CantaNapoli - Il processo
Il processo - Cronaca dell'udienza dell'11 maggio 2010
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- By Redazione
Oggi nuova udienza del processo Calciopoli nell'aula 216 del Tribunale di Napoli.
Le difese di Moggi e di Pairetto presenteranno le liste delle intercettazioni da acquisire come prova: saranno trascritte da Roberto Porto, perito del tribunale. Nel frattempo il numero delle intercettazioni "sfuggite" è cresciuto, e potrebbe allungarsi ancora, visto che solo oggi i legali potranno ottenere i due cd rimasterizzati che sostituiranno quelli che non erano leggibili.
Oggi dovrebbe tornare in aula anche il maresciallo Di Laroni, che attribuì le sim svizzere agli imputati. Di Laroni sarà risentito a causa dell'inserimento di De Santis nel processo, avvenuto dopo la sua deposizione. La difesa di De Santis farà notare che Di Laroni ha detto che l'ex fischietto avrebbe ricevuto la sim il 7 gennaio 2005 ma, secondo Auricchio, si era "sdoganato dalla cupola" proprio in quei giorni. Inoltre, la sim attribuita all'arbitro si trovava a Firenze, quando De Santis era a Roma per frequentare un corso di formazione investigativa.
Probabile che si discuta anche della deposizione di Gianfelice Facchetti, con allegati appunti del padre. Sono stati depositati al termine della scorsa udienza e le difese ne hanno potuto prendere visione e conoscenza il venerdì successivo. Si tratta di atti di indagine suppletiva dei pm che potrebbero essere acquisiti se ci sarà il consenso delle parti; altrimenti i pm potrebbero chiedere al tribunale di ammettere come nuovo teste Gianfelice Facchetti perché renda al tribunale le sue dichiarazioni.
Dovrebbe, finalmente, essere presente Carlo Ancelotti, fresco vincitore del campionato inglese, mentre dovrebbero risultare ancora assenti Roberto Mancini e Vignaroli.
Il 16 maggio 2006 Ancelotti fu interrogato nella caserma di via In Selci: gran parte del colloquio fu dedicato ad una telefonata intercettata nel corso del 2005 tra Leonardo Meani e l'arbitro Collina, nella quale si parlava di due incontri del maggio 2000, Juventus-Parma e, la domenica successiva, Perugia-Juventus, quando Ancelotti guidava la Juve. Nella telefonata, Meani riferisce a Collina di presunte confidenze di Ancelotti riguardo ad accordi saltati dopo che l'arbitro De Santis aveva favorito la Juventus annullando un gol di Cannavaro, allora difensore del Parma. Vinse lo scudetto la Lazio, mentre la Juve veniva fermata nella piscina di Perugia, dopo un intervallo di circa 80 minuti, con Collina più volte ripreso al telefono con chissà chi. Nella telefonata Meani disse anche che secondo Ancelotti Moggi avrebbe saputo in anticipo la composizione del calendario delle prime giornate campionato e, spesso, il nome dell’arbitro della partita della domenica.
Chiaro l'intento dei pm di portare indietro nel tempo, al campionato 1999-2000, l'attività della "cupola" moggiana, ipotesi che ritroviamo nell'Avviso chiusura indagini della Procura:"Avevano già nel passato condizionato l'esito di campionati di calcio di serie A, e in particolare quello del '99-2000, sostanzialmente condizionato fino alla penultima giornata quando si giocò Juventus-Parma diretto da Massimo De Santis e terminato con il risultato di 1-0, e non riuscendo nell'intento di garantire alla Juventus la la vittoria finale in quanto gli accordi illeciti già stabiliti vennero compromessi dal clamore suscitato dall'arbitraggio apertamente favorevole alla Juventus da parte De Santis".
Sembra, rileggendo i giornali dell'epoca, che ai pm Ancelotti disse che: "Quello che oggi posso ritenere è che arbitraggi favorevoli alla Juventus sono sempre stati esercitati da De Santis, che ha permesso alla Juve di aggiudicarsi la gara con il Parma nella penultima giornata di campionato".
Lo stesso Ancelotti, nella sua deposizione dell'8 giugno all'Ufficio Indagini, rispose: "Escludo di aver mai riferito al Meani, o ad altri, che i dirigenti della Juventus fossero in grado di influenzare la programmazione dei calendari, in quanto non sono mai stato in possesso di tali informazioni. [...] Fu in quell'occasione che raccontai al Meani che quando allenavo la Juventus, il giovedì, talvolta, Moggi indicava la probabile griglia da sorteggiare per la successiva partita. [...] riguardo alla telefonata tra Meani e Collina del 18.04.2005 escludo che, quando ero alla Juventus, Moggi mi abbia fornito il nome dell'arbitro designato, prima del sorteggio. In alcune occasioni egli effettivamente il giovedì mi ha riferito soltanto di ipotesi di designazione".
Angelo Pesciaroli, sul Corriere dello Sport, curava una rubrica nella quale indovinava quasi sempre alla perfezione le griglie, perché, con i vincoli che c'erano per la compilazione, non era poi così difficile indovinare.
Ascolteremo e seguiremo l'udienza in aula.
Ore 10.00 - L'inviato di ju29ro.com e J1897.com, l'amico avvocato Frales, è in aula e ci segnala che l'ex arbitro Bertini si conferma come uno dei primi a raggiungere l'aula. Già presenti anche Bergamo, De Santis, gli avvocati Prioreschi e Morescanti.
Ore 10.15 - E' terminato l'appello. Sono presenti il maresciallo Di Laroni, per il controesame della difesa di De Santis, e Cuttica; previsto per mezzogiorno l'arrivo di Carlo Ancelotti. L’accusa inserisce nel faldone l’intervista di Zamparini e il memoriale di Facchetti jr.; il pm chiede la trascrizione di78 telefonate, tra le quali 43 di Moggi e 30 di Pairetto; inoltre, afferma che avrebbe scoperto altre tre intercettazioni interessanti. Solo ora? Investigatori ed accusa hanno le intercettazioni da sempre. La difesa di Moggi chiede la trascrizione di ben 150 telefonate, tra cui ci sarebbe una inedita Collina-Fazi.
Il teste Pepe, dipendente del Csm, che doveva rispondere sulla fuga di notizie, si avvale della facoltà di non rispondere e il pm deve rinunciare al suo esame.
Era stato convocato anche Roberto Mancini, che ha mandato una comunicazione con cui dice di essere impossibilitato ed assicura la presenza alla prossima udienza del 25 maggio.
Presidente Casoria: Le difese hanno predisposto l'elenco delle telefonate?
Difesa di Pairetto: Ci sono trenta telefonate predisposte da noi, ma siamo riusciti ad ottenerle solo grazie alla disponibilità dei consulenti di Moggi. Pairetto lamenta l'assenza di centinaia di telefonate, ad esempio con Facchetti che chiamava ogni settimana, e a volte anche più volte. L'assenza dei brogliacci relativi a Pairetto, che non riusciamo a trovare, ci limita. Quelle che abbiamo oggi sono solo la punta dell'iceberg. Gli unici brogliacci sono quelli della Procura di Torino, che durano solo due settimane di precampionato, che tra l'altro avvalorano ciò che dice Pairetto, in quanto ci sono tre telefonate di Facchetti. La richiesta è di produrre queste prime trenta, ma si chiede che il giudice consenta di aggiungerne altre quando si troveranno. Pairetto dice che più se ne trascrive più emerge la sua equanimità nei confronti di tutti, quindi, se non si trovano chiedo la trascrizione integrale di tutte.
Presidente Casoria: Depositi l'elenco.
Difesa Pairetto: Chiedo la trascrizione dei brogliacci contenuti sui dischetti che non si aprono.
Avv. Prioreschi: Anche noi abbiamo completato un altro elenco, altre 43 telefonate.
PM Narducci (Trascrizione integrale): Qualche precisazione: Dal luglio 2007, epoca nella quale si completa l'indagine, prima con l'avviso e poi con il rinvio a giudizio, agli atti del fascicolo del pubblico ministero, quelli che vengono trasmessi all'ufficio del GIP Terzo Dr. De Gregorio, insieme ai faldoni che contengono il materiale cartaceo, sono presenti i cd-rom originali uso Autorità Giudiziaria, contenenti le intercettazioni effetuate nell'ambito del procedimento napoletano, ovvero quelle eseguite presso il Centro d'ascolto della Procura di Roma, nonché i DVD contenenti le intercettazioni già effettuate per conto della Autorità Giudiziaria torinese, e poi trasmessi per competenza alla Procura di Napoli. I cd-rom, al pari di qualsiasi documento, quindi parliamo di tre anni fa, era chiaramente utilizzabile dalle difese, le difese avrebbero potuto chiedere, e a noi non risulta che sia mai stata chiesta copia dei cd-rom all'Ufficio GUP Terzo e dovremmo, dunque, anzitutto chiarire quali sono questi cd-rom che stanno circolando, né la richiesta è stata avanzata, e nessuno avrebbe, ovviamente, potuto negare questo diritto alle difese nel momento in cui, formato il fascicolo per il dibattimento e restituito il fascicolo al pubblico ministero, da parte del GUP, questi cd-rom, questo materiale informatico, è ritornato presso la sede del pubblico ministero, dove ancora attualmente si trova. Nessuna richiesta è stata mai avanzata neanche all'ufficio del pubblico ministero, eppure i cd-rom sono ovviamente a disposizione delle parti del processo. Una attività di intercettazione notevolissima come quella che è stata espletata nel corso del 2004-05 è stata tutta quanta racchiusa su supporto informatico, a differenza di indagini che si facevano un tempo in cui il così detto brogliaccio era un registro cartaceo su cui l'ufficiale di PG annotava la sintesi della conversazione, tutto questo è contenuto su supporto informatico, dunque, il cd rom contiene tutti gli elementi utili per l'identificazione della telefonata nonché ancora quello che si chiama brogliaccio, la sintesi, cioè, della conversazione secondo la attività che è stata svolta dall'ufficiale di PG che l'ha ascoltata. Questa parte è contenuta nei cd rom. Quando sono stati consegnati al collegio dei tre periti, a suo tempo nominati dal tribunale, tutti e per intero i supporti in originale, problemi di sorta non ne sono nati né per quanto riguarda l'ascolto né per quanto rigurda la lettura di questi supporti informatici... e nessun problema particolare è stato segnalato dai periti che a suo tempo hanno depositato la relazione. Questo per quanto riguarda mi sembra le precisazioni necessarie, visto che ascolto considerazioni su lesioni del diritto di difesa. Voglio aggiungere che anche la Procura della Repubblica di Napoli intende chiedere ulteriori trascrizioni. Noi stiamo effettuando un lavoro ed abbiamo individuato un gruppo complessivo di 78 telefonate, una parte di queste conversazioni riguardano il periodo storico coperto dalla captazione eseguita dall'Autorità Giudiziaria di Torino. Si tratta di conversazioni per la maggior parte riguardano l'imputato Moggi con altri, in particolare con l'imputato Pairetto, con l'imputato Mazzini, con altre persone, alcune di queste conversazioni, che a suo tempo non sono state trascritte perché non venne chiesta la trascrizione, riguardano il periodo dell'agosto 2004 a cui ha fatto riferimento, parzialmente, il teste Salvagna nel corso dell'ultima deposizione. Altra parte di queste conversazioni coprono, invece, temporalmente, il periodo febbraio-maggio del 2005, si tratta di conversazioni registrate sull'utenza in uso a Maria Grazia Fazi e intrattenute con l'imputato Paolo Bergamo, ovvero con l'imputato Moggi, ovvero con l'arbitro Trefoloni... che dal nostro punto di vista hanno sicuro rilievo processuale. Ho un elenco e, dunque, la Procura chiede che, insieme al materiale della difesa, vi sia ingresso anche per le proprie conversazioni. Altra richiesta è di tipo documentale: nel corso di una trasmissione televisiva, Matrix, emittente Mediaset che è stata mandata in onda la settimana scorsa, l'imputato Luciano Moggi ha fatto dichiarazioni confessorie e cioè, in particolare, per la prima volta, ha confessato di aver avuto la disponibilità di schede telefoniche riservate estere e di averle cedute agli imputati Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, oltre che al signor Romeo Paparesta che noi abbiamo ascoltato come teste diverse udienze fa. Si tratta di elemento di novità, proviene dall'imputato, l'ufficio del PM ha provveduto ad acquisire preooso la redazione della trasmissione Matrix un cd rom che contiene solo la parte relativa a queste dichiarazioni provenienti dall'imputato, dunque di documenti che sono sempre acquisibili in qualsiasi momento a prescindere dal completamento dell'istruttoria dibattimentale per cui il pm ne chiede l'acquisizione.
Presidente Casoria: Le difese, sulla richiesta della acquisizione di 'Matrix'?
Avv. Prioreschi: Nulla quaestio sulle telefonate. Ci si addebita un ritardo nell'aver esaminato questi atti, ritardo dovremmo dire reciproco, perché se erano a disposizione delle difese per esaminarle ancor di più erano a disposizione della Procura della Repubblica. Con riferimento a Matrix, mi pare che Moggi lo abbia detto in una dichiarazione spontanea che utilizzava le schede per fare il mercato, quindi non c'è una novità. Quando Moggi renderà l'esame vedremo se sarà il caso di acquisire la cassetta di tutta la trasmissione. Ritenerla confessoria mi sembra eccessivo, sono delle dichiarazioni fatte nell'ambito di una trasmissione che era anche abbastanza accesa e, quindi, l'utilizzazione, secondo me, non è consentita, formalmente mi oppongo, vedremo all'esito dell'interrogatorio dell'imputato.
Avv. Morescanti: Sulle trascrizioni, è bene che il tribunale sappia che io non sapevo dell'esistenza dei dischetti, non ho mai avuto la possibilità di richiedere copia dei dischetti. Io mi sono recata in Procura a chiedere le copie ma mi è stato impossibile, perché ci hanno chiesto più di 35mila euro per questo adempimento.
Sul fatto che i periti non incontrarono difficoltà "di sorta" Narducci ricorda male, come è rilevabile ascoltando l'audio dell'udienza del 20 ottobre 2009, da 1:26:15, che riportiamo in breve:
Porto: Noi chiediamo una proroga di 60 giorni dal 23 ottobre perché la durata delle coversazioni... ed altre difficoltà, alcuni cd non sono leggibili e fanno sì che non possiamo depositare in tempo.
Casoria: Perché dei tempi così lunghi di proroga?
Porto: Purtroppo ci sono degli altri cd che non solo leggibili. Aspettiamo che i carabinieri, o la Finanza, non ricordo bene, ci diano i cd masterizzati bene.
Casoria: Anche altri periti hanno riscontrato.. Lei è il perito?
De Vito: Perito Giorgio De vito ho riscontrato, adesso non ricordo precisamente l'utenza, 283 finale, che uno dei 3 cd allegati non si apre.
Viene conferito l'incarico al consulente Porto, che chiede 60 giorni di tempo, a partire dal 18 maggio, per il deposito della perizia sulle 225 telefonate acquisite. Tra le altre 43 telefonate di cui è stata chiesta l'acquisizione da parte della difesa di Moggi ce ne sono 28 di Nucini con Bergamo e Pairetto, quattro di Bergamo con la sede dell'Inter, una di De Santis con Facchetti, tre di De Santis con la sede del Bologna, due di Bergamo con la sede del Bologna, due di Pairetto con la sede del Bologna, una di Bergamo con la sede del Parma, una di Bergamo con Cellino, due di Bergamo con Fazi e una con Pairetto, tre dell'assistente Copelli con Bergamo.
Entra il teste Di Laroni, che chiede di non essere ripreso dalle telecamere.
Avv. Gallinelli (difesa De Santis): Quando è stato sentito?
Di Laroni: Nel mese di novembre 2009
Avv. Gallinelli: Ci sa dire che indagini ha svolto, in riferimento a De Santis?
Di Laroni: Parto dall'inizio. Nel corso dell'indagine tecnica, ottobre 2004-giugno 2005, ci siamo resi conto che alcuni soggetti sottoposti ad intercettazione avevano creato una loro rete, soprattutto tra Moggi e i due designatori, che facevano riferimento ad altre telefonate e conversazioni su utenze che non non monitoravamo. Ogni volta che i soggetti facevano riferimento a queste conversazioni non capivamo. All'1.04 del 9 febbraio 2005, dall'utenza di casa di Bergamo, partiva una chiamata in direzione di una utenza internazionale, che era svizzera, della Sunrise. Quindi, abbiamo acquisito i tabulati di questa utenza svizzera e abbiamo visto che era intestata a De Ciliis Arturo e che era collegata ad altre 2 utenze, sempre intestate a De Cillis. Abbiamo anche provato ad interecettarle, ma in quel periodo non vi furono telefonate.
Avv. Gallinelli: Giudice, io sono il difensore di De Santis, e mi interessa capire come si è arrivati a lui
Di Laroni: All'esito dell'indagine, il figlio di De Cillis si reca dai carabinieri e dice che ha venduto 9 schede a Moggi. Noi ci attiviamo, e attraverso la Procura facciamo un primo lavoro su queste utenze, che a loro volta hanno contatti con altre utenze nazionali ed estere, insomma si crea una rete, e qui arriviamo a De Santis. In particolare una delle prime 9 utenze attribuite a Moggi aveva contatti con una sulla quale facciamo delle indagini. Dal 7 gennaio al 9 marzo 2005 questa scheda ha contatti con lo stesso gestore svizzero. Dopo questa data ha contatti con utenze di gestori nazionali. Per assegnare l'utenza a De Santis abbiamo analizzato le celle agganciate con maggior frequanza, per vedere il luogo dove maggiormente si trovava la sim, che in quel caso era Roma. In più si controllava nel caso di determinati eventi, ad esempio i raduni arbitrali; si agganciavano, attivavano, celle di Firenze Coverciano e, altre volte, si agganciavano a quelle delle città dove arbitrava De Santis. Questa utenza è stata contattata da un'utenza di Tivoli, da un'altra intestata a De Santis Ro****, residente a Tivoli, un'altra alla moglie di De Santis, un'altra a Martino Manfredi, un'altra a Strippoli, un'altra a Consolo Andrea, un'altra a Morescanti Silvia, un'altra a Mazzei Francesco, e ******, consulente finanziario. Questi dati ci hanno permesso, con buon grado di approssimazione, di dire che questa utenza era, verosimilmente, in uso a De Santis.
Avv. Gallinelli: Maresciallo, questa è l'indagine di carattere sommario di cui ha parlato alla scorsa udienza? Lei ha detto che ha associato a De Santis questa utenza svizzera anche verificando quali utenze italiane venivano agganciate. Avete ascoltato anche i vari soggetti, per verificare se effettivamente avevano ricevuto telefonate da De Santis? Strippoli e gli altri soggetti sono stati sentiti?
Di Laroni: Non li abbiamo sentiti, ma non c'era bisogno. Alcuni erano dei parenti, altri erano soggetti con cui il De Santis era in contatto normalmente
Avv. Gallinelli: Avete svolto verifica anche sull'esistenza di altri soggetti del mondo del calcio residenti nella zona di Roma Eur-Tivoli?
Di Laroni: No
Avv. Gallinelli: Sapete quanti abitanti fa Roma?
Di Laroni: Sì
Avv. Gallinelli: E Tivoli?
Di Laroni: No
Avv. Gallinelli: Le ripeto quanto ha riferito a novembre: "l'analisi è consistita nel cercare di associare ogni scheda ad un probabile utilizzatore, poi abbiamo analizzaato tutte le celle che si agganciavano, al fine di individuare i luoghi frequentati. Una volta ottenuto questo dato lo abbiamo correlato con altri utenti intercettati". Avete esteso l'accertamento ad un raggio di azione più ampio?
Di Laroni: No
Avv. Gallinelli: La vostra indagine è stata svolta attraverso l'indagine dell'Ismc?
Di Laroni: Abbiamo verificato il luogo dove si trovava la scheda
Avv. Gallinelli: Lei è a conoscenza che è necessario individuare anche l'Srb?
Presidente Casoria: Ha già chiarito le indagini che ha svolto, che l'ha individuato lo stesso gestore.
Avv. Gallinelli: Come sono riusciti ad associare con precisione elevata questo abbinamento?
Di Laroni: E' la mole di dati che ci consente di arrivare ad un risultato con quasi certezza, qui parliamo di tantissime volte in un periodo ampio
Avv. Gallinelli: Io chiedo un dato tecnico, io voglio capire con quali analisi tecniche voi siete riusciti ad associare la scheda a De Santis
Di Laroni: Quando io ho fatto l'accertamento De Santis era intercettato e, quindi, in altre telefonate lui era a Coverciano e la scheda sim era collegata alla cella di Firenze
Avv. Gallinelli: Visto che ha citato Palemo, Palermo-Juve è una delle gare che sono state contestate a De Santis.
Di Laroni: Non lo ricordo
Avv. Gallinelli: E ricorda il risultato?
Di Laroni: No
Avv. Gallinelli: Quindi avete verificato dei contatti a Palermo e avete visto che la scheda svizzera si collegava alle celle di De Santis, avete verificato se le celle erano quelle vicine allo stadio, o all'albergo del De Santis?
Di Laroni: Abbiamo verificato che alcune celle di Palermo agganciavano la scheda
Avv. Gallinelli: Avete accertato se le strade erano vicine allo stadio?
Di Laroni: No, mi sembra...
Avv. Gallinelli: Avete controllato con quale volo è arrivato a Palermo De Santis, a che ora?
Di Laroni: No, ma ci sono anche altri casi perché parla solo di Palermo?
Avv. Gallinelli: Ci arriviamo, maresciallo. Lei esclude che una telefonata partita da una zona di Roma può essere agganciata da una cella di Tivoli?
Di Laroni: Forse avvocato Lei si riferisce al fatto che sulla montagna di Tivoli c'è un ponte ripetitore che serve buona parte di Roma, ma non è possibile quello che dice Lei
Avv. Gallinelli: Ma è uno dei più grandi d'Italia?
Di Laroni: Sì
Avv. Gallinelli: Il vostro accertamento è stato esteso al codice IMEI?
Di Laroni: No
Avv. Gallinelli: Attraverso questo accertamento potevate scoprire se De Santis inseriva nel cellulare una scheda svizzera, giusto?
Di Laroni: Sì
Avv. Gallinelli: E perché non l'avete fatto? Credo che fosse rilevante
Di Laroni: Per me lui poteva utilizzare un altro telefono
Presidente Casoria: Andiamo avanti
Avv. Gallinelli: Questa interpolazione di dati era circoscritta a soggetti che erano sotto indagine?
Di Laroni: Sì
Avv. Gallinelli: Ed altri soggetti?
Di Laroni: Man mano che venivano fuori, ad esempio, Pieri, Cassarà, Fabiani, li abbiamo intercettati
Avv. Gallinelli: E c'erano altri dirigenti? Collina c'era?
Di Laroni: Noi partiamo dall'utenza, che se mi da dei numeri che posso ricondurre a De Santis, faccio l'accertamento
Avv. Gallinelli: Il possesso della sim è servito alla valutazione del contesto associativo del De Santis?
Di Laroni: Noi abbiamo fatto le indagini, poi la Procura...
Avv. Gallinelli: No, voglio sapere come lo avete valutato voi
Presidente Casoria: Va bene avvocato abbiamo chiarito
Avv. Gallinelli: Avete fatto delle indagini incrociate per verifivcare le chiamate in entrata e in uscita dalle varie utenze?
Di Laroni: No
Avv. Gallinelli: E come mai non avete utilizzato il software Analyst?
Di Laroni: Perché presenta dei forti limiti
Avv. Gallinelli: Quindi l'avete gestita manualmente, è più sicuro ed affidabile così che col software?
Di Laroni: Abbiamo fatto manualmente, ognuno sceglie come fare, io ho preferito così, sento più affidabile quello che faccio io
Avv. Gallinelli: Bene, voi avete evidenziato dei contatti tra sim svizzere e celle ubicate in prossimità di Coverciano. Ci può indicare a quali raduni ha fatto riferimento nel 2004?
Di Laroni: Nel 2004 non ho dati
Avv. Gallinelli: In quel periodo la sim di De Santis ha agganciato la cella di Coverciano?
Di Laroni: Ma non nel 2004
Avv. Gallinelli: Mi sa dire quanti raduni ci sono stati nel periodo settembre dicembre 2004?
Di Laroni: Una ventina
Avv. Gallinelli: E in quel periodo la sim ha agganciato la cella di Coverciano?
Di Laroni: Sì, il 21 gennaio 2005, decimo raduno
Avv. Gallinelli: Mi scusi Presidente io ho chiesto settembre-dicembre 2004
Di Laroni: Ma noi non avevamo dati
Avv. Gallinelli: E perché? Agganciava o no?
Di Laroni: Perché abbiamo chiesto ai gestori il traffico da giugno
Avv. Gallinelli: Ma quando comiciano i dati?
Di Laroni: Dal 7 gennaio 2005, quando De Santis arbitra Parma-Juventus
Avv. Gallinelli: E si ricorda il risultato della gara?
Di Laroni: No, mi pare un pareggio
Avv. Gallinelli: E si ricorda se ci furono polemiche?
Di Laroni: No, non lo ricordo
Avv. Gallinelli: Lei non ha fatto le indagini sui tabellini?
Di Laroni: Sì, ma non ricordo polemiche, è così?
Avv. Gallinelli: Il traffico di questa sim è iniziato il 7 gennaio, fino al 28 marzo 2005. E dopo il 28 marzo?
Di Laroni: Non c'erano più contatti con utenze Svizzere, ma solo Italiane
Avv. Gallinelli: Quindi lei ha evidenziato che De Santis andava ad arbitrare e la sim agganciava la cella della città
Di Laroni: Sì
Avv. Gallinelli: E avete accertato i contatti in occasione della partita Lecce-Parma il 28 maggio?
Di Laroni: No, quel giorno non c'era traffico, il gestore non ci ha fornito dati
Avv. Gallinelli: E prima di Juventus-Inter, il 20 aprile 2005 a Torino?
Di Laroni: I gestori non ci hanno fornito dati
Avv. Gallinelli: Io voglio sapere in genere, non solo utenze svizzere
Di Laroni: No, non ci hanno fornito dati
Avv. Gallinelli: E il primo maggio a Firenze?
Di Laroni: No
Avv. Gallinelli: E il 12 dicembre 2004 a Reggio Calabria?
Di Laroni: No, iniziava il 7 gennaio, l'ho detto
Avv. Gallinelli: Brescia-Messina, il 22 maggio?
Di Laroni: No
Avv. Gallinelli: Ma 'sti dati li avete chiesti?
Di Laroni: Sì
Avv. Gallinelli: Quando dice non ci sono stati forniti, che intende?
Di Laroni: Che li abbiamo chiesti e non ci sono stati dati
Avv. Gallinelli: Il derby del 27 febbraio 2005, Milan-Inter?
Di Laroni: No, niente dati
Presidente Casoria: E allora ci dica quali sono le partite
Di Laroni: Milan-Bologna, Palermo-Juventus e Palermo-Lecce
Presidente Casoria: Adesso continui, avvocato
Avv. Gallinelli: Reggina-Messina?
Di Laroni: Niente dati
Avv. Gallinelli: Ma è stata fatta la richiesta?
Di Laroni: Sì
Avv. Gallinelli: E che vi hanno detto?
Di Laroni: Che quel giorno non c'erano dati e quindi non ci potevano fornire niente
Avv. Gallinelli: Quindi il De Santis risulta essere possessore dal 7 gennaio 2005?
Di Laroni: No, io chiedo al gestore dal giugno 2004 al giugno 2007 e loro mi rispondono che i dati in loro possesso vanno dal gennaio 2005 al marzo 2005
Avv. Gallinelli: Lei a novembre riferì che dalle utenze attribuite a Moggi erano partite numerose telefonate ed altrettante numerose erano state ricevute. Come lo spiega?
Di Laroni: Per ogni contatto, alcuni gestori forniscono un solo dato. Altri ne forniscono 3, io di mio, anche se nella stessa telefonata c'è la differenza di un secondo con un'altra, non c'è nessuno che possa dire che sia una sola telefonata
Avv. Gallinelli: Il 21 gennaio 2005 Coverciano, mi risulta che alle 14.19 avete individuato una chiamata tra due utenze, e riferito che la cella agganciata era quella di una via di Firenze. Avete verificato se il 21, e in quegli orari, il De Santis si trovava in altra località?
Di Laroni: Il primo dato verificato è stato il comunicato della FIGC nel quale è detto che De Santis era presente al raduno. Il secondo dato lo abbiamo dalle intercettazioni sull'utenza di De Santis...
Avv. Gallinelli: Lei è a conoscenza che De Santis svolgeva un corso per incarichi direttivi di polizia penitenziaria?
Di Laroni: Sì, ricordo che tra l'altro questi aspiranti commissari venivano a fare visita a noi, il colonnello ci avvisò che stavano venendo gli aspiranti tra cui c'era anche il De Santis, ed io stesso spensi i monitor dove poteva esserci il nome di De Santis
Avv. Gallinelli: Ma lei l'ha visto De Santis?
Di Laroni: No
Avv. Gallinelli: Il colonnello Auricchio glielo ha riferito?
Di Laroni: No
Avv. Gallinelli: Lei ha interpolato dei dati, eravate a conoscenza che De Santis frequantava il corso, avete fatto accertamenti sui giorni e gli orari in cui frequentava il corso?
Di Laroni: No, non l'abbiamo fatto
Avv. Gallinelli: Sa che il 21 gennaio 2005 De Santis frequentava il tirocinio presso Regina Coeli dalle 8 alle 14?
Di Laroni: No, io so che l'utenza era a Coverciano
Avv. Gallinelli: Qui si confonde la persona con l'utenza. Io credo che questo accertamento andava fatto. Non l'avete acquisito?
Di Laroni: No
Avv. Gallinelli: 27 gennaio 2005 ore 11.53, l'utenza era sempre quella attribuita a De Santis, cella agganciata Roma, sempre il 27 gennaio ore 12.14 secondo contatto tra le due schede, cella agganciata Roma. Avete accertato dove si trovava De Santis in quella data?
Di Laroni: No
Avv. Gallinelli: Si trovava a Casal del Marmo, orario 9-13 a frequantare il corso
PM (opposizione violenta): Potrei dire che ha firmato e se n'è andato.
Avv. Gallinelli: Ma scherza? Sarebbe un reato!
Presidente Casoria: Basta con questi toni!
Avv. Gallinelli: Lei ha detto che i ritiri iniziavano il giovedì: avete accertato quando il De Santis si recava ai ritiri, durante il periodo in cui frequentava il corso?
Di Laroni: Io il 20 so che è partito alle 13.00 insieme a Palanca.
Avv. Gallinelli: Come lo sa?
Di Laroni: Dalle intercettazioni.
Avv. Gallinelli: Lei ha visto De Santis partire?
Di Laroni: No, lo dice lui al telefono.
Avv. Gallinelli: Avete acquisito i moduli di rimborso delle spese di De Santis?
Di Laroni: No.
Avv. Gallinelli: 1.2.2005, ore 12.58, utenza chiamante sempre quella, cella agganciata Roma: avete accertato se De Santis frequentava il corso?
Di Laroni: No.
Avv. Gallinelli: Benissimo, nessuna domanda.
L'interrogatorio si è concluso.
Viene richiesta una sospensione per attendere l'arrivo di Carlo Ancelotti.
Ore 12.30 - Riprende l'udienza. Presente in aula, forse per la prima volta, anche Leonardo Meani. Carlo Ancelotti è arrivato.
PM: Campionato 2004/05, era allenatore del Milan, ricorda la partita Siena-Milan del 17 aprile 2005?
Ancelotti: Sì
PM: Cosa accadde nel corso dell'incontro?
Ancelotti: Siena-Milan, perdemmo 2-1, e l'arbitro era Collina; ci fu un episodio sfavorevole per un fuorigioco inesitistente e annullò un gol di Shevchenko
PM: Chi effettuò la segnalazione?
Ancelotti: L'assistente Baglioni
PM: Conosce Meani?
Ancelotti: Sì
PM: Che ruolo svolgeva nel Milan?
Ancelotti: Era l'addetto all'arbitro
PM: Lei ha fatto il viaggio di rientro da Siena con Meani
Ancelotti: Sì eravamo in auto, io e lui, perchè lui passava da Parma, dove io vivevo, e mi diede un passaggio
PM: Avete parlato di quella gara?
Ancelotti: Sì, soprattutto dell'episodio, perchè era abbastanza chiaro, e lo valutavamo molto negativamente
PM: Ricorda qualche dichiarazione che ha fatto?
Ancelotti: Le parole precise no, ma il senso era di un grave torto, perché era la fine del campionato
PM: Non ricorda altro?
Ancelotti: No
PM: Lei ha detto nel verbale di sommarie informazioni del maggio 2006 che era esterefatto "e con Meani mi sono sfogato ritenendo che quella decisone fosse frutto di una premeditata scelta. Credo di aver detto che Baglioni era stato mandato da Moggi"
Ancelotti: Se l'ho detto lo confermo
PM: Lei parlò con Meani anche della sua fase di allenatore della Juventus?
Ancelotti: No, non ho parlato di quello con Meani, in quella circostanza
PM: Dallo stesso verbale si dice che avrebbe parlato con Meani, e che Moggi sapeva già dal giovedì gli arbitri della domenica, e che era già pronta la torta per la vittoria della Juventus, e che erano successi fatti strani dopo Parma
Ancelotti: Non ho mai detto a Meani che Moggi mi diceva il giovedì gli arbitri della domenica, nè che stilava il calendario. Dissi solo che avevo la sensazione che Moggi avesse un rapporto privilegiato con De Santis
PM: Che accadde nella partita col Parma e in quella successiva a Perugia?
Ancelotti: Col Parma ci fu l'annullamento di un gol del Parma all'ultimo minuto di gioco, e questo, a livello mediatico, scatenò un putiferio e...
PM: Da chi era arbitrata?
Ancelotti: De Santis, e poi perdemmo con il Perugia
PM: Arbitro?
Ancelotti: Collina
PM: E parlò con Meani almeno di queste due gare?
Ancelotti: In questa precisa circostanza non ho parlato con Meani di altro che della gara di Siena e di quel campionato
PM: Che intende per rapporto particolare con De Santis e Moggi? Dall'attegiamento che avevano prima delle partite? Lo ha verificato durante gli anni in cui era alla Juve? E, in concreto, che intende per rapporto confidenziale?
Ancelotti: Rapporto confidenziale
PM: Tipo darsi del tu?
Ancelotti: Sì
PM: E i suoi calciatori colloquiavano con De Santis anche nello spogliatoio dell'arbitro?
Ancelotti: Io questo non l'ho mai visto, Lei si riferisce ad un racconto di Gattuso dopo un Juve-Milan, ma io non ho mai visto Moggi nello spogliatoio di De Santis
Opposizione dell' avvoccato di De Santis, che viene accolta
PM: Che tipo di racconto le ha fatto Gattuso?
Ancelotti: Che aveva visto Moggi nello spogliatio dell'arbitro
PM: Nel colloquio con Meani avete fatto riferimento ad episodi accaduti nel campionato. A quali altri si riferisce?
Ancelotti: Un Lecce-Milan, arbitro Pieri, con ammonizioni a Maldini, e Juve-Milan, arbitro Bertini, dove non ci furono concessi 2 calci di rigore, e tutto questo aveva alterato gli animi
PM: Ha mai usato l'espressione "la torta era pronta", per il campionato 1999-2000?
Ancelotti: No, mai usata, quel campionato ce l'ho ancora addosso. Poi un fatto strano era successo, avevamo aspettato un'ora e mezza tra un tempo e l'altro. Il 2004-2005 era diverso, l'addizione di più episodi aveva fatto pensare che c'era qualcosa contro di noi
PM: In quel periodo, quando era allenatore della Juve, nel corso del periodo estivo, è stato mai chiesto da Moggi se, come allenatore della Juve, aveva preferenze quanto agli incontri della Juve nella prima parte del campionato?
Ancelotti: No
CONTROESAME.
Difesa di Meani: Nel corso del viaggio, ricorda se Meani ricevette una telefonata da Mazzei?
Ancelotti: Ricordo.
Difesa di Meani: Ricorda il contenuto?
Ancelotti: Ricordo quello che disse Meani, che era imbufalito con l'assistente, ha usato toni molto duri riguardo alla designazione di Baglioni, che riteneva inadeguato.
Difesa di Meani: Chi era l'arbitro?
Ancelotti: Collina.
Difesa di Meani: Rispetto alle inadeguatezze di Baglioni, Meani fece espresse richieste di avere specifici assistenti?
Ancelotti: No, non fece richieste, chiese solo guardalinee adeguati.
Difesa di Meani: Ricorda se fece il nome di Puglisi?
Ancelotti: No, non venne fatto.
Difesa di Meani: Ricorda episodi specifici di Puglisi?
Ancelotti: Episodi in particolare no, forse solo uno di un fallo di mani di Inzaghi.
Difesa di Meani: Ricorda se Collina arbitrò altre gare del Milan?
Ancelotti: Quella con la Juve.
Difesa di Meani: Ricorda episodi in quella gara?
Ancelotti: Un fallo di mani in area juventina, ma niente di grave.
Difesa di Meani: Quindi a sfavore del Milan.
Ancelotti: Sì
Difesa di Meani: Lei dice di non ricordare una espressa richiesta di Meani di avere Puglisi.
Ancelotti: Non ci fu la richiesta.
Difesa di Meani: La partita successiva fu Milan-Chievo e venne Puglisi. Ricorda episodi particolari?
Ancelotti: No.
Difesa di Meani: Se le ricordo un gol annullato a Crespo?
Ancelotti: No, non lo ricordo.
Difesa di Meani: Ha fatto riferimento ad alcuni episodi che aumentavano la vostra arrabbiatura e parlava di una ammonizione di Maldini in Lecce Milan, perchè?
Ancelotti: Perchè Maldini era diffidato e veniva squalificato per il derby, e ci sembrava una ammonizione esagerata, sembrava proprio voluto.
Avv. Gallinelli (difesa De Santis): Lei ha detto che De Santis era esuberante.
Ancelotti: Sì
Avv. Gallinelli: Ha detto che dava il tu a Moggi
Ancelotti: Sì
Avv. Gallinelli: E ai giocatori?
Ancelotti: Dava del tu
Avv. Gallinelli: A Lei?
Ancelotti: A me dava del tu
Avv. Gallinelli: E agli altri dirigenti?
Ancelotti: Non lo so
Avv. Gallinelli: Ha parlato dell'ammonizione a Maldini. Chi arbitrò il primo maggio Fiorentina-Milan?
Ancelotti: Non ricordo
Avv. Gallinelli: Si ricorda il risultato?
Ancelotti: No
Avv. Gallinelli: Si ricorda se l'8 maggio 2005 ci fu una gara decisiva con la Juve?
Ancelotti: Sì
Avv. Gallinelli: Sa se nella gara precedente il Milan aveva giocatori diffidati?
Ancelotti: Non la ricordo
Avv. Gallinelli: E Milan-Juve, la affrontaste con giocatori squalificati?
Ancelotti: Non credo
Avv. Gallinelli: In riferimento alla gara in cui Gattuso disse di aver visto Moggi nello spogliatoio, si ricorda in quella gara che accadde a Gattuso?
Ancelotti: Venne espulso
Avv. Gallinelli: Perchè?
Ancelotti: Per proteste.
Avv. Morescanti (difesa Fabiani): Lei sa chi dispone i calendari?
Ancelotti: La Federazione
Avv. Morescanti: Non è la Lega?
Ancelotti: Sì la Lega
Avv. Morescanti: Lei ci riferiva che Baglioni fece un errore a vostro danno, annullando un gol. Sa se Baglioni dopo quell'errore è stato fermato?
Ancelotti: Non sono al corrente.
Difesa di Bertini: Sa quante volte Bertini ha arbitrato il Milan nel 2004-05?
Ancelotti: No
Difesa di Bertini: Quindi non sa nemmeno che ha fatto con l'arbitro? Non sa se ha arbitrato una Atalanta-Milan con un epiodio a favore del Milan?
Ancelotti: Mi ricordo a stento l'episodio
Difesa di Bertini: Su Juventus-Milan, arbitro Bertini, ha parlato di due rigori non dati. Ricorda anche di un fallo di mani a vostro favore?
Ancelotti: No
Difesa di Bertini: Lei ha detto che dopo Siena si sentiva defraudato. Dopo la gara di Perugia, si sentiva altrattanto defraudato?
Ancelotti: No, mi sembrava strano avere aspettato, e mi sembrò una decisione dovuta all'ordine pubblico
Difesa di Bertini: Sì ma non si sentiva defraudato?
Ancelotti: Non credo che fu un errore dell'arbitro.
Avv. Prioreschi (difesa Moggi): Quando definisce particolare il rapporto con Moggi da che lo ricava?
Ancelotti: Da mie valutazioni personali
Avv. Prioreschi: Juventus-Parma, gol annullato. Ricorda se quel gol nasce da un angolo concesso da De Santris che era inesistente?
Ancelotti: Sì, lo ricordo
Avv. Prioreschi: Juventus-Milan, ricorda di avere rilasciato dichiarazioni alla stampa su Bertini? - Prioreschi legge un articolo del Corriere: "mi sono arrabbiato sui due episodi, sono due situazioni di gioco difficili ma mi sono arrabbiato". E' così?
Ancelotti: Sì
Avv. Prioreschi: Quindi erano situazioni difficili?
Ancelotti: No, quello era quello che dissi, ma non quello che pensavo, io ho sempre un profilo basso, lo feci per mantenere bassi i toni.
L'interrogatorio ed il controesame del teste Ancelotti è terminato. Viene introdotto il teste Cuttica.
PM: Lei è stato arbitro e poi assistente
Cuttica: Sì ho arbitrato in C per 5 anni e 6 anni assistente in A, dal 2000 al 2006
PM: Chi era il responsabile?
Cuttica: Prima Mazzei, che chiedeva che prima delle gare si facesse una telefonata con lui, e poi Manfredi
PM: Chi erano i designatori?
Cuttica: Bergamo e Pairetto
PM: Li sentiva spesso?
Cuttica: Quasi mai, solo dopo una gara Livorno-Cagliari in cui avevo assegnato un rigore e avevo subito un tentativo di aggressione
PM: Che le dissero i due?
Cuttica: Nulla, forse avevano già visto l'episodio, mi tranquillizzarono
PM: Lei ha arbitrato in Tunisia, quando?
Cuttica: Nella primavera del 2005
PM: Con chi andò e per quale gara?
Cuttica: La finale del campionato tunisino, spesso gli arbitri italiani venivano chiamati per problemi interni
PM: Lei andò con Dondarini e Puglisi?
Cuttica: Sì
PM: Siete stati insieme in albergo?
Cuttica: Sì, siamo partiti il giorno prima della gara e siamo tornati il giorno dopo
PM: In quella occasione parlò con Puglisi delle designazioni di Bergamo e Pairetto?
Opposizione dell'avvocato Prioreschi: Il teste non può riferire ciò che gli hanno detto altri
Cuttica: Stando tre giorni con un collega è chiaro che si parli. Puglisi era moto critico con la CAN, perchè diceva che le partite della Juventus erano blindate, e cose del genere
PM: E approfondiva l'argomento?
Cuttica: Chi conosce Puglisi sa che è una persona vulcanica, e non perdeva occasione per qualunque errore, o designazione... aveva un file con tutte le designazioni degli ultimi anni...
PM: Che rapprentavano le statistiche?
Cuttica: Ad esempio sapeva quante partite facevano i vari assistenti, quali squadre facevano...
PM: E perché riteneva che le gare della Juventus erano blindate?
Cuttica: Perché diceva che erano sempre gli stessi assistenti che facevano sempre le stesse squadre
PM: Squadre in particolare?
Cuttica: Lui faceva riferimento alle squadre di vertice, Juve, Milan, Inter. Lui sosteneva che c'era un gruppo di assistenti con cui venivano gestiti i campionati
PM: C'è un esempio che le faceva il Puglisi?
Opposizione dell'avvocato Prioreschi: No, la domanda sull'esempio, no!
Cuttica: No, non lo ricordo
Il PM legge la dichiarazione di Puglisi in cui diceva che la bandierina dal lato della Juventus era sempre più pesante
Cuttica: Sì lo diceva
PM: Ha mai parlato con Puglisi di Fiorentina-Messina?
Cuttica: Sì, è avvenuta poco prima dell'ultimo raduno CAN della stagione, e siamo andati insieme a Coverciano
PM: E che successe nella gara?
Cuttica: Un episodio alla fine, un contrasto sotto di me, secondo me falloso; l'attaccante della Fiorentina aveva accentuato molto, rimanendo a terra. L'arbitro Nucini mi aveva chiesto se c'era stata violenza, e io risposi che, secondo me, non c'era stata, ma che, anzi, vi era stata simulazione e, quindi, lo ammonì per la seconda volta e lo espulse. La mattina dopo fui svegliato da Bergamo che era furioso, perchè sosteneva di aver rivisto le immagini, e che c'era stato il contatto, anche importante, e questa mia decisione aveva determinato il fatto dell'espulsione del giocatore della Fiorentina, anche perché subito dopo l'espulsione il Messina aveva segnato il gol del pareggio
PM: Dopo quella gara proseguì in serie A?
Cuttica: No, per quel campionato non fui più designato
PM: Avevate delle valutazioni?
Cuttica: Si l'osservatore assegna un voto al termine della gara
PM: E lei come si era piazzato?
Cuttica: Non lo so, erano secretate, l'ho saputo solo dopo, ed ero tra i primissimi
PM: Lei ha mai fatto l'assistente in gare della Juventus?
Cuttica: No
CONTROESAME.
Difesa di Pairetto: I suoi rapporti con i designatori, ha mai ricevuto pressioni per agevolare questa o quest'altra squadra?
Cuttica: Assolutamente no
Difesa di Mazzei: Lei è stato per 6 anni assistente CAN, quale era il compito di Mazzei?
Cuttica: Era all'interno della commissione, era la persona deputata alla crescita degli assitenti
Avv. Prioreschi: Quanto tempo è stato interrogato?
Cuttica: Non lo ricordo
Avv. Prioreschi: Se le dico 7 ore?
Cuttica: Sì
Avv. Prioreschi: E come fu il clima?
Cuttica: Non ero mai stato in una caserma, ero molto scosso
Avv. Prioreschi: E colme si è svolto?
Cuttica: Con domande incalzanti, poi mi sono state fatte sentite delle intercettazioni, si è parlato di Puglisi, di Fiorentina-Messina
Avv. Prioreschi: Lei ha detto che tra gli assistenti pro-Juve c'era anche Cennicola, ma lo ha aggiunto stamattina?
Cuttica: Ripeto queste non sono mie dichiarazioni, ma di Puglisi, forse mi sono sbagliato, erano 5/6 nomi
Avv. Prioreschi: Per chi tifava Puglisi?
Cuttica: Indubbiamente il Milan!
Avv. Trofino: Voi eravate soggetti ad esprimere una serie di notizie in questionario all'inizio della stagione?
Cuttica: Sì
Avv. Trofino: C'era anche indicato se qualcuno era amico di un dirigente?
Cuttica: No, la preclusione era a livello provinciale, poi eravamo tenuti a dire se c'erano rapporti professionali, o di famiglia, con persone del mondo del calcio
Avv. Trofino: Quindi amicizia no?
Cuttica: No
avv. Trofino: Se ci fosse stata, quale sarebbe stata la conseguenza?
Cuttica: Che l'arbitro avrebbe avuto la preclusione per quella squadra.
Difesa di Bergamo: Ricorda la data di Fiorentina-Messina?
Cuttica: Forse aprile 2005
Difesa di Bergamo: Può essere la tredicesima?
Cuttica: Sì
Difesa di Bergamo: Si ricorda quante gare ha fatto nel girone di ritorno?
Cuttica: No, non lo ricordo.
Esame del teste Vignaroli.
PM: Lei nel 2004/05 dove giocava?
Vignaroli: A Parma, arrivato a gennaio dal Modena
PM: Ricorda Lecce-Parma?
Vignaroli: Sì
PM: Da chi fu arbitrata?
Vignaroli: Finì 3-3, arbitro De Santis
PM: Cosa successe?
Vignaroli: Mi lamentai con De Dantis dicendo che avevamo subito dei torni in quell'incontro, che eravamo andati lì per vincere. Avevamo dei giocatori diffidati e furono tutti ammoniti, ci fu anche un'espulsione.
PM: Lei disse a De Santis che eravate andati lì per vincere?
Vignaroli: Sì e lui, col fischietto in bocca, mi disse "questa non la vincete"
PM: L'espulsione di Contini quando avvenne?
Vignaroli: Alla fine, sul 3-3, e poi sul fischio finale ci fu l'espulsione di Morfeo, e verso l'uscita aggredii verbalmente De Santis, mi fermò il DS Cinquini
PM: Che successe dopo?
Vignaroli: Ebbi solo una giornata di squalifica
PM: Lei nel processo sportivo disse di interpretare la frase come una considerazione sulla forza in rapporto con quella degli avversari. Era solo una considerazione calcistica?
Vignaroli: Sì ho dato questa versione perchè non pensavo che ci fosse dell'altro. Dopo aver sentito le intercettazioni ho cambiato idea.
PARTI CIVILI
Parte civile 1: Dalla panchina come ha vissuto la gara?
Vignaroli: Pensavamo di aver subito dei torti
Parte civile 1: Non ho altre domande
Parte civile 2: Conoscevate gli altri risultati?
Vignaroli: Sì, certo
Parte civile 2: Anche l'arbitro?
Vignaroli: Credo di sì
Avv. Gallinelli: Perchè ritenne di dover dire a De Santis che volevate vincere la gara?
Vignaroli: Mi venne così, eravamo nervosi
Avv. Gallinelli: In riferimento ai provvedimenti disciplinari, mi dice quale fu l'ammonizione che ritenne assolutamente ingiustificata?
Vignaroli: Ricordo una ammonizione dopo 2 minuti, un'altra poco dopo
Avv. Gallinelli: Sì, ma dico, se ritiene che fossero ingiustificate...
Vignaroli: Sì, ma sono opinioni opersonali, secondo noi non erano da ammonizione
Avv. Gallinelli: C'era un comportamento posto in essere che poteva comportare l'ammonizione, che so, una protesta, l'allontanamento del pallone?
Vignaroli: No, erano falli normali
Avv. Gallinelli: Lei è stato espulso?
Vignaroli: Sì a fine gara
Avv. Gallinelli: Ci può dire che ha detto a De Santis?
Vignaroli: Non ricordo
Avv. Gallinelli: Si può dire che fosse irrispettosa?
Vignaroli: Sì
Avv. Gallinelli: Lei è stato sanzionato dal giudice sportivo? La squalifica fu lieve?
Vignaroli: Sì me ne aspettavo di più
Avv. Gallinelli: Sa se nella gara i tabelloni erano accesi o spenti?
Vignaroli: Mi sembra fossero accesi
Avv. Gallinelli: Le sembra?
Vignaroli: Sì, ma poi avevamo le radioline
Avv. Gallinelli: Si ricorda quali erano le squadre in lotta?
Vignaroli: Bologna, Samp, Fiorentina e Brescia
Avv. Gallinelli: Sì ma c'erano anche altre squadre?
Vignaroli: Sì
Avv. Gallinelli: Ha visto o sentito De Santis informarsi sui risultati?
Vignaroli: No
Avv. Gallinelli: Lei è entrato a quale minuto?
Vignaroli: Non ricordo, forse mancavano 20 miunuti
Avv. Gallinelli: Si ricorda l'atteggiamento del Lecce, se si impegnavano?
Vignaroli: Sì, era una gara aperta
Avv. Gallinelli: Non si ricorda di una gara di stanca? Si ricorda dell'atteggiamento di Zeman?
Vignaroli: Sì, si alzò dalla panchina
Avv. Gallinelli: E che fece?
Vignaroli: Si mise dietro la panchina
Avv. Gallinelli: E con le spalle rivolte a?
Vignaroli: Non lo ricordo
Avv. Gallinelli: Le sembrò normale? Non lo collegò all'atteggiamento dei giocatori del Lecce?
Vignaroli: No, perchè si stavano impegnando
Avv. Gallinelli: Oltre ai provvedimenti disciplinari, De Santis adottò provvedimenti tecnici ingiusti?
Vignaroli: No
Avv. Gallinelli: Le è mai capitato di essere diffidato ed ammonito?
Vignaroli: Sì, mi è successo altre volte
Avv. Gallinelli: A che minuto fu ammonito per la seconda volta Contini?
Vignaroli: Non lo ricordo.
Avv. Gallinelli: Può essere il 39' del secondo tempo?
Vignaroli: Sì
Avv. Gallinelli: E perché fu ammonito?
Vignaroli: Non lo ricordo.
Avv. Gallinelli: Per valutare la correttezza del provvedimento bisogna ricordare anche il motivo...
Vignaroli: Mi pare un fallo
Avv. Gallinelli: Ah, quindi ci fu un fallo, una condotta di Contini...
Vignaroli: Sì
Avv. Gallinelli: Ricorda di quale giocatore del Lecce subì il fallo di Contini?
Vignaroli: No
Avv. Gallinelli: Lei ha detto che in quella occasione si rivolse verso De Santis dicendo che eravate andati lì per vincere e lui, ancora col fischietto in bocca, Le rispose...
Vignaroli: Sì.
Avv. Gallinelli: Lei non ricorda il fallo, né chi lo subì, ma ricorda chiaramente questo fatto del fischietto...
Vignaroli: Sì.
Avv. Gallinelli: Le risulta che altri compagni di squadra conversarono con De Santis?
Vignaroli: No.
Avv. Gallinelli: Che numero aveva sulla maglia Lei?
Vignaroli: 40.
Avv. Gallinelli: Ed era molto vicino a De Santis?
Vignaroli: Sì, quasi lo toccavo.
Avv. Gallinelli: E c'erano altri giocatori vicino a Lei?
Vignaroli: Non lo ricordo.
Avv. Gallinelli: Almeno Contini doveva esserci.
Vignaroli: Forse andava verso gli spoglatoi.
Avv. Gallinelli: Insomma, Lei non si ricorda a che distanza si trovava dall'arbitro Contini... Passiamo a Morfeo, era stato ammonito altre volte nella gara?
Vignaroli: Sì.
Avv. Gallinelli: Sa se era un giocatore molto sanzionato?
Vignaroli: Non lo so.
Avv. Gallinelli: Nel verbale di sommarie informazioni Lei parla di una seconda ammonizione dovuta al fatto di avere allontanato la palla.
Vignaroli: Sì.
Avv. Gallinelli: Sa se quando uno mette in atto un atteggiamento del genere di solito viene ammonito?
Vignaroli: Sì.
Avv. Gallinelli: Questo suo nervosimo a che era dovuto?
Vignaroli: Alla gara senz'altro.
Avv. Gallinelli: A che minuto venne ammonito la prima volta Morfeo?
Vignaroli: Non lo ricordo.
Avv. Gallinelli: Lei è sicuro che Morfeo fosse già stato ammonito?
Vignaroli: Sì.
Avv. Gallinelli: E' certo?
Vignaroli: Beh forse no, era in diffida...
Avv. Gallinelli: Quindi non era stato espulso...
Vignaroli: No.
Avv. Gallinelli: Quindi fu solo ammonito per quel gesto...
Vignaroli: Sì.
Avv. Gallinelli: Lei riferisce che, per le frasi ingiuriose, Lei era stato squalificato solo per una giornata.
Vignaroli: Sì.
Avv. Gallinelli: Non ricorda le frasi?
Vignaroli: No.
L'avv. Gallinelli (legge il referto): Vignaroli diceva che lo avrebbe aspettato fuori "Ti giuro su mia madre che ti vengo a prendere fino a casa". Conferma?
Vignaroli: Sì.
Avv. Gallinelli: Quante giornate si aspettava?
Vignaroli: Sei mesi.
Avv. Gallinelli: De Santis diede recupero?
Vignaroli: Sì.
Avv. Gallinelli: Quanto?
Vignaroli: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: Nei minuti finali il Parma rischiò di segnare?
Vignaroli: Sì.
Avv. Gallinelli: Nei minuti di recupero?
Vignaroli: Sì.
Avv. Gallinelli: Venne informato sulle dichiarazioni di Baraldi circa l'arbitraggio di De Santis?
Vignaroli: No.
Avv. Gallinelli: I Carabinieri non la informarono?
Vignaroli: No.
Avv. Gallinelli: Lei non parlò con Baraldi?
Vignaroli: Sì.
Avv. Gallinelli: E che le disse?
Vignaroli: Di non fare casini.
Avv. Gallinelli: E mosse qualche rilievo sull'arbitro, sull'aspetto tecnico?
Vignaroli: No.
Avv. Gallinelli: Che ruolo aveva Carmignani?
Vignaroli: Allenatore.
Avv. Gallinelli: Fece rilievi tecnici su De Santis?
Vignaroli: Sì, con me sì.
Avv. Gallinelli: Che le disse?
Vignaroli: Che voleva denunciare il fatto per salvare il calcio.
Avv. Gallinelli: E lo fece?
Vignaroli: No, fece solo una conferenza stampa.
Avv. Gallinelli: Quali furono gli aspetti dell'arbitraggio di De Santis?
Vignaroli: Quella frase che ho riferito.
Avv. Gallinelli: Solo questo?
Vignaroli: Sì.
Avv. Gallinelli: Lei assistette alla conferenza di Carmignani?
Vignaroli: No.
Avv. Gallinelli: A quali comportamenti si faceva riferimento?
Vignaroli: Soprattutto alle ammonizioni dei giocatori in diffida
Avv. Gallinelli: Lei parlò con Minotti?
Vignaroli: Sì.
Avv. Gallinelli: E chi era?
Vignaroli: L'allenatore in seconda.
Avv. Gallinelli: E di che?
Vignaroli: Soprattutto del fatto di avere evitato una lunga squalifica.
Avv. Gallinelli: Lei disse a Minotti che De Santis, evidentemente, aveva la coscienza sporca. Non lo ritiene grave quello che De Santis aveva scritto nel referto? Che doveva scrivere più?
Vignaroli: Beh sì, ma non lo avevo ancora letto il referto: era una mia supposizione.
Avv. Gallinelli: Nessun'altra domanda.
Avv. di Bergamo: Quanto ebbe De Santis come voto per questa partita?
Vignaroli: Non guardo mai i voti.
Avv. di Bergamo: Se le dico 9?
Vignaroli: Non lo so.
Per la prossima udienza, il 25 maggio, ci saranno Roberto Mancini, un teste della parte civile, due testimoni dell'Avv. Catalanotti, oltre a due consulenti dello stesso legale. Per il Bologna ci sarà un consulente, come per la curatela Salernitana.
L'udienza è tolta.
La redazione di ju29ro.com ringrazia Frales, inviato in aula, per l'impegno profuso in difficili condizioni di lavoro, in tutte le udienze del processo.
Il processo - Cronaca dell'udienza del 27 aprile 2010
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- By Redazione
NAPOLI, DIRETTA LIVE - Oggi 27 aprile nuova udienza del processo Calciopoli a Napoli. Doveva essere presente anche Carlo Ancelotti. Gli altri convocati sono l’ispettore Salvagno, Pepe, autista del Csm e amico di De Santis, Ferri, magistrato del Csm e amico di Lotito e Mazzini, e Cuttica, assistente che parlò a Puglisi del "sistema Moggi". L'ispettore Salvagno sarà sentito dai pm Narducci e Capuano sulle indagini e sulle intercettazioni curate per conto della Procura di Torino, che archiviò l'indagine non rilevando reati penalmente perseguibili, a differenza della Procura napoletana.
Oggi dovrebbe essere ascoltato anche l'ex arbitro ed imputato Massimo De Santis, a proposito di una telefonata in cui faceva accenno alle indagini in corso a Napoli. Nell'udienza odierna è probabile che si affronterà il discorso delle "griglie", emerse già nelle intercettazioni di Torino e che il Procuratore Maddalena, dopo attenta ricostruzione dei meccanismi del sorteggio, considerò "irrilevanti".
Potete seguire la diretta anche sul BLOG, dove è possibile commentarla.
Ore 9.20 - Il nostro inviato è presente in aula. Non è più come fino a qualche udienza fa, quando eravamo in tre a seguire il processo. Ora entrare è sempre più difficile e stamattina era necessario un accredito. Il controesame di Auricchio, e le intercettazioni "ritrovate", hanno svegliato tanti media che sonnecchiavano, perché il loro processo, quello mediatico fondato solo sulle carte dell'accusa, lo avevano celebrato nel 2006. Primi arrivi in aula: Bertini, De Santis e l'avvocato Silvia Morescanti. Assente, ancora una volta, Carlo Ancelotti, impegnato domenica contro il Liverpool. Dovrebbe essere presente nell'udienza dell'11 maggio, insieme a Mancini.
Ore 9.40 - C'è ressa e qualche protesta all'esterno, con tanta gente che vorrebbe entrare, rivendicando il fatto che il processo è pubblico, ma l'aula è troppo piccola. Nella ristretta zona riservata ai giornalisti sono state posizionate una decina di telecamere che occupano quasi per intero la prima fila di sedie. Sono appena entrati gli avvocati Trofino e Prioreschi.
Ore 10.15 - Inizia l'appello della udienza odierna del processo penale "Ambrosino Marcello + 23". Questo appello è diventato come la lettura delle formazioni all'inizio di una partita, mancano solo gli olè alla lettura dei nomi. Sono presenti i testimoni dell'accusa Salvagna e Ferri. La prossima udienza non si terrà il 4 maggio, come era previsto, per un'astensione degli avvocati; quindi si rinvia all'11 maggio, quando si cominceranno ad ascoltare anche con i testimoni delle difese, con quelli citati dalla difesa di Pairetto per primi.
Avv: Prioreschi: Stiamo continuando ad ascoltare. Abbiamo problemi con alcuni cd che non si leggono. E' un problema del cd originale per cui chiedo al tribunale se autorizza il nostro consulente ad estrarre presso la società TRS che ha effettuato le intercettazioni gli originali, nonchè le trascrizioni dei brogliacci.
PM: Non so che tipo di problema hanno, ma se sono gli stessi che hanno avuto i trascrittori, sono problemi risolti, credo che questa autorizzazione debba passare attraverso la Procura
Il tribunale si riserva di decidere.
Il Presidente Teresa Casoria respinge le richieste degli avvocati di Meani, che chiedevano la modifica dell'ordinanza con la quale si ritenevano ammissibili le intercettazioni anche in riferimento a soggetti che al momento della stessa non erano indagati.
L'udienza è stata sospesa in quanto il teste Salvagno è in ritardo. Il suo aereo atterra a Capodichino alle 10.30. Si riprende non prima delle 11.
Ore 11.30 - Riprende l'udienza
Presidente Casoria: PM, Lei alla prossima udienza dovrà mettere a disposizione della difesa la trascrizione leggibile di tutte le 171 mila telefonate, rinnovando la richiesta alla società che ha curato l'intercettazione. Il pm dovrà ricitare il maresciallo Di Laroni per il controesame.
Entra il teste Salvagno.
PM: Lei ha svolto attività investigativa nel 2003-2004 a carico di Moggi, Pairetto e Giraudo. Quale era l'origine?
Salvagno: Era il processo di Torino che aveva come imputato Agricola. Nel corso delle indagini abbiamo intercettato i telefoni di Agricola, più altri
Avv. Prioreschi: Possiamo sapere che cosa consulta?
Salvagno: Sono atti miei, sono stato autorizzato
PM: Facciamo rispondere il teste
Presidente Casoria: Finora sta parlando senza leggere, al momento opportuno diremo che non può farlo
Salvagno: Abbiamo intercettato anche altre persone tra cui Moggi
PM: Questa l'origine?
Salvagno: Sì, in particolar modo c'era una telefonata tra Moggi e Pairetto in cui Moggi si lamentava dell'arbitraggio di un preliminare di Champions League, dopodiché Moggi indicava gli arbitri che avrebbero dovuto arbitrare le amichevoli con Messina, Livorno e Trofeo Berlusconi
Salvagno: In altre chiamate Moggi si lamentava...
Avv: Prioreschi (Opposizione): Vorrei sapere se il teste ha firmato delle informative.
Salvagno: Ho ascoltato le telefonate
Avv: Prioreschi : Io ho chiesto altro, lei ha sottoscritto informative?
PM: E' irrilevante, lui ha solo ascoltato, ha fatto attività investigative.
Avv. Prioreschi : Ma come è irrilevante, se è uno che ha svolto indagini deve aver firmato delle informative.
Il teste viene autorizzato a leggere solo i progressivi e le date delle telefonate senza leggere il contenuto
PM: Ma per dare un senso alla telefonata ci vuole almeno il perché quella chiamata ha rivestito importanza dal punto di vista investigativo.
Presidente Casoria: No, le legga soltanto
Salvagna legge dei progressivi e le date, appena si lascia sfuggire dei contenuti di telefonate l'Avv. Prioreschi si oppone.
Il Presidente Casoria dice al P.M. che le telefonate le leggerà il collegio.
Avv. Trofino: Presidente si fa confusione tra atti investigativi verbalizzati. Se ha fatto degli atti investigativi, ce li indichi e noi parliamo di questi. Se ci parla di telefonate non ha senso.
Il PM chiede di continuare l'interrogatorio.
Avv. Trofino: Io mi oppongo proprio a che venga posta la domanda, il teste non può riferire perché ha solo ascoltato le chiamate non ha fatto nessuna attività investigativa!
Presidente: Lei deve solo riferire quello che è seguito all'ascolto.
PM: Può dirci chi ha arbitrato Messina-Juventus?
Salvagno: Cassarà
PM: E Livorno-Juve?
Salvagno: Rocchi, sempre sulla stessa indicazione
PM: E del Trofeo Berlusconi?
Salvagno: Pieri
PM: E il preliminare con la squadra svedese da chi fu arbitrata?
Salvagno: Da un inglese perchè Cardoso si era infortunato
PM: Ci sa dire se attraverso i dirigenti della Juventus ci fossero benefici per altri soggetti?
Avv. Prioreschi: Opposizione, continuo a chiedere su quali atti investigativi stiamo facendo questo interrogatorio?
PM: Ci riferisce il progressivo di altre telefonate da voi ritenute rilevanti?
Altra opposizione degli avvocati. Salvagno legge i progressivi. Una tra Facchetti e Pairetto in cui Pairetto ottiene dei biglietti, in un'altra biglietti per la Juventus, parcheggio interno per Pairetto e arbitri di Nichelino, un'autovettura del gruppo Fiat (Lapo deve sbloccare il contratto in favore di Mino Raiola, per la convivente di Pairetto, per Lippi, per la moglie di Capello), interessamento di Moggi per una Maserati per un amico di Pairetto.
PM: Nel corso del periodo in cui ha ascoltato si dipana anche la vicenda sul mantenimento della Fazi, che può riferire?
Salvagno: La vicenda nasce nell'estate del 2004 non si capisce il motivo dell'estromissione della Fazi
Avv. Prioreschi: E' una valutazione, non li capisce Lei...
Salvagna: La Fazi non va più a Coverciano, viene estromessa a favore di Manfredi. La persona non era più affidabile ed era diventata pericolosa.
Avv. Prioreschi: Questo è un commento delle telefonate, lui non ha fatto alcuna attività
Salvagno: E' nelle telefonate
Avv. Prioreschi: Le telefonate noi ce le leggiamo, o lui ha fatto delle attività successive, o stiamo perdendo tempo.
Presidente Casoria: Quello che Lei ci legge nelle telefonate, non rileva, è solo una sua interpretazione
Salvagno: Ce n'è anche una nella quale si organizza un incontro tra Moggi e Fazi, ma non so se sia avvenuto.. (Prioreschi se la ride)
PM: E' emersa l'esistenza di utenze riservate tra questi autori?
Salvagno: Sì, e legge i progressivi
PM: Perché lei parla di utenze riservate?
Salvagno: Parlano di un telefonino speciale assegnato alla Fazi e si chiede di aprire e chiudere i telefoni, e poiché stavamo intercettando i telefoni, non si capisce a quali si faceva riferimento
PM: Si parla anche di una cena a casa Giraudo?
Salvagno: Sì, la cena è stata organizzata con una telefonata, gli organizzatori sono Moggi, Pairetto, Giraudo e Bergamo, ne sono a conoscenza Mazzini e Lanese
PM: Partecipano alla cena questi due?
Salvagno: Mazzini dice che non è opportuno e incontra i dirigenti Juve nella sede della Juve
PM: Che giorno si tiene la cena?
Salvagno: Il 21 settembre Lanese raggiunge all'aeroporto Pairetto e Moggi
PM: Ha avuto modo di ascoltare chiamate durante la cena?
Salvagno: Sì, mentre si consumava la cena le persone chiamarono... (legge alcuni progressivi e legge integralmente delle intercettazioni ambientali effettuate a sua firma)
PM: A cosa si riferivano?
Salvagno: Parlavano di griglie degli arbitri
PM: Nel corso del vostro ascolto, ha avuto modo di sentire Moggi avere rapporti con esponenti delle istituzioni, o del mondo del calcio?
Salvagno: Marabotto (ex procuratore capo della repubblica di Pinerolo ndr) e Moggi, Claudia una segretaria della Juve, poi Moggi con la questura di Roma
PM: Qual era l'oggetto?
Salvagno: I soggetti effettuavano degli accompagnamenti dello stesso Moggi, di Emerson, sempre correlata c'è quella tra Moggi e Bonsignore e tra Moggi e Galasso, tra Moggi e Tosatti, che chiede l'interessamento di Moggi per recuperare una cassetta per un'azione legale attraverso le amicizie di Moggi al ministero dell'Interno. Emerge che Moggi non viene minacciato perchè paga i giornalisti...
Avv. Prioreschi: Perchè i giornalisti minacciano?
Presidente Casoria: Non ho capito, riferisca il contenuto
Salvagno: Tosatti dice che è stato attaccato su una radio romana da Marione, e Moggi che non ha capito chiede: "Chi è stato attaccato, io?", "No, io" - dice Tosatti - "a te chi vuoi che ti attacchi, tu paghi..." (nota: sorrisi dal collegio difensivo di Moggi). Per la vicenda Fazi c'è stato l'interessamento nei confronti di Carraro, nei confronti di Ghirelli, nei confronti di Mazzini tutti si sono adoperati per risolvere e trovare una collocazione idonea a questa signora. E poi c'è il procedimento disciplinare relativo ad Alessandro Moggi.
Salvagno legge i progressivi di alcune telefonate tra Moggi e i componenti del collegio che avrebbe esaminato il caso del figlio, poi legge i progressivi delle telefonate tra Moggi e i giornalisti. Ce n'è una tra Moggi e Fabio Baldas, poi Moggi Biscardi, Moggi Franza, Moggi Fabio (Baldas).
Si parla della partita Udinese-Brescia e dell'espulsione di Jankulowski... "se Dattilo è più sveglio dimezza l'Udinese..."
PM: Di quella che riguarda Dondarini, mi dice il progressivo?
Salvagno: Non la rammento
PM: Si parla di Juventus-Sampdoria
Salvagno: Ah sì, la telefonata è tra Dondarini e Pairetto, in cui Pairetto raccomanda un arbitraggio attento, in quanto era appena stato promosso ad arbitro internazionale
PM: Ce n'è anche un'altra?
Salvagno: Sì, di un osservatore, si dice di alzare il punteggio dell'arbitro poi ce n'è una di Meani con Pairetto, con Pairetto che comunica il lancio di Dondarini a San Siro perchè è uno bravo
PM: Ce ne sono altre che riguardano la Nazionale di calcio?
Salvagno: Sì, un dialogo tra la moglie di Agricola e altra donna non identificata, dove la prima dice del nuovo assetto medico e atletico della Nazionale, dicendo che è stato fatto fuori tutto il vecchio staff grazie all'intervento di Moggi. Hanno mandato via Bet e Nicolai e devono fare posto a Mazzini in federazione perché Mazzini è amico di Moggi
PM: Altre chiamate?
Salvagno: Sì, Moggi Lippi in cui c'è il benestare di Moggi a convocare Cannavaro, e quante partite fargli giocare, poi Moggi e Mazzini in cui Moggi racconta come il presidente si sia raccomandato a lui per la Nazionale
PM: Ce n'è anche un'altra in cui si parla di giocatori della Juventus che giocano in Nazionale?
Salvagno: Sì, Moggi e Lippi
PM: Riguardo all'interessamento di Moggi per la Fazi, è emerso anche l'interessamento dell'imputato De Santis alla cosa?
Salvagno: Sì, De Santis ha arbitrato Juventus-Atalanta 2-0, il 19/09/04, telefonate del 18/09 Pairetto De Santis, e poi il 19/09 tra Pairetto e Dall'Oglio, in cui si evince che c'è stato un incontro di un quatro d'ora tra Moggi e De Santis negli spogliatoi.
PM: Quali sono stati gli esiti del procedimento disciplinare nei confronti di Alessandro Moggi?
Salvagno: Il procedimento era in corso da due anni, la richiesta era della sospensione dall'attività, la conclusione è stata una multa di 15.000 euro
Avv. Prioreschi: Ma quale richiesta di sospensione, Moggi Alessandro lo difendevo io, ha avuto la multa più alta della storia del calcio!!
Fine dell'interrogatorio.
Controesame dell'avvocato Prioreschi.
Avv. Prioreschi: Era solo Lei o eravate più di uno?
Salvagno: Eravamo di più
Avv. Prioreschi: Quanti?
Salvagno: Sull'elenco si sono intervallate 5 persone oltre me, ma si sono avvicendati
Avv. Prioreschi: Il periodo va dal al?
Salvagno: Da quello che c'è negli atti
Avv. Prioreschi: Non lo sa dire... avete trascritto tutte le telefonate che avete ascoltato o avete fatto una selezione?
Salvagno: No, non le abbiamo trascritto tutte
Avv. Prioreschi: Quante ne avete ascoltate?
Salvagno: Non ne ho idea
Avv. Prioreschi: Quante trascritte?
Salvagno: Non ne ho idea
Avv. Prioreschi: Presidente, ma il teste deve rispondere, non è che al PM risponde a comando e a me no
Presidente Casoria: Risponda
Salvagno: Non lo so, io ho portato al Procuratore tutto quello che avevamo fatto
Avv. Prioreschi: Io ho contato 157 telefonate trascritte, rispetto a questo numero, Lei non mi sa dire...
Salvagno: Ci sono i numeri progressivi
Presidente Casoria: Allora, visto che ci sono i progressivi, potrebbe dirci qual è l'ultimo?
Avv. Prioreschi: Ma non sia spazientito, abbiamo aspettato che l'aereo arrivasse da Torino e adesso Lei è spazientito...
Avv. Trofino: Non si senta nemico degli avvocati, un po' di rispetto...
Salvagno: Sulle telefonate è difficile da farsi
Avv. Prioreschi: A questo punto chiedo che vangano acquisite tutte le telefonate, visto che dobbiamo acquisire quelle delle 171.000
PM: Presidente alla fine delle indagini, gli imputati sono in grado di entrare in possesso dei cd-rom con le telefonate in possesso della procura di Torino, i cd sono nei faldoni, dunque erano presenti nel fascicolo del PM fin dal momento dell'avviso.
Presidente Casoria: Ma non c'è solo l'interesse del difensore, ma anche del tribunale
PM: Le parti possono chiedere la trascrizione delle chiamate, i cd-rom originali sono stati affidati ai tre periti nominati dal tribunale per effettuare le trascrizioni, è stata consegnata la copia di tutti, non di una parte dei cd-rom, questa operazione di individuazione di una parte è stata fatta da ciascuno dei tre perito, quando il perito verrà convocato l'11 la questione potrà essere risolta.
Nel controesame del teste da parte dell'avvocato Morescanti è stato chiesto a Salvagno quale certezza avesse sulla partecipazione di Bergamo a quella cena a casa di Giraudo, e Salvagno non ha saputo rispondere. Poi l'avvocato ha chiesto quali sono state le indagini che ha svolto e nemmeno in questo caso ha ottenuto risposta.
Nel suo controesame l'avvocato Gallinelli ha chiesto a Salvagno se avesse visonato la gara Atalanta-Juve, e se avesse avuto modo di pensare che il sorteggio, per quella gara fosse stato falsato: le risposte del teste sono state negative.
Dichiarazione spontanea di Luciano Moggi: Alcune precisazioni relative ad inesattezze dette dal teste. Innanzitutto per quello che riguarda le amichevoli, posso dire che c'era un accordo di mandare gli arbitri più vicini dal punto di vista territoriale. Non vi era nessuna richiesta in quanto per le amichevoli era possibile, per questo per la partita con il Messina venne l'arbitro di Catania, per quella con il Livorno l'arbitro di Firenze. Per quello che riguarda poi il Trofeo Berlusconi, era uso nominare l'arbitro che era passato internazionale quell'anno, ed era il caso di Pieri. Per quanto riguarda la Maserati, ci sono state indagini della Guardia di Finanza che hanno smentito il tutto, e poi bastava vedere che noi non avevamo una lira, senza fare alcuna indagine, altro che Maserati. Sento dire ancora della Nazionale: ma chi più di un dirigente di una squadra sa se un certo giocatore è in grado di giocare, di reggere più di una partita a settimana? Ancora: avrei incontrato De Santis nello spogliatoio, a fine partita. E allora? Ma lo sa questo signore che non era vietato? Lo sa che noi non avevamo addetti agli arbitri, come Meani, che entravano negli spogliatoi anche a metà partita? Facchetti ha avuto una inibizione di tre mesi per essere entrato negli spogliatoi a metà partita, ed era vietato, io sono andato a fine gara e non lo era. Mazzini era un bravo uomo ma era solo l'ultima ruota del carro. Un'ultima osservazione per quanto riguarda il metodo di indagine seguito da Auricchio: dice di avere utilizzato come metodo di indagine la Gazzetta dello Sport, che è il giornale che praticamente fa le sentenze, e per il quale il principio di non colpevolezza non esiste. Le faccio un esempio: la partita di sabato scorso Inter-Atalanta, per la Gazzetta l'arbitro merita 6,5, mentre per il Corriere dello Sport di Roma merita 5,5. Per quanto riguarda Udinese-Brescia, prima venne detto che l'arbitro aveva ammonito tre diffidati dell'Udinese, poi questa versione venne ritrattata, ora si dice di Jankulovski, ma nessuno è andato a vedere il filmato: in quella occasione il giocatore aveva sferrato un pugno ad un avversario, volevo vedere che non veniva espulso.
Dichiarazione spontanea di Pairetto: Ho sentito delle imprecisioni per quanto riguarda le designazioni Uefa. Voglio precisare che io ero solo uno dei tre vicepresidenti che dovevano fare delle osservazioni sulle designazioni, che venivano effettuate da uno svizzero. Io non ho mai fatto nessuna osservazione i tutta la mia carriera. E' stato anche fatto riferimento ad una designazione di De Bleeckere, che sarebbe un mio amico, ignorando che in quella partita la Juventus venne penalizzata, in quanto venne annullato un gol regolare a Del Piero. Per quello che riguarda i contatti con le società, mi creda, sono contentissimo che stiano venendo fuori le telefonate con tutte le società della serie A. Dire le griglie nei giorni precedenti non era una cosa vietata, nè commentata negativamente dalla Federcalcio. Deve sapere che era proprio la Federazione ad incoraggiare tali frequentazioni; in due casi, anzi, ci chiese proprio di chiamare le società: successe quando Coly aggredì Nucini, che lo aveva espulso, e beccò 8 giornate di squalifica. Casualmente, dopo 9 turni, proprio al ritorno in campo di Coly, Nucini venne nuovamente estratto col Perugia e la Federazione ci fece chiamare la società per tranquillizzarla. Una volta, poi, in corso di sorteggio ci accorgemmo che era stata fatta una preclusione col Palermo, per Collina, che non esisteva. Alla fine del sorteggio i notai ci fecero ripetere le operazioni per quel motivo e, dopo, dovemmo chiamare Zamparini per spiegargli l'accaduto.
Udienza interrotta per la pausa pranzo. Si dovrebbe riprendere dopo le 15.15, quando dovrebbe giungere il magistrato Cosimo Ferri, ex componente della Commissione Tesseramenti della FIGC, che è impegnato a Roma al Quirinale.
Ore 16.00 - Riprende l'udienza, perché è arrivato il magistrato Cosimo Maria Ferri.
PM: Lei ha rivesto incarichi all'interno della FIGC?
Ferri: Ho fatto parte della Commissione Vertenze Economiche, che si occupa di danni materiali, quando le tifoserie provocano danni materiali, e poi è una commissione di secondo grado per quanto riguarda gli svincoli dei giocatori
PM: Lei conosce Lotito?
Ferri: Sì, risale a prima che entrasse nel calcio, per rapporti familiari e di amicizia
PM: Ed anche dopo il suo ingresso nel calcio?
Ferri: Sì, come no, fu anche per me una sorpresa ma mantenni rapporti di amicizia
PM: Questo avviene anche durante il 2004 2005?
Ferri: Sì, sì, mantenemmo normali rapporti, ci frequentavamo
PM: Ha conosciuto anche Mazzini?
Ferri: Lui l'ho conosciuto forse ancora prima di Lotito, lo conosco perchè lui nasce come dirigente sportivo dalla Toscana, si è sempre interessato di dilettanti, e io vivo in un centro dove ci sono tante squadre nel calcio dilettanti. Era copresidente del Comitato Regionale, ed era molto amato nel mondo per questo suo carattere giocherellone. Io frequentavo l'oratorio e fondai una squadra di dilettanti, e lo conobbi quando non ero ancora diciottenne. Quando mi laureai mi propose di fare il giudice sportivo, sempre per i dilettanti, nell'ambito provinciale. Io lo feci per un paio di anni e poi cominciai a studiare per il concorso in magistratura. Poi persi i contatti
PM: Lotito ha mai conosciuto mazzini?
Ferri: Io, che conoscevo entrambi, non lo so. Lotito entra nel mondo del calcio improvvisamente e io, intanto, assumo l'incarico delle Vertenze Economiche. L'unica volta che si sono incontrati con certezza fu ad un pranzo che io stesso organizzai, e c'eravamo io e loro due. Mi ricordo che Lotito si presentò con un'ora e mezza di ritardo, e il pranzo durò pochissimo. In questo pranzo non si parlò mai di questioni arbitrali. Avendo due caratteri esuberanti non capii nemmeno se fosse la prima volta che si vedevano.
PM: Può collocarmi il pranzo temporalmente?
Ferri: Sinceramente non lo so, mi fu anche chiesto in sede di sommarie informazioni e veniva data una collocazione che non mi ritrovavo. Il pranzo c'è stato, non so, se Lei mi vuole aiutare...
PM: Sono qui per questo. Il 24 maggio 2006 Lei ricorda che, 'dopo che Lotito era divenuto presidente della Lazio, Mazzini mi chiese di organizzare un pranzo con Lotito'.
Ferri: Ma non c'è una data...
PM: Sì, ma comunque è dopo che Lotito è divenuto presidente della Lazio.
Ferri: Glielo confermo
PM: Faccio riferimento ad una telefonata dell'8 febbraio 2005 tra Ferri e Mazzini. Mazzini dice di non riuscire a trovare Lotito perché era tanto interessato "a una cosa che gli ho fatto". Mi può chiarire questa conversazione?
Ferri: A distanza di cinque anni non è facilissimo, anche perché ricevo centinaia di telefonate al giorno, e non vorrei dire delle imprecisioni.
PM: Proviamoci...
Ferri: Quello che posso ricordare è che riguardasse il rapporto tra la Lazio e l'Empoli; che in quel momento c'era un calciatore dell'Empoli, Rocchi, che doveva essere riscattato: insomma, dovevano trovare un accordo, ed essendo Mazzini toscano penso che si riferisse a questo. Sul secondo pezzo della telefonata, quando si parla della questione arbitrale, non so che dire, ma si vede che ebbi una risposta evasiva...
PM: Che cosa intendeva Mazzini quando diceva: 'Poi aveva bisogno di una verifica se c'era stato un intervento sulla questione arbitrale'?
Ferri: io della questione non mi ricordo, non gli diedi importanza, mi limitai a dirgli 'Ti faccio richiamare'. Quando mi è stata chiesta un'interpretazione...
PM: Io non parlo di interpretazioni, Le ho chiesto se può riferirci in ordine a questa frase se, parlando con i due in seguito, Lei ha potuto apprendere che cosa volesse dire Mazzini.
Ferri: Su questa questione arbitrale non so; quando mi è stato chiesto, anche in riferimento ad altre telefonate, dopo una determinata partita io chiamo Mazzini e io l'ho ricollocata, ma è una mia deduzione niente altro...
Presidente Casoria: Non è il caso di insistere...
PM: C'è una contestazione.
Presidente Casoria: Non era a conoscenza di quale fosse la questione arbitrale...
PM: Lei dice cose diverse. Nel verbale del maggio 2006 su questa telefonata Lei dice: 'Premetto che non mi concentrai su quella affermazione ma qualche giorno dopo, dopo una partita tra Lazio e Chievo, parlai con Mazzini che mi disse che aveva favorito la Lazio facendo designare un arbitro toscano, cioè Rocchi. Ricordo di averne parlato anche con Lotito e ricordo che lui mi aveva confermato che Rocchi aveva arbitrato in favore della Lazio'.
Ferri: Voglio precisare. Ricordo che alla fine del verbale, dopo averlo riletto, tornai sul punto, perché già allora lo dissi in modo non esplicito, dissi che non avevo alcuna certezza, avevo collegato la questione arbitrale, senza avere certezze.
PM: Dottor Ferri, è vero che Mazzini Le disse che aveva favorito la Lazio facendo designare un arbitro toscano?
Ferri: Devo fare una premessa: la mancanza di esperienza, un interrogatorio di circa sei ore, fu una cosa nuova per me... Io avevo coinvolto due persone che conoscevo e che parlavano davvero tantissimo, molto autoreferenziali, che se la cantavano e suonavano da soli. Lotito entra nell'esperienza calcistica più grande di lui e si trova in un mare di problemi, con i debiti, con i tifosi, ecc.. Voleva cambiare il sistema, veniva definito il moralizzatore, voleva ridurre gli stipendi ai giocatori, era ossessionato dai debiti, quelle risposte partivano da queste considerazioni; inoltre, in quel periodo si stavano rinnovando gli organi federali e Mazzini da un lato si voleva accreditare nei confronti di Lotito ma non so nemmeno quanto spazio avesse nella Figc; e Lotito parlava sempre dei torti che subiva, che la Lazio veniva penalizzata. poi non so se fosse vero...
PM: Lei mi dovrebbe dire se ha raccontato la verità ai pm e se è vera quella Sua affermazione.
Ferri: Ho detto la verità, ma ho sempre detto che erano mie considerazioni.
PM: Dottor Ferri, io Le ho appena letto una sua dichiarazione nella quale dice di aver parlato con Mazzini e con Lotito.
Ferri: Intendevo che era l'unico modo in cui potevo dare un senso a quella telefonata. Lotito dopo Lazio-Chievo era soddisfatto dell'arbitraggio, diceva di non aver subito dei torti, forse impropriamente ho usato la parola 'aiutato'...
Il pm rilegge ancora la telefonata
Presidente Casoria: Ma il teste può anche correggersi...
PM: Telefonata del 15.02.2005, Lei colloquia di nuovo con Mazzini. Lei chiede a Mazzini se Lotito lo ha votato. Mazzini dice di sì, che è stato leale, lei conferma. Mazzini dice: 'Lui ai giornali, alla tv.. non devono mai parlare male degli arbitri, se no siamo rovinati. E se no dopo è difficle aiutarlo'.
PM: Può chiarirmi questa conversazione?
Ferri: Sì, confermo le parole
PM: E' una telefonata, onestamente era difficile smentirla
Ferri: Ci tengo a riprecisare: Ferri, Lotito e Mazzini si sono visti solo una volta, a quel pranzo. Ho una percezione diretta solo in quella occasione, e non si parlò di arbitri. Ogni volta che Lotito parlava con me si lamentava degli arbitri; penso che come faceva con me faceva con tutti , quindi anche con Mazzini, il quale, come detto, voleva accreditarsi per le elezioni. Io quelle cose le ho sempre inquadrate in quell'ottica, io le interpreto così.
PM: (Ancora contestazione) La sua risposta all'epoca fu: 'Mazzini si stava adoperando per aiutare Lotito mediante designazioni di arbitri a lui favorevoli'. Come spiega questa risposta?
Ferri: Mi sembra di aver detto le stesse cose, posso solo rimarcare che, quando mi è stato chiesto di interpretare la telefonata, quella era una mia ipotesi. Io cerco di collocare la telefonata, come ho fatto in sede di interrogatorio.
Il PM legge un'altra telefonata in cui Mazzini dice a Ferri di far presente a Lotito che è stato aiutato.
Ferri: Lotito è uno che è un fiume in piena, a volte inizia un discorso e non lo conclude, ha molti limiti, anche come educazione, come modo di porsi, gli ho sempre detto che così non andava bene. Conoscendolo, mi sembrava che Lotito lo snobbasse Mazzini. Avevo impressione che Mazzini si facesse bello nel vantarsi di aiuti che, secondo me, non gli ha mai dato, non so in che potevano consistere. Nel vantarsi e nel dire che Lotito era un amico, sempre perché voleva l'appoggio elettorale; Mazzini era arrivato ai vertici della Federazione proprio per questo suo carattere gioviale e scherzoso, doveva attaccarsi a tutti i presidente delle squadre grandi, mi sembrava più un cercare una squadra che lo spingesse nella sua carriera federale, le ho sempre interpretate così; anche l'arbitraggio di Chievo-Lazio Lotito disse che era stato regolare, non che aveva avuto aiuti.
PM: Il 22 aprile 2005 inizia tra Ferri che ha accanto Lotito e poi prosegue tra Lotito e Mazzini, avendo sempre accanto Ferri.
Ferri: No, non è vero, pm! Ci tengo a chiarire, perché Lei si riferisce alla telefonata in cui si parla di Della Valle. Io ricordo benissimo che ero dai miei genitori, chiamo io Mazzini, Lotito era lontano, controlliamo le cellule telefoniche...
PM: Lei mi deve far parlare! Uomo uno: Ce l'ho accanto; uomo due: bene; uomo uno: te lo passo; la telefonata è questa, io Le chiedo una cosa e lei mi risponde un'altra!
Avv. Botti: Ma è una telefonata tra due persone che non sono il teste, non può essere ascoltata. Il teste non partecipa alla telefonata, si limita a passare il telefono.
Presidente Casoria: Allora sentiamo...
PM: La telefonata parte con il teste che ha accanto a sé Lotito e passa il telefono.
Presidente Casoria: E come fa a sapere che rimane che rimane lì tutto il tempo?
Il PM legge la telefonata.
Ferri: A questa telefonata io ero presente. Andai a trovare Lotito in sede. Lui ha una stanza grande quanto questa e ha il vizio di parlare al cellulare camminando. Mi ricordo però che quel giorno il pensiero di Lotito era il rapporto con Petrucci, il Coni aveva chiesto alla Lazio alcuni vecchi canoni di locazione, lui non chiedeva vantaggi, si vedeva solo vittima; in quel caso ce l'aveva col Coni e stava scrivendo un comunicato stampa. Per questo chiamai Mazzini e glielo passai, l'argomento principale fu questo fatto del Coni, poi parla dei Della Valle, dicendo che quelli che facevano i moralizzatori erano i peggiori.
PM: Perché erano i peggiori?
Ferri: Perché gli avevano fatto una proposta che lo aveva quasi scandalizzato, prima di Fiorentina-Lazio, una proposta da bandito...
Presidente Casoria: E quale è questa proposta?
Ferri: Non lo so, ma so che lui aveva un rapporto di antipatia con i Della Valle.
PM: Lei sta dicendo di avere appreso la notizia da Lotito. E' lui che ha fatto il nome di Diego Della Valle?
Ferri: Non so se Diego, ma ha detto Della Valle.
PM: Qual è stata l'espressione testuale di Lotito? Qual è stata la proposta ricevuta da Lotito?
Ferri: Lui ha parlato di proposta da bandito.
PM: L'espressione l'abbiamo capita, in che si sostanziava?
Ferri: Ha detto solo che era una proposta da bandito, che c'era Fiorentina-Lazio e la Lazio non aveva più bisogno di punti.
Presidente Casoria: Non sa dire le parole?
Ferri: No.
PM: Contestazione! Sempre dalla Sua testimonianza, 'Della Valle voleva che la la Lazio perdesse la gara e la sua contropartita sarebbe stata in termini economici. Lotito mi fece questo racconto commentandolo con un tono disgustato, perché colui che si presentava come un rinnovatore, Diego Della Valle, non aveva esitato a fare una proposta del genere'. Dice ancora che è una Sua opinione che Lotito non avesse accettato questa proposta proprio per il suo disgusto.
Ferri: Il mio ricordo di oggi è molto sfumato. Chiaro che la sostanza, essendo presente alla telefonata, è quella. Dott. Narducci, io sono abituato a dire la verità se no non farei il magistrato. Ma nel contesto di quelle sei ore in cui sono stato esaminato, non vorrei aver dato un'interpretazione di un colloquio con Lotito in una maniera netta che oggi non mi sento di confermare. Lui ha detto della proposta di Della Valle, però oggi parlare di vendita, o di offerte economiche, mi sembra un po' troppo. Non vorrei avere aggiunto, magari nella circostanza del momento, una interpretazione più mia che del colloquio. Fatto sta che la partita è finita in pareggio, il che mi ha dato ulteriore riprova del comportamento giusto di Lotito
PM: Esiste un'altra conversazione del 20 maggio 2005 in cui Lei parla con Mazzini, due giorni prima di Lazio-Fiorentina, in cui Mazzini dice che era il caso di accettare la proposta, dice Mazzini 'magari glielo puoi dire tu...'
Ferri: Mazzini e Della Valle, entrambi toscani, Mazzini si inserisce nei rapporti tra Della Valle e Lotito e vuole fargli fare la pace.
PM: Ma aveva a che fare con la gara Fiorentina-Lazio?
Ferri: Non ho elementi per dirlo, ho elementi per dire che Mazzini cercava di accreditarsi con le società.
PM: Lei ha detto nel verbale che Mazzini prospettava la possibilità di Lotito di accordarsi con Della Valle. Ma qui c'era anche la questione della partita e Lei, nel verbale, dice che ascoltando la telefonata, Mazzini metteva anche l'incontro nel contesto della pace tra i due club.
Ferri: Mi sembra di aver detto la stessa cosa. Aggiungo che è una mia interpretazione, è una mia ricostruzione.
PM: Volevo passare ad altro, se aveva mai avuto modo di apprendere da Lotito fatti relativi al rapporto tra lo stesso e Carraro, soprattutto nella fase del rinnovo delle cariche. Fatti che apprendeva da Lotito.
Ferri: Era tra le varie cose che mi diceva. Lotito ce l'aveva anche con Carraro. Si lamentava di lui e non si fidava. Tutto ruotava sul rinnovo delle cariche federali. Lo stesso Lotito aspirava ad entrare nella cabina di comando. e c'erano alleanze con tutti che cercavano di accreditarsi con tutti.
PM: (altra contestazione) Lei risponde 'Lotito mi fece intendere che anche questa storia dell'aiuto alla Lazio era stata discussa con Carraro'
Ferri: Confermo quello che ho detto. Lotito non mi ha mai parlato di questioni arbitrali e di vantaggi che voleva.
L'esame del Pm è terminato. Inizia il controesame della difesa di Lotito.
Difesa Lotito: Mazzini Le disse in che modo era riuscito a far assegnare l'arbitro Rocchi alla Lazio?
Ferri: Assolutamente no, ricordo che dopo la gara lui era euforico e che era soddisfatto della regolarità dell'arbitraggio, non che avesse avuto favori. Mi sembrava che mischiasse l'euforia della vittoria e la soddisfazione della regolarità dell'arbitraggio. Poi chiamo Mazzini ed è una mia iniziativa, anche perché mi sembrava che Lotito si faceva delle fissazioni inutili.
Difesa Lotito: Sulle Sue dichiarazioni sulla diffidenza di Lotito per Carraro: questo comportamento si riferiva a favori che lui aveva chiesto per la Lazio o alla rateizzazione dei debiti, ai diritti televisivi ecc.?
Ferri: Secondo me non alle questioni arbitrali, ma poi lui mischiava tutto.Gli arbitraggi erano una sua lamentela, ma il suo principale motivo di lamento era la questione economica.
Difesa Lotito: Quando dice nella telefonata che Lotito dice che era stato trattato bene, da dove desume il collegamento con l'arbitraggio?
Ferri: Ripeto, lui era contento della vittoria, tutto qui. Io non ho assistito a nessun fatto, ho solo interpretato sei o sette telefonate. Alla fine dell'interrogatorio, durato sei ore, stremato, ho chiesto di correggere alcune cose relative a Lazio-Chievo per far capire che erano mie impressioni, mie sensazioni.
Difesa Mazzini: Lei ha detto di avere assistito in una sola circostanza ad un colloquio tra i due... Chi le aveva sollecitato l'incontro?
Ferri: Mazzini
Difesa Mazzini: Lei non chiese a Mazzini il motivo?
Ferri: No.
Difesa Mazzini: Dal contenuto del colloquio, dall'atmosfera, percepì che era il primo incontro?
Ferri: Guardi, sono due persone talmente alla mano e poco formali che non riuscii a capirlo. Sicuramente non avevano confidenza.
Difesa Mazzini: Lei sa che Mazzini era espressione delle società dilettantistiche?
Ferri: No, questo non lo sapevo.
Difesa Mazzini: Lei ha definito Mazzini un giocherellone, uno che millantava. Perché ha evidenziato questo aspetto?
Ferri: Il personaggio deve essere descritto, a volte è un po' superficiale, aveva un modo di fare carismatico, ma era poco di sostanza; quando ho visto che era diventato vice presidente della Figc mi sono meravigliato.
Difesa Mazzini: Lei ha utilizzato gli aggettivi ribadendoli nella questione Lotito-Della Valle. Ha un riferimento specifico?
Ferri: Sì, ma ex post, in quanto la gara è finita in parità.
Difesa Mazzini: Oltre a quella con il Chievo ha intrattenuto commenti su altre gare della Lazio con Lotito e Mazzini?
Ferri: No, nessuna.
Difesa Mazzini: Né di altre gare di calcio?
Ferri: No, assolutamente no.
Difesa Della Valle: Un chiarimento sulla risposta di prima: secondo Lei, Mazzini, in quanto fiorentino, aveva rapporti di frequentazione con Della Valle. Lei sa se ci sono state frequentazioni tra i due?
Ferri: No, non ne ho.
Difesa Della Valle: E' una Sua presunzione...
Ferri: Sì.
Difesa Della Valle: E' a conoscenza dei rapporti tra i due?
Ferri: No, ma secondo me non erano buoni.
Difesa Della Valle: Lei aveva usato l'espressione 'inesistenti': sono due cose diverse. Conferma il giudizio dato nel 2006?
Ferri: Inesistenti posso anche confermarlo, ma credo che qualche incontro debbano averlo avuto.
Difesa Della Valle: Ha assistito ad incontri tra i due?
Ferri: No.
Difesa Della Valle: Secondo passaggio: ha mai ascoltato giudizi espressi da Lotito su Della Valle?
Ferri: Sì.
Difesa Della Valle: Li può riferire?
Ferri: Che non lo stimava, che il rapporto era pessimo, però c'era anche un po' di gelosia, erano sentimenti confusi, ma Lotito è fatto così...
Difesa Della Valle: Ha mai registrato un cambiamento del giudizio di Lotito su Della Valle?
Ferri: Sarei impreciso, se può aiutarmi...
Difesa Della Valle: Sempre dal verbale, Lei dice: 'Lotito parlava assai male di alcuni personaggi, Gazzoni, Moggi, ma i giudizi più pesanti li usava per Della Valle'.
Ferri: Sì, confermo.
Difesa Della Valle: Venendo al discorso della telefonata che ha ascoltato: nell'ambito di questa telefonata, ascoltò o meno Lotito fare riferimento alla tematica dei diritti televisivi?
Ferri: Mi pare di sì.
Difesa Della Valle: Le risulta che in quel periodo Lotito aveva grandi contrasto con Della Valle per quel motivo?
Ferri: Sì, lo ricordo.
Difesa Della Valle: E che ci fosse un contrasto anche sul piano economico?
Ferri : Sì, certamente era quello principale.
Difesa Della Valle: Lei dice che c'è stata la telefonata. Sa se in quel momento Lotito era impegnato anche in altre telefonate?
Ferri: Era la regola, era impossibile seguirlo.
Difesa Della Valle: Nel momento in cui assiste alla telefonata, è corretto dire che Lotito parlava anche con altre persone al telefono?
Ferri: Sì.
Difesa Della Valle: Lotito, quando Le riporta del colloquio con i Della Valle, Le riferisce in maniera chiara di quando si sarebbe verificata questa proposta?
Ferri: No, per niente.
Presidente Casoria: Non Le è venuta la curiosità?
Ferri: No, non era di mio interesse, anche perché, ripeto, era difficile stargli dietro, era meglio non fargli domande, erano monologhi.
Difesa Della Valle: Quando Lotito Le ha fatto il racconto, ci ha creduto?
Ferri: No
Difesa Della Valle: Dopo questa occasione ha più riparlato con lui del tema?
Ferri: No
Difesa Della Valle: Le ha detto anche in termini chiari quali sarebbe stata la sua posizione?
Ferri: Già nel racconto, implicitamente, mi sembrava infastidito, poi ho visto come era andata la gara e ho capito che il suo atteggiamento era stato corretto.
I pm hanno depositato gli atti di altra attività investigativa. Nella prossima udienza si completerà l'esame dei testi dell'accusa (Ancelotti, Mancini, Vignaroli, Pepe e Cuttica) e si inizierà con quelli delle difese, iniziando da quella di Pairetto. Sarà citato di nuovo il maresciallo Di Laroni, per il controinterrogatorio.
L'udienza è tolta, rinvio all'11 maggio.
(un enorme ringraziamento a Frales di J1897network.com)
Il processo - Cronaca dell'udienza del 20 aprile 2010
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- By Redazione
Nella scorsa udienza del 13 aprile l'avvocato Prioreschi ha chiesto di acquisire agli atti 75 telefonate e 2 cd con i tabulati di oltre 3000 telefonate che vedono come protagonisti dirigenti di società sportive che non sono state tirate in ballo nel procedimento sportivo del 2006. L'avvocato ha definito queste nuove intercettazioni "Rilevanti ai fini delle esercizio della difesa". I Pm non si sono opposti. Alla richiesta della difesa di Moggi il giudice Casoria ha risposto: "Entro la prossima udienza dovete darci l'elenco completo di tutte le telefonate che volete acquisire". Durante l'udienza il giudice Casoria si è rivolta al pm Narducci dicendo: "Le telefonate mi sembrano rilevanti". Oggi, quindi, la difesa presenterà il materiale richiesto e dovrebbe esserci l'acquisizione, visto l'orientamento nella scorsa udienza. Molti giornalisti, in questi giorni, hanno presentato la strategia della difesa come il tentativo di dire "Così facevan tutti". A nostro modesto parere la strategia è volta a dimostrare che allargando il campo visivo, e mettendo in evidenza tutti i rapporti che gli investigatori avevano potuto ascoltare nelle intercettazioni, non si sarebbero dovute evidenziare solo le condotte di un gruppo ristretto di persone, oggi imputate del grave reato di associazione a delinquere. Le nuove intercettazioni venute a galla, giudicate dagli investigatori "irrilevanti", evidenziano che il rapporto di alcuni imputati non è "esclusivo" con gli altri membri della "cupola" ipotizzata. Ed è realistico parlare di cupola quando i suoi presunti affiliati copulano, o cupolano, con i "nemici" sportivi del capo-cupola? Se saranno acquisite, ci vorranno almeno 30 giorni per trascrivere le prime 74 intercettazioni. Ieri, intanto, Tuttosport ha pubblicato la trascrizione di una nuova intercettazione nella quale l'ex dirigente del Brescia Nello Governato telefona a Pairetto alle 11.45 e al telefono gli viene comunicato il nome di un arbitro prima delle 12.30, che era l'orario ufficiale della comunicazione alle società dei nomi della quaterna. Ricordiamo che il Brescia è una delle parti civili in questo processo. Nella scorsa udienza Penta, consulente di Moggi, ha riferito che Moggi, accusato di sapere i nomi degli assistenti prima degli altri, in realtà arrivava dopo: "C'è una volta in cui l'allora presidente dell'Inter chiama Mazzei il giovedì alle 17.50 e ottiene i nomi che saranno resi pubblici il giorno dopo. Poi Meani incassa due sms dal segretario della Can Martino intorno alle 11.15 del venerdì. E Moggi, ormai terzo, si becca un capo di imputazione penale e sportiva perchè ottiene i nomi alle 11.53 del venerdì".
LA CRONACA. Ore 9.30 - Sono già arrivati De Santis, Bertini e Bergamo. Da registrare che è presente anche Maria Grazia Fazi, ex segretaria della Can. Presente anche la troupe di "Striscia la notizia"
Ore 10.15 - Iniziata. Il Presidente Casoria da la parola alla difesa di Luciano Moggi. L'avvocato Prioreschi comunica che l'elenco è lo stesso fornito già nella scorsa udienza
Presidente Casoria: Convocheremo il perito per dare un unico incarico.
Il tribunale dispone che all'udienza del 4 maggio sarà convocato il perito
Avv. Prioreschi: Ci riserviamo allora di integrare la lista
Il tribunale dispone la convocazione del perito ing. Porto (da non confondere con l'ingegere Porta che lavora per la difesa di Moggi) al quale verrà affidato l'incarico di trascrivere le telefonate
Il pm prende la parola per comunicare che non ci sono i testimoni previsti per oggi, Ancelotti e l'ispettore Salvagno, che sono riconvocati per la prossima udienza. Inoltre, come testi per la prossima udienza ci saranno anche Cuttica, Pepe, Vignaroli e Roberto Mancini. Le difese dovranno preparare il controesame per questi testi e per il teste Cosimo Ferri. Con questi termineranno i testi dell'accusa.
L'ex arbitro Massimo De Santis chiede di rilasciare dichiarazioni spontanee.
L'avvocato Morescanti dice che non c'è opposizione all'acquisizione delle 75 telefonate, ma si riserva le deduzioni sulle eventuali integrazioni
Massimo De Santis: All'esito dell'esame di Auricchio ritengo doversoso sottoporre alcuni aspetti. Auricchio mi aveva insegnato, quando avevo svolto un corso con lui, che le indagini devono essere fate a 360 gradi e, invece, scopro che qui ci sono intercettazioni in cui altri arbitri parlano e non vengono accettate. Sono stato sottoposto ad intercettazione dai magistrati inquirenti. Dall'altra parte sono stato sottoposto ad intecettazione anche da altri organi. Mi hanno intercettato e pedinato quelli della security Telecom, come risulta dagli atti di Milano, per poi dire che non c'era nulla di scorretto nei miei comportamenti. A distanza di qualche tempo è stata fatta un'altra indagine, quella ufficiale del colonnello Auricchio. Leggendo gli atti non riesco a capacitarmi come mai lo stesso studio, con tutti i mezzi a disposizione, mi abbia messo sotto processo solo con alcune intercettazioni e, addirittura, solo per avere ricevuto 23 magliette dopo Lecce-Juve. Ad Auricchio sarebbe bastato informarsi, andare in Federazione e vedere come erano organizzati gli allenamenti per vedere che la "combriccola romana" non esisteva. Sentirsi dire che quella era una ipotesi, in sede di processo, è stata una mazzata, perchè io per quel fatto non sono potuto uscire di casa.
Qui tutto ho visto tranne che la ricerca della verità. Se Auricchio avesse fatto accertamenti seri non avrei dovuto aspettare 4 anni per sentirmi dire che la combriccola non esisteva, che in Lecce-Parma i giocatori smisero di giocare. Sono stato zitto 4 anni...
Presidente Casoria: Le ricordo che lei è sempre imputato, non si consideri già assolto
De Santis: Lo so, giudice, ma dal giorno dell'avviso di garanzia io non vivo più...
Presidente Casoria: Succede a chi si trova in questa situazione
De Santis: Lo so ma so anche, per aver lavorato negli istituti di pena, che spesso ci sono innocenti in galera
Presidente Casoria: Errare è umano...
De Santis: No, non lo è in questi casi, giudice.
Presidente Casoria: Non si preoccupi, il popolo controlla...
De Santis: Sono stato umiliato dovendo firmare una lettera di scuse alla famiglia Facchetti, quando qui agli atti c'era la prova che avevo ragione. Un presidente di una società di calcio alla quale è stato assegnato lo scudetto 2005, che era della Juventus. Chi mi ha querelato rilascia numerose interviste su fatti che devono essere valutati da questo tribunale, spostando l'attenzione tra le telefonate tra me e il padre al possesso di una sim svizzera. Un'ultima cosa. Io sono stato esaminato dalla giustizia sportiva solo per Lecce-Parma e ho sentito Auricchio dire che l'unica partita vista è stata proprio Lecce-Parma, che tra l'altro Auricchio dice di aver visto da solo, nel suo ufficio, mentre io so che ogni attività di indagine deve essere seguita da una verbale, qui non c'è nessun verbale. Per quella gara Zeman disse che l'arbitro non c'entrava niente, ma erano stati i giocatori a determinare il risultato, quindi, non c'era nessun bisgno di ascoltare la mia telefoinata... Qui non è stata fatta nessuna indagine e, sentendo Auricchio, ho capito che quello che ho imparato il 25 anni di lavoro non è servito a nulla. Le indagni vanno fatte a 360 gradi. Io non ho nessuna intercettazione con Moggi, mi viene addebitata una sim svizzera quando sarei "sdoganato". Sono l'unico a far perdere la Juve due volte quell'anno. Sono quello che guadagna di meno dal punto di vista economico, non sono andato a cena in ristoranti al buio. Sono stato l'unico arbitro della Can intercettato. Qui deve pagare chi ha sbagliato!
Il pm ha depositato agli atti l'intervista a Zamparini sequestrata ieri dai carabinieri presso la sede dell'emittente romana RadioRadio.
Nell'intervista telefonica realizzata venerdì scorso Zamparini aveva raccontato un episodio relativo al campionato 2003-04, quando il Palermo era in B. Il presidente rosanero aveva detto: "Chiesi a Foschi quale fosse il migliore arbitro in quel periodo; poco dopo Moggi telefonò davanti a me chiedendo Rizzoli per il Palermo e la settimana dopo ci arbitrò per davvero. Raccontai tutto dopo poco tempo all’Assemblea di Lega per denunciare il fatto, ma i presidenti delle altre squadre non mi dissero niente". Questa affermazione è stata ritenuta importante dai pm per avvalorare la loro tesi d'accusa che vede Moggi nel ruolo del grande manovratore. Dopo tre anni dalla chiusura delle indagini i magistrati sono ancora alla ricerche di prove per puntellare la tesi accusatoria, uscita indebolita dopo le deposizioni del colonnello Auricchio. L'udienza è stata chiusa dopo questa deposizione per mancanza di altri testimoni.
Prossima udienza il 27 aprile.
Clicca sulla foto per vedere il video della deposizione spontanea di De Santis:
Il processo - Cronaca dell'udienza del 13 aprile 2010.
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- By Redazione
AGGIORNATO con video dell'intercettazione Facchetti-Bergamo sulla griglia di Inter-Juve.
Il processo Calciopoli torna in aula, dopo due settimane di stop nelle quali le telefonate "sfuggite", e trascritte dai tecnici della difesa di Luciano Moggi, hanno svegliato i media che si erano fermati all'estate 2006, ovvero al processo mediatico prima, e sportivo poi. Fino ad oggi solo pochissimi media si erano interessati al processo vero, quello dove le parti in gioco sono tre e non soltanto una, l'accusa. Le intercettazioni inedite che vi abbiamo fatto sentire in audio nei nostri articoli, e sul nostro canale YouTube, secondo la difesa di Moggi dimostrerebbero che non si trattava di un "unico grumo simile alla mafia e alla P2", come sostenuto dai pm, ma di un sistema diffuso di relazioni. Intercettazioni con le quali il collegio di difesa di Moggi sosterrà, come già fatto in altre udienze precedenti, che le indagini si sono concentrate soprattutto su Moggi e sulla Juve, trascurando altre piste, anche in presenza di conversazioni dello stesso tenore, o più gravi, di quelle dell'ex Direttore Generale bianconero.
Dagli investigatori e dalla Procura di Napoli sono uscite in questi giorni "voci" non ufficiali secondo le quali questa intercettazioni erano a loro note e non trascritte perché ritenute "non rilevanti penalmente". Noi, che seguiamo dalla prima udienza questo processo, sappiamo che nel controesame di Auricchio, del 23 marzo, quando l'avvocato Prioreschi ha chiesto conto del perché non vi fossero agli atti trascrizioni di telefonate con Moratti, pur evincendosi da un'intercettazione Bergamo-Fazi che dovevano essere avvenute, gli è stato risposto così:
Auricchio: Non lo so, non so dare spiegazioni.
PM: Qualcosa sarà sfuggita, magari non tutti i telefoni erano sotto controllo.
Auricchio: Tutte le telefonate intercettate sono state riportate, e quelle che non sono state riportate sono state compendiate. Facchetti avrà chiamato su altro numero.
Ad una settimana da queste dichiarazioni rese in aula le intercettazioni sono uscite e di telefonate di Moratti, Facchetti ed altri dirigenti non ne sono "sfuggite" poche. Ascoltandone alcune, come quella dove si chiede "Il numero 1" come arbitro, e si suggerisce l'escamotage di inserire due arbitri preclusi, non comprendiamo più il criterio adottato dagli investigatori che, invece, hanno trascritto telefonate dove si parlava di "chi aveva lavato i piatti a casa di chi", o di tentativi di galanti abbordaggi di una giornalista.
Al giudice Casoria la decisione se accogliere la richiesta dei legali di Moggi di acquisire queste ed altre nuove telefonate "ritrovate".
LA CRONACA
ore 9.30 - In aula sono presenti più di 40 giornalisti accreditati. C'è grande fermento, con una consistente presenza di radio e tv. Ricordiamo la prima udienza: eravamo solo tre a seguire il processo. Si attende la corte. Già presenti Bergamo, Pairetto, De Santis, Bertini e Fabiani. Moggi non è ancora arrivato; strano, solitamente è puntualissimo.
ore 10.00 - Grandissima confusione in aula. Il Presidente Casoria fa sfollare l'aula e poi fa rientrare, uno ad uno, prima gli avvocati e poi i giornalisti. Il pubblico rumoreggia ma, effettivamente, l'aula è troppo piccola per questa udienza.
Il Presidente Casoria ha dato inizio all'abituale appello.
ore 10.10 - Luciano Moggi, ex dg della Juventus, è appena entrato in aula. Al suo arrivo Moggi ha ricevuto il caldo incoraggiamento di tanti tifosi juventini. Ai giornalisti ha risposto brevemente: "Non parlo. Oggi parleranno solo i miei avvocati. E poi oggi ho un po' di raucedine e non posso sforzare la gola". Un gruppo di tifosi juventini, circa venti persone, ha ottenuto il permesso di assistere all'udienza.
ore 10.20 - Prioreschi ha chiesto di acquisire agli atti 75 telefonate. Il Presidente Casoria ha chiesto il parere del pm, che si è preso 30 minuti di tempo per vagliare il materiale e dare una risposta. Il giudice Casoria ha detto a Prioreschi di produrre tutte le telefonate alla prossima udienza.
Presidente Casoria: Illustri la Sua richiesta, anche se ci siamo già pronunciati nel 2009 se ci sono altre trascrizioni non ci sono problemi.
Avv. Prioreschi: Bisogna portare il processo nella sua strada dopo le anticipazioni della stampa, chiediamo di trascrivere una serie di intercettazioni mai trascritte. In sede di requisitoria nel giudizio abbreviato il 27.10.08 il pm si era espresso: "Piaccia o non piaccia non ci sono mai telefonate con Moratti, Sensi". Sono balle smentite dai fatti la tesi che erano tutti a parlare con tutti. Solo gli imputati colloquiavano. Non è vero che ogni dirigente telefonava, ma solo gli imputati. Piaccia o non piaccia al pm le telefonate ci sono, piaccia o non piaccia ogni dirigente telefonava, piaccia o non piaccia non erano balle difensive. Non lo dico per spirito di rivalsa, ma per dare atto alla correttezza del pm che non si sarebbe avventurato in quella dichiarazione se avesse avuto conoscenza delle telefonate. Lo dico perché è un dato oggettivo queste intercettazioni sono state sottratte alle indagini, nel senso che non erano state evidenziate. Lo dico perché, se fossero state trovate prima, forse in sede di indagini preliminari questo processo avrebbe avuto un esito diverso.
Giudice Casoria: Quante sono?
Avv. Prioreschi: Da trascrivere sono 75. Si evince che i pranzi e le cene li facevano tutti, si evince che di griglie parlavano tutti, le designazioni che Moggi viene contestato di sapere un'ora prima, gli altri le sapevano il giorno prima. la richiesta è di trascrivere 75 telefonate e poi Le chiedo di produrre dall'elenco delle 170 mila telefonate, abbiamo fatto gli incroci e abbiamo tirato fuori oltre 3000 contatti tra i designatori e vari contatti. Su queste non chiediamo la trascrizione, ma produrremo un cd con 1700 contatti tra cellulari di dirigenti di società di calcio e i telefoni monitorati e mi riservo di produrre la stampa del tabulato di altri contatti.
PM: Deve interloquire sia su profili di carattere processuale che di contenuto. Chiedo di avere un po' di tempo a disposizione per esaminare la documentazione prodotta.
Difesa di Pairetto: Avevamo individuato alcune telefonate, ma non so se sono le stesse della difesa Moggi, abbiamo bisogno anche noi di tempo.
Presidente Casoria: Riteniamo di esaminare congiuntamente alla prossima udienza sia la richiesta di Prioreschi che quella dei difensori di Pairetto, a meno che il PM non voglia interloquire già adesso. Entro la prossima udienza dovete darci l'elenco completo di tutte le telefonate che volete acquisire. Cominciamo con Auricchio.
E' iniziato l'interrogatorio di Auricchio da parte del difensore di Mazzini Avv. Claudio Botti.
Auricchio dichiara di non sapere se a Mazzini siano mai state fornite schede telefoniche.
Avv. Botti: Secondo la Vostra attività investigativa che ruolo ha avuto Carraro nell'operazione di salvataggio della Lazio?
Auricchio: Ha avuto un ruolo marginale in questa operazione, non risolutivo, la vicenda ha visto come protagonisti Lotito, Mazzini.
Avv. Botti: Come mai nelle conclusioni parlate di Carraro per questa vicenda?
Auricchio: Si riferisce ad una prima ricostruzione di aprile, poi ci sono stati ulteriori passi investigativi...
Avv. Botti: Nelle vostre informative date rilievo ad una cena del 21 maggio 2005 a Livorno?
Auricchio: Sì, sì.
Avv. Botti: Su questa cena ci sono attività di captazione precedenti alla cena, per esempio quella tra Fazi e Bergamo del 20 maggio 2005. Nelle informative evidenziate che in questo colloquio c'è una perplessità nel rendere partecipe Mazzini all'incontro. Che valutazioni fate?
Auricchio: La perplessità è stata evidenziata da Giraudo e non dagli altri.
Avv. Botti: Forse è il caso che rilegga la telefonata, mi sembra che questa perplessità viene evidenziata in più punti.
Auricchio: Sì, ma già nel corso della chiamata viene superata.
Avv. Botti: Qual era il contenuto di questo incontro?
Auricchio: Crediamo che sia stato importante per alcuni fatti che di lì a poco si sarebbero verificati, Bergamo poi chiede garanzie nella sua riconferma come designatore. La perplessità di cui parla riguarda il fatto di avere solo gli uomini e non le consorti.
Avv. Botti: Essendo un incontro con una specifica finalità, la riconferma di Bergamo, volevo capire se non Le sembrava strano che la presenza del vicepresidente della F.I.G.C. suscitasse tale perplessità?
Auricchio: Io tutte queste perplessità non le rilevo in quel momento, il Mazzini è una new entry in questo tipo di conviviali.
Avv. Botti: Nel rapporto tra Mazzini e la Fiorentina è lui a sollecitare Della Valle o il contrario?
Auricchio: Mazzini, anche per la corregionalità, è lui che si propone inizialmente come ruolo di catalizzatore e poi fa da attore protagonista.
Avv. Botti: Volevo comprendere la genesi del contatto iniziale.
Auricchio: E' un contatto con Mencucci, è da lì che parte.
Avv. Botti: Ma risponde ad una sollecitazione?
Auricchio: Non c'è proprio una richiesta da parte del Mencucci, che è frustrato per l'andamento della Fiorentina e si sfoga con Mazzini che si propone.
Nota: A proposito delle nuove intercettazioni il giudice Teresa Casoria dice al pm Narducci: "Le telefonate mi sembrano rilevanti".
CONTROESAME AVV. TROFINO, difesa Moggi.
Avv. Trofino: Aveva rapporti di amicizia con Baldini?
Auricchio: Ho iniziato ad avere rapporti nell'estate 2003 per lo scandalo fidejussioni.
Avv. Trofino: Poi?
Auricchio: Tra il 2003 e il 2005 non ho avuto rapporti.
Avv. Trofino: E' mai stato a Trigoria?
Auricchio: No, mai stato.
Avv. Trofino: Contemporaneamente a Baldini sente anche Antonelli?
Auricchio: E' coevo all'aprile del 2005.
Avv. Trofino: Si presentò o lo convocò?
Auricchio: Lo convocai.
Avv. Trofino: E perché?
Auricchio: Stavano emergendo fatti sulla procura di Blasi che era di Antonelli. Vi era una sottrazione in favore della Gea del giocatore.
Avv. Trofino: Ricorda quanto è durato l'interrogatorio di Baldini?
Auricchio: A mente no.. 11.30 - 17.50
Avv. Trofino: Quindi 7 ore e mezza. Chi era presente?
Auricchio: Solo io, non era un'anomalia perché sono solito scrivere io al pc.
Avv. Trofino: Non ci furono interruzioni?
Auricchio: Solitamente le preciso.
Avv. Trofino: Mi può indicare la durata degli altri interrogatori svolti dal suo gruppo?
Auricchio: Controllo... Paparesta 10 ore... ma non ero da solo.
Avv. Trofino: Senta, avete letto a Paparesta le sue telefonate.
Auricchio: Sì.
Avv. Trofino: Di quanti fogli constano le sommarie informazioni di Paparesta dopo 10 ore?
Auricchio: Sei.
Avv. Trofino: Nello stesso giorno Lei sente anche Copelli, quanto è durato?
Auricchio: Non sono io a sentirlo, è il mio nucleo.
Avv. Trofino: Lo so. siccome non era Sant'Antonio, non poteva essere Lei.
Auricchio: Copelli inizia alle 17 fino alle 22.30. Partecipo solo successivamente, 5 pagine.
Avv. Trofino: 5 ore, 5 pagine... Prenda ora Galati, ci conferma che è stato sentito 4 volte per circa 5 ore per volta, per una ventina di ore?
Auricchio: Galati è stato sentito nel 2007, non c'ero io, non ho i verbali.
Avv. Trofino: Chiedo di esibirli al tribunale perché si possa rilevare che questi interrogatori sono durati circa 24 ore.
P.M.: Mi oppongo, non so che importanza può avere.
Auricchio: Posso controllare, ma non credo di essere io il verbalizzante.
Avv. Trofino: Manfredi Martino quanto tempo è rimasto?
Auricchio: In due volte: la prima volta dalle 19 all'una di notte, 5 pagine.
Avv. Trofino: Alla fine di quel verbale Manfredi esprime una sua preoccupazione. In quel momento tradiva una preoccupazione per essere indagato?
Auricchio: Ricordo di avere avuto davanti molte persone che non venivano con un certo piacere, non posso ricordare esattamente la condizione di Manfredi.
Avv. Trofino: Forse Baldini...
Auricchio: No, anche lui era preoccupato.
Avv. Trofino: In altre occasioni ha letto o fatto ascoltare deposizioni di altre persone?
Auricchio: Ho avuto centinaia di persone, non posso ricordarlo.
Avv. Trofino: A me interessa sapere se le persone interrogate erano genuine o traevano le proprie idee da altre fonti.
Auricchio: Abbiamo sempre scritto nei verbali di queste attività delle telefonate che abbiamo fatto ascoltare.
Avv. Trofino: Sulla riunione del 21 maggio, nella Sua informativa dice che la riunione avviene in un momento topico in cui Juve e Milan erano appaiate e ci fa capire che era una riunione in relazione al Campionato. Poi si accorge che era un errore perché la partita veniva dopo la conquista del titolo da parte della Juve. Lei non aveva valutato che il Milan aveva giocato il venerdì.
Auricchio: Questo lo dice Lei.
Avv. Trofino: No, nell'informativa lo dice Lei.
Auricchio: Non mi pare di avere esaltato quell'incontro.
Avv. Trofino: Ma sì, Colonnello, anche due minuti fa lei sosteneva che quella riunione ci ha fatto intendere che chissà quali tramestii sarebbero avvenuti in quell'incontro. La Juve in quel momento era già campione d'Italia?
Auricchio: Sì.
Avv. Trofino: E la riunione a casa Bergamo poteva mai essere finalizzata ad aver vantaggi?
Auricchio: Ma nessuno lo ha mai sostenuto...
Avv. Trofino: Ah no?
Auricchio: No, abbiamo dato rilievo a quella riunione per la presenza di Mazzini, non era tanto, riuniamoci per far vincere la Juve.
Giudice Casoria: Non era tanto? Quindi c'è scritto nell'informativa?
Auricchio: No, non l'abbiamo mai scritto.
Avv. Trofino: Quindi quella cena era stata fatta per parlare con Mazzini?
Auricchio: E' stata fatta per parlare anche di problemi a cui Mazzini doveva presenziare.
Avv. Trofino: E' il suo pensiero.
Auricchio: Lei questo mi ha chiesto.
Avv. Trofino: Queste riunioni sono solo con dirigenti Juve o sono prassi delle squadre che giocavano a Livorno?
Auricchio: Abbiamo rilevato che questo incontro avesse consistenze investigative.
Giudice Casoria: La domanda era un'altra.
Auricchio: Non mi risulta che c'erano altri incontri a casa Bergamo
Avv. Trofino: L'allora Presidente dell'Inter è andato?
Auricchio: Dalle intercettazioni non mi risulta che Moratti sia stato a casa di Bergamo. Se il Presidente dell'Inter è Facchetti, la risposta è sì, se invece è Moratti non ho elementi.
Avv. Trofino: Abbiamo capito, è si. Sa che è successo dopo quella riunione? Sa se Bergamo diede le dimissioni?
Auricchio: Sì.
Avv. Trofino: Quindi potevano anche aver parlato di questo?
Auricchio: Potevano aver parlato di tutto, non certo prendiamoci un the!
Avv. Trofino: Se parlavano delle dimissioni di Bergamo, anche quest'altra Sua intuizione era errata.
Auricchio: Non era un'intuizione...
Avv. Trofino: Questo processo è pieno di pensieri... Lei non ci ha saputo dire il nome dell'ufficiale al quale si è rivolto per conoscere l'anagrafica delle sim.
Auricchio: E' un ufficio, non un amico personale.
Avv. Trofino: Quindi ha scritto a quell'ufficio...
Auricchio: Il colonnello non si è dimenticato di scrivere il dato anagrafico, mi sono prima accertato se fosse acquisibile senza autorizzazione dell'autorità giudiziaria. Non era questo il caso, quindi mi è stato fornito, è un dato di polizia.
Avv. Trofino: Quando ha ricevuto questo dato non ha ritenuto di fare una relazione di servizio?
Auricchio: L'ho citato nell'informativa.
Avv. Trofino: Vorrei arrivare al sequestro che avete fatto delle prime 9 schede Sunrise e vorrei chiederle queste schede dove le vete acquisite? Se qualche ufficiale, sottofficiale del suo nucleo si è recato in Svizzera per prendere queste schede telefoniche
Auricchio: La posizione, mi ricordo, è uno dei pochi dati a sorpresa di questa attività. Un bel giorno il signor De Cillis contatta i Carabinieri di Como e dice "Guardate che sono io il titolare e non mio padre". Siccome aveva visto sui dati pubblicati dai giornali il famoso intestatario, proprio perché contenuto nelle informative, che era il padre, ed allora il figlio si è premurato di dire "Attenzione, non c'entra niente mio padre", e si è recato dai Carabinieri di Como a dare questo input
Presidente Casoria: Le avete prese in Svizzera le schede?
Auricchio: Sono state fornite personalmente dal signor De Cillis, noi non avremmo avuto questo dato se non fosse stato per la sua libera valutazione. In un primo tempo il signor De Cillis è stato...
Presidente Casoria: Vuole sapere, l'avvocato, dove ve le ha consegnate
Auricchio: A Como sicuramente. Il signor De Cillis è andato dai Carabinieri di Como ad esternare questo fatto, sono state fatte delle prime dichiarazioni che Como ci inviò, ed ho mandato del personale ad escutere personalmente il De Cillis a Como. Questo è avvenuto, credo ci sia anche un verbale da questo punto di vista. Credo che il prodotto, che è un prodotto per altro... qui non abbiamo ... l'acquisizione di cosa? Qui non è stata acquisita nessuna scheda, sono stati acquisiti i dati, i riferimenti, cioè il signor De Cillis ci ha detto "Io ho venduto la scheda numero a Tizio, a Caio , a Sempronio" ... ha indicato i seriali delle schede e li ha forniti
Presidente Casoria: Quindi, non c'è stato un sequestro avvocato
Avv. Trofino: Il maresciallo Nardone lavora con Lei?
Auricchio: Si, è lui che è stato inviato a svolgere queste attività.
Avv. Trofino: Lui ha dichiarato che da Como si è recato al negozio di De Cillis.
Auricchio: Questo fatto non mi risulta, insisto con il dire che non ci sono state sequestri di schede.
Avv. Trofino: Nardone ci ha detto di aver faxato le schede.
Auricchio: Non lo ricordo.
Avv. Trofino: Cerco il verbale, interrogatorio dell'avvocato Prioreschi a Nardone:
Domanda: Siete andati in Svizzera?
Risposta: Sì.
Domanda: Ad acquisire la documentazione delle schede Svizzere?
Risposta: Sì.
Domanda: Quindi le prime nove?
Risposta: Sì, l'abbiamo presa noi nel negozio di De Cillis in Svizzera.
Nota: l'avvocato Trofino legge l'interrogatorio del maresciallo Nardone dal quale risulta che egli si è recato in Svizzera a prendere le prime nove sim, con la macchina dello stesso De Cillis.
Avv. Trofino: Vede, il Suo maresciallo si è recato in Svizzera e, contro ogni norma sulle rogatorie, ha preso la documentazione delle sim.
Auricchio: Il dato è meramente cartaceo, sarà anche andato al negozio, ma non abbiamo acquisito le sim di un gestore svizzero, non ci sono verbali di sequestro di alcunché, sono stati acquisiti i seriali senza violare regole del diritto internazionale.
Avv. Trofino: Quindi non esclude che i Suoi siano andati in Svizzera?
Auricchio: Non lo posso escludere, bisogna chiedere a Nardone, la zona dove è il negozio non rientra nelle regola del diritto internazionale.
Avv. Trofino: Ma ci è andato o no?
Auricchio: Non lo so, ma anche se fosse andato, il De Cillis ha fornito dati relativi alla sua memoria, per quanto mi riguarda ho già risposto...
Avv. Trofino: Tra le telefonate che ha ascoltato, conferma che ci sono telefonate che riguardano il mercato dei calciatori?
Auricchio: Una parte del nostro componimento è stato rivolto alla compravendita dei giocatori.
Avv. Trofino: Attenzione, quella è Gea, riguarda le procure, io parlo di calciomercato, ce ne sono o no?
Auricchio: Non saprei se ci sono delle conversazioni che riguardano compravendita di calciatori.
Avv. Trofino: Lei è stato presente all'interrogatorio di Moggi. Moggi dichiarò che è vero che usava delle schede non riconducibili, ma le usava per il mercato perché aveva paura di essere intercettato.
Auricchio: Io non me lo ricordo.
Avv. Trofino: Nel successivo interrogatorio, Le è venuto in mente di fare delle indagini, che so, a procuratori, dirigenti, per chiedere se nel corso delle trattative usavano utenze diverse?
Auricchio: Quelle sono schede straniere intestate a Moggi.
Avv. Trofino: Non mi sono spiegato. Dico: sapendo il dato che Moggi usava delle schede particolari per svolgere il calciomercato, non ha ritenuto di interrogare i personaggi interessati al mercato per sapere da loro su quali utenze comunicava Moggi?
Auricchio: Come no, emergeva una scheda e se vede le date di De Cillis...
Avv. Trofino: Colonnello, sulle schede svizzere non ci sono intercettazioni, ci sono pensieri...
Il Presidente Casoria ripete la domanda di Trofino..
Auricchio: Ma non era questo l'argomento delle nostre indagini, il calciomercato.... l'oggetto sarebbe stato avulso dalle nostre indagini.
Presidente Casoria: Andiamo avanti, ho capito.
L'avvocato Trofino chiede di ascoltare una telefonata tra Facchetti e Bergamo, ma il pm si oppone.
Presidente Casoria: Sentiamola, ma di che data era?
Avv. Trofino: Del 26.11.2004.
Non viene ammesso l'ascolto ma la lettura della trascrizione. L'Avv. Trofino legge il testo della telefonata tra Facchetti e Mazzei, dove Facchetti chiede l'arbitro numero 1 (Per tutti il "numero 1" era Collina n.d.r.)
Avv. Trofino: Mi dice qual era il criterio con il quale venivano individuati gli arbitri della prima fascia?
Auricchio: Gli internazionali.
Avv. Trofino: Le ho chiesto: ha capito quale erano i criteri per formare le griglie? Conferma che comporre una griglia era una sorta di rompicapo?
Auricchio: Sì.
Avv. Trofino: E allora, per tornare alle telefonata Moggi-Bergamo, quando Moggi dice 'Tu chi ci metteresti, vediamo se hai studiato".
Auricchio: Mi serve il progressivo..
Avv. Trofino: Ma come, è la telefonata principe, non se la ricorda a memoria...
L'avvocato Trofino legge il progressivo. Poi legge la telefonata in cui Moggi parla con Bergamo e si confronta sulla formazione delle griglie.
Auricchio: Sì, l'ho trovata, ma la telefonata non inizia così, non può fare una sintesi?
Giudice Casoria: Qual era la domanda?
Avv. Trofino: Moggi da 4 anni viene accusato di aver fatto le griglie, mentre si diverte solo a fare il rompicapo con Bergamo. Poi si trova la telefonata di Facchetti, in cui si dice mettimi Collina e non la trascrive. Perchè???
Auricchio: Quella telefonata è stata registrata e trascritta.
Avv. Trofino: Non è stata mai trascritta.
Auricchio: Sì.
Avv. Trofino: E dove???
Auricchio: Sì, non è contenuta nelle informative il che non vuol dire che non l'abbiamo trascritta.
Avv. Trofino: E perché non è contenuta nelle informative?
Auricchio: Non è stata da noi valutata valida dal punto di vista investigativo.
Avv. Trofino: Lei ha fatto fotografare gli avvocati di questo processo?
Auricchio: Non mi risulta, se non mi dà la data non posso saperlo.
Avv. Trofino: Alla fine dell'informativa ha avuto contezza di questa circostanza? Lei ha firmato tutte le indagini...
Auricchio: No, ho firmato solo alcune informative, le indagini si sono concluse un anno e mezzo dopo.
Avv. Trofino: Lei sa benissimo che c'è stato questo pedinamento.
P.M.: Opposizione.
Avv. Trofino: E' stato messo nell'informativa il pedinamento agli avvocati..
Auricchio: Questa è un'indagine che non mi appartiene.
Avv. Trofino: Lei ha ascoltato telefonate nelle quali donne parlavano della spesa da fare?? O circostanze familiari che non avevano riferimento alle indagini?
Giudice Casoria: La domanda, avvocato.
Avv. Trofino: Perché queste sono state trascritte e depositate e quella di Facchetti no? Perché?
Auricchio: Lo abbiamo anche ricordato, per avere il dato di riferimento della presenza di Lanese alla cena.
Avv. Trofino: Ha ascoltato Manfredi Martino per molto tempo. Alla fine, egli Le rilascia una dichiarazione nella quale dice che esclude che prima delle 12.30 fossero comunicati anche gli assistenti.
Auricchio: Escludo matematicamente che fossero noti.
Avv. Trofino: Nella vostra informativa dite che Manfredi Martino invia a Meani due sms alle 11.23 con cui comunica la designazione di Trefoloni come arbitro. Alle 11.51 un altro con cui comunica la designazione di Copelli e Ambrosino come assistenti. Se Lei ha queste due dichiarazioni contrastanti, perché ha ritenuto di procedere nei riguardi di Moggi quando fa capire alla sua assistente di conoscere gli arbitri?
Auricchio: Abbiamo tratto le conclusioni e le dico che le dichiarazioni di Martino non sono state rese davanti a noi. Lo abbiamo inviato a farsi ascoltare dal P.M. Le prime due sono avvenute davanti alla Polizia Giudiziaria. Le altre davanti al P.M. Ribadisco che le telefonate sono state trascritte e sono state riportate nell'informativa a carico di Meani.
Avv. Trofino: Quindi perché non trae adesso le conclusioni?
Auricchio: Proprio in quest'aula mi è stato chiesto delle griglie e delle designazioni e abbiamo sempre risposto. La difesa di Mazzei ha portato un documento con le correzioni fatte da Bergamo. Nessuno ha sostenuto che le designazioni le facesse Mazzei, nessuno ha sostenuto che non venissero veicolate abusivamente attraverso meccanismi di sms..
Avv. Trofino: Ma sta andando fuori strada.
Giudice Casoria: Perché avete proceduto con Moggi?
Auricchio: Perché sono due cose differenti, gli assistenti non venivano sorteggiati ma designati.
Avv. Trofino: Oltre a Manfredi ai sorteggi erano presenti i giornalisti?
Auricchio: Sì.
Avv. Trofino: Lei esclude che un giornalista possa aver chiamato qualcuno all'esterno per informare?
Auricchio: Poteva succedere, certo, l'ho detto.
Avv. Trofino: E allora perché ne fate un elemento di colpevolezza solo per Moggi????
Sospensione di un quarto d'ora per far calmare l'Avv. Trofino.
Avv. Trofino: Sorteggi pilotati con arbitri compiacenti, Lei ha detto che nessuna indagine è stata fatta sul punto. Abbiamo anche detto che il sistema serviva all'associazione, parliamo di Milan-Juventus: ha fatto indagini per sapere la griglia della partita?
Auricchio: Sì, la griglia era Collina, Trefoloni e Paparesta.
Avv. Trofino: Quindi non erano arbitri favorevoli alla Juve?
Auricchio: Per Collina sì, ma gli altri due non lo dico con la stessa serenità.
Avv. Trofino: In questo sorteggio, non c'era nessuno degli arbitri sotto processo?
Auricchio: No.
Avv. Trofino: Allora Le pare logico che il sorteggio pilotato...
Opposizione del PM
Avv. Trofino: Quando le difese le hanno posto domande su alcune intercettazioni (Tosatti-Moggi, ad esempio) ha detto che De Santis era uno che si era sdoganato, questa considerazione da dove la ricava?
Auricchio: E' una valutazione e la ricavo dal complesso dell'attività investigativa.
Avv. Trofino: Ma un fatto specifico?
Auricchio: Quello che Lei banalizza come inchiesta napoletana, è vero sono stati assolti, ma al momento..
Avv. Trofino: Ma qual è l'elemento investigativo? Da dove desume?
Auricchio: Innanzitutto le partite sono due non tre.
Avv. Trofino: Se vogliamo contestare anche i numeri... voglio sapere in base a quale fatto?
Auricchio: Lo esterna lo stesso De Santis.
Avv. Trofino: E dove?
Auricchio: Le devo elencare?
Avv. Trofino: Certo, perché le vorrei capire perché io non le ho trovate, Lei ovviamente non ricorda alcun atto effettuato da Lei o dai suoi uomini...
Presidente Casoria: Solo intercettazioni, avvocato, hanno fatto solo intercettazioni..
Auricchio cerca gli atti ma non gli si accende il pc! Il notebook di Auricchio non ne vuole più sapere, non si riaccende. L'interrogatorio dell'avvocato Trofino termina così, ed inizia il controesame dell'avvocato di Leonardo Meani.
CONTROEASAME DIFESA MEANI.
L'avvocato si concentra molto sul ruolo di Meani, su quali fossero le sue competenze.
Anche su questo punto Auricchio appare assolutamente impreparato, la sua testimonianza è piena di "Non so, non ricordo".
Auricchio dice che il 90% delle telefonate intercettate di Meani riguardano fatti personali.
Si passa, quindi, a parlare di Milan-Chievo, guardalinee Puglisi e Babini.
Auricchio: I guardalinee annullano due gol in fuorigioco, uno per squadra ma, soprattutto, annullano un gol del Chievo, non mi chieda dati tecnici.
Difesa Meani: Da dove ha rilevato questi dati? Dai tabellini?
Auricchio: Sì, lo abbiamo riportato nell'informativa.
Difesa Gemignani: Quante volte è stato presente Gemignani nelle griglie arbitrali della Juve?
Auricchio: Ha fatto l'assistente in due gare.
Difesa Gemignani: Grazie.
Difesa Bertini: Il colonnello ci promise, il 16 marzo, di risponderci su quante erano le telefonate intercettate in questo processo.
Auricchio: Oltre 170mila.
Difesa Bertini: E se ci poteva fare l'elenco dei telefoni intercettati.
.... : Lo aveva già fatto.
Difesa Bertini: Volevo sapere se c'erano integrazioni.
Auricchio: No, quello è l'elenco.
ESAME DEL PM:
PM: Ci sono intercettazioni riguardanti Gemignani?
Auricchio: Sì.
Pm: Viene intercettato proprio lui?
Auricchio: No, si parla di lui.
Pm: E Dattilo?
Auricchio: Sì, ci sono.
Pm: E Ambrosino?
Auricchio: Sì.
Pm: Fabiani?
Auricchio: Sì.
L'esame del pm Capuano si è concluso con una domanda sulle sim relativamente agli affari di calciomercato ed Auricchio ha risposto che non ha riscontrato telefonate con uomini di mercato.
Ultime scaramucce degli avvocati di Bertini e Racalbuto che chiedono quali siano le schede attribuite ai due arbitri ed Auricchio si rifà alla testimonianza di Di Laroni.
Viene domandato ad Auricchio se al De Cillis fosse stato chiesto se aveva venduto altre schede anche a soggetti non facenti parte del mondo del calcio.
Auricchio: Al momento in cui De Cillis ha fornito il primo numero di schede, 9, non sapevamo nemmeno a chi fossero intestate, e quelle sono rimaste.
Viene poi fatta domanda sulla deposizione di De Cillis, che aveva affermato di aver fornito anche delle schede a Branca.
Auricchio: Se ci sono schede intestate a Branca sono certamente state compendiate.
Avv. Morescanti: Oltre agli accertamenti tecnici di cui ha parlato il suo collega Di Laroni, sulle sim svizzere ha fatto altri accertamenti?
Auricchio: No.
CONTROESAME DELL'AVV. PRIORESCHI.
Avv. Prioreschi: Lei quando ha lasciato il reparto operativo?
Auricchio: Novembre 2006.
Avv. Prioreschi: Le informative sulle sim sono di marzo, giugno e dicembre 2007. Lei le ha lette?
Auricchio: Ho fatto riferimento non agli esiti..
Avv. Prioreschi: Voglio sapere se le ha lette.
Auricchio: Sì, le ho lette.
Avv. Prioreschi: Quando?
Auricchio: Non ricordo, le ho lette più volte anche tempo fa.
Avv. Prioreschi: Quindi quel dato sui contatti di Moggi è stato formulato in via ipotetica. Questione Antonelli: Lei ha detto di aver parlato con lui solo della questione Gea-Antitrust. Per quello che risulta a me l'Antitrust ha aperto l'indagine il 31 marzo 2005; mi sembra un po' difficile che prima del 1° febbraio 2005 possa aver parlato di un'indagine ancora non iniziata, vuole chiarire?
Auricchio: Quella notizia è l'apertura formale delle indagini sulla scorta di un'attività istruttoria.
Avv. Prioreschi: Questo lo dice Lei.
Auricchio: No, l'Antitrust apre l'inchiesta solo dopo le indagini.
Avv. Prioreschi: Lei sa che Antonelli ha detto una cosa diversa, che Lei avrebbe detto che stava svolgendo indagini di calcio?
Auricchio: Vabbè, ma con Antonelli non potevo parlare di pallavolo...
Avv. Prioreschi: Ma scusi Lei in quel momento quali indagini stava svolgendo sul calcio?
Auricchio: Queste.
Avv. Prioreschi: E allora?
Auricchio: Ma è Antonelli a dire che aveva parlato con me.
Avv. Prioreschi: Baldini: a Roma ha negato di avere rapporti di amicizia con Lei, poi quando verrà glielo chiederemo. Anche in questo caso Lei non ha parlato di questa indagine?
Auricchio: Non di questa indagine.
Avv. Prioreschi: Lei conosce la giornalista di “Milano Finanza”?
Auricchio: Sì.
Avv. Prioreschi: Come la conosce?
Auricchio: Me l'ha presentata Baldini ma non è una novità...
Avv. Prioreschi: In quali circostanza e perché?
Auricchio: Per un'iniziativa di acquisizione della Roma Calcio da parte della Augusta.
Avv. Prioreschi: L'ha incontrata insieme a Baldini?
Auricchio: Mi è stata presentata da lui.
Avv. Prioreschi: L'ha incontrata con lui?
Auricchio: Sì.
Avv. Prioreschi: L'ha incontrata perché Le interessavano i profili economici di questa storia?
Auricchio: No, le attività per cui ho sentito la signora erano di tipo economico - finanziario relative all'indagine che stavo svolgendo. Mi ha fornito un documento di Capitalia relativo alla Roma Calcio. Sono già stato ascoltato sul punto, non ho niente da nascondere.
Avv. Prioreschi: In che data?
Auricchio: Non lo ricordo.
PM: Opposizione, non è argomento di indagine.
Auricchio: La colloco tra la fine del 2004 e l'inizio del 2005.
Avv. Prioreschi: Vorrei capire: dove è avvenuto l'incontro?
Auricchio: In Via del Corso.
Giudice Casoria: Avvocato non insista, è marginale.
Avv. Prioreschi: No, non è marginale, Giudice, perché è importante capire il ruolo che hanno avuto i grandi suggeritori in questo processo. La prima informativa su Capitalia è dell'ottobre 2004. Dove ha incontrato Baldini le altre volte?
Auricchio: In galleria, poi in un bar di Viale Mazzini.
PM: C'è opposizione, queste domande sono state già fatte al teste.
Giudice Casoria: Abbiamo capito che c'era una certa amicizia tra i due e che prendeva informazioni.
AURICCHIO HA TERMINATO IL SUO CONTROINTERROGATORIO.
Alla prossima udienza ci saranno ancora testi dell'accusa, Sampagna, Giovannini e Carlo Ancelotti.
Il pm prende la parola dicendo che non si opporrà alla richiesta di inserimento delle nuove telefonate "ritrovate" proposta dalla difesa Moggi. Anzi, secondo Narducci, alcune di queste, quelle di Foti per esempio, sono già agli atti. Viene indicata una serie numerosa di telefonate e la procura non si oppone, nemmeno su quella di Cipollini, presidente del Bologna, che riceve una telefonata di Bergamo che chiede il numero di Mazzone perché c'è un giornalista che vuole intervistarlo. L'allora presidente del Bologna richiama Bergamo per fornire il numero di Mazzone.
La parte civile, invece, si oppone in quanto "La difesa Moggi vuole evidenziare che vi erano rapporti di tutti con i designatori e perché vogliono far rilevare che i presunti illeciti sarebbero stati commessi anche da altri. Questo esula dai fatti del processo".
Trofino replica: Il pensiero della difesa di Moggi lo interpreta la difesa di Moggi.
La difesa Meani fa opposizione perché, delle nuove intercettazioni, non vengano trascritte quelle che riguardano Meani, in quanto Meani non doveva neanche essere intercettato.
C'è un intervento di Bergamo, una dichiarazione spontanea:
"Mi sembra il caso di fare chiarezza su alcuni aspetti che sono stati male interpretati. mi sembra di essere diventato quello delle cene e del maghetto che faceva i sorteggi. Voglio dare alcuni chiarimenti: le mie sono verità certificabili, quell'anno, al mio sesto anno di lavoro con Pairetto, arrivo e decido che, essendo il mio ultimo anno (e non è vero che faccio la cena per essere confermato, perché avevo già deciso di dimettermi), avevo deciso con mia moglie che quando viene la Juve, l'Inter e il Milan a Livorno li ospito a casa. Arriva l'Inter a gennaio, chiamo Facchetti, lo vado a prendere all'aeroporto, lo porto a casa mia; poi dopo un mese viene e giocare il Milan chiamo Galliani, gli dico della cena, Galliani rimane titubante, lo richiamo il giorno dopo: lui mi dice che non era il caso perché era candidato alla rielezione alla Lega. Non viene ma le telefonate ci devono essere; a fine campionato, con il titolo già assegnato, ripeto l'invito alla Juve cercando di far venire anche Mazzini: ma non potevo farlo in prima persona e per correttezza dico a Giraudo: 'Avete piacere che venga anche Mazzini?' 'Ma ci mancherebbe altro'. Facciamo la cena a campionato assegnato e io ho la casa circondata di carabinieri. Credo che ci sia una disparità di trattamento. I regolamenti non impedivano di partecipare alle cene e vorrei introdurre anche il nostro ruolo. I regolamenti non impedivano che il designatore avesse rapporti con tutti quelli che chiedevano chiarezza. Il telefono non era il mio, ma della Federazione, i tabulati erano leggibili. Io decido di fare questo perchè arrivo alla carica dopo 15 anni di A e 10 di internazionale, designatore in coppa Campioni, e tante altre cose; e so che posso avere rapporti con le società e capire gli umori, capire cose che le società non mi dicevano, io in questa mano dovevo aver tutto quello che era possibile sapere. Mai ho fatto una telefonata ad un arbitro o un assistente per dire come comportarsi. Io con queste conoscenze, unite alla conoscenza della forma degli arbitri, vado a formare le griglie. E badate bene, io il sorteggio non lo faccio mai. In Tv si vede me che apro una pallina, ma quella pallina me l'ha data un giornalista. Anche il sorteggio dunque era regolare. Per i primi cinque anni siamo sempre stati riconfermati senza problemi. Quindi prima Nizzola, poi Carraro, se rinnovavano l'incarico che assegnò i primi due anni lo scudetto alla Lazio e alla Roma come mai era accaduto, poi l'anno dopo lo perse l'Inter e poi lo vinsero la Juve e il Milan che arrivarono in finale in Coppa e quindi erano le più forti, un motivo doveva pur esserci".
L'udienza è tolta.
Clicca per ascoltare Facchetti che parla della griglia con Bergamo.
Calciopoli, lo scoppio ritardato
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- By Andy54
Facciamo il punto della situazione dall'ultima udienza svolta a Napoli fino ad oggi. In queste due settimane anche i media più riottosi hanno dovuto cedere e pubblicare alcune delle intercettazioni "sfuggite" agli investigatori e ritrovate dai tecnici della difesa di Moggi. Questa ondata di telefonate è stata fronteggiata con l'uscita di notizie da "fonti interne" della Procura di Napoli che le bollavano come ascoltate e scartate, perché giudicate "poco rilevanti". Poi è stato il turno delle notizie provenienti da "fonti investigative", che facevano notare come alcune intercettazioni relative a Facchetti fossero comprese nell'informativa del 28 marzo 2007. I media più in difficoltà per il ruolo svolto nel 2006 hanno amplificato queste "voci" (in realtà nulla di ufficiale e firmato è stato emesso), con un senso di liberazione, pubblicando anche due intercettazioni Facchetti-Pairetto. Peccato per loro, e per le "fonti", che quelle due intercettazioni fossero già state pubblicate dal Corriere della Sera il 19 maggio 2006, trascritte quindi da Torino. Facevano parte del fascicolo dell'indagine poi archiviata dall'allora Procuratore Maddalena.
E qui notiamo una prima differenza: la Procura di Torino, pur archiviando l'indagine, inviò tutti gli atti alla FIGC, con le telefonate di Moggi e quelle di Facchetti. Ma a maggio 2006 dovette difendersi; solo per fare un esempio, su Repubblica del 15 giugno 2006, Bonini e D'Avanzo scrivono: "E' un fatto che l'imbarazzo dei "torinesi" cresce. Hanno chiuso precipitosamente un'indagine che i "napoletani" si sono covati come una chioccia le uova". Nella sua replica del giorno dopo, il Procuratore Capo Marcello Maddalena evidenziò anche che aveva provveduto ad inviare comunicazione all'UEFA e alla FIGC: "Peraltro, in occasione del decreto di archiviazione del Gip questo Ufficio, pur non essendone obbligato per legge, si diede carico di disporre con immediatezza, nel settembre del 2005, la trasmissione degli atti al presidente della Figc per le iniziative di ordine disciplinare, avendo ritenuto che gli elementi acquisiti, pur non fornendo prova della commissione di illeciti penali, avrebbero potuto evidenziare condotte di tesserati deontologicamente scorrette e quindi suscettibili di eventuale valutazione sul piano disciplinare".
Siamo davanti alle prime domande: perché sulle informative date da Napoli alla FIGC, nel 2006, non c'è traccia, nemmeno un rigo, delle telefonate di Moratti e Facchetti, per esempio? Perché non è stato fatto come a Torino che, pur considerando "irrilevanti" certe telefonate, le hanno passate al vaglio della FIGC? Come si fa a ritenere che una telefonata di un presidente che chiede prima di non fare il sorteggio, poi consiglia la griglia con due arbitri preclusi per ottenere quello gradito, non sia da sottoporre all'attenzione della FIGC per valutare "condotte di tesserati deontologicamente scorrette e quindi suscettibili di eventuale valutazione sul piano disciplinare", come aveva fatto il procuratore Maddalena? Perché compaiono, secondo le "fonti investigative", nell'informativa del 2007, un anno dopo la celebrazione dei processi sportivi, quando sono telefonate del 2004 e 2005? Perché non segnalarle alla FIGC, con una nota o integrazione d'informativa, già dall'estate 2006? Perché, dopo che sia Bergamo che De Santis, in due distinte puntate di Matrix, avevano rivelato di ricevere telefonate dall'Inter, non si è subito detto che le telefonate c'erano e che erano "irrilevanti", ma ne è stata negata l'esistenza? Nelle informative consegnate a Borrelli non si fa menzione di queste telefonate e della valutazione della loro "irrilevanza".
Tornando agli "ambienti della Procura di Napoli", hanno fatto trapelare che non c'è stato nessun tentativo di tenere fuori dall'indagine l'Inter, e che quelle telefonate sono state depositate ma considerate irrilevanti. Ma se potevano esserlo sul piano penale, avrebbero potuto non esserlo su quello sportivo. La Procura di Torino docet. Ma noi vogliamo anche capire se è vero che in Procura erano note queste telefonate "sfuggite". La logica ci porterebbe a pensare di no, se un pm come Narducci si sbilancia tanto in requisitoria, il 27 ottobre 2008, fino a dire: "Balle smentite dai fatti. Piaccia o non piaccia agli imputati non ci sono mai telefonate tra Bergamo, o Pairetto, con il signor Moratti, o con il signor Sensi o con il signor Campedelli, presidente del Chievo. Ci sono solo quelle persone (gli imputati, ndr), perché solo quelle colloquiavano con i poteri del calcio. I cellulari erano intercettati 24 ore su 24: le evidenze dei fatti dicono che non è vero che ogni dirigente telefonava a Bergamo, a Pairetto, a Mazzini, o a Lanese: le persone che hanno stabilito un rapporto con questi si chiamano Moggi, Giraudo, Foti, Lotito, Andrea Della Valle e Diego Della Valle".
Era all'oscuro del fatto che anche Moratti e Facchetti avevano un rapporto "stabile" con Bergamo, Pairetto, Mazzei? Sembrerebbe di sì, altrimenti avrebbe potuto dire, già allora e non oggi, che "Sì, c'erano telefonate anche di Facchetti e Moratti, le abbiamo ascoltate e valutate irrilevanti".
Ancora nella penultima udienza (leggi qui) non se ne ammetteva l'esistenza:
Avv. Prioreschi: Si capisce da queste intercettazioni che dovrebbero esserci intercettazioni tra Moratti e Bergamo e...
Auricchio: Perfetto, allora ho capito bene
Presidente Casoria: Ma partivano da un telefono che era sotto intercettazione? Vabbè non sa spiegare questo fatto
Auricchio: No, questa telefonata cioè...
PM Narducci: Ma questo lo dice l'avvocato
Presidente Casoria: Che non si trovano
PM Narducci: No, che partivano da un telefono sotto intercettazione, l'avvocato non è in grado di poter dimostrare nulla, ci sono telefonate in cui due persone fanno riferimento a pregresse conversazioni e non credo si possa rendere conto...
Ora le prove ci sono, eccome. Telefonate che non partivano da telefoni sotto intercettazione, perché si era rinunciato ad intercettare certi telefoni, ma arrivavano a telefoni sotto intercettazione. Telefonate che gli investigatori hanno ascoltato e "scartato".
Ma per trovare un filo logico rivediamo cosa hanno dichiarato i pm alla stampa in questi quattro anni.
14 maggio 2006. In un'intervista a La Repubblica il pm Narducci dichiara: "Non è più sufficiente andare in televisione per dire che tutti erano a conoscenza di quanto sta emergendo dall'inchiesta della Procura di Napoli. Chi sa qualcosa, deve trovare il coraggio di venire a raccontarlo ai magistrati. Per il mondo del calcio questa è un'occasione irripetibile, come fu Tangentopoli per la politica". "Il mondo dello sport, se vuole fare pulizia al proprio interno, dovrebbe invece interessarsi alle sorti di questa indagine. Non è più tempo di chiacchiere. Chi è a conoscenza di episodi rilevanti deve presentarsi dai magistrati per mettere a verbale fatti concreti e non frasi di circostanza. Questa è un'opportunità unica".
12 Luglio 2007. NAPOLI - (Ansa) "La delusione e lo scetticismo per le istituzioni sportive credo sia generale. Alcuni risultati erano stati raggiunti nella sentenza di primo grado, poi sono stati annacquati fino agli arbitrati, avvantaggiati da un clima che in Italia muta facilmente: o forcaioli o lassisti. Il garantismo è un’altra cosa, un valore vero". Così il pm di Napoli Filippo Beatrice, titolare dell’inchiesta su Calciopoli insieme con il collega Giuseppe Narducci, in un’intervista che i due magistrati hanno rilasciato all'Espresso e di cui il settimanale ha diffuso oggi un’anticipazione. Il pm è convinto inoltre che il cosiddetto sistema Moggi abbia falsato più campionati, oltre a quello 2004-2005 al centro dell’inchiesta: "E’ evidente che è così. Ci sono fatti che fanno capire che le cose non siano nate certo nell’autunno 2004. Occorreva però la collaborazione delle persone che non c’è stata". "Subito dopo la sentenza di secondo grado - ha ricordato Narducci - mi colpì l’intervista a Mario Serio, componente del collegio, che spiegava perchè la Caf aveva ridotto le sanzioni di primo grado. Se fosse stata rilasciata da un qualsiasi giudice ordinario avrebbe comportato iniziative anche gravi. Valutazioni dell’illecito sportivo sopravanzate da altre di ordine generale: gli umori dell’opinione pubblica, l’auspicio di provvedimenti di clemenza, la partecipazione dell’Italia ai Mondiali. Non scherziamo, giudici ordinari, amministrativi, sportivi: tutti dobbiamo avere l’assoluta certezza che i magistrati chiamati a giudicare lo facciano sulla base rigorosa dei fatti e non di elementi al di fuori del processo. Invece certi commenti post sentenza, anche quelli del presidente della Corte federale Piero Sandulli, mi hanno inquietato". I pm hanno ipotizzano sviluppi anche sul piano della giustizia sportiva: "Le ultime carte che abbiamo inviato all' ufficio di Francesco Saverio Borrelli sono quelle del secondo avviso di chiusura delle indagini e contengono 15 nuove partite, tra cui Juve-Milan 0-0. Anche queste carte configurano gravi ipotesi di illeciti. Non si può dire ancora l'ultima parola", ha detto Beatrice.
"Chi sa qualcosa, deve trovare il coraggio di venire a raccontarlo". "Occorreva però la collaborazione delle persone che non c’è stata". Ma è vero che non c'è stato nessuno pronto a collaborare?
4 dicembre 2009. Udienza Calciopoli a Napoli. L'assistente Rosario Coppola, teste dell'accusa, dichiara in aula che lui nel maggio 2006 raccolse l'invito di pm e di Borrelli e si recò a rendere testimonianza spontanea presso i carabinieri che stavano curando le indagini, ma trovò un muro davanti: l'Inter non interessava, perché non c'erano intercettazioni sull'Inter, dichiara il Coppola. Qui vale la pena riportare la trascrizione integrale di uno stralcio del controesame di una delle parti civili:
Avv. Vigoriti: Avvocato Vigoriti delle Amministrazioni Statali costituite parti civili. Solo una precisazione, non ricordo se Lei ha precisato a proposito di quell'episodio della pressione fatta su di Lei per cambiare la sua versione di quel fatto. Lei ha detto che è stato chiamato telefonicamente da Milano... non ricordo se ha detto da chi...
Coppola: Sì, sì, da Gennaro Mazzei (che nelle recenti intercettazioni "sfuggite" ritroviamo al telefono con Facchetti ndr) che era il nostro referente, che faceva parte della Commissione, sì.
Avv. Vigoriti: Senta ma, come mai di questo episodio non troviamo menzione nelle dichiarazioni che Lei ha reso a suo tempo...
Coppola: Per un motivo molto semplice, ringrazio anche a Lei per avermi fatto questa domanda. Quando incontrai i carabinieri, su mia richiesta d'altronde, questo episodio andava a toccare una società come l'Inter che, non lo so, provai da parte dei carabinieri in modo sbrigativo ma assolutamente, come dire ... l'argomento non gli interessava
Avv. Vigoriti: Non interessava a chi, ai carabinieri?
Coppola: Ai carabinieri. Mi fu detto "A noi non risulta che l'Inter facesse pressioni, non abbiamo registrazioni..."
Avv. Vigoriti: Chi le ha detto questo? I carabinieri?
Coppola: Il capo, ora il nome...
Avv. Vigoriti: No, no, a prescindere dal nome.
Coppola: Sì, sì, i carabinieri. Non trova, addirittura, menzione nel rapporto...
Avv. Vigoriti: Allora mi faccia capire. Lei aveva intenzione di riferirlo e Le è stato impedito?
Coppola: E' stata la prima cosa che io ho riferito, dopodiché la discussione è slittata su altre cose.
Avv. Vigoriti: E' slittata?
Presidente Casoria: Avvocato, però ha chiarito che i carabinieri gli hanno detto che siccome non risulta dalle intercettazioni...
Coppola: "Non è un argomento di discussione, non è un argomento di discussione perché non ci interessa"
Presidente Casoria: Lo hanno bloccato, ha spiegato, hanno detto "A noi non ci risulta, non ci interessa"
Coppola dichiara, sotto giuramento, che i carabinieri gli dissero che a loro non risultava che l'Inter facesse pressioni, che non c'erano registrazioni. Se è vero quanto dichiarato da Coppola viene da chiedersi: ma la telefonata Facchetti-Mazzei, con la "grigliata" comprensiva di istruzioni sugli arbitri preclusi, volta ad fare in modo da ottenere Collina per Inter-Juve, l'hanno ascoltata davvero? E non conteneva un'ipotesi su cui indagare? Perché Auricchio in aula ci ha spiegato che il loro metodo d'indagine era basato sull'ascolto delle intercettazioni, e se queste evidenziavano un possibile indizio di reato si compendiava leggendo i giornali: Gazzetta, Repubblica e Corriere. Risentite la telefonata Facchetti-Mazzei e valutate voi (Clicca e ascolta).
Il pm Narducci si è mostrato critico ed interessato alla giustizia sportiva anche in altre occasioni:
17 novembre 2007. In un’intervista rilasciata a Maurizio Galdi per La Gazzetta il pm Giuseppe Narducci dichiara: "Il calcio è desolante. Visto dall’interno ci si trova davanti ad interessi di ogni tipo che nulla hanno a che fare coi principi dello sport. La realtà è peggiore di quello che si possa immaginare. Nel mondo del calcio è cambiato poco o nulla. Resta il valore di questa inchiesta, ma indagini penali e processi non possono cambiare la situazione. Un discorso che vale anche per la violenza negli stadi. È un problema che riguarda tutti i momenti della vita italiana, non solo lo sport. Per cambiare ci vuole altro che un’indagine. Lo Stato dovrebbe intervenire direttamente e decidere, non può disinteressarsi. Dall’ordine pubblico, ai diritti tv, alla giustizia sportiva. Lo sport non può farcela da solo". Ancora Narducci: "Abbiamo fatto un buon lavoro. E' un'inchiesta solida. Nata per smantellare quel grumo di potere che ha governato il calcio nei primi anni duemila".
29 marzo 2008. Nella sua relazione all'udienza preliminare, davanti al gup Eduardo De Gregorio che doveva pronunciarsi sulle richieste di rinvio a giudizio nei confronti degli imputati per Calciopoli, Narducci affermava: "C'è qualcosa che ricorda più un'associazione segreta, una organizzazione che fa del vincolo della segretezza il suo dato essenziale. Ricorda quanto previsto dall'articolo 1 della Legge Anselmi, una legge pensata in funzione della P2. L'organizzazione può ricordare i profili di un'associazione di tipo mafioso: è stata infatti una organizzazione strutturata in cui il vincolo associativo non solo era intervenuto e si era determinato nell'accordo, ma veniva ulteriormente rinsaldato". La Gazzetta scriveva: "Il pm Narducci non condivide la tesi di "più reticoli" ma parla dell'esistenza di "una sola, potente organizzazione criminale" contro la quale "nessuno ha potuto competere".
Per Narducci, quindi, non c'erano tanti reticoli, come ipotizzava Borrelli nella relazione a Palazzi, del 2007, nella quale lo invitava a continuare le indagini.
L'ultima nota la dedichiamo alle bacchettate di Narducci alla stampa, contenute sempre nell'intervista concessa a L'Espresso nel luglio 2007, della quale riportiamo uno stralcio: "E' servita un'indagine giudiziaria penale per individuare fatti che il mondo del calcio difficilmente avrebbe individuato. E anche l'informazione ha molte colpe. I pochi che hanno avuto coraggio, Oliviero Beha tra questi, sono stati estromessi dal circuito. La Procura di Torino? Ha fatto le sue valutazioni su un breve periodo di intercettazioni: quaranta giorni".
Oliviero Beha è nel circuito e lo vediamo, dal TG3, chiedere da tempo "la verità dopo quattro anni", e criticare la Gazzetta che solo ora scopre che ci sono "Buchi nell'indagine". Sulla diversità delle informative passate dalle due procure alla FIGC parlano le informative stesse e le date della loro trasmissione.