CantaNapoli - Il processo
Udienza del 15 marzo 2011 - Nucini show e scintille con Prioreschi e Morescanti
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- By Redazione
Non acquisito agli atti del dibattimento il così detto "Memoriale" di Facchetti, il cui valore probatorio è stato ritenuto "molto molto scarso", oltre a non essere garantita l'effettiva autenticità. Gianfelice conferma che avrebbe saputo dal padre che Nucini faceva parte dell'organizzazione e che in una partita del Messina "aveva fatto qualcosa di irregolare". Nucini, nervoso, tira in ballo Marconi e Garibaldi e la Casoria lo ammonisce: "Nucini, Lei si sta squalificando come teste". L'ex arbitro protagonista, come era previsto, di molte contraddizioni emerse dalle tante versioni dei fatti fornite, ed il Presidente Casoria deve ammonirlo più volte. Nucini conferma i tanti colloqui di lavoro con diverse banche, ed anche con Paolillo, che gli avrebbe procurato Facchetti per trovargli un posto quando era ancora in attività.
Il processo così detto Calciopoli, nonostante i pm abbiano giocato per la seconda volta il jolly della ricusazione del Presidente Casoria, va avanti e dovrebbe riservarci un'udienza con gli ultimi tre testimoni dei quali è stato richiesto l'esame in extremis, grazie all'art. 507 del cpp: Zamparini, Gianfelice Facchetti e Danilo Nucini. I primi due avevano presentato giustificazione per l'assenza nella scorsa udienza, mentre su Nucini il pm Capuano, orfano di Narducci, aveva detto: "Non ho trovato i Nucini". Speriamo che in due settimane siano riusciti a trovare l'ex arbitro, perché ascoltarlo è diventato interessante dopo la deposizione resa da Facchetti Jr ad aprile dello scorso anno, dopo quella di Fabio Monti che lo ha incluso nella "cupola" e, soprattutto, dopo che il pm Narducci ne ha chiesto la nuova testimonianza affermando: "... in quanto Nucini stesso era persona che aveva fatto parte quale arbitro di questa organizzazione".
Narducci, quando il 26 maggio 2009 lo aveva portato sul banco dei testimoni dell'accusa, non aveva certo presentato Nucini come un membro dell'organizzazione, della quale l'ex arbitro si era detto vittima.
Se Narducci ha cambiato la presentazione di Nucini siamo indotti a pensare che abbia dato credito alle parole di Facchetti Jr e di Monti ma, allora, non solo qualche telefonata "può essere sfuggita" agli investigatori, perché sarebbe sfuggito anche il ruolo di Nucini. Seguiremoo l'udienza in diretta grazie al nostro inviato Francesco/Frales.
Potete seguire la cronaca anche su: tifosibianconeri.com/Cronaca dell'udienza.
Potete commentarla anche sul nostro blog: blog.ju29ro.com/Commenta l'udienza
Audio dell'udienza su Radio Radicale: clicca qui.
Ore 9.40 - L'aula è gremitissima. Nucini e Facchetti Jr sono presenti. La presenza del figlio di Giacinto era stata annunciata in pompa magna dalla Gazzetta dello Sport oggi in edicola, che parla di "gran giorno di Gianfelice Facchetti", aggiungendo che parlerà di quel foglio di appunti sul "sistema Moggi", che si ostinano a chiamare "Memoriale". Sono presenti anche Bergamo, Pairetto, De Santis, Bertini e Moggi.
DEPOSIZIONE FACCHETTI GIANFELICE.
PM Capuano: Chi era suo padre?
Facchetti: Giacinto Facchetti.
PM Capuano: Che faceva?
Facchetti: È stato giocatore dell’Inter, poi presidente dell’Inter per due anni, fino al suo decesso; prima è stato dirigente in altri ruoli, curava le relazioni internazionali.
PM Capuano: Parlava con suo padre del calcio?
Facchetti: Sì c’era un dialogo molto costante.
PM Capuano: Sa se lui ha mai detto di essersi incontrato con Nucini?
Facchetti: Sì in un momernto di confronto disse di avere trovato riscontro ad una serie di dubbi che aveva su sconfitte ripetute della sua squadra attraverso la testimonianza di questo Nucini.
