CantaNapoli - Il processo
Tavaroli mette KO Nucini. Sveglia!
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- By Andrea Del Mare
"Se mai c'è stata" una conversazione tra Moggi e Nucini al Concord, dice Tavaroli.
E' un dubbio che avrebbero potuto e dovuto avere, e scrivere, tanti giornalisti perché, incrociando le deposizioni rese da Nucini, prima a Borrelli e poi a Di Laroni, con quella di Tavaroli resa ai pm dello scandalo Telecom la cosa emerge in tutta la sua evidenza già dal 2007. Ma fino ad oggi ad evidenziare la principale incongruenza delle deposizioni ci hanno lasciati soli. Siamo veramente sorpresi che importanti giornalisti non ci abbiano fatto caso, che arrivino a scrivere che "... evocare lo spione Tavaroli potrebbe non essere utile" né a De Santis né a Moggi, che sostengano che Tavaroli nel suo interrogatorio parli anche dell'incontro, riferitogli da Facchetti, di Moggi con Nucini, come se questo avvalorasse il racconto dell'ex arbitro, ora autodefinitosi "cavallo di Troia". Ebbene, è il contrario, perché proprio il verbale di Tavaroli apre una crepa nella attendibilità della storia raccontata da Nucini. Leggere di quel verbale sul blog di Marco Liguori ci ha fatto drizzare subito le orecchie e portato ad avanzare i nostri dubbi nell'articolo "Chi mente tra Nucini, Moratti e Tavaroli", dubbi aumentati nel momento in cui abbiamo avuto una prova in più proprio da Tavaroli, il 4 giugno 2010, grazie alla trasmissione "Sotto lo stadio" condotta da Fabio Ravezzani.
I fatti, almeno ai nostri lettori, sono noti: Nucini afferma di aver incontrato Moggi, in una sola occasione, in un albergo torinese il 25 settembre 2003. Tavaroli smentisce questa versione, relativamente alla data, già in un interrogatorio dell'11 ottobre 2006 relativo al caso Telecom. Nessuno evidenzia che o ha ragione Tavaroli o ce l'ha Nucini. Non hanno avuto modo di leggere il verbale di Tavaroli? Possibile. Non hanno letto l'articolo di Marco Liguori che ne riporta uno stralcio in cui Tavaroli afferma che quei fatti gli sono stati raccontati già a fine 2002? Possibile, diamo per buona anche questa attenuante, ma quando si è in tv con Tavaroli che dice in tutte le salse che il fatto gli è stato riferito già nel 2002, non si può non notare l'evidente incongruenza con quanto raccontato da Nucini.
L'unica spiegazione plausibile è che i giornalisti non sappiano, o non ricordino, che Nucini ha dichiarato nelle sue deposizioni, e sotto giuramento a Napoli, che l'incontro avvenne a settembre del 2003, ovvero un anno dopo che lo stesso fatto era stato raccontato a Tavaroli.
Dopo la prima volta che Tavaroli, in trasmissione, dice che a lui l'hanno raccontato nel 2002, come minimo ti aspetti una domanda tipo: "Come è possibile che Le abbiano raccontato nel 2002 questa storia che Nucini asserisce essere accaduta un anno dopo?". Invece niente.
Relativamente all'incontro Nucini-Moggi, un Tavaroli sornione prima dà l'imbeccata dicendo che quel fatto gli è stato raccontato nel 2002, poi, forse sorpreso della mancata osservazione più logica, sollecita nuovamente ribadendo con un sorriso: "Però questa cosa a me viene raccontata nel 2002". Ancora niente.
Tavaroli inizia parlando dell'incontro alla Saras con Moratti e Facchetti, alla fine del 2002, in occasione del quale gli venne fatta da Facchetti una ricostruzione dell'incontro che è esattamente quella che poi Nucini racconterà in seguito.
Fantastico l'ospite Franco Ordine che, dopo che Ravezzani ha ricordato una versione del presunto incontro Nucini-Moggi, dice che "Basta solo questo per tenere in piedi tutto l'impianto accusatorio, dal punto di vista sportivo, nei confronti di Moggi. Andiamo avanti!", ci aggiunge una risatina e non si pone minimamente il problema che la storia, come minimo, andrebbe provata.
Tavaroli, che aveva già fatto notare che il fatto gli era stato raccontato nel 2002, riprende dopo l'intervento del pimpante Ordine e ribadisce: "Il fatto è che i fatti sono esattamente questi e mi vengono raccontati a fine 2002. Facchetti di fronte a Moratti mi racconta, ancor con più dettagli, questa vicenda". Tavaroli continua a raccontare quanto riferitogli da Facchetti, a sua volta informato da Nucini, in pratica un de relato del de relato, e Ordine si diverte molto, si fa un'altra risatina. Noi vedendo il video ci facciamo una risatona perché Ordine, che si mostra molto partecipe, non ha ancora afferrato quello che di importante Tavaroli ha già fatto notare per due volte.
Tavaroli continua: "Questo è lo scenario che mi viene descritto. Lui viene preso, si ferma in una piazzola dell'autostrada, lì deve lasciare la macchina, spegnere tutti i telefoni e lasciarli in macchina, gli vengono fatti fare dei giri oziosi fino ad arrivare a questo albergo delle periferia di Torino dove si trova di fronte, secondo la ricostruzione dell'Inter dell'epoca, il moloch Moggi".
Se Ordine non avanza dubbi sull'incontro, Tavaroli, invece, qualche dubbio deve averlo se subito dopo aggiunge, a proposito della conversazione tra Moggi e Nucini, un "Se mai c'è stata (minuto 9:03 del primo video).
Tavaroli, infatti, continua: "Diciamo che lui si era perso nei meandri di Torino. Però guidato, alla guida c'era la persona che lo accompagna, gli fa spegnere i telefoni. Questa è la ricostruzione dell'Inter... Spegnere i telefoni credo per essere sicuri che quella conversazione, se mai c'è stata, registrasse... Questa è la ricostruzione, abbastanza fedele a quella che fa Nucini nella sue interviste".
Ordine, giornalista senza dubbi, pensa di aggiungere il carico da undici: "Che ripete anche davanti ai magistrati!". Ma Ordine l'ha sentita la versione data da Nucini nella sua deposizione? Non differisce mica solo per la data!
Dopo l'ultima frase di Ordine, Tavaroli, per l'ennesima volta, ripete sorridendo: "Però questa cosa a me viene raccontata nel 2002, verso la fine del 2002".
Ordine è reattivo: "Eh...".
Solo un 'Eh'? Sì, solo. 'Eh' cosa, Ordine? La nostra sensazione è che Ordine abbia intuito che con quel "però" Tavaroli stava evidenziando qualcosa che non andava, ma non ha colto cosa, e bastava sapere la data che Nucini dà dell'incontro. Certo aiuterebbe, per parlare di Calciopoli, conoscere almeno le carte, perché mancava solo che Tavaroli, sfinito davanti a quel muro di gomma, dicesse "Sveglia!".
Ci fosse stato in studio un nostro lettore, Tavaroli avrebbe avuto miglior sponda.
Ancora, più tardi, davanti all'ipotesi: "Nucini che fa un po' confusione con le date?", come se questo non fosse fatto rilevantissimo sull'attendibilità di un teste, Tavaroli ripete: "E' sicuramente il 2002".
A chi dà credito sia a Tavaroli che a Nucini non resta che fare delle ipotesi da film, in stile "Ritorno al futuro": Nucini ha capacità paranormali che lo fanno viaggiare nel futuro fino a "vedere" un incontro con Moggi che avverrà solo un anno dopo e lo racconta a Facchetti, che lo racconta al figlio Gianfelice, e a Tavaroli a fine 2002.
La visione del futuro deve essere un po' sfocata e nel 2003 le cose non vanno come sono state riferite a Tavaroli un anno prima, e neppure come riferite a Gianfelice Facchetti.
Nucini dice che lui e Fabiani sono andati da Greggio a Torino ognuno con la propria auto e non riferisce di aver dovuto spegnere il telefonino.
A Tavaroli hanno raccontato del viaggio fatto con l'auto di Fabiani, della richiesta di lasciare l'auto di Nucini, ed il telefonino spento, in una piazzola.
Nucini parla di un incontro al Concord, albergo al centro di Torino.
Tavaroli riferisce di un albergo alla periferia.
Nucini dice che all'incontro erano presenti Fabiani e Moggi.
Gianfelice Facchetti dichiara ai pm di Napoli che il padre gli aveva parlato anche della presenza di Pairetto e De Santis. Evvai!
Nucini dice che Fabiani gli dà una sim "imballata" ed italiana, della Tim.
A Tavaroli hanno raccontato che Moggi dà un telefonino e dei numeri a Nucini.
Scegliete voi a chi credere, noi la nostra idea ce l'abbiamo da tempo su questa storia con troppe versioni diverse ed un anno di differenza.
Aggiungiamo per chi ci legge, e ci leggono anche diversi giornalisti, uno spunto su cui riflettere per dare una risposta che sia logica: come in un film sulle gang malavitose il boss fa prelevare l'interlocutore, gli fa lasciare auto e cellulare, gli fa fare giri oziosi per fargli perdere l'orientamento e, a questo punto, ti aspetti che l'incontro sia in un casolare abbandonato, no? No, tutto questo ambaradan viene messo in atto per poi incontrarsi in un hotel al centro di Torino, dove c'è tanta gente, dove corri il rischio che chiunque, tifoso di una squadra avversaria, possa vederti e riferire ad un giornalista, testimoniare, dove l'interlocutore Nucini viene esposto tranquillamente insieme a Fabiani alla reception, perché Nucini dice che lì vede il numero della chiave e della stanza. Vi sembra logico?
Ed i giri per disorientare Nucini a che servivano se può risalire tranquillamente al nome dell'albergo?
Sperando di fare cosa gradita a chi fino ad oggi è stato disattento e non si è informato bene, abbiamo preparato due video: il primo sul confronto indiretto Nucini-Tavaroli, il secondo su certe verità dichiarate in aula che Nucini, a quanto appreso da Tuttosport del 12 gennaio, ha modificato nel suo recente riascolto.
Clicca sulla foto per vedere il video.
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Precedenti articoli su Nucini:
- Nucini, sim sala bim
- Nucini versione 2.0, nuova verità e autosmentita
- Nucini riascoltato dopo la deposizione di Facchetti Jr?
- Il teste Nucini ha detto tutta la verità?
- Chi mente e chi è attendibile?
- Il mio nome è Bond, Danilo Bond
- Deposizione di Danilo Nucini, 26 maggio 2009
- Chi mente tra Nucini, Moratti e Tavaroli?
Udienza del 25 gennaio 2011. Il perito stoppa il processo
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Nuova udienza del processo Calciopoli che seguiremo, in collaborazione con gli amici del forum www.tifosibianconeri.com, grazie all'abituale contributo dall'aula 216 di Francesco/Frales.
Potete seguire e commentare la stessa cronaca in diretta anche sul forum, cliccando su questo link:
tifosibianconeri.com - Cronaca dell'udienza.
Per commentare la cronaca in diretta sul nostro blog:
Blog Ju29ro.com - Commenta l'udienza.
Non ci sono più testimoni delle difese da ascoltare e al termine della scorsa udienza il Presidente Casoria aveva chiesto ai pm di iniziare oggi la propria requisitoria, ma Narducci e Capuano hanno dichiarato di non essere ancora pronti. A questo punto non possiamo prevedere lo sviluppo dell'udienza. Qualche altro imputato, dopo Ceniccola e De Santis che lo hanno fatto nella scorsa udienza, potrebbe rendere la propria dichiarazione spontanea.
Ore 10.20 - Il Presidente Teresa Casoria ha iniziato a fare il solito appello. Si ipotizza un rinvio in quanto il perito non avrebbe depositato tutte le perizie.
Ore 10.30 - Il perito trascrittore, Porto, ha chiesto ulteriore mese di tempo per le trascrizioni.
Il giudice concede come termine improrogabile il 18 febbraio e un deposito parziale entro il primo febbraio.
Le trascrizioni saranno esaminate nell’udienza del 22 febbraio e per quella data il giudice chiede al pm di iniziare la requisitoria.
Il Presidente Casoria legge l’elenco dei meno gravanti e delle difese che parleranno subito dopo il pm:
prima le parti civili, al massimo in una sola udienza; poi Ceniccola, Gemignani, Meani, Rodomonti, Titomanlio (tutti in una sola udienza), con un'imputazione senza art. 416, ovvero l'accusa di associazione a delinquere.
Poi, parleranno le difese di chi è imputato per l'articolo 416: Fazi, Scardina insieme ai due Della Valle (2 imputazioni senza 416); Lotito e Mencucci in altra udienza; Ambrosino e Dattilo in altra udienza; quindi Foti, Racalbuto con 4 imputazioni, insieme a Mazzini con 6 imputazioni.
Poi sarà il turno di De Santis, Pairetto insieme a Bergamo.
Infine la difesa di Moggi con 19 imputazioni tra cui l'art. 416.
Ore 10.40 - L'udienza è terminata e la prossima si terrà il 22 febbraio.
Il Presidente Casoria voleva velocizzare la parte finale del processo, ma il perito Porto, evidentemente, è abbastanza lento nella sua perizia. I fatti dimostrano che la scelta di far trascrivere queste ultime intercettazioni, considerate poche, al solo perito Porto si è rivelata un freno per il processo. Non era difficile prevedere i tempi lunghi di Porto visto quanto ci aveva messo a trascrivere le prime 187 intercettazioni presentate dalle difese. E' facile concludere che meglio sarebbe stato affidare quelle 300 trascrizioni a due o tre periti, come venne fatto all'inizio del processo.
Nucini, sim sala bim
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Nel suo articolo dell'11 gennaio su Repubblica Dario Del Porto informa sui nuovi verbali dell'indagine non-stop dei pm napoletani e tra tutti sceglie di illustrare il contenuto di quello di Baraldi, lasciando a quello di Nucini, per noi più rilevante, solo queste poche righe: "È stato depositato anche un nuovo verbale dell'ex arbitro Danilo Nucini... Depositati anche gli esiti di un accertamento condotto dai carabinieri su un'utenza riservata che Nucini, nella nuova audizione, ha riferito di aver ricevuto da Mariano Fabiani, ex dirigente oggi imputato. La scheda è risultata essere stata intestata a un imprenditore settantenne che si è detto completamente all'oscuro della circostanza".
Sembra di stare ad uno spettacolo di Silvan, con il coniglio che esce dal cilindro che un attimo prima era vuoto. Quello che non c'era ora c'è. Già dal cilindro erano spuntate le telefonate di Moratti, Facchetti ed altri, che non dovevano esserci, ed invece c'erano. Ora anche Nucini. Apparizioni, sparizioni, riapparizioni. Il numero della sim non c'è ma, "Sim sala bim", ed il numero appare.
Questa del numero della presunta sim consegnata da Fabiani è una storia incredibile, e Nucini fa comparire di colpo un numero di sim che finora non aveva mai comunicato agli investigatori, e chissà come è riuscito a risalire allo stesso, visto che ad una precisa domanda dell'avvocato Trofino aveva risposto che quel numero lo aveva annotato in un'unica copia data a Facchetti e non lo aveva conservato per sé.
Questo già ci era apparso in contraddizione con il racconto che Nucini aveva fatto della sua attività di quegli anni. Nucini dice che a Coverciano siede nelle ultime file dove, non visto dai colleghi, prende appunti sulle diverse valutazioni degli episodi che riguardano la Juve rispetto alle altre squadre e ai relativi arbitraggi. Inoltre compila un file di 250 pagine che aggiorna di continuo, che custodisce nel pc e rilegge prima di andare a deporre a Napoli per essere più preparato nel rispondere alle domande. Nucini dà di sé l'immagine di un uomo preciso, meticoloso nel riportare anche piccoli fatti del mondo arbitrale. Nucini è anche molto determinato e con l'amico Facchetti, con il quale si consulta e incontra in ogni luogo, si arrovella per cercare di dimostrare le malefatte di colleghi, designatori e "compagine moggiana", finché un giorno il destino sorride ai due e, secondo il racconto di Nucini, Fabiani gli dà una scheda telefonica della Tim per comunicare solo con lui. In quel periodo Facchetti si avvale anche della collaborazione e dei consigli di Tavaroli, non certo il primo venuto, e Tavaroli il 4 giugno 2010, da Ravezzani a "Sotto lo stadio", dice che basta incrociare i loro tabulati telefonici per avere prova di quanto fitto fosse il rapporto tra lui e il dirigente interista. Bene, ora accendete la logica e pensate a cosa avreste fatto voi con quella sim, la prova tanto agognata, con le impronte digitali del Fabiani sull'imballaggio. L'avreste buttata o, dopo aver annotato il numero nel dossier dove riportate tutto, l'avreste consegnata a Facchetti in modo che potesse finire come prova in una denuncia?
Nucini non fa nessuna delle due cose. Mensurati riferisce che Nucini ha detto a Borrelli di aver annotato il numero e di averla buttata subito, quella sim. Altra stranezza tra tante stranezze di questa storia, Nucini viene interrogato per la prima volta dai carabinieri un anno dopo, il 23 ottobre 2007, e ripete le stesse cose, tanto che l'avvocato Prioreschi prima chiede a Nucini se avesse portato con sé il verbale della deposizione resa a Borrelli e, ricevuta risposta negativa, evidenzia che in 25 anni di carriera mai gli erano capitati due verbali con dichiarazioni "identiche, fino alle virgole".
E l'avvocato Bonatti, difensore di Pairetto, aggiunge: "Chiedo però, a questo punto, in relazione alla penultima domanda che ho fatto, che il Tribunale acquisisca, per vantare la credibilità del testimone, il verbale delle dichiarazioni rilasciate il 12 ottobre 2006 alle ore 11 dal signor Danilo Nucini e il verbale delle sommarie informazioni rese davanti ai Carabinieri di Roma ore 12.15 nella persona del maresciallo capo Di Laroni, perché vi sono delle sovrapposizioni speculari con stessi termini, stesse frasi identiche con l’unica differenza che ci sono delle piccole aggiunte".
Sui verbali redatti dopo le deposizioni con Borrelli e con i carabinieri Nucini dichiara che la sim l'aveva eliminata subito, ma in aula smentisce quelle sue deposizioni: la sim non l'ha buttata subito, "ancora imballata", l'ha usata due o tre volte, quindi ha avuto per diversi giorni quel numero a disposizione, sotto gli occhi, diversi giorni per trascriverlo nel suo diario, prima di darlo a Facchetti. Non lo ha fatto e ci sembra strano.
Il numero di quella sim, la "pistola fumante", non lo annota neppure Facchetti nel foglio di appunti sul "sistema M.", rivelatogli da Nucini, che suo figlio Gianfelice consegnerà poi ai pm napoletani: se ci fosse stato lo avremmo letto a nove colonne su tutti i giornali che ci hanno raccontato il cosiddetto "Memoriale" a spizzichi e mozzichi. Anzi, Fulvio Bufi sul Corriere della Sera ci informa che alla fine degli appunti Facchetti scrive: "Ma non ci sono le prove".
Ora, secondo logica, Facchetti avrebbe dovuto annotare quel numero dopo "Come ha incontrato M." e, se fosse vera la storia che Nucini gli aveva dato quel numero, perché lo stesso Facchetti dopo scrive che non c'erano le prove?
Ripercorriamo velocemente la storia di questa presunta sim come appresa dai giornali ed in aula a Napoli.
Per Marco Mensurati, primo giornalista ad esaltare la figura di Nucini, la sim era svizzera: "...decise di non accettare la sim svizzera e di denunciare tutto all'Inter". Nucini dirà ai carabinieri e poi in aula a Napoli che era della TIM. Mensurati riferisce ancora che Nucini avrebbe detto a Borrelli: "Sono ripartito da solo per tornare a casa. Ho preavvertito Facchetti che dovevo assolutamente vederlo perché ero arrivato al cuore del problema. Subito dopo aver parlato con Facchetti buttai la scheda anche se della stessa ho annotato il numero".
Quindi Nucini dice a Borrelli, il 12 ottobre 2006, che appena in macchina chiama Facchetti e "subito dopo", non qualche giorno dopo, butta la scheda.
Cosa dice Nucini quando lo interrogano i carabinieri oltre un anno dopo, altra stranezza che approfondiremo?
L'avvocato Prioreschi legge in aula parte della deposizione resa da Nucini agli investigatori.
Avv. Prioreschi: Però, se noi ricostruiamo quelle che sono le Sue dichiarazioni rese ai Carabinieri, allora "Fabiani mi ha consegnato la scheda telefonica del gestore Tim, scheda ancora imballata per l'uso della quale avrei dovuto acquistare un telefonino dedicato solo a tale sim, invitandomi a comunicare con lui solo tramite questa scheda. Non sono in grado di specificare l'utenza della scheda, comunque annotai il numero e poi lo consegnai a Facchetti. Ripartii da solo per tornare a casa. E nell'occasione preavvertii Facchetti che dovevo assolutamente vederlo perché ero arrivato al cuore del problema, ma per più impegni ravvicinati di entrambi concordammo di vederci al più presto. Subito dopo aver comunicato a Facchetti...": quindi Lei lascia Fabiani, chiama Facchetti, subito dopo avere comunicato questo a Facchetti "... buttai la scheda telefonica che mi era stata data, anche se della stessa, come già detto, annotai il numero che consegnai al Facchetti. Da allora con Fabiani io non ho più avuto rapporti".
E' questa la versione definitiva? No. Nucini la modifica già durante l'esame del pm che, però, non ha grande interesse ad evidenziare questa modifica rispetto alle dichiarazioni fatte ai carabinieri:
PM: Quella scheda che aveva ricevuto che fine ha fatto?
Nucini: Io l'ho eliminata.
PM: Eliminata. Quindi, non è mai stata usata?
Nucini: No.
PM: … neanche in un’occasione.
Nucini: Forse prima di buttarla via Fabiani mi ha chiamato un paio di volte su quella scheda, se non ricordo male.
L'avvocato Prioreschi, invece, dopo aver letto la dichiarazione resa da Nucini ai carabinieri, gli ha chiesto come avesse fatto ad usare una sim che aveva gettato subito.
Nucini: Io, purtroppo, non sono riuscito immediatamente a vedere Facchetti. Gli accadimenti sono stati talmente veloci ... e repentini che Fabiani doveva comunicare con me per mettermi a conoscenza che dopo la partita sarebbero intervenuti ed è evidente che se mi dice "attacca l'altro telefonino", io tiro via la sim del mio telefonino e non compro un altro telefonino, ma la rimetto nel mio, perché io non compro un telefonino per mettermi in contatto con Fabiani. Il giorno che ho stabilito di andare ...
Avv. Prioreschi: Lei fa tutta questa ...
Nucini: Sì, certo, perché io non compro il telefonino per comunicare con il signor Fabiani. Dopodiché, dopodiché, quando ho fissato l'appuntamento con Facchetti mi sono preso nota del telefono e la scheda l'ho buttata via. Okay? Però se io avessi avuto la possibilità di vederlo il giorno stesso le cose sarebbero accadute in maniera diversa.
Nota dell'autore: Quindi, in pratica, ha fatto una dichiarazione di quella che sarebbe stata una sua intenzione ma che, nella realtà, non si è verificata.
Avv. Prioreschi: La consecuzione temporale è chiarissima. Lascia Fabiani, chiama Facchetti, gli dice: ci vediamo, per impegni vi sareste visti dopo e subito dopo butto la scheda. Quindi, questa scheda, secondo queste sue dichiarazioni, le ha fatte Lei, non le ho fatte io, è buttata un minuto dopo, nemmeno l'avrebbe scartata, voglio dire. Mi fa capire.
Presidente Casoria: Allora, non è vero, non l'ha buttata immediatamente?
Nucini: Non l'ho buttata.
Avv. Prioreschi: Quindi, modifica ...
Presidente Casoria: Sì, modifica la dichiarazione. Non è stato immediato...
Che non aveva tenuto ed annotato per sé quel numero di sim lo dice Nucini rispondendo all'avvocato Trofino:
Avv. Trofino: Prendo atto della risposta e vado rapidissimo all’ultima domanda. Per inquadrare un attimo il tema, e quindi essere più rapidi: la famosa scheda che Lei dice di aver ricevuto da Fabiani quel giorno. Questa scheda telefonica… Lei dice che poi l’ha buttata, poi ha fatto delle correzioni, non ci interessa questo. Lei annotò il numero di telefono di questa scheda?
Nucini: Sì.
Avv. Trofino: E lo dette a Facchetti?
Nucini: Sì.
Avv. Trofino: Giusto?
Nucini: Sì, sì.
Avv. Trofino: Non ne tenne uno anche per Lei?
Nucini: No.
Nella sua "versione 1.2", quella in aula precedente alla nuova "versione 2.0", Nucini dice che non ha conservato quel numero per sé.
Ora Nucini, in che modo è ancora un mistero, è riuscito a recuperare quel numero che non aveva conservato. Non ci resta che aspettare e vedere se i pm Narducci e Capuano richiederanno l'acquisizione agli atti del processo della deposizione di Nucini e dell'indagine integrativa dei Carabinieri su quel numero di sim.
Sim della Tim che, secondo la storia raccontata da Nucini, gli sarebbe stata consegnata in un incontro con Moggi e Fabiani il 25 settembre 2003, versione picconata da Tavaroli. Ma questa sarà la prossima puntata della Nucini Story, un teste dell'accusa che ha attirato da subito la nostra attenzione.
Precedenti articoli su Nucini:
Udienza dell'11 gennaio 2011. De Santis un ciclone
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Allegato: PDF della deposizione completa di De Santis.
La sentenza Telecom viene acquisita agli atti del processo, come altri atti presentati dall'avvocato Prioreschi. L'udienza ha in De Santis il dominatore, con una deposizione spontanea che smonta il lavoro investigativo degli uomini di Auricchio e l'accusa che lo riguarda. Cennicola: "La Juve omaggiava la terna con magliette, il Milan regalava borsone con materiale tecnico Adidas e orologio; dall’Inter ricevemmo abbigliamento e borsona della Nike, orologio e in tutte le gare un maglione di cashmere Contini, Babini, Brighi, Copelli avevano un rapporto amichevole con un dirigente di un club, Meani, e non sono in questo processo".
Nuova udienza del processo Calciopoli che abbiamo seguito grazie all'abituale contributo dall'aula 216 di Francesco/Frales.
La stessa cronaca in diretta ed i commenti commenti anche su:
tifosibianconeri.com - Udienza dell'11 gennaio 2011.
Per oggi era attesa la richiesta dei PM al giudice Casoria di acquisizione dell'ulteriore attività integrativa d'indagine della quale abbiamo dato notizia il 6 gennaio. Sono stati ascoltati come "persone informate sui fatti" Minotti, Zamparini, Corbelli e il giornalista Fabio Monti del Corriere della Sera; sono stati inoltre riascoltati Baraldi e Nucini che avevano già testimoniato in aula. Tuttosport ha anticipato ieri alcuni argomenti toccati nelle dichiarazioni rilasciate. I PM, però, non hanno chiesto che venissero fatte entrare nel processo in corso le nuove indagini che stanno conducendo, così come non lo avevano fatto per la deposizione di Gianfelice Facchetti.
Ore 9.40 - L'aula incomincia a popolarsi. E' arrivato De Santis, in compagnia dell'avvocato Gallinelli, ed ha confermato che farà delle dichiarazioni spontanee. E' arrivato anche l'avvocato Prioreschi.
Ore 10.00 - E' arrivato Luciano Moggi. Il Presidente Casoria ha fatto il suo ingresso in aula ed inizia l'appello.
Il difensore dell'Avvocatura Dello stato vuole produrre una sentenza pronunciata per questa stessa questione, 3152/10 del giudizio abbreviato GUP De Gregorio, che il giudice decide di acquisire
Avv. Prioreschi: la difesa Moggi deve effettuare una produzione documentale: 3 comunicati Ansa, uno del 26.11.2004 delle ore 11.20, uno del 26.11.2004 delle ore 11.33, il terzo del 3.12.2004 delle ore 11.21, comunicati Ansa immediatamente dopo l'effettuazione dei sorteggi; il 4° documento è un verbale di sorteggi del 26.11.2004 redatto dal notaio; il 5° una comunicazione Telecom che riguarda i criteri per stabilire l’attendibilità dell’aggancio delle celle; il 6° è la richiesta di archiviazione del 4 febbraio 2008 dell'indagato, a suo tempo, Paparesta che era indagato in questo processo e la cui posizione è stata archiviata; il 7° è la sentenza del 28 maggio 2010 del Gup Panasiti sulla Telecom, del tribunale di Milano, "è voluminosa ma la parte che riguarda Moggi sono quattro o cinque pagine".
Il PM vuole verificare i documenti, ricordando che i verbali dei sorteggi sono già tutti agli atti.
L'avvocato Morescanti, per La Fazi, deposita una lettera del 5 ottobre 2004 con cui la Figc allontana la Fazi dall’Aia per essere assunta con nuove mansioni presso diverso ufficio della FIGC.
L'avvocato Catalanotti, Brescia Calcio, chiede l’acquisizione della relazione del consulente di parte Cornieti. Poi chiede che venga acquisito un estratto della rassegna stampa per alcune partite. Fa presente, inoltre, che l’ordine degli avvocati di Milano ha disposto la archiviazione per l’esposto che venne presentato nei suoi riguardi, nonché l’archiviazione di una denuncia nei suoi confronti per violenza privata presentata da Bergamo e dai suoi legali.
L'avvocato Gallinelli fa presente che il pm non ha depositato immediatamente, come previsto dalla legge, le attività di integrazione di indagine effettuata anche a maggio scorso. Inoltre, tra le persone è stato ascoltato anche il Nucini che al momento dell’interrogatorio non poteva essere controinterrogato dalla difesa De Santis, che aveva una posizione stralciata.
Avv. Gallinelli: Ora risentite Nucini nel segreto delle vostre stanze. Vi ricordo che l'avete sentito in aula quando il De Santis e la sua posizione erano ancora stralciate da questo processo e non potemmo controesaminarlo, visto che parla a lungo del mio assistito, il Nucini. Sono indagini ombra delle quali non abbiamo notizia, così come non ne abbiamo dell’interrogatorio di Gianfelice Facchetti. Vorrei che il pm esponesse i risultati anche per valutare la necessità di sentire chi non abbiamo avuto modo di sentire.
Presidente Casoria: Fin quando il pm non fa richieste al tribunale, le sue indagini non ci riguardano. Non possiamo sollecitare. Sono indagini del pm che quando vorrà esporre le esporrà. Certo, prima o poi dovremo saperlo.
Il dibattimento è sospeso per 10 minuti per l’esame dei documenti per i quali è stata chiesta l’ammissione.
Ore 10.50 - Riprende l’udienza.
Il pm Capuano si oppone alla ammissione della sentenza Telecom del tribunale di Milano perché inconferente "Nulla rileva anche la parte che riguarda l'operazione Ladroni". Si oppone anche alla comunicazione Telecom del 2009 perché non relativa a quanto detto da Di Laroni. Inoltre dice: "Rappresentiamo al collegio che ci siamo accorti quando rientrando le parti civili e la riunione del procedimento di De Santis avevano dato l'ok alla riunificazione e anche all'utilizzabilità degli interrogatori di Nucini".
Presidente Casoria: Il consenso era stato dato, con la riserva di risentire il testimone nel caso.
Avv. Prioreschi: La sentenza del Gup Panasiti c’è interesse a produrla per dimostrare che c’è stata una attività illegale di spionaggio nei confronti di Moggi, De Santis ed altri. La cosa delle celle è effettivamente relativa ad altri processi, ma Di Laroni ci ha detto alcune cose che sono smentite da quella comunicazione, che dice che per fare un’attività attendibile sulle schede è necessario chiedere le informazioni relative alle celle e non sui tabulati come fatto da Di Laroni. I carabinieri avrebbero dovuto chiedere ai gestori con riferimento alle fantomatiche schede svizzere la mappa della cella di quella scheda e non fare riferimento ai soli tabulati, che non ci dicono se la cella in quel momento funzionava o meno, se era in zona d’ombra eccetera.
Presidente Casoria: Ma anche nel controesame di Di Laroni già era emersa questa circostanza.
Avv. Gallinelli: Vorrei spiegare meglio. Sono sorpreso dall'eccezione del pm laddove nell'aprile 2010 e 1 dicembre 2010 sono stati sentiti Facchetti Jr e Nucini. Tali verbali facevano specifico riferimento all’attività di spionaggio di cui alla sentenza del Tribunale di Milano. Quindi la pertinenza c’è ed anche la rilevanza.
Avv. Cirillo, difesa Ambrosino: Apprendo solo ora delle attività dei pm non essendo stato informato.
L'avv. Russo per la Juventus si associa a quest’ultima eccezione dell'avvocato Cirillo.
Il Tribunale si ritira.
Ore 11.10 - Il Tribunale ammette i documenti dei quali l'avvocato Prioreschi ha chiesto l'acquisizione dal numero 1 al 4 e il n° 6, acquisisce la sentenza Telecom di Milano, e rigetta la richiesta che riguarda il documento Telecom (del processo Stasi, delitto di Garlasco, sull’attendibilità del lavoro investigativo sulle celle) perché ha natura dichiarativa.
DEPOSIZIONE LUCI.
Luciano Luci, vicecommissario AIA (associazione Italiana Arbitri)
Avv. difesa Mazzei: Nel 2004 2005 che attività svolgeva?
Luci: Osservatore arbitrale can A e B.
Difesa Mazzei: Si ricorda di Arezzo-Salernitana?
Luci: Sì.
Difesa Mazzei: Si ricorda qualche episodio particolare?
Luci: Sì, relativamente a Titomanlio rilevai un atteggiamento non conforme alla regola 6.
Difesa Mazzei: Quindi qualche errore di segnalazione?
Luci: No, un atteggiamento tecnico non conforme alla regola 6 che disciplina l’assistente e che dice che egli si deve astenere dal segnalare falli di gioco quando sono sotto il controllo diretto dell’arbitro.
Difesa Mazzei: Chi era l’arbitro?
Luci: Dattilo.
Difesa Mazzei: Rilevò qualcosa di particolare tra il primo e secondo tempo?
Luci: A cosa si riferisce?
Difesa Mazzei: Lei ha rilevato un atteggimento attendista nel primo tempo che poi ha avuto conseguenze nel secondo?
Il teste viene autorizzato a leggere il verbale.
Difesa Mazzei: Ma gli è sfuggita la partita di mano?
Luci: No questo no.
Difesa Mazzei: Se avesse riscontrato degli errori, li avrebbe indicati nel verbale?
Luci: Certo, la valutazione finale fu di ampia sufficienza.
Difesa Mazzei: Quando parla delle segnalazioni di fuorigioco, parla del primo tempo o del secondo?
Luci: Sì indica solo quando si riferisce al secondo.
Difesa Mazzei: Si ricorda in quale metà campo si trovava il Titomanlio, verso quale attacco?
Luci: No non lo ricordo.
Avv. Ostellari (per Titomanlio): Alla fine della gara se ci sono errori tecnici o di segnalazioni li riferisce all’arbitro?
Luci: Sì.
Avv. Ostellari: E in quella gara?
Luci: Alla fine feci notare l’eccessivo interventismo a Titomanlio e lui mi disse che vedeva l’arbitro sotto pressione.
Avv. Ostellari : Quindi per quella gara non ci sono errori.
Luci: No, lo escludo.
Avv. Ostellari: Quindi gli errori di una certa rilevanza serebbero stati visionati a Coverciano nelle riunioni tecniche?
Luci: Sì.
Avv. Ostellari: Nella Sua valutazione Lei lo ha indicato come “buono” ottimo… Lei si trovava nella zona della tribuna, sotto il controllo di Titomanlio, è così?
Luci: Sì.
Avv. Tornincasa per Pairetto: Per la gara Bologna-Juventus del 12.12.04 ha svolto attività di osservatore?
Luci: Sì.
Avv. Tornincasa: Chi era l’arbitro?
Luci: Pieri.
Avv. Tornincasa: Ha rilevato la condotta dell’arbitro, si ricorda quale fu?
Luci: Il mio giudizio finale non fu ottimo, sotto la sufficienza. Per le valutazioni rilevai un reclamo del Bologna per un rigore. Da questo la gara divenne molto difficile, quindi la gestione dei calciatori fu difficile.
Avv. Tornincasa: Ricorda se questo fattore scatenante ci fu a fine gara?
Luci: Non ricordo esattamente.
Pm Capuano: Quante volte ha avuto modo di valuare la violazione dell’art. 6 nella sua carriera?
Luci: Molto spesso, soprattutto quando c’era un arbitro giovane ed assistenti esperti.
Pm Capuano: Nessuna domanda.
Avv. Ostellari: Ma questo “aiuto” era consentito o assolutamente vietato?
Luci: No, era consentito.
Avv. Ostellari: Ma è raccomandato che l’asssitente si astenga?
Luci: Sì.
Presidente Casoria: Può andare.
Esaurito l'esame dei testi si passa alle dichiarazioni spontanee ed inizia Enrico Ceniccola.
Dichiarazione spontanea di Ceniccola: Vorrei partire dalla combriccola romana della quale era capo De Santis e composta da un gruppo di arbitri e assistenti: questa combriccola era considerata il braccio armato di Moggi e si adoperava per alterare le partite. La prima delle tante domande che mi sono posto è questa: ma non dovevamo essere un gruppo di farabutti che si incontrava e che, insieme, in queste riunioni decidevamo le sorti delle campionato?
Perché hanno accusato solo me e De Santis? Dove sono gli altri appartenenti? Abbiamo ascoltato tanti testi, compreso Auricchio che ha detto che la combriccola romana non esisteva. Dopo avere appurato ciò, facciamo un passo indietro e torniamo a Lecce-Juve, campo al limite ma praticabile e, come ho già detto al pm Beatrice e confermato dai due capitani delle squadre, nessuno ha mai chiesto che la gara venisse sospesa. La Juve era la squadra tecnicamente più dotata ed ha vinto nonostante il campo. Alla fine della gara veniamo fatti omaggio di alcune magliette sia dalla Juve che dal Lecce, cosa che avveniva alla fine di tutte le gare agli arbitri, agli assistenti e all’osservatore. Anzi in quel periodo il Milan regalava borsoni, abbigliamento e orologio dell’Adidas, e l’Inter tutto della Nike, oltre ad un maglione di cachemire. Lecce-Juve, la Juve vince e avrei raggiunto l’obiettivo designato. Allora qualcuno mi spiega perché per due mesi non sono stato designato per gare importanti? Forse mi ero sdoganato anch'io? Perché non sono stato designato per partite con De Santis? Perché quando lo chiesi a De Santis mi rispose che non lo sapeva e che dovevo rivolgermi al designatore degli assistenti? E così feci, e chiamai Mazzei che mi disse che per lui ero idoneo e che dovevo rivcolgermi ai designatori. Chiamai Pairetto che mi disse che per lui non c’erano problemi e Bergamo, invece, mi disse che c’erano assisternti più in forma di me. Contini, Babini e Copelli avevano un rapporto quotidiano e amichevole con un dirigente del Milan e non sono in questo processo. Non sono stato neanche giudicato dalla giustizia sportiva e mi trovo imputato nel processo per frode sportiva, mi sembra una incongruenza assurda. Inoltre, chiudo chiedendo un giustizia vera.
Dichiarazione spontanea di Massimo De Santis: Su di me è stato scritto un romanzo al quale spero venga messa la parola fine. Cercherò di evidenziarne alcune anomalie.
I motivi per cui non mi sono sottoposto all’esame dei pm sono semplici. I pm non hanno mai ritenuto opportuno sentirmi, in nessun momento delle indagini. Sarebbe stato riduttivo sottopormi a questo esame perché ho notato il tipo di esame che hanno fatto alle altre persone e cioè l'analisi dei contenuti delle varie intercettazioni dei personaggi senza dare mai un quadro chiaro della situazione. Ritengo giusto affidare questa mia difesa solo alle mie parole.
L’avviso di garanzia del 2006 ha sancito la fine della mia carriera fatta di sacrifici e di un comportamento corretto, premiata sul campo e non grazie a raccomandazioni e a combriccole varie.
Auricchio non ha perseguito un reato ma una persona, lo ha detto lui e non è stato bello sentirlo, soprattutto per me che facevo parte del mondo della giustizia. Io ho avuto la sventura di arbitrare quel famoso Juve-Parma del 2000 con il quale vengo etichettato come "juventino" perché annullai il gol di Cannavaro. Lo dice Meani ad Ancelotti: “La torta era fatta, il campionato lo avrebbe vinto la Juve, se De Santis non avesse fatto tutto quel casino”. Per quella gara fui squalificato 4 mesi dalla giustizia sportiva, ma non per errori tecnici. Io dovetti andare via da Roma, per i tifosi della Lazio sotto casa, per la campagna fatta nei miei confronti. Fui anche chiamato da Guariniello, l’obiettivo di quelle indagini era Moggi. Ogni volta che arbitravo la Juve avevo problemi. Nel tempo c’è stata un'inversione di tendenza. All’inizio della sua carriera un arbitro viene mandato ad arbitrare le partite più facili che, ovviamente, sono quelle tra le grandi e le piccole e, ovviamente, succede spesso che le grandi vincano. Ma nel frattempo sono cresciuto come arbitro e sono andato ad arbitrare le gare più difficili, quelle nelle quali la Juve poteva perdere. Nel luglio del 2004, si parla di scommesse, Palanca e Gabriele, guarda caso amici di De Santis, si allenano con me, non lo nego, sono miei amici, vengono sospesi e chi frequentano, con chi si allenano? E' facile: De Santis. Viene sentito Dal Cin, del Venezia, e gli vengono fatte delle domande. Viene fuori che Palanca viene messo insieme a Gabriele come vicini a De Santis e alla Gea, e quindi a Moggi.
Quindi il giro è chiuso, si arriva a Moggi ma a nessuno interessa che i due vengono scagionati. Intanto sono messo sotto intercettazione io. Investigare sulla combriccola sarebbe stato facile, bastava venire al nostro polo di allenamento, vedere quello che facevamo. Purtroppo per me sentire da Auricchio che la combriccola non esisteva è stato terribile. Perché allora me la ritrovo nel capo di imputazione? Perché sull’'Espresso' a pochi giorni dall’avviso di garanzia trovo pubblicato tutto?? Mi è stato insegnato che le intercettazioni sono mezzo di ricerca della prova e che l’investigatore, dopo, deve riscontrare nei fatti. In questa indagine, che è durata tantissimo, di investigazioni non se ne parla, l'intercettazione è diventata prova. Io ho già avuto una sentenza di condanna che è quella dell'opinione pubblica. Su spezzoni di intercettazione sono state fatte le fiction. Poi è seguito lo scempio delle sentenze sportive addomesticate del 2006. Non mi è stato permesso di difendermi perché c’erano spezzoni di telefonate. Se le telefonate fossero state depositate tutte, forse avrei avuto uno spiraglio di difesa. Oggi la Figc non sarebbe dovuta tornare a sentire la stessa gente di cinque anni fa. Eppure queste telefonate sono rimaste nell’ombra. Forse conoscendole mi sarei potutto difendere anche a Milano nella querela di Facchetti. Io mi muovevo in un contesto in cui quelle cose erano normali. Perché Narducci in quest’aula ha detto che non risultavano telefonate di dirigenti dell’Inter? E io che dovevo fare? Avevo addosso numerosi processi, e per mettere fine feci la lettera di scuse.
Poi scopro che Facchetti e Moratti, dietro suggerimenti di un arbitro, Nucini, che cercava un posto di lavoro e che veniva da me a piangere perché aveva l’aspirazione di aprire un bar, mi rendo conto oggi che queste tre persone organizzavano insieme a Tavaroli indagini illecite. Che fine hanno fatto queste indagini? La sentenza stamattina depositata parla della mia vita scandagliata in tutto e per tutto con un teste che gira per le società di calcio a contrabbandare false informazioni.
La dottoressa Boccassini mi ha negato la possibilità di ottenere copie di quegli atti che riguardavano me. Facchetti con una mano indagava su di me con l’altra mi telefonava e mi mandava gli auguri, durante una partita, lo abbiamo sentito qui dall'assistente Mitro, e mi mandava i saluti con Walter Gagg, un alto dirigente Fifa, che debbo dire aveva molto a cuore le sorti di Facchetti e dell'Inter, ma non mi ha mai fatto proposte di nessun tipo, ci mancherebbe.
Mi viene mossa l’accusa di aver procacciato informazioni e grazie ad esse entravo e uscivo dall’associazione. Addirittura ho danneggiato quasi volutamente questa associazione. Chi è che mi ha fornito queste informazioni? Un tale Pepe Guglielmo, autista del Csm, zio di un calciatore attuale della Juventus, che mi chiedeva consigli su quale procuratore potesse seguire il nipote, mi chiedeva di Zavaglia. Se fossi stato il braccio armato di Moggi mi sarebbe stato facile indirizzarlo.
Il 18 gennaio 2007 mi è stato notificato un avviso di proroga delle indagini e poi non ne ho saputo più nulla. A giugno ho chiesto che fine aveva fatto il procedimento. Scopro che ancora oggi è nella fase delle indagini e stranamente è tornato nelle mani di Narducci dopo essere stato assegnato al pm Amato.
Senza dimenticare che non è vero che ad aprile 2005, come detto da Auricchio, avevo avuto la proroga delle indagini, ma solo a giugno 2005.
I vantaggi ottenuti da me: quali sono stati? È brutto sentirsi dire 'arbitro corrotto' ma la corruzione in che cosa consiste? In passaggio di denaro? Certo no, e quindi essi devono essere nella progressione di carriera e in maggior numero di gare arbitrate. Noi percepivamo 5000 euro lorde per una gara di A e 2500 per una di B. Quindi chi era vicino all’associazione dovevo arbitrare di più. Ebbene in quella stagione, io, capo della cupola, tra i migliori con Collina, Le elenco le cose:
Collina: 28 gare in A e 4 in B: 145.000 euro.
Paparesta: 26 in A e 3 in B, 137 mila euro.
Rosetti: 25 in A e 3 in B, 130 mila euro.
Farina: 24 in A e 3 in B, 127.500 euro.
Trefoloni: 24 in A e 3 in B, 127.500 euro.
Rodomonti: 22 in A e 6 in B, 125 mila euro.
Bertini: 23 in A e 1 in B, 117.500 euro.
De Santis 21 in A e 4 in B, 115.000 euro.
Due arbitri ci sono in quest’aula: io e Bertini, quelli che guadagnavano di meno.
Per alcuni anni io, Collina, Paparesta e Trefoloni facevamo lo spot di Conto Arancio. Dopo il 2006, non ci era stato dato nulla, chiedo alla Figc l’accesso agli atti e mi viene negato, viene fatta un'interrogazione parlamentare e scopro che Collina ha avuto 100.000 euro...
Scheda svizzera: quell’anno io frequentavo il corso per guardie penitenziarie al quale non potevo mancare perché era con frequenza obbligatoria. Tale corso si faceva a Torre del Marmo e per me era un grosso sacrificio perché scappavo il venerdì per raggiungere Coverciano. Gli investigatori potevano benissimo controllare dov’ero e che cella attaccava quella scheda. Bastava vedere dove ero io quei giorni, c’erano docenti, altri 70 allievi…
Lecce-Juve: non c’è nessuna intercettazione sulla gara. Mi viene contestato che faccio giocare su un campo impossibile per favorire la Juve, si sentono i giocatori che confermano che il campo era praticabile. Prendo 23 magliette, è vero, ma che reato è? Perché su 40 arbitri vengo intercettato solo io? Negli ultimi 10 anni in A è stata sospesa solo una gara per pioggia. Nel maggio del 2000 si è disputata una gara e sul terreno di gioco c’era molta più acqua. Il 14 maggio 2000 Collina non interruppe a Perugia: ma quando perde la Juve non c’è reato. Pensi che mi hanno chiesto magliette anche negli uffici di via Inselci, dove c’è il nucleo investigativo dei carabinieri che hanno creato Calciopoli.
La presenza di Moggi e Giraudo negli spoigliatoi: c'era una circolare che autorizzava la presenza dei dirigenti. Quando è accaduto che un dirigente della Fiorentina e dell’Inter sono entrati negli spogliatoi nell’intervallo sono stati squalificati.
Fiorentina-Bologna e Fiorentina-Milan: i calciatori diffidati. Nella prima non c’è nessuna telefonata. Ammonisco Petruzzi e Nastase. Il Bologna aveva 7 diffidati in quella gara. Ma l’arbitro deve avere un atteggiamento diverso nei confronti dei calciatori diffidati? Assolutamente no. Ma queste ammonizioni erano giuste o sbagliate? Auricchio ha dato dimostrazione di essere un buon tecnico, e perché non si è accertato se queste ammonizioni erano giuste o no?
Saltano fuori per Fiorentina-Bologna telefonate tra me e i designatori. Ma è bastata una telefonata di un giornalista che parla di "delitto perfetto" e parla di tre invece di due diffidati e Moggi cade dalle nuvole.
Fiorentina-Milan, per me è il punto cruciale di svolta di queste indagini. Il leit motiv di quel campionato è stato il duello tra Juve e Milan. Si gioca Fiorentina-Milan e le due squadre si giocano molto. La settimana successiva si gioca Milan-Juve e il Milan scende in campo con Rui Costa, Nesta e Seedorf, tre dei migliori giocatori del pianeta, altro che Petruzzi e Nastase, diffidati. Se il Milan avesse perso, avrei favorito la Fiorentina e la Juve nello stesso momento. Il Milan vince e la Fiorentina contesta la mancata concessione di un rigore. La Juve è in silenzio stampa.
Quando sono stato a 'Matrix', la prima domanda fattami è stata sulle numerose intercettazioni tra me e Moggi. Sa che c’è? Che tra me e Moggi non ci sono intercettazioni, ci sono quelle di Moggi che non mi vuole come arbitro…
Ad aprile 2005, quindi, ero sdoganato perché avrei avuto la proroga delle indagini, cosa non vera. Poi trovo una telefonata tra Ramaccioni e Meani che si preoccupano dei diffidati del Milan e che l’arbitro fosse De Santis. Quindi, ero dentro o fuori?? Sono certo che se avessi ammonito almeno uno di quelli, avrei avuto un altro capo di imputazione
Juve-Inter. L'Inter vince con l’arbitro De Santis. Due diffidati, Ibra e Appiah, che verngono ammoniti entrambi e saltano la gara con la Lazio. Ibra non solo viene ammonito ma colto dalla prova televisiva a commettere un fallo su Cordoba, fallo sfuggito a tutti. La prova televisiva si applica su richiesta della Procura su quegli episodi sfuggiti alla terna arbitrale. Perché può decadere? Perché il Giudice sportivo ha un passaggio obbligato: contatattare l’arbitro che, se dice di aver visto l’episodio, la fa decadere. Se dice di non aver visto, la fa andare avanti. Se io avessi detto di aver visto, non avrei fatto squalificare Ibra. Io ero a Lisbona e sono stato tempestato di telefonate dal giudice sportivo che magari, visto il casino che si era creato, sperava che dicessi che avevo visto…
Parma-Juve, di gennaio: si parla di una telefonata di Boschi, ma millantava. Voleva una maglietta di Ibra che non l’aveva perché l’aveva scambiata. La porta del mio spogliatoio era sempre aperta, forse per deformazione professionale…
Lecce-Parma. Io non sono stato condannato dalla giustizia sportiva per nessuna gara relativa alla Juve, ma solo per Lecce-Parma. Io, Bergamo e Mazzini, per illecito sportivo, solo per l’art. 6, nemmeno per l’art.1, mi è stata contestata perché sono state confezionate due telefonate, quella tra me e Bergamo di mezzogiorno prima della gara e tutti gli arbitri hanno detto che era prassi. La partita serviva per aiutare la Fiorentina che avrei potuto aiutare contro il Milan e non l’ho fatto. Era una delle sei gare nelle quali si decideva la salvezza. Lecce-Parma era anche difficile perché qualche anno prima il Lecce che si giocava la retrocessione, affrontò proprio il Parma, già salvo, che vinse. I giornali dicevano che il Lecce avrebbe giocato a vincere. E io dico a Bergamo: se giocano, io faccio l’arbitro e mi metto in mezzo, se non giocano, mi metto da parte. Se non ci fosse stata voglia di giocare non avrei potuto fare niente… Baraldi, Carmignani, i vari giocatori che sono venuti hanno tutti detto che non c’era nessun motivo di dubitare del mio comportamento. Vignaroli dice di avermi sentito dire che io non gli facevo vincere la partitan ma le immagini dimostrano chen nel momento in cui io avrei detto ciò, lui non è vicino a me. Abbiamo giocato su Morfeo ammonito o espulso. Era stato ammonito. Al termine della gara, mancava poco, i giocatori del Parma, forse avendo qualche indicazione che con quel risultato sarebbero andati in B, chiedevano di giocare, io diedi 4 minuti di recupero che non c’erano, io vidi la disperazione negli occhi dei giocatori del Parma, facendola terminare dopo tutte le altre. Dopo la gara mi accusano di avere comunicato a Mazzini di aver fatto un capolavoro. Ed è vero, io feci un capolavoro, perché è la verità, la gara era difficile e anche l’osservatore dice che ero stato bravissimo. La prima telefonata che faccio alle 17.46 la faccio a Bergamo e gli spiego tutto quello che era successo. Lo doveva sapere da me. Dopo di lui, parlo con Pairetto e gli dico la stessa cosa. Poi, dopo chiamo Mazzini e dico le stesse cose, in maniera più scherzosa. Le prime due telefonate non ci sono, la terza sì. La sera mi chiama Collina, mi fa i complimenti e mi dice che sono stato bravo e io ripeto le stesse cose delle prime telefonate. Alle otto del giorno dopo mi chiama Rosetti e mi dice le stesse cose. Perché queste telefonate non ci sono?
Ho finito, con la consapevolezza che questo tribunale valuti attentamente tutto quello che non è potuto emergere nel processo sportivo, con una sentenza giusta, che vada al di là delle informative dei carabinieri e che mi restituisca la mia dignità di persona per il futuro e quella di arbitro per il passato. Grazie.
De Santis presenta l’archiviazione della querela di Facchetti e il Presidente Casoria la ammette.
Pm: Preso atto che gli imputati non si sottoporranno agli interrogatori, produco gli interrogatori di Ceniccola Enrico del 23.06.2006, di Gemignani, di Rodomonti, di Mencucci, di Della Valle, di Lotito, di Bergamo, di Moggi.
Il Presidente Casoria fa presente che il perito ha chiesto un supplemento di tempo per il deposito della perizia di trascrizione delle telefonate.
Deposizione spontanea di Gennaro Mazzei: La mia nomina è stata proposta da Lanese a Carraro che l’ha confermata. Nel 2001, quando mi fece la proposta, ero considerato dall’Uefa uno dei più bravi del mondo, ho fatto finali di Champions, i Mondiali del 1998 eccetera, la proposta di Lanese era motivata da questo.
Preparavo la griglia degli assistenti, in base al loro rendimento, alla loro crescita. Qui finiva il compito del vicecommissario. Il compito delle designazioni era del commissario. Al sorteggio che veniva fatto, io non andavo mai, inviavo solo le griglie, non avevo potere decisionale. A Coverciano andavo solo perché era un raduno tecnico e quando capitava che si svolgesse anche il sorteggio ci andavo. Quello che mi interessava era il discorso tecnico. Mi trovo coinvolto in questo processo per una delle tante telefonate tra Meani e Titomanlio che io non avevo nemmeno proposto, è stato cambiato il nome. Io non ho parlato con Titomanlio solo in quella occasione, così come ho parlato con tutti gli assistenti, cercando di prepararlo ad una situazione ambientale che avrebbe trovato. Gli assistenti stavano a Coverciano solo il venerdì. Quindi quello era l’unico momento che io avevo per parlare con loro.
Ora c'è una pausa di circa mezz'ora per decidere su come proseguire, se ammettere una richiesta del pm su un file riguardante Della Valle che non sarebbe stato inserito tra quelli da trascrivere e per stabilire il calendario delle prossime udienze.
Ultima nota: Il Presidente Casoria informa che il perito Porto ha richiesto una proroga per consegnare le trascrizioni. La prossima udienza, pertanto, sarà il 25 gennaio, quando potrebbe esserci qualche altra deposizione spontanea, visto che il pm Narducci ha detto che non ce la fa ad iniziare la sua requisitoria per quella data. L'udienza è conclusa.
Nucini riascoltato dopo la deposizione di Facchetti Jr?
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- By Redazione
Cosa è accaduto di nuovo dall'ultima udienza, 14 dicembre 2010, del processo denominato "Calciopoli"?
Abbiamo appreso di un'attività integrativa d'indagine, con nuovi interrogatori, effettuata dai pm Narducci e Capuano. La prima stranezza che abbiamo registrato è che questa volta le "voci della Procura" non sono arrivate a giornalisti come Galdi e Piccioni (La Gazzetta), Del Porto (Repubblica) e Buccheri (La Stampa), solitamente ben informati su mosse e contromosse della Procura. Ne ha parlato solo Tuttosport, oltre a noi. Sono stati ascoltati Nucini, Baraldi, Zamparini, Corbelli, Minotti e Fabio Monti, giornalista del Corriere della Sera. Questa integrazione di indagine per ora è finita nel fascicolo del pm e potrà entrare in quello del dibattimento se il Presidente Casoria ne ammetterà l'acquisizione. In tal caso potremmo vedere in aula questi nuovi e vecchi testimoni per il controinterrogatorio delle difese. Baraldi e Nucini, infatti, erano già stati ascoltati a Napoli come testimoni dell'accusa. Se la deposizione di Monti ci incuriosisce, quella di Nucini non ci ha sorpreso neppure un po', perché chi ci segue ed ha letto il nostro articolo "Il teste Nucini ha detto tutta la verità?" ha compreso che dopo la deposizione di Gianfelice Facchetti il Nucini lo avremmo interrogato subito anche noi.
Guido Vaciago su Tuttosport del 6 gennaio 2011 ha anticipato alcuni dei punti toccati nelle dichiarazioni di queste "persone informate sui fatti" e a proposito di Nucini ha scritto: "Nucini, che aveva già deposto in aula, raccontando dei suoi sospetti sui contatti fra De Santis e Moggi, che lui aveva 'denunciato' all’allora presidente dell’Inter Facchetti. Nucini ha ribadito tutto, aggiungendo un particolare: Facchetti gli stava cercando un lavoro, perché lui temeva - agendo da 'cavallo di Troia' dell’Inter all’interno del sistema Moggi - di perdere i proventi della carriera di arbitro. Ecco quindi che Facchetti gli stava procurando colloqui per 'compensare' quella perdita".
Ora che i pm abbiano avvertito l'esigenza di ascoltare nuovamente Nucini solo per chiedergli conferma di quanto aveva già dichiarato in aula, o per sapere se un posto di lavoro era stato chiesto o offerto, non ci convince troppo. Non ci sorprenderebbe sapere, invece, che questo nuovo interrogatorio sia stato motivato dalle dichiarazioni rese ai pm da Gianfelice Facchetti il 26 aprile 2010.
In coda all'udienza del 27 aprile 2010 il pm Capuano annunciò: "Ai sensi del 430 secondo comma si vuole dare comunicazione alle difese che da domani viene depositata presso le nostre segreterie ulteriore attività integrativa d'indagine". La stampa riferì che ne sarebbe stata chiesta l'acquisizione nella successiva udienza dell'11 maggio, ma in quell'udienza Narducci chiese di acquisire la registrazione parziale di Matrix nella quale Moggi avrebbe ammesso l'uso di sim straniere, ma non chiese l'acquisizione della deposizione di Facchetti con allegato "Memoriale" che, a quanto ci risulta, sono ancora entrambi nel fascicolo del pubblico ministero. Eppure la stampa aveva riportato che quella deposizione e quei documenti erano valutati come "rilevanti, importanti", che per i pm avevano "un significato prezioso".
Ora noi abbiamo capito, e da tempo, come funziona l'informazione su questo processo e come viene messa a disposizione del lettore, ed allora abbiamo il fondato sospetto che della deposizione di Facchetti e degli appunti del padre sia stata selezionata e riportata dai media solo una piccola parte ritenuta "utile", un po' come avvenuto con le intercettazioni.
Solo per fare un esempio, Dario Del Porto su Repubblica riferisce l'episodio contenuto negli appunti relativo al sospetto che arbitri giovani, e dunque ritenuti più facilmente condizionabili, venissero mandati "a dirigere la Juve durante il torneo 2001-2002, quello che si concluderà il 5 maggio 2002 con la clamorosa sconfitta dell'Olimpico (contro la Lazio) e la conseguente aggiudicazione dello scudetto proprio alla Juventus. Il campionato «perso a Roma», lo chiama Facchetti nel diario", ma a quanto pare negli stessi appunti Facchetti avrebbe anche scritto che l'Inter lo scudetto "nel 2001-2002 l'ha proprio regalato incredibilmente".
Visto che hanno riportato ampi stralci e anche parti virgolettate, dobbiamo presumere che i giornalisti abbiano potuto leggere una copia della deposizione di Facchetti Jr e degli appunti del padre, ed allora li invitiamo a rileggere bene e a riportare tutto a beneficio dei propri lettori.
Buccheri ci ha detto che sono state riempite "7 pagine di deposizione... mettendo agli atti anche 10 fogli di appunti scritti dallo stesso ex presidente nerazzurro e conservati dal figlio in tutti questi anni". Per tre giorni diversi giornalisti ci hanno riferito che nella deposizione di Gianfelice Facchetti era "centrale la figura di Nucini" come confidente del padre, hanno riportato alcuni passi della deposizione ed ampi stralci di quello che loro hanno battezzato "Il Memoriale di Facchetti", ovvero una sola pagina dedicata al "Sistema M." riferito da Nucini e le altre su temi generici del calcio e sull'organizzazione che avrebbe dovuto darsi l'Inter, come riferito da Moretti su Tuttosport.
Già in quei giorni avevamo sottolineato in rosso dei passaggi: il Quotidiano Nazionale del 29 aprile riportava che "Facchetti cominciò ad annotare una serie di informazioni - ha spiegato Gianfelice agli inquirenti - dopo che l'arbitro Danilo Nucini gli riferì diversi episodi precisando che aveva deciso di uscire dall'organizzazione"; poi in un articolo di Fulvio Bufi sul Corriere della Sera abbiamo letto: "Sono fogli a quadretti scritti a mano dall'allora presidente dell'Inter sulla base delle confidenze fattegli da Danilo Nucini, un ex arbitro che per un periodo avrebbe fatto parte anche lui dei fedelissimi di Moggi".
Poi il primo maggio un articolo della Gazzetta con più notizie e parti della deposizione, firmato Galdi e Piccioni, ci ha fatto drizzare ancor più le orecchie, perché leggere "quando stava pensando di tirarsi fuori da questo gruppo" ci indusse a pensare che, forse, Gianfelice non avesse parlato di un Nucini "cavallo di Troia" infiltrato nell'organizzazione su suggerimento del padre, come l'ex arbitro aveva riferito al processo. Inoltre il particolare riferito da Galdi/Piccioni "fra le confidenze di Nucini a Facchetti c'era un Avellino-Messina pieno di polemiche" ha fatto scattare la sirena, perché ricordavamo bene che era stato proprio Nucini l'arbitro di quella contestatissima partita che, badate bene, si è giocata il 12 ottobre 2003, ovvero 17 giorni dopo il presunto incontro con Moggi in un albergo di Torino.
Nucini al processo ha detto che dopo quell'incontro chiamò Facchetti, gli riferì tutto, compreso il numero della sim ricevuta e che da quel momento in poi smise di "farsi vedere amico" e stette sulle sue.
Allora perché Facchetti segnala quella partita? Cosa successe in quella partita?
Come Auricchio consultiamo La Gazzetta e leggiamo: Zeman avvertito con un sms "Oggi non vinci".
In base a quanto avevano scritto Galdi e Piccioni, anche il teste dell'accusa Nucini aveva aiutato il Messina in quel campionato?
Ora, a quanto pare, i giornalisti non ci hanno detto una cosa importante della deposizione, perché Facchetti Jr avrebbe dichiarato anche qualcosa a proposito di almeno un arbitraggio di Nucini, che in quel campionato di serie B ebbe occasione di arbitrare il Messina.... Quanto riportato dalla stampa della deposizione di Gianfelice Facchetti, in aula non è emerso durante l'esame di Nucini.
Queste parti della deposizione di Facchetti Jr potrebbero aver indotto i pm ad ascoltare nuovamente Nucini, perché è chiaro a tutti che o prendiamo per buona la deposizione di Nucini o quella di Gianfelice Facchetti, che alimenta dubbi su un teste dell'accusa già ascoltato. Comunque restano tanti punti interrogativi che analizzeremo molto presto, relativamente al teste Nucini.
E Fabio Monti perché è stato ascoltato? Ci auguriamo che la sua deposizione venga acquisita, perché siamo curiosi di conoscere le domande fatte e le risposte date dal giornalista che fece parte del gruppo che regalò una targa a Magath per la rete segnata alla Juve nella finale di Atene. Al momento non è ipotizzabile alcuna motivazione, se non rilevare che, a quanto pare, nei dodici fogli di giornale consegnati da Facchetti Jr ai pm, diversi articoli erano firmati da Fabio Monti.