CantaNapoli - Il processo
Dalla mezza verità di Galdi alla ricusazione della Casoria
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- By Redazione
Il 19 maggio 2009 a Napoli si svolge un'udienza nella quale depongono, come testi dell'accusa, Romeo Paparesta e Armando Carbone, personaggio del quale ci eravamo occupati ancor prima che iniziasse il processo (leggi l'articolo). Della deposizione di Carbone ci siamo occupati con un articolo e l'abbiamo trascritta integralmente. In aula i giornalisti latitano, ma ci sono l'inviato di Tuttosport e Maurizio Galdi. Ora leggete il diverso modo di riportare la cronaca dell'udienza: articolo di Tuttosport; ed ora articolo di Galdi sulla Gazzetta.
Galdi snobba completamente la contraddittoria deposizione di Carbone, riduce a poche righe quella di Romeo Paparesta, e ne dedica molte di più alla critica del giudice Teresa Casoria. Galdi scrive che la Casoria ha detto: "Abbiamo processi seri da fare", ma è una piccola parte di quello che il giudice ha detto. Galdi era in aula ma riporta in modo tagliato la frase della Casoria.
In realtà, come potete ascoltare, le cose sono andate così:
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Presidente Casoria: Pubblico Ministero, per la prossima volta bisogna citare molti più testimoni. Noi non possiamo vivere qui...
Il pm: Questa volta c'era un altro teste in programma...
Presidente Casoria: Anzi adesso vi do anche il calendario così la difesa non può lamentarsi.
Avv. Prioreschi: La difesa, Presidente, si lamenta sempre, per definizione.
Presidente Casoria: Così si lamenta di meno. Vi do anche il calendario per dopo le ferie. La prossima udienza, innanzitutto, è del 26 maggio, ma il calendario è ben noto a tutti i difensori, poi il calendario dopo le ferie così ogni avvocato potrà...
Un avvocato (sembra Trofino): Presidente, una proposta oscena, se si può superare l'udienza del 26...
Presidente Casoria: No, no, avvocato, lo sapete che questo reca un intralcio, alla sezione, enorme questo processo? ... in effetti ci sono anche delle cause serie che devono essere rinviate per dare spazio... (mormorio in aula, la Casoria alza il tono e chiarisce) più serie, dove ci sono detenuti, dove ci sono imputati detenuti, con i detenuti, abbiamo anche cause con i detenuti, che hanno diritto ad essere preferiti rispetto...
Il giudice Casoria dice per ben quattro volte che si riferisce ai processi con "detenuti". Ne trovate traccia nell'articolo di Galdi?
No, Galdi taglia la frase e continua "Le telecamere di 'Un giorno in Pretura' hanno sicuramente inquadrato le espressioni spesso annoiate del presidente del collegio giudicante, ma anche le colleghe a «latere» non sembravano da meno. [...] ... sembrava che l'aria fosse: chiudiamo in fretta questo processo e senza interruzioni. [...] Anche la battuta poco felice sul secondo teste dell'accusa (Armando Carbone)... è illuminante: «Abbiamo inquadrato il personaggio»".
Galdi non dice a "quattro milioni di lettori della Gazzetta" in quante contraddizioni è caduto Carbone (accennate da Tuttosport), né in conseguenza di cosa il giudice pronunci quella frase su Carbone. Riportiamo noi la trascrizione integrale:
Avv. Prioreschi: Se ho capito bene, Lei è stato rinchiuso quarantuno giorni in questura?
Carbone: Quarantuno giorni in questura.
Avv. Prioreschi: Non in carcere?
Carbone: No. In questura.
Presidente Casoria: Va bene, avvocato, non rivanghiamo il passato, per favore! Andiamo avanti!
Avv. Prioreschi: Presidente mi scusi, ma il Pubblico Ministero l'ha rivangato per un'ora, io in controesame che devo fare!? Lavoro ...
Presidente Casoria: Va bene. Ma a che fine alla difesa...
Avv. Prioreschi: Ah, non lo dica a me! Non l'ho citato io come teste, Presidente, lo deve chiedere...
Presidente Casoria: ... interessa questo fatto che lui è stato... , se fosse vero, a che fine?
Avv. Prioreschi: Per le mie conoscenze che ho del codice mi pare che uno arrestato possa stare...
Presidente Casoria: Ammettiamo che sia stato fatto un abuso, a che fine...
Avv. Prioreschi: Non è un abuso, Presidente, è ai fini dell'attendibilità del teste, perché mi pare impossibile che uno che venga arrestato all'epoca su ordine di cattura del Giudice istruttore, o mandato di cattura del Pubblico Ministero... possa essere ristretto quaranta giorni in Questura.
Presidente Casoria: Più o meno abbiamo già inquadrato il personaggio. Andiamo avanti!
Galdi deve avere un'empatia particolare con i pm, perché il suo articolo anticipa di cinque mesi quelle che saranno le motivazioni dei pm nell'atto di ricusazione del giudice Casoria.
A ruota di Galdi scatta l'attacco alla Casoria di Alessandro Gilioli su L'Espresso.
Leggete bene anche questo articolo. Gilioli, chissà cosa legge o con chi tra i pochi presenti in aula ha parlato, scrive anche "chi in questi mesi ha partecipato alle udienze ha notato che le tre giudici Teresa Casoria, Maria Pia Gualtieri e Francesca Pandolfi manifestano spesso la loro noia, capiscono palesemente poco o niente di calcio e soprattutto non sembrano interessate a comprendere i collegamenti della ‘cupola’ così come emergono dalle intercettazioni". Gilioli lamenta che "anche i giornali – con rarissime eccezioni – non regalano al processo di Calciopoli più di un mezzo colonnino al mese", ma lui non contribuisce ad informare su altri clamorosi sviluppi del processo: nel campo ricerca del suo blog su L'Espresso digitate "Facchetti" o "Auricchio" e vi comparirà "non trovato". Al giornalista interista Gilioli interessa solo se la Casoria capisce di calcio? Sembra di sì.
La nostra risposta all'attacco alla Casoria è questo articolo: Dagli al giudice.
21 ottobre 2009. Ricusata la Casoria. Il Procuratore capo di Napoli, Giandomenico Lepore, ha assecondato la richiesta dei pm e firmato l'istanza di ricusazione del giudice Casoria, perché il suo atteggiamento e certe frasi sono "un'anticipazione di giudizio". La ricusazione di un giudice è un evento eccezionale, in Italia si ricordano tre o quattro casi, e a Napoli, dicono, è avvenuto solo due volte. Leggete l'articolo di Galdi sulla Gazzetta "La Procura ricusa il giudice", quasi una fotocopia di quello scritto a maggio; ancora una volta riporta in modo incompleto la frase della Casoria.
Ne parla anche Repubblica, che riporta il parere dell'avvocato Catalanotti del Brescia: "La istanza di ricusazione ha una valenza 'rivoluzionaria', che, peraltro, non risiede solo nella novità della iniziativa, già in sé oltremodo significativa. Ritengo che nel caso di Calciopoli abbia il sapore di un atto di rivolta dell'Ufficio titolare dell'azione penale nei riguardi del Tribunale che, al di là delle ragioni, tra quelle previste dalla legge, evocate nella richiesta di ricusazione, denuncia un gravissimo disagio per la gestione del processo".
Il Corriere del 25.10.2009 ci informa che nelle otto pagine della ricusazione è riportato: "Ha manifestato indebitamente un orientamento che appare preconcetto e possiede inoltre il carattere del giudizio formatosi 'per partito preso', in assenza di verifiche serene ed obiettive.. [...] Il Presidente del collegio ritiene che il cosiddetto calciopoli sia processo non 'serio' o comunque meno 'serio' di altri processi", che è riportata la frase detta durante l'interrogatorio di Carbone "Più o meno abbiamo già inquadrato il personaggio", che secondo i pm è di "tenore letterale quasi dispregiativo" e sottolinea come "il teste non sia ritenuto una persona "seria" e le sue dichiarazioni riferiscano "circostanze false, o non veritiere o non credibili". Secondo l'atto di ricusazione il giudice "non appare più imparziale".
Beh, come scriveva Tuttosport già a maggio, Carbone "confonde date e fatti, opinioni e letture di giornali", e poi, per la storia che ai tempi del calcio scommesse venne arrestato e tenuto in Questura per 41 giorni, "manco la questura di Torino fosse il Cile"... lasciamo ai lettori ogni valutazione.
8 gennaio 2010. Rigettata la ricusazione. Da Tuttosport: "La settima sezione della Corte di Appello di Napoli (presidente Giuseppe De Falco Giannone, consiglieri Patrizia Cappiello e Giuseppina Marotta) ha dichiarato inammissibile l’istanza di ricusazione presentata dalla procura nei confronti di Teresa Casoria. [...] La Corte di Appello ritiene infondata la ricusazione anche nel merito. Per i giudici le parole della Casoria non contengono «alcuna indebita valutazione negativa sulla rilevanza penale dei fatti», ma contengono «una mera valutazione in ordine allo spazio da dare al processo in rapporto alle esigenze di ruolo del collegio» con riferimento alla necessità di trattare altri processi che hanno carattere di priorità per la gravità dei reati contestati e perché a carico di imputati detenuti".
Maurizio Galdi dà la notizia della ricusazione rigettata e, ancora una volta, riporta la frase amputata: "Non ritenuta negativa neanche la dichiarazione: «Abbiamo processi più seri»".
Il processo - Cronaca dell'udienza del 14 dicembre 2010
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Udienza molto breve e pre-natalizia del processo Calciopoli che abbiamo seguito, in collaborazione con gli amici del forum www.tifosibianconeri.com, grazie al consueto contributo dall'aula 216 di Francesco (Frales).
Potete commentare la stessa cronaca in diretta anche sul forum tifosibianconeri.com, cliccando su questo link:
tifosibianconeri.com - Udienza del 14 dicembre 2010.
Come sempre gli amici della "Combriccola romana" monitoreranno i Vostri commenti sul nostro blog alla ricerca di spunti per la trasmissione "Signora mia", in onda stasera, che si annuncia molto interessante per la presenza degli avvocati Gallinelli e Prioreschi, di Massimo De Santis, di Nicola Penta e del nostro Salvatore Cozzolino. Per commenti alla cronaca in diretta cliccate su questo link:
Blog Ju29ro.com - Commenta l'udienza.
Coda delle testimonianze: nella scorsa udienza la difesa di Mazzei ha chiesto, per oggi, di poter ascoltare Luci che, come Nicchi, aveva mandato una giustificazione. Il presidente Casoria aveva dato il suo benestare. Poi si dovrebbe passare alle dichiarazioni spontanee degli imputati e, in seguito, agli interrogatori degli imputati, che però non sono obbligati a rispondere ai pm.
Sempre relativamente alla scorsa udienza vogliamo ritornare a quanto accaduto nelle prime battute e che grandi giornali con due inviati in aula, come Galdi e Piccioni per la Gazzetta, non hanno riportato, lasciando all'oscuro milioni lettori su un fatto che potrebbe avere sviluppi, perché non è una inezia che l'avvocato Prioreschi abbia fatto mettere a verbale l'impossibilità di trovare alcune telefonate. Ricordiamo dalla scorsa udienza:
Avv. Prioreschi: Presidente, io volevo far rilevare a verbale una circostanza: noi abbiamo trovato nel CD dei brogliacci alcune telefonate tra Facchetti ed il designatore Pairetto che, poi, nei file audio non vengono... non siamo riusciti a... non ci sono, insomma, ecco. Questo avviene anche per altre telefonate tra altri indagati ed imputati di questo processo. Ci sono alcuni brogliacci e non ci sono i relativi file audio. Adesso questo è soltanto per farlo rilevare a verbale, poi le considerazioni...
Siamo riusciti ad avere uno di questi brogliacci (clicca per vederlo): come è possibile vedere il chiamante è un numero intestato all'Inter, non c'è nessuna descrizione, seppur minima, che aiuti a intuire il possibile contenuto della telefonata (quindi per gli investigatori, evidentemente, non c'era nulla da annotare di quella comunicazione). Per scoprirne il contenuto occorreva ascoltarla, come è stato per moltissime. Sul brogliaccio, in alto, c'è il numero di progressivo della telefonata, ma quando i consulenti sono andati a cercare la telefonata con quel progressivo non l'hanno trovata. Ci è stato riferito che non si tratta, come pure era avvenuto, di CD illeggibili, perché sullo stesso supporto ci sono file ascoltabili con progressivi precedenti e seguenti.
Su questo fatto c'è stato silenzio da parte della stampa, con unica eccezione Moretti di Tuttosport, che ne aveva dato notizia già il 16 ottobre.
Ore 10.30 - Udienza iniziata da un quarto d'ora.
Manca, anche questa volta, il teste Luci, osservatore arbitrale convocato dall’imputato Titomanlio. Il presidente Casoria è prentoria: "Dobbiamo chiudere questo esame testi. E chiederemo al pm quando intende cominciare la sua requisitoria".
Sono stati ascoltati due assistenti, Carrer e Biasutto su Arezzo-Salernitana da parte dell'avv. di Titomalio: hanno confermato la gestione corretta della gara.
Poi Biasutto viene interrogato anche dall'avv. Gallinelli (difesa De Santis) sulla gara Lecce-Parma. Biasutto dice di non ricordare nulla di particolare su quella gara e che il comportamento dell'arbitro De Santis fu corretto. Dice di ricordare l'atteggiameto di Zeman che si staccò dalla panchina assumendo un atteggiamento di contestazione nei confronti dei suoi calciatori. Come al solito nessuna particolare disposizione di De Santis nella riunione pre-gara: "De Santis ci disse di tenere la massima attenzione al match: usiamo la testa, sapevamo che era una gara importante"; l'atteggiamento complessivo di De Santis fu assolutamente corretto anche nell'occasione dell'espulsione di Contini. Non ricorda l'episodio di Vignaroli.
Avv. Gallinelli: Ricorda se Zeman sostituì Vucinic?
Biasutto: No, non ricordo.
Avv. Gallinelli: E se Morfeo fu ammonito?
Biasutto: Fu espulso, perché allontanò la palla, non vorrei dire stupidaggini, ma credo che fu così.
Avv. Gallinelli: Di che si parlò con l'osservatore?
Biasutto: Di preciso non ricordo ma il suo commento alla gara fu positivo; ricordo la protesta di un dirigente del Parma che si lamentava con De Santis dell'ammonizione dei diffidati, ma questa era una cosa che non conoscevamo. Non dovevamo certo preoccuparci di giocatori diffidati.
Avv. Gallinelli: In che modo protestò questo dirigente?
Biasutto: Entrò in maniera irruenta e aggressiva, tanto che De Santis gli disse chiaro e tondo: "Lei non mi insegna come fare l’arbitro e delle diffide a me non riguarda". E non sapevamo neanche l’esito delle altre gare: si figuri un po'.
Avv. Bonatti: Ha mai ricevuto da Pairetto e Bergamo inviti a comportarsi in maniera particolare?
Biasutto: Assolutamente no.
Avv. Bonatti: Le è mai stato proposto di assumere in campo un atteggiamento non ispirato alla correttezza?
Biasutto: No.
Avv. Bonatti: La gestione dei due designatori era ispirata a criteri tecnici, o ha avuto il sospetto che le scelte fossero ispirate da altri fattori?
Biasutto: Le designazioni erano adeguate al nostro rendimento.
Avv. Bonatti: Quindi non ha avuto mai il minimo sospetto?
Biasutto: No.
Avv. Picca: Lei ha detto che non conosceva l'esito delle altre partite?
Biasutto: Sì.
Avv. Picca: Ma al momento finale? O anche durante la gara?
Biasutto: Io personalmente no.
Avv. Picca: Da De Santis vi fu data una indicazione su come doveva finire la gara?
Biasutto: No.
Avv. Picca: Prima della gara o nell'intervallo?
Biasutto: Mai.
Difesa Parte civile: Ricorda una telefonata avuta da De Santis da Bergamo all’una?
Biasutto: No.
Parte civile:Che vuol dire in gergo che un arbitro deve mettersi “in mezzo”?
Biasutto: Mai sentito, non è un gergo arbitrale.
Contestazione dell'avv. Gallinelli.
Presidente Casoria: Precisi la domanda.
Parte civile: Se circola questa espressione.
Biasutto: No, mai sentito.
Parte civile: Nessuna domanda.
Pm: Lei ha detto che Titomanlio era già stato designato per la A, ma poi fu dirottato in B ad Arezzo-Salerrnitana.
Biasutto: No, lui mi disse che per scelta tecnica serviva un assistente di qualità in B e quindi era stato mandato lì.
Pm: Ma lui sapeva anche quale partita di A doveva fare?
Biasutto: No, ma la designazione non era ancora stata fatta, lui sapeva che era giunto il momento per lui di uscire in A, ma poi gli era stati chiesto di andare in B.
Pm: E quali erano i problemi legati alla gara di B che avevano consigliato di mandarlo li?
Biasutto: Questo non lo so, lo sa il designatore, credo che quando ci sono particolare situazioni ambientali mandano assistenti di livello superiore.
Pm: Chi era il dirigente del Parma di cui parlava?
Biasutto: Cinquini.
Pm: Mi ricorda le parole precise che utilizzò?
Biasutto: Quello che ricordo è: "Non è questo il modo di arbitrare", gli aveva condizionato la finale, si trovava con mezza squadra squalificata allo spareggio.
Il Presidente Casoria chiede al pm che tempi ha per la requisitoria, poi si stabilirà l’ordine degli avvocati.
Per la prossima udienza fissata l'11 gennaio 2011 sarà interrogato Luci e poi dichiarazioni spontanee di Cennicola e De Santis.
L’udienza è tolta tra lo sconcerto generale.
L'avvocato Gallinelli non si spiega perchè il presidente Casoria abbia rinviato la dichiarazione spontanea di De Santis alla prossima udienza, visto che oggi l'udienza è finita così presto.
Effettivamente è abbastanza strano, visto che, prima, il presidente aveva detto che chiederà al Presidente del Tribunale di poter fare udienze anche il sabato per finire presto.
Anche il consulente di Moggi, Nicola Penta è un po' incredulo.
A proposito delle dichiarazioni di Biasutto, ad una precisa domanda dell'avvocato Gallinelli se fosse mai stato interrogato in relazione alla gara Lecce-Parma, prima d'ora, ha risposto di "Io non sono mai stato sentito da nessuno né su Lecce-Parma né su altro: né dai carabinieri, né dai pm".
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Nicola Penta ci fa notare la stranezza di questo comportamento: "E' come se ci fosse un testimone oculare di un delitto e non venisse ascoltato".
Il processo - Cronaca dell'udienza del 23 novembre 2010
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Novità e mistero: nei brogliacci c'è traccia di telefonate tra Facchetti e Pairetto ma gli audio non ci sono.
Nuova udienza del processo Calciopoli che seguiamo, in collaborazione con gli amici del forum www.tifosibianconeri.com (ex J1897network.com), grazie al contributo dall'aula 216 di Francesco (Frales di J1897).
Potete seguire e commentare la stessa cronaca in diretta anche sul forum tifosibianconeri.com, cliccando su questo link:
tifosibianconeri.com - Udienza del 23 novembre 2010
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Questa è l'ultima udienza disponibile per ascoltare i testimoni convocati dalle difese, perché poi si passerà all'esame degli imputati disponibili a farsi interrogare. Oggi vengono consegnati gli elenchi delle telefonate delle quali le difese chiedono l'acquisizione.
Intanto il quotidiano La Stampa anticipa oggi un'altra intercettazione inedita con Meani protagonista, questa volta a colloquio con l'arbitro internazionale Rosetti. La conversazione avviene l’8 aprile del 2005, Rosetti è stato designato per Lecce-Siena e la squadra senese la settimana successiva sarà l’avversario del Milan. Il dirigente milanista addetto agli arbitri dice al suo interlocutore che è una fortuna essere precluso per le partite della Juve con quel che si dice, e confessa di aver recriminato quando l'arbitro aveva ammonito i due Lucarelli del Livorno, provocandone l'assenza nella successiva partita con la Juve. A questa affermazione Rosetti risponde "ah guarda, per quanto mi riguarda ma veramente, io non ho mai visto una roba del genere, cioè io devo essere in campo libero, tranquillo...", e Meani replica "Io ti dico, quando a me magari sai, succede che lo stesso "boss" mi dica 'mi raccomando eh, se può, che abbiamo Maldini e Nesta diffidati'...".
Ore 9.45 - In aula oggi c'è il pienone ed è presente anche Ciro Venerato, imputato ma anche testimone, che aveva dovuto saltare la precedente udienza per motivi di lavoro. La prima voce raccolta è una anticipazione di quanto l'avvocato Prioreschi dovrebbe riferire in aula: sui brogliacci compaiono alcune telefonate con Facchetti, però i file audio sono illeggibili.
Ore 10.15 - Il giudice Teresa Casoria inizia l'appello. Il presidente Casoria chiede se qualche difesa ha da depositare nuove telefonate:
L'avvocato Gallinelli, difensore di De Santis, chiede la trascrizione della telefonata tra De Santis e Bergamo, dopo Livorno-Siena.
La difesa di Pairetto deposita un elenco di 20 telefonate.
La difesa di Racalbuto chiede la trascrizione di 11 telefonate effettuate dal 4.3.2005 al 5.3.2005.
Avv. Prioreschi: Fornisco un elenco di ulteriori telefonate, 114 per l’esattezza. Presidente, io volevo far rilevare a verbale una circostanza: noi abbiamo trovato nel CD dei brogliacci alcune telefonate tra Facchetti ed il designatore Pairetto che, poi, nei file audio non vengono... non siamo riusciti a... non ci sono, insomma, ecco. Questo avviene anche per altre telefonate tra altri indagati ed imputati di questo processo. Ci sono alcuni brogliacci e non ci sono i relativi file audio. Adesso questo è soltanto per farlo rilevare a verbale, poi le considerazioni...
Clicca per vedere un brogliaccio del quale non si trova il file audio.
Anche la pubblica accusa chiede la trascrizione di 4 telefonate sull’utenza in uso a Moggi. La difesa di Meani chiede la trascrizione di una telefonata.
Entra il perito trascrittore Roberto Porto che si impegna e chiede un termine di 60 giorni per il deposito della perizia.
Il presidente Casoria fa notare che le 114 di Moggi sono un po' tante, ma Prioreschi fa presente che fanno parte dei cd per i quali è stasta data la chiave elettronica solo a settembre, e ce ne sono ancora circa 10 mila che non sono state sentite.
DEPOSIZIONE RICCARDO BIGON.
Avv. Morace, difesa Foti: Lei è direttore del Napoli oggi ma nel 2004/2005 per chi?
Bigon: Per la Reggina.
Avv. Morace: Con quale qualifica?
Bigon: Responsabile organizzativo.
Avv. Morace: Era a stretto contatto con l’allenatore?
Bigon: Sì la Reggina non aveva il direttore sportivo.
Avv. Morace: Chi era l’allenatore?
Bigon: Mazzarri.
Avv. Morace: All’inizio del campionato, vi furono episodi sfavorevoli alla Reggina in Lazio-Reggina del 19 settembre 2004, la ricorda?
Bigon: Sì anche se sono passati anni, la ricordo mi pare finì 1-1.
Avv. Morace: Vi fu un episodio sfavorevole alla Reggina?
Bigon: Sì ci fu il gol della Lazio su rigore e ricordo che lo contestammo a lungo.
Avv. Morace: Il 24 ottobre Chievo-Reggina 0-0, la ricorda?
Bigon: Sì
Avv. Morace: Vi fu qualche episodio?
Bigon: Ricordo un gol di Bonazzoli annullato per fuorigioco, ma fu una svista.
Avv. Morace: Era verso la fine dell’incontro?
Bigon: Sì.
Avv. Morace: Il 3 ottobre 2004 contro il Milan la Reggina perse 3-1 ricorda?
Bigon: Sì.
Avv. Morace: Anche qui vi furino dei torti?
Bigon: Sì, mi sembra che sul 2-1 per il Milan raggiungemmo il pareggio con Borriello e che la rete venne annullata in maniera sbagliata.
Avv. Morace: Quando fu annullato il gol si era alla fine della gara?
Bigon: Sì.
Avv. Morace:Avv. difesa Foti: Chi era l’arbitro?
Bigon: Trefoloni.
Avv. Morace: Il 31 ottobre Messina-Reggina 2-1, ricorda qualcosa?
Bigon: Questa la ricordo in modo particolare, era il derby sentito dai tifosi, andammo in vantaggio, poi vi fu un rigore per noi non concesso e poi perdemmo. Si scatenarono grosse polemiche sia tra i tofosi sia interne.
Avv. Morace: Chi era l’arbitro.
Bigon: Racalbuto.
Avv. Morace: Reggina-Brescia 1-3, chi era l'arbitro?
Bigon: Sempre Racalbuto.
Avv. Morace: Ricorda qualcosa?
Bigon: No, di questa gara non ricordo granché, forse anche qui un rigore non dato.
Avv. Morace: In quell’anno vi furono molte polemiche?
Bigon: Sì, ricordo di sì, soprattutto il mister tenne a sottolinerare più volte gli errori e a fine anno il nostro bilancio era certamente in passivo.
Difesa Foti: Vi fu un Palermo-Reggina del 15 maggio 1-1: ricorda se la Reggina andò in vantaggio?
Bigon: Sì, con un gol di Mesto e venimmo raggiunti dal Palermo all’ultimo secondo della gara.
Avv. Morace: Quindi nel recupero.
Bigon: Sì.
Avv. Morace: Di cinque minuti?
Bigon: Non lo ricordo.
Avv. Morace: Nessun'altra domanda.
Avv. Gallinelli, difesa De Santis: 12 dicembre 2004, Reggina-Cagliari: Lei che ruolo aveva?
Bigon: Ero responsabile amministrativo e team manager.
Avv. Gallinelli: Chi era l’arbitro?
Bigon: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: Se Le dico che era Rosetti lo conferma?
Bigon: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: Ci furono polemiche?
Bigon: Sì.
Avv. Gallinelli: Contro l’arbitro?
Bigon: Sì, fu una gara molto intensa, mi pare che vincemmo 3-2 e anche negli spogliatoi ci fu un poco di tensione.
Avv. Gallinelli: Lei ricorda se l’arbitro era De Santis?
Bigon: Non me lo ricordo.
Avv. Gallinelli: Sa se Rosetti era stato designato e poi sostituto?
Bigon: Sì, ricordo che in quella stagione accadde, ma non ricordavo che fosse in quella gara.
Avv. Gallinelli: Chi si lamentò più di tutti per quella partita?
Bigon: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: Ricorda il comportamento di Cellino?
Bigon: No, ricordo che nel sottopassaggio ci fu da ridire tra gli addetti ai lavori ma se c’è stata una polemica di Cellino non lo ricordo.
Avv. Gallinelli: Franceschini venne spulso?
Bigon: Sì, negli spogliatoi.
Avv. Gallinelli: Ricorda il motivo?
Bigon: Non so esattamente, si arrivò quasi alle mani.
Avv. Gallinelli: Quindi fu una gara di elevata difficoltà?
Bigon: Sì, ci si giocava la salvezza.
Avv. Gallinelli: Ricorda se Mazzarri gradiva De Santis?
Bigon: Non ricordo se vi fosse un particolare gradimento.
Avv. Gallinelli: Nessuna altra domanda.
DEPOSIZIONE CIRO VENERATO.
L’avvocato Misiani non ha interesse ad ascoltarlo.
PM Narducci: Che ruolo aveva nella rai nel 2004 2005
Venerato: Ero precario di fascia A, cioè la Rai è tenuta ad assumere dopo 4 anni.
PM Narducci: Quale era la sua sede
Venerato: A Milano.
PM Narducci: Con chi avev rapporti?
Venerato: Con Zermiani, ma il mio referente era Cinzia Maltese. Avevo un capo del calcio, Scardina, e tutti i giorni lavoravamo ai notiziari sportivi per Rai 2 e Rai 3. Stando a Milano seguivo molto il Milan, poco l’Inter, e talvolta la Juve per interviste esclusive, soprattutto per Ddribbling.
PM Narducci: Quanti giornalisti precari lavoravano alla Rai?
Difesa Scardina: Ma questo ce lo hanno detto già i giornalisti e i responsabili Rai.
Venerato: 8, 9, o forse 10, ma il termine precario era solo una qualifica, non una diminutio, ma io avevo fatto, prima di andare in Rai, 4 anni a Rds, 3 anni a Tele +, otto anni alla Gazzetta, 2 anni il praticante al "Roma", 4 anni al Giornale di Sicilia, opinionista a Studio Sport e 5 anni a Canale 21, conduttore per 5 anni a Canale 7, più altri incarichi vari.
PM Narducci: Può dirmi in sintesi nel corso del 2004 2005 quanti servizi dedicati agli eventi di Juve, Inter e Milan ha seguito?
Venerato: La domenica ero quasi sempre sulla Juve. Per motivi di share alla DS portavamo due pezzi. I collaboratori non assunti non potevano seguire la partita affidata alla prima firma, noi facevamo l’intervista, la storia, il personaggio. Eravamo io, Lucilla Granata e Alda Angrisani. Le jultime due facevano le milanesi. Quando c’era Costa a Torino faceva le interviste ad Agnelli, ma poi andò in pensione e Marino andò a fare il servizio della partita. E mi fu chiesto di fare le interviste, anche perché c’erano molti giocatori del Napoli, mia squadra del cuore. Io, tra l’altro, avevo dato la notizia del ritorno di Lippi, nello stesso giorno in cui Agnelli aveva confermato Ancelotti. Io avevo chimato Lippi, che mi disse che era stato chiamato dal Barcellona e che aveva rifiutato. Io gli dissi "Non è che torni alla Juve?" e lui si mise a ridere. Qui acquistai considerazione nell’ambiente.
PM Narducci: Chi faceva le griglie?
Altra opposizione dell’avv. di Scardina.
Venerato: Scardina era il capo del calcio, quindi preparava le griglie, che poi erano soggette alla riunione di redazione del martedì.
PM Narducci: Nel 2003-04 vi furono proteste di suoi colleghi per una sua esultanza al termine di Juve-Bologna?
Venerato: Io non sono juventino. Il mio telefono fu tempestato di telefonate dal curatore della DS. Aprire la Domenica Sportiva con un faccione della Juve era importantissimo. Il Bologna stava vincendo e i protagonisto erano loro. Bellardi mi premeva perché ci fosse un giocatore della Juve alla DS. La Juve non mi avrebbe dato nessuno se avesse perso, quindi al gol di Camoranesi esultai per motivi professionali.
PM Narducci: Era in contatto con Moggi in quella stagione anche per motivi professionali?
Venerato: Per quanto riguarda il mio lavoro e il taglio dei miei servizi mai. È vero che ci furono dei problemi con Scardina. Accadde che con Zeman non ho mai avuto un grande feeling, soprattutto da quando era al Napoli, che fece retrocedere. Spesso ero ospite di una trasmissione a Napoli e come difensore di Zeman c’era Galeazzi. Scardina, romanista, era un altro zemaniano. Stranamente prima di Lecce-Juve, in cui c’era Zeman, non mi mandò a fare la Juve ma una gara di terza fascia, e mi sembrò una scorrettezza dal punto di vista umano. Io posso anche avere antipatie, ma quando faccio il mio lavoro, mi spoglio di tutto. Riuscii a ottenere la designazione grazie ad una intervista esclusiva ottenuta grazie a Corvino.
Nota: Venerato ha detto anche che: Intervistai Zeman prima della partita Lecce-Juventus e disse una cosa che fece molto rumore e non fece piacere alla Juventus: "Spero tra qualche anno di non piangere i morti juventini".
Venerato: Quindi io mi sfogai con Moggi, che considero un mio amico. Voi avete sentito solo la telefonata con Moggi, ma io quel giorno mi sfogai con Ruffini e con altri colleghi. Ruffini chiamò Scardina e disse che lo avrebbe mandato come inviato di Sabato Sprint. Dopo la gara io e Zeman facemmo un'intervista.
PM Narducci: Quindi non chiese a Moggi di intervenire su Scardina?
Venerato: Gli spiegai quello che era successo, ma era uno sfogo, non dovevo chiedere niente, non dovevo guadagnarmi niente, io facevo già la Juve.
PM Narducci: Ha mai viaggiato sull’aereo della Juve?
Venerato: Sì, qualche volta sì per motivi logistici, mi dovevo trovare il sabato sera in un posto e la mattina dopo a Torino, e la RAI chiedeva alla Juve di ospitarmi solo per questo motivo. Ma era la RAI a chiederlo ed è successo solo 4 o 5 volte.
PM Narducci: Ha mai interceduto per la presenza alla DS di Mino Raiola, procuratore di Nedved?
Opposizione dell'avvocato Misiani (difesa Scardina).
Venerato: Non ho problemi a rispondere. Raiola è l’agente più importante del calcio italiano e io, che mi occupavo di calcio mercato, dovevo avere un buon rapporto con lui. Ero a cena e Moggi mi telefonò dicendo che alla DS c’era Zeman che accusava Nedved per avere abbandonato la nazionale Ceca e che voleva fare una replica.
PM Narducci: Ha conosciuto Franza? Ha parlato con Moggi mentre era con Franza?
Venerato: Sì andai a fare un servizio per Dribbling e lo chiamai per farlo salutare da Moggi. Erano amici e Franza era juventino.
PM Narducci: Nessun'altra domanda
Avv. Raimondo, parte civile RAI: Ricorda quante gare commentò nel 2004/2005?
Venerato: Non mi occupavo di partite ma di personaggi. A volte nemmeno la vedevo perché ero a caccia di interviste.
Avv. Trofino: Quando ha declinato le sue generalità, ha detto che Lei è dipendente Rai, quindi è stato assunto dall’azienda dopo questi fatti, è così?
Venerato: Sì.
Avv. Trofino: E allora basta, di che stiamo parlando?
Presidente Casoria: Venerato, può andare.
DEPOSIZIONE ANDREA CONSOLO, ex assistente.
Avv. Picca: Da quanti anni svolge la funzione arbitrale?
Consolo: Non lo sono più, lo sono stato fino al 2007.
Avv. Picca: Da quando?
Consolo: Dal 1999.
Avv. Picca: Una partita del 22 maggio 2005. Lazio-Fiorentina ricorda la terna arbitrale?
Consolo: Si Rosetti e Pisacreta.
Avv. Picca: Ricorda l’andamento della gara?
Consolo: Ricordo che nel primo tempo ci fu un episodio di un tiro in porta e un salvataggio di un difensore della Lazio sulla linea.
Avv. Picca: Ricorda se fu fatto con la mano?
Consolo: Non lo vidi, ovviamente.
Avv. Picca: Questo durante la gara ma dopo?
Consolo: Certo vedendo le immagini.
Avv. Picca: Parlò con Rosetti dopo la gara?
Consolo: No.
Avv. Picca: Ricorda proteste dei giocatori della Fiorentina?
Consolo: Sì ma io ero l’assistente dall’altro lato.
Avv. Picca: E non chiese chiarimenti ai suoi colleghi?
Consolo: No.
Avv. Picca: Quindi dopo la gara non ne parlò, ma dopo avrà visto le immagini?
Consolo: Non subito, credo di averne parlato al raduno mensile di Coverciano.
Avv. Picca: Quanto tempo prima seppe di dovere arbitrare la gara?
Consolo: Venerdì.
Avv. Picca: Ha mai avuto da parte di Rosetti indicazioni per favorire una squadra?
Consolo: Assolutamente no.
Avv. Picca: E da Pisacreta?
Consolo: No.
Avv. Picca: E dai dirigenti dell’AIA, i designatori?
Consolo: No.
Avv. Picca: E da dirigenti della Fiorentina?
Consolo: No.
Avv. Picca: Dalla Lazio?
Consolo: Nemmeno.
Avv. Picca: Ricorda il fallo di mano?
Consolo: Quello che ho visto in campo, ma ero a 50 metri, vedo un tiro in porta e la palla che viene deviata in angolo.
Presidente Casoria: Quando ha visto le immagini ha visto se era mano?
Consolo: Beh certo.
Avv. Picca: Ricorda che decisione assunse Rosetti?
Consolo: Angolo.
Avv. Picca: Avendo visto le immagini che avrebbe dovuto fare?
Consolo: Rigore ed espulsione.
Avv. Picca: Nessun'altra domanda.
Avv. Mungiello, difesa Racalbuto: Che professione svolge?
Consolo: Cardiologo.
Avv. Mungiello: Come assistente è stato designato per Cagliari-Juve con Racalbuto.
Consolo: Sì.
Avv. Mungiello: La ricorda?
Consolo: Era in notturna e finì 1-1.
Avv. Mungiello: Rricorda se ci furono proteste?
Consolo: Assolutamente no.
Avv. Mungiello: Ricorda se alla fine ci fu un problema di un gol di Trezeguet in fuorigioco?
Consolo: Non ricordo.
Avv. Mungiello: Lei era proprio l’assistente dalla parte del gol...
Consolo: Sì ma non mi accorsi del fuorigioco, altrimenti lo avrei segnalato e non ho nemmeno mai rivisto le immagini.
Avv. Mungiello: Altra gara: Roma-Parma, sempre con Racalbuto, ricorda se ci furono polemiche?
Consolo: No.
Avv. Mungiello: Il rapporto arbitrale lo firma anche Lei?
Consolo: No.
Avv. Mungiello: Ci furono ammonizioni?
Consolo: Non ricordo.
Avv. Mungiello: Se Le dico che erano stati ammoniti Pisanu e Contini?
Consolo: Non posso ricordare avvocato.
Avv. Mungiello: Ancora su Cagliari-Juve, Cellino avrebbe detto che c’erano state minacce di Racalbuto ai giocatori della sua squadra. Lei le ricorda?
Consolo: Ma assolutamente no, non ho sentito alcun tipo di minacce.
Avv. Saldarelli, difesa Mazzei: Conosce Mazzei?
Consolo: Certo facevamo riunioni insieme agli arbitri il venerdì, ma a volte noi assistenti ci riunivamo con Mazzei per vedere insieme alcune immagini per discutere del regolamento.
Avv. Saldarelli: In queste riunioni facevate anche allenamenti?
Consolo: Sì, la mattina.
Avv. Saldarelli: Sa delle modalità di designazione dei due assistenti per le partite?
Consolo: Vi erano delle regolari designazioni.
Avv. Saldarelli: Sa se venivano proposte da Mazzei?
Consolo: Proposte?
Avv. Saldarelli: Sì, da Mazzei ai designatori...
Consolo: Presumo di sì, era lui che conosceva lo stato di forma di ognuno di noi.
Avv. Saldarelli: Le è mai capitato di avere delle indicazioni con la precisazione che poi la decisione sarebbe stata dei designatori?
Consolo: No.
Avv. Saldarelli: Le modalità di svolgimento delle riunioni a Coverciano sono rimaste invariate nel tempo?
Consolo: Sì, in linea di massima sì.
Avv. Saldarelli: Le è mai capitato di chiamare Mazzei per una designazione o riceverne qualcuna per una raccomandazione?
Consolo: No, nemmeno dai designatori.
Avv. Saldarelli: Era consuetudine parlare di partite difficili?
Consolo: No, io sapevo se quella designazione si riferiva ad una gara difficile o no.
Presidente Casoria: Consolo può andare.
DEPOSIZIONE MITRO.
Avv. Picca: Lei è stato assistente?
Mitro: Sì, anche nel 2004-2005.
Avv. Picca: Da quando?
Mitro: Per 10 anni dal 1995.
Avv. Picca: Quindi quella fu l’ulitma stagione?
Mitro: Sì.
Avv. Picca: Fiorentina-Brescia: per quella gara era in terna con chi?
Mitro: Collina e Farneti.
Avv. Picca: Ricorda la partita se determimò polemiche?
Mitro: No, fu una gara diretta e condotta senza contestazioni.
Avv. Picca: Quanto prima seppe di doverla arbitrare?
Mitro: A quell’epoca, mi ricordo, sapevano il giovedì o il venerdì.
Avv. Picca: Come terna quando vi incontravate?
Mitro: La mattina, facevamo il breefing.
Avv. Picca: L’oggetto della riunione quale era?
Mitro: Disposizioni tecniche dell’arfbitro.
Avv. Picca: Collina Le diede indicazioni di favorire una suqadra in danno dell’altra?
Mitro: No.
Avv. Picca: E queste indicazioni le ebbe dal suo collega?
Mitro: No.
Avv. Picca: Registraste contestazioni dei dirigenti?
Mitro: No.
Avv. Picca: Del Brescia?
Mitro: No.
Avv. Picca: Ha ricevuto da Bergamo e Pairetto pressioni, o raccomandazioni a favorire una squadra in danno dell’altra?
Mitro: No.
Avv. Picca: E dai dirigenti della Fiorentina?
Mitro: No.
Avv. Picca: Nessuna altra domanda.
Avv. Cirillo, difesa Ambrosino e Titomanlio: Ricorda Reggina-Messina del marzo 2005?
Mitro: Sì.
Avv. Cirillo: Che ruolo aveva?
Mitro: Assisstente.
Avv. Cirillo: E il secondo chi era?
Mitro: Ambrosino.
Avv. Cirillo: Che partita fu?
Mitro: A livello tecnico regolare. Ricordo una inversione di campo per incidenti sotto la porta del portiere del Messina.
Avv. Cirillo: Che risultato ebbe dall’osservatore?
Mitro: Non ricordo.
Avv. Cirillo: Ha notato qualche comportamento particolare di Ambrosino?
Mitro: No.
Avv. Cirillo: Ha avuto contatti telefonici con lui?
Mitro: Certo.
Avv. Cirillo: Aveva il suo numero in memoria?
Mitro: Avevo ed ho il suo numero.
Avv. Cirillo: Ha mai avuto telefonate da lui, effettuate da altri numeri?
Mitro: No mai.
Avv. Gallinelli: Ha partecipato a Inter-Milan, Arsenal-Bayern, Francia-Svizzera, Olanda-Romania?
Mitro: Sì.
Avv. Gallinelli: Chi era l’arbitro?
Mitro: De Santis.
Avv. Gallinelli: Si ricorda se De Santis le diede informazioni sull’esistenza di una indagine giudiziaria?
Mitro: No mai.
Avv. Gallinelli: In riferimento ad Inter-Milan ricorda la condotta di De Santis?
Mitro: Quell’anno ho fatto tante partite con lui ed ha sempre fatto partite con la condotta perfetta.
Avv. Gallinelli: Sa dire se sue segnalazioni all’arbitro vennero recepite da De Santis?
Mitro: Le segnalazioni sono sempre state recepite.
Avv. Gallinelli: Venivano disposti dei breefing nei quali venivano affrontati solo argomenti tecnici?
Mitro: Sì solo tecnici.
Avv. Gallinelli: 20 aprile 2005 Inter-Juve, ricorda?
Mitro: Sì.
Avv. Gallinelli: Ci furono epoisodi particolari?
Mitro: L’episodio più discusso fu un comportamento di Ibrahimovic da parte mia e della terna non visto e non segnalato.
Avv. Gallinelli: Al di la di questo episodio, Ibrahimovic subì dei provvedimenti disciplinari?
Mitro: Se non sbaglio era stato ammonito.
Avv. Gallinelli: Ricorda altri ammoniti della Juve?
Mitro: Certo ce ne furono.
Avv. Gallinelli: Successivamente alla gara il 28 aprile 2005 ha arbitrato una gara di champions, sempre con De Santis?
Mitro: Sì.
Avv. Gallinelli: Ricorda se fu chiamato dal giudice sportivo per chiederLe se aveva avuto modo di vedere l’epsidio di Ibrahimovic?
Mitro: Sì.
Avv. Gallinelli: Questa richiesta era relativa alla applicazione della prova televisiva?
Mitro: Sì, ci chiese se avevamo visto questa violenza.
Avv. Gallinelli: Tale richiesta venne formulata solo a lei?
Mitro: No, a tutti e tre, eravamo in camera di De Santis. Il giudice ha prima parlato con lui e poi ha chiesto agli altri se avessero visto qualcosa della violenza di Ibrahimovic e tutti risposero che non avevano visto nulla.
Avv. Gallinelli: E quindi che cosa è successo?
Mitro: Ibrahimovic venne squalificato.
Avv. Gallinelli: Quindi se anche uno dei tre avesse detto di aver visto qualcosa che cosa sarebbe successo?
Mitro: Non sarebbe stato squalificato per quello.
Avv. Gallinelli: In Milan-Juventus dell’otto maggio era assistente?
Mitro: Sì.
Avv. Gallinelli: Con quale arbitro?
Mitro: Collina.
Avv. Gallinelli: In quell’incontro partecipò Ibrahimovic?
Mitro: No.
Avv. Gallinelli: Si ricorda se non partecipò per la squalifica?
Mitro: Sì per quella presa per la prova televisiva.
Avv. Gallinelli: E Ibrahimovic venne squalificato anche perché ammonito e diffidato?
Mitro: Sì.
Avv. Gallinelli: Nell’intervallo di Francia-Svizzera accadde qualcosa?
Mitro: Sì, ci fece visita un dirigente Uefa.
Avv. Gallinelli: Walter Gagg?
Mitro: Sì.
Avv. Gallinelli: E che disse?
Mitro: Ci portò i saluti di Facchetti, a tutta la terna.
Avv. Gallinelli: Ancora su Milan-Juve, ricorda se quella gara era determinante?
Mitro: Assolutamente sì.
Avv. Gallinelli: Ricorda se a quella gara parteciparano Nesta, Rui Costa e Seedorf?
Mitro: Non ricordo, forse Nesta no.
Avv. Gallinelli: De Santis Le ha mai parlato di giocatori diffidati?
Mitro: No mai.
PM Narducci: Mi dice se in quegli anni abitava a Potenza?
Mitro: Sì.
PM Narducci: E aveva il numero di cellulare 33…?
Mitro: Sì.
PM: Nessuna altra domanda.
Difesa Titomanlio: Lei ha visionato la gara. Le segnalazioni sono avvenute in che parte del terreno di gioco?
Mitro: Nella parte di sua competenza.
Presidente Casoria: Può andare.
DEPOSIZIONE ING. DE FALCO.
Avv. Morescanti: Buongiorno ingegnere, Lei ha avuto a disposizione i dati con i quali la polizia giudiziaria ha effettuato le ricostruzioni sulle famose celle che identificherebbero il Fabiani quale possibile utilizzatore di telefoni di gestori svizzeri. Vuole spegare al Collegio quali sono stati gli esiti tecnici del suo lavoro?
De Falco: Il mio intervento è relativo alla associabilità delle telefonate che sono state fatte, circa 60, che sono state ascritte a Fabiani, cioè se sono state effettuate da lui. Ci sono 60 contatti con tre colonne. Da una parte c’è l'identificativo di cella da cui è partita la telefonata, poi c'è l’indirizzo di cella ed il comune della stessa. Chi ha guardato queste immagini, ha concluso che questi indirizzi fossero nel quartiere di Primavalle e la associavano a Fabiani, in via probabilistica, fatto logico e non tecnico. I dati oggettivi che portano a definire il signor Fabiani come utilizzatore di queste telefonate sono semplicemente questo sillogismo tra quartiere dove sono ubicate le radiotrasmittenti e questa residenza (del Fabiani, ndr). Io in realtà parlavo di indirizzo amministrativo nel senso che la cella, la radiotrasmittente, può essere lontana anche 20, 30 metri dall’indirizzo fisico indicato dalla ditta con la quale è stata contrattualizzata la cosa. Quale è stato il lavoro iniziale che è stato fatto per fare in modo che ci fossero più passaggi rispetto a questa associazione quartiere Primavalle/persona? Io ho riportato su questo che è un foglio topografico quelle che sono le effettive posizioni delle trasmittenti delle celle. Quella che vede in blu è del raccordo anulare e che ha un raggio di 10 chilometri, e queste celle che vediamo sono in realtà un po' più estese che non il quartiere di Primavalle e si trovano all'interno del Grande Raccordo Anulare. Il quartiere di Primavalle, a nord è confinante con il GRA, così come anche ad Ovest, poi c'è la via Trionfale ad Est e via Boccea a Sud. Di queste 60 telefonate solo 15 sono proprio nel quartiere di Primavalle. Le altre 44 celle sono al di fuori di questo quartiere, oltre i 5 km dalla residenza del Fabiani. Adesso vi è da stabilire il fatto tecnico, cioè queste benedette radiotrasmittenti a che distanza prendono? Sono celle che possono raggiungere un telefono che si trova nella residenza del Fabiani? Quindi io ho fatto l'associazione cella/posto specifico, e schiumando questo numero di celle, in rosso ho riportato la via Cardinal D'Avanzo, luogo di residenza dell'imputato, alla fine si stabilisce che le uniche celle che possono essere raggiunte da questo punto sono 2, massimo 4 in condizioni favorevoli. Tutte le celle, in generale, per una fatto assolutamente tecnico dovuto a limitazioni tecniche del sistema proprio di trasmissione, in queste zone urbane hanno una penetrazione di 600 metri, massimo mille metri, non di più. Tutte le celle che sono state segnalate come realmente esistenti nel quartiere Primavalle, alla fine, possono essere agganciate, diciamo così, la telefonata può partire da via Cardinal D'Avanzo solo su 2, massimo 4 di queste celle.
La probabilità che una persona che si trova in via Cardinal D'Avanzo possa agganciare queste celle presenti è del 3% di celle presenti su 60 telefonate. In particolare, però, se è vero che le celle che sono state agganciate, noi siamo di fronte ad un fatto molto particolare, cioè se io sono un abbonato Wind o Telecom io posso agganciare solo le celle Wind o Telecom, viceversa trattandosi di un gestore estero che ha costituito il roaming con tutte queste società italiane, queste sim avevano il privilegio di poter agganciare le celle di tutti i gestori. Altro fatto tecnico, la cella più vicina a via Cardinal D'Avanzo si trova a via Tommaso De Vio. Che caratteristica ha questa cella? Può agganciare solo quella zona? Perché sarebbe un fatto importante per poter stabilire che la persona che stava comunicando si trovava in quei pressi. In verità la cella di via Tommaso De Vio è una cella molto particolare, perché nell'ambito del sistema di trasmissione telefonica esistono delle celle che sono locali, e devono essere tali perché i canali a disposizione sono pochissimi, i canali si devono riutilizzare, in buona sostanza le celle di zona hanno una determinata frequenza e possono far parlare soltanto con zone prossime. Una deroga a questo fatto è una cella che si chiam "cella ad ombrello", che serve per coprire un po' tutto ed evitare tutti i buchi ed i punti oscuri. La cella di via De Vio è su un campanile su cui ci sono delle antenne radiotrasmittenti, quelle che si chiamano BTS, e questa cella, essendo molto alta, ed essendo ad ombrello, non ci dà nemmeno la certezza che la telefonata sia partita da un posto vicino. Per motivi logici e tecnici, quindi, io dissento da questa conclusione, ovvero dire che queste 60 telefonate provengano tutte dal posto in cui abita Fabiani. Tra l’altro, non si sa nemmeno dove si trovasse l’imputato al momento della telefonata. All’epoca, essendo il Fabiani un dirigente del Messina Calcio, sempre nella comunicazione del RONO, noi troviamo diverse telefonate verso Messina. Su Messina è stato fatto analogo lavoro, ovvero scheda topografica con la posizione delle varie celle di trasmissione, e come si vede le celle sono ditribuite ed in massima parte lontane rispetto al campo sportivo, che proprio dal 2004 entrò in funzione a Messina, e dove presumo vi possa essere un dirigente del calcio.
Altra osservazione è la circostanza che il numero della prima colonna mi parla di settorializzazione della trasmissione. Avviene che si pongono le antenne in tre direzioni tipiche: nord, sud-est e sud-ovest. Avere una percezione di questi tre settori sarebbe stato molto importante per capire anche la direzione dell’ubicazione del cellulare con il quale si parlava ma, in realtà, questo dato non emerge in maniera chiara per una serie di motivi tecnici. Non mi voglio rendere antipatico, però succede che l'ultimo numero della cella indica in genere il settore, cioè se leggo 1 vuol dire che è a nord, se leggo 2 è a sud-est, se leggo 3 è a sud-ovest. Questo vale per Vodafone, però non vale per Tim, per esempio, ancora più complicato con Wind, e tutto questo nel nostro caso non avviene, e quando io Le dicevo che le poche celle che sono su Roma è una indicazione che Le do che è relativa a tutti i 360 gradi, laddove l'indicazione di cella, oltre l'indirizzo, ci poteva dare anche l'indicazione, che è cosa da chiedere specificamente ai gestori. Tra l'altro, oltre alle frequenze normali, e qui termino, vi è anche la frequenza oltre i 1.800 Mhz, e nell'ambito di questa frequenza le settorializzazioni sono diverse, non sono più 1, 2, 3 ma 7, 8, 9, quindi è un po' criptica la cosa e bisognava chiedere questo direttamente al gestore. Una triangolazione sarebbe stata più evidente, specie sulla parte del Grande Raccordo Anulare, laddove si vede che tutte le celle oltre i 5 chilometri dalla via Cardinal D'Avanzo sono celle che puntano sul GRA.
Avv. Morescanti: Ingegnere La interrompo un secondo per rendere meno tecnico l'esame e far capire meglio. Da quello che io ho intuito un processo tecnico con il quale addivenire ad una ricostruzione più o meno fedele, per capire dove era il punto dove si trova il terminale in uso (cellulare, ndr), c'è stato o non c'è stato da parte di chi ha effettuato?
De Falco: Una indagine di questo tipo si poteva fare in tempo reale ma non è stato fatto, ed in questo caso si poteva controllare, per esempio, la potenza del segnale, ma comunque anche per l'analisi a posteriori si poteva fare qualcosa in più, sicuramente.
Avv. Morescanti: Le celle di cui Lei ha parlato sono state effettivamente interessate da queste telefonate, o i carabinieri hanno detto "Quartiere Primavalle ci sono 50 celle, di queste 50 celle 30 sono state prese, perc cui secondo noi l'utilizzatore di questo telefonino è il Fabiani"? Ora Lei mi dice che di queste 50 celle presenti, soltanto 2 o 3 sono state interessate da un telefonino con chiamata che partiva da casa del Fabiani. Queste 2, 3 celle sono state effettivamente utilizzate nella ricostruzione dei carabinieri?
De Falco: I carabinieri segnano soltanto che sono 60 celle, poi c'è questo collegamento logico col fatto che nel quartiere di Primavalle abita Fabiani, ed allora ecco che il primo assunto...
Avv. Morescanti: L'ipotetica cella che, telefonando da casa, Fabiani avrebbe potuto utilizzare noi non sappiamo se è stata utilizzata o meno, ho capito bene?
De Falco: Questa cella sicuramente è stata utilizzata per questa telefonata, ma certamente non conosciamo quale è stata la direzione di cella, e questa cella è una cella che copre un'area molto più grande. Se il territorio di copertura della cella fosse stato piccolo, si sarebbe potuto fare questo sillogismo. Oggettivamente non si può dire che ci sia un riscontro reale, non solo con la persona ma anche proprio con la zona, e se voglio esaminare la cosa in termini probabilistici vi è una probabilità estremamente bassa.
Avv. Morescanti: È giusto identificare questa rete di telefonini stranieri, nel caso specifico svizzera, come rete segreta, come rete di telefonate non intercettabili?
PM Narducci: Opposizione!
Presidente Casoria: E perché?
PM Narducci: Il consulente analizza dati tecnici, le valutazioni...
Presidente Casoria: Vabbè va...
Avv. Morescanti: Sulla scorta di un dato tecnico, tecnicamente la rete svizzera è una rete segreta? Tecnicamente è una rete non intercettabile?
Presidente Casoria: Risponda, se sa rispondere a questa domanda che è un po'...
De Falco: La verità è che quando parliamo di rete il cellulare è parte della rete, ogni volta che io accendo il cellulare tutti sanno dove è. La stazione di controllo master vede questo telefonino, va a controllare se è nei propri database, e se non lo è va a chiedere al gestore estero "Questo signore ti ha pagato? Gli posso dare linea?". Quindi, nel momento in cui accendo un telefonino tutti sanno dove è questo telefonino. Non è segreta per niente.
Presidente Casoria: Vabbè, segreta. L'avvocato voleva sapere se è intercettabile in qualche modo la telefonata fatta con il telefonino estero.
De Falco: I telefonini sono tutti totalmente intercettabili, basta che si conosca il numero del telefonino. In verità un'altra cosa che si poteva fare era associare... ogni volta che c’è una telefonata il gestore, qualunque gestore, non segna soltanto il numero della sim ma anche il numero del telefonino che si chiama IMEI. Sarebbe stato interessante vedere se questi numeri IMEI fossero stati associati, anche in tempo remoto, ad altri numeri cellulari, ma non è stato fatto.
Avv. Morescanti: Quindi quali sono le Sue conclusioni?
De Falco: Non vi è collegamento tra zona e persona ma anche in termini di zona e abitazione della persona siamo a percentuali molto basse, al di sotto del 5%.
Avv. Morescanti: Nessuna altra domanda.
PM Capuano: Lei sa il suo cliente dove risiedeva quando doveva andare a Messina?
De Falco: Sì parlava di un determinato albergo, ma come Lei può vedere l’ubicazione delle celle agganciate a Messina non hanno una concentrazione in determinati posti.
PM Capuano: Lei ha detto che le celle erano lontane dallo stadio, questa valutazione l'ha fatta anche relativamente all'albergo, o agli uffici dove andava il Fabiani?
De Falco: Guardi ne ho parlato con Fabiani e doveva essere un albergo centrale che si trova vicino via Tommaso Cannizzaro, però non glielo so dire di preciso, ma il fatto significativo per quanto mi riguarda è che non c'è una concentrazione...
PM Capuano: Ma non era più rilevante valutare non la distanza dallo stadio ma dal centro?
De Falco: Non ho riportato il dato dell'albergo, era anche un problema di albergo, perché quando ho incontrato Fabiani qui a Napoli l’ho incontrato in diversi alberghi. Non ho ritenuto significativa la cosa.
PM Capuano: Non ha ritenuto opportuno nemmeno conoscere quale fosse il suo posto di lavoro a Messina?
De Falco: Immagino fosse lo stadio.
PM Capuano: Lo immagina o glielo ha chiesto?
De Falco: No, io non ho idea di dove fosse Fabiani al momento di tutte queste telefonate. Ricordo che questa consulenza è stata sviluppata quattro anni fa. Atteso che si parla di luogo di lavoro di Messina nell'elaborato dei ROS, io mi sono attenuto a quello, ed io mostro in più le posizioni delle celle, atteso che questo lavoro è stato fatto così come è non è stato rapportato per Roma. Agli atti non c’è scritto niente, ma nemmeno il Fabiani può sapere quel giorno e a quell’ora dove si trovasse.
PM Capuano: Visto che Lei ha parlato che l'attività investigativa poteva essere più precisa, quindi anche la Sua consulenza sarebbe potuta essere più precisa?
De Falco: Io ho realizzato l’aspetto tecnico che riguarda la posizione delle celle e la posizione massima della BTS. Il lavoro di presenza della persona nel luogo, sia come tempi che come luogo di lavoro, non è stato compiuto da nessuno e nemmeno da me. Non vi è nessun dato che dica Fabiani dove fosse.
PM Capuano: Quindi la percentuale del 3%, non è in grado di dare nessuna percentuale su Messina?
De Falco: Questa percentuale non è relativa alla presenza della persona in un posto ma all'abitazione.
PM Capuano: E quindi questa percentuale Lei è in grado di darla per Messina?
De Falco: Ma non posso sapere dove si trovasse il Fabiani in quel momento.
Presidente Casoria: Ma Lei non lo aveva letto nel rapporto dei carabinieri come avevano realizzato che Fabiani aveva telefonato... dice "Fabiani si trova a Messina" genericamente?
Avv. Morescanti: Sì, è tutto generico.
De Falco: C’è un altro aspetto che non abbiamo guardato della mia consulenza. Nel lavoro di chi indagava vi sono tre circostanze: la prima circostanza è il quartiere di Primavalle e l'imputato risiede nel quartiere di Primavalle, seconda circostanza le celle agganciate sono a Messina e lui aveva una attività lavorativa a Messina, terza circostanza vi sono dei contatti, in particolare 5, in Bologna, in Messina, in Ronchi dei Legionari e ancora poi in Messina, e Siena, proprio quando c'erano le partite relative, sono contatti telefonici che si sono avuti nel momento in cui la squadra era fuori casa. In realtà l'analisi completa mi dice che questi contatti esterni sono 5. A fronte di questo, però, non si trovano gli altri eventuali contatti, che io mi aspetterei di trovare, di ulteriori 10 trasferte del Messina Calcio nelle quali, se la presunzione è vera per queste 5, nelle altre 10 potevano esserci dei contatti...
PM Capuano: Ma perché Lei ha valutato se, invece, mentre il Messina era a Genova quel telefonino era in un altro posto? Ha fatto queste valutazioni la Sua consulenza?
De Falco: Le deduzioni non le faccio io su questo.
Presidente Casoria: Ha ragionato come hanno ragionato i carabinieri, abbiamo capito. Dice siccome... è emerso, pubblico ministero, che non ha domandato a Fabiani...
PM Capuano: Nella parte dell'informativa dove si attribuiscono due schede a Fabiani, oltre ai codici celle del quartiere Primavalle, vi sono anche alcuni contatti presi nel corso delle partite del campionato di calcio dove era impegnato il Messina (elenca le partite interessate, ndr). Lei ha fatto un'affermazione, Lei ha confutato questa accusa e si è meravigliato che nelle altre trasferte non ci sono agganci. Ho capito bene o no?
De Falco: Sì, è così. Io da pagina 31 a 33 della consulenza riporto tutte le partite del campionato e considero che nelle partite in trasferta su 18 partite 5 sono quelle interessate da contatti...
PM Capuano: La domanda che faccio è se in queste altre 10 partite l'utenza telefonica aggancia altre celle, aggancia una cella che è a Roma o Messina, o non aggancia proprio nulla?
De Falco: Gli unici contatti sono quelli segnati che Le ho detto, quindi non aggancia nulla, non sappiamo altro, no, non ci sono altre telefonate, non ha telefonato sicuramente, perché se ci fosse stata la telefonata vi sarebbe stato il resoconto della telefonata. Non dico che è spento ma che non ci sono state telefonate.
PM Capuano: Lei ha anche fatto indagini sull’utenza con 84 finale?
De Falco: Sì, c’è un’unica cella che sicuramente copre la zona di via D’Avanzo, è sempre quella di via De Vio, che è una cella molto particolare, ad ombrello.
Avv. Morescanti: Ingegnere, ha detto che quando nelle trasferte del Messina non ci sono telefonate, lo ha detto sulla indagine dei carabinieri, o lo ha analizzato Lei? Cioè se quel giorno la scheda ha agganciato una cella di altra zona ma non è stato riportato dai carabinieri noi non lo sapremmo, è così?
De Falco: Sicuramente dalle società telefoniche sono stati forniti dei dati, in questi dati vi sono le telefonate effettivamente svolte, i posti da cui sono partite, e finisce lì. Che poi al momento si potesse sapere ben altro, ovvero il viaggio di un telefono acceso senza che telefoni, questo è un dato che se richiesto al momento si può anche ottenere, però nello specifico non è nei dati. Noi teniamo una telefonata ma il gestore dà la cella ma non mi dice tutto l'iter, se era in movimento o meno...
Presidente Casoria: Sono stati interpellati tutti i gestori?
De Falco: Mi sembra di sì, anche perché era in roaming. Io ritengo che il lavoro di acquisizione è stato fatto nella maniera totale...
Presidente Casoria: Però non lo ha fatto Lei, come diceva l'avvocato...
De Falco: Dai tabulati che sono stati forniti. In verità ho avuto un po' di problemi perché sono stati tutti messi insieme e, quindi, anche telefonate afferenti alla stessa telefonata, comparivano due o tre volte ed erano anche sfalsate, perché quando i tempi non erano uguali...
Presidente Casoria: Questo è un fatto di gestori, l'avevamo acclarato.
Presidente Casoria: Lei non ha interpellato tutti i gestori?
De Falco: Io ho esaminato i tabulati, abbiamo cercato di interpellare i gestori però non hanno mai risposto, per quello che mi consta dall'avvocato che si occupava allora del caso.
Presidente Casoria: Possiamo congedare il teste. Può andare.
DEPOSIZIONE RAFFAELE RUSSO, segretario del Coni.
Avv. Cirillo per Ambrosino: Lei che mansioni ha svolto?
Russo: Sono stato arbitro dal '77 ed assistente per 10 anni in A.
Avv. Cirillo: Ha visionato Messina-Reggina?
Russo: Sì, perché finita l’attività di assistente sono stato componente del settore tecnico e facevo parte della scuola arbitrale.
Avv. Cirillo: Che faceva Ambrosino in quella gara?
Russo: Secondo assistente.
Avv. Cirillo: Le risulta che Ambrosino ha commesso errori?
Russo: Assolutamente, tutte le sue segnalazioni sono state corrette ed imparziali.
Avv. Cirillo: Che valutazione dà?
Russo: Certamente ottima.
Avv. Cirillo: Ho finito.
DEPOSIZIONE CAMEROTA.
Avv. Pirolo, difesa Dattilo: Gara diretta da Dattilo, Udinese-Brescia. La ricorda?
Camerota: Sì.
Avv. Pirolo: Con Dattilo ha mai discusso dei diffidati?
Camerota: No, mai, non eravamo a conoscenza.
Avv. Pirolo: Che successe in quell’incontro?
Camerota: Ci fu un mio intervento per fare espellere Jankulovsky che aveva commesso un atto violento.
Avv. Pirolo: Questo eposidio era sfuggito all’arbitro?
Camerota: Credo di sì.
Avv. Pirolo: Secondo il regolamento, alla segnalazione dell’assistente che deve fare l’arbitro?
Camerota: Se non ha potuto vedere, è tenuto a fidarsi.
Avv. Pirolo: Quindi assecondare la segnalazione è un atto dovuto. Per l’art. 12, il comportamento di Jankulovski, che doveva comportare?
Camerota: L’espulsione.
Avv. Gentile, difesa Lotito: Lei è stato anche assistente in Lazio-Parma?
Camerota: Sì.
Avv. Gentile: Che ricorda?
Camerota: Mi pare il secondo gol contestato, ma le immagini mi diedero ragione.
Avv. Gentile: L’osservatote le diede "ottimo", facendo riferimento proprio a quell’episdio, è così?
Camerota: Sì.
Avv. Saldarelli, difesa Mazzei: Conosce Mazzei?
Camerota: Da tanti anni.
Avv. Saldarelli: Che rapporti ha avuto?
Camerota: Prima di colleganza, poi è stato il mio designatore
Avv. Saldarelli: Nella sua funzione di designatore che faceva Mazzei?
Camerota: Era il responsabile degli assistenti, oltre che a coordinare il nostro lavoro. Lui preparava le griglie, ma chi aveva l’ultima voce in capitolo erano Bbergamo e Pairetto.
Avv. Saldarelli: Mazzei aveva sollecitato gli assistenti ad avere un contato telefonico prima delle gare?
Camerota: Spesso ci chiamava lui.
Avv. Saldarelli: E che vi dicevate?
Camerota: Ci faceva le ultime raccomandazioni, ma sempre roba tecnica.
Avv. Saldarelli: Dopo le gare vi sentivate?
Camerota: Certo.
Avv. Saldarelli: Durante le sessioni a Coverciano si tenevano anche allenamenti?
Camerota: Sì.
Avv. Saldarelli: E partecipava anche il Mazzei?
Camerota: Sì, a volte ci batteva anche sulla corsa.
Avv. Saldarelli: E questi allenamenti servivano anche per le valutazioni?
Camerota: Certo c'erano dei test atletici.
Avv. Saldarelli: Lei è amico di Coppola?
Camerota: Lo conosco
Avv. Saldarelli: Ha mantenuto rapporti con lui?
Camerota: No
Avv. Saldarelli: 2002: ha mai avuto dal Coppola lamentele sulla sua sottoutilizzazione?
Camerota: Non ricordo lamentele particolari.
Avv. Catalanotti, Difesa parte civile Brescia: Lazio-Parma: ricorda di un fallo di Zauri su Pisanu che non portò al rigore?
Camerota: Sì.
Avv. Catalanotti: E perché non l’ha riferito prima?
Camerota: Perché non mi è stato chiesto.
Difesa Brescia: Le è stato chiesto che ricordava e non l’ha detto.
Camerota: Ma quell’episodio riguardava l’arbitro, io parlavo per me.
Avv. Catalanotti: Poi, alla fine della gara in area della Lazio si verificarono due falli.
Camerota: Non li ricordo.
Avv. Catalanotti: E ci fu un fallo grave di Liverani su Olive.
Camerota: Non ricordo.
Avv. Catalanotti: Non sa se nel referto questa omissione della sanzione fu sottolineata negativamente?
Camerota: No, non abbiamo accesso agli atti.
Avv. Catalanotti: Ricorda l’espulsione di Carmignani?
Camerota: Sì.
Luci e Nicchi hanno mandato una giustificazione alla difesa di Mazzei che chiede una nuova udienza, rinunciando agli altri testimoni.
Presidente Casoria: Ma avete scritto che era indispensabile?
Avv. Saldarelli, difesa Mazzei: Sì ma mi hanno fatto presente che non potevano venire per pregressi impegni.
Presidente Casoria: Li citerà per la prossima udienza del 14 dicembre.
Avv. Saldarelli: Allora citerò solo Luci, rinuncio agli altri.
Avv. Ostellari, difesa Titomanlio: Ho citato quattro testi che hanno giustificato l’assenza. Per ragioni di celerità faccio presente che questi testimoni erano stati già sentiti e che c’è un fascicolo, per cui se il pm acconsente si potrebbe prendere quel fascicolo.
Il pm non acconsente.
Avv. Cirillo: Non mi è tornata la ricevuta di ritorno per l’osservatore della partita che riguarda Ambrosino. Ma se si acquisisce il referto arbitrale potrei rinunciare.
Pm: Se lo porta alla prossima udienza potrei valutare.
Avv. Gentile, difesa Lotito: Avevo citato Nicchi e Trentalange, se si può depositare il loro referto agli atti con il consenso del pm potrei rinunciare.
Il Pm presto il consenso.
L’udienza è aggiornata al 14 dicembre. In attesa delle trascrizioni del perito si potranno fare le dichiarazioni spontanee. Ci saranno quelle di De Santis e di Mazzei per adesso, ma possono aggiungersene altre.
L’udienza è tolta.
Il processo - Cronaca dell'udienza del 16 novembre 2010
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- By Redazione
Udienza brevissima quella di oggi a Napoli, che abbiamo seguito grazie al consueto contributo di Francesco/Frales.
Potete leggere e commentare la stessa cronaca in diretta anche sul forum J1897network.com, cliccando su questo link:
j1897network.com - Udienza del 16 novembre 2010
Gli amici della "Combriccola romana" discuteranno del processo anche stasera nella trasmissione "Signora mia". Per commenti alla cronaca in diretta cliccate su questo link:
Blog Ju29ro.com - Commenta l'udienza.
Ore 10.10 - Nell'aula 216 le voci che Tavaroli non sarà presente si infittiscono. Il Presidente Casoria inizia l'appello.
Ore 10.16 - Registriamo l'assenza di imputati molto assidui come Moggi e Bergamo. Assenti anche alcuni avvocati. Sembra che per il testimone Bigon ci siano stati problemi di notifica.
Ore 10.22 - L'avvocato Prioreschi produce la raccomandata inviata a Tavaroli, ma il suo difensore ha comunicato che si avvarrebbe della facoltà di non rispondere, quindi non verrà a deporre. C'è un fax di Ciro Venerato, imputato ma anche citato come testimone, che comunica la sua presenza per il 23, causa impegni di lavoro per oggi. Inoltre c'è il fax dell'ingegner De Falco, che comunica un impedimento per oggi. Prioreschi deposita i documenti e dice: "Ambasciator non porta pena".
Ore 10.30 - Difesa Foti: Bigon non è presente, ci sono problemi di notifica, si chiede di poterlo esaminare il 23.
Il tribunale, preso atto delle giustifiche e dell'incompletezza della notifica, fissa l'udienza del 23 per l'esame dei testi non comparsi ribadendo che entro quella data dovrà essere completato l'esame. Chiede se ci sono imputati disposti a sottoporsi ad esame.
Nessuno risponde.
Entro il 23 dovranno essere depositati anche gli elenchi definitivi delle telefonate da trascrivere. Il giudice Casoria dichiara: "Questo processo deve finire presto. Non ho tempo da perdere".
Ore 10.40 - Avv. Messeri: Bertini vuole fare dichiarazioni spontanee.
Bertini: Ho iniziato a fare l’arbitro a 16 anni. Sono stato abituato a rispettare le regole scritte e non scritte. Sono sempre stato ligio a questo comportamento. Non ho mai fatto parte di nessuna associazione a delinquere. Ogni partita si è sottoposti a delle critiche, e ogni partita si crea una non associazione, perché è una non associazione o dissociazione, perché anche la Juve, come tutte le altre squadre, è stata scontenta del mio arbitraggio e di quello di altri colleghi. L’arbitro va in campo e può sbagliare, ma l’errore dell’arbitro è tanto più rimarcato quanto più visto in tv. Quella è un’altra partita, un altro calcio e l’arbitro non potrà mai essere in comparazione con un sistema del genere, con trenta telecamere e 30 punti di osservazione diversi. L’arbitro sbaglia e anch'io ho sbagliato nella mia carriera, ma l’ho fatto pensando di far bene, prendendo decisioni all’istante; e l’ho fatto anche con la Juve e con Moggi con il quale sono stato associato, ma l’ho fatto sia a favore che contro. Faccio solo rimarcare una cosa: sono stato associato alla Juve nel 2004-2005 per avere arbitrato 5 gare, 3 delle quali della Juve. In quel campionato la Juve ebbe una media punti inferiore di quella del totale del campionato. Con me il Milan, competitore di quel campionato, ottenne più punti della Juve e della sua media complessiva del campionato. Nella gara Juve-Milan mi preme rimarcare una cosa: credo di aver rivisto 15 volte quella gara e non mi do pace. Quella fu una gara arbitrata assolutamente bene, detto dagli osservatori. Ci sono alcuni dati che l’avvocato dirà meglio in discussione. Io in quella stagione ho arbitrato 23 volte in A, ho comminato 35 ammonizioni per la squadra di casa e 41 per quella in trasferta, con una media di 1,52 per la squadra in casa e 1,78 per quella in trasferta. 449 punizioni a favore delle squadre in casa e 437 a favore delle squadre ospiti. 4 rigori in quel campionato, 2 e 2, tre espulsioni, 2 contro la squadra di casa e 1 contro gli ospiti; in Juve-Milan ci furono 42 falli, di cui 15 per la Juve e 27 per il Milan, un ammonito, della Juve, con uno spostamento di circa 4,5 falli in meno alla Juve rispetto alla media e 8 falli in più per la squadra ospite. L’osservatore fu soddisfatto del mio operato. Forse un solo errore commisi: fermare Kakà e non mi ero accorto che era nella condizione di poter continuare a giocare. Ma ero convinto che il fallo fosse duro. Mi riconosco solo questo errore. Per un’altra gara, Inter-Fiorentina in cui avrei ammonito 2 giocatori della Fiorentina, che non avrebbero poi giocato con la Juve, già nel processo sportivo, sentito da Borrelli, potei difendermi portando i filmati della gara e dimostrando che erano due ammonizioni che non potevo esimermi dal fare. In quella gara c’era anche Dainelli che era diffidato e il mio errore forse fu non ammonire anche lui, che commise almeno 5 falli da ammonizione. In Atalanta-Milan commisi l’errore di non espellere Nesta, ma ero a 50 metri, il mio assistente non mi aiutò e commisi quell’errore. Si era sull’1-1- e avrei dovuto lasciare il Milan in 10 uomini. Quella gara era in contemporanea con Juve-Roma. Il Milan vinse 2-1 al 94’ e io fui massacrato anche da Moggi sui giornali. Qui mia controparte la Figc che mi ha assolto nei due processi sportivi: ho pagato molto, quattro anni di vita cancellati, con conseguenze familiari e di lavoro. Confido in un giudizio rapido. Grazie.
L’udienza è tolta.
Il processo - Cronaca dell'udienza del 9 novembre 2010
- Dettagli
- By Redazione
ALLEGATO PDF della RICHIESTA di BORRELLI SU TAVAROLI. Oggi nuova udienza del processo Calciopoli che abbiamo seguito, in collaborazione con gli amici del forum J1897network.com, grazie al contributo dall'aula di Francesco (Frales di J1897).
Commenti all'udienza sul forum J1897.com, cliccando su questo link:
j1897network.com - Udienza del 9 novembre 2010
Abituale sinergia con gli amici della "Combriccola romana" che monitoreranno i Vostri commenti sul nostro blog alla ricerca di spunti per la trasmissione "Signora mia" in onda stasera. Per commenti alla cronaca in diretta cliccate su questo link:
Blog Ju29ro.com - Commenta l'udienza.
Ore 9.50 - Sono già presenti i aula i pm Narducci e Capuano, De Santis, e gli avvocati Morescanti e Gallinelli.
Ore 10.10 - Iniziato l'appello degli imputati. Al momento mancano sia Moggi che tutto il suo collegio difensivo. Assente anche Paolo Bergamo. Per i mezzi di informazione siamo ai minimi storici. Assente anche Tuttosport, forse per la contemporaneità dell'appello del processo GEA.
Ore 10.20 - La difesa di Innocenzo Mazzini rinuncia ad Ulivieri, l’unico teste che aveva convocato. È arrivato l’avv. Trofino, mentre Prioreschi è impegnato a Roma con l'appello GEA. Il Presidente Teresa Casoria ribadisce che entro il 23 deve terminare l'esame di tutti i testimoni. Viene introdotto il teste Dino Zoff.
DEPOSIZIONE DINO ZOFF.
Avv. Picca (difesa Della Valle): Se può riassumere le sue esperienze nel calcio, sia come calciatore che come allenatore.
Zoff: È una storia abbastanza lunga. Non credo che al tribunale interessi. Sono stato calciatore per 25 anni, passando in diverse squadre Udinese, Mantova, Napoli e Juventus, poi dirigente e presidente della Lazio. Poi prima nell’ambito della Nazionale, poi allenatore della Juventus, Lazio e della Fiorentina.
Avv. Picca: L'ultima stagione da allentaore è stata nel 2004-2005?
Zoff: Sì ma subentrai a febbraio 2005.
Avv. Picca: Quindi a stagione già iniziata?
Zoff: Sì quasi nell’ultima metà.
Avv. Picca: A chi subentrò?
Zoff: Mondonico, credo.
Avv. Picca: E rimase allenatore fino alla fine?
Zoff: Sì fino a giungo 2005.
Avv. Picca: Lei è citato per una specifica partita Lazio-Fiorentina del maggio 2005.
Zoff: Sì.
Avv. Picca: Ricorda il risultato?
Zoff: Credo 0 a 0.
Avv. Picca: Ricorda l’arbitro?
Zoff: Sì, Rosetti.
Avv. Picca: Ricorda se si verificò un episodio legato ad un’azione?
Zoff: Sì un fatto successe, un giocatore della Lazio respinse la palla con la mano sulla linea di porta e molti giocatori si lamentarono per questo, perché l’arbitro non lo sanzionò. Credo che non l’abbia visto.
Avv. Picca: Le fu riferito dai suoi giocatori del fallo evidente?
Zoff: No, era abbastanza evidente.
Avv. Picca: Questa gara era importante?
Zoff: Eh sì, poteva essere determinanate, una vittoria ci portava fuori, non del tutto, dalla zona retrocessione.
Avv. Picca: Ricorda se la squadra era fortemente coinvolta nella lotta per non retrocedere?
Zoff: Certo, eravamo alle ultime partite in una posizione più che precaria.
Avv. Picca: Per effetto di questo risultato l’ultima giornata diventò determinante?
Zoff: Indubbiamente, dovevamo vincerla, l’abbiamo vinta. Sarebbe stato diverso vincendo con la Lazio.
Avv. Picca: La difficoltà di salvarvi era anche legato al risultato di partite concomitanti?
Zoff: Beh sì, indubbiamente.
Avv. Picca: Ricorda quando assunse l’incarico di guida della Fiorentina quale era la condizione della squadra?
Zoff: Era in crisi, del resto quando si cambiano tre allenatori vuol dire che la situazione è difficile.
Avv. Picca: Lazio-Fiorentina: prima della gara ha ricevuto indicazione dalla dirigenza della squadra di un intervento da parte loro finalizzato a garantire un risultato positivo per la Fiorentina?
Zoff: Assolutamente no.
Avv. Picca: Di fatto le ebbe a ricevere dai Della Valle?
Zoff: Da nessuno.
Avv. Picca: Ricevette notizia da Andrea Della Valle che c’era stata un’azione della dirigenza?
Zoff: No, assolutamente no, mai ricevuto notizia.
Avv. Picca: E da Mencucci?
Zoff: No.
Avv. Picca: Nella gare successive, e anche in quelle precedenti, ha mai ricevuto dalla dirigenza indicazioni che ci fossero state delle iniziative assunte per garantire il risultato positivo degli incontri?
Zoff: Confermo, mai.
Avv. Picca: Le preoccupazioni della dirigenza erano legate ad una tenuta della squadra per una permanenza in A?
Zoff: Le preoccupazioni erano per la posizione in classifica, niente altro.
Avv. Picca: Di queste preoccupazioni la dirigenza ne facevano oggetto di discussioni con Lei?
Zoff: Beh si poteva discutere dei risultati, della possibilità di venirne fuori niente altro.
Avv. Picca: Erano dei discorsi che si possono riassumenre come discorsi normali di preoccupazione sportiva?
Zoff: Ma certamente.
Avv. Picca: Lei ha parlato dell’errore di Rosetti. Ha registrato nella partite precedenti situazioni nelle quali gli arbitri avevano assunto decisioni particolari?
Zoff: Beh succede che uno veda le cose in un modo di parte, ma non ho trovato niente di particolarmente negativo.
Avv. Picca: Nessuna altra domanda.
Avv. Gallinelli (difesa De Santis): Vorrei che indicasse quanti anni ha svolto l’attività agonistica nella Juve.
Zoff: Da calciatore 11 anni.
Avv. Gallinelli: Poi è stato allenatore.
Zoff: Sì, un anno nello staff tecnico, poi sono rientrato diversi anni dopo come allenatore della prima squadra.
Avv. Gallinelli: In quel periodo quanti titoli ha vinto la Juve?
Zoff: Io ne ho vinti sei.
Avv. Gallinelli: Si ricorda di gare della Juve arbitrate da De Santis?
Zoff: Non vorrei fare un torto a De Santis, ma l’arbitro non è una cosa che ricordo.
Avv. Gallinelli: Nessuna domanda.
Presidente Casoria: Zoff, può andare.
L’avv. Gallinelli, difesa De Santis, deposita un documento del 18 ottobre2006, firmato da Borrelli, in cui si chiedeva al procuratore della Repubblica di Milano di conoscere quante volte Tavaroli era stato incaricato di prendere informazioni su De Santis ed altri soggetti. Secondo l'avvocato Gallinelli a questa richiesta non è mai stato dato alcun riscontro dalla Procura della Repubblica di Milano.
Il Presidente Casoria lo acquisisce agli atti del processo.
Cipriani non ci sarà, ha dichiarato che si avvale della facoltà di non rispondere perché imputato nel processo Telecom. L'avv. Morescanti, difesa Fabiani, rinuncia a Cipriani e chiede di citare Tavaroli.
L'avvocato Morescanti chiede anche di poter depositare il verbale di interrogatorio di Tavaroli al momento dell’arresto, invece di chiamarlo come teste. La procura si oppone.
Allora l'avvocato Morescanti chiede di chiamarlo come teste.
Avv. Morescanti: Perché Tavaroli dichiara che Nucini aveva raccontato alcune cose dalle quali erano scaturiti pedinamenti per alcuni soggetti, tra cui Fabiani. Io voglio chiedere la circostanza di quando è venuto a conoscenza che Nucini era stato chiamato per le stesse dichiarazioni dalla Boccassini, e che lui non confermò. Insomma è una questione un po' particolare. Tavaroli dichiara che Nucini si era dichiarato disposto a dire tutti questi fatti in cambio di un posto di lavoro nella società Inter. Questo voglio chiedergli.
L'avvocato Gallinelli si associa e si riporta al documento che ha consegnato.
Presidente Casoria: Per oggi ha già citato Tavaroli?
Avv. Gallinelli: No.
Il tribunale si ritira in camera di consiglio.
PM: Non c’è opposizione sul capitolo di prova, se non nel punto che Tavaroli fornisca informazioni sui comportamenti di Nucini.
Avv. Trofino: La difesa Moggi ha rinunciato a Tavaroli perché era citato già da altre difese, quindi l’interesse nostro c’è. I pedinamenti furono fatti per una ragione per la quale Tavaroli fu informato, e questo vogliamo sapere da lui, quindi anche gli atteggiamenti di Nucini ne fanno parte. Insistiamo perché il teste venga sentito.
Il tribunale autorizza la citazione di Tavaroli, che sarà obbligato a comparire altrimenti sarà condotto coattivamente.
Non ci sarà nemmeno Ciro Venerato, in qualità di testimone (è anche imputato, ndr), perché è impegnato in Pescara-Piacenza come giornalista, e verrà sentito nella prossima udienza.
L'udienza è gia conclusa.
Documento: Richiesta di Borrelli alla Procura di Milano sulle dichiarazioni rese da Tavaroli.