PM Capuano: Di che dubbi parlava?
Facchetti: Che ci fosse un controllo non limpido sulla serie A.
PM Capuano: E Nucini cosa avrebbe detto a suo padre?
Facchetti: Che c’era un gruppo di persone che avevano tessuto una trama di rapporti molto fissi con cui manifestare il controllo, rapporti che avvenivano all’esterno, con contatti telefonici su numeri riservati.
PM Capuano: Fece dei nomi?
Facchetti: Sì Moggi, De Santis, Bergamo, Pairetto, Fabiani… sono nomi che si ritorvano negli appunti di mio padre che ho portato in Procura. Anche altri arbitri e sono tutte parole sue… c’erano Palanca, Bertini, in quell’elenco, Cassarà, Gabriele, Trefoloni.
PM Capuano: Nucini disse a suo padre di aver fatto parte dell’associazione?
Facchetti: Sì, un contatto di Nucini con l’associazione fu con De Santis e Fabiani, che era quello che forniva le schede telefoniche. Nucini disse a mio padre che il passo precednte fu la sua appartenenza all’associazione e gli fece presente di guardarsi Avellino-Messina del 2003-2004 arbitrata da Lui, e suggerì a mio padre di leggersi le dichiarazioni sull’arbitro nelle gare da lui arbitate. Il passo successivo fu la volontà di volersi togliere da questo rapporto, e raccontò queste cose.
PM Capuano: Cosa avvenne quando Lui decise di troncare il rapporto?
Facchetti: Raccontò che venne sollecitato in momenti differenti sia da De Santis che da Fabiani che gli chiedevano come mai non avesse acceso il telefonino per ricevere le indicazioni per la gara che doveva arvitrare.
PM Capuano: Gli ha mai detto se conosceva Moggi?
Facchetti: L’unico episodio è quello dell’incontro all’hotel Concord in cui Nucini incontrò Moggi Fabiani e De Santis.
PM Capuano: Quale era l’interesse?
Facchetti: Esercitare un potere di controllo ramificato nel calcio che riguardasse molte società, ad esempio mio padre mi faceva notare l’ascesa del Messina, che ricevette una serie innumerevole di favori che la portarono alla promozione in A.
PM Capuano: Ha raccolto anche un racconto di suo padre sul rapporto con i designatori e gli arbitri? Nucini ha mai avuto rapporti con loro?
Facchetti: A Coverciano i designatori selezionavano gli episodi da vedere e spesso venivano dimenticati episodi che potevano riguardare società di quelle di cui parlavo prima, o persone che entravamo in quel tipo di rapporti. Inoltre i designatori, attraverso interventi sulle relazioni sull’operato degli arbitri, modificavano i voti delle relazioni per spostare nelle diverse fascie gli arbitri. Un esempio, in un Treviso-Messina arbitrata da Palanca, e molto discussa dall’allenatore del Treviso, dopo qualche giorno ci fu Treviso-Inter arbitrata da Palanca e mio padre si chiese se quello non fosse il premio per l’arbitro.
PM Capuano: Quando parlava del Messina si riferiva a qualcuno in particolare?
Facchetti: Sì, Fabiani.
PM Capuano: Aveva dei collegamenti?
Facchetti: Sì con De Santis e Moggi.
PM Capuano: E per arbitri a loro non vicini, suo padre Le parlò di comportamenti strani dei designatori?
Facchetti: No.
PM Capuano: Per sollecitare la memoria ricordo al teste che nell’aprile 2010 Lui ha detto che venivano adottati provvedimenti di sospensione per arbitri che sbagliavano arbitrando la Juve.
Facchetti: È chiaro che c’era un riconoscimento… dopo il campionato del 2001 ci fu un cambiamento in quelle che erano le retribuzioni, se prima il rapporto era a favore di uno stipendio fisso, dopo fu il contrario, quindi era molto pù alto il guadagno. E questo era un incentivo a stare nei ranghi.
PM Capuano: Suo padre Le riferì anomalie anche per il 2002?
Facchetti: Sì in quell’anno alla Juve toccarono una enorme quantità di arbitri molto giovani che avavano, quindi, molto timore.
PM Capuano: Sui nomi degli arbitri, che disse su Racalbuto?
Facchetti: Disse una cosa che gli venne raccontata da Nucini: in un incontro con De Santis ci fu nun momento in cui Racalbuto stava per chiudere la carriera e aveva bisogno di una proroga. De Santis disse che se voleva la proroga doveva smettere di fare di testa sua.
PM Capuano: Su Messina-Genoa?
Facchetti: Mio padre mi fece notare che Preziosi si era scandalizzato per l’arbitraggio mentre De Canio, che era della Gea, rimase zitto e non commentò.
PM Capuano: Chi arbitrava?
Facchetti: (sollecitato dal pm risponde): Tombolini.
PM Capuano: Su Pellegrino?
Facchetti: La cosa di cui si ricordava era la semifinale di Coppa Italia Inter-Juve e la cosa che venne fuori era che l’arbitro dopo aver smesso l’attività andò a fare il team manager del Messina calcio.
PM Capuano: E su Bertini?
Facchetti: Non ricordo nulla.
PM Capuano: Ricordo al teste che ha detto che suo padre diffidava di Bertini.
Facchetti: Sì, era uno con cui non aveva un grande rapporto, ma nulla di più, c’era una contestazione aperta con l’allora allenatore dell’Inter ma nulla di più.
PM Capuano: Ritornando a Racalbuto, Messina-Fiorentina era arbitrata da lui?
Facchetti: Sì.
PM Capuano: Ricorda anche se Suo padre Le disse che Nucini gli aveva confessato come arbitrare nei confronti della Fiorentina?
Facchetti: Ricordo che Fabiani gli disse di dare addosso alla Fiorentina.
PM Capuano: Su De Santis?
Facchetti: Le uniche cose sono legate agli appunti in cui era individuato come la lunga mano di Moggi nella Can, era una delle persone che facevano da tramite.
PM Capuano: Ricorda una Atalanta-Reggina?
Facchetti: Sì, in cui Doni venne ammonito per una sciocchezza ed era diffidato.
PM Capuano: Nucini riferì di essere l’unico a voler far saltare il sistema, o anche altri?
Facchetti: Ricordo Rodomonti, ma che non disse mai nulla di concreto.
PM Capuano: Sa se Suo padre ha partecipato a cene con i designatori?
Facchetti: Sì, in occasione di un Livorno-Inter una cena a casa di Bergamo.
PM Capuano: E Sua madre che disse?
Opposizione dell'avvocato Prioreschi.
Presidente Casoria: Pubblico Ministero siamo stati zitti fino a mo, ma il commento della madre mo... non è ammessa questa domanda.
PM Capuano: E suo padre che ne pensava?
Facchetti: Non c’era alcun rapporto, sapeva cosa succedeva in quel mondo.
PM Capuano: Suo padre Le ha mai detto chi era il vertice?
Facchetti: Non c’era un vertice, c’erano queste persone di cui ho fatto menzione.
PM Capuano: Lei ha detto che dopo la morte di Suo padre ha rinvenuto degli scritti, che Le hanno dato conferma di quello che Lei ha riferito.
Facchetti: Ho trovato questi appunti di mio padre.
PM Capuano: Io glieli transito un attimo per farLe vedere se sono questi di cui parla.
Presidente Casoria: Quante pagine sono? Le possiamo leggere?
Facchetti: Sono una... questi sono nove fogli, in realtà gli appunti erano appunti di lavoro che riguardavano principalmente la Sua attività all'interno della società Internazionale, riguardo a quello che abbiamo parlato, fondamentalmente, era questo primo foglio.
Presidente Casoria: Che dobbiamo fare? Li dobbiamo far leggere?
PM Capuano: Io chiedo solo una acquisizione, la conferma che è la grafia del padre.
Avv. Messeri: Mi oppongo perché se sono gli appunti allegati all'interrogatorio rilasciato nell'aprile scorso credo che siano appunti senza firma e quindi anonimi.
Presidente Casoria: Qualche altra opposizione?
Avv. Gallinelli: Si associa. Ove vi fosse su qualche appunto la firma di Giacinto Facchetti non ci sarebbe opposizione, ecco.
Presidente Casoria: L'avvocato De Falco pure si oppone? Si oppongono questi tre avvocati. Li legga... il tribunale è orientato ad acquisirli... sostanzialmente la maggior parte degli avvocati non si oppone.
Avv. Messeri: Opposizione, la lettura non è prevista se non c’è l’acquisizione.
L’Avv. della Juventus si oppone alla lettura.
Avv. Messeri: Non è che si può leggere qualunque cosa, o lo acquisisce, anche se anonimo, o non si può leggere.
Presidente Casoria: (dopo un veloce consulto con le giudici a latere) A maggioranza il tribunale decide che non vengono acquisiti gli appunti di Facchetti... vabbè, non vuole acquisire (riferito ad una delle due colleghe, ndr)... perché non è sufficientemente garantita la veridicità, del resto, poi, hanno un valore probatorio, effettivamente, molto molto scarso. Andiamo avanti!
PM Capuano: Nessun'altra domanda.
CONTROESAME FACCHETTI GIANFELICE.
Avv. Prioreschi: Lei ha detto che Suo padre ha trovato riscontro ai sui dubbi con la testimonianza di Nucini. Quali sono questi fatti?
Facchetti: Alcune delle partite di cui si è parlato prima.
Avv. Prioreschi: Lei quando è stato sentito dal pm ha detto: 'Mio padre svolgeva propri ragionamenti e prendeva appunti'. Sono ragionamenti, o riscontri?
Facchetti: Mio padre faceva ragionamenti e li ha scritti. Le cose di cui ha fatto menzione sono fatti.
Avv. Prioreschi: Lei è un testimone "de relato" di Suo padre defunto, che a sua volta è d"e relato" di Nucini. Suo padre scrive…
Opposizione del PM Capuano: Ma se non sono stati acquisiti…
Presidente Casoria: Ma ne sono a conoscenza gli avvocati, voi li avete depositati. Faccia la domanda senza fare riferimenti.
Avv. Prioreschi: Ha chiesto Lei di essere sentito?
Facchetti: Sì, perché in quei giorni, seguendo quello che accadeva in questo processo, rimasi molto colpito da una intercettazione sbagliata di mio padre e partendo da quell’epiosdio…
Avv. Prioreschi: E come ha fatto?
Facchetti: Ho cercato un contatto con la Procura.
Avv. Prioreschi: Col telefono?
Facchetti: Sono venuto in Procura.
Avv. Prioreschi: Così, una mattina...
Facchetti: No, ho telefonato prima, dicendo che volevo parlare di queste carte di mio padre.
Avv. Prioreschi: E come mai a verbale non è stato dato atto che era stato Lei…
Opposizione.
La Presidente Casoria accoglie.
Avv. Prioreschi: Davanti ai PM aveva appunti e li leggeva?
Facchetti: Sì.
Avv. Prioreschi: Quindi facevano le domande e Lei rispondeva?
Facchetti: Non solo, ho fatto anche riferimento a cose che conoscevo.
Contestazione dell'Avv. Prioreschi che legge parti della deposizione in cui si rileva che essa è tutta una serie di letture degli appunti di Giacinto Facchetti.
Facchetti: È chiaro che le cose che sapevo non avevano alcun valore senza gli scritti di mio padre.
Avv. Prioreschi: Mi dice perchè tra le letture che ha fatto non c’era il passaggio in cui suo padre scriveva “non c’erano però le prove”.
Facchetti: Non ho letto solo quello, ma è chiaro che si trattasse di impressioni che si sono scambiate.
Avv. Prioreschi: I PM le hanno indicato l’oggetto dell’indagine?
Facchetti: Sapevo che riguardava il processo che si stava svolgendo.
Avv. Prioreschi: Lei dice in quella dichiarazione che “prendeva atto che doveva parlare di condizionamenti degli arbitri nei campionati ecc.”, quindi Le hanno dato il tema?
Facchetti: Ho chiesto io di venire, sapevo di che venivo a parlare.
Avv. Prioreschi: Rispondendo al PM Lei ha detto anche le posizioni di suo padre sull’esistenza di una struttura di potere che era legata alla Juventus e a Moggi ma anche a Galliani e al Milan?
Facchetti: Confermo. Negli appunti c’era anche quel nome.
Avv. Prioreschi: Anche Nucini faceva parte?
Facchetti: Ne aveva fatto parte.
Avv. Prioreschi: La motivazione che Suo padre Le aveva dato della confidenze di Nucini qual era?
Facchetti: Nessuna, che gli aveva raccontato delle cose.
Avv. Prioreschi: Lei ai PM ha detto che Nucini aveva detto queste cose perché voleva tirarsi fuori.
Facchetti: Sì, perché voleva uscire da questi rapporti.
Presidente Casoria: La motivazione?
Facchetti: Credo che non si riconoscesse più in quel mondo.
Avv. Prioreschi: Passiamo alla visone dei filmati a Coverciano: Suo padre Le ha detto se Bergamo tutelava Nucini?
Facchetti: No, non me l’ha detto.
Avv. Prioreschi: Nel verbale dei PM Lei ha detto che a Coverciano Bergamo non aveva mostrato dei filmati di Nucini perché aveva arbitrato nel senso voluto dall’associazione; non lo ricordava?
Facchetti: No.
Avv. Prioreschi: Suo padre Le ha detto se Nucini ha arbitrato in maniera illecita Avellino-Messina?
Facchetti: Gli disse di guardare la partita in cui aveva fatto qualcosa di irregolare.
Avv. Prioreschi: Lei ha detto anche degli arbitri giovani che hanno arbitrato la Juve nel 2001-2002, io sono andato a vedere. Così Lei mi dice...
Facchetti: Io ho riportato una frase che c’è negli scritti, questa è una cosa che non posso sapere, non so quali sono gli arbitri giovani.
Presidente Casoria: Senta i nomi.
Prioreschi legge tutte le gare di quell’anno con i relativi arbitri.
Facchetti: Di questi non saprei quali sono gli esordienti, ma secondo mio padre il controllo non era solo sugli arbitri, ma anche sui guardalinee e gli osservatori.
Avv. Prioreschi: Allora…
Presidente Casoria: Non Le consento di leggere anche i guardalinee.
Avv. Prioreschi: Sa perché non li leggo? Perché non mi sono preparato in quanto lo sta dicendo solo stamattina…
Facchetti: Io sono qui non (non siamo sicuri di questo "non", che verificheremo ascoltando Radio Radicale, ndr) per difendere mio padre.
Avv. Prioreschi: Lei non doveva difendere nessuno.
Facchetti: Lo so ma le mie dichiarazioni sono legate a quegli appunti non so altro.
Presidente Casoria: Ha avuto un ruolo passivo, non insisterei.
Avv. Prioreschi: Suo padre Le ha detto se anche Baldas e Casarin avevano rapporti con Moggi?
Facchetti: No, so che c’è qualcosa negli appunti ma non ricordo.
Avv. Prioreschi: Le leggo ancora il verbale in cui dice che anche i precedenti designatori usavano il giornalista Di Tommaso per intrattenere rapporti con i giornali.
Facchetti: Il nome è negli appunti.
Avv. Prioreschi: Il ruolo di Tombolini?
Facchetti: L’unico episodio era quello di Messina-Genoa dopo di che venne mandato in prima fascia.
Avv. Prioreschi: Lei è sicuro che quegli appunti sono stati scritti tutti da suo padre?
Facchetti: Sì basterrebbe fare una perizia.
Avv. Prioreschi: Perché Lei questi appunti se li è tenuti tanti anni?
Facchetti: Il contenuto sta tutto in un foglio. Dopo la morte di mio padre ho fatto un po’ d'ordine, poi nel periodo di aprile mi è venuto in mente quel foglio.
Avv. Prioreschi: Conosce Monti?
Facchetti: Sì.
Avv. Prioreschi: Sa se era tifoso dell’Inter?
Facchetti: So che ha sempre seguito la squadra, potrebbe essere simpatizzante, di solito i giornalisti che seguono una squadra lo sono.
Avv. Prioreschi: Suo padre è stato eletto presidente dell'Inter nel gennaio 2004, sa se da quella data ha incontrato Nucini?
Facchetti: Non so, ma non credo.
Avv. Prioreschi: Sa se Nucini in quel periodo ha arbitato l’Inter?
Facchetti: Una sola volta con l’Udinese.
Avv. Prioreschi: Sa se sua padre ha fatto esposti alla FIGC?
Facchetti:Mio padre non aveva alcuna fiducia nell’Ufficio Indagini della Federazione. Sapevo che dopo le testimoniaze di Nucini gli dissero che se aveva voglia poteva andare.
Avv. Prioreschi: Lei sa che il codice prevede l’obbligo di denunciare?
Facchetti: Sì.
Avv. Prioreschi: Lei ha detto che De Canio era della GEA?
Facchetti: Sì.
Avv. Prioreschi: Sa che gli allenatori non potevano essere sotto procura?
Facchetti: No.
Avv. Gallinelli: Prima della sua morte, Lei ebbe modo di parlare con suo padre di questi fatti?
Facchetti: Certamente.
Avv. Gallinelli: Lei non disse a suo padre di denunciarli?
Domanda non ammessa
Avv. Gallinelli: Ha assistito a telefonate di suo padre con arbitri e con De Santis in particolare?
Facchetti: No.
Avv. Gallinelli: Lei ha denunciato De Santis per aver detto di avere avuto rapporti telefonici con Facchetti perché aveva ottimi rapporti...
Facchetti: Sì, ma preciso che allora De Santis era seguito dalla Morescanti e io rimisi la querela dopo una lettera di scuse, ma la mia querela non era per quella frase che Lei ha letto.
Avv. Gallinelli: Ma Lei all’epoca poteva smentire che Suo padre aveva rapporti con De Santis?
Facchetti: No, non potevo smentire.
Avv. Gallinelli: E se aveva altri rapporti con altri tesserati?
Facchetti: Le mie dichiarazioni partono dai Suoi racconti. La mia querela non era per quella frase lì.
Presidente Casoria: E per quale allora?
Facchetti: Non ricordo, mi pare che Lui aveva detto che gli venivano chieste cose da mio padre e che spesso andavano oltre il lecito.
L'Avvocato Gallinelli legge la dichiarazione di De Santis a Telelombardia in cui diceva che "forse a volte si andava oltre".
Avv. Gallinelli: Ma tornando alla genesi della Sua convocazione, ha detto che uno dei motivi fu l’ascolto delle registrazioni in cui si interpretò male una telefonata di suo padre.
Facchetti: Sì.
Avv. Gallinelli: E se Lei non ha mai assistito alle telefonate come fa a dire che era sbagliata l’interpretazione?
Facchetti: Io ascoltai la telefonata messa in rete e riconobbi che la frase non era stata detta da Mio padre.
Avv. Gallinelli: E non si stupì per il fatto che Suo padre aveva rapporti con i designatori?
Facchetti: No, mi stupii che fosse utilizzata una telefonata di una persona non viva in maniera sbagliata.
Presidente Casoria: Quindi Le risulta che faceva telefonate con Bergamo?
Facchetti: Davanti a me mai.
Avv. Gallinelli: Lei ha detto che quello che l’ha spinta a venire dai pm fu questa sbagliata interpretazione della telefonata. Ne ha sentite altre?
Facchetti: No, quelle che sono uscite.
Avv. Gallinelli: E perché nell’interrogatorio con i pm non si fa riferimento a quella telefonata?
Facchetti: Nel momento in cui vengo a rendere una testimonianza c’erano un miliardo di altre motivazioni per tutte le false interpretazioni, le falsità che vengono attribuite a mio padre sui giornali, era il caso di fare querela, ma decidemmo come famiglia di non metterci in mezzo a queste cose, ne facemmo solo tre o quattro, non credo che fosse necessario evidenziare la motivazione.
Avv. Gallinelli: Lei ha parlato di una consultazione con la Sua famiglia, ne parlaste anche con Moratti?
Facchetti: No, ho fatto da solo, soltanto allora quando ci fu la causa con De Santis ero rappresentato dall’avv. Raffaeli che all’epoca era legale dell’Inter perché legata a quella c’era anche un’azione nei confronti di Moggi fatta da mio padre.
Avv. Gallinelli: Nel momento della presentazione della denuncia eravate rappresentati dal legale dell’Inter?
Facchetti: Sì.
Avv. Gallinelli: Quando apprese dei contatti, successivamente, Lei ha inviato una lettera di scuse a De Santis?
Facchetti: Ribadisco che la mia denuncia non era sul fatto che aveva detto che c’erano rapporti, ma per quell’altra frase.
Avv. Gallinelli: Questo processo si riferisce a quale campionato?
Facchetti: 2003-2004 e 2004-2005.
Avv. Gallinelli: Questo processo?
Facchetti: No, 2004-2005 e 2003-2004…
Avv. Gallinelli: Lei ha fatto riferimento a fatti del 2004-2005?
Facchetti: No, ad anni precedenti.
Avv. Gallinelli: Le contesto allora che Lei ai pm riferisce: 'Prendo atto che dovrò riferire sulla struttura che condizionava il campionato fino all’anno 2006”: può riferire quali erano questi fatti?
PM Capuano: Mi oppongo, queste non sono parole del teste, è l’incipit che fa l’ufficio, non il teste.
Avv. Gallinelli: Se questo è l’incipit, lascio a Voi l’interpretazione.
Presidente Casoria: Risponda.
Facchetti: Mio padre era convinto che quella organizzazione fosse andata avanti, ma i fatti di cui ho parlato si fermavano prima.
Avv. Gallinelli: Le sono state fatte domande?
Facchetti: È stato un dialogo partito da mie dichiarazioni.
Avv. Gallinelli: Quanto è durato?
Facchetti: Non ricordo, un’oretta.
Avv. Gallinelli: Tornando all’incipit lei ha fatto riferimento a partite del 2003.
Facchetti: La partita Avellino-Messina è del 2003-2004.
Avv. Gallinelli: Ricorda gare arbitate da De Santis, in quell'anno, del Messina?
Facchetti: No.
Avv. Gallinelli: Quando iniziarono i contatti tra Suo padre e Nucini?
Facchetti: Credo nel 2003, forse nell’autunno.
Avv. Gallinelli: Sa di un esposto dell’Inter ed una convocazione della Boccassini per Nucini?
Facchetti: Sì l’ho letto sui gionali.
Avv. Gallinelli: Sa se Suo padre registrava le conversazioni con Nucini?
Facchetti: No.
Avv. Gallinelli: Questo non l’ha letto sui gionali?
Facchetti: No.
Avv. Gallinelli: Posso esibire un articolo de La Repubblica.
Facchetti: Ah sì, quello di Mensurati.
Avv. Gallinelli: Quindi lo sapeva?
Facchetti: Posso sapere la data?
Avv. Gallinelli: 11 maggio 2006.
Facchetti: Preciso che il 12 maggio Mio padre veniva trattenuto in ospedale per accertamenti clinici che accertarono la malattia che Lo portò al decesso. Mio padre aveva avuto un intervento chirurgico pochi giorni prima, finchè Lui è stato in vita non mi sono occupato delle sue cose. L’11 maggio Lui era presente…
Avv. Gallinelli: Sa se il 21 maggio Suo padre mandò un sms a Nucini?
Facchetti: Non lo so.
Avv. Gallinelli: Successivamente non ritenne di andare da qualcuno?
Facchetti: Ribadisco che dal settembre 2006 ci fu una ondata di manifestazioni per Lui che io seguii in giro per l'Italia. Ho sempre ritenuto che, essendoci un avvocato dell’Inter, tutto andasse avanti per quella strada. Nei mesi successivi me ne sono fatto carico.
Avv. Gallinelli: Dalla Sua audizione, l’unica domanda che Le è stata fatta è se aveva mai appreso se Suo padre aveva registrato le conversazioni con Nucini e Lei dice di non saperlo. Come l’ha smentita ai PM perché non l’ha fatto a Mensurati?
Facchetti: Ripeto,perché era ancora vivo Mio padre.
Avv. Gallinelli: Lei conosce Nucini?
Facchetti: No.
Avv. Gallinelli: Con quale frequenza si incontrava con Suo padre?
Facchetti: Non lo so.
Avv. Gallinelli: Va a vedere le partite dell’Inter?
Facchetti: Sì.
Avv. Gallinelli: Si ricorda una gara arbiratta da Nucini?
Facchetti: Sì Inter-Udinese.
Avv. Gallinelli: Che successe?
Facchetti: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: Sa Suo padre scese negli spogