CantaNapoli - Il processo
Imputato Scardina, discolpato dai colleghi RAI
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- By Giuseppe Rombolà
Ogni associazione a delinquere che si rispetti ha un suo uomo che si occupa della propaganda. Un uomo destinato a controllare la comunicazione del gruppo delinquenziale, ed al tempo stesso tenti di fare proseliti e di accattivarsi le simpatie del popolo. E non poteva certo mancare un "ministro della comunicazione" alla cupola Moggiana. Gli inquirenti di Calciopoli l'hanno identificato nel giornalista di Rai Sport Ignazio Scardina. Son bastate alcune conversazioni intrattenute con Moggi per fargli assumere questo ruolo. Anche se al solito la teoria investigativa sembra non essere sorretta da prove concrete ed inoppugnabili. Solo qualche misero indizio e Ignazio Scardina si è ritrovato tra gli inquisiti nel processo Calciopoli a Napoli.
Scardina all'epoca dei fatti oggetto d'indagine era caporedattore di Rai Sport con delega al calcio.
Secondo l'accusa Scardina era un sodale di Moggi, rappresentava il braccio armato della cupola all'interno di Rai Sport. Avrebbe predisposto servizi giornalistici compiacenti (non si sa quali in verità, ma ormai all'indeterminatezza dell'accusa ci abbiamo fatto il callo) inviando al seguito della Juventus degli inviati malleabili.
Altra accusa rivolta a Scardina è quella di aver intercesso per Moggi nei confronti di Pieroni per ammorbidirne le accuse nei confronti dello stesso Moggi.
In dibattimento lo stesso Pieroni ha smentito questa ipotesi accusatoria, affermando che Scardina lo aveva contattato in un periodo di grandi problemi personali, e che era stato l'unico dell'ambiente calcistico ad essergli stato vicino, e per suo tramite aveva ricevuto da Moggi una 'Panda', macchina che gli necessitava per recarsi in ospedale per curare la sua salute molto precaria.
Dunque Scardina un sodale della cupola, lo dimostrerebbe, secondo gli inquirenti, la circostanza che Ciro Venerato veniva spesso mandato a seguire la Juventus.
Nell'informativa dell'aprile 2005 redatta dai carabinieri di via In Selci in Roma, viene dato ampio spazio al fatto che Venerato aveva seguito la Juventus in quella famosa partita di Lecce, quella vinta per 1-0 su un campo pesantissimo ed arbitrata da De Santis. Per gli inquirenti il sodalizio aveva mandato Venerato a Lecce per scongiurare il pericolo imminente (nell'informativa si parla esattamente di "pericolo imminente"), quale fosse questo pericolo imminente è ignoto.
Gli inquirenti hanno però omesso un particolare niente affatto secondario, Ciro Venerato a Lecce venne mandato come secondo giornalista, quello che doveva fare il pezzo di colore della partita.
Infatti Venerato fece un servizio sul rientro di Del Piero dopo un brutto infortunio, nulla disse sulla partita o sugli episodi contestati. Quale fosse l'utilità per la cupola e quale pericolo imminente abbia scongiurato Venerato è ancora un mistero.
A fornire un quadro chiaro del “modus operandi” di Scardina nella redazione di Rai Sport, il suo avvocato difensore ha chiamato a testimoniare i suoi colleghi dell'epoca, nell'ordine hanno deposto: Carlo Paris, Fabrizio Failla, Fabrizio Maffei ed infine Andrea Giubilo.
Dalle loro deposizioni si è appurato che:
- che nessuno ha subito pressioni o è venuto a conoscenza di pressioni esercitate da Scardina su giornalisti per ammorbidire od aggiustare i loro servizi;
- gli inviati di maggiore esperienza venivano mandati a seguire le partite di cartello;
- per le partite delle squadre maggiori (Milan, Juve, Inter, Roma) veniva scelto un inviato principale ed un giornalista d'appoggio (spesso collaboratore a contratto) che curava il servizio di supporto;
- che le scelte operate da Scardina (quindi anche la scelta degli inviati) erano soggette all'approvazione dei vicedirettori (Bellardi, Volpi, Giubilo, De Paola, Zermiani) ed in ultima analisi del direttore Maffei.
Nella sua deposizione Giubilo ha specificato che la Sanipoli era un'inviata mentre Ciro Venerato era un semplice collaboratore esterno, e che mai Venerato, a sua memoria, era stato inviato a seguire una partita in qualità di unico inviato, ma sempre come giornalista d'appoggio. Venerato non era quindi un'alternativa alla Sanipoli. Sempre in relazione alle accuse della Sanipoli, l'avvocato Misiani, difensore di Scardina, ha depositato una sentenza del tribunale di Roma in relazione alla causa di mobbing intentata dalla stessa Sanipoli nei confronti della Rai. Tribunale di Roma che ha stabilito non esserci stato nessuna azione di mobbing ai danni della giornalista, e che anzi in molti casi la stessa aveva rifiutato degli incarichi per cause di malattia, o per intervenuto congedo matrimoniale. Scardina nella sua dichiarazione spontanea ha poi riferito che la Sanipoli aveva anche rifiutato di seguire, in qualità di inviato, la Coppa Intercontinentale, la più importante partita al mondo per club.
In sostanza Scardina proponeva gli inviati che sottoponeva all'avallo dei vicedirettori e del direttore Maffei. Ciro Venerato era un collaboratore esterno ("uno dei tanti" precisa Giubilo) che curava solo i pezzi di colore e le interviste a fine partita, e mai ha fatto il pezzo principale, consistente nella cronaca e nel commento della partita e degli episodi contestati. A che pro Scardina e Moggi brigassero, secondo quanto sostiene l'accusa, per mandare Venerato a seguire la Juventus appare quindi alquanto oscuro. Anche perché in ultima analisi chi decideva gli inviati per le partite era Maffei. Ma ad essere indagato è Scardina.
Il processo - Cronaca dell'udienza del 26 ottobre 2010
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- By Redazione
Oggi nuova udienza del processo Calciopoli che abbiamo seguito, in collaborazione con gli amici del forum J1897network.com, grazie al contributo dall'aula di Francesco (Frales di J1897).
Cronaca in diretta e commenti anche sul forum J1897.com, cliccando su questo link:
J1897network.com - Cronaca LIVE dell'udienza.
Consueta sinergia con gli amici della "Combriccola romana" che monitoreranno i Vostri commenti sul nostro blog alla ricerca di spunti per la trasmissione "Signora mia" in onda stasera e con ospiti: l'avvocato Paco D'Onofrio (difesa di Luciano Moggi e docente di diritto sportivo presso l'Università di Bologna), Fabio De Lillo (Assessore Ambiente Comune di Roma) ed il nostro Salvatore Cozzolino. Per commenti alla cronaca in diretta cliccate su questo link:
Blog Ju29ro.com - Commenta l'udienza.
In aula sarà presente il consulente tecnico della difesa di Racalbuto, l'ingegner Pietro Nicolosi, come anticipato dal suo legale al termine dell'ultima udienza
Come già riferito la scorsa volta, la difesa di Moggi ha ottenuto di chiamare i testimoni del suo elenco per ultimi.
Ibrahimovic non ci sarà, perché non si è fermato a Napoli ed è rientrato a Milano. Sarà assente anche Banti ed altri impegnati in Coppa Italia.
Ore 10,20 - Nubifragio su Napoli che rende difficoltoso l'arrivo in aula. Sono ancora assenti anche diversi avvocati. Sono presenti Moggi, De Santis e Racalbuto. Tra i testimoni sono presenti l'arbitro Bergonzi e gli assistenti Copelli e Maggiani.
Ore 10,45 - Il primo teste è l'assistente COPELLI, convocato dalla difesa Fiorentina. L'avvocato Picca chiede se Dondarini in Chievo-Fiorentina avesse condizionato l'arbitraggio e Copelli risponde: "Mai condizionati e Dondarini non ci chiese di favorire nessuno. Il briefing pre-gara? Lo facevamo e facciamo tutt'ora ma solo indicazioni tecniche. Il Chievo giocava col fuorigioco e la difesa alta. Nessuno dell'Aia o della Figc mi ha mai indicato cosa fare in campo".
L'avvocato Gallinelli chiede della finale di Supercoppa Juventus-Inter, che vide il successo dei nerazzurri e nella quale venne annullata una rete regolare a Trezeguet. Copelli risponde: "De Santis arbitrò un'ottima gara, la vinse l'Inter per 1-0. Ricordo bene la gara: ci fu un mio errore, annullai il gol di Trezeguet, mi accorsi dopo che era stato un errore. De Santis accolse la mia indicazione errata e annullò: poi, però, non mi ha criticato. Era un errore e basta".
DEPOSIZIONE MAGGIANI, assistente.
Avv. Picca: Lei è assistente da quanto tempo?
Maggiani: È l’undicesimo anno.
Avv. Picca: Ha anche qualifica di internazionale?
Maggiani: Sì.
Avv. Picca: Da quanto?
Maggiani: È il quinto anno.
Avv. Picca: È chiamato a deporre su Chievo-Fiorentina del 2004/2005 ricorda la terna?
Maggiani: Dondarini, Copelli e io, non ricordo il quarto.
Avv. Picca: A quante gare ha partecipato in quel campionato?
Maggiani: Non ricordo.
Avv. Picca: Era la prima volta di Chievo-Fiorentina?
Maggiani: Era a maggio, direi di no.
Avv. Picca: Ha svolto una riunione preliminare prima della gara?
Maggiani: Certamente.
Avv. Picca: Lo ha sempre fatto?
Maggiani: Sì era una disposizione o consuetudine svolgere un briefing.
Avv. Picca: Questa disposizione c’era anche prima?
Maggiani: Non ricordo ma era una consuetudine.
Avv. Picca: Quale era l’oggetto?
Maggiani: Sono disposizioni che venivano impartite dall’arbitro agli assistenti.
Avv. Picca: Prima di quella gara le furono date disposizioni diverse dal solito?
Maggiani: No.
Avv. Picca: Dondarini diede delle disposizioni di favorire una squadra a danno dell’altra?
Maggiani: Assolutamente no!
Avv. Picca: E nel corso dell’incontro?
Maggiani: No.
Avv. Picca: E da altre persone della Federazione?
Maggiani: No.
Avv. Gallinelli: È assistente internazionale da che anno? Con quale frequenza ha assistito De Santis?
Maggiani: Spesso, sia in Italia che all’estero.
Avv. Gallinelli: E De Santis Le ha mai dato indicazioni particolari con riferimento a talune squadre?
Maggiani: Mai.
Avv. Gallinelli: Ha svolto briefing pre-gara?
Maggiani: Certamente sì.
Avv. Gallinelli: E quali disposizioni Le ha dato?
Maggiani: Disposizini tecniche e di lavori di gruppo.
Avv. Gallinelli: Ricorda Parma-Juventus del 6 gennaio 2005?
Maggiani: Sì.
Avv. Gallinelli: Chi era l’arbitro?
Maggiani: De Santis.
Avv. Gallinelli: Ricorda indicazioni particolari di De Santis?
Maggiani: Nessuna.
Avv. Gallinelli: Ricorda delle proteste della Juventus?
Maggiani: Sì.
Avv. Gallinelli: Ricorda l’azione?
Maggiani: Sì, non ero l’assistente di competenza ma ricordo su un cross un presunto colpo di braccio su colpo di testa di Del Piero.
Avv. Gallinelli: E chi era l’altro assistente?
Maggiani: Farneti.
Avv. Gallinelli: De Santis mosse delle critiche, si arrabbiò per questa mancata segnalazione?
Maggiani: No.
Avv. Gallinelli: Come finì la gara?
Maggiani: 0-0, forse no, 1-1.
Avv. Gallinelli: E qual era il risultato al momento del fatto?
Maggiani: Non ricordo.
Fine deposizione del teste Maggiani.
DEPOSIZIONE BECCACECE, professoressa di matematica applicata all’economia della Bocconi.
Difesa Della Valle: Per che cosa è stata interpellata?
Prof. Beccacece: Per descrivere matematicamente quali probabilità ci fossero prima della disputa dell’ultima giornata di campionato per la Fiorentina di rimanere in serie A, quali fossero gli elementi necessari e sufficienti per la salvezza delle Fiorentina e se fosse sufficiente alterare il risultato di Lecce-Parma per ottenere per carto la salvezza della Fiorentina e, nel caso negativo, quante altre gare dovevavo essere alterate per garantire questa certezza.
Difesa Della Valle: Qual era la classifica?
Prof. Beccacece: La Juventus era già col titolo in mano. L’Atalanta a 35, già in B e la Fiorentina a 39, penultima.
Difesa Della Valle: Quante e quali erano le squadre coinvolte?
Prof. Beccacece: Che avevano inerenza con la retrocessione della Fiorentina: Siena, Parma, Brescia, Bologna, Chievo. Queste squadre vanno a giocare 5 gare perché ci sono scontri diretti, primo tra tutti Fiorentina-Brescia, i risultati possibili danno luogo a 243 casi.
Difesa Della Valle: Quali erano le gare?
Prof. Becccacece: Bologna-Sampdoria, Siena-Atalanta, Fiorentina-Brescia, Roma-Chievo e Lecce-Parma.
Difesa Della Valle: Ce ne’era una per cui il risultato era indispensabile?
Prof. Beccacece: La Fiorentina si salva solo se vince contro il Brescia, quindi negli altri due casi è in B.
Difesa Della Valle: Era anche una condizione sufficiente?
Prof. Beccacece: No, era solo necessaria, anche vincendo poteva finire in B o andare agli spareggi.
Difesa Della Valle: Il pareggio di Lecce-Parma era sufficiente per il risultato della Fiorentina?
Prof. Beccacece: No, un risultato isolato non era sufficiente, nemmeno associato alla vittoria della Fiorentina, serviva altro, ad esempio se il Bologna non vinceva era un risultato utile.
Difesa Della Valle: Se il Parma avesse vinto l’incontro che poteva accadere?
Prof. Beccacece: La Fiorentina poteva rimanere in A, certo.
Difesa Della Valle: Se si fossero volute aumentare le possibilità perché la Fiorentina rimanesse in A cosa si doveva fare?
Prof. Beccacece: Aumentare il punteggio del Parma in classifica.
Difesa Della Valle: Nessun'altra domanda.
PM: Nella sua analisi ha preso in considerazione anche la Lazio?
Pro. Beccacece: No, la Lazio era a 43, la Fiorentina poteva arrivare a 42 massimo, ma rispetto alla lotta della retrocessione era matematicamente salva. Ho analizzato la situazione della Fiorentina, cosa succede alla lazio non mi importa, se la Lazio retrocede, la Fiorentina retrocede perché è sotto, quello che fa la Lazio non influenza.
PM: Quindi anche per i Lecce?
Prof. Beccacece: Ho fatto lo stesso discorso anche per il Lecce.
DEPOSIZIONE BERGONZI.
Avv. Sena, difesa Pairetto: Quante gare ha arbitrato sotto Pairetto Bergamo?
Bergonzi: Direi una decina in A e una trentina in B.
Avv. Sena: Ha mai ricevuto pressioni, minacce, richieste per favorire una squadra in particolare?
Bergonzi: No.
Avv. Sena: E Le hanno mai chiesto di danneggiare qualcuno?
Bergonzi: No.
Avv. Sena: E di ammonire qualche giocatore diffidato?
Bergonzi: No.
Avv. Sena: Ha diretto nel 2007-2008 Napoli-Juve?
Bergonzi: Sì.
Avv. Sena: Ci sono state polemiche?
Bergonzi: Certo.
Avv. Sena: E ha avuto conseguenze?
Bergonzi: Sì, non ho arbitrato per parecchio.
Avv. Sena: Chi era il designatore?
Bergonzi: Collina.
Avv. Sena: Dopo quanto tempo è tornato ad arbitrare la Juve?
Bergonzi: Solo adesso.
Nessun'altra domanda.
DEPOSIZIONE NICOLOSI, ex arbitro e assistente di Lo Bello.
Difesa Racalbuto: Che differenza c’è tra il ruolo di assistente ai suoi tempi e oggi?
Nicolosi: Oggi l’assistente ha molti più poteri. Anche se l’ultima decisione è dell’arbitro, ma al 99 per cento dei casi segue l’indicazione degli asisstente, se l’assistente sbaglia, l’arbitro sbaglia. Oggi la partita si arbitra in tre.
Difesa Racalbuto: Segnalare all’arbitro i giocatori in fuori gioco è competenza dell’assistente?
Nicolosi: Sì, quella è competenza esclusiva dell’assistente, l’arbitro nello svolgimento del gioco non può valutare, l’assistente deve essere in linea e deve valutare. Solo magari in casi statici l’arbitro potrebbe valutare.
Difesa Racalbuto: Quindi manca la profondità all’arbitro.
Nicolosi: Certamente.
Difesa Racalbuto: L’arbitro si posiziona in campo dove non ci sono gli assistenti?
Nicolosi: Sì, un buon arbitro si posiziona dall’altro lato dove non c’è l’assistente.
Difesa Racalbuto: L’assistente deve segnalare anche falli che avvengono sulla linea laterale di sua competenza?
Nicolosi: Di solito quelli che accadono nelle sue vicinanze.
Difesa Racalbuto: E se un fallo è commesso dentro o fuori l’area?
Nicolosi: Consigliamo agli arbitri e agli assistenti di avere segnali speciali che indicano questo aspetto.
Difesa Racalbuto: E se un gol è valido o no?
Nicolosi: Se per l’assistente la rete è valida, l’assistente indica il centro del campo. Se c’è una irregolarità di cui non è certissimo ma ne vuole informare l’arbitro si ferma sul posto. Se c’è una irregolarità evidente alza anche la bandiera.
Difesa Racalbuto: Roma-Parma, per la quale Racalbuto è accusato di avere ammonito Pisanu e Contini per non farli giocare contro la Juventus: che cosa è accaduto?
Nicolosi: Sono due ammonizioni, anzi tre, perché c’è stata una doppia ammonizione, che sono simili, cioè trattenute vistose della maglietta dei giocatori, questa è un'ammonizone codificata nel regolamento alle pagine 113–115. L’arbitro ha il dovere di ammonire in questo caso. Pisanu e Contini sono stati ammoniti per questo tipo di fallo e poi ha espulso Pisanu per un altro fallo, anzi se devo fare un appunto, Pisanu doveva essere espulso prima, chiudendo gli occhi su un altro fallo. Alla terza lo ha ammonito di nuovo e lo ha espiulso, in quel caso da osservatore avrei detto: hai fatto benissimo ma hai omesso un’ammonizione.
Difesa Racalbuto: Cagliari-Juventus del 16.1.2005 dove è contestato che Racalbuto avrebbe condizionato il risultato.
Nicolosi: In questa gara ci sono diversi episodi di ammonizioni, mancate ammonizioni. Qui Racalbuto ha commesso degli errori, certamente, ha evitato una seconda ammonizione a uno del Cagliari per evitare una espulsione e questo non va bene, ma gli episodi importanti sono due gravissimi, uno a vantaggio della Juventus e uno a vantaggio del Cagliari. Al 18' del primo tempo nega un rigore a Trezeguet che viene messo giù, davvero non ho capito come non ha dato quel rigore. Il secondo è stata la concessione del gol in favore della Juventus di Emerson, in fuorigioco, ma per quello che abbiamo detto l’errore è di Consolo, guardalinee internazionale che non segnala il fuorigioco a Racalbuto. Quindi io avrei detto a Racalbuto che ha arbitrato male, ma il secondo episodio è certamente errore del guardalinee. Inoltre al 47’ Racalbuto non concede il vantaggio a favore del Cagliari, ma fa bene perché subito dopo Zola segna il gol del pareggio.
Difesa Racalbuto: Roma-Juve: che ci può dire?
Nicolosi: È stata una gara iniziata sulle polemiche, fomentate dai giornali, quindi iniziò già sotto un clima di guerriglia. Racalbuto era consapevole di questo ed era molto teso. In particolare ce ne sono una decina che ho raccolto nella consulenza. Salterei la parte che riguarda le mancate ammonizioni ed espulsioni (secondo me due mancate alla Juve, Zambrotta e Del Piero, e una della Roma, e due espulsioni mancate della Roma) per arrivare agli episodi che condizionano il risultato della gara. Quattro episodi: due a favore della Juventus, la prima rete segnata in fuori gioco e un calcio di rigore concesso alla Juventus al limite dell’area di rigore, che io dopo avere visto 20 volte il filmato non ne sono certo, ma anche questa azione è inficiata da fuorigioco. Poi due a favore della Roma, un rigore non dato alla Juventus per fallo di De Rossi, e un gol annullato ad Ibrahimovic che era regolare. Di questi quattro uno solo è errore di Racalbuto, la mancata concessione del rigore alla Juventus per fallo di De Rossi. Per gli altri tre errori, i responsabili sono i due assistenti, i più bravi della Can, Pisacreta e Ivaldi.
Difesa Racalbuto: Quindi è corretto parlare di arbitro e non di terna arbitale?
Nicolosi: Assolutamente sì, se gli assistenti sbagliano, l’arbitro è costretto a sbagliare, non c’è verso. Il fuorigioco di Cannavaro sul primo gol della Juventus è millimetrico, l’arbitro non può assolutamente vederlo. La responsabilità non è al trenta per cento, ma al cento per cento dell’assistente.
Difesa Racalbuto: Nessuna altra domanda.
Pm: Lei ha detto che il principale compito è quello di segnalare un fuorigioco, ma l’arbitro può fischiarlo senza segnalazione?
Nicolosi: Certo, se si accorge di una mancata segnalazione ed è certo, può fischiarlo, ma a livello di serie A sono tanti i compiti dell’arbitro che non succede.
Pm: Lei ha anche detto che la segnalazione dell’arbitro su fuorigioco avviene su calci piazzati.
Nicolosi: Può succedere che su calcio piazzato l’arbitro possa dire al guardalinee "il fuorigioco lo vedo io e tu vai a fondo campo per vedere se la palla è entrata". Oggi l’orientamento che diamo noi dirigenti è che il fuorigioco sia di competenza dell’assistente. Se c’è folla in area bisogna guardare anche i falli.
Pm: Ma il gol di Cannavaro era su calcio piazzato?
Nicolosi: Sì, mi pare di sì, ma scrivo nella relazione che in quell’azione l’arbitro era posizionato all’esterno dell’area di rigore per controllare eventuali falli, demandando al guardalinee il fuorigioco.
Pm: Questi episodi che favorirono la Juve in che momento avvennero? Su che risultato?
Nicolosi: La rete annullata di Ibra al 21' del secondo tempo, quindi il risultato era già 2 a 1, il rigore di De Rossi era sull’1-0.
Pm: Per Cagliari-Juve, perché venne ammonito Abejon? E quale fu il comportamento dei giocatori delle squadre?
Nicolosi: Venne ammonito per fallo su Blasi che non aveva possesso del pallone. Anche qui, per regolamento, se il giocatore interviene sull’avversario che non ha il controllo del pallone, deve ammonire. Ricordo che il comportamento dei giocatori fu brutto, Racalbuto fu debole, blando, qualcuno gli ha anche parlato in maniera irruenta, ma il metro fu assoltamente equanime con entrambe le squadre.
DEPOSIZIONE CARLO PARIS di Rai Sport.
Difesa Scardina: Che ruolo ha?
Paris: Inviato speciale.
Difesa Scardina: E Scardina che ruolo aveva nel 2004-2005?
Paris: Capo redattore della redazione calcio.
Difesa Scardina: Quindi era il suo superiore.
Paris: Sì.
Difesa Scardina: Come veniva organizzato il lavoro nella redazione.
Paris: Per ogni turno di campionato vengono fatte il martedì, mercoledì delle griglie per ogni partita, c’è uno della ds, uno di altre trasmissioni. Io dal 2000 ad oggi rientravo parzialmente nelle griglie perché ero già al posticipo della domenica.
Difesa Scardina: Ha mai ricevuto indicazioni da Scardina per orientare il suo lavoro?
Paris: Mai.
Difesa Scardina: Ha mai seguito la Juve?
Paris: Sì, ogni volta che giocava il sabato sera, o la domenica sera.
Difesa Scardina: Come inviato faceva il servizio principale?
Paris: Come inviato curavo solo i collegamenti nel senso che, essendo la partita finita da poco, mi collego con la Domenica Sportiva per intervistare gli ospiti e poi ci poteva essere un pezzo con interviste di appoggio che nel caso delle partite della domenica pomeriggio diventavano il servizio della partita.
Difesa Scardina: Nessun'altra domanda, può andare.
DEPOSIZIONE FABRIZIO FAILLA, giornalista RAI.
Difesa Scardina: Che ruolo ha oggi?
Failla: Sono nella redazione calcio, inviato speciale per servizi e telecronache.
Difesa Scardina: Lo stesso nel 2004-2005?
Failla: Sì.
Difesa Scardina: E Scardina?
Failla: Era caporedattore.
Difesa Scardina: Suo superiore?
Failla: Sì.
Difesa Scardina: Come venivano distribuiti gli incarichi?
Failla: C’era una disposizione per cui c’era una fascia di inviati che si occupavano delle gare più importanti, io mi occupavo anche di un altro sport il sabato e la domenica venivo inviato alla partita più vicina al luogo dove mi trovavo. Il criterio della logistica era uno di quelli che venivano presi in considerazione.
Difesa Scardina: Ha mai ricevuto indicazioni da Scardina per orientare il suo lavoro?
Failla: Mai.
Difesa Scardina: Ha mai seguito la Juventus?
Failla: Credo una sola volta.
Difesa Scardina: Nessun'altra domanda.
DEPOSIZIONE FABRIZIO MAFFEI, giornalista RAI.
Difesa Scardina: Che cosa fa adesso?
Maffei: Sono responsabile delle ralazioni esterne, curo i rapporti con strutture esterne e poi responsabile della casa editrice (ERI-RAI, ndr)
Difesa Scardina: Che cosa faceva nel 2004-2005?
Maffei: Direttore RAI-Sport.
Difesa Scardina: E Scardina?
Maffei: Responsabile redazione calcio.
Difesa Scardina: Come venivano assegnati gli incarichi?
Maffei: La struttura prevedeva alcune vicedirezioni con deleghe, e Scardina era responsabile della redazione calcio. Scardina aveva autonomia per decidere l’organizzazione del lavoro.
Difesa Scardina: Ha saputo di qualche inviato che si è lamentato di pressioni di Scardina?
Maffei: In questo tema specifico sì, ma erano molti i colleghi che si lamentavano delle scelte.
Difesa Scardina: Non parlavo delle scelte, parlavo di influenze di Scardina per orientare un servizio in un certo modo.
Maffei: Ah no, quello assolutamente no, c’erano lamentele per le scelte dei luoghi.
Presidente Casoria: C’erano dei vicepresidenti?
Maffei: Sì, ognuno con delle deleghe, ma non so attribuirle adesso.
Presidente Casoria: Può andare.
DEPOSIZIONE ANDREA GIUBILO, vicedirettore TG3.
Difesa Scardina: Quali sono le sue mansioni?
Giubilo: Sono vicedirettore Tg3, vengo dalla direzione del Tg1.
Difesa Scardina: Nel 2004-2005?
Giubilo: Ero a Rai sport, vicedirettore della testata.
Difesa Scardina: Come veniva assegnati gli incarichi?
Giubilo: Era fuori dalle competenze mie, ma so che c’erano delle griglie ponderate dal capo redattore e sottoposte all’avallo del direttore.
Difesa Scardina: E nella sua qualifica ha mai avuto notizia che qualche inviato si sia lamentato perché Scardina avrebbe cercato di indirizzare qualche servizio?
Giubilo: Assolutamente no, anzi, il taglio dei pezzi lo indicavo io.
Difesa Scardina: Nessun'altra domanda.
PM: Quali erano le persone addette alla composizione delle griglie?
Giubilo: Venivano composte dal capo redattore del calcio e sottoposte all’avallo del direttore che all’epoca era Maffei.
PM: E quali erano i criteri?
Giubilo: L’esperienza, la professionalità dei vari inviati, e si rapportavano alle partite.
PM: Cosa significava in quel periodo per un giornalista rivestire il ruolo di collaboratore?
Giubilo: Aveva un contratto esterno ed aiutava la redazione nei servizi, spesso li mandavamo nelle piazze più sguarnite.
PM: Ma era conforme alle regole Rai inserire nelle griglie solo i collaboratori?
Giubilo: Avveniva, ma a loro non veniva dato il ruolo principale, magari per una grande partita c’era l’incontro principale e qualche collaboratore.
PM: Ha memoria di qualche collaboratore esterno inserito nelle griglie?
Giubilo: No, ce n’erano molti e non ricordo i nomi, so che Lei vuole arrivare a Ciro Venerato, ma Le posso dire che egli era al pari di altri collaboratori.
Presidente Casoria: E la Sanipoli?
Giubilo: La Sanipoli era una inviata.
Presidente Casoria: Si è lamentata perchè veniva pregiudicata da Scardina.
Giubilo: In una redazione ognuno si sente vittima, è compito del capo equilibrare queste tensioni.
Presidente Casoria: Ma la decisione ultima a chi spettava?
Giubilo: A Maffei.
Giudice a latere: È mai capitato che Venerato fosse mandato da solo e non come supporto?
Giubilo: Non lo ricordo, ma lo escluderei, anche se ripeto non era mia competenza.
Giudice a latere: Ma da chi dipendeva il fatto di mandarlo da solo o come supporto?
Giubilo: Sempre lo stesso, Scardina faceva le griglie e Maffei le avallava; se riteneva che ci fosse bisogno di un supporto lo inviava.
Difesa Scardina: L’inviato, la Sanipoli in questo caso, non era in concorrenza con Venerato, i compiti erano diversi, giusto?
Giubilo: Sì.
Pm: La qualifica della Sanipoli e quella di Venerato qual era?
Giubilo: La Sanipoli era una dipendente Rai a tempo indeterminato, Venerato era un collaboratore a tempo determinato.
Il difensore di Scardina deposita una sentenza del Tribunale di Roma con la quale viene rigettata la richiesta di risarcimento danni per mobbing proposta dalla Sanipoli, perché è stato accertato che la Rai non l'ha mai discriminata e quando non è andata a fare la Nazionale è perché era in maternità.
Dichiarazione spontanea di Scardina.
Scardina Ignazio: Vorrei spiegare come funzionava. Avevamo la domenica 4 trasmissioni. La DS la faceva solo l’inviato, per Stadio Sprint si utilizzava o un inviato o un collaboratore, i quali avevano 15-18 anni di esperienza. Su alcune gare utilizzavamo un collaboratore. Il pezzo di appoggio per il Milan lo faceva Granata, per l’Inter Alda Angrisani. Sulla Roma c’era Antinelli, ad esempio, ma non sono usciti in questo processo. Per la famosa partita di Lecce c’era Bizzotto per 90° e Venerato che fece un pezzo di un minuto su Del Piero che tornava a Lecce dopo un grave infortunio. Venerato da solo mi ha portato più notizie di altri 7 inviati messi insieme. Sono 44 anni che faccio questo mestiere, utilizzo le persone brave… se mando la signora alla Coppa Intercontinentale e mi dice di no, che devo fare?
Sembra che non ci siano più altri testi e il Presidente Casoria è irritata per questo. Fa l'appello degli imputati per vedere quanti testi ci sono ancora da esaminare.
Avv. Gallinelli: Per Ibrahimovic, Banti e Zanotti vi è rinuncia, ma vorrei illustrare perché queste prove le ritengo superate attraverso questa nota, che sottopongo al Tribunale, delle ultime telefonate che voglio fare allegare. Queste telefonate sono più rilevanti perché dimostrano come vi sia stata, con riferimento ai reati di frode sportiva, un'interruzione della sequenza logica dell'attività di captazione. Vanno a colmare ed integrare i vuoti che sono riferiti proprio alle gare che sono state contestate a De Santis come frode sportiva. E sottopongo i brogliacci che sono anomali nella stesura. Si parla di una telefonata tra Pairetto e un osservatore in cui si dice che parlano della partita della Sampdoria, invece parlano di Palermo-Lecce, contestata all'arbitro De Santis.
PM: E' possibile vederlo?
Avv. Gallinelli: Certamente. I testi per De Santis sono finiti.
Avv. Picca: Abbiamo Consolo per il 16 novembre, Zoff per il 9 novembre e Mitro per il 23 novembre.
Difesa Fabiani: Tutti i testi di lista li cito per l'ultima udienza del 23 novembre.
Avv. Prioreschi: Non possimo citarli tutti per il 23, uno è un ingegnere che ha fatto la perizia, ingegner De Falco, e poi Cipriani.
Presidente Casoria: Li citi per il 9.
Difesa Fazi: Non ha testi.
Difesa Foti: C'è rinuncia, tranne che per Riccardo Bigon per il 16 novembre.
Difesa Lotito: Rinuncia a tutti tranne due, tra cui il notaio, quello che non è stato sentito, Ioli, e un altro un assistente, li citiamo per il 23 novembre.
Difesa Mazzini: Un solo teste, il 23 Renzo Ulivieri.
La difesa di Moggi rinuncia a tutti i testi però l'avvocato Prioreschi dice che solo ieri ha avuto 9 dei 10 cd che non erano leggibili, e ne rimane solo uno che non si apre.
Avv. Prioreschi: Rinunciamo a tutti i testi (Moratti, Tronchetti, Tavaroli, ndr), preferiamo depositare la sentenza sullo spionaggio Telecom ai danni anche di Moggi. Stanno emergendo sui cd che ci sono stati consegnati solo negli ultimi giorni tutte le telefonate relative alle gare messe sotto inchiesta. Una cosa che, voglio essere buono, definisco inspiegabile: non ce n'è nemmeno una trascritta di queste telefonate che riguardano le gare indagate! Prima o poi si dovrà fare luce su questo modo di condurre le indagini. Io rinuncio ai testi, ma Lei mi dia la possibilità di aggiungere telefonate che riteniamo importanti.
Presidente Casoria: Va bene
Difesa Pairetto: Rimane solo l'arbitro internazionale che stiamo citando per ogni udienza, vorrei riuscire solo a portare questo.
Presidente Casoria: Va bene, per il 23.
Difesa Pairetto: Quanto alle telefonate, Le dico che abbiamo avuto 5 dvd contenenti la fonia e i brogliacci delle telefonate di Pairetto e li abbiamo avuti agli inizi di settembre, ma non abbiamo ancora finito. Se Lei ritene di lasciarci ancora del tempo lo sfrutteremmmo per questo. Abbiamo 44 telefonate assolutamente rilevanti per spiegare la correttezza dei designatori. Inoltre, rispetto alla richiesta del maggio 2010 vorremmo consegnare al perito il cd che mancava per la trascrizione di altre 29 telefonate. Devo anche rappresentare che fin dall'inizio questa difesa ha cercato di spiegare che era fondamentale avere i brogliacci. Solo a settembre li abbiamo avuti.
Racalbuto e Scardina hanno esaurito i loro testi.
Pm: Per la lista dei testi di Scardina c'è riununcia al teste Venerato.
Presidente Casoria: Adesso vediamo.
Parti civili: Tutti i testi sono stati esauriti.
La Presidente Casoria autorizza il Pm a fare proprio il teste di Scardina, Ciro Venerato, e a citarlo per il 9 novembre.
L'udienza è terminata e la prossima sarà il 9 novembre 2010.
Il processo - Cronaca dell'udienza del 19 ottobre 2010
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- By Redazione
AGGIORNATE LE TRASCRIZIONI. Oggi nuova udienza del processo Calciopoli che abbiamo seguito, in collaborazione con gli amici del forum J1897network.com, grazie al contributo dall'aula di Francesco (Frales di J1897) che ringraziamo per il prezioso lavoro.
Cronaca e commenti relativi all'udienza li potete leggere anche qui:
J1897.com - Processo di Napoli, cronaca dell'udienza.
Questo il link per ascoltare l'udienza su Radio Radicale:
http://www.radioradicale.it/scheda/313588
Non è stata un'udienza interlocutoria, come sembrerebbe ascoltando certi servizi televisivi, o leggendo gli scarni resoconti dei giornali, perché le difese hanno segnato dei punti a favore. Basta ascoltare e volerli cogliere, senza avere un occhio di riguardo solo per l'accusa, come è abitudine comune alla maggior parte dei giornalisti e dei media.
Segna un punto pesante a favore di De Santis l'avvocato Gallinelli, che infligge un duro colpo al teorema delle "ammonizioni mirate": Gamberini, centrale titolare del Bologna nell'anno oggetto dell'inchiesta, ammette che Petruzzi e Nastase vennero ammoniti con grande frequenza in quella stagione. L'avvocato Gallinelli, inoltre, ha messo in evidenza che in quella partita Fiorentina-Bologna erano diversi i giocatori diffidati in campo: Giunti, Sussi, Juarez, Loviso, Petruzzi, Nastase e Torrisi. Che siano stati ammoniti Petruzzi e Nastase, sanzionati frequentemente anche da altri direttori di gara, non era, quindi, un evento tanto eccezionale e da evidenziare come ha fatto Auricchio nella sua indagine.
Altro punto a favore, soprattutto per De Santis, è venuto dall'osservatore D'Addato che sulla partita Lecce-Parma, capo d'accusa per l'ex arbitro di Tivoli, ha dichiarato: "La partita fu arbitrata con eccellenza da De Santis, che è stato l’arbitro che ha avuto il voto più alto nella mia carriera. Mi colpì molto l’atteggiamento di Zeman che si mise spalle al campo. Non ho mai avuto modo di vedere altre volte una cosa simile".
Da tener conto che D'Addato poteva essere un teste dell'accusa, perché era stato sentito durante le indagini dai carabinieri come persona informata sui fatti. I pm hanno rinunciato ad inserirlo nel proprio elenco dei testimoni, e a convocarlo è stata la difesa di De Santis.
Con D'Addato l'avvocato Prioreschi ha colto l'occasione per evidenziare, per l'ennesima volta, che a sette ore di interrogatorio corrisponde appena una paginetta di verbale. Anche in questo caso al D'Addato, al momento dell'interrogatorio, erano state fatte ascoltare delle intercettazioni. Evidente la linea dell'avvocato Prioreschi che tende ad evidenziare anomalie investigative anche nelle assunzioni di sommarie informazioni testimoniali.
Cadute altre tegole usate da Auricchio per la costruzione della cupola: regalare magliette al termine delle partite era una consuetudine di tutte le squadre, le ammonizioni comminate da De Santis in Lecce-Parma erano tutte sacrosante.
Ha deposto Del Piero che su Lecce-Juve ha dichiarato: "Per me c'erano le condizioni per giocare. Prima della gara io e il capitano del Lecce abbiamo parlato con l'arbitro. L'atteggiamento generale dall'inizio della gara era di giocarla. La nostra squadra era costruita per essere forte sotto tutti gli aspetti, ma quello tecnico era molto presente, il campo in quelle condizioni non era l'ideale per noi". Il capitano bianconero ha rivendicato i suoi scudetti vinti sul campo: "Da quando gioco tutti gli scudetti che ho visto vincere sono stati meritati. Sia i nostri che quelli delle altre squadre".
Hanno testimoniato anche l'arbitro Tagliavento, l'ex assistente Farneti, il calciatore Domizzi (nel 2004-2005 al Brescia), Frey (allora al Parma) e Di Livio, che giocava nella Fiorentina nell'anno sotto indagine. Questa volta è sceso in campo anche l'avvocato Vitiello, che rappresenta la Juventus, con qualche sbavatura forse dovuta alla lunga permanenza in panchina. La sensazione che poteva fare di più, ed evitare inesattezze relativamente a Grosso e Iaquinta, è forte.
Il pm Narducci ha tentato di segnare un punto per l'accusa quando ha chiesto a Del Piero, a proposito della mancata ammonizione di Ibra per la cravatta a Codoba in Juventus-Inter: "Nel corso dell’incontro venne adotatta una decisione da De Santis su Ibra, o no?". Il capitano bianconero ha risposto di no, ma il fine della domanda del pm l'ha contrastato l'ottimo avvocato Gallinelli che ha, a sua volta, chiesto a Del Piero: "Se De Santis avesse adottato un provvedimento nei confronti di Ibra sarebba scattata la prova televisiva?". Del Piero: "No". Ed aggiungiamo noi, a beneficio dei lettori e di Narducci: se De Santis avesse visto l'azione scorretta ed avesse ammonito Ibra, lo svedese avrebbe ricevuto una sola giornata di squalifica ed avrebbe regolarmente giocato la sfida scudetto contro il Milan, la squadra che non ha televisioni secondo Auricchio. Le immagini che portarono a quella prova televisiva, inutile ricordarlo, vennero proprio da una rete di Mediaset.
CRONACA LIVE DELL'UDIENZA.
Ore 9.45 - Avvistato fuori dall'aula Alessandro Del Piero, che dovrebbe essere il primo a testimoniare.
Ore 10.10 - L'avvocato dei Della Valle dichiara che sono presenti Di Livio e l'assistente Farneti. Non saranno presenti Galli e Zoff. L'avvocato Picca comunica che l'arbitro Dondarini, come Lanese in passato, si avvale della facoltà di non rispondere, un suo diritto in quanto è stato condannato nel procedimento di primo grado con rito abbreviato. E' entrato in aula il teste Alessandro Del Piero.
Ore 10.20 - DEPOSIZIONE DI ALESSANDRO DEL PIERO
Avv. Gallinelli: Da quanto è nella Juve?
Del Piero: Da più di 16 anni.
Avv. Gallinelli: Quanti trofei ha vinto?
Del Piero: Diversi trofei, tanti scudetti nell'ordine del 17... 15... dipende da tante cose...
Avv. Gallinelli: E' anche stato nella Nazionale?
Del Piero: Sì.
Avv. Gallinelli: Cosa ha vinto?
Del Piero: Un Mondiale nel 2006 e due campionati europei con l'under 21.
Avv. Gallinelli: Lei ricorda chi vinse lo scudetto 2004-2005?
Del Piero: Certo, lo ricordo, la Juventus.
Avv. Gallinelli: Quanti gol realizzò?
Del Piero: Non ricordo con precisione.
Avv. Gallinelli: 14?
Del Piero: Sì, probabile.
Avv. Gallinelli: Ricorda di avere segnato un gol in Lecce-Juve il 14 novembre 2004?
Del Piero: Sì.
Avv. Gallinelli: Ricorda le condizioni del campo?
Del Piero: Sì.
Avv. Gallinelli: Può descriverle?
Del Piero: Difficili, perché aveva piovuto molto.
Avv. Gallinelli: Chi era l'arbitro?
Del Piero: Sì, De Santis.
Avv. Gallinelli: Ricorda se De Santis effettuò un sopralluogo?
Del Piero: Mi sembra di si perché prima della gara ricordo che abbiamo parlato delle condizioni del campo con lui.
Avv. Gallinelli: Lei chiese o pose dei dubbi sulla praticabilità del campo o ritenne che la gara potesse essere giocata?
Del Piero: Per me c'erano le condizioni per giocare.
Avv. Gallinelli: Aveste un colloquio con De Santis?
Del Piero: Sì.
Avv. Gallinelli: Insieme al capitano del Lecce?
Del Piero: Sì congiuntamente.
Avv. Gallinelli: Anche con altri giocatori?
Del Piero: No, abitualmente si fa solo con i capitani.
Avv. Gallinelli: Le sarà capitato altre volte, è questa la procedura?
Del Piero: Sì, credo che l'arbitro debba andare a controllare di persona, poi parla con i capitani.
Avv. Gallinelli: Nel corso della gara Lei chiese a De Santis di sospendere la partita per verificare?
Del Piero: Io no, perché il campo era impegnativo, ma non vi era la situazione di sospendere, l'atteggiamento generale dall'inizio della gara era di giocarla.
Avv. Gallinelli: Lei si considera un giocatore più tecnico o più agonistico?
Del Piero: Forse entrambe ma forse più tecnico.
Avv. Gallinelli: Quindi le sue caratteristiche sono adatte ad un campo asciutto o come quello di Lecce?
Del Piero: Certamente più asciutto.
Avv. Gallinelli: Lei fu sostituito nel secondo tempo?
Del Piero: Sì, dopo circa un quarto d'ora.
Avv. Gallinelli: E questa sostituzione era anche a causa del campo?
Del Piero: Sì, credo di sì.
Avv. Gallinelli: Anche i suoi compagni di squadra del tempo erano tecnici come Lei?
Del Piero: La nostra squadra era impostata cercando di essere forte su tutti gli aspetti, ma quello tecnico era molto presente.
Avv. Gallinelli: Quindi non gradivate giocare la partita con quelle condizioni?
Del Piero: Certo non erano ideali.
Avv. Gallinelli: Ricorda qualche decisione dell'arbitro che ritenne sorprendente?
Del Piero: No, non lo ricordo... situazioni clamorose...
Avv. Gallinelli: Pessotto, Thuram e Tudor vennero ammoniti?
Del Piero: Non lo ricordo, è probabile.
Avv. Gallinelli: Vi furono proteste dei giocatori per decisioni sbagliate dell'arbitro?
Del Piero: Credo di sì, ci sono sempre proteste da parte di entrambe le squadre, le tensioni sono alte.
Avv. Gallinelli: Le è capitato di regalare la sua maglietta ai componenti della terna arbitrale o ai dirigenti della società avversaria?
Del Piero: Nel corso della mia carriera ho regalato magliette un po' a tutti.
Avv. Gallinelli: La sua maglietta è molto richiesta?
Del Piero: Sì, è così.
Avv. Gallinelli: Palermo-Juve del 2005.l’arbitro era sempre De Santis?
Del Piero: Non lo ricordo.
Avv. Gallinelli: E ricorda il risultato?
Del Piero: Forse abbiamo perso.
Avv. Gallinelli: Sì, 1-0. Ricorda un episodio su Zambrotta?
Del Piero: Sì, mi pare di ricordare qualche protesta,
Avv. Gallinelli: Ricorda se era De Santis?
Del Piero: No.
Avv. Gallinelli: Parma-Juve del 6 gennaio 2005 ricorda proteste per un fallo di mano?
Del Piero: Sì, lo ricordo.
Avv. Gallinelli: Ricorda il risultato?
Del Piero: No.
Avv. Gallinelli: Sempre nel 2004-2005 chi lottava per lo scudetto?
Del Piero: Si sono delineate a lungo andare Juve, Milan e Inter su tutte.
Avv. Gallinelli: Ricorda l’incontro con l’Inter del 20 aprile 2005?
Del Piero: Sì.
Avv. Gallinelli: Come finì?
Del Piero: Credo in pareggio.
Avv. Gallinelli: Se dico che perdeste 1-0?
Del Piero: Può essere.
Avv. Gallinelli: Ricorda l’arbitro?
Del Piero: No.
Avv. Gallinelli: Ricorda se ci furono delle proteste?
Del Piero: Ricordo un episodio di un Juve-Inter che portò ad una squalifica di Ibrahimovic per fallo su Cordoba...
Avv. Gallinelli: Si ricorda se Ibrahimovic era diffidato?
Del Piero: Sì, era a rischio.
Avv. Gallinelli: Quanti gol segnò Ibrahimovic in quel campionato?
Del Piero: Tanti.
Avv. Gallinelli: Vennero anche ammoniti Appiah e Nedved?
Del Piero: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: Ricorda proteste per una mancata concessione di un rigore su Nedved?
Del Piero: Di preciso no.
Avv. Gallinelli: E di uno scontro tra Cordoba e Ibrahimovic?
Del Piero: Sì, lo ricordo bene, perché Ibrahomovic venne squalificato con la prova tv e questo non lo fece giocare nella partita decisiva col Milan. Sì, De Sanctis non vide quel fallo e non mostrò il rosso a Ibra. Ma questo ci costò carissimo, perchè senza prova tv avrebbe giocato la sfida scudetto contro il Milan.
Avv. Gallinelli: Presupposti della prova televisiva è che l’arbitro dichiari di non aver visto l’episodio?
Del Piero: Sì.
Avv. Gallinelli: Quindi se l’arbitro avesse dichiarato anche in un secondo momento di aver visto, Ibrahimovic avrebbe giocato Milan-Juve?
Del Piero: Sì.
Avv. Gallinelli: Lei ricorda che De Santis ha arbitrato molte gare giocare da Lei...
Del Piero: Sì.
Avv. Gallinelli: Lo considera un buon arbitro?
Del Piero: Sì, è anche uno dei due che mi ha buttato fuori.
Avv. Gallinelli: Ah sì? Quante espulsioni ha avuto in carriera?
Del Piero: Solo due e una comminata da lui.
Avv. Gallinelli: Quale era il rapporto tra De Santis e i dirigenti?
Del Piero: Né confidenziale né staccato ma disteso.
Avv. Gallinelli: Le dava del tu?
Del Piero: Sì, capitava, dopo un po' di anni dava del tu, ma lo dava a tutti, ha sempre cercato una vita colloquiale nei momenti di tensione.
Avv. Gallinelli: Tra i tanti trofei ha vinto anche il 2004 2005, ma anche il 2005 2006...
Del Piero: Sì.
Avv. Gallinelli: Sa che la giustizia sportiva ha revocato questi due scudetti?
Del Piero: Sì.
Avv. Gallinelli: Ha mai avuto la percezione che le vittorie fossero state determinate anche da fattori esterni?
Del Piero: No.
Pm Narducci: Opposizione.
Avv. Gallinelli: Lei ha fatto la stessa domanda a Galliani.
Presidente Casoria: Risponda.
Del Piero: Credo che qualunque squadra abbia vinto il campionato lo abbia meritato.
Avv. Gallinelli: Nessuna altra domanda. Le faccio solo i complimenti per il record.
Presidente Casoria: Avvocato, Lei ha fatto anche i complimenti ad Ancelotti...
Avv. Vitiello, difesa dellla Juventus (trascrizione integrale): Signor Del Piero, per cortesia, buongiorno. Posso restar seduto, Presidente?
Presidente Casoria: Sì, sì, sì.
Avv. Vitiello: Nell'anno 2004 la Juventus acquistò come giocatori Emerson e Zebina che provenivano dalla Roma, già campione d'Italia, e acquistò anche Cannavaro, che all'epoca era dichiarato il miglior difensore, nonché Blasi, nonché Ibrahimovic, e assunse anche il signor Capello, allenatore della Roma vincente il campionato?
Del Piero: Sì.
Avv. Vitiello: Quindi la squadra si creò con tutta una serie di campioni... con tutta una serie di calciatori; nel 2006 la Juventus acquistò anche Vieira?
Del Piero: Sì, 2005.
Avv. Vitiello: 2005, chiedo scusa. E Vieira era considerato all'epoca il miglior centrocampista esistente sul mercato, è così?
Del Piero: Sì.
Avv. Vitiello: E questi giocatori, successivamente alle vicende che occupano, sono poi stati acquistati in una diaspora che ha visto solo Lei e pochi altri restare alla Juventus verso Real Madrid, Barcellona e Inter, cioè sempre squadre di massimo vertice?
Del Piero: Sì.
Avv. Vitiello: E quindi possiamo dire che la Juventus negli anni in questione aveva un telaio, una squadra composta da campioni composta da campioni?
Del Piero: Sicuramente.
Avv. Vitiello: Per cortesia, nella finale mondiale dell'anno 2006, ricorda fra le due squadre che disputarono la finale mondiale, Italia e Francia, quanti giocatori militassero nella Juventus o ritiene più opportuno che Glieli legga io e Lei mi conferma se erano giocatori Juve?
Del Piero: Legga pure Lei, mi sembra nove.
Avv. Vitiello: Gianluigi Buffon...
Del Piero: Sì.
Avv. Vitiello: Gianluca Zambrotta...
Del Piero: Sì.
Avv. Vitiello: Fabio Cannavaro.
Del Piero: Sì.
Avv. Vitiello: Fabio Grosso, sia pure come riserva.
Del Piero: Sì.
Avv. Vitiello: Mauro Camoranesi.
Del Piero: Sì.
Avv. Vitiello: Alessandro del Piero.
Del Piero: Fabio Grosso forse no.
Avv. Vitiello: Come?
Del Piero: Fabio Grosso è arrivato dopo.
Avv. Vitiello: Però ... (poco chiaro) doveva andare alla Juventus.
Del Piero: Oggi lo è.
Presidente Casoria: Ha detto che è arrivato dopo.
Avv. Vitiello: Vincenzo Iaquinta.
Del Piero: Sì.
Avv. Vitiello: Alessandro del Piero.
Del Piero: Sì
Avv. Vitiello: Per la Francia: Liliam Thuram.
Del Piero: Sì.
Avv. Vitiello: Patrick Vieira.
Del Piero: Sì.
Avv. Vitiello: David Trezeguet.
Del Piero: Sì.
Avv. Vitiello: Zinedine Zidane, che poi entrerà in orbita della società Juventus, o è andato via.
Del Piero: Sì, era stato alla Juventus.
Avv. Vitiello: Thierry Henry.
Del Piero: Era stato alla Juventus.
Avv. Vitiello: Perfetto! Quindi possiamo dire che la maggior parte dei giocatori presenti nella finale mondiale del 2006 erano giocatori di provenienza juventina sia per l'una squadra che per l'altra squadra nazionale.
Del Piero: Sì, era... è stato sottolineato da tutti questo fatto.
Avv. Vitiello: Per cortesia, nell'anno 2004-2005 la classifica finale vide la Juventus con 86 punti finali, come risultato?
Del Piero: Credo di sì, non ricordo di preciso ma è probabile.
Avv. Vitiello: Per quanto riguarda la capacità realizzatrice della squadra Juventus a quell'epoca, stiamo guardando la classifica marcatori 2004-2005, è esatto dire che quell’anno Zlatan Ibrahimovic segnò 16 gol di cui uno solo su rigore?
Del Piero: Sì.
Avv. Vitiello: E' esatto dire che Vincenzo Iaquinta.... che Alessandro Del Piero ne segnò 14, di cui solo 4 su rigore?
Del Piero: Sì.
Avv. Vitiello: E' esatto dire che Vincenzo Iaquinta ne segnò 13, di cui solo zero su rigore?
Del Piero: Sì, ma non giocava con noi.
Avv. Vitiello: Sì... (poco chiaro) entrata... Mi serviva soltanto come parametro per la valutazione di capacità calcistiche.
Avv. Vitiello: Nell'anno 2006 la classifica della Juventus prima terminò a 91 punti: 2005-2006, prima della sentenza Caf?
Del Piero: Sì.
Avv. Vitiello: E in quell'occasione nella classifica dei marcatori David Trezeguet della Juventus segnò 23 gol, senza nessun rigore?
Del Piero: Sì.
Avv. Vitiello: E in quella stessa classifica Lei segnò, signor Del Piero, segnò 12 goal di cui solo due su rigore?
Del Piero: Sì.
Avv. Vitiello: Quindi possiamo dire che la squadra aveva, oltre che un'eccellente difesa, oltre ad un robusto centrocampo, un eccezionale attacco, in grado di produrre goal senza necessità di interventi, di rigori o altre attività esterne?
Del Piero: Sicuramente.
Avv. Vitiello: Sicuramente. Lei ricorda se in quei campionati qualche altra squadra avesse fatto investimenti di così alto valore e importanza, sia dal punto di vista della qualità dei giocatori sia dal punto di vista economico per rafforzare la propria squadra?
Del Piero: Beh l’Inter ha sempre investito molto in.. negli acquisti. Poi onestamente non ricordo quanto.. se più o meno di noi... Quindi non saprei dirLe.
Avv. Vitiello: L’investimento della società Juventus lo possiamo valutare all'epoca all'incirca in 150 milioni di euro?
Del Piero: Sì.
Avv. Vitiello: (Mormora) .. Un attimo ... il parametro... questo lo possiamo documentare... no ci va bene così... Null’altro.
Pm Narducci: Lei ha ricordato, con riferimento ad almeno 3 gare, come incontri nei quali vi sono state decisioni sfavorevoli alla Juve. È giusto?
Del Piero: Sì, forse non proprio in tutte e tre.
Pm Narducci: Volevo che Lei mi ricordasse, ha premesso all'inizio della sua deposizione che è un calciatore in attività da lungo tempo e ha disputato tante partite, arbitrate anche in precedenza da parte dell'arbitro Massimo De Santis. Vorrei che Lei mi ricordasse uno o più incontri precedenti a questi, che Lei può indicare come fatti, come partite che Lei ricorda come incontri nei quali l'arbitro De Santis ha adottato decisioni sfavorevoli, in quel momento, per la sua squadra (nota: Narducci ha detto testualmente "sfavorevoli" ma deve essersi confuso nella formulazione della arzigogolata e ridondante domanda, ed è evidente che voleva dire "favorevoli", ndr).
Avv. Prioreschi: C'è opposizione Presidente, la domanda è generica, Del Piero ha detto che ha giocato più di 700 partite...
Avv. Gallinelli: Se può aiutare il ricordo di Del Piero e precisare non c'è opposizione, se resta in questi termini mi sembra fumosa.
Presidente Casoria: Ammettiamola, ammettiamola.
Del Piero: Non posso ricordare altri episodi, tendenzialmente mi ricordo di determinati episodi ma non degli arbitri. Per esempio ricordo dell’espulsione, quando l'arbitro De Santis mi dette due ammonizioni e mi sbattè fuori, perché riguardava me.
Pm Narducci: Una cosa che non mi è chiara, su Juve-Inter, e di conseguenza capitata ad Ibra. Nel corso dell’incontro venne adottata una decisione da De Santis su Ibra, o no?
Del Piero: I ricordi che ho di quella gara sono quelli che ho già citato prima, uno scontro tra Ibra e Cordoba a seguito del quale, poi, con la prova televisiva, Ibrahimovic venne squalificato. Lo ricordo bene, perché poi Ibrahimovic venne a mancare per tre partite tra cui quella decisiva...
Pm Narducci: Scontro al seguito del quale non vi fu un provvedimento di ammonizione o di espulsione, se Lei lo ricorda ovviamente.
Del Piero: Certo, è subentrata la prova televisiva, l'ho già detto prima.
Pm Narducci: Quindi non c'è stato provvedimento dell'arbitro De Santis. Questo Lei lo ricorda?
Del Piero: Sì, lo abbiamo già detto prima.
Pm Narducci: Grazie, non ho altre domande.
Avv. Gallinelli: Vorrei chiudere, Presidente, l'esame anche per superare la profonda suggestività della domanda che è stata fatta, e spiegherò il perché. Solo a chiarimento, dottor Del Piero, se l'arbitro De Santis avesse visto ed adottato un provvedimento disciplinare di ammonizione nei confronti di Ibrahimovic, sarebbe scattata la prova televisiva?
Del Piero: No.
DEPOSIZIONE DI DOMIZZI.
Avv. Gallinelli: In che squadra giocava nel 2004-2005?
Domizzi: Nel Brescia.
Avv. Gallinelli: In che posizione eravate?
Domizzi: In fondo, siamo retrocessi.
Avv. Gallinelli: Con chi giocate l’ultima?
Domizzi: Con la Fiorentina.
Avv. Gallinelli: E quella prima?
Domizzi: Col Messina.
Avv. Gallinelli: Chi era l’arbitro?
Domizzi: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: Con quante squadre era coinvolto il Brescia?
Domizzi: 4 o 5.
Avv. Gallinelli: Lei era titolare?
Domizzi: Sì.
Avv. Gallinelli: Vennero adottati provvedimenti disciplinari in Brescia-Messina nei suoi confronti?
Domizzi: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: Ricorda se era diffidato?
Domizzi: No, non ricordo.
Avv. Gallinelli: Lei giocò Fiorentina-Brescia?
Domizzi: Sì.
Avv. Gallinelli: Quindi, probabilmente, se fosse stato diffidato in quella precedente e avendo giocato l’ultima, non sarà stato ammonito?
Domizzi: No.
Avv. Gallinelli: Una sconfitta col Messina che avrebbe determinato?
Domizzi: Sarebbe stata grave, non ricordo di preciso ma saremmo arrivati all’ultima partita costretti a vincere.
Avv. Gallinelli: Lei ricorda di partite arbitrate da De Santis?
Domizzi: Sì, diverse volte.
Avv. Gallinelli: Quale era il rapporto tra De Santis e i giocatori?
Domizzi: Era abbastanza buono.
Nessuna altra domanda.
Avv. Picca: Su Fiorentina-Brescia era in campo?
Domizzi: Sì.
Avv. Picca: Ricorda il risultato?
Domizzi: Sì, 3-0.
Avv. Picca: Fu giocata con tensione, aggressività?
Domizzi: Beh credo di sì, era fondamentale.
Avv. Picca: Chi fu l'arbitro?
Domizzi: Collina.
DEPOSIZIONE DELL'ARBITRO TAGLIAVENTO.
Avv. Gallinelli: Da quanto è in attività dal 2003 in serie A?
Tagliavento: Questo è l’ottavo anno.
Avv. Gallinelli: Quale è l’organo che pone in essere le valutazioni per l’avanzamento?
Tagliavento: Ogni domenica c’è un osservatore che ti dà un voto e alla fine si fa una media e i migliori vanno avanti.
Avv. Gallinelli: E per diventare internazionale?
Tagliavento: Uguale.
Avv. Gallinelli: È giusto dire che per diventare internazionale la valutazione è più approfondita?
Tagliavento: Diciamo che è un po’ più selettiva.
Avv. Gallinelli: Ricorda le gare dirette da Lei nel 2004 2005?
Tagliavento: Non tutte.
Avv. Gallinelli: Palermo-Lecce del 2005?
Tagliavento: Ero il quarto, sì.
Avv. Gallinelli: Chi era l’arbitro?
Tagliavento: De Santis.
Avv. Gallinelli: Ricorda episodi particolari?
Tagliavento: Non ricordo quasi nulla, solo che fu una bella gara.
Avv. Gallinelli: Nella sua esperienza di quarto uomo se l'arbitro commette degli errori Lei se lo ricorderebbe?
Tagliavento: No, non sempre.
Avv. Gallinelli: Ricorda se quando eravate insieme De Santis le ha parlato di giocatori diffidati?
Tagliavento: Mai.
Avv. Gallinelli: In Palermo Lecce ricorda provvedimenti disciplinari?
Tagliavento: Non ricordo.
L’avvocato Gallinelli interroga Tagliavento sulla sua carriera, su quelli che erano i rapporti con De Santis e su quelle che normalmente sono le “usanze” degli arbitri circa il recupero in caso di molte ammonizioni e soprattutto sul famoso Inter-Sampdoria.
DEPOSIZIONE DI FREY.
Avv. Gallinelli: Nel 2004-2005 dove giocava?
Frey: Nel Parma.
Avv. Gallinelli: Era titolare?
Frey: Sì.
Avv. Gallinelli: In quella stagione ricorda Parma-Juve del 6 gennaio?
Frey: Sì finì in parità e feci una grande prestazione contro una grande squadra.
Avv. Gallinelli: Ricorda se ci furono contestazioni della Juve?
Frey: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: Non ricorda un cross di Del Piero che la Juve riteneva essere stato deviato con la mano?
Frey: No.
Avv. Gallinelli: Ricorda l’arbitro?
Frey: No.
Avv. Gallinelli: Lecce-Parma la ricorda?
Frey: Sì.
Avv. Gallinelli: Perché era importante?
Frey: Perché ci giocavamo la salvezza.
Avv. Gallinelli: Chi era l’arbitro?
Frey: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: De Santis?
Frey: Sì.
Avv. Gallinelli: Era internazionale?
Frey: Non lo so.
Avv. Gallinelli: Ma era un arbitro adeguato alla gara?
Frey: Sì.
Avv. Gallinelli: Come era messo il Parma?
Frey: Doveva assolutamente vincere.
Avv. Gallinelli: Ma dipendevate anche da altre gare?
Frey: Sì.
Avv. Gallinelli: Anche da Bologna-Sampdoria?
Frey: Sì e anche dalla gara della Fiorentina che giocava col Brescia.
Avv. Gallinelli: Ricorda come finì Bologna-Sampdoria?
Frey: In parità.
Avv. Gallinelli: Ricorda quali potevano essere le conseguenze del Parma in caso di vittoria della Sampdoria?
Frey: Noi se avessimo vinto ci saremmo salvati quindi pensammo alla nostra gara.
Avv. Gallinelli: Contro chi giocavate la gara precedente?
Frey: Col Siena.
Avv. Gallinelli: Colme finì?
Frey: In parità.
Avv. Gallinelli: Se aveste battuto il Siena la gara con il Lecce che importanza avrebbe avuto?
Frey: Se avessimo vinto col Siena saremmo stati salvi.
Avv. Gallinelli: Qual era la vostra preoccupazione sulla disputa degli spareggi?
Frey: Fu una stagione molto lunga ricordo che dovevamo assolutamente vincere.
Avv. Gallinelli: Voi eravate preoccupati anche di dover prolungare la stagione per altri 15 giorni?
Frey: Sì, c’era molta stanchezza fisica e mentale.
Avv. Gallinelli: Quindi ci fu molto nervosismo in quella gara?
Frey: Sì.
Avv. Gallinelli: Ricorda se l’arbitro comminò dei provvedimenti disciplinari ad inizio gara ad alcuni suoi compagni?
Frey: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: Lei mise in relazione i provvedimenti disciplinari adottati in quella gara in realzione al nervosismo dei suoi compagni?
Frey: Sì
Avv. Gallinelli: Ricorda momenti di nervosismo a fine gara?
Frey: Sì nel sottopassaggio ci fu confusione ma in quel momento ero sotto la curva con i miei compagni.
Avv. Gallinelli: Sa se Vignaroli ebbe un atteggiamento aggressivo?
Frey: No ero lontano.
Avv. Gallinelli: Chi era il portiere del Lecce?
Frey: Sicignano.
Avv. Gallinelli: Ricorda se l’arbitro fischiò un fallo commesso ai danni di Sicignano?
Frey: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: Ricorda se giocava con Lei Morfeo?
Frey: Sì
Avv. Gallinelli: Venne ammonito o espulso?
Frey: Penso ammonito.
Avv. Gallinelli: Per proteste?
Frey: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: Commise un fallo su Sicignano?
Frey: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: Sa se Sicignano effettuò una parata importante su Bresciano nel recupero?
Frey: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: Ma cercaste di vincere la gara anche nel recupero?
Frey: Certo.
Avv. Gallinelli: Ricorda un atteggiamento di Zeman?
Frey: Sì, è stato strano perché nel secondo tempo si è alzato dalla panchina e si è messo dietro alla stessa.
Avv. Gallinelli: Questo comportamento era accompagnato da fischi del pubblico?
Frey: Sì c’erano dei fischi.
Avv. Gallinelli: Ricorda se nel Lecce giocava Vucinic?
Frey: Sì
Avv. Gallinelli: Era l’unico attaccante?
Frey: Non so se fosse l’unico.
Avv. Gallinelli: Ma venne sostituito?
Frey: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: Sa se De Santis chiese informazioni sugli altri risultati?
Frey: Noi giocatori sì, ma l’arbitro non so.
Avv. Gallinelli: Sa se De Santis si informò sui diffidati?
Frey: Non lo so.
Avv. Gallinelli: Ma i tabelloni erano accesi?
Frey: Ricordo che c’era un tabellone che era acceso.
Avv. Gallinelli: Sa se c’era un dirigente del Parma che informava sull’andamento delle altre gare?
Frey: Sì, alcuni compagni si alzavano dalla panchina per informarci.
Avv. Gallinelli: Nessuna domanda
Avv. De Nigris, difesa Lotito.
Avv. De Nigris: Ha giocato Lazio-Parma del 2005?
Frey: Credo di sì.
Avv. De Nigris: Ricorda la gara?
Frey: No, nemmeno il risultato.
Avv. De Nigris: Basta così.
Avv. Picca, difesa Della Valle
Avv. Picca: Lecce-Parma fu l’ultima a finire?
Frey: No, credo di no, mi pare che la Fiorentina finì prima di noi.
Avv. Picca: Quindi mentre eravate in campo il risultato della Fiorentina era definitivo?
Frey: Sì, ricordo l’immagine dei giocatori della Fiorentina che aspettavano il nostro risultato.
Avv. Picca: Mentre stavate giocando veniste informati che la gara della Fiorentina era terminata?
Frey: Sì.
DEPOSIZIONE DI GAMBERINI.
Avv. Gallinelli: Nel 2004-2005 dove giocava?
Gamberini: Nel Bologna.
Avv. Gallinelli: Ricorda Fiorentina-Bologna del 5.12.2004?
Gamberini: Ricordo che finì in pareggio.
Avv. Gallinelli: Al di là del risultato ricorda qualche episodio?
Gamberini: No.
Avv. Gallinelli: Chi era l’arbitro?
Gamberini: Non so.
Avv. Gallinelli: Può essere De Santis?
Gamberini: Sì.
Avv. Gallinelli: Quando ci sono degli episodi che svantaggiano la sua squadra ricorda il nome dell’arbitro?
Gamberini: No.
Avv. Gallinelli: Subì una ammonizione?
Gamberini: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: E se qualche suo compagno di squadra venne ammonito?
Gamberini: Non so.
Avv. Gallinelli: Se c’era qualcuno diffidato e venne ammonito?
Gamberini: Non so.
Avv. Gallinelli: Nastase e Petruzzi vennero ammoniti?
Gamberini: Non lo ricordo.
Avv. Gallinelli: Ricorda se i due vennero sanzionati disciplinarmente con frequenza?
Gamberini: Sì, venivano sanzionati con una certa frequenza.
Avv. Gallinelli: Petruzzi venne ammonito spesso per proteste?
Gamberini: Sì.
Avv. Gallinelli: E Nastase?
Gamberini: Sì.
Avv. Gallinelli: Lei venne mai squalificato in quell’anno?
Gamberini: Mi sembra una sola volta.
Avv. Gallinelli: Quando?
Gamberini: Non lo ricordo, non ne sono nemmeno sicuro.
Avv. Gallinelli: Lei giocò Bologna-Juventus, successiva a quella con la Fiorentina?
Gamberini: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: Può escludere che in Fiorentina-Bologna, Giunti, Sussi, Juarez, Loviso, Petruzzi, Nastase e Torrisi erano tutti diffidati?
Gamberini: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: Sa se questi subirono molti provvedimenti discplinari nell’arco dell’anno?
Gamberini: Ricordo di Petruzzi e Nastase, gli altri non so.
Avv. Gallinelli: Può andare.
DEPOSIZIONE DI PASQUALE D'ADDATO, EX OSSERVATORE.
Avv. Gallinelli: Nel 2004-2005 era osservatore?
D'Addato: Sì.
Avv. Gallinelli: In che consiste questa attività?
D'Addato: Veniamo designati per valutare l’operato dell’arbitro.
Avv. Gallinelli: E la Sua valutazione viene effettuata dal campo di gioco?
D'Addato: No, ero in tribuna?
Avv. Gallinelli: Era a Lecce-Juventus del 14.11.2004?
D'Addato: Sì.
Avv. Gallinelli: Chi era l’arbitro?
D'Addato: De Santis.
Avv. Gallinelli: E gli assistenti?
D'Addato: Griselli e Cennicola.
Avv. Gallinelli: Quali erano le condizioni del campo?
D'Addato: Ricordo che quella domenica non piovve ma era piovuto di notte. Il terreno era pesante e mi preoccupavo se si potesse giocare. Ma era giocabile.
Avv. Gallinelli: Sa se De Santis fece un sopralluogo?
D'Addato: Sì.
Avv. Gallinelli: Ne parlò con Lei?
D'Addato: No, non potevo avere rapporti prima della gara.
Avv. Gallinelli: Parlò con gli organi tecnici dell’operato dell’arbitro dopo la gara?
D'Addato: Subito dopo, quando l’arbitro faceva bene, telefonavo a Bergamo e Pairetto. Mi ricordo che dopo la gara telefonai.
Avv. Gallinelli: Stabilì anche un voto?
D'Addato: Sì.
Avv. Gallinelli: A chi rappresentò il voto?
D'Addato: Parlai con i designatori dicendo che avrei dato 8,75 all’arbitro.
Avv. Gallinelli: Anche gli assistenti andarono bene?
D'Addato: C’era una differenza. Gli assistenti un po' meno bene dell’arbitro, ricordo un 8,40 ad uno dei due assistenti.
Avv. Gallinelli: Venne influenzato nel giudizio?
D'Addato: Assolutamente no.
Avv. Gallinelli: Quella volta, ma in altre occasioni?
D'Addato:Mai, mai, mai!
Avv. Gallinelli: Ricorda se dopo la gare ebbe in omaggio della magliette?
D'Addato: Ricordo che il giorno dopo i giornali scrissero che erano state distribuite delle maglie, io ne ebbi una per cortesia dell’arbitro.
Avv. Gallinelli: Ma succedeva spesso?
D'Addato: Sì, è una cosa frequente, è una cosa di modico valore ed è un ricordo.
Avv. Gallinelli: Ha mai avuto magliette dell’Inter, del Genoa?
D'Addato: Sì, sì, in quella gara ne ebbi anche una del Lecce.
Avv. Gallinelli: Lei era anche a Lecce-Parma?
D'Addato: Sì.
Avv. Gallinelli: Ricorda se si trattava di una gara di forte interesse?
D'Addato: Sì, fui felice perché la gara era delicatissima e mi inorgogliva di essere stato designato. La partita fu arbitrata con eccellenza da De Santis, che è stato l’arbitro che ha avuto il voto più alto nella mia carriera. Mi colpì molto l’atteggiamento di Zeman che si mise spalle al campo. Non ho mai avuto modo di vedere altre volte una cosa simile.
Avv. Gallinelli: Ricorda l’atteggiamento del Parma?
D'Addato: Ricordo che ci furono molti ammoniti, ma tutti appropriati, non ho visto nulla di anomalo.
Avv. Gallinelli: Notò un atteggiamento di nervosismo nei giocatori del Parma?
D'Addato: Sì, ricordo che nei primi venti minuti l’arbitro fischiò il 40/50% degli interventi di tutta la gara.
Avv. Gallinelli: Perché un arbitro infligge numerosi provvedimenti disciplinari all’inizio della gara?
D'Addato: L’arbitro ha interesse a far capire ai giocatori che devono giocare al calcio e la gara non deve degenerare.
Avv. Gallinelli: Morfeo venne ammonito o espulso?
D'Addato: Ammonito.
Avv. Gallinelli: Per quale condotta?
D'Addato: Non ricordo con esattezza ma o per protesta, o per gioco falloso.
Avv. Gallinelli: Ricorda se allontanò il pallone?
D'Addato: Ah sì, ora ricordo, fu per questo.
Avv. Gallinelli: Quanti minuti di recupero furono assegnati?
D'Addato: Non ricordo ma quella è una formula matematica, e se gli ho dato quel voto vuol dire che era adeguato.
Avv. Gallinelli: Il Parma nel tempo di recupero rischiò di vincere la gara?
D'Addato: Non lo ricordo.
Avv. Gallinelli: Ricorda un episodio tra De Santis e Vignaroli?
D'Addato: E' accaduto mentre la gara finiva, scesi dalla tribuna per andare dall’arbitro. Quando arrivai nel sottopassaggio vidi un po’ di trambusto, entrai subito nello spogliatoio e De Santis mi disse che un giocatore lo aveva minacciato, e che lui lo riteneva espulso.
Avv. Gallinelli: Lei è ancora osservatore?
D'Addato: No, faccio parte del settore tecnico dell’Aia.
Avv. Prioreschi: Ricorda di essere stato interrogato dai carabinieri di Roma?
D'Addato: Sì.
Avv. Prioreschi: Quanto è durato l'interrogatorio?
D'Addato: Non ricordo.
Avv. Prioreschi: Se Le dico che è iniziato alle 10 di mattina ed è finito alle 17, cioè 7 ore per una paginetta di verbale, dico bene?
D'Addato: Non ricordo.
Avv. Prioreschi: Ricorda se Le sono state lette delle intercettazioni?
D'Addato: Sì.
DEPOSIZIONE DI RICCI PAOLO.
Avv.Gallinelli: Lei è stato sentito dai carabinieri di Roma?
Ricci: Sì
Avv.Gallinelli: Per quanto tempo?
Ricci: Circa tre ore.
Avv.Gallinelli: Per quante pagine di verbale?
Ricci: Tre o quattro, non ricordo con esattezza.
Avv.Gallinelli: Che lavoro svolgeva nel 2004/2005?
Ricci: Ero assistente di A e B.
Avv.Gallinelli: A quale polo di allenamento apparteneva?
Ricci: Polo tre di Roma, dell’EUR.
Avv.Gallinelli: Come mai?
Ricci: Perché era più vicino a dove lavoravo.
Avv.Gallinelli: Era lo stesso di De Santis?
Ricci: Sì.
Avv.Gallinelli: Per quanti anni è stato insieme a lui ad allenarsi?
Ricci: Da quando ero nel settore della serie C.
Avv.Gallinelli: Doveva neccessariamente frequentare quel polo, o poteva scegliere?
Ricci: Dovevo per forza andare lì.
Avv.Gallinelli: Quale era la frequenza?
Ricci: Tre volte a settimana.
Avv.Gallinelli: Vi era, quindi, un obbligo di frequenza?
Ricci: Sì, con le presenze.
Avv.Gallinelli: Chi conduceva gli allenamenti?
Ricci: Un preparatore, Faragnoli.
Avv.Gallinelli: Il quale dava disposizioni anche a De Santis?
Ricci: Sì.
Avv.Gallinelli: De Santis Le parlò mai di procedimenti penali pendenti sul suo conto?
Ricci: No.
Avv.Gallinelli: De Santis La sollecitò mai sulla condotta che avrebbe dovuto tenere come assistente per alcune squadre?
Ricci: No, se lo avesse fatto lo avrei immediatamente segnalato.
Avv.Gallinelli: Era assistente in Livorno-Siena?
Ricci: Sì.
Avv.Gallinelli: Si ricorda di situazioni conflittuali tra De Santis e Spinelli?
Ricci: No.
Avv.Gallinelli: Ricorda il risultato?
Ricci: Sì, perché fu un 6-3.
Avv.Gallinelli: Vi furono provvedimenti disciplinari?
Ricci: Un'espulsione di Galante che diede un calcio a gioco fermo ad un avversario.
Avv.Gallinelli: Quindi, fu una espulsione giusta?
Ricci: Galante protestò. Sì ma era così evidente.
Avv.Gallinelli: E i giocatori del Livorno protestarono?
Ricci: Sì, e se la presero con il calciatore del Siena, mi pare Alberto.
Avv.Gallinelli: Ma venne sostituito?
Ricci: Sì poco dopo.
Avv.Gallinelli: Quindi questa sostituzione derivò anche dal comportamento dei giocatori del Livorno?
Ricci: Credo di sì.
Avv.Gallinelli: Ci fu anche un rigore in favore del Livorno?
Ricci: Sì.
Avv.Gallinelli: Era giusto?
Ricci: Credo di sì.
Avv.Gallinelli: Era dal suo lato?
Ricci: Sì.
Avv.Gallinelli: Ritenne corretta la decisione?
Ricci: Sì.
Avv.Gallinelli: Ci furono proteste del Siena?
Ricci: No.
Avv.Gallinelli: Come venne giudicato il vostro operato dall’osservatore?
Ricci: Era Ceccarelli e ci giudicò molto bene, tutti e tre.
Avv.Gallinelli: Alla fine della gara aveste delle magliette?
Ricci: Sì, era consuetudine fare omaggi ai quattro componenti arbitrali.
Avv. Gallinelli: Il rapporto di De Santis con voi, e con i giocatori, come era?
Ricci: Disteso.
Avv. Gallinelli: De Santis dava del tu?
Ricci: Ai dirigenti del settore arbitrale sì, a quelli delle società no, ai giocatori, a qualcuno certamente sì.
Avv. Gallinelli: Nessuna altra domanda.
Il dirigente del Lecce Zanotti è rimasto bloccato per un incidente e non sarà presente. Verrà il 26, insieme a Banti e Ibra. L'esame dell'avvocato Gallinelli è terminato.
DEPOSIZIONE DI ANGELO DI LIVIO.
Avv. Picca (difesa Della Valle): Nel 2004-2005 era della Fiorentina?
Di Livio: Sì.
Avv. Picca: Era il primo anno?
Di Livio: Sono arrivato nel 1999.
Avv. Picca: Poi, dopo, che ha fatto?
Di Livio: Ho terminato la mia carriera.
Avv. Picca: Era il capitano?
Di Livio: Sì.
Avv. Picca: Lazio-Fiorentina, 22 maggio, chi era l'arbitro?
Di Livio: Rosetti.
Avv. Picca: Risultato?
Di Livio: 1-1.
Avv. Picca: Ci furono decisioni contestate?
Di Livio: Sì, ci fu un fallo di mani di Zauri.
Avv. Picca: E l’arbitro che fece?
Di Livio: Nulla, non lo vide…
Avv. Picca: Lei mosse delle proteste?
Di Livio: Qualcuno l’ha fatto, qualcuno no, io non l’ho fatto, sia perché ero in una zona laterale, e poi perché la Lazio stava ripartendo in contropiede.
Avv. Picca: Chi protestò?
Di Livio: Chiellini e Maresca, mi pare, ma non ci fu tempo.
Avv. Picca: Lei mosse richieste di chiarimento all’arbitro?
Di Livio: Sì, tra il primo ed il secondo tempo, e lui disse che non aveva visto il fallo di mani.
Avv. Picca: Ma Rosetti chiese al giocatore della Lazio chiarimenti?
Di Livio: No, non in quel momento.
Avv. Picca: La gara era importante per voi?
Di Livio: Molto importante, eravamo in una situazione delicata e ci servivano 2 vittorie.
Avv. Picca: Quale era il vostro atteggiamento in campo?
Di Livio: Concentrazione senz’altro, ma la gara fu una partita normale, anche la Lazio non se la passava benissimo, era qualche punto sopra di noi e all'ultima andavano a Palermo.
Avv. Picca: Quale fu l’atteggiamento della Lazio?
Di Livio: Come la nostra, una squadra che non regalava niente.
Avv. Picca: Ci fu qualche episodio particolare alla fine della gara?
Di Livio: Adesso non ricordo, ma certo quando abbiamo rivisto le immagini ci siamo resi conto che eravamo stati danneggiati.
Avv. Picca: Sa se Rosetti rivide in tv la sua decisione?
Di Livio: Questo non lo so, quando ci ho parlato io, alla fine del primo tempo, mi è sembrato convinto ed onesto.
Avv. Picca: Nel vostro spogliatoio ci furono reazioni di nervosismo?
Di Livio: Sì, quando i nostri dirigenti ci dissero che era molto evidente il fallo di mani.
Avv. Picca: Quindi, per questo, divenne fondamentale l’ultima gara?
Di Livio: Si, dovevano combaciare dei risultati per ottenere la salvezza.
Avv. Picca: Anche Lecce-Parma e Bologna-Samp?
Di Livio: Sì.
Avv. Picca: Ha giocato anche l’ultima Fiorentina-Brescia?
Di Livio: Sì.
Avv. Picca: Chi fu l’arbitro?
Di Livio: Collina.
Avv. Picca: Che clima c’era?
Di Livio: Tensione, chi perdeva andava in B.
Avv. Picca: Come fu l’arbitraggio di Collina? Ci furono decisioni contestate?
Di Livio: No, ci fu un rigore secondo me netto.
Avv. Picca: Lei giudicò l’arbitraggio corretto?
Di Livio: Sì, fece la sua partita.
Avv. Picca: Verificò decisioni finalizzate a favorire una delle due squadre.
Di Livio: No.
Avv. Picca: Anche per gli assistenti, vale lo stesso giudizio?
Di Livio: Certo.
Avv. Gallinelli: Conosce De Santis?
Di Livio: Certo.
Avv. Picca: L'ha arbitrata con frequenza?
Di Livio: Tante volte.
Avv. Picca: Quale era il rapporto tra De Santis e i giocatori? Dava del tu?
Di Livio: Certo, anche con me, non era un problema.
Può andare
DEPOSIZIONE DI FARNETI.
Avv. Picca: È ancora assistente?
Farneti: No sono dirigente AIA.
Avv. Picca: Nel 2004-2005 fu assistente di Collina in Fiorentina-Brescia?
Farneti: Sì.
Avv. Picca: In quella stagione quante partite ha disputato?
Farneti: Era la mia ultima, forse oltre venti.
Avv. Picca: Prima della gara era previsto un incontro tra assistenti ed arbitro?
Farneti: Non era da regolamento ma avveniva sempre.
Avv. Picca: Era una prassi?
Farneti: Sì.
Avv. Picca: Nel 2004-2005 ha sempre avuto questo incontro?
Farneti: Sì, sì.
Avv. Picca: Questo incontro lo ebbe anche in Fiorentina-Brescia?
Farneti: Sì.
Avv. Picca: Ricorda se in questo incontro Collina vi diede delle informazioni diverse dal solito?
Farneti: No.
Avv. Picca: Era già stato con Collina?
Farneti: Sì, diverse volte.
Avv. Picca: Registrò in quell’incontro le identiche disposizioni che Collina gli aveva dato altre volte?
Farneti: Sì, sì.
Avv. Picca: In quell’incontro Collina diede indicazioni di adottare provvedimenti che avvantaggiassero una o l’altra squadra?
Farneti: Assolutamente no.
Avv. Gallinelli: A quale polo di allenamento venne assegnato dalla CAN?
Farneti: Quello di Cagliari.
Avv. Gallinelli: Perché?
Farneti: Risiedo lì.
Avv. Gallinelli: Ha svolto attività di assistente con De Santis nel 2004-2005?
Farneti: Sì.
Avv. Gallinelli: In quante gare?
Farneti: Se me le ricorda posso confermare ma certamente ricordo Parma-Juve.
Avv. Gallinelli: È quella che volevo chiedere… chi era l’altro assistente?
Farneti: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: Ricorda proteste della Juve per mancata assegnazione di un rigore?
Farneti: Sì.
Avv. Gallinelli: Era da quella parte?
Farneti: Sì.
Avv. Gallinelli: Vide il fallo di mani?
Farneti: Sì ma lo giudicai involontario e non intervenni.
Avv. Gallinelli: Ci furono proteste anche nei giorni successivi?
Farneti: Non ricordo particolari proteste se non quelle solite, ricordo di Moggi che nello spogliatoio disse che non avevo visto questa azione e che avrei dovuto portare gli occhiali.
Avv. Gallinelli: Lei ha parlato di solite proteste quindi era normale?
Farneti: Sì, quasi sempre.
Avv. Gallinelli: De Santis prima della gara Le diede disposizioni in merito al comportamento che avrebbe dovuto assumere?
Farneti: No, assolutamente no!
Avv. Gallinelli: Quindi non cercò di influenzarla?
Farneti: No.
Avv. Gallinelli: Lei ha assistito anche a proteste di dirigenti di società?
Farneti: Certo.
Avv. Gallinelli: Di tutte le squadre?
Farneti: Di molte squadre.
PM. Ci riferisce meglio del colloquio avuto con Moggi?
Farneti: Dopo la gara entrò Moggi nello spogliatoio, ci salutò rammaricandosi del risultato, e ci parlò del rigore che ci poteva essere; io dissi che non ero d’accordo e ci lasciammo. Lui fece una battuta, probabilmente, dicendo a De Santis che lui non poteva vederla, ma che poteva vederla il suo assistente, che doveva mettersi gli occhiali.
Avv. Gallinelli: Era prassi che i dirigenti facessero commenti del genere?
Farneti: Beh sì, poteva senz’altro capitare.
Presidente Casoria: Come reagì De Santis a quella battuta di Moggi?
Farneti: Non disse nulla, nessun commento.
Il Presidente Teresa Casoria si è indispettita perché non ci sono più testimoni.
Presidente Casoria: Non ci sono più testimoni da sentire, non va bene così, perché noi non possiamo permetterci il lusso di finire l'udienza a quest'ora. Quindi, la prossima volta interpellerò gli avvocati uno per uno e mi dovranno dire a quali testimoni hanno interesse, perché penso che il discorso del dibattimento possa essere quanto meno... mi dovranno dire quali testimoni, uno per uno gli avvocati interpellati, e così faremo un calendario ed i testi che non si presenteranno dalla prossima volta saranno accompagnati coattivamente. Per ora abbiamo assunto un atteggiamento tollerante, va bene?
Avv. Sena, difesa Pairetto: Presidente volevo dirLe che noi abbiamo preparato un elenco delle telefonate da trascrivere, però è ancora parziale, perché le telefonate acquisite sono tantissime e stiamo completando l'ascolto... se ci da ancora...
Presidente Casoria: Va bene, però la prossima settimana dovete completare anche questo. Arrivati ad un certo punto anche alle telefonate sarà messo un freno.
PM Capuano: Presidente, solo per sapere chi viene di testi la settimana prossima...
Avv. Gallinelli: Ibrahimovic, Banti e Zanotti (doveva essere presente ma ha avuto un incidente), però, a proposito del freno alle telefonate, io, ed è la prima volta che lo faccio Signor Presidente, ci sono delle telefonate da reperire che abbiamo difficoltà che ha già rappresentato il mio collega Bonatti, delle telefonate... ed io mi sono permesso di scrivere una istanza motivata in ordine alla pertinenza e alla rilevanza di queste telefonate, perché attengono specificamente ai capi d'imputazione
Presidente Casoria: Va bene però devono essere individuate...
Avv. Cirillo, difesa Ambrosino: Presidente scusi, io ho un testimone congiunto con la difesa di Mazzei e dovrebbe venire per il 23 novembre... la volta scorsa io anticipai che sia la difesa di Mazzei che Titomanlio chiedevano di portare i loro testi per il 23 novembre
Presidente Casoria: Il 23 novembre abbiamo gli esami testimoniali, sarà la data ultima e poi si vedrà chi degli imputati vorrà essere sottoposto all'esame testimoniale
Avv. Picca: Sicuramente alla prossima udienza c'è il nostro consulente tecnico che è la professoressa Beccacece, io ripeterò la citazione per quanto riguarda Copelli e Maggiani, ripeterò la citazione per quanto riguarda Galli, per quanto riguarda Mitro e anche Zoff. Il problema è anche questo, magari dirò una cosa impopolare ma la devo anche dire... il problema è che si ha pochissimo tempo sia per disporre la citazione sia perché le citazioni, ancorché fatte con raccomandata, con telegramma, arrivano sempre il giorno dopo, o due giorni dopo, e le persone interessate hanno...
Presidente Casoria: Vabbè, adesso lo hanno saputo, adesso stanno sull'avviso che devono arrivare, adesso Lei li richiami.
Avv. Picca: Posso dire sin d'ora che noi rinunciamo a due testi della nostra lista che sono Civoli e Dotto.
Sarà presente il consulente tecnico della difesa di Racalbuto, l'ingegner Pietro Nicolosi, come anticipato dal suo legale.
Presidente Casoria: Sono invitati tutti quelli che devono citare i propri testimoni a citarli perché altrimenti ci troveremo nella situazione di oggi e non può andare così, perché abbiamo altre cause da trattare.
Video dell'amico PavelHero, videomaker di J1897.com , sulle dichiarazioni di Del Piero ripreso da Sport Italia:
Il processo - Cronaca dell'udienza del 12 ottobre 2010
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- By Redazione
Il sale sulla coda. Sul finire dell'udienza l'avvocato Gallinelli, difensore di Massimo De Santis, ha presentato una trasmissione degli atti chiedendo una valutazione sull'ipotesi di falsa testimonianza del tenente colonnello Auricchio in seguito alle dichiarazioni rilasciate in aula durante una deposizione dello scorso marzo.
Le 130 telefonate che la difesa di Luciano Moggi ha chiesto di acquisire nell'udienza dell'1 ottobre sono state verbalmente accolte dal Presidente Casoria, che ha chiesto la preparazione della lista completa. Dovrebbero essere ufficialmente ammesse agli atti durante la prossima prossima udienza, quando anche la difesa di Pairetto presenterà la sua lista di ulteriori telefonate intercettate e mai evidenziate o trascritte dagli investigatori.
Abbiamo seguito l'udienza del processo, in collaborazione con gli amici del forum J1897network.com.
Nell'aula 216 è stata la giornata dei calciatori, del notaio Tavassi, che certificava i sorteggi a Coverciano, di Antonello Capone, che all'epoca era presidente dell'USSI, l'Unione giornalisti sportivi, e designava i colleghi che dovevano estrarre le sfere degli arbitri ai sorteggi. Tra i calciatori si sono presentati Ledesma e Nesta. Del Piero assente perché non ha ricevuto la notifica di presentazione.
Come abbiamo annunciato ieri nelle nostre news l'avvocato Gallinelli ha depositato l'avviso di richiesta di proroga del termine delle indagini preliminari, datato 9 maggio 2005 e notificato a De Santis a giugno 2005. Questo documento autentico dimostra che De Santis ha "diretta cognizione" di essere indagato a campionato finito, smentendo quanto dichiarato da Auricchio, ovvero che l'arbitro sull'indagine "... a febbraio aveva le esigenze conoscitive, ad aprile ha avuto direttamente cognizione". Il deposito di questo documento era stato annunciato dall'avvocato Gallinelli già nell'udienza del 30 marzo, ma allora De Santis non riusciva a trovare l'atto originale.
Potete seguire e commentare l'udienza anche sul forum J1897.com, cliccando su questo link:
J1897.com - Processo di Napoli, cronaca in diretta
Ulteriore sinergia con gli amici della "Combriccola romana" che monitoreranno i Vostri commenti sul nostro blog alla ricerca di spunti per la trasmissione "Signora mia" in onda stasera e con ospiti in studio l'avvocato Maurilio Prioreschi, Nicola Penta ed il nostro Salvatore Cozzolino. Per commenti alla cronaca in diretta e per suggerire domande da porre agli ospiti in studio cliccate su questo link:
Tutto sull'udienza di oggi stasera a "Signora mia"
LA CRONACA.
Ore 10.15 - Moggi è in aula. Presenti anche Nesta e Ledesma chiamati a testimoniare. Presenti anche Bergonzi e Calcagno. Assente Alessandro Del Piero che non avrebbe ricevuto la convocazione. Inizia la testimonianza dell'ex arbitro Roberto Rosetti.
Rosetti: Non ho mai ricevuto pressioni dai designatori. L'errore sul fallo di mano di Zauri in Lazio-Fiorentina? Io ho visto la testa, non la mano. Nell'intervallo mi disse che era stato involontario e in campo se ne accorse solo Chiellini.
Rosetti: Noi possiamo commetttere degli errori, l'errore è parte fondamentale della nostra attività, c'è una notevole differenza tra il campo e la televisione, in Fiorentina-Lazio io non commisi un errore, non vidi un fallo di mano, punto.
Domanda: Se l'avesse visto?
Rosetti: Se l'avessi visto avrei dovuto dare rigore alla Fiorentina ed espellere Zauri. Non lo feci perché non vidi, nemmeno gli assistenti videro, neanche i giocatori si accorsero tanto era violento il tiro. Anche il telcronista se ne accorse al quarto replay.
Domanda: Come si procede adesso alle designazioni?
Rosetti: Per scelta diretta.
Domanda: Come svolgeva il suo rolo Pairetto? In modo imparziale?
Rosetti: Avevamo un buon rapporto perché eravamo entrambi di Torino, ma è sempre stato corretto; (sintesi: il fatto che fossero amici era cosa diversa dal rapporto professionale).
A Rosetti è stato chiesto se fosse mai stato invitato ad attuare qualche meccanismo relativo ad ammonizioni o espulsioni. Rosetti ha risposto: "Assolutamente no. Fare l'arbitro, è una passione, è la mia vita, non avrei mai potuto fare una cosa del genere".
Avv. Picca (avv. Della Valle): Su quello che ha detto, del fallo di mano, Lei cosa decise?
Rosetti: Non avendo visto il fallo di mano, diedi il calcio d'angolo. Aggiungo che poi tra il primo e il secondo tempo incontrai Zauri, Lui mi disse che era saltato per colpire il pallone di testa, poi 'potrei anche involontariamente averla colpita con la mano', il giocatore, si sa, fa la sua parte.
Avv. Picca Lei ha detto che solo un giocatore, Chiellini, protestò..
Rosetti: Sì, ma neanche tanto violentemente...
Avv. Picca Non è vero che anche altri protestarono, Di Livio, per esempio?
Rosetti: Non lo ricordo.
Avv. Picca Ma nelle riprese, Lei dice che è un maniaco delle riprese, le rivede più volte, si vede che tutti protestano.
Rosetti: In quella fattispecie non ci fu una protesta importante degli altri giocatori, può darsi che qualcuno disse qualcosa, ma non ci fu quella che noi chiamiamo mass confrontation.
Ore 11.30 - Hanno deposto: gli assistenti Calcagno e Pirondini ed il calciatore Ledesma. Niente di "rilevante", per dirla all'Auricchio.
Ledesma all'epoca giocava nel Lecce e relativamente a quello che dichiarò nel 2006 ai pm e alla partita Lecce-Juventus, ha dichiarato: "Quello che è successo nel 2004, nel 2006 me lo ricordavo, ma adesso non me lo ricordo più. Lecce-Juve? Il campo era pesante ma nessuno chiese di interrompere la partita. Il campo pesante non favoriva la Juve".
Avv. Gallinelli: Nel 2004-2005 era capitano del Lecce?
Ledesma: Sì.
Avv. Gallinelli: Ricorda Lecce-Juve?
Ledesma: Se è quella che pioveva tanto sì.
Avv. Gallinelli: Ricorda le condizioni del terreno di gioco?
Ledesma: Aveva piovuto tanto tanto ma abbiamo giocato lo stesso per tutta la partita.
Avv. Gallinelli: Ricorda se De Santis venne negli soìpogliatoi e vi chiese la vostra volonta, se giocare o no?
Ledesma: Non ricordo.
Contestazione: Lei, quando venne interrogato, disse che De Santis venne negli spogliatoi
Ledesma: Adesso non ricordo, allora sì, sono passati sei anni, allora era più recente.
Avv. Gallinelli: Ricorda se Lei o l'altro capitano chiedeste di sospendere la partita?
Ledesma: Adesso non ricordo.
Avv. Gallinelli: Lei ricorda episodi che danneggiarono la sua squadra?
Ledesma: No.
Avv. Gallinelli: Lei ricorda se allora disse qualcosa in proposito?
Ledesma: No, non ricordo.
Avv. Gallinelli: Lei ririene che le condizioni del campo potessero pregiudicare il rendimento della Sua squadra?
Ledesma: Non posso dire, non mi ricordo nemmeno chi giocava.
Avv. Gallinelli: Lei non chiese di verificare il campo?
Ledesma: No, non lo chiesi.
Avv. Gallinelli: Rcorda se la fece l'altro capitano?
Ledesma: Non ricordo.
Contestazione: Lei disse: 'Non chiedemmo di verificare se il campo fosse praticabile'
Avv. Gallinelli: Ricorda Lecce-Parma?
Ledesma: Sì...
Avv. Gallinelli: Lei era capitano del Lecce?
Ledesma: Sì, allora sì.
Avv. Gallinelli: Trovò qualche decisione arbitrale ingiusta?
Ledesma: Quello che mi ricordavo lo dissi, adesso non posso...
Avv. Gallinelli: Eravate in lotta per la retrocessione?
Ledesma: Sì.
Avv. Gallinelli: Quante squadre erano in lotta?
Ledesma: Non mi ricordo.
Gallinelli: Eravate informati dei risultati delle altre squadre?
Ledesma: Noi no, sul tabellone forse c'era.
Avv. Gallinelli: Fu adottato qualche provvedimento verso Morfeo?
Ledesma: Se non mi sbaglio fu espulso verso la fine della partita... (ed invece non fu espulso, ndr)
Avv. Gallinelli: Perché Zeman si mise dietro la panchina?
Ledesma: Non lo so, non l'ho mai chiesto...
Clicca per vedere il documento notificato a De Santis da cui si evince che, contrariamente a quanto asserito in aula da Auricchio, l'ex arbitro ha conoscenza diretta di essere indagato in data successiva ad aprile 2005.
Ore 11.50 - Terminato l'interrogatorio di Nesta. Interrogato sulla sua posizione di diffidato, insieme a Seedorf e Rui Costa, alla vigilia di Milan-Juve 2005, ha dichiarato di non ricordare. Non ricorda nulla sulla partita, pur avendola giocata e dichiara: "Io mi ricordo a malapena quel campionato, figuratevi le diffide. Comunque De Santis non mi ammonì per Fiorentina-Milan e giocai la sfida scudetto contro la Juve".
Avv. Gallinelli: Su Fiorentina-Milan del 30.04.05, eravate in lotta per la conquista titolo?
Nesta: Mi pare di sì.
Avv. Gallinelli: Ricorda il risultato?
Nesta: No.
Avv. Gallinelli: Era la partita precedente a Milan-Juve...
Nesta: Ah sì ricordo, quando abbiamo perso lo scudetto in casa...
Avv. Gallinelli: Lei ricorda se Seedorf e Rui Costa, oltre a Lei, erano diffidati?
Nesta: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: Lei disputò Milan-Juventus?
Nesta: Sì.
Avv. Gallinelli: Venne ammonito in Fiorentina-Milan?
Nesta: Non ricordo, ma se giocai la partita dopo, no.
Avv. Gallinelli: Venne ammonito in Milan-Juventus? E venne squalificato?
Nesta: Ricordo che venni ammonito per un fallo brutto.
Avv. Gallinelli: Ricorda che per Fiorentina-Milan ci furono polemiche da parte dei dirigenti della Juve?
Nesta: C'era molta rivalità in quel periodo tra Milan e Juve, eravamo in lotta per lo scudetto...
Avv. Gallinelli: Ricorda polemiche per un fallo di Stam, con possibile espulsione, e per fallo da rigore di Pancaro che aveva atterrato Pazzini in area?
Nesta: Non ricordo, ho fatto 100 partite da quel giorno, certo, forse 100 no, però...
Avv. Gallinelli: Lei era diffidato prima di Milan-Juve?
Nesta: Non ricordo.
Ore 12.35 - Depone il notaio Tavassi, che certificava i sorteggi effettuati a Coverciano, e ribadisce che i sorteggi: "Erano regolarissimi". L'avvocato Prioreschi gli ha chiesto se fosse mai stato sentito dai carabinieri ed il notaio ha risposto laconicamente: "NO, e mi sono anche meravigliato di questo".
Tavassi: Tommaso Tavassi, Firenze 11.4.1954, Notaio. Facevo i sorteggi, cioè redigevo il verbale del sorteggio.
Avv. Morescanti (difesa Bergamo): Lei, come poc'anzi ha riferito, era il notaio che partcipava ai sorteggi nella stagione sportiva 2004-2005.
Tavassi: Anche.
Avv. Morescanti: A quanti sorteggi ha partecipato, più o meno?
Tavassi: Alla metà di quelli che si sono svolti in quel campionato, più o meno.
Avv. Morescanti: A Coverciano o...?
Tavassi: A Coverciano
Avv. Morescanti: Senta, ci può spiegare brevemente ma puntualmente cosa succedeva, e come avvenivano i sorteggi?
Tavassi: Certamente, io...mi venivano presentate delle buste che erano tre buste per le partite e tre buste per gli arbitri perché le partite erano divise in fasce in base alla difficoltà e insomma all'importanza, quindi venivano aperte, erano tre buste per le partite e tre buste per gli arbitri, venivano aperte normalmente le buste delle partite meno importanti, venivano messe in un'urna, e corrispondentemente venivano messe nell'altra urna le palline che contenevano i nomi degli arbitri. Il sig Pairetto procedeva all'estrazione dall'urna della partita, corrispondentemente ogni partita veniva estratto l'arbitro da parte di un giornalista che tutte le volte era diverso, quindi...
Avv. Morescanti: Senta, il suo ruolo di notaio, dunque...
Tavassi: Io redigevo esclusivamente un verbale, che mi preparavo, nel quale erano indicate le partite e accanto alla partita io indicavo l'arbitro che veniva estratto.
Avv. Morescanti: Ma Lei faceva un controllo amche, non so, sulle preclusioni, ad esempio se venivano rispettate le preclusioni? Lo faceva Lei o lo faceva... Lo faceva Lei
Tavassi: Certo, mi veniva dato una specie promemoria dove c'era quali erano gli arbitri preclusi per determinate partite.
Avv. Morescanti: Quindi Lei controllava se effettivamente durante l'estrazione, durante il sorteggio, venivano rispettate le preclusioni...
Tavassi: Certo, certo, certo.
Avv. Morescanti: Senta, se Lei ricorda, prima di inserire la mano da parte di pairetto e dal parte del giornalista, l'urna con dentro le sfere veniva girata di volta in volta?
Tavassi: Certo.
Avv. Morescanti: Di volta in volta...
Tavassi: Certo.
Avv. Morescanti: Nelle occasioni, nella metà dei sorteggi, e quindi, da quello che ho capito, in tuti i sorteggi che Lei ha partecipato a Coverciano, cioè tutti quelli che sono avvenuti nel 2004-2005 a Coverciano...
Tavassi: Tutti quelli che sono avvenuti a Coverciano.
Avv. Morescanti: Se...
Tavassi: A parte una volta che mi ha sostituito un collega, ma direi il 99%.
Avv. Morescanti: In questo 99% le preclusioni sono sempre state rispettate?
Tavassi: Sono sempre state rispettate. Ricordo una volta, ma non so se fu in quel campionato o in quello precedente, ci fu un problema su una preclusione, che non c'eravamo accorti, e se ne accorse un giornalista, non ricordo la partita, era Collina, che tutti volevano, per quella giornata di campionato... era capitato, ni pare, al Palermo, e poi un giornalista del pubblico si accorse che non c'era stata una preclusione per cui rifacemmo il sorteggio.
Avv. Morescanti: Si rifece completamente il sorteggio?
Tavassi: Si rifece il sorteggio, sì.
Avv. Morescanti: Se Lei ricorda le sfere: di colore diverso, dello stesso colore, non so Lei che cosa può ricordare, del sorteggio?
Tavassi: Sì, ricordo che le palline erano gialle e rosse. Non ricordo se quelle delle partite...
Avv. Morescanti: Quindi tutte quelle di un'urna erano di un colore, quelle dell'altra urna di un altro...Il giornalista, o anche Pairetto, che era quello cge estareva la sfera relativa alle gare, poteva sapere cosa c'era inserito all'interno di ogni sfera? Poteva sapere?
Tavassi: No, secondo me no. Se avessi avuto un dubbio sulla circostanza... insomma...
Avv. Morescanti: lo avrebbe raccontato.
Tavassi: Sicuramente, se no era inutile che stessi lì a fare il sorteggio.
Avv. Morescanti: Senta, in tutte le occasioni che lei ha partecipato al sorteggio, è sempre stat rispettata la priorità, ovvero prima Pairetto che estraeva la sfera...
Tavassi: Sempre.
Avv. Morescanti: Ogni volta?
Tavassi: Prima la partita e poi l'arbitro...
Avv. Morescanti: D'accordo... Erano pubblici i sorteggi?
Tavassi: Certo, c'erano sempre un po' di... direi 20-30 persone erano giornalisti... peenso giornalisti più che altro...
Avv. Morescanti: Senta, secondo la tua esperienza, una domanda un po' più diretta, secondo Lei, per poter manomettere il sorteggio, era possibile truccare questo sorteggio, in base alla sua esperienza e in base alle modalità con cui venivano sorteggiati gli arbitri e le partite...
Tavassi: Direi di no.
PM: C'è opposizione... E' una domanda suggestiva e tra l'altro si richiede un'opinione al teste...
Avv. Morescanti: In base a quello che il notaio ha visto...
PM: In base a quello che il notaio ha visto ha già risposto, perché ha detto che se avesse visto...
Avv. Morescanti: Grazie, non ho altre domande.
Avv. Bonatti (difesa Paretto): All'interno delle palline i biglietti erano aperti o piegati?
Tavassi: Erano piegati.
Avv. Bonatti: Piegati non ricorda in quante parti?
Tavassi: Sicuramente in modo che non si vedesse il nome.
Avv. Bonatti: E' mai capitato che durante l'inserimento delle palline aprirsi alcune sfere?
Tavassi: Sì, qualcuna si apriva perché magari era più lenta di altre, alcune non si aprivano e venivano sbattute ripetutamente sul tavolo.
Avv. Bonatti: In questi casi cosa succedeva? Se qualcuna non fosse rimasta chiusa ma si fosse aperta?
Tavassi: Si provvedeva a richiuderla.
Avv. Bonatti: Quando si apriva la pallina si riusciva a leggere il nome?
Tavassi: No, su questo sono certissimo.
Avv. Bonatti: La ringrazio.
Avv. Prioreschi: Senta, Lei è mai stato sentito dai carabinieri?
Tavassi: Io ricordo che quando scoppiò appunto il caso fui chiamato e portai tutti i verbali che avevo redatto a Coverciano, però non sono mai stato interrogato nel merito.
Avv. Prioreschi: Nemmeno informalmente le hanno mai chiesto...
Tavassi: No e mi sono anche meravigliato.
Avv. Prioreschi: Grazie non ho altre domande.
PM: Mi ricorda per cortesia in quelle circostanze, cioè la metà dei sorteggi, a Coverciano, quali erano le persone che preparavano materialmente le complessive sei buste che venivano aperte alla sua presenza? L'operazione materiale precedente....
Tavassi: L'operazione materiale precedente la ignoro, perché non avveniva davanti a me, mi venivano portate le buste, se non ricordo male dalla segretaria, che era... non mi ricordo come si chiama.... una signore piccolina... mi portava le buste e il promemoria, che io seguivo, sulle preclusioni.
PM: Ho capito.
Tavassi: Consegnava le buste sul tavolo e poi venivano inserite nell'urna.
PM: Senta, dunque, il verbale che Lei redigeva si riferiva, poteva attestare solo ciò che era accaduto in sua presenza sotto i suoi occhi nella sala dove avveniva poi quell'operazione che non ripetiamo più. Lei ha appena detto, rispondendo ad una domanda dell'Avv. Bonatti, che in qualche circostanza (credo che Lei si riferisca a quel campionato 2004-2005) qualche problema, capitava che qualche sfera si apriva, oppure fosse talmente difficle asprirle che qualcuno dovesse sbatterla per facilitarne l'apertura.
Tavassi: Erano metalliche, a incastro, poi qualcuna poteva essere allentata, altre magari erano...
PM: Immagino che di queste circostanze Lei..... redatto
Tavassi: Assolutamente no.
PM: Dunque non sono contenute nei suoi verbali queste circostanze?
Tavassi: No.
PM: Come mai?
Tavassi: Io e il collega Iori avevamo deciso di fare un verbale il più sintetico possibile perché sennò ... le operazioni sarebbero state molto lunghe.... se avessimo dovuto descrivere tutto ciò che avveniva... si è aperta la pallina, è stata rimessa dentro.... Abbiamo deciso di fare un verbale assolutamente sintetico.
PM: Ho compreso. Quando terminavano le operazioni, Lei seguiva la fase successiva di riconsegna delle sfere?
Tavassi: No, anche perché i bigliettini rimanevano lì sul tavolo. Quindi non mi son mai curato della fase successiva, perché non ritenevo fosse mio compito.
Presidente Casoria: Questa scelta di fare il verbale sintetico, noi li abbiamo in atti di questi verbali, fu un'iniziativa sua e dell'altro notaio oppure fu...
Tavassi: No, direi che fu un'iniziativa di Iori che mi chiamò e mi disse: 'Guarda io lo farei così il verbale. Tu sei d'accordo?' E io assentii.
Presidente Casoria: Quindi non è che avete ricevuto impulso da altri di farlo in questa maniera?
Tavassi: No, no, assolutamente.
Ore 12.50 - Depone Antonello Capone, all'epoca giornalista della Gazzetta e Presidente dell'USSI. L'avvocato Prioreschi ha rivolto anche a lui la domanda "E' mai stato sentito dai carabinieri?". La risposta è stata: "NO".
L'avvocato Gallinelli, difensore di Massimo De Santis, ha ha chiesto al Tribunale la trasmissione degli atti al pubblico ministero "per valutare l'eventuale falsità delle dichiarazioni del colonnello Auricchio rispetto a una circostanza ben precisa. Auricchio ha sostenuto di un presunto "sdoganamento" di De Santis dall'associazione per delinquere, la cui esistenza peraltro noi contestiamo, perché ad aprile 2005 aveva avuto notizia delle indagini. In realtà risulta documentalmente che De Santis aveva appreso dell'inchiesta molto più tardi, con un avviso di proroga che il 9 maggio era ancora negli uffici della Procura e gli sarebbe stato notificato solo a giugno".
De Santis: Signor Presidente, Signori Giudici, sarò brevissimo stavolta, volevo soltanto dire che ho sentito in quest'aula riferire circa la mia persona della conoscenza da parte mia di atti di indagine; volevo soltanto precisare che soltanto nella metà di giugno del 2005 mi viene notificata la prima proroga di indagine e quindi soltanto in quel momento storico io vengo a conoscenza che sono in corso indagini. Il dato è emerso anche stamattina attraverso l'esame dei testi perché ricordo benissimo che io ero in Olanda per un Mondiale Under 20 e mentre stavo rientrando (quindi colloco la data intorno al 15-20 di giugno del 2005) fui raggiunto da una telefonata che mi diceva che dovevo ritirare un atto. Io quell'atto lo andai a ritirare solo dopo il mio rientro in Italia. Grazie.
Avv. Gallinelli: Giudice, questa dichiarazione spontanea ovviamente poi richiede una mia richiesta a questo Tribunale, che è una richiesta di una certa rilevanza, credo come siano rilevanti anche le imputazioni che sono state mosse agli imputati in questo processo. E mi riferisco a un segmento dichiarativo.... Non chiedo ovviamente una valutazione a questo tribunale sull'attendibilità di un teste, che è poi il teste principale per le indagini che sono alla base di questo processo; e quindi parliamo del colonnello Auricchio... solo un segmento dichiarativo relativo a fatti determinanti per l'accertamento della verità con riferimento alla presunta condotta associativa del sig. Massimo De Santis. E io produrrò a questo Tribunale, e questo sarà il presupposto della richiesta che poi sommessamente ovviamente rivolgerò a questo Tribunale, questo appunto cui ha fatto riferimento l'arbitro De Santis, la richiesta di proroga delle indagini preliminari che in data 9 maggio del 2005 era ancora negli uffici della Procura della Repubblica di Napoli. Cioè questa richiesta di proroga viene firmata in data 9 maggio 2005. E vengo adesso alla richiesta, perché ritengo che sia determinante questo elemento con riferimentoa quanto ha dichiarato a questo Tribunale e a tutti noi il colonnello Auricchio all'udienza del 23 marzo. Auricchio parlò...
Presidente Casoria: Ce lo ricordiamo, disse che sapeva..
Avv. Gallinelli: No, no, chiedo scusa signor Presidente...
Presidente Casoria: Ma la richiesta, dica prima la richiesta, poi dice la motivazione.
Avv. Gallinelli: La richiesta è: trasmissione degli atti all'Ufficio del Pubblico Ministero per valutare l'eventuale falsità delle dichiarazioni del colonnello Auricchio con riferimento alla specifica circostanza che adesso appunto vi illustrerò; e falsità con riferimento a un dato oggettivo che è appunto questo documento che io adesso mi appresto a produrre a questo Tribunale, quindi la richiesta di proroga delle indagini preliminari. Perché non è che io vada a censurare la valutazione che ha fatto il colonnello Auricchio e avranno fatto coloro che lo hanno coadiuvato nell'indagine e ovviamente i Pubblici Ministeri che hanno diretto l'attività investigativa. Io vado a censurare una distorsione della realtà, come documentalmente provato, che ha operato il colonnello Auricchio con riferimento a un'importantissima circostanza di questo processo, cioè il presunto sdoganamento del De Santis dall'Associazione. Quindi non si tratta solo di una censura relativa all'ipotesi e al teorema accusatorio degli inquirenti; cioè il colonnello Auricchio testualmente dice che De Santis ad aprile aveva avuto una condotta obiettivamente contraria alla Juventus. Ora chiaramente noi conosciamo l'art. 358 del codice di procedura penale che prevede anche lo svolgimento di indagini di accertamento di fatti e circostanze a favore dell'indagato. Non pretendevo così tanto, questa norma è scarsamente visitata dagli inquirenti e dai Pubblici Ministeri; però questa circostanza, l'atteggiamento contrario del De Santis alla Juventus, e mi riferisco alla partita Juventus-Inter del 20 aprile 2005 e la successiva Fiorentina-Milan (che Nesta non ci ha purtroppo saputo descrivere in modo particolareggiato) era derivato dal fatto che il De Santis era venuto a conoscenza dell'indagine di questo processo, quindi che aveva assunto la qualità di indagato con riferimento al campionato 2004-2005; quindi ha operato un'evidente distorsione della realtà, laddove emerge che il De Santi, ovviamente noi riteniamo che non sia mai entrato in questa Associazione e che non esista nessuna Associazione, ma che comunque non si era sdoganato da questa Associazione perché avrebbe ricevuto la richiesta di proroga di indagini preliminari che, comunque, come ho dimostrato oggi al Tribunale , perché è stato molto difficile reperire questo documento, questa richiesta il 9 maggio era ancora negli uffici della Porcura di Napoli e non poteva certo essere a conoscenza del De Santis che ne venne a conoscenza al rientro dei Mondiali Under 20 dall'Olanda. Quindi io credo, è ovvio che i testi non siano obbligati a ricordare tutto e a non sbagliare, ma io credo che la particolarità di questo segmento dichiarativo del colonnello Auricchio sia consistita nel tentare di far credere al Tribunale che la mancata attenzione...
Presidente Casoria: Se l'ha già fatta, non gliela faccio fare più l'arringa finale.
Avv. Gallinelli: Io volevo soltanto evidenziare che...
Presidente Casoria: Vabbè, sarà valutato...
Avv. Gallinelli: Chiedo che il Tribunale voglia valutare quanto da me prospettato.
Presisdente Casoria: Allo stato non possiamo aderire a questa sua. Deposita l'avvocato l'atto che la Procura della Repubblica il 9.5.05 ha da notificare al De Santis.
L'udienza riserva anche una dichiarazione di Moggi su Baldini. Moggi in risposta a Baldini, che nella scorsa udienza aveva parlato di "paura di perdere il posto di lavoro alla Roma", ha ricordato la testimonianza di Rosella Sensi sull'incontro con Giraudo, che non esercitò alcuna pressione o richiesta su Baldini. Moggi ha ricordato che quell'anno Baldini, secondo lui, fece una campagna acquisti insoddisfacente e che creò danni alla Roma. Questi potevano essere motivi di apprensione.
Da un'agenzia AGI/ITALPRESS apprendiamo alcune delle cose dette da Moggi nella sua dichiarazione spontanea:
"Alla riunione in Campidoglio dell'aprile 2004 erano presenti Veltroni e Giraudo, ma quest'ultimo non fece alcuna pressione circa la posizione di Baldini nell'ambito della Roma, questo ha dichiarato la Sensi. Le cose che ha detto Franco Baldini nascono dal rancore che lui ha perché non è capace. Le dichiarazioni della Sensi lo hanno dimostrato. Ve le rileggo: 'Moggi non ha mai detto di cacciarlo via, perché non era neppure alla riunione che abbiamo avuto con Veltroni in Campidoglio. Lo abbiamo mandato via visto che era finito il rapporto di fiducia dopo quello che era successo con Mexès', giocatore che doveva arrivare in maniera gratuita e che invece è costato 5 miliardi e poi è stato anche squalificato per un anno". Dopo l'udienza, sulla eventuale chiamata di Moratti come testimone Moggi ha detto: "Allo stato delle cose non ce ne sarebbe neppure bisogno perché si è manifestato tutto, ma resta nella lista".
L'udienza è teminata ed il prossimo appuntamento è fissato per il 19 ottobre alle ore 9.30.
Il processo - Cronaca dell'udienza dell'1 ottobre 2010
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- By Redazione
Audio dell'udienza su RadioRadicale (clicca per ascoltare).
L'aula 216, dopo la pausa estiva, riapre i suoi battenti per la celebrazione del processo Calciopoli. E' sicuramente un'udienza attesa con grande interesse ed impazienza dai tifosi juventini. Tra i testimoni chiamati dalle difese ci sono il presidente Federale Abete, Pierluigi Collina, l'ex arbitro Tombolini, Franco Baldini, ed alcuni giornalisti chiamati dalle difese. Tra i giornalisti anche Riccardo Bianchi, come anticipato nelle nostre news, che intervistato dal suo giornale ha confermato che per lui il sorteggio era regolare: "Sorteggio regolare, quello filmato dai carabinieri il 13 maggio 2005. Nessuno m’ha istruito su cosa fare. Erano sollevati del fatto che abbinai per sorte Roma-Lazio a Collina" (video dell'intervista).
Rosetti e Moratti dovrebbero presentarsi il 12 ottobre. Nella prima parte dell'udienza si è notata l'assenza del pm Narducci, comparso in aula quando depone il teste Collina.
CRONACA DELL'UDIENZA.
Ore 9.50 - Cari amici, buongiorno a tutti dall'aula 216 del Tribunale penale di Napoli. Siamo in attesa che cominci l'udienza. Sono già presenti in aula De Santis, Bertini, Bergamo con gli avvocati Morescanti, Prioreschi e Gallinelli.
Ore 10.10 - E' iniziato l'appello. Qualche minuto fa è arrivato anche Moggi, accompagnato dall'avvocato Trofino. Hanno inviato giustificazioni sia Spinelli che il notaio Tavassi per impegni di lavoro. Sono pronte altre 160 telefonate da inserire nel processo.
L'avv. di Pairetto fa presente che i cd richiesti nel mese di maggio sono stati ottenuti a settembre, ma anche in quelli i file con i brogliacci non si aprivano "Abbiamo ricercato una chiave elettronica e solo in ritardo abbiamo potuto prendere visione. Chiedo un termine di almeno altri 2 mesi per procedere alla lettura dei 5 cd".
Presidente Casoria: Quindi Lei chiede un termine per esaminare i brogliacci e poi in corso di processo richiedere eventualmente altre trascrizioni?
Difesa Pairetto: Sì.
PM: Giudice queste prove erano a disposizione delle difese dal momento della chiusura indagini, quindi anni fa, e pare strano che ancora oggi venga chiesto un termine che appare solo dilatorio.
Avv. Prioreschi: Chiedo l'acquisizione e l'ulteriore trascrizione di altre telefonate che riteniamo importanti.
PM: Mi oppongi anche a questo. Lei ha concesso dei termini e se andiamo avanti così in ogni udienza sarà necessario chiamare il perito e così non andiamo mai avanti.
Avv. Trofino: Siccome dobbiamo sentire ancora altri testi abbiamo tutto il tempo per richiamare il perito e dargli l'incarico.
Presidente Casoria: Al termine dell'udienza sarà ascoltato il perito che pare abbia avuto difficoltà su alcuni cd
Difesa Pairetto: Solo per ricordare che la difesa di Pairetto aveva richiesto, nei termini, l'acquisizione dei cd. La nostra richiesta di oggi è quella di accedere ai cd che sono già stati ammessi.
Presidente Casoria: Mi riservo alla prossima udienza.
DEPOSIZIONE ABETE.
Avv. Prioreschi: Vorrei che Lei ricostruisse le sue cariche in Figc.
Abete: Sono entrato nel 1988 e nominato presidente del Settore Tecnico fino al '90, poi presidente della Lega di C fino al '97, poi vicepresidente della Federazione fino al 2000 e rientrato come vicepresidente nel 2001 fino al commissariamento nel maggio 2006. Capo delegazione ai Mondiali 2006, poi una delega amministrativa per alcune problematiche fino a luglio 2006, poi presidente da aprile 2007
Avv. Prioreschi: Periodo 2004, rinnovo della carica di Presidente, come si è arrivati alla presidenza Carraro? Lei era candidato poi rinunciò.
Abete: Eravamo al rinnovo quadriennale che avviene di solito dopo i mondiali. Io rappresentrai al presidente Carraro la volontà di candidarmi. Nel 2004 avevamo una norma che prevedeva la clausola di massimo consenso, che prevedeva che si avesse un terzo dei voti di tutte le componenti, per cui, paradossalmente, con il 93% dei voti non si veniva eletto, mancando il terzo di una delle componenti. Di fronte a questa situazione, che aveva già portato in precedenza al commissariamento, iniziò un percorso che aveva due sbocchi: o il confronto elettorale, ma nessuno sarebbe stato eletto, o, come è avvenuto, un rinvio dell'assemblea. Poi un accordo tra le varie componenti che dava luogo alla cosiddetta staffetta. Questo era un fatto quasi obbligato, per evitare il commissariamento.
Avv. Prioreschi: Può essere più preciso sul punto della sua rinuncia?
Abete: Il documento che è alla base dell'accordo fu firmato da tutte le componenti, c'è stata tutta una serie di contatti, ci fu un incontro a Milano in cui Carraro significò l'accordo che era stato raggiunto e fu stilato il documento.
Presidente Casoria: Un po' più specifico, avvocato.
Avv. Prioreschi: Giudice, Lei sa che nell'accusa alla cosiddetta cupola c'è che Abete venne fatto fuori dalla stessa cupola, quindi Presidente, se Le dico che la sua elezione fu condivisa da tutte le componenti della Federazione che mi dice?
Abete: Che è andata così, fu un accordo preso per evitare l'ennesima mortificazione della Federazione con un nuovo commissariamento.
Avv. Prioreschi: Non ho altre domande.
Avv. Gallinelli: Lei era al corrente di un contratto tra la Ing Direct e la Federazione Arbitri per una sponsorizzazione?
PM: C'è opposizione! Non capisco la pertinenza di questa domanda.
Avv. Gallinelli: Sono domande sul ruolo svolto da Abete.
Presidente Casoria: Risponda.
Abete: E' un contratto per il quale fu fatta anche una interrogazione parlamentare, che fu fatta da questa società che prevedeva una sorta di sponsorizazione nei confronti dall'Aia. Le somme furono in parte utilizzate per sponsorizzare le attività del mondo arbitrale, altre confluirono alla Federazione.
Avv. Gallinelli: Lei ricorda quando venne fatta l'interrogazione parlamentare?
Abete: Penso circa 2 anni e mezzo fa, ma è stata data risposta solo pochi giorni fa.
Avv. Gallinelli: Si ricorda quali arbitri vennero scelti e con quale criterio per questa sponsorizzazione?
Abete: Mi pare di ricordare Collina.
Avv. Gallinelli: De Santis?
Abete: Non ricordo con certezza, mi pare fossero tre o quattro, ma ricordo solo Collina.
Avv. Gallinelli: A questo proposito Lei ricorda se ebbe a percepire delle somme per questa pubblicità?
Abete: Non ricordo, Le dicevo che so che c'è stata una interrogazione, mi pare che ebbe circa centomila euro ma il rapporto con Ing Direct era gestito direttamente dalla segreteria della Federazione con l'AIA, io non ho partecipato.
Avv. Gallinelli: Si ricorda perché fu scelto Collina?
Abete: Credo perché fosse l'arbitro più rappresentativo, il migliore arbitro al mondo per sei anni di fila.
Avv. Gallinelli: Quindi lo stesso criterio valeva anche per gli altri arbitri? Sa se la somma di 100.000 euro venne percepita da Collina a seguito di un accordo singolo, o anche gli altri che parteciparono ebbero una somma di denaro?
Abete: Credo che tutti ebbero soldi ma non so se nella stessa misura.
Avv. Gallinelli: Lei ricorda solo Collina.
Abete: Esatto, lo ricordo perché c'è stata la risposta all'interrogazione.
Avv. Gallinelli: Le risulta se nel 2006 De Santis ebbe a richiedere l'accesso agli atti per verificare modalità e termini dell'accordo perché non aveva ricevuto alcun compenso e la Federazione glielo negò?
Abete: Nel 2006 non avevo incarichi, dopo il commissariamento, quindi non lo so.
Avv. Gallinelli: Lei ha detto che Collina venne scelto per il suo valore...
Abete: Penso...
Avv. Gallinelli: Si ricorda quali furono i criteri della scelta di De Santis per i mondiali 2006? Perchè venne valutato in grado di andare ai Mondiali? Sa se ci fu qualche altro motivo?
Abete: No.
Difesa Mazzini: Nel periodo di sua vicepresidenza l'altro vice era Mazzini?
Abete: Sì.
Difesa Mazzini: In quel periodo la gestione di indirizzo politico gestionale era del Presidente o collegiale?
Abete: C'erano dei ruoli.
Difesa Mazzini: Ma in concreto?
Abete: C'era una responsabilità politica del presidente e alcune situazioni delegate ai vicepresidenti. Io seguivo l'area amministrativa
Difesa Mazzini: Lei ricoirda se tra i suoi elettori vi furono anche i Della Valle?
Abete: Ricordo di avere avuto il 65% dei voti nel 2000 quando i Della Valle non c'erano.
Difesa Mazzini: Lei ha rappoprti di amicizia con i Della Valle?
Abete: Come con altri presidenti.
Difesa Mazzini: Il 25.11.2004, telefonata di cui è stata richiesta oggi l'acquisizione dalla difesa Moggi, Lei ricorda questa telefonata in cui si parlava di un intervento suo nei confronti del dottor Lucchesi, dg della Roma, per una questione che riguardava Totti?
Abete: Ricordo che c'era un contenzioso ma non ricordo granché di questa richiesta di intervento.
Difesa Mazzini: Nel maggio 2005 prima di Lazio-Fiorentina, ricorda di avere avuto delle conversazioni con Mazzini per delle attenzioni in favore della Fiorentina?
Abete: Ricordo di avere letto sui giornali di questa telefonata dopo Lazio-Fiorentina.
Difesa Mazzini: No, prima.
Abete: Prima? Non ricordo, poi basta ascoltare...
Difesa Mazzini: Ma ricorda di aver parlato con Mazzini di problemi su questo incontro di calcio?
Abete: No, ricordo di aver letto sui giornali di aver parlato con Mazzini dopo la gara per alcuni episodi arbitrali. C'era la preoccupazione sul ritorno della Nazionale a Coverciano. Quella prima non la ricordo ma sentivo Mazzini con una certa frequenza, quindi, potrebbe anche essere.
Difesa Mazzini: E questa telefonata successiva all'incontro, del 22.05.2005, la sua preoccupazione quale era?
Abete: C'era stato un episodio clamoroso, non fu dato un rigore alla Fiorentina per un mani sulla linea di porta, e questo ebbe una eco clamorosa.
Difesa Mazzini: Ricorda l'arbitro dalla gara?
Abete: Rosetti. Questo aveva determinato una situazione critica sul versante della conclusione del campionato; immediatamente dopo c'era il raduno della Nazionale a Coverciano, e poteva esserci un clima difficile.
Difesa Mazzini: Era una vostra prassi questa conversazione?
Abete: Lo facevamo dopo tutte le partite che avevano comportato qualche problema anche solo dal punto di vista dell'immagine della Federazione.
Difesa Mazzini: Io nello scorrere della telefonate ho avuto l'impressione che il suo interesse fosse molto legato alle sorti della Fiorentina.
Abete: No, lo nego.
Avv. Picca: Ricorda se l'episdio di cui sopra determinò anche ulteriori interventi, tipo del sindaco di Firenze?
Abete: Sì, è fisiologico di fronte ad un evento così clamoroso che il sindaco rappresentasse quella che era la realtà della città.
Avv. Picca: Ricorda l'episodio nello specifico?
Abete: Sì, ci fu un tiro in porta e Zauri, della Lazio, prese la palla con la mano, ed era anche solo in area.
Avv. Picca: Qualche fu la decisione dell'arbitro?
Abete: Non fu dato il rigore, l'arbitro pensò che fosse stata presa con la testa.
Avv. Picca: Lei ha detto che fece la telefonata attribuendole un ruolo istituzionale. Oltre a questa telefonata ci furono altre evidenze publiche di questo epiodio?
Abete: Che intende?
Avv. Picca: Interventi sulla stampa.
Abete: Senz'altro, è ovvio che l'episdio fece clamore alla penultima di campionato.
Avv. Picca: Lei ha fatto riferimento ad una sua preoccupazione per il ritiro della Nazionale.
Abete: Sì, una preoccupazione ambientale. Firenze è una città che non ha avuto un passato tranquillo con la Federazione.
Avv. Picca: Voi temevate che vi fossero problemi di ordine pubblico?
Abete: Beh sì, anche.
Avv. Picca: Nessuna altra domanda.
E' giunto in aula anche Pierluigi Collina
Avv. Messeri, difesa Bertini: Qual è la natura giuridica delle Federazione e come è costituita?
Abete spiega la natura giuridica della Federazione e com'è costituita.
Avv. Messeri: La Federazione ha organi di giustizia sportiva?
Abete Sì, organi di garanzia che ricomprendono gli organi di giustizia: sono il Giudice Sportivo, la Commissione Disciplinare, poi prima c'era la CAF che era organo di appello mentre la Corte Federale emanava pareri. Dopo le modifiche del 2007 sono rimasti il Giudice Sportivo, la Commissione Disciplinare ed è stata creata la Corte di Giustizia. Il Procuratotre Federale ha il compito dello svolgimento delle indagini.
Avv. Messeri: Qual è l'organo che nomina i membri?
Abete: La Commissione di Garanzia, prima era il Consiglio Federale.
Avv. Messeri: Lei ha fatto riferimento al commisariamento del 2006, che accadde in Federazione? Lei ha ricevuto direttamente denunce esplicite per la vicenda calciopoli?
Abete: No.
Avv. Messeri: Quindi la calciopoli sportiva fu celebrata sugli atti che vi arrivavano per trasmissione delle procure competenti?
Abete: Sì.
Avv. Messeri: Le intercettazioni da chi le avete riceute?
Abete: L'iter che ha seguito la Procura non lo conosco, ricordo che ebbi una telefonata da Carraro, all'inizio di maggio, in cui mi diceva che si sarebbe dimesso, e si decise di chiedere al CONI il commissariamento per gestire la situazione che all'inizio sembrava gestibile, ma che poi era precipitata.
Avv. Messeri: Dal momento che esiste una legge dello Stato che consente alle Procure di trasmettere gli atti di indagine, volevo sapere da quale Procura li avevate ricevuti?
Abete: All'inizio arrivarono gli atti da Torino, poi all'inizio di maggio fu più rilevante l'evento penale.
Avv. Messeri: Ma la Federazione ha ricevuto gli atti da chi?
Presidente Casoria: Ha risposto, da Torino.
Avv. Messeri: Io sto parlando del processo sportivo del 2006, quelle intercettazioni chi le ha mandate?
Abete: Non posso saperlo chieda al Procuratore.
Avv. Messeri: Chi era?
Abete: Palazzi.
Avv. Messeri: Mi riservo di chiedere l'audizione del procuratore Palazzi.
Abete: Io so che la Procura Federale si mette in contatto con i magistrati per capire se può recepire dei documenti, se può attivare l'iter..
Avv. Messeri: Dove fu celebrato il processo sportivo nel luglio 2006, come sede?
Abete: No, non so perché a luglio la Federazionbe era commissariata, io seguivo la Nazionale ai mondiali di Germania, fino al 9 luglio, poi mi fu chiesto da Guido Rossi di dare una mano dal punto di vista gestionale, almeno fino all'inizio di agosto, poi il 10 agosto ho consegnato tutto agli organi di giustizia sportiva.
Avv. Messeri: Dove si celebrano i processi?
Abete: Dipende da quanta gente c'è.
Presidente Casoria: Ma perchè Le interessa?
Avv. Messeri: Volevo capire come funzionava, mi sembra strano che il Presidente della Federazione non sappia nemmeno l'aula. Sa se c'erano giornalisti accreditati?
Abete: Penso di sì, ho visto le foto.
Avv. Messeri: Avete acquisito l'autorizzazione dei tesserati a che fossero trasmesse le immagini di quel processo?
Abete: Non lo so.
Avv. Messeri: Se un tesserato fa causa alla Federazione che iter deve seguire?
Abete: Deve chiedere un'autorizzzaione alla Federazione, al Presidente Federale, c'è una struttura che decide.
Difesa Lotito: Quando veniste eletti, Lei, Carraro e Mazzini, era il 2004?
Abete: Sì.
Difesa Lotito: Lei ha parlato di una unanimità.
Abete: Sì, vi fu un documento è condiviso.
Difesa Lotito: Lei ha anche detto che c'era il rischio che una minoranza ponesse un veto?
Abete: Sì, in caso di confronto di candidature ma, quando per la norma occorreva una maggioranza assoluta con un terzo dei voti di ciascuna componente, è naturale che fosse necessario che le componenti trovassero una soluzione condivisa.
Difesa Lotito: Nel 2005, invece, c'è stata l'unanimità ma nella Lega Nazionale Professionisti ci furono dissensi?
Abete: Sì, si fronteggiavano due gruppi che avevano politica sportiva diversa, ma tale dialettica fu assorbita in una soluzione condivisa dalle altre componenti.
Difesa Lotito: Nessuna altra domanda.
Avv. Trofino: Lei ha parlato di un diritto di veto, vuol dire chi lo esprimeva nella precedente legislazione?
Abete: Chiunque volesse.
Avv. Trofino: Anche la Lega Nazionale Professionisti?
Abete: Certo, tutte e 5 le componenti.
Avv. Trofino: Nessuna altra domanda
Il Presidente Federale Abete va via, la sua testimonianza è terminata.
PERITO TRASCRITTORE.
Viene introdotto il perito trascrittore.
Perito trascrittore: Per quanto riguarda le trascrtizioni richieste dall'avvocato Bonatti (difesa Pairetto) non tutte sono state trascritte in quanto mancavano i riferimenti esatti per andarle ad inviduare e, quindi, a trascriverle.
Avvocato Bonatti: Può cortesemente dirmi quali file? Io adesso non ho qui con me la mia istanza, non ho con me l'elenco.
Perito trascrittore: Solo quelle relative all'utenza 3 finale... le ho individuate per caso, mentre le altre non sono riuscito ad individuarle.
Avvocato Bonatti: Tutte le danno problemi?
Perito trascrittore: Le altre non le ho individuate perché non c'è nessun riferimento
DEPOSIZIONE VALENTINI.
Entra Valentini, all'epoca del 2005 capo ufficio stampa della Federazione.
Avv. Bonatti (difesa Pairetto): Nella Sua qualità Lei faceva partecipare ai sorteggi qualcuno della Federazione?
Valentini: Sì, sempre, talvolta ci andavo io.
Avv. Bonatti: Può descrivere le modalità del sorteggio.
Valentini: Si svolgeva quasi sempre nella sede dell'Aia, o a Coverciano. Veniva aperto dalla presenza del notaio e poi, in base all'accordo tra la Federazione e l'Ussi, per ogni sorteggio l'Ussi designava un giornalista che partecipava al sorteggio. Prendevano la parola i designatori che leggevano le griglie delle partite e gli arbitri. Il designatore estraeva la gara e successivamente il giornalista incaricato estraeva la pallina con il nome dell'arbitro.
Avv. Bonatti: Quindi il giornalista ogni volta cambiava?
Valentini: Lo designava l'Ussi.
Avv. Bonatti: Quindi un giornalista diverso ogni volta estraeva la pallina.
Valentini: Sì.
Avv. Bonatti: E c'era la presenza del notaio?
Valentini: Sì, sempre, accanto al tavolo del sortteggio.
Avv. Bonatti: Lei ha mai avuto modo di avere dubbi sulla genuinità dei sorteggi?
Valentini: No, mai.
Difesa Lotito: Anche a Coverciano mandavate qualcuno della Federazione?
Valentini: Sì.
Difesa Lotito: E queste sedi avevano presenza di estranei?
Valentini: Erano sempre volti abbastanza noti, i giornalisti erano gli stessi. A Roma quando sono stato io non c'era nessun estraneo.
Difesa Lotito: Noi sappiamo che qualche estraneo è entrato, poteva farlo?
Valentini: Sì, anche i dirigenti della società.
Difesa Lotito: Chi preparava i bussolotti?
Valentini: La Can, la segreteria della Can.
Difesa Lotito: Quindi organo diverso da chi lo estraeva?
Valentini: L'estrazione dell'arbitro, sì. Prima di lui uno dei due designatori estraeva la pallina con la gara.
Difesa Lotito: Ma la preparazione delle palline non la faceva il giornalista?
Valentini: No, assolutamente, il giornalista entrava in ballo solo al momento dell'estrazione.
Presidente Casoria: Con quale criterio sceglievate i giornalisti?
Valentini: Era l'Ussi, Unione Giornalisti Sportvi che ce lo indicava. All'epoca era un collega della Gazzetta dello Sport (Antonello Capone, presidente Ussi, ndr).
PM Capuano: Dottore Lei a che momento del sorteggio assisteva?
Valentini: C'era un tavolo centrale dove c'erano il notaio, i designatori e il giornalista, e poi uno ovale dove ci sedevamo noi.
PM Capuano: Quando Lei arrivava le sfere erano già state nell'urna?
Valentini: No.
PM Capuano: Ha mai notato se le sfere si aprivano trasferendole dalla busta all'urna.
Valentini: No, questo non l'ho mai notato, qualche volta c'erano difficoltà ad aprirle, ma che si siano aperte prima mai.
Valentini ha terminato la sua deposizione
DEPOSIZIONE BIANCHI FULVIO.
Viene introdotto Fulvio Bianchi, giornalista de "La Repubblica".
Avv. Prioreschi: Lei è giornalista di quale testata?
Fulvio Bianchi: Nel 2004 per "La Repubblica", ci sono stato 20 anni, da quest'anno sono inpensione econtinuo a collaborare con "La Repubblica".
Avv. Prioreschi: Lei ha mai partecipato ai sorteggi?
Fulvio Bianchi: Ho assistito a diversi sorteggi arbitrali, prevalentemente a Roma, anche a Coverciano, ed ho partecipato ad un sorteggio.
Avv. Prioreschi: Quale partita ha estratto?
Fulvio Bianchi: Roma-Juventus del 5 marzo 2005.
Avv. Prioreschi: Da chi è stato designato?
Fulvio Bianchi: La prassi prevedeva che essendo io consigliere dell'Ussi, il presidente Antonello Capone ci chiamava e ci chiedeva di mandare qualche collega, e in quella occasione ci sono andato io.
Avv. Prioreschi: Che tempo di preavviso c'era?
Fulvio Bianchi: Un paio di giorni prima.
Avv. Prioreschi: Ricorda quale arbitro sorteggiò per Roma-Juventus?
Fulvio Bianchi: Sì, sorteggiai l'arbitro Racalbuto.
Avv. Prioreschi: Come si è svolto il sorteggio?
Fulvio Bianchi: Una cosa rapidissima, prendevi la pallina con il nome dell'arbitro e la consegnavi al desigantore.
Avv. Prioreschi: A questo sorteggio accadde qualche anomalia, qualcosa di particolare?
Fulvio Bianchi: No, a quel sorteggio nessun tipo di anomalia, la procedura era estremamente breve, prendevi la prima pallina e la consegnavi.
Avv. Prioreschi: Il sorteggio di Racalbuto è stato casuale?
Fulvio Bianchi: Sì, del tutto casuale.
Avv. Prioreschi: Mi sento ridicolo a farLe questa domanda: Nessuno Le ha detto di pescare Racalbuto?
Fulvio Bianchi: Lo avrei denunciato, o lo avrei fatto notare al notaio e mettere a verbale.
Avv. Prioreschi: Non c'era nessuna diversità nelle palline?
Fulvio Bianchi: Assolutamente no, non c'era nessuna diversità, ripeto, almeno io ho preso la prima pallina che mi è venuta in mano, non c'era diversità, non erano rigate, non erano fredde, assolutamente. Pescai il peggiore arbitro che era stato messo in griglia, che poi fu sospeso, fece un disastro in quella partita, con l'assistente, e fu sospeso 7-8 giornate dai designatori, se ricordo bene. Arbitrò male la partita ma questo è del tutto un caso avvocato, succede anche adesso che un arbitro...
Avv. Prioreschi: Ma io sono d'accordo con Lei. Grazie, io non ho altre domande.
Avv. Gentile (difesa Lotito): Lei ha asssistito ad altri sorteggi? Per assistere cosa faceva? Ci voleva l'accredito, o andava ed entrava?
Fulvio Bianchi: nessun accredito
Avv. Gentile: Quindi tutti potevano entrare?
Fulvio Bianchi: Sì, c'erano altri colleghi, soprattutto delle agenzie di stampa, che erano subito pronti per il lancio della notizia.
Termina così anche la deposizione di Fulvio Bianchi.
DEPOSIZIONE PAPI.
Entra Stefano Papi, assistente arbitrale.
Avv. Morescanti: Lei che ruolo aveva nel calcio?
Papi: Sono assistente di serie A da dieci anni.
Avv. Morescanti: E' vero che Lei è uno dei più impegnati in partite di livello?
Papi: Sì, ho fatto 123 gare, sono tra i più anziani.
Avv. Morescanti: Lei godeva di stima da parte di Bergamo. Ha mai ricevuto confidenze sul fatto che avesse chiesto a Collina di sostituirlo nel ruolo di designatore?
Papi: Sì, è accaduto a casa mia proprio durante una cena.
Avv. Morescanti: Si ricorda il periodo?
Papi: Fu l'anno in cui Bergamo cessò l'attività, nel 2004-2005.
Avv. Morescanti: Ha mai ricevuto pressioni da Bergamo, di ogni tipo?
Papi: Assolutamente no.
Avv. Morescanti: E' vero che le gare di cartello di campionato sono anche quelle in cui c'è maggiore attenzione per quello che riguarda l'ordine pubblico?
Papi: Certo.
Avv. Morescanti: Quindi è loro interesse mandarci un arbitro più bravo?
Papi: Certo, il ruolo del designatore è quello.
Avv. Morescanti: Lei ricorda se quache suo collega è stato scortato dalle forze dell'ordine?
Papi: Io stesso sono uscito con i carabinieri tante volte, ovviamente parlo delle categorie inferiori.
Avv. Morescanti: Ricorda se Rosetti ha dovuto sospendere una gara?
Papi: Sì, il derby di Roma.
Avv. Morescanti: In che anno?
Papi: Mi pare 2004-2005.
Avv. Morescanti: Sull'idea di Bergamo di lasciare, ricorda se effettivamente alla fine del quella stagione lasciò?
Papi: Venni a sapere da colleghi che aveva deciso di abbandonare.
Avv. Morescanti: Lei sa se in quel periodo era volontà della Federazione organizzare incontri tra arbitri e dirigenti di società? Ricorda di incontri, cene?
Papi: Sì, anche se il mio ruolo di assistente è un po' più defilato, ma ci sono giornate in cui ci sono incontri del genere.
Avv. Morescanti: Può spiegare i motivi di tali incontri? Se Le dico che sono svolti anche per rendere l'ambiente più disteso è vero?
Papi: Sì, era un tentativo, certo.
Avv. Bonatti (difesa Pairetto): Lei nell'anno 2004-2005 svolse il ruolo di assistente?
Papi: Sì, 20 gare in A.
Avv. Bonatti: Rispetto a Pairetto ebbe mai a suggerirLe comportamenti diretti a favorire una squadra o un'altra?
Papi: No.
Avv. Bonatti: Pairetto difendeva la categoria nei confronti dei media?
Papi: Sì, certo.
Avv. Bonatti: Ma queste difese erano parziali, o a 360 gradi?
Papi: Assolutamente imparziali.
Avv. Bonatti: In quegli anni ha notato che Pairetto avvicinasse alcuni arbitri in maniera ambigua?
Papi: No, assolutamente no.
Difesa Pairetto: Grazie.
Avv. Gallinelli: Lei nel 2004-2005 quante gare ha arbitrato della Juventus?
Papi: 2 o 3.
Avv. Gallinelli: Si ricorda Chievo-Juve, Brescia-Juve e Atalanta-Juve?
Papi: Sì.
Avv. Gallinelli: Si ricorda i risultati?
Papi: A Brescia vinse, a Bergamo anche.
Avv. Gallinelli: Chi era l'arbitro?
Papi: Collina.
Avv. Gallinelli: Le diede indicazioni particolari?
Papi: No.
Avv. Gallinelli: Lei sapeva se un dato giocatore era diffidato o no?
Papi: No, non era un elemento che ci riguardava.
Avv. Gallinelli: Lei ha anche svolto attività con De Santis?
Papi: Sì, una.
Avv. Gallinelli: Ha notato una omogeneità dei comportamenti tra Collina e De Santis?
Papi: Sono le stesse disposizioni, a questi livelli sono comuni.
Avv. Gallinelli: De Santis disattese delle sue indicazioni?
Papi: No, non ricordo, ci fu Santana del Palermo che si era tolto la maglia dopo il gol (ne fece due) e fu ammonito, e la squadra protestava perchè diceva che se l'era tolta due volte e De Santis mi chiese se era vero, e gli dissi che secondo me no, e lo ammonì solo.
Avv. Gallinelli: Prima della gara c'era una riunione tra voi arbitri?
Papi: Sì, di solito verso le 11 si mettono a punto i meccanismi delle indicazioni.
PM Capuano: Prima delle gare avevate colloqui tenefonici con i designatori?
Papi: Solo qualche volta, con Mazzei, e anche immediatamente dopo.
PM Capuano: E con chi?
Papi: Sempre con Mazzei e talvolta con Bergamo.
DEPOSIZIONE COLLINA PIERLUIGI.
E' il turno di Collina.
Avv. Bonatti: Può riassumere la sua carriera?
Collina: Ho iniziato nel 1977, in A dal 91, internazionale dal '95 e ho arbitrato fino al 2005.
Avv. Bonatti:E dopo?
Collina: Dal dicembre 2007 ho assunto l'incarico di consulente alla Can A e B e da luglio 2007 al 30 giugno 2010 sono stato commissario.
Avv. Bonatti: Ha svolto il ruolo di designatore?
Collina: Sì, era il termine tecnico.
Avv. Bonatti: Con riferimento alla storia recente può riassumersi l'esegesi delle designazioni?
Collina: Si è passati atraverso una fase di designazione soggettiva ad una scelta legata all'utilizzo di un computer, al sorteggio legato all'inserimento di variabili fino alla designazione soggettiva, di nuovo.
Avv. Bonatti: Quando era designatore Lei ha scelto personalmente gli arbirtri?
Collina: Sì.
Avv. Bonatti: Nel 2004-2005 che c'era?
Collina: Sorteggio.
Avv. Bonatti: Nel 1999-2000 arrivano Pairetto e Bergamo.
Collina: Sì.
Avv. Bonatti: Prima di allora era stato previsto un tipo di sorteggio diverso?
Collina: Sì, un sorteggio integrale, arbitri divisi un due gruppi, A e B.
Avv. Bonatti: Questo è favorente o sfavorente per la crescita di un arbitro giovane?
Collina: Sfavorente.
Avv. Bonatti: E quello adottato negli anni successivi?
Collina: Certo migliore, ma non adeguato alla crescita, per la quale è meglio la scelta soggettiva.
Avv. Bonatti: Nel suo palmarès è stato nominato per sei anni di fila migliore arbitro del mondo? Corrispondono questi anni alla gestione Pairetto-Bergamo?
Collina: Sì.
Avv. Bonatti: Nel 2004-2005 Pairetto era anche designatore Uefa?
Collina: Sì.
Avv. Bonatti: Lei era internazionale?
Collina: Sì.
Avv. Bonatti: L'atteggiamento di Pairetto era neutrale o con altre caratterstiche?
Collina: Era improntato a dare consigli, ad ottenere dagli arbitri il meglio.
Avv. Bonatti: E venne mai suggerito da Pairetto di assumere atteggiamenti per favorire una o un'altra squadra?
Collina: No.
Avv. Bonatti: Ha mai visto Pairetto dire cose del genere nei confronti di suoi colleghi?
Collina: No.
Avv. Bonatti: In quegli anni vi erano attacchi mediatici nei confronti degli arbitri?
Collina: Sì, c'erano critiche.
Avv. Bonatti: Pairetto e Bergamo proteggevano la categoria o no?
Collina: E' il compito dei designatori proteggere.
Avv. Bonatti: Sì ma loro lo facevano?
Collina: Sì.
Avv. Bonatti: Nel 2004-05 l'atteggiamento di protezione era diverso a seconda di chi elevava le proteste?
Collina: Non ho ragione di crederlo.
Avv. Bonatti: Ha arbitrato Siena-Milan.
Collina: Sì.
Avv. Bonatti: Che risultato?
Collina: 2-1 per il Siena.
Avv. Bonatti: Qualcuno Le chiese di orientare il risultato?
Collina: Avrei denunciato la cosa.
Avv. Bonatti: Chi erano i suoi assistenti?
Collina: Farneti e Baglioni.
Avv. Bonatti: Vi fu un episodio su Sheva segnalato da Baglioni?
Collina: Fu annullata una rete sullo 0-0, per un fuorigioco segnalato.
Avv. Bonatti: La segnalazione era corretta?
Collina: Ho assecondato l'assistente, dalla posizione in cui mi trovavo non potevo non tenere conto della segnalazione.
Avv. Bonatti: Lei ritiene che le griglie del sorteggio rispettassero i criteri per la loro formazione?
Collina: I criteri oggettivi, le preclusioni, non possono che essere rispettate. Ricordo di un episodio nel quale era stata inserita una preclusione errata nei miei confronti, ero stato estratto col Palermo, poi si accorsero della cosa e venne rifatto il sorteggio, ed andai ad arbitrare una partita in B. Non la presi bene.
Avv. Bonatti: Lei ritiene che, rispetto a Coverciano, le riunioni vertevano su commenti tecnici alle partite?
Collina: Veniva analizzata una serie di episodi che erano selezionati dai designatori.
Avv. Bonatti: Ritiene che questi commenti, selezioni, fossero mirate a seconda della squadra alla quale si riferivano?
Collina: Non in maniera secondo me rilevante. Può darsi che possa essere messa maggiore attenzione su un episodio che ha avuto rilevanza maggiore, ma non ho avuto riscontro di un atteggiamento deliberato in tal senso.
Avv. Bonatti: Ritiene che, talvolta, veniva calcata la mano su fatti per i quali non valeva la pena?
Collina: Volevo spiegare che la scelta dell'episodio è anche funzionale a determinati momenti, se mi rifaccio alla mia esperienza. Se ho un arbitro che sta vivendo un periodo negativo non vado ad enfatizzare un suo episodio, ma sono più attento e preciso su chi sta vivendo un momento buono.
Avv. Bonatti: Lo facevano anche allora?
Collina: Non lo so con certezza, ma credo di sì.
Avv. Bonatti: Con riferimento alle partite del 2004-05, Atalanta-Juve e Parma-Inter...
Collina: Non ricordo le date, potrebbe essere, sarei un marziano se ricordassi le date... mi ricordo le due partite perché entrambe ebbero qualche cosa...
Avv. Bonatti: Non ricorda di punizioni che Le vennero impartite in quel campionato?
Collina: Difficile, ricordo di un non utilizzo dovuto a una scelta voluta, ma non so se in quel campionato o meno.
Avv. Bonatti: Lei conosce il signor Leonardo Meani?
Collina: Assolutamente sì.
Avv. Bonatti: Lo conosce da tanto, da poco?
Collina: Da 22, 25 anni.
Avv. Bonatti: Con riferimento a quegli anni, Lei ritiene che il suo rapporto con Meani abbia avuto modo di influenzare la sua neutralità?
Collina: Da parte sua nei miei confronti? Nella maniera più assoluta no.
Avv. Bonatti: Qundi Lei sa di aver sempre rispettato le regole della correttezza, anche sotto il profilo disciplinare del suo somportamento...
Collina: Sono stato valutato per questo sia dall'organo di giustizia federale che da quello dell'Aia, e sono stato in entrambi i casi prosciolto, nonostante non avessi avuto dovere di sottopormi a quel giudizio.
Avv. Bonatti: Lei, che è sotto giuramento, ritiene che quei provvedimenti corrispondano alla oggettività storica del suo contegno?
Collina: Assolutamente sì.
Difesa Meani: Opposizione, il teste ha già risposto.
Avv. Bonatti: Era possibile inserire variabili segretamente nella redazione dei calendari?
Collina: Non lo so perché non ho mai partecipato alla redazione dei calendari.
Avv. Bonatti: Le spiego, perché Lei qundo fu sentito il 16 maggio 2006, a Roma, negli uffici dei Carabinieri Lazio, Lei in quella occasione risponde, lo leggo al tribunale, "Infine sulla predisposizione dei calendari mi esprimo con perplessità derivante dalla impossibilità di inserire variabili in maniera segreta". Questo glielo dico perché Le era stata letta una trascrizione...
Collina: Lei fa riferimento ad una telefonata nella quale io parlavo di millanterie, a fronte di cose di questo tipo, perché non credevo e non credo che fosse possibile. Questa è la risposta, però se Lei mi chiede se ho elementi per poterlo dire, le devo dire che non ho elementi.
Avv. Bonatti: Non le risulta sia possibile.
Collina: Non sono un esperto di redazione calendari. In quella telefonata la mia risposta era che secondo me non era possibile...
Avv. Bonatti: Faceva riferimento ad una telefonata, con chi?
Collina: Con Meani.
Avv. Bonatti: Con Meani. Quindi quando andò all'interrogatorio le venne contestata, tra virgolette, o comunque fatta sentire, credo, o letta questa telefonata?
Collina: Mi sembra di ricordare, adesso non ricordo se mi fu fatta sentire o mi fu letta la trascrizione.
Avv. Bonatti: Allora io, per il Tribunale, dico che questa telefonata era la progressiva 5610 del 18 aprile 2005. Allo stato non ho altre domande.
Avv. Morescanti: Lei può spiegare il lavoro che facevano Bergamo e Pairetto nel preparare le griglie?
Collina: Esistevano dei vincoli ai quali si attenevano, derivanti dalla impossibilità di arbitrare squadre della provincia di residenza, non si poteva arbitrare una squadra per più gare nello stesso campionato, o quelli legati ad eventuali conflitti di interessi.
Avv. Morescanti: In base a queste valutazioni il fatto che un arbitro era internazionale è giusto dire che gli internazioniali andavono sempre nella prima griglia?
Collina: Non necessariamente.
Avv. Morescanti: Che cos'era la prima griglia?
Collina: Erano inserite le partite ritenute più importanti ed era probabile che vi fossero abbinati gli arbitri più importanti.
Avv. Morescanti: Ricorda la posizione della Juventus nel campionato 2004-2005?
Collina: Ad un certo punto le due squadre che lottavano erano Juve e Milan.
Avv. Morescanti: Lei ricorda quante erano le gare che andavano in prima griglia ogni domenica?
Collina: Tre o quattro.
Avv. Morescanti: Nel 2004-2005 Tombolini e Racalbuto non erano internazionali, ma si ricorda se furono mai inseriti in prima griglia?
Collina: Sicuramente sì.
Avv. Morescanti: Sa se questi due avevano disputato oltre 100 gare in A?
Collina: Non so il numero esatto ma avevano una grandissima esperienza.
Avv. Morescanti: Sa se un internazionale non può essere inserito in griglia nelle 48 ore successive all'utilizzo in gare UEFA?
Collina: Alla UEFA interessano le 48 ore precedenti, in quelle successive non interessa.
Avv. Morescanti: Lei ricorda quante gare ha fatto nel 2004-2005?
Collina: Non ricordo.
Avv. Morescanti: Se le dico 28?
Collina: Mi sembrano tante...
Avv. Morescanti: Quante sono le giornate di campionato?
Collina: 38.
Avv. Morescanti: Quindi lei ha arbitrato 28 volte su 38 turni?
Collina: Se lo dice lei...
Avv. Morescanti: L'arbitro ha necessità di turni di riposo?
Collina: Capita che ci sia un turnover.
Avv. Morescanti: Il suo rapporto con i designatori, può spiegare se può essere equiparato a quello che ha un allenatore con un giocatore?
Collina: Fa parte di un corretto svolgimento dell'attività. Gli anni in cui ho avuto Pairetto e Bergamo ero già ai vertici. Credo che determinati scambi di idee potevano avvenire con me e, magari, diversamente con altri.
Avv. Morescanti: Sa se è vero che Bergamo aveva intenzione di lasciare e di passare a Lei l'incarico di designatore?
Collina: Sì, non so quando, ma mi confidava che quando avessi smesso di arbitrare riteneva che fossi la persona più adatta a ricoprire quell'incarico, me ne parlava anche Carraro che voleva convincermi a non accettare di continuare un altro anno dopo il raggiungimento del 45° anno.
Avv. Morescanti: L'arbitro da chi viene retribuito?
Collina: Dalla FIGC.
Avv. Morescanti: Ricorda se era intenzione, della volontà di organizzare incontri tra arbitri e rappresentanti delle società?
Collina: Sì, anche in quella stagione sono stati organizzati incontri con capitani, allenatori, dirigenti, si faceva al termine del girone di andata. Non ricordo se in quella stagione era ancora in essere una cena che veniva organizzata dalla Lega professionisti prima di Natale con i dirigenti delle società.
Avv. Morescanti: Lo scopo di questi incontri?
Collina: Confrontarsi con le problematiche del gioco.
Avv. Morescanti: Anche per rasserenare?
Collina: Non era una questione di rasserenare, credo che fosse proprio una questione tecnica.
Avv. Morescanti: Nel 2004-2005 ha avuto pressioni, o momenti in cui ha capito che Bergamo faceva pressioni perchè lei arbitrasse una gara a favore o contro qualcuno?
Collina: No.
Avv. Morescanti: Non crede che le polemiche siano spesso provocate dalla differenza tra quello che vede l'arbitro e quello che le televisioni possono mostrare?
Collina: Certamente è così.
Avv. Morescanti: Che cos'è l'osservatore arbitrale?
Collina: In serie A viene inviato in tutte le gare e serve a fare una valutazione dell'arbitro, redige un rapporto che servirà al designatore per prendere le decisoni sulle future designazioni.
Avv. Gallinelli: Con riferimento al numero di gare del 2004-2005, questo numero era connesso al suo prestigio di arbitro?
Collina: Credo che fosse legato anche al rendimento, ma anche un buon rendimento porta un arbitro a diventare internazionale, è una delle condizioni.
Avv. Gallinelli: In quell'anno De Santis era internazionale?
Collina: Sì.
Avv. Gallinelli: Da quanti anni?
Collina: Non ricordo, ma certamente era uno degli internazionali più esperti.
Avv. Gallinelli: Lei ricorda se mezz'ora prima di una gara, e dopo la consegna del referto, era possibile per l'arbitro parlare con i dirigenti?
Collina: La Lega professionisti aveva emanato una circolare che imponeva il divieto di accesso agli spogliatoi degli arbitri nei 30 minuti precedenti alla gara, tranne che per i dirigenti addetti agli arbitri o il presidente della società, per fare un saluto, ma doveva avvenire in un tempo precedente ai 30 minuti. Dopo la gara non esisteva un divieto di accesso allo spogliatoio. Le stesse persone che avevano accesso prima lo avevano dopo, ma poteva capitare che anche altri dirigenti chiedessero di entrare, e a qualcuno veniva anche detto di no. C'erano dirigenti che venivano più spesso e qualcuno che non veniva quasi mai.
Avv. Gallinelli: Lei ricorda se Le è capitato di ammonire giocatori diffidati?
Collina: Ovviamenete sì.
Avv. Gallinelli: Al momento dell'ammonizione era a conoscenza del fatto che fossero diffidati?
Collina: No, non ne ero a conoscenza.
Avv. Gallinelli: Milan-Juve dell'8 maggio 2005...
Collina: Sì...
Avv. Gallinelli: In quel momento era in corso una lotta per la conquista del titolo.
Collina: Si giocavano il campionato.
Avv. Gallinelli: Ricorda se il Milan aveva giocatori diffidati?
Collina: No.
Avv. Gallinelli: E sa con chi giocava la gara precedente?
Collina: No.
Avv. Gallinelli: Fiorentina-Milan.
Collina: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: E l'ultima di campionato che ha arbitrato, Fiorentina-Brescia, ci furnono contetazioni nei confronti dell'arbitro alla fine?
Collina: Assolutamente no.
Avv. Gallinelli: E dalla stampa?
Collina: Credo che i giudizi della stampa il giorno successivo fossero tutti positivi.
Avv. Gallinelli: Mi ripete quali sono le modalità per qualificare un campo come impraticabile?
Collina: L'impossibilità di far svolgere la gara.
Avv. Gallinelli: E quali sono gli accertamenti da fare?
Collina: Se esitono le condizioni che possono far disputare la gara, in concreto dipende dal tipo di condizione, se c'è acqua, che ci siano le condizioni per disputare la gara.
Avv. Gallinelli: Tipo far rimbarlzare il pallone?
Collina: Sì, è una delle verifiche ma anche farlo correre.
Avv. Gallinelli: Ricorda se prima della gara, e dopo, era lecito parlare con i designatori?
Collina: Certamente, ho parlato con i designatori prima della gara, rivevevo una chiamata di Bergamo alle 12 della domenica. Era una cosa che faceva piacere a Lui e anche a me.
Avv. Gallinelli: Si ricorda i termini del cosiddetto "progetto arbitro campione", con la Ing Direct?
Collina: Ricordo la sponsorizzazione.
Avv. Gallinelli: Lei fece anche uno spot.
Collina: Sì, con altri colleghi, De Santis, Paparesta e Trefoloni.
Avv. Gallinelli: C'era un accordo per i compensi?
Collina: Io avevo un accordo, non so se anche per gli altri.
Avv. Gallinelli: Lei percepì somme di denaro?
Collina: Sì, faceva parte di una proposta che mi venne fatta dal presidente Lanese.
Avv. Gallinelli: Quindi aveva un accordo scritto con l'Aia.
Collina: Non so se era un accordo scritto, o verbale, ma ci fu la mia adesione sulla base di una richiesta specifica da parte dello sponsor.
Avv. Gallinelli: Sa se c'è stata una interrogazione parlamentare?
Collina: No.
Avv. De Nigris (difesa Lotito): Ci può dire come funzionava la procedura di nomina degli assistenti?
Collina: C'era un responsabile degli assistenti faceva proposta assistenti e avallata o meno dai designatori.
Presidente Casoria: Non c'era il sorteggio?
Collina: No, non c'era il sorteggio.
Difesa Della Valle: Lei ha ricordato la gara Fiorentina-Brescia. Prima della gara ha ricevuto richiesta da Bergamo e Pairetto di favorire la Fiorentina e sfavorire il Brescia?
Collina: Non ho mai ricevuto richieste da Bergamo e Pairetto di indirizzare i risultati.
Difesa Della Valle: Ha ricevuto richieste analoghe da altre persone?
Collina: No.
Avv. Prioreschi: Fiorentina-Juventus 3-3 del 2005: c'è stato un episodio di gol/non-gol di Cannavaro?
Collina: Sì, l'assistente disse che il pallone non era entrato e facemmo proseguire il gioco. Ricordo che l'allenatore della Juve mi parlò di un pallone entrato di un metro... Ricordo che dopo la gara vidi l’episodio e ancora oggi non so se fosse entrato o meno. E’ uno degli episodi che uno valuta diversamente a seconda di come lo guarda.
Avv. Prioreschi: Ricorda se per questa gara ebbe conversazioni con i designatori?
Collina: Sì, ricordo che dissi che mi aveva fatto piacere uscire dallo stadio in un'atmosfera serena da parte dei tifosi della Fiorentina.
Avv. Prioreschi: Lei a maggio 2006 è stato ascoltato dai carabinieri: quanto è durato l'interrogatorio?
Collina: Devo distinguere: aspettai circa 2 ore da quando entrai a quando iniziai l'audizione. Mi affacciai alla finestra per far capire che l'interrogatorio non era ancora iniziato.
Avv. Prioreschi: L'interrogatorio è iniziato poco dopo le 16.45 ed è terminato alle 21 per tre paginette dattiloscritte?
Collina: Non ricordo.
Avv. Prioreschi: E si è svolto in un clima sereno?
Collina: Assolutamente sì.
Presidente Casoria: Anche nella designazione diretta si tiene conto delle preclusioni?
Collina: Assolutamente sì
PM: Nessuna domanda.
Termina la deposizione di Collina.
DEPOSIZIONE TOMBOLINI.
Entra l'ex arbitro Tombolini.
Avv. Morescanti: Se Le dico che nella prima griglia andavano gli arbitri internazionali dico giusto?
Tombolini: Sì.
Avv. Morescanti: Lei era internazionale?
Tombolini: No.
Avv. Morescanti: Ma andava in prima griglia...
Tombolini: Capitava.
Avv. Morescanti: Lei ha arbitrato più di 100 gare in serie A?
Tombolini: Sì.
Avv. Morescanti: Anche se non internazionale, quindi aveva una buona esperienza?
Tombolini: Certo.
Avv. Morescanti: In quante griglie venivano divisi gli arbitri?
Tombolini: Credo 5 o 6.
Avv. Morescanti: Quante erano le gare della prima griglia?
Tombolini: 3 o 4.
Avv. Morescanti: Lei ha mai ricevuto pressioni da Bergamo perché arbitrasse in un certo modo?
Tombolini: No.
Avv. Morescanti: Secondo Lei ci sono gare in cui c'è maggiore attenzione per quello che riguarda l'ordine pubblico?
Tombolini: E’ normale.
Avv. Morescanti: Ma questa attenzione veniva posta anche dai designatori per le designazioni?
Tombolini: L'attenzione veniva posta, credo, per le questioni tecniche, per l'ordine pubblico, non credo.
Avv. Morescanti: Le è mai capitato di uscire dal campo con l'aiuto della forza pubblica?
Tombolini: La mia esperienza era di utilizzare la scorta se c'erano problemi.
Avv. Morescanti: Le risulta che nel 2005 Bergamo diede le dimissioni con una conferenza stampa?
Tombolini: Non la ricordo, ricordo che si dimise.
Avv. Morescanti: Non ho altre domande.
Difesa Pairetto: Pairetto le chiese mai di arbitrare in maniera di favorire o sfavorire una squadra?
Tombolini: No, mai.
Difesa Pairetto: Lo sentì dire a qualche suo collega?
Tombolini: No.
Difesa Pairetto: Quando eravate a Coverciano i commenti alle gare avevano natura tecnica o qualche altro scopo?
Tombolini: Era un'analisi tecnica.
Difesa Pairetto: Quindi è quello che fa Lei in tv?
Tombolini: Sì.
Difesa Pairetto: Ritiene che nel 2004/2005 venissero enfatizzati alcuni errori a discapito di qualche squadra o qualche arbitro?
Tombolini: No, gli errori venivano analizzati, ma se era un errore vistoso se ne parlava anche di più, anche se accaduto in B.
Difesa Pairetto: Grazie
Termina anche la testimonianza di Tombolini.
DEPOSIZIONE BIANCHI RICCARDO.
Entra Riccardo Bianchi giornalista della "Provincia di Como".
Avv. Morescanti: Lei ha partecipato ai sorteggi arbitrali?
Bianchi: Sì il 13 maggio 2005.
Avv. Morescanti: Solo?
Bianchi: Sì.
Avv. Morescanti: Da chi venivano scelti i giornalisti?
Bianchi: Dall'USSI, dal Presidente Antonello Capone (de La Gazzetta dello Sport, ndr)
Avv. Morescanti: Quanto tempo prima venne scelto?
Bianchi: Ero in ballo da due settimane ma mi arrivò la mail tre giorni prima.
Avv. Morescanti: Quando arrivavano i giornalisti al sorteggio?
Bianchi: Io sono arrivato 15 minuti prima e i designatori mi spiegarono velocemente.
Avv. Morescanti: Ce lo spiega?
Bianchi: Arrivai in aula, tra l'altro il mio sorteggio venne anche filmato dai carabinieri. Pairetto estraeva le palline con le partite e io estraevo gli arbitri. Ricordo molto la tensione che c'era a Coverciano, erano le ultime giornate, poi c'era Lazio-Roma. Mi ricordo Bergamo che era teso e la prima che estrassi era Collina e lui mi disse: "complimenti si vede che eri un ex arbitro..."
Avv. Morescanti: Lei ha estratto le sfere dall'urna. Ha notato qualcosa di anomalo?
Bianchi: No, erano sfere di ferro molto vecchie, forse non tutte esattamente gialle uguali ma se non sai che c'è dentro...
Avv. Morescanti: Lei ha preso la sfera. Si ricorda come era inserito il biglietto? Cioè se la sfera si fosse aperta per sbaglio, Lei avrebbe potuto leggere il nome?
Bianchi: Non lo ricordo.
Avv. Morescanti: Nel pubblico, c'era anche il giornalista dell'Ansa?
Bianchi: Sì, era pubblico, io portai un mio amico che assistette.
Difesa Pairetto: Qualcuno Le suggerì di muovere la mano a seconda di colpi di tosse?
Bianchi: No.
Difesa Pairetto: Pairetto e Bergamo la indirizzarono in qualche modo?
Bianchi: No, se così fosse stato il giorno dopo avrei fatto lo scoop della vita e sarei diventato famoso.
Difesa Pairetto: Quindi si può dire che il sorteggio era regolarissimo?
Bianchi: Assolutamente si!
Altra difesa (voce femminile): Quando ha detto che le palline non erano tutte usurate allo stesso modo, intendeva che erano riconoscibili?
Bianchi: No, assolitamente no, erano talmente tante che bisognava essere dei maghi per riconoscerle.
DEPOSIZIONE NOZZOLI SIMONE.
Entra il teste Simone Nozzoli, giornalista.
Avv. Morescanti: Ha mai seguito i sorteggi?
Nozzoli: Sì, nel 2003-2004 e 2004-2005.
Avv. Morescanti: Da chi venivano scelti i gionalisti?
Nozzoli: Dal presidente dell'Ussi regionale un giorno prima.
Avv. Morescanti: C'era un criterio?
Nozzoli: Di solito uno per ogni testata.
Avv. Morescanti: I designatori sapevano chi c'era al sorteggio?
Nozzoli: Non lo so, io mi sono presentato direttamente al sorteggio a Coverciano.
Avv. Morescanti: Come spettatore oltre a Lei chi era presente in sala?
Nozzoli: Almeno 7-10 gionalisti.
Avv. Morescanti: Ha mai fatto caso se qualcuno telefonava per comunicare il sorteggio?
Nozzoli: Certo, lo facevano in diretta durante lo svolgimento.
Avv. Morescanti: Quando Lei ha partceipato cosa è successo?
Nozzoli: Il sorteggio funzionava così: Pairetto estraeva da un'urna le palline contenenti le partite e leggeva la partita, poi il giornalista estraeva una pallina per volta, la dava a Bergamo che leggeva il nome dell'arbitro.
Avv. Morescanti: Sapeva quali erano i nomi inseriti?
Nozzoli: No.
Avv. Morescanti: Poteva capirlo in qualche modo?
Nozzoli: Assolutamente no.
Avv. Morescanti: Lei ha inserito la mano nell'urna ed ha estratto tutte le sfere. Ha notato se qualche sfera era diversa della altre?
Nozzoli: Le ho toccate tutte e non ho notato differenza.
Avv. Morescanti: Ma anche se fossero state diverse, poteva sapere che nome c'era dentro?
Nozzoli: Assolutamente no.
Avv. Morescanti: Quindi se il designatore, una volta estratta la gara, volese far capitare un certo arbitro avrebbe potuto farlo senza la compiacenza del giornalista?
Nozzoli: Assolutamente no.
Avv. Morescanti: A Lei è stato chiesto qualcosa?
Nozzoli: No.
Avv. Morescanti: Quindi può escludere qualunque pilotaggio del sorteggio?
Nozzoli: A quelli a cui ho assistito io sì.
Difesa Lotito: Lei, quando è arrivato per il sorteggio, le palline erano già nell'urna e contenevano già il nome dell'arbitro, o Lei ha partecipato al confezionamento?
Nozzoli: No, le palline erano in buste che venivano aperte e versate nell'urna.
Difesa Lotito: L'inserimento del fogliettino nelle palline del nome dell'arbitro è stata fatta in sua presenza?
Nozzoli: No, io ho solo estratto, erano già pronte.
Difesa Lotito: E quando ha assistito nelle altre occasioni anche erano già pronte?
Nozzoli: Sì.
DEPOSIZIONE BALDINI FRANCO.
Ed arriva il momento del teste Franco Baldini.
Avv. Prioreschi: Vuole ricostruire la sua carriera?
Baldini parla della sua carriera.
Avv. Prioreschi: Nel corso della sua attività i rapporti con Moggi come sono stati?
Baldini: Sono stati formali.
Avv. Prioreschi: Buoni, cattivi, pessimi?
Baldini: Nessuna delle definizioni che ha dato, avevamo rapporti normali, ma non posso certo definirli buoni, non è che gli andassi particolramente a genio.
Avv. Prioreschi: Lei quando è stato sentito li aveva definiti pessimi.
Baldini: Lo sono diventati pessimi, questo sì. Certo. Sono partiti normali e sono diventati pessimi, possiamo dire così.
Avv. Prioreschi: Lei conosce un maggiore dei carabinieri che si chiama Attilio Auricchio?
Baldini: Certo.
Avv. Prioreschi: Ah lo conosce... che rapporti di conoscenza ha avuto ed ha e quando lo ha conosciuto e come lo ha conosciuto?
Baldini: Ho conosciuto il maggiore Auricchio nell'estate del 2003, quando i carabinieri di via In Selci indagavano sull'iscrizione del campionato della Roma e di altre squadre, dove si paventava l'iscrizione al campionato attraverso false fideiussioni e i carabinieri stavano indagando e io, come consulente sportivo non avevo molta cognizione di causa di quello che stessimo parlando quando fu scoperta... per la Roma si paventava il rischio di fideiussioni false, però, non essendoci il direttore generale perché era stato da poco esautorato, e il presidente Sensi aveva già problemi di salute, la società ritenne di tenere una conferenza stampa a Trigoria per illustrare le ragioni della Roma. Io parlai di tutte le cose che la Roma aveva ritenuto di dover palesare e, in quella conferenza stampa, erano presenti i carabinieri di via In Selci. Dopo la conferenza stampa, sono venuti a chiedermi spiegazioni e io ho fatto la conoscenza, in quel momento, del maggiore Auricchio e nel pomeriggio, come rappresentante della Roma, sono andato a fare una denuncia contro ignoti proprio nella caserma di via In Selci.
Avv. Prioreschi: Successivamente all'agosto 2003 che rapporti ha avuto?
Baldini: Dopo il 2003 è successo che nel marzo del 2005, quando ormai il mio rapporto con la Roma era logorato, avevo dato la prima volta le dimissioni a novembre ed erano state respinte, le ho date una seconda volta, però prima di dare quelle dimissioni, avendo come ultima chance di dire la mia su quello che pensavo, che avevo visto in quegli anni, pensando di poterlo fare da persona ancora in carica, e quindi con una voce che si potesse ancora sentire, piuttosto che dopo ed essere scambiato per uno dei tanti perdenti che si lamenta, ho cercato di lamentarmi un attimo prima, non un grande atto di coraggio a dir la verità, sapendo che sarebbe finita da lì a poco, tanto è vero che il martedì successivo alle mie dichiarazioni, che ho fatto in una trasmissione televisiva dove ho criticato il mondo del calcio, ma questo credo che sia agli atti, ho dato le dimissioni e qualche tempo dopo il maggiore Auricchio mi ha chiamato.
Avv. Prioreschi: Quando dice qualche tempo dopo mi ha chiamato in riferimento alla covocazione ufficiale, quando è stato interrogato...
Baldini: No, non sono stato interrogato ufficialmente, sono stato contattato una prima volta, da lui, dicendo, chiedendomi se avessi avuto la voglia di riferire, di mettere per iscritto e di denunciare circostanziatamente quelle accuse velate che, perché di prove circostanziate non ne avevo più delle cose che poi ho denunciato e, quindi, se volessi metterle per iscritto. Io ho detto che non avevo grandi cose da riferire, se non qualche minaccia personale, tra l'altro nel tempo avevo pensato che mi sarei abituato, ma non ci si abitua mai, e quindi ho detto "Non ho molto da dire", non so su che cosa potermi basare per fare una deposizione, e lì è finita. Qualche tempo dopo lui mi ha richiesto ancora questa cosa ed io ho accettato, anche perché per me il mondo del calcio era, per me era qualcosa che non si sarebbe più rappresentato.
Avv. Prioreschi: Quindi il contatto con Auricchio sarebbe d'iniziativa dell'allora maggiore, adesso colonnello. E' Auricchio che la cerca?
Baldini: Sì.
Avv. Prioreschi: E la colloca dopo le sue dimissioni?
Baldini: Lo colloco una settimana, due, tre, quattro, non lo so, dopo quella trasmissione. La trasmissione, se non sbaglio, perché credo che sia uno dei pochi ricordi, dovrebbe essere del 24 di marzo ed io il 26 marzo 2005 mi sono dimesso.
Avv. Prioreschi: E quindi subito dopo viene contattato?
Baldini: Come ripeto, qualche settimana dopo sono stato contattato.
Avv. Prioreschi: Quindi, se io Le chiedo tra l'agosto 2004 e marzo 2005 quante volte, e se ha visto Auricchio, la sua risposta quale è?
Baldini: Credo di averlo rivisto quando mi riferiva delle indagini sulle false fideiussioni, credo di averlo rivisto una o due volte in quel periodo.
Avv. Prioreschi: Allora, io vorrei mettere un po' di ordine. Lei ricorderà che io l'ho interrogata già a Roma nel processo, e a queste domande se conosceva Auricchio.
PM Narducci: Presidente c'è opposizione!
Avv. Prioreschi: I verbali li ho depositati.
PM Narducci: E allora utilizzi i verbali per fare le contestazioni...
Presidente Casoria: Faccia la domanda diretta.
Avv. Prioreschi: La domanda diretta è perché quando io l'ho interrogato nel processo Gea ha negato di conoscere Auricchio?
PM Narducci: (con tono irritato e imperioso) Presidente c'è opposizone! Deve utilizzare i verbali, non affidarsi ai ricordi.
Un legale non identificato: Chiederei alla Procura della Repubblica di spiegare, magari con minor veemenza perché c'è opposizione.
PM Narducci: C'è una contestazione che va fatta ritualmente, secondo il codice di procedura italiano, utilizzando verbali di dichiarazioni precedentemente rese. Su questo non ci sono opposizioni. Non affidati a ricordo dell'interrogato.
L'avvocato Trofino consegna i verbali GEA al Presidente Casoria.
Rigettata l'opposizione del PM.
L'Avv. Prioreschi: Allora, 31 marzo 2008 Tribunale di Roma sezione decima penale, io faccio una prima domanda: "Il maggiore Auricchio lo conosceva", Baldini risponde "No, non lo conoscevo, l'estate prima l'avevo visto...", e poi spiega la storia. Poi io domando "Dopo quella volta dell'agosto 2003, per caso, lo ha reincontrato, ha avuto modo di parlarci?", Baldini risponde "No, sono stato chiamato l'anno dopo dal maggiore per fare quelle dichiarazioni", domando ancora "Tra l'agosto del 2004 e marzo 2005 l'ha più visto?", risponde "No".
Baldini: Quando Lei mi faceva delle domande relative al processo della Gea io ero, sinceramente, focalizzato su quella che era l'attività che Auricchio aveva raccolto, stavo pensando a quell'oggetto lì, non...
Avv. Prioreschi: L'oggetto era sempre questo.
Baldini: No, no ho detto adesso che, probabilmente, una o due volte l'avevo visto... io mi stavo ancora riferendo sullo sviluppo delle indagini sulle fideiussioni, per questo quando Lei mi ha fatto la domanda io ho detto "No", perché non ci ho pensato alle fideiussioni, pensavo a questo nuovo sviluppo e basta, a questo nuovo caso. Comunque confermo che se quello che ho detto è questo, probabilmente, ho completamente dimenticato la vicenda delle fideiussioni, per cui la realtà è che io l'ho incontrato. Parlato ed incontrato.
Avv. Prioreschi: A me delle fideiussioni non me ne frega niente. Io sto dicendo, Lei lo vede, lo conosce, nell'agosto del 2003, va in via In Selci e presenta una denuncia. Dopo l'agosto 2003 quante volte, e in quali circostanze formali ed informali, ha incontrato il maggiore Auricchio? Periodo agosto 2003, marzo 2005.
Baldini: Come ho detto poco fa, tra l'agosto 2003 e marzo 2005, quando poi sono stato contattato da lui, ho visto in relazione a quelle indagini, o sentito il maggiore Auricchio una o due volte.
Avv. Prioreschi: Sia al processo Gea, che in questo, il colonnello Auricchio ha detto, è un dato dibattimentale, che tra l'agosto del 2004 e il marzo 2005, Lei ed il maggiore vi siete incontrati tre o quattro volte prima del suo interrogatorio, a prendere un caffè, e tre o quattro volte dopo. Volevo capire, rispetto a questa dichiarazione di Auricchio, se la ricorda male il colonnello , se la ricorda male Lei? Se fa uno sforzo di memoria sia sul numero degli incontri e sia sulle date perché poi, magari, facciamo un approfondimento.
Baldini: Confermo quello che ho detto, ripeto, fino a quando non ho dato le dimissioni io ho incontrato il maggiore Auricchio una o due volte per faccende rilevanti le fideiussioni, dopo quella trasmissione e le mie dimissioni ho incontrato Auricchio varie volte.
Avv. Prioreschi: Quindi modifica...
Baldini: No, non modifico, ho detto dopo... dopo le dimissioni... sempre per le fideiussioni.
Avv. Prioreschi: Come definisce i rapporti con Auricchio? Di conoscenza, informali, formali?
Baldini: Di conoscenza prima, di collaborazione dopo.
Avv. Prioreschi: Per collaborazione che cosa intende?
Baldini: Intendo che poiché avevo deciso che quel poco che avevo da dichiarare lo avrei fatto comunque, però mi rendevo conto che la mia posizione poteva essere soltanto debole, mi sono prestato a collaborare con lui, cosa di cui non ho assolutamente a dolermi, anzi è una di quelle cose di cui vado fiero nella vita, ed ho indicato a indicare a lui tutte quelle persone, previo sentirle prima, perché non volevo mettere in mezzo nessuno, tutte quelle persone che nel tempo si erano rivolte a me sapendo bene come la pensassi, quindi si sentivano comodi con me, per denunciare le minacce e i soprusi, comunque i maltrattamenti da parte di Luciano Moggi.
Avv. Prioreschi: In concreto la sua collaborazione, che cosa ha detto ad Auricchio? Fuori verbale, perché poi il verbale...
Baldini: Ci sono delle persone che vengono a confessarsi con me sui soprusi che hanno subito che, secondo me, hanno più di una ragione per denunciare i fatti subiti. Ho detto ci sono dei nomi, poi sono andato da queste persone, questa è la mia collaborazione, a parlare e ben sapendo che molti di loro avrebbero detto di no, si sarebbero tirati indietro, o che addirittura sarebbero andate a dire al Suo cliente "Guarda che c'è Baldini, eccetera, eccetera...", però, comunque, cercavo che, in qualche modo, tutte quelle persone potessero denunciare.
Avv. Prioreschi: Questo quando è avvenuto?
Baldini: Dopo le dimissioni.
Avv. Prioreschi: E' sicuro di questo?
Baldini: Sono sicuro.
Avv. Prioreschi: Le persone che Lei ha contattato possiamo fare qualche nome?
Baldini: Lo lica Lei.
Presidente Casoria: No, no, no, deve rispondere, deve dire chi sono queste persone...
Baldini: Senta, io non ho fatto quei nomi neanche al maggiore Auricchio, allora, perché volevo sentire da loro se fossero disponibili, perché non mi andava di mettere in mezzo persone se poi, dopo, sarebbero andate lì a non dire niente.
Avv. Prioreschi: Quindi Lei non ha fatto nessun nome ad Auricchio? Presidente, prima ha detto che ad Auricchio ha detto i nomi delle persone che erano maltrattate da Moggi, adesso...
Baldini: L'avvocato ha ragione in questo caso, io ho fatto dei nomi, però prima ho contattato, prima, perché questa era la mia collaborazione con lui, se fossero disponibili a...
Avv. Prioreschi: Possiamo dire quali sono i nomi?
Baldini: Non ho problemi a farli, mi spiace tirar fuori dei nomi, però lo faccia Lei...
Presidente Casoria: No, no, no, Baldini, Baldini, Lei deve rispondere, questi nomi, ha detto che ha fatto questi nomi, sentiamo.
Baldini: Persone che avevano denunciato i loro maltrattamenti, che si erano confidate con me erano, per esempio Nelson Ricci, per esempio Dario Canovi, per esempio Stefano Antonelli. Basta, non ne ho da dire più.
L'avvocato Prioreschi ed il Presidente Casoria chiedono a Baldini le qualifiche delle persone citate. Baldini soddisfa la richiesta e poi aggiunge che le cose che aveva da dire le ha messe per iscritto.
Presidente Casoria: Lei ora le deve dire oralmente, non basta dirle per iscritto, qua si fa il processo, quindi Lei le deve dire ora.
Avv. Prioreschi: Quindi Lei ha contattato queste persone per vedere se erano disponibili a rendere delle dichiarazioni all'Autorità Giudiziaria? E queste persone Le hanno dato la disponibilità a rendere dichiarazioni?
Baldini: Sì, mi hanno dato disponibilità ad incontrare il maggiore Auricchio.
Avv. Prioreschi: Poi Lei ha riferito al maggiore Auricchio la disponibilità di queste persone. Questa è stata la sua collaborazione, si è limitata a questa attività?
Baldini: Sì.
Avv. Prioreschi: Non ha fatto altra attività di collaborazione?
Baldini: No.
Avv. Prioreschi: Poi vedremo... dovremmo collocare meglio questa sua attività Baldini, perché vede che La aiuto. Sempre nel processo GEA, l'1 aprile 2008, è stato sentito anche Stefani Antonelli che ha riferito questa circostanza che Lei ha finalmente ammesso in questa sede, perché l'aveva sempre negata...
PM Narducci: Presidente c'è opposizione! Io ho ribadito... Vanno fatte le domande, e si possono far rilevare le divergenze tra le dichiarazioni, ma non possono essere utilizzate, peraltro sotto forma di racconto, dichiarazioni di altre persone al fine di fare emergere discordanze fra la possibile dichiarazione del teste che è qui seduto e quelle di altri, peraltro in altro procedimento. (alterandosi) Presidente! Non può essere data lettura di verbali, ecco.
Presidente Casoria: Mica diamo lettura, fa le domande al testimone. Avvocato Lei non deve dare lettura.
Avv. Prioreschi: Io non dò lettura di niente. Siccome devo verificare l'attendibiltà di questo teste e noi abbiamo, perché lo abbiamo prodotto, è un verbale di dibattimento, dal quale risulta che questa interlocuzione...
PM Narducci: (sempre con tono alto e veemente) Presidente il problema è l'ammissibilità di domande al teste, non i verbali che sono lì, d'accordo...
Presidente Casoria: Dal mio punto di vista le può fare. Vada avanti. Decide il Presidente, andiamo avanti, faccia queste domande, però non divaghi avvocato.
Avv. Prioreschi: Io non divago Presidente, sono stato interrotto. In quel verbale Antonelli riferisce che la interlocuzione con Lei, Antonelli dice "Mi ha chiamato Baldini e mi ha detto che se avevo da dire delle cose potevo andare dal maggiore Auricchio dei carabinieri", la colloca nell'ottobre-novembre 2004, non dopo le sue dimissioni.
Baldini: Lui non può collocare ottobre-novembre 2004, forse parlava delle difficoltà che stava subendo, non il fatto di essere invitato ad andare a parlare col maggiore Auricchio.
Avv. Prioreschi: C'è un altro dato che contrasta con quello che dice Lei: Stefano Antonelli in questo procedimento è stato interrogato il 1° febbraio 2005, dicendo "Siccome mi aveva contattato... poi io sono andato..." e, quindi, è impossibile che Lei ha parlato con Antonelli a marzo dopo le sue dimissioni.
Presidente Casoria: Dobbiamo sempre confrontare, verificare chi dice il falso, avanti.
Avv. Prioreschi: Antonelli è teste, verificheremo. La domanda è se insiste a dire che...
Baldini: Senta, questo è l'esatto ricordo che ho, basta. Secondo me sono successive alle mie dimissioni.
Avv. Prioreschi: E come si spiega che Antonelli viene sentito a febbraio 2005?
Il Presidente Casoria dice che non lo deve spiegare il testimone e che hanno annotato questa discrepanza che poi sarà valutata.
Avv. Prioreschi: Quindi Lei dice di non avere fatto altro se non fare quei nomi. Non ha fatto altra attività di collaborazione col maggiore Auricchio?
Baldini: La mai colaborazione è questa.
Avv. Prioreschi: Lei conosce la giornalista di Milano Finanza Catia Augelli?
Baldini: Sì.
Avv. Prioreschi: Come l'ha conosciuta, quando l'ha incontrata?
Baldini: Diverso tempo prima di questi fatti, il giorno esattamente non me lo ricordo, ma neanche l'anno mi ricordo. Sono frequentazioni, anni di frequentazioni a Roma, come posso fare a collocare di persone che ho conosciuto...
Avv. Prioreschi: Allora, Lei si ricorda se l'ha incontrata con il maggiore Auricchio?
Baldini: Sì, sì, mi ricordo.
Avv. Prioreschi: E quando io Le avevo chiesto se c'era stata altra collaborazione perchè non le è venuta in mente?
PM: Opposizione. Incontrare le persone ora è forma di collaborazione? (con tono polemico).
Baldini: Visto che ogni cinque secondi tira fuori la deposizione...
Presidente Casoria: Un momento, Lei ci spiegi, l'avvocato dice "Questa giornalista come si inserisce...", vada avanti.
Baldini: Adesso Le dico. Nell'interogatorio che Lui mi ha fatto per la Gea, che io ho detto che non potevo dire agli inquirenti molto di più delle minacce dirette ricevute... e gli ho spiegato anche che il mio rapporto con il maggiore Auricchio era quello di spiegargli come, secondo me, funzionavano un po' le cose. Però io glielo ho detto, da deposizione, che io ho cercato di spiegare al maggiore Auricchio come andavano alcune cose nel calcio e l'incontro con Catia Augelli è servito anche a questo, perché mi poteva aiutare a spiegare dal punto di vista economico come funzionavano le società di calcio. Tutto lì, era parte di questa collaborazione.
Avv. Prioreschi: Come mai, quando prima Le ho chiesto se c'era altra attività di collaborazione, Lei mi ha detto di no? Non risulta da nessun verbale che Lei ha parlato di Catia Augelli.
Baldini: Collaborando con Auricchio, oltre a dargli i nomi, per fargli capire come funzionava il sistema calcio, avevo bisogno di qualcuno che potesse illustrargli dal punto di vista economico come funzionavano le società.
Avv. Prioreschi: Insomma, quando e dove vi siete incontrati?
Baldini: Non lo so. Non me lo ricordo.
Avv. Prioreschi: Rispetto alle sue dimissioni. Prima o dopo?
Baldini: Non lo so. Non me lo ricordo, non posso farci niente.
Avv. Prioreschi: Ricorda se avete parlato di Capitalia, o Geronzi?
Baldini: Perché Le sembra che Capitalia, Geronzi...
Avv. Prioreschi: No, qui le domande le faccio io. Non ha capito che le domande le faccio io.
Baldini: Si è parlato di Capitalia e Geronzi perché, evidentemente, fanno parte del sistema calcio.
Avv. Prioreschi: E di chi altri ha parlato del sistema calcio con la Augelli? O soltanto di Geronzi e Capitalia?
Baldini: Non posso ricordarmi di una conversazione avvenuta anni fa.
Avv. Prioreschi: Presidente Le chiedo di ammonire il teste perché mi pare reticente.
Baldini: Allora inventerò qualcosa, perché non mi ricordo...
Presidente Casoria: Oltre la mancanza di ricordo non si può andare, va bene andiamo avanti Però io la ho gia ammonita all'inizio, ché Lei come testimone deve dire la verità, deve essere vero che Lei non ricorda.
Avv. Prioreschi: E che ha detto la signora Augelli ad Auricchio?
Baldini: Senta, parlavamo di quello che è il sistema calcio, di come le società fossero indebitate nei confronti delle varie banche. Era lo stato dell'arte a quell'ora, erano discussioni tecniche, non posso ricordare, perché non ero in grado di affrontare e ho fatto affrontare a Lei (la Augelli, ndr).
Avv. Prioreschi: Comunque è stata una sua iniziativa di dire ad Auricchio "andiamo a parlare con Augelli", se lo ricorda almeno questo?
Baldini: Verosimilmente sì.
Avv. Prioreschi: Lei sa il maggiore Auricchio, queste notizie apprese dalla Augelli, quando le ha riferite all'autorità giudiziara, in quale informativa?
Baldini: Non lo so.
Avv. Prioreschi: Se Le dico 18 settembre 2004?
PM Narducci: C'è opposizione Presidente.
Avv. Prioreschi: C'è una intercettazione (8222 del 4 aprile 2005, ndr) tra Lei e Innocenzo Mazzini in cui Lei dice: "Ascolta io ti dico solo una cosa Innocenzo, forse se ti comporti bene , quando farò il ribaltone, che tanto lo farò, io vivo per quello, fare il ribaltone e buttare tutti di sotto, io ti salverò, forse". Era il 4 aprile 2005 che voleva dire?
Baldini: Se oltre a riferire la telefonata si potesse sentire anche l'audio, si capirebbe che non si sa chi dei due scherza di più, perché è evidente che nessuno prende sul serio quella telefonata. E' chiaro che io dico il ribaltone, il ribaltone è qualcosa che tutti sanno, cioè, voglio dire, non c'è niente di serio, solo una speranza.
Avv. Prioreschi: E quando Lei "Mi sono guardato bene dal fare il tuo nome ho parlato di Carraro, Galliani, Giraudo, non ti ho nominato, ho avuto persino il timore che tu fossi geloso...", scherza sempre?
Baldini: Assolutamente in tono scherzoso tutta la telefonata, nessuno dei due prende sul serio l'altro, oltretutto, non è certo una telefonata di cui posso andare fiero per carità, perché comunque si trattava di impedire che un amico fosse pregiudicato dal fatto che pensassero che fosse amico mio, quindi quello è il tono della telefonata.
Avv. Prioreschi: Ma Lei aveva fatto i nomi di Moggi, Giraudo e Carraro? Li aveva fatti o no?
Baldini: Se Lei mi dice il 4 aprile, ci sta anche il fatto che io li abbia fatti, non in deposizione, perché non ero convinto di fare una deposizione, non ancora, però ci sta che io li abbia fatti. Io non parlo mai di Galliani o di Carraro in veste personale, ho sempre parlato di loro, come avevo fatto nella trasmissione di quattro-sette giorni prima, l'ho sempre fatto in virtù del ruolo che ricoprivano, del conflitto di interessi. Ho solo parlato del Suo cliente, mai degli altri... Il 4 aprile ero già stato contatatto dal maggiore Auricchio, ci sta che abbia fatto quei nomi.
Avv. Prioreschi: Quindi non ha detto solo Antonelli e gli altri, abbiamo scoperto anche che c'era la giornalista, adesso Moggi, Carraro e Giraudo. Quando raccomanda Castagnini, scherzava?
Baldini: E' l'unico punto serio, ma non era una raccomandazione badi bene, perché Castagnini aveva già avuto un incontro positivo con il presidente dell'Arezzo, e il senso era che Castagnini non c'entrava niente con Baldini, anche se eravamo amici e dello stesso paese. Era una tutela, ad un certo punto dico "Dì pure al tuo amico" , in questo caso sarebbe il Suo cliente, "che io e Castagnini abbiamo litigato da bambini", per non pregiudicargli le possibilità.
Avv. Prioreschi: E quando parla di Veltroni era seria, o scherzava in quella parte della telefonata?
Baldini: A Castagnigi dico, perché lui mi aveva detto che Veltroni era amico di Mancini (presidente del Siena, ndr) "Posso parlare anche con Veltroni che conosco, però non so quello che posso ottenere", quello è l'argomento della telefonata, ma il senso era quello.
Avv. Prioreschi: Ma poi questi nomi di Moggi, Giraudo, Galliani, all'autorità giudiziaria li ha fatti, o no?
Presidente Casoria: Che intende come autorità gudiziaria?
Avv. Prioreschi (rivolto al Presidente): Presidente, il signor Baldini ha avuto il privilegio di essere stato interrogato da solo dal maggiore Auricchio. Era Lui ed il maggiore, in una lunga deposizione. Quando è stato interrogato da Auricchio li ha fatti 'sti nomi?
Baldini: Penso di sì, una cosa è un colloquio, una cosa è la deposizione. Non ricordo cosa è stato detto in una, e cosa nell'altra.
PM Narducci: Lei ha parlato di minacce e di soprusi, mi fa capire un attimo, esattamente, che significa, a quali minacce e a quali soprusi si riferiva?
Avv. Prioreschi: Opposizione Presidente, perché non è oggetto di questo processo, è stato oggetto del processo Gea...
Presidente Casoria: Vabbè, vediamo di cosa si tratta. Vuole sapere il Pubblico Ministero di che si è trattato. Rigettata l'opposizione. Lei deve dire di che minacce, in concreto...
Baldini: Chiedo sacusa, Lei parla di quelle personali, o di quelle che mi sono state raccontate?
PM Narducci: Tutte.
Opposizione: Quelle "de relato" no, le Sue, quelle "de relato" ci deve dire nomi e cognomi.
Presidente Casoria: Il contenuto, incominciamo con il contenuto delle minacce che hanno fatto a Lei.
Baldini: Le minacce che ho ricevuto io, ed è fatta personalmente dal cliente dell'avvocato Prioreschi...
Presidente Casoria: Deve dire Moggi Luciano...
Baldini: Moggi Luciano, è riferita nella deposizione che ho fatto ai carabinieri, in occasione di una cena di Natale, Lui mi si è avvicinato e mi ha detto "Ma perché ci sono tutte queste difficoltà per mio figlio per avere i giocatori della Roma giovanile per le procure... non dovrebbero esserci, sai dobbiamo darci una mano, perché questo è un lavoro strano, un anno si lavora da una parte, un altro si lavora da un'altra, un anno non si lavora". Era una cena di Natale che posso collocare nel 2001 o nel 2002. (la data è stata richiesta da Prioreschi che ha aggiunto "Questa è la Sua versione").
PM Narducci: E quelle che Lei ha ricevuto per confidenza?
Baldini: Giocatori costretti a firmare con uno piuttosto che con un altro perché se no il contratto non veniva rinnovato, o procure che dovevano essere assegnate al figlio di Luciano Moggi... che non poteva vendere un giocatore come è successo a me nel caso del giocatore Taddei... questo tipo di minacce e soprusi. Sono qualcosa che sta al di sopra un po' di tutto, la paura di perdere il posto di lavoro.
PM Narducci: Ha mai più ricevuto nella sua vita minacce da Luciano Moggi?
Baldini: Ce ne è stata una clamorosa, addirittura in tribunale, dove si è avvicinato con le dita ad un centimetro dal naso e mi ha detto "Stai attento pezzo di merda che finisci male", prima di un'udienza Gea. Nello stesso processo, in un’altra udienza, durante la mia deposizione, si alzava dal suo posto minacciandomi con la mano mentre io stavo facendo deposizione, ma ogni settimana c’erano dichiarazioni, diffamazioni.
Avv. Trofino: Signor Baldini, mi scusi, Lei prima riferendo in che cosa erano consistite queste minacce ha riferito che nel corso di quella cena di Natale Moggi le avrebbe detto "Trovo difficoltà eccetera..." (riferito alla difficoltà di Alessandro con la Roma, ndr), Lei che ha risposto?
Baldini: Io ho risposto che era sfortunato, anche se non ho usato proprio questo termine.
Avv. Trofino: Poi Lei ha aggiunto che aveva paura di perdere il posto. Lei all'epoca era dipendente della Roma, perché aveva paura di perdere il posto?
Baldini: Perché è una paura che hanno tutti quelli che fanno calcio, in un sistema dove il Suo cliente...
Avv. Trofino: Non riferita all'attività di Moggi...
Baldini: Riferita, assolutamente riferita... eh no, possiamo parlare di cosa è questo signore... questo è un uomo senza qualità, di nessuna qualità, che...
Moggi si alza e cerca di intervenire, stoppato da Trofino.
Presidente Casoria: L'avvocato voleva sapere per quale motivo, essendo un dipendente della Roma, pensava che Moggi poteva incidere sulla Roma per farla licenziare, in che modo Moggi poteva influire sul suo posto alla Roma?
Baldini: La minaccia alla fonte del calcio, che nulla si muovesse, si spostasse senza che Moggi volesse. Questo era il sistema.
Avv. Trofino: Ma Sensi era un avversario politico di Moggi e Giraudo? Ed allora quale era...
Baldini: E fin che è stato in salute lo è stato anche fiero.
Avv. Trofino: Perché all'epoca non era in salute?
Baldini: Certo che era in salute. Io non avevo paura della minaccia, chi la proferiva aveva quella intenzione. Abbia pazienza avvocato, è il Suo cliente...
Presidente Casoria: L'avvocato dice, Lei aveva paura di perdere il posto, come poteva influire Moggi per farLe perdere il posto?
Baldini: Signora chiedo scusa, mi è stata chiesta l'efficacia che questa minaccia ha avuto, o se io questa minaccia l'ho ricevuta? Se la domanda è la prima l'efficacia non c'è, se la domanda è l"a minaccia l'ha ricevuta?", la risposta è sì.
Avv. Trofino: Lei sa di alcuni giocatori ceduti dalla Juventus al Messina Calcio?
Baldini: Sì.
Avv. Trofino: E a proposito di questo giocatori Lei come si è espresso?
Baldini: Mi sono espresso in maniera dubitativa.
Avv. Trofino: Quali sono state le Sue considerazioni che ha fatto in merito a queste cessioni quando è stato sentito da Auricchio?
Baldini: Ho probabilmente riferito il fatto che a parer mio erano delle cessioni forzate in quanto, credo si trattasse delle comproprietà, secondo me non erano valori congrui al mercato e, evidentemente, c’era un accordo tra Messina e Juventus, in quel caso Moggi, per giustificare certi squilibri di bilancio. Sono cose che non tornavano, secondo me, tutto lì.
Avv. Trofino: Io procedo ad una contestazione. A questa domanda Baldini rispondeva "In merito a giocatori di calcio rappresentati dalla Gea, econtestualmente di proprietà della Juventus, mi viene chiesto di riferire quanto a mia conoscenza inmerito alle modalità di trasferimento presso la squadra di calcio del Messina. non ho una cognizione diretta al riguardo però posso dire che quando società tipo il Messina, due anni fa, paga cifre elevate per quattrom cinque giocatori, ad esempio Aronica, Lavecchia e Guzman della Juventus, giocatori che detta società difficilmente avrebbe piazzato anche in prestito gratuto, è verosimile ritenere che lo faccia per ottenee un diverso tipo di rientro, anche, ad esempio, a livello arbitrale". Lei ha parlato di favori arbitrali ed ha detto anche che Aronica, Lavecchia e Guzman non li avrebbero presi neanche in prestito. Come fa a dire che erano sopravvalutati se non sapeva nemmeno quale era il valore di questi giocatori?
Baldini: Era il mio mesiere avvocato. Il valore lo sapevo, era su tutti i giornali. Erano giocatori che, se a mio parere, erano stati valutati incongruamente, ho ipotizzato che dietro a questo il Messina cercasse di accattivarsi, vista la relazione con il Direttore Generale della Juventus, cercasse di ingraziarsi anche un certo sistema arbitrale che Lui, a parer mio, in qualche modo controllava.
Avv. Trofino: Guardi signor Baldini mi sembra molto strano che Lei ipotizza questo, sa perché? I giocatori erano stati dati in prestito!
PM Capuano: Presidente! Ma cosa è questa? Una domanda?
L'avvocato Trofino si lamenta delle ripetute interruzioni da parte del Pm Capuano e ribadisce che Lui sta facendo delle domande legittime visto che il teste aveva parlato di valore dei giocatori letto sui giornali ed, invece, i giocatori erano stati dati in prestito gratuito. Trofino polemizza ricordando che Baldini è uno dei principali testi dell'accusa e non è stato convocato dall'accusa perché, evidentemente, ha ritenuto "debole" il teste.
Baldini: Avvocato, se i giocatori sono stati dati in prestito, e se questo prestito, se il trasferimento confermato nel tempo, e non era un prestito con diritto di riscatto obbligato della metà... se il trasferimento era in mero e puro prestito ed è rimasto tale anche l'anno successivo non ho altro da dire se non che mi sono sbagliato.
Avv. Trofino: Benissimo! Ma si è sbagliato anche su Taddei. Che poi è andato alla Roma.
Baldini: No, non quell’anno, mi fu detto che, anche dopo aver fatto l’affare, dovevo strappare tutto perché c’erano problemi, e Taddei è rimasto a Siena ed è andato a Roma solo l’anno dopo, a scadenza di contratto. La Roma non ha potuto avere il giocatore l’anno in cui lo voleva.
Avv. Trofino: Nel corso dell’audizione con Auricchio non ci sono state interruzioni, un caffè?
Baldini: Non ricordo.
Avv. Trofino: Siccome è durata molte ore… nel corso della deposizione Auricchio Le ha fatto ascoltare telefonate, Le ha riferito dichiarazioni di altri testi?
Baldini: Assolutamente no.
Avv. Trofino: È mai stato a pranzo con Auricchio a Trigoria?
Baldini: Se non è stato nell’occasione della conferenza stampa no.
Dichiarazione di Baldini con la frase "Uomo senza qulità":
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UDIENZA TOLTA E APPUNTAMENTO AL 12 OTTOBRE.
Del ruolo di Baldini nel caso Calciopoli ci occupiamo da tempo, dall'aprile 2008, con degli articoli che è interessante rileggere: