mero fatto ed è risarcibile ex art. 1233, cioè un fattore di rischio della partecipazione societaria. Anche nel caso della Salernitana vi è una inammissibilità in quanto agisce un liquidatore, il quale può compiere gli atti diretti alla liquidazione, ma essi possono essere solo di conservazione del bene e la divisione di eventuale utile tra i soci ma non può attivarsi per accrescere l’attivo patrimoniale. Anche perché, ciò compiendo, egli compirebbe un atto di straordinaria amministrazione, in quanto implicherebbe la proposizione di nuovi e complessi giudizi che potrebbero esporre la liquidazione e portare cambiamenti a quella che è la conservazione dell’attivo.
Moggi non aveva rappresentanza. Tutto questo non deve farci dimenticare un aspetto fondamentale. Come e perché la Juventus non risponde di qualsivoglia azione illecita in questo processo. Vede, Presidente, la società non può rispondere per un eventuale fatto di un suo collaboratore o dipendente, in questo caso Moggi, né per responsabilità diretta né indiretta. Moggi non aveva poteri di rappresentanza della società pur essendo direttore generale e quindi non poteva agire quale rappresentate; quindi eventuali danni eventuali non possono essere imputati alla Juventus proprio per la carenza del rapporto organico. In alcun modo questi fatti che si assumono illeciti sono stati commessi nell’esercizio delle funzioni del DG della Juventus, che erano di coordinare i dipendenti, trasmettere direttive e curare che l’esecuzione delle stesse venisse effettuata nell’interesse della società. Ne deriva la stretta interpretazione della norma che non permette alcuna estensione. E allora, se questa è la situazione, se non è possibile ritenere che possa sussistere responsabilità della Juventus per fatto di un proprio dirigente, nessun fatto può essere addebitato alla società che ha sempre vinto sul campo per propria forza e nessun bisogno aveva di commettere fatti che portassero utili, al punto che la squadra aveva dato alle Nazionali che si contesero in finale il Mondiale del 2006 l’ossatura di entrambe le Nazionali.
Cosa addebitano alla Juve? Altro aspetto: la Salernitana non ha partecipato ai processi sportivi. Nel 2004-2005 la Salernitana ha concluso il suo campionato di Serie B in una posizione mediana. Se poi Ella è stata esclusa dal campionato per la propria situaizone finanziaria, come è possibile addebitare ciò alla Juventus? Tutte le società che hanno chiamato in causa la Juve sono società che si trovano in condizioni economiche disastrate che trovano origine in atteggiamenti precedenti ai fatti di questo processo. Il Brescia con l’Udinese vince in maniera incredibile, grazie a un gol di Mannini con il portiere a terra. E poi in Reggina-Brescia, che è nel capo di imputazione, vi è una nuova vittoria della squadra lombarda. Vi è quindi inesistenza di prova del fatto illecito. E la stessa cosa si pone per Vittoria 2000. Qualunque danno patrimoniale o non patrimoniale deve derivare da un danno del Bologna FC che è irrisarcibile, né si può sostenere che l’eventuale alterazione del sorteggio di Fiorentina-Bologna possa aver causato l’intero stato passivo con danno derivato dall’illecito di Moggi. L’accusa pur nella sua genericità è specifica sul punto: l’alterazione della regolarità e dell’andamento e non dei risultati, l’unico che può incidere sulle classifiche. Anche una eventuale alterazione delle griglie e dei sorteggi non avrebbe mai potuto alterare i risultati. E lo stesso discorso può farsi per Bologna-Juventus. Questa difesa vi ha dato non solo delle sentenze a sostegno ma ha richiamato un esempio classico di scuola: la persona che acquista un animale malato e lo porta nel proprio campo non può portare come prova della mancata raccolta del campo il fatto che l’animale malato ha infettato gli animali che servivano per arare il campo!
Qualcuno in Procura ha simpatia per il Bologna? Il Brescia non si costituisce come parte offesa ma come parte danneggiata e ciò è inammissibile. Nella procura speciale, fonte per l’avv. Catalanotti, non sono indicate né le generalità né il titolo né la qualità di colui che conferisce la procura speciale. Ciò non permette di ritenere valido l’atto di costituzione. Ma vi è di più: verificherete, sia nella procura sia nell’atto, che Corioni non viene indicato con riferimento alla qualifica societaria né con il necessario richiamo all’atto da cui deriverebbero i suoi poteri. Per quanto riguarda il Bologna è chiaro che Gazzoni Frascara ha commesso una serie di illeciti finanziari e tributari che lo portano sotto processo, ma Vittoria 2000 non si è costituito parte civile; ma lo fa in questo processo: sarà forse perché qualcuno nelle alte sfere della Procura di Napoli ha qualche simpatia per il Bologna? Addirittura la Salernitana si è costituita con il suo procuratore speciale e anche in questo caso vi è illegittimità della costituzione. Per la Juventus questo processo, e la posizione che ha dovuto assumere, contraria alle sue idee di sportività e correttezza è stata una Via Crucis. La violazione del diritto di difesa della Juventus si è riproposta quando il tribunale aveva escluso la parte civil, avendo dichiarato assorbito le questioni che riguardavano le parti civili e i responsabili civili. Vi è stata poi l’impugnazione di queste cosiddette parti civili, ma la loro riammissione non poteva riguardare anche i responsabili civili, come detto anche dalla Cassazione. Quindi noi non dovevamo essere qui. La Cassazione non si è pronunciata sui responsabili civili, ma solo sulle parti civili. È evidente che non si può ritenere riammesso in gioco implicitamente il responsabile civile. La sua chiamata deve avere i crismi e le regolarità di legge. I responsabili civili non hanno avuto avviso dei ricorsi delle parti civili, né hanno avuto notizia della fissazione dell'udienza in Cassazione, quindi non siamo stati posti in condizione di difenderci, non abbiamo potuto svolgere le nostre difese.
Il codice di procedura inoltre prevede che l’atto di chiamata in causa del responsabile civile debba essere quanto meno notificato alla parte, ma qui c’è stato solo un invito a comparire da parte del Brescia e della Salernitana.
Dove sono le prove? Ma passiamo al merito: Voi stessi avete sentito il tenente colonnello Auricchio dire di aver formato la prova sul fatto attraverso la lettura di giornali e Voi stessi non avete ammesso come mezzo di prova tali articoli; e non sono utilizzabili le prove ottenute senza le necessarie rogatorie internazionali. Dov'è la prova dell’interesse della più antica e più forte società sportiva d’Italia, per la qualità del materiale calcistico o la sua solidità economica, in fatti che riguardano le carriere degli arbitri, in soggetti che comprano e vendono giocatori? Anzi, ci sono prove di fatti a danno della Juve che, se fossimo stati la Pubblica Accusa, avremmo utilizzato. E anche nel caso che Moggi avesse commesso fatti illeciti, dove sono le prove che ciò avvenisse in favore della Juventus? La prova è fornita dalla dottoressa Beccacece, che vi ha chiarito come per alterare il campionato (e ricordo che ciò non è stato mai messo in discussione, ma solo delle singole partite) fosse praticamennte impossibile in quanto vi erano tredici squadre coinvolte. Una chicca: Brescia-Fiorentina, quella che finisce 3 a 0 con tre reti nel primo tempo della Fiorentina, se fosse stata, non dico vinta, ma pareggiata dal Brescia avrebbe permesso al Brescia di salvarsi al di là di qualsiasi altro risultato; se quella gara fosse stata realmente importante, ci sarebbe stato qualche episodio rilevato da Cornieti? Niente. Il Brescia non ha saputo giocare e ha meritato la retrocessione, non può adesso dirci che c’è stato un complotto ai loro danni! Vi pare una prova tecnica l’osservazione di tal Cornieti, le cui capacità tecniche devono essere pari alle mie che sono un ignorante. Vi pare che egli valuti attraverso un videotape nei quali egli ignora rigori netti negati a giocatori della Juventus come un tale Ibrahimovic...
E veniamo a Ragazzoni. È un consulente molto particolare, perché dimentica la mancanza di investimenti del Brescia. Ogni sua singola dichiarazione solo asserita e non dimostrata non ha alcun pregio. Il consulente Cerverizzo ammette che la lotta per la retrocessione in B coinvolse lo stesso numero di squadre di cui parla la Beccacece.
Il reato associativo. Per quello che riguarda il reato associativo, non può non parlarsi di genericità. Se in queste vicende l’associazione è un delitto contro l’ordine pubblico, nella quale organizzazione i compiti devono essere ripartiti per la commissione di singoli reati, ci chiediamo dove esistono questi fatti nelle contestazioni di questo processo. L’ordine pubblico sono le partite? Non bisogna confondere quello che è il concetto di stadio e quello che in esso accade con l’oggetto della tutela prevista dal 416. Io avrei dovuto vedere non solo l’alterazione del campionato ma, attraverso l’alterazione del risultato, avrei dovuto avere scopo dell’associazione, l’alterazione della sicurezza e dell’ordine pubblico sociale? Dove sono queste cose? Non possiamo commettere l’errore di confondere l’associazione a delinquere con il concorso di singole persone in singoli reati, quando non vi è il turbamento dell’ordine pubblico. E se l’ordine pubblico deve essere turbato è necessario che siano messi in essere dei fatti tesi a turbarlo. E dove sono questi fatti? L’ordine pubblico generale è cosa ben diversa dall’ordine pubblico negli stadi. Se fosse stato constatato che quegli atteggiamenti avevano provocato risse negli stadi sarebbe stato diverso, ma non vi è nessuna indicazione in questo senso. Quindi, se nessuna intercettazione è riferibile a persone che facessero parte organicamente della Juventus, e se qui non sono presenti telefonate di persone appartenenti ad altre squadre, non possiamo pensare che vi sia stato un vizio nella costruzione dell’impianto accusatorio?
Lo dice De Gregorio. Si dice che l’associazione dove condizionare giudici e arbitri. Carraro e Ghirelli, che avrebbero dovuto condizionare, sono stati assolti. È mai stato sentito qualcuno di questi giudici sportivi? Nessuno. Nemmeno uno delle Commissioni della corte federale, nessuna prova di assoggettamento e intimidazioni ai loro danni. E attenzione, non lo diciamo noi, ma De Gregorio nella sua sentenza, in cui dice che non esistono i moventi, che appaioni privi di supporto probatorio. C’è una brutta intercettazione tra Carraro e Bergamo. Sapete qual è la preoccupazione di Carraro? Loro fanno interventi affinché gli arbitri non facciano errori a favore della Juventus, altimenti sarebbe un disastro! Quando viene sorteggiato Rodomonti per Inter-Juve si lamenta dicendo che, se c’era Collina, anche se avesse sbagliato, non sarebbe successo niente, mentre con Rodomonti poteva succedere un casino. Si dice che ci fosse un controllo sugli arbitri, bene sono stati sentiti tutti quelli non indagati e nessuno di questi riferisce di avere avuto pressioni.
I lamenti di Nucini e Pirrone. Gli unici due che avanzano lamentele di tipo professionale sono Nucini e Pirrone. Vedete quante gare hanno arbitato e quali sono i risultati. Ma se voi verificate quello che dice Mazzoleni, vi parla di un suo scontro con Mattei, quello che è succeduto a Bergamo e Pairetto; quindi i problemi ci sono sempre stati tra arbitri e designatori. Lo stadio è una bolgia, è una presenza, si parla di tredicesimo uomo in campo, nemmeno il dodicesimo. Quando un arbitro entra in quella arena, pensate che debba essere immune da pressioni e condizionamenti? Anche loro sono soggetti a condizionamento e alle pressioni e possono sbagliare. Intercettazione tra Bergamo e Pairetto che parlano dell’errore di Pisacreta: in quella telefonata parlano di stress arbitrale e si pongono un interrogativo che, se fossero sodali di un'associazione, nemmeno per scherzo potrebbero pensare: mandiamo gli arbitri internazionali che non sentirebbero la tensione e la pressione creata anche dai mass media!
Designatori giusti. I designatori si pongono il problema del rischio della valutazione. Essi sanzionano sia quelli a favore sia quelli contro. Racalbuto ha subito la più lunga squalifica che sia toccata ad un arbitro. E allora fino a quando si vorrà colpire la Juventus? Fino a quando si vorrà maltrattare questa società che ha pagato con dignità una pena che non era la sua e che forse apparteneva anche ad altre società? Auricchio ci ha detto che la Juve ha fatto più punti con gli arbitri che non erano amici piuttosto che con quelli amici! Ma quale interesse della Juve all’illecito e alla frode? Dovete trovare un nuovo elemento, questo non conta più! Paparesta ammette di aver sbagliato e non trova da obiettare sulla sua sospensione che non può essere definita esemplare in quanto nello stesso periodo arbitra 40 partite. Egli risponde di non aver favorito nessuno e quando viene sentito egli non è più arbitro.
Sorteggi truccati? Testimonianze lo escludono. Vediamo se si poteva, attraverso la manipolazione della griglie e dei sorteggi, manipolare qualcosa. Manfredi Martino ha dovuto ammettere che per truccare era necessaria la consapevolezza da parte di arbitri e giornalisti. Nessun verbale dei notai è stato impugnato nessuna accusa di falso ai notai è stata fatta, e i notai qui in aula hanno chiarito tutte le modalità del sorteggio. Nessuna decisiva irregolarità, nessuno avanza sospetti. Il notaio evidenzia che il giornalista viene cambiato ogni estrazione, e che viene chiamato all’ultimo minuto.
Guardate gli orari. I verbali sono interessanti perché da una loro lettura emerge una circostanza. Gli orari. Dall’esame delle telefonate intercettate si vede che si parla degli abbinamenti non prima, ma dopo che sono avvenuti. È sufficiente l’udienza del 13.11.2009, anche i lanci dell’Ansa vengono presentati come orario precedente la telefonata in cui Moggi parla di quel sorteggio. Anche il presidente di una società che è stato ascoltato non sa dire se quel colloquio con Moggi sia avvenuto prima o dopo il sorteggio, stiamo parlando di Zamparini. Egli dice: 'Io non ricordo quando questo viene detto'; ma c’è un motivo per cui Moggi lasciava intendere di sapere i nomi, perché egli stava trattando due giocatori con il Palermo e aveva interesse ad una captatio benevolentiae.
Le Fantagriglie. Passiamo alle griglie. Esiste un gioco che si chiama Fantacalcio. Io ignoravo che esistesse il Fantagriglia. Si è a lungo favoleggiato dell'alterazione delle griglie. In realtà esse avvengono secondo criteri rigidi e precisi: non più di 6 volte, mai 2 consecutive, mai della stessa città di provenienza. C’era una gara tra gli operatori sportivi ad indovinare quali erano le designazioni. Queste circostanze vengono provate anche da molte intercettazioni. Ce n’è una di Governato con Pairetto in cui questi anticipa a Governato la griglia che sarà nota solo un’ora dopo, e il Brescia sarà in prima fascia dove ci sono Collina, Bertini, Paparesta e Rosetti. Perché ho richiamato proprio questa? Questo dimostra che non esisteva una categoria di privilegiati per questi fatti: tutti potevano, volendo, attivarsi per accedervi.
Io cito le parole del pm di Torino, Maddalena, che chiedeva l’archiviazione per i fatti che qui a Napoli sono andati a processo. Egli diceva che non vi era alcuna irregolarità nei sorteggi e nelle griglie. E se la Procura di Torino dice questo, come fa la Procura di Napoli a sostenere il contrario?
Quale potere mediatico? Condizionamento degli organi di informazione: si parla di condizionamento non di sopraffazione, nessuno è mai stato minacciato. Tutti i giornalisti ascoltati hanno escluso che Scardina possa mai aver fatto pressioni per parlare bene di questa o quella squadra. Di più: il Tribunale di Roma ha stabilito che la Sanipoli non ha mai subito mobbing, non è mai stata demansionata, solo per motivi di salute ha avuto meno incarichi. Si è sostenuta un'incidenza sugli spettacoli televisivi e l’elemento forte era il processo di Biscardi, in grande decadimento all’epoca dei fatti, in quanto da programma sportivo era diventato di intrattenimento e perché retrocesso da televisioni a carattere nazionale ad altre a carattere quasi regionale. E Moggi lì difendeva la Juve non gli arbitri!
Le frodi sportive ed Auricchio. Sulle frodi sportive: per ogni singola partita vi abbiamo richiamato e prodotto il referto del quarto uomo, di tutte le attività svolte dall’arbitro partita per partita, con tutta la valutazione delle condotte e degli atteggiamenti. Se per la frode sportiva è necessario compiere atti fraudolenti che comportino il non regolare esito della competizione, ciò qui non è contestato! Ma se è vero che questo è un reato a consumazione anticipata è sempre necessaria la dimostrazione di una corruzione. La designazione dell’arbitro non può integrare gli elementi della frode sportiva, e questo lo dice la Procura di Torino, che esclude la sussistenza dell’illecito sportivo. Dovrei adesso iniziare, capo per capo, per ogni singola partita, a ripercorrere i passi di Auricchio, ma ve ne faccio grazia. Parlo però del metodo. Auricchio dice di non aver riscontrato niente. Vi dovrei citare Lecce-Juventus 0-1, in quanto ancora una volta i testi dell’accusa smentiscono l’accusa stessa. Lo stesso Zeman dice che era normale quello che è successo, si è giocato anche su campi peggiori, ma anche Ledesma dice che vi era stato l’accesso di De Santis sul campo prima della partita, il quale De Santis disse che nel corso della gara si sarebbe verificato se si poteva proseguire. Dice di non ricordare nessuna frase particolare e lo stesso Del Piero dice che l’arbitro parlò con i capitani e che le condizioni del campo erano contrarie a quelle che erano le condizioni migliori per la squadra della Juventus.
Ancora due cose: come può il Brescia ritenere che la sua permanenza per 5 anni in B possa farsi risalire ai comportamenti della Juventus, dimenticando che la B è stata una costante per le rondinelle? Come si fa a parlare di una perdita di chance, come possono i consulenti dire che il Brescia è stato 5 anni in B con i suoi giocatori, dimentica che Hamsik, Mannini e Santacroce furono venduti pochi anni dopo, che Baggio in quell’anno finì con il calcio. I toni usati dal Brescia sono solo impressionistici. Per permanere ai massimi livelli occorre investire; guardate i bilanci del Brescia e vedete se hanno investito qualcosa, tranne la speranza di ottenere un risarcimento milionario. Anche per la Vittoria 2000 la sua consulenza sostiene che per valutare il danno nel 2001 vi fu un acquisto del 10% del suo valore da parte di altro socio e che nel 2005 fu valutato 924.000 € e non i 5 milioni dell’anno prima. Ma quella somma è una valutazione dell’utile dell'anno prima. Ma di più, le partite di cui si parla sono partite non della fine del campionato, ma dell’inizio.
Cupola poco avveduta? Ma voi avete veramente la prova che all’inizio del campionato l’associazione aveva già deciso chi doveva retrocedere e chi no? E se anche lo avessero deciso, erano tanto cretini da giocarsi la salvezza della Fiorentina all’ultima giornata? La Cassazione. E chiudo con parole della Cassazione civile: ai fini della condanna generica al risarcimento dei danni non è sufficiente accertare l'illegittimità del comportamento, ma anche la portata dannosa di questo comportamento. Le parti civili avrebbero dovuto provare che sussiste un nesso di causalità tra il comportamento degli imputati e la realizzazione del danno richiesto. Ciò non è avvenuto. Vi chiedo di tenere conto di tutti i criteri di diritto che hanno infirmato la giustizia in questo tribunale. Vi chiedo di valutare con attenzione che non si trasformi in speculazione un'azione civile nel processo penale. Grazie!
Terminata l'arringa dell'avvocato Vitiello si registra una breve pausa tecnica di 5 minuti. La parola passa ora alla difesa di Lillo Foti, presidente della Reggina.
Avv. Krogh (difesa Foti): I colloqui sono così generici ed indicativi di un rapporto di amicizia che non possono integrare alcun reato, ma sono solo censurabili sotto il profilo deontologico. Voglio anche collegarmi a quello che diceva l'avv. Vitiello sul Pm di Torino, sottolineando che Torino è il tribunale che ha meno arretrati, evidentemente perché non fa i processi inutili. Bigon, ds della Reggina, ha escluso qualsasi rapporto tra Foti e Bergamo; e Cellino ha detto che un certo atteggiamento che poteva intravedersi con De Santis non era un condizionamento per la Reggina ma un astio tra lui e De Santis. Vorrei ricordare che "atti fraudolenti" è un'espressione di tipo reddituale e la Cassazione più volte si è occupata della costituzionalità o meno di tale generica espressione. Nel nostro caso da che cosa è data la determinatezza che esclude che l’espressione possa essere incostituzionale? Da un quadro che rileva da una sentenza della Cassazione. Il criterio della idoneità è stato escluso dalla discussione. Devo riguardare qualche passaggio della detta sentenza. Se ne occupava per il doping, ma il problema è lo stesso. La corruzione è un reato plurisoggettivo che comporta la presenza di più soggetti. Occorre che i soggetti rientrino in quadro prefigurato. Dice la Cassazione che deve trattarsi di attività proiettate all’esterno delle persone che le hanno pensate e che coinvolgano altre persone. Quindi ci vogliono almeno due persone di cui almeno uno interno e uno esterno. Ebbene, delle partite di cui parliamo la Reggina due le ha perse e una l’ha pareggiata all’ultimo minuto. Quindi qual è la frode? Quando Foti parla con Bergamo e questi gli dice 'Stai tranquillo', che ne sappiamo che vuol dire quello 'Stai tranquillo'?? Come se io andassi dal Procuratore della Repubblica, gli dicessi di essere preoccupato per il processo Calciopoli e gli dicessi: 'Mettete un pm attento', e lui mi dicesse 'Stia tranquillo'. Avremmo commesso un reato? No, solo un atteggiamento deontologicamente scorretto! Questo processo è stato costruito sul niente e l’associazione per delinquere sarebbe basata su associazioni che non possono commettere reati? Concludo per il proscioglimento del Foti dalle accuse rivoltegli!
Avv. De Falco (difesa Gemignani): L’avv. Vitiello ha affrontato la vicenda processuale, ma andiamo ad osservare due fatti. Qual è stata la proprietà della Juve e quale la squadra vincitrice del campionato Mondiale 2006? La Juventus era la squadra più forte, alle spalle ha la famiglia Agnelli, vi sembra mai che questa società ricorreva ai mezzucci di cui si parla per vincere un campionato? In questo si innesta il degrado della nostra giustizia. Voi avete fatto bene ad escludere le parti civili. L’avv. Vitiello ha affrontato bene queste vicende. Ma vi dico di più. I Monopoli di Stato: quale danno hanno potuto patire da questa vicenda? Non sono riuscito a comprenderlo, così come la Federconsumatori. Vittoria 2000 è fallita per colpa della Juventus? O per sue irregolarità e incapacità? I sorteggi erano pubblici, come era possibile la loro falsificazione? Le schede: in questo paese l’intercettazione è la regola. Quanti sono i casi in cui intercettazioni legali o illegali hanno determinato fatti? Lo stesso Tavaroli ne è un esempio. Vi è poi un altro problema: la tutela della riservatezza di una comunicazione, così come l'interpretazione della telefonata può variare.
Per quanto riguarda la posizione di Gemignani si chiede la sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste o per non aver commesso il fatto, come chiesto dalla Procura. Devo rilevare, in questo secondo caso, che vi è un filo logico: il Gip ha emesso sentenza assolutoria per il coimputato Foschetti, dicendo che era simpatico a Moggi. La stessa cosa è successa per la giustizia sportiva che ha immediatamente archiviato la posizione. Grazie!
Avv. Cirillo (difesa Ambrosino): La difficoltà che abbiamo trovato è stato capire che cosa c’entrasse Ambrosino in questo processo. Già nel 2006, in sede di processo sportivo, ho dovuto valutare dei comportamenti che non integravano reati. Gli viene contestata Reggina-Messina, partita che, secondo l’accusa, si svolge tra due squadre che appartenevano allo stesso sodalizio. Qui viene imputato un assistente e non l’arbitro e l’altro assistente. Queste due squadre non potevano mettersi d’accordo senza coinvolgere qualche altra persona?? La scelta della Procura di chiedere l’assoluzione per Ambrosino è stata una scelta giusta. È stato sentito l’osservatore, e l’altro assistente, oltre che il consulente di parte Russo. Ha parlato di una gara impeccabile, senza alcuna sbavatura, e allora penso che compito di questa difesa era fornire uno strumento. È stato chiesto ad Auricchio se avesse visto la partita. Io penso che, alla luce della risultanze, nonché del voto tecnico di 8,60 che è il voto massimo, in quell’anno Ambrosino è passato internazionale come primo in italia. Ambrosino non ha dato alcun apporto a nessuno, e dopo le nuove intercettazioni ci sono degli interessamenti di altre società di calcio, tipo il Milan, che si interessava di avere un assistente preparato; quindi Ambrosino non era oggetto di attenzione solo della Juventus, ma di tutte le squadre che avevano interesse ad avere uno bravo in campo. Le telefonate tra Meani e Manfredi Martino parlano di un assistente che poteva dare il suo apporto a questo tipo di gara. Alla luce di queste considerazioni valutare una semplice informativa iniziale, come aveva fatto la giustizia sportiva, questo tribunale non lo può fare. Gli venivano contestate le schede svizzere, ma nessuna prova è stata fornita, anzi Ambrosino ha sempre smentito. Ambrosino è un avvocato e sa benissimo che all’interno del mondo del calcio c’erano indagini in corso; e avrebbe mantenuto una scheda riservata sapendo quali rischi correva? (come avevamo già sostenuto in un nostro articolo sulla telefonata, ndr). Alla luce di tutto ciò si deve ridare dignità a questa persona che ha avuto un danno economico e morale, gli è stata negata la possibilità di continuare una carriera splendida e qualunque sentenza potrà solo ridare un sorriso a questa persona, ma mai ridargli quello che gli è stato tolto. Chiedo l’assoluzione per non aver commesso il fatto o in alternativa perché il fatto non costituisce reato. Grazie!
Sospensione fino alle 14.30 poi parola a Gentile (difesa Lotito) e Acronzio (difesa Rodomonti).
Avv. Acronzio (difesa Rodomonti): Svolgerò solo un esame fattuale. E proprio questo esame smentisce le conclusioni del pm con la richiesta di condanna ad un anno. Partirei dal capo di imputazione. La procura ha chiesto al rinvio a giudizio per Juventus-Udinese, capo Q per Rodomani, arbitro, e Foschetti e Gemignani assistenti. Vi erano i medesimi elementi di prova: l'indicazione di Moggi al telefono di su Rodomonti e Foschetti. In realtà la trascrizione della registrazione dice cose diverse. Nell'istruttoria dibattimentale non sono emerse prove, tanto che Capuano si è limitato a trattare le telefonate tra Moggi e Bergamo e tra Bergamo e la Fazi. Ebbene, Foschetti è stato assolto nel giudizio abbreviato per mancanza di ulteriori prove. Per Rodomonti non esiste alcuna indicazione nominativa. Altrettanto correttamente il pm, con riguardo a Gemignani, ha concluso per una sentenza assolutoria. Quindi, di fronte ad identiche emergenze di prova, ci sono: l’assoluzione di Foschetti, la richietaa di assoluzione per Gemignani e la richiesta di pena per Rodomonti. Gli unici due episodi discussi in quella gara furono due segnalazioni di Gemignani, entrambe per fuorigioco, quindi l’arbitro prende queste decisioni su segnalazioni del guardalinee. Dico questo non per valutare il significato di questa condotta dal punto di vista giuridico. È un elemento che deve indurre a ragionamento ed evitare di concludere per l’assoluzione per Gemignani e la condanna per Rodomonti. Non ci fu in quella gara alcuna condotta di Rodomonti che potesse far trasparire il senso di parzialità dell’arbitro. La prova regina sarebbe la telefonata del 9.02.2205. andiamo a leggerla.
Si parla della scelta degli arbitri della prima fascia e Moggi dice: 'Bertini, Paparesta, Trefoloni e Racalbuto. Ci avevo messo Tombolini però ha fatto casini con la lazio…'. Quindi Moggi non parla di Rodomonti, lo fa Bergamo proponendolo in sostituzione di Tombolini. E Moggi: 'Rodomonti va bene pure". Quindi, Moggi non indica Rodomonti ma Tombolini. Questa telefonata non ha bisogno di alcuna interpretazione. Del resto anche ai designatori Rodomonti appare un uomo che non potesse dare una mano alla Juventus. È l’arbitro internazionale che nei suoi nove anni ha diretto meno gare della Juventus. La lontananza di Rodomonti dalla Juve ce la offre lo stesso Narducci, il quale dice che ci sono arbitri 'amici, indifferenti e nemici'. Tra gli amici non c’è Rodomonti. C’è tra gli indifferenti Tombolini, che Moggi propone in quella griglia. E il paradosso è che in quella griglia Tombolini viene sostituito proprio Rodomonti. Altro argomento si trae dal contenuto di una telefonata tra Bergamo e la Fazi dell’8.2.2005. Ne ha parlato anche Capuano, che si sofferma sul fatto che i due commentano la precedente telefonata tra Bergamo e Moggi, e Bergamo riferisce alla Fazi che, parlando con Moggi di Rodomonti, Moggi avrebbe detto: 'E' il più stronzo dei 40!'. Altre due circostanze: telefonata tra Bergamno e Carraro il 26.11.2004, in cui alla richiesta di Carraro di chi fosse l’arbitro di Inter-Juventus, Bergamo dice che è tanto che Rodomonti non arbitrava la Juve, circa 3 anni.
Nel volgere di pochi giorni tra novembre e febbraio, Rodomonti diventa un arbitro amico della Juventus! L'altra circostanza è la telefonata tra Moggi e Baldas. Nella parte introduttiva Baldas dice a Moggi che ci sono pochi episodi, tranne uno che riguardava Costacurta e Rodomonti. E Baldas dice: 'Gli diamo un po’ addosso'; Moggi risponde: 'E' naturale'. Del resto non saranno sfuggite le dichiarazioni spontanee di Moggi quando nel censurare la direzione di gara di Rodomonti in una gara del Milan, dice che egli è arbitro amico del Milan. A prescindere dalla non veridicità di quanto dice Moggi, la gara finì 0 a 0 e non 1 a 0 per il Milan, ciò testimonia il fatto che Moggi ritiene Rodomonti una persona lontana.
Concludo per una sentenza di assoluzione per Rodomonti.
Dichiarazione spontanea di Moggi: La gara non è finita 0 a 0, ma 1 a 1, e non viene dato un rigore al Brescia, e quella è anche la partita famosa della telefonata di Cecere (è Meani che riferisce a Rodomonti di aver parlato con il giornalista Cecere della Gazzetta, come riportato nella nostra analisi della telefonata, ndr), telefonata in cui si parla di un "trapiantino" per l’arbitro. Grazie!
Avv. De Nigris (difesa Lotito): Io chiederò l’assoluzione per non aver commesso il fatto o perché il fatto non sussiste, in quanto mancano gli elementi della frode sportiva in relazione ai capi di imputazione che riguardano Chievo-Lazio e Lazio-Parma. La mia difesa sarà completata dall’avv. Gentile. I nostri coimputati, Franco Carraro e Rocchi per il capo U e Messina per il capo B di imputazione, questi tre sono stati assolti tutti e tre. Rocchi e Messina assolti in abbreviato e Carraro prosciolto con sentenza del Gup del 3.10.2008. Gli arbitri e il presidente nella struttura del reato sono fondamentali, perché sono concorrenti fondamentali nella vicenda. È lo stesso pm, che ha chiesto per Lotito una condanna grave senza prove, ritiene fondamentale il ruolo di Carraro. La persona che più si sarebbe attivata per la Lazio sarebbe Carraro. Lotito si sarebbe rivolto a lui per chiedere attenzione. Ora, considerato che Carraro è stato assolto, viene da chiedersi chi potrebbe aver commesso la frode contestata, che è un reato tipico che richiede determinate attivita e soggetti. Carraro è stato assolto da De Gregorio. Gli era stato contestato il concorso nella frode in relazione a Chievo-Lazio e Lazio-Parma. Viene considerata come una conseguenza dell’attività di Carraro rispetto alla Lazio. La sentenza evidenzia il punto fondamentale, che è la frase di Carraro che, parlando con Bergamo, diceva che bisognava dare una mano a Lotito. Secondo l’accusa l’interesse di Carraro sarebbe stato quello di avere l’appoggio di Lotito all'elezione alla presidenza della Figc. Questo sostegno però era stato già superato con l’accordo tra Carraro ed Abete, quindi a gennaio l’elezione di Carraro è pressoché ottenuta. Questo dato viene ripetuto da Carraro davanti al tribunale. Quello che era considerato il movente viene a cadere. La sentenza dice che non vi sono prove che Carraro avrebbe fatto interventi in favore della Lazio, ma solo le sue funzioni di garanzia. Carraro nella sua testimonianza già da dicembre 2004 aveva denunciato a grandi titoli che la Lazio aveva subito errori arbitrali e ciò aveva creato una grave tensione nell’ambito della tifoseria. Carraro dice che Lotito era nervoso e che voleva cambiare tutto. Aveva già problemi economici gravi. Lotito si sentiva, ed era, debole.
Il giudice Ferri in aula ci delinea i personaggi. Egli parla di una telefonata dopo Lazio-Parma, e Lotito era soddisfatto per aver consluso una gara senza subire errori arbitrali. Anche Baraldi e Carmignani, rispetto alla partita contestata, ammettono la supremazia della Lazio ed il risultato è conseguenza di tale supremazia. Trentalange assegnò a Rocchi 8,50, e conferma il rapporto qui in aula dicendo che il comportamento è stato quasi perfetto. Lotito non ha mai commesso nulla di illecito, non ha mai contattato i designatori, ha solo contattato Carraro per chiedere una sorta di attenzione, di protezione. Lotito nella telefonata fatta al Mazzini il 7.02.2005 chiede se Carraro fosse realmente intervenuto. E la telefonata tra Carraro e Bergamo deve essere letta nella giusta visione, perché è chiaro che Carraro parla con Bergamo affinché sia evitato che il risultato possa essere frutto di errori arbitrali che penalizzino la Lazio. La protesta di Lotito verso Cararro fu scritta ufficialmente in una lettera del 23 febbraio 2005. La telefonata che viene richiamata, del 18 febbraio, tra Lotito e Mmazzini, avvenne il pomeriggio, quando il sorteggio era avvenuto alla mattina. Lotito chiede a Mazzini quale fosse l’arbitro designato, ma Mazzini gli chiede dove giochi. È una telefonata surreale che avviene dopo il sorteggio, ma la cosa certa è che Lotito non ha mai avuto alcun rapporto con i designatori, che non ha mai avuto contatti con arbitri e che nessuno mai ha avviciato i due arbitri coinvolti in quelle gare che, ripeto, sono stati assolti nell’abreviato.
Avv. Gentile (difesa Lotito): Faccio una premessa che riguarda il discorso di Vitiello sui responsabili civili. La Lazio è chiamata come responsabile civile ma non si è costituita perché ha avuto il decreto di citazione il 5 gennaio 2009 per l’udienza del 20 gennaio 2009 e siccome ha ritenuto che non fossero stati rispettati i termini di comparizione ha preferito non costituirsi. Chi si è costituito può aver sanato l'irregolarità, ma noi non ci siamo proprio costituiti. Dopo questa tardiva comunicazione la Lazio non ha mai avuto più alcuna comunicazione. Si è parlato da parte del pm del reato di frode sportiva, dicendo che è reato di pericolo presunto. Può essere condivisibile, ma quello su cui non siamo d’accordo è stabilire che cosa è il reato di pericolo presunto. Esso non è una manifestazione di pensiero, non è un'opinione, non è un'idea, un programma, è un qualcosa di più, per passare dalla fase dell'ideazione alla condotta. Manca l’evento, ma la condotta ci deve essere, cioè atti idonei in modo non equivoco a determinare il fatto. Ad esempio nel reato di terrorismo occorre l'esistenza di struttura organizzata che deve avere una effettività tale da rendere possibile il progetto criminoso. Diversamente si arriverebbe reprimere idee e non fatti. Ma quando si realizza la condotta? Il pm ha preso un po’ le mosse dalla motivazione della sentenza del Gup, che ha adombrato un po’ la configurazione del reato fermandosi un attimo prima della soglia di punibilità. Sono d’accordo che non si debba andare a vedere cosa ha fatto l’arbitro nella partita, ma almeno verificare la disponibilità dello stesso ad essere a disposizione. E ciò ha portato alla assoluzione di Messina e Rocchi.
Non si deve provare solo che è stato scelto un arbitro in maniera pilotata ma anche la disponibilità di quell’arbitro a partecipare alla frode sportiva. Questo è il quadro giuridico nel quale ci dobbiamo muovere e il PM si è fermato un momento prima. Quali sono le posizioni che abbiamo. Vi è stato detto dalla collega che mi ha preceduto la posizione di Carraro. Manca la illiceità della condotta a monte, manca la illiceità della condotta a valle, non è illecito l’intervento di Carraro manca la disponibilità di Rocchi e Messina a mettersi d’accordo, come scritto nella loro sentenza di assoluzione.
I sorteggi non riguardano la Lazio. Il PM parla di alterazione del sorteggio: il PM porta come prova le dichiarazioni di Cellino senza alcuna prova, le dichiarazioni di Zamparini che però si riferiscono al 2003-2004, dichiarazioni di Manfredi Martino che dice che la situazione delle sfere che si aprivano è accaduta tre volte, una volta ad inizio del campionato, una volta a Roma per la B e una volta per Juventus-Milan, dichiarazioni di Galati che si riferisce al 2000, due annotazioni di polizia giudiziaria, del 31.1.2005 e 13.5.2005. Ricordatevi che Chievo-Lazio è del 20.2.2005 e Lazio-Parma è 27.2.2005, quindi le annotazioni di PG non le riguardano. E allora quali altri elementi: 22 aprile 2005 non riguarda la Lazio, 24.11.2004, 10.1.2005, 9.2.2005, 6.5.2005. Questi sono, secondo l’accusa, i sorteggi nei quali è stata raggiunta la prova dell’alterazione. Quindi non riguardano la Lazio. Come avvenivano i sorteggi lo abbiamo ripetuto più volte. Vi erano regole che venivano rispettate. Prima del 2004-2005 si faceva tutto con designazione diretta e così anche dopo quell’anno. Nel sorteggio di Chievo-Lazio erano stati inseriti, oltre a Rocchi, altri 7 arbitri di cui solo 2 preclusi. Manfredi Martino dice di avere avuto disposizioni di mettere un determinato biglietto in una determinata sfera, solo due o tre volte e ad inizio stagione.
Ci è stato detto in questa aula che il sorteggio lo faceva il giornalista, che non partecipava alla preparazione delle palline e che non poteva sapere che nome c’era in una determinata pallina, anche se questa era rotta o scrostata. Egli arrivava all’ultimo momento e poi arrivava Manfredi Martino con le buste. Ci è stato detto che, qualche volta, è capitato qualcosa di strano, tipo che si apriva una pallina, ma anche che, nonostante tutto, non era possibile leggere il nome. Si è detto 'Sì, ma il notaio non l’ha detto e, se non l’ha detto perchè era distratto, chissà quante altre cose non hanno verbalizzato'. Io non credo che, se mi cade un foglio e lo raccolgo, il cancelliere accanto a lei verbalizzerà questo mio gesto. Il notaio deve verbalizzare l’esito del sorteggio. Se tutto questo è vero, come è vero in quanto risulta dagli atti del processo, non sto a ripetere altro. L'assoluzione di Lotito deve venire fuori da questi fatti: un intervento lecito di Carraro, l'estraneità degli arbitri, sancita dalla sentenza del Gup, un sorteggio regolare.
Non aggiungo altro, vi ringrazio per l’attenzione e concludo per l’assoluzione perché il fatto non sussiste!
L’udienza si conclude qui e la prossima viene fissata per il 5 luglio, quando parleranno gli avvocati Misiani (Scardina), Pirolo (Dattilo), Gandossi (Meani), Di Valentino (Puglisi), Sena e Bonatti, (Pairetto), Morace (Foti), Mungiello (Racalbuto). Poi il 12 luglio parleranno Gallinelli (De Santis), Picca e Furgiuele (Della Valle), Messeri (Bertini) e Botti (Mazzini).
Il 19 luglio toccherà all'avvocato Trofino. Il 20 settembre riaprirà l'avvocato Prioreschi per Moggi, e anche per la Morescanti se non dovesse essere in condizioni di salute ottimali, per via della gravidanza.
Udienza del 14 giugno - La Juve slitta e si va oltre l'estate.
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Doveva essere la giornata della Juve, con l'intervento dell'avvocato Vitiello, che invece ha concordato con la Corte un rinvio alla prossima settimana, quando parlerà per primo, seguito dall'avvocato della Lazio. Poi la Presidente Casoria comunicherà il calendario successivo, che dovrà giocoforza saltare la data del 28 giugno, in cui è prevista l'udienza della Corte d'Appello per la ricusazione del Presidente Casoria chiesta dai pm Capuano e neo-assessore Narducci. Se supererà indenne questo scoglio, il processo riprenderà a luglio, con le arringhe dei difensori; ma non si dovrebbe andare oltre il 19 luglio, per riprendere a metà settembre, con le udienze delle difese principali (che vorrebbero tenere le loro arringhe il più a ridosso possibile della sentenza). Di questo passo di arriverebbe a sentenza in pieno autunno.
Questa la cronaca della giornata, caratterizzata dall'intervento dell'avv. Catalanotti del Brescia, cui ha risposto, con una dichiarazione spontanea, Massimo De Santis, e da quelli dell'avvocato del Lecce, dell'avv. Milella per la Figc e dell'avv. Picca, per la Fiorentina.
Al momento dell'appello l'avvocato Vitiello (difesa Juventus) non è in aula; il sostituto processuale è l'avv. Russo.
L’avvocato della Salernitana non discuterà, ma deposita solo le memorie nelle quali chiede una provvisionale di 450.000 euro lasciando al Tribunale la valutazione del danno.
L'avvocato Catalanotti (Brescia) non discuterà ma deposita. Le conclusioni sono la richiesta di condanna per una provvisionale di 35 milioni, anche qui lasciando al Tribunale la valutazione finale.Espone le motivazioni. Dopo un primo momento nel quale valuta la legittimità della costituzione delle parti civili, Catalanotti parla della posizione del Brescia. La sua costituzione non è contro tutti gli imputati, ma solo nei confronti di Moggi, della Juve, della Fiorentina. Non si spiega come mai dopo le sentenze del 2006 venne ripescato in A il Messina, terzultima in quel campionato, e non il Brescia, terzultimo nel campionato per il quale si era indagato. Si meraviglia ancora del ripescaggio che venne effettuato a favore della Fiorentina, direttamente dalla serie C2 alla serie B, saltando una categoria: "Chiesi nel 2006 un ridsarcimento sportivo per il Brescia: ripescate noi, non il Messina giunto terzultimo nel 2005-2006, visto che il danno era stato commesso nel 2004-2005. Se Guido Rossi avesse accettato il mio ricorso, non sarei qui a chiedere i danni: aveva i poteri per farlo, visto che in precedenza il consiglio federale fece fare il salto doppio di categoria alla Fiorentina appena presa dai Della Valle". Fa inoltre un accenno alla sentenza De Gregorio, che è stata già depositata e nella quale viene confermata la validità delle intercettazioni quali mezzi di prova, in quanto provenienti da soggetti che non sapevano di essere intercettati.
Avv. Catalanotti: Ci sono gli incontri, le date e le persone che sono sempre le stesse. Ci sono le dichiarazioni di Martino e di Zamparini, le ammissioni di Moggi sul possesso delle schede svizzere anche in sede extraprocessuale. Ieri sera mi sono letto i verbali e devo dire che Capuano mi ha sottratto il piacere di parlare del salvataggio della Fiorentina, operazione che ha visto in campo i Della Valle, ottimi personaggi, inseriti in vari consigli di amministrazioni, gente che ha un potere illimitato, al cui confronto quello di Moggi è niente; e i due, invece di ribellarsi, si rivolgono a Moggi, mettendosi sotto il suo giogo ("Della Valle è consigliere e azionista del Corsera, del Carlino è il numero uno del made in Italy, ma nel calcio deve piegare la testa davanti a Moggi e Giraudo, anzi a Giraudo e Moggi, perché il vero numero 1 - mi perdoni - Moggi era Giraudo non Luciano"). Per il salvataggio della Fiorentina scendono in campo personaggi importanti, tra cui il vicepresidente della Federazione, che la settimana scorsa è venuto qui a dirci che lo ha fatto solo per il suo carattere ridanciano. Ma Lei lo vede Carraro parlare con Mazzini di barzellette? In relazione all’arbitro, forse non c’è stato approfondimento. In diritto è stato detto tutto sulla frode sportiva. Sul ruolo dell’arbitro si è detto che è un ruolo di condotta, cioè in modo che dia garanzia agli altri associati di essere garanzia. Dondarini è stato condannato in abbreviato e vi sottolineo che De Gregorio è partito dal massimo della pena: ci vuole altro per valutare il suo comportamento? Non credo. In Chievo-Fiorentina ci sono due momenti verso la fine in cui tre giocatori del Chievo sono stati affondati dai difensori della Fiorentina, con Dondarini che era lì in posizione ideale per valutare. Abbiamo prodotto il dvd ma, se non volete farlo, vedete cosa dice il consulente Cornieti che dice che un gol della Fiorentina era in fuorigioco e che in recupero non è stato concessa una punizione alla Fiorentina da ottima posizione. Chi sia Dondarini per Moggi viene fuori dalle varie intercettazioni. Come quando dopo una Juve-Lazio, con un arbitraggio disastroso, Moggi interviene presso Biscardi e Baldas per salvarlo; o come un dialogo Pairetto-Dondarini prima di Juve-Sampdoria in cui si dice all’arbitro: 'Vedi anche quello che non c’è; e poi successivamente c’è una telefonata di Moggi a De Marco, assistente, per provare a cambiare il voto all’arbitro.
E poi c’è la Lazio con le partite Chievo-Lazio con arbitro Rocchi, fiorentino coma Mazzini. Rocchi è alle prime partite in serie A e quando la Lazio va in vantaggio espelle due giocatori del Chievo e ciò rende il tutto più difficile per i veneti. Per quanto riguarda la Lazio va sottolineata ancora la testimonianza di Ferri, che fa più dribbling di Zarate per smentire quello che ha detto nelle telefonate. Per quanto riguarda Messina, vicino all’ambiente, dopo quella partita arbitrata, Lazio-Parma, dopo due settimane arbitra di nuovo Lazio-Livorno. Messina in una telefonata tra Moggi e Pairetto è oggetto di un sarcastico appunto di Moggi che dice: 'Chi ci mandate per il torneo di Viareggio, per la finale con il Genoa?'; e quando Pairetto dice 'Messina', Moggi dice 'Ci volete far perdere anche questa?'. Io avevo chiesto di sentire Preziosi, ma non l’avete ammesso, ci avrebbe parlato di un arbitraggio scandaloso. Citiamo di passaggio le lamentele di Carmignani per l’arbitraggio scandaloso di quella partita e qui ancora Cornieti ci elenca le azioni scandalose.
Veniamo al nesso di causalità: il campionato di calcio italiano non è regolato dall'eliminazione diretta, ma è regolato dal sistema del girone all’italiana; quindi la classifica si forma con i risultati di tutto l’anno, per cui, se una squadra vince non dovendo, ha riflessi anche per altre squadre. Alla Juventus se il Brescia stia in A o in B, non interessa ma alla Lazio e alla Fiorentina sì. Io ho enunciato tutte le gare che a mio avviso hanno avuto incidenza immediata e diretta. È aritmeticamente dimostrato che la manipolazione delle partite ha provocato il danno al Brescia. La classifica è stata determinata dalle partite indicate e manipolate come credo che ormai possiamo dire con certezza. Ma anche Fiorentina-Bologna con le ammonizioni preventive e Siena-Milan, manipolate da Moggi e Giraudo, incidono; e anche quelle manipolate da Moggi e Fabiani e da Meani hanno provocato danni al Brescia.
C'è il danno per perdita di chance. Vi è una sentenza della Cassazione del 2010 che si occupa del tema. Nel Brescia di quell’anno giocavano Guardiola e Baggio, due fortissimi giocatori. Era o no prevedibile pensare che il Brescia sarebbe rimasto in A anche negli anni successivi? Ma poi c’è stato lo tsunami di calcipoli ed è saltato tutto.
Come ho quantificato? Mi sono mosso su un dato di partenza: 12 milioni per la differenza tra A e B; poi ho fatto una valutazione di equità per gli anni successivi, 6 anni per ogni anno di permanenza in B del brescia, cioè 6x4, e così si arriva a 36 milioni. Quell’anno ci si è iscritti alla A con la seria possibilità di rimanerci.
Qualche considerazione finale: questo processo ha una storia particolare. La cosa che considero quasi eversiva è che, nel maggio del 2006, sull’'Espresso' erano riportati per intero i rapporti dei carabinieri, che erano solo presso l’autorità giudiziaria. Non discuto con il giornale, ma mi chiedo: è stata svolta un'indagine seria per capire come questi rapporti siano usciti dalle casseforti delle autorità giudiziarie. Ho molti sospetti, ma non li dirò.
Presidente Casoria: Avvocato, ma a che proposito sta dicendo questo?
Avv. Catalanotti: Ci arrivo: mi chiedo 'A chi conviene questa fuga di notizie?' Certo agli imputati eccellenti del processo. È una stupidaggine dire che per gli imputati eccellenti sarebbe stato chiesto un provvedimento cautelare personale? E che con la fuga di notizie non era più facile richiederlo? Altre sarebbero state le sorti di questo processo, se non ci fosse stata l’omertà che c’è stata. Vi ricordate con Tangentopoli, quando i giiudici milanesi venivano additati come quelli che cercavano collaborazioni a tutti i costi? O quando i terroristi negli anni di piombo andavano in televisione e delle vittime non si parlava? Questo paese non ha il senso della legalità: voi dovete dare un segnale premiando chi ogni giorno si batte per la legalità e vive secondo le regole. Grazie!
Dichiarazioni spontanee di De Santis sulle dichiarazioni di Catalanotti.
De Santis: Una circostanza sportiva con riferimento al salvataggio della Fiorentina. La ritengo doverosa, perché il Brescia non si è costituito anche nei miei confronti: il Brescia avrebbe subito dei danni derivanti dal capo g, e cioè Fiorentina-Bologna perché in quella gara diretta da me sarebbero stati amoiniti due giocatori in diffida. La gara non riportò nessun episodio di carattere tecnico, ma era del dicembre 2004 quando non si parlava del salvataggio della Fiorentina. Nello specifico: 17 aprile 2005 Brescia-Atalanta, due delle tre squadre retrocesse; arbitro io e finisce 1 a 0 per il Brescia e al 94' concedo un rigore al Brescia che verrà ripetuto dopo l’errore di Di Biagio, perché erano entrati i giocatori dell’Atalanta in area. Poi Di Biagio realizza. Ed ha 2 punti in più. Il 1° maggio, Fiorentina-Milan: siamo in pieno salvataggio della Fiorentina, che arriva da 7 risultati utili consecutivi. E in una telefonata Mazzini dice a Mencucci che c’è il fischiettatore giusto. Il Milan la settimana dopo gioca con la Juve, quindi quale migliore occasione per far perdere il Milan e salvare la Fiorentina? Oltretutto con i diffidati in campo, ben tre (Nesta, Seedorf e Rui Costa). Il Milan vince 2 a 1 e nessun diffidato viene ammonito; dopo questa gara la Juve entra in silenzio stampa. Il 22 maggio, penultima, partita decisiva, Brescia-Messina, la settimana dopo c’è Fiorentina-Brescia; Brescia-Messina finisce 2 a 1 e c’è un solo diffidato, che è Domizzi, uno dei più bravi. Se avessi voluto fare quello per cui vengo accusato, non si sarebbe arrivati all’ultima di campionato! Grazie!
Avvocato del Lecce: Il rapporto tra Moggi e i designatori è stato provato nel corso del giudizio. È un rapporto che direi quasi patologico. Ma, se è vero che tutti parlano con i designatori, non è normale che si parli con gli arbitri utilizzando le schede riservate come fa Moggi, questo è patologico. E non minimizziamo sul rapporto con gli assistenti, che sono anche fondamentali nel gioco del calcio. Questi sono elementi che sono accertati. Non possiamo credere che le schede venissero utilizzate per difendersi dallo spionaggio dell’Inter. È una cosa che offende l'intelligenza. Se volete sapere l’argomento per le telefonate riservate, basta vedere l’unica che è stata intercettata per un errore di Bergamo che chiama da numero fisso: le griglie. Qui siamo di fronte ad un sistema di potere, dove gli arbitri dipendevano dai designatori per la loro carriera e i designatori dipendevano dalle squadre per la loro conferma. Quindi le griglie, ma non solo. Nel dibattimento c’è la prova che anche i sorteggi erano pilotati. Ci sono telefonate in cui Moggi dice alla segretaria che sa già chi è l’arbitro della gara della Juve e il tono della sua interlocutrice non è di sorpresa, ma sorride e fa capire perché Moggi già sa. E fino a pochi minuti prima c’erano contatti tra Moggi e i designatori. Manfredi Martino dobbiamo prenderlo per oro colato, perché in questo sistema omertoso egli è costretto a parlare per salvare se stesso in quello che doveva essere una sorta di accordo per rimanere dalla parte del teste e non passare tra gli imputati. Ci spiega il sistema delle sfere che erano rovinate una più delle altre. In un’urna ci sono 4 sfere e una più rovinata si individua subito; e se si aggiunge che Pairetto guarda l’urna, c'è la foto, è un gioco da ragazzi prendere quella giusta. E perché in un mondo in cui girano miliardi non si cambiavano le sfere? Nella prassi accadeva che venisse estratto prima l’arbitro e poi Pairetto estraeva la pallina che interessava. Perché a Martino i designatori chiedevano di mettere un determinato fogliettino nella palla che si riconosceva? Martino dice che sarà successo tre o quattro volte, ma io non credo. Ma anche se fosse, lo scopo era proprio quello di condizionare la designazione. Altro riscontro: Zamparini esce dall’omertà e parla dell’episodio di Moggi e la designazione del Palermo. Poi c’è la designazione per la coppa Italia; poi gli assistenti che, se veniva estratto un arbitro non gradito, gli si mettevano assistenti compiacenti. I sorteggi erano guidati dalla dea bendata che era tenuta per mano dai designatori. E perché veniva fatto ciò se non per determinare i risultati della partita? Una parola su De Santis. Un arbitro più sfacciatamente a favore della Juve, poi c’è Lecce-Parma, c’è Lecce-Palermo, dove vengono ammoniti due giocatori del Lecce, diffidati, che avrebbero dovuto giocare contro la Juve. Poi c’è Juve-Lecce, un capolavoro. Viene sorteggiato De Santis contro Zeman! Non voglio entrare nel merito della partita, però c’è una serie di elementi, un fuorigioco, un campo impraticabile che danneggia la squadra di Zeman che notoriamente gioca a calcio in un certo modo, e poi nelle intercettazioni successive tutti si complimentano con l’arbitro.
Conclusioni. Per esserci associazione c’è bisogno di un vincolo associativo permanente e questo non si discute. Poi una indeterminatezza del programma e anche qui nessun dubbio. Poi vi era un'associazione con tecniche sofisticate con le schede. Vi devono essere poi atti fraudolenti e la determinazione dei sorteggi non è altro. È stata uccisa l’innocenza del calcio!
Agnelli una volta disse, definendo i dirigenti che aveva la Juve all’epoca: 'Sono un male necessario'. Spero che smentirete questa affermazione, che non può trovare accesso in un’aula di giustizia. Risarcimento del danno come da nota spese: 15 milioni di danni con 2 di provvisionale.
In aula è arrivato anche il direttore della comunicazione ed alle relazioni esterne della Juventus, Claudio Albanese.
La parola passa all'avvocato della Figc, Tito Lucrezio Milella.
Avv. Milella: Il danno subito dalla Federazione è incalcolabile. Per il capo di associazione si può dire che ha trovato piena affermazione nel dibattimento. Il reato di corruzione è tra i reati più odiosi, il reato di corruzione dei giudici è ancora più odioso. Questo è un processo al reato di corruzione dei giudici del calcio. Il ruolo della Fazi: aveva un ruolo chiave di depositaria di segreti imbarazzanti. Ci sono certo tre o quattro episodi del sorteggio che non sono chiari, ma evidentemente il problema è nella formazione delle griglie. È certamente una violazione di disciplina chiedere un arbitro piuttosto che un altro, ma il vero problema è il possesso delle schede riservate. I giudici di Torino non avevano i mezzi, ma avevano capito tutto: in quella motivazione di archiviazione ci sono gli elementi. Gli arbitri in griglia avevano tutti la scheda. Il processo di cui trattiamo si caratterizza per il condizionamento degli arbirtri, non per altro. Serve il vantaggio per dimostrare la frode, e l'utilità non è necessariamente economica. Utilità è anche la carriera, la permanenza nei ranghi, e anche quella economica che ne consegue certamente. l’offerta e la richiesta sono nel favorire quello che è il piano dei designatori. La svolta delle schede è un’accettazione preventiva di asservimento, ma poi serviva il concretizzarsi nelle singole partite. Quali sono le prove? C'è una prima fase: devo poter scegliere gli arbitri, ma vi è qualcosa di più. La preparazione delle griglie è solo l'antefatto. In via preventiva ho fatto la richiesta, ho dato la scheda, l'hanno accettata, ma soprattutto c'è questa prova vera del momento del contatto, quindi il momento in cui ti chiedo di non essere imparaziale, in questo momento occorre andare a vedere la ricezione di questo messaggio. Il gip assolve Cassarà che ha la scheda, ma non altro elemento. Scheda più il contatto ci dà una prova abbastanza inequivocabile. La prova è la scheda più il contatto. E' una prova indiziaria: hai accettato una scheda occulta, che per la giustizia sportiva è già prova di illecito. L'alternativa per negarlo è che la scheda non sia la mia e che nel contatto si parli di altro. Ma se non c'è il contrario non si può non ritenere che già accettare la scheda, portarsela dietro in determinate occasioni, usarla, per parlare con quelle persone che te l'hanno consegnata e per contatti che si addensano in vista dell'incontro... Perfino pagate le ricariche con le casse di quella società che te l'ha data. Ma al di là di questo questa prova diventa conclusiva alla luce di un altro fatto. In questo processo non c'è uno degli imputati che si sia sottoposto all'esame. Tante dichiarazioni, ma nessun esame nel quale ho la possibilità di spiegare: può essere dirimente, posso spiegare il perché di quelle telefonate. E le dichiarazioni spontanee non hanno fornito prove a discarico su questo. Sul libero convincimento del giudice non può non giocare un ruolo questo fatto. Non ci è stata data nessuna spiegazione plausibile: non vengano a dire che si parlava di calciomercato. Tutto gira intorno all'arbitro d'accordo. E serviva all'associazione la conferma di Pairetto e Bergamo come designatori, per non far saltare il sistema. Il più attento di tutti ad usare la scheda è senz'altro De Santis, sul quale vi è materiale sufficiente per affermare la responsabilità penale. Per almeno 17 episodi ho rilevato atteggiamenti che potrebbero portare alla condanna. Il danno che deriva alla Figc è anche un danno di immagine. Il commissariamento della Federazione e il congelamento delle cariche stanno a rappresentare quella necessità di sostituire quello che c'era prima per la gravità dei fatti che stavano venendo fuori. La conclusione è quella che sia il Tribunale a valutare l'entità della somma del risarcimento, che sia un concreto riconoscimento del danno che c'è stato senza dubbio, ma è un danno difficilmente quantificabile, visto che per lo scandalo abbiamo perso l'assegnazione degli Europei del 2012, abbiamo visto revocati i nostri arbitri al Mondiale 2006 e abbiamo dovuto commissariare la Federazione; Decida la giuria il quantum: noi destineremo l'eventuale danno per i settori giovanili e per formare arbitri migliori.
Sempre l'avvocato Milella per Figc, ma in veste di difensore della responsabile civile FIGC citata dalla Salernitana:
Avv. Milella: La partita è Arezzo-Salernitana ed è una gara tra quelle che non rappresenta alcun elemento nel merito per contestare il risultato; lo stesso presidente della Salernitana, Aliberti, ci ha detto che non ha riscontrato niente di particolare. Per il discorso del colloquio tra Mazzei e Titomanlio, non implica alcun reato. Sono state acquisite le prove in cui emerge che ci sono elementi contro l’Arezzo magari, e non al contrario. Il danno qual è? Vi è una posizione di centro classifica in cui non cambiava nulla in un verso o nell’altro.
Breve pausa di mezz'ora.
Alle 14.15 parlerà l'avv. Picca, per la Fiorentina.
Avrebbe dovuto chiudere la Juventus, ma la difesa della Juve ha concordato con la Corte di posporre la lunga esposizione della sua posizione come primo intervento della prossima udienza, fissata per il prossimo martedì, 21 giugno.
L'avvocato della Juve produrrà una memoria di 140 pagine, relative soprattutto agli aspetti procedurali e processuali in opposizione alle richieste di danni delle parti civili.
Presidente Casoria: Avvocato, mi raccomando, all'alba pronti a discutere.
La parola all'avvocato Picca, per la Fiorentina.
Avv. Picca: Ritengo opportuno rinviare il cuore della difesa nel momento in cui saremo chiamati alla discussione in favore degli imputati. Ma voglio svolgere ugualmente alcuni elementi. Innanzitutto di una sintonia tra la Fiorentina e gli allora vertici della società. Nella qualità di difensore della Fiorentina chiedo di respingere tutte le richieste di risarcimenti sia nei confronti della Fiorentina che nei confronti dei suoi dirigenti. Sottolineo che la necessità del mio intervento mi porta ad affrontare un argimento che il tribunale ha recepito fin dall’inizio, il tema del'operazione salvataggio. Tema che partendo dagli aspetti sottolineati dall’accusa finisce per smentire addirittura l’accusa dell’associazione che, svolgendo il tema del PM, ha come risultato inevitabile la smentita del fatto associativo; l’istruttoria ha raccontatio alcuni passaggi. La Procura ha scelto un'opzione chiara: ha ricostruito i presunti illeciti contestandoli come attività sistemica. L’accusa ha introdotto i passaggi dell’operazione ed ha collegato gli stessi: passaggio genetico, intermedio, conclusivo. Dato sistemico che viene ricostruito dai pm come momento genetico: l’operazione salvataggio trova un antecedente nella vicenda della rielezione Carraro-Galliani, si dice: in quel frangente si contrapposero due gruppi. In quella tornata per i pm si vide soccombente la cordata dei Della Valle. Conseguenza fu che il gruppo vincente operò nei confronti della Fiorentina un’attività ritorsiva per stigmatizzare quella posizione, provocando esiti sfavorevoli alla squadra. Per effetto di questi risultati, ad arte veicolati e gestiti, la Fiorentina si trova a vivere una condizione di soggezione. È il momento ritorsivo. Il che provocò una modifica dell’atteggiamento dei Della Valle che accettarono il compromesso. Io non credo di errare dicendo che, se per caso anche uno di questi tasselli viene meno, sul piano della prova viene meno l’ipotesi dell’accusa, che vive in una coesistenza inevitabile di tutti i passaggi. E mi permetto di dire che lo schema dell’accusa è affetto da profili di criticità, a partire dal primo segnento, il profilo genetico che porta alla conversione dei Della Valle. Affinchè questa proposizione sia valida, è necessario che la Procura abbia fornito elementi idonei in ordine al fatto che in quella competizione elettorale vi fu una battaglia con un vincente e un soccombente. Ho ascoltato un richiamo sistematico alla sentenza di De Gregorio. È un richiamo inutile perché il tribunale non potrà prendere elementi di prova da quella sentenza. Io discuto di quella che è la vostra funzione, non la sentenza di De Gregorio che aveva un perimetro probatorio delle indagini. L’istruttoria ha raccontato che quella competizione elettorale non vide contrapposizione ma compromesso. Vi fu una dinamica inconciliabile con la tesi della Procura. Lo stesso Abete dice che in quella fase ci fu una composizione tra le due parti. Il compromesso eslcude la presenza di due parti contrapposte. Il compromesso fu la decisione di una staffetta tra Carraro e Abete. Il compromesso non si tradusse solo in questa ipotesi, ma anche nella acquisizione delle società del gruppo dei Della Valle di una posizione di assoluta rilevanza. Lo stesso Zamparini ci ha detto che in quella occasione venne nominato vicepresidente. Prima smentita della tesi, che è una smentita che si porta dietro una serie di conseguenze inevitabili; secondo tassello: per effetto dell’antagonismo vi furono risultati sfavorevoli alla Fiorentina, che ebbero fine al momento della conversione dei Della Valle. Seconda smentita: quello che è l’elemento individuato di questo mutamento viene individuato dai pm dal fatto che prima c’erano gli errori e poi dei vantaggi. L’accusa dice che c’è conversione e comincia la fase dinamica dell’assistenza ai fini della salvezza. Elemento sintomatico di questo intervento a favore è la gestione di incontri, l’andamento di incontri che, dalla fase della designazione fino all’incontro, registrano condizionamenti a vantaggio. L’accusa si fa carico anche di descrivere l’inizio di questa operazione e di questa fase di soggezione: nel post partita di Fiorentina-Messina; qui le date hanno un ruolo: Fiorentina-Messina si gioca il 20 aprile 2005. Se fosse vera questa tesi, si doveva riscontrare la prova specifica che da questa data e fino alla fine gli incontri della Fiorentina avessero registrato degli interventi a favore e quindi esiti a favore. La prima successiva a quella del Messina è Bologna-Fiorentina del 24 aprile. Il risultato è 0-0 ed è una gara sulla quale non si incentra l’accusa o meglio non segnala al tribunale nessuna ipotesi di illecito sportivo. Quindi devo concludere che questo incontro, immediatamente successivo, è un incontro rispetto al quale non vi è alcuna ipotesi di frode. Se poi su questo incontro si incentra altra ipotesi, questo non può che rafforzare quello che dico. Se il salvataggio deve tradursi in operazioni a vantaggio non c’è nulla in questa gara. 30 aprile 2005: Fiorentina-Milan, 1–2 arbitro De Santis, partita rispetto alla quale si verificano una serie di situazioni incompatibili con la tesi dell’accusa: la gara vede la consumazione di un episodio in cui vi è un fallo da ultimo uomo di un giocatore del Milan, non sanzionato né con l’ammonizione né con l'espulsione. E qui ci sarebbe anche l’intervento di un arbitro ritenuto organico. 8 maggio 2005: Chievo-Fiorentina. Catalanotti ha parlato di due episodi clamorosi che evidenzierebbero l’intervento a vantaggio della Fiorentina. Ma non si può sviluppare l’argomento in un senso e poi negarlo. Io sottoscrivo appieno il ragionamento di Milella sulla descrizione degli elementi di fattispecie e allora direi che, se è vero quello che lui dice, a tutto deve guardare tranne che a questa gara. Quello che dovrebbe essere individuato sul piano dimostrativo della tesi, doveva essere una serie di attività, di comportamenti tali da alterare tre passaggi: formazione delle griglie, designazioni e svolgimento del compito dell’arbitro. Rispetto a questa gara i pm non hanno fornito alcun elemento a dimostrazione in nessuna delle tre fasi, perché bene ha fatto Catalanotti a dire che avete un dvd che vi abbiamo fornito noi e che da un episodio non può rilevarsi un giudizio complessivo della gara. Ma, sempre partendo dal dato della operazione di salvataggio, l’accusa sottolinea che vi è una tappa intermedia: incontro tra i Della Valle e Bergamo. Io mi auguro che al Tribunale susciti perpelessità la singolare circostanza che un gruppo organizzato, specifico, che si mobilita a pieno delle sue componenti, attenda 25 giorni dopo il 20 aprile perché vi sia un incontro tra i Della Valle e il designatore. L’incontro avviene a distanza biblica, rispetto allo scopo specifico, la salvezza della Fiorentina che si doveva ottenere entro la fine di maggio del 2005. È almeno eccentrico l’elemento dell’accusa. Non si può sostenere che l’operazione parte e l’incontro avviene quando i giochi potrebbero essere fatti. Veniamo poi alla descrizione dell’incontro topico: al netto dei contatti telefonici, l’incontro viene rappresentato così dai pm: in data 14 maggio 2005 in Villa La Massa si è tenuto un incontro. Punto. I pm avrebbero dovuto dirci quale è stato il contrenuto e quali gli esiti di quell’incontro. L’incontro in sé non può esprimere fatto illecito ma è fatto neutro. Tale fattispecie sanziona comportamenti, condotte o l’idea o le parole? Se fosse così sarebbe un’aberrazione. La norma sanziona degli atteggiamenti che devono avere in sé da un lato la idoneità di quel comportamento, dall’altro lato la finalità del comportamento. La domanda è: l’incontro in sé è fatto illecito o fatto neutro? Io ritengo che sia fatto irrilevante. Quell’incontro superererebbe la soglia dell’irrilevanza se l’accusa ci avesse detto che cosa fu detto in quell’incontro e quali furono i comportamenti successivi al detto incontro. Voi ricorderete che l’incontro viene connotato da profili indiziari a partire dalla descrizione. Si è assunto che quell’incontro avesse profili segreti e vi sono state depositate fotografie da dietro una siepe di 4 o 5 persone che si allontanano. A guardare quelle foto pare chiaro che fosse un incontro clandestino. La realtà è ben diversa e il processo vi ha raccontato che l’incontro avvenne tra 4 o 5 persone che arrivano nel locale pubblico e vi si trattengono. Se io ritengo assumere comportamento illecito perché voglio discutere di cose segrete, avrei scelto conetsto diverso. I pm hanno voluto dire che l’incontro ha avuto natura clandestina perché non vi ha detto che cosa si dissero in quell’incontro. Ma volendo dare ragione ai pm, e cioè che quell’incontro ebbe finalità per quello che riguarda il salvataggio della Fiorentina, magari per ribadire i termini della questione, mi aspetto quindi che il 14 maggio ci sia un cambiamento di rotta in campo. La gara successiva è del giorno dopo, il 15 maggio, Fiorentina-Atalanta. Questo è un altro momento di amnesia investigativa della Procura. A mia specifica domanda Auricchio mi disse che la gara non venne investigata perché si ritenne la gara irrilevante. Quindi, c'è un accordo, poi ci diamo una registrata perché le cose non stanno andando per il verso giusto e poi non vado a controllare né che cosa avvenne nell’incontro né vado ad investigare che cosa successe nella partita successiva. Il 22 maggio 2005 si disputa Lazio-Fiorentina. Qui la prospettazione dell’accusa ha un elemento a contrario che è talmente clamoroso ed evidente che mi giustifica le amnesie dell’accusa. Anche se l’istruttoria vi ha parlato di un fallo di mano del difensore della Lazio, io non la guardo, ma devo andare ad individuare, come accusa, una serie di comportamenti idonei a vanificare i vantaggi. Ma non posso dimenticare che il terminale assume un comportamento inconciliabile con la condotta che è stata posta in essere dai dirigenti della Fiorentina. Delle due l’una: o la condotta a condizionare a vantaggio non c’è stata o la condotta non aveva quel quantum di materialità sufficiente e necessario. Se no siamo al paradosso. O la condotta non si è mai verificata o l’atto era inidoneo a realizzare lo scopo. E badi il tribunale che qui siamo alla penultima puntata! Si arriva all’ultima, in cui la Fiorentina è impegnata con il Brescia, c’è’ Lecce-Parma e una serie di partite rilevanti per il risultato finale. Quindi l’organizzazione, che è descritta così infallibile, alla fine di questa operazione, per l’unico elemento sul quale doveva verificarsi il condizionamento a vantaggio, noi abbiamo dato un contributo probatorio di una scientificità che non ha nulla a che vedere con le rassegne stampa di Auricchio. Il nostro tecnico ci ha detto che la condizione per la salvezza della Fiorentina era la vittoria dei viola. Ed ad arbitare la gara della Fiorentina va Collina, sicché, quando l’operazione è alla fine, vi è un personaggio che è fuori da ogni discussione. Si potrebbe dire che il condizionamento è su Lecce-Parma, ma qui voi stessi avete registrato la mancanza di elementi fondamentali dall’accusa. Ma chi lo dice che Lecce-Parma era determinante? Lo dice Auricchio, che non tiene conto della contemporaneità di altre gare, i cui risultati condizionavano in maniera detereminante. E qui vengo a quanto detto da Catalanotti: se la Fiorentina avesse perso con il Brescia non sarebbe successo niente, se il Brescia voleva salvarsi doveva vincere. L'esito della partita Lecce-Parma serve solo alla classifica avulsa, ma determinante è solo Fiorentina-Brescia. L’accusa regge solo se dimostra che vi fu un terzo momento: che vi fosse una dismissione degli atteggiamenti di contrapposizione dei Della Valle. Non ho visto nelle diverse amnesie dell’accusa una prova anche di questo fatto. Anzi è stato fornito un ragionamento contrario. Al controesame di Abete egli ha detto che alla stagione successiva il meccanismo del doppio designatore fu sostituito dal designatore unico, quindi vi fu la concretizzazione di una delle richieste di Della Valle. E questo dimostra un cambiamento di atteggiamento dei Della Valle o una rispondenza delle sue richieste? Altro elemento fornito da noi: è fatto noto che uno dei temi che aveva caratterizzato l’elemento di contrapposizione della Fiorentina era il tema dei diritti televisivi. Ebbene questo fu un tema sul quale si registrò continuamente contrasto tra i Della Valle e quelli del gruppo ritenuto vincente e quindi, anche in questo caso, non vi fu alcuna retromarcia da parte dei Della Valle. Non vi fu operazione sistemica di salvataggio e di ciò trovate conferma nel dibattimento. Io mi devo limitare a recuperare il ragionamento di Catalanotti che ha rappresentato la seguente descrizione del nesso di causalità: assume che, attesa la sussistenza della frode, questo avrebbe un collegamento diretto ed immediato rispetto alla retrocessione del Brescia. Farò un ragionamento ricalcato sul piano della colpa nei reati di colpa. Catalanotti vi dovrebbe anche dire che, se si segue il suo ragionamento e si volesse dare per accolta la tesi della sussistenza dell’illecito, dovrebbe anche evidenziare dei profili causali da soli sufficienti a determinare la retrocessione e il danno. Un esempio: avete la costituzione di parte civile sia del Bologna che del Vittoria, mi pare una duplicazione di soggetti, ma i difensori del Bologna vi hanno raccontato che quegli anni sono stati caratterizzati da falsi in bilancio da condotte che avrebbero dovuto comportare la mancata iscrizione ai campionati. L’esempio tipico è del Brescia. Se avesse vinto nell’ultima partita di campionato, ciò avrebbe determinato la salvezza. La partita Fiorentina-Brescia è ritenuta partita in cui si è materializzata la frode? E quindi la condizione necessaria, lo svolgimento della partita si è verificata. Altro elemento di smentita dell'accusa è la tesi che a muovere le fila di una operazione di salvataggio non era un singolo, ma una struttura descrivendo le modalità comportamentali tipiche. Il primo elemento è l’utilizzo delle schede riservate. Ma non vi sembra originale il fatto che l’associazione si muova e che nell'operazione salvataggio non vi sia alcuna operatività di questo strumento. Rispetto a quello che l’accusa dice essere l’obiettivo, non vi è alcun utilizzo dello strumento. Qui torniamo al tema dei conti che non tornano. Le uniche intercettazioni sono contatti telefonici che avvengono in chiaro o su utenze controllabili, che Auricchio ha detto non essere state intercettate perché si era alla fine delle indagini. L’amnesia di Auricchio di non intercettare Della Valle o è una distrazione o è fatto apposta perché si sapeva che non si sarebbe trovato quello che si cercava.Si è parlato di omertà. Avete acquisito l’interrogatorio reso da Della Valle in sede di indagini alla Procura. A me sembra che questo atteggiamento non equivalga ad un atteggiamento di omertà, ma anzi di collaborazione. Non si può dire che se l’imputato risponde come non ci piace sia omertoso. Concludo chiedendo che il Tribunale voglia respingere le richieste nei confronti della Fiorentina.
La presidente Casoria sta provando a stilare un nuovo calendario, ma nessuno degli avvocati presenti è disposto a concludere il 21, dopo Vitiello; e si è anche arrabbiata: 'Così andiamo a finire al 21, se no faccio io l'elenco di imperio e poi non lo cambiamo più. Vediamo!'.
Prossima udienza martedì 21, mentre il 28 non ci sarà udienza per la concomitante discussione in Corte d'Appello per la l'istanza di ricusazione dei pm e del loro capo Lepore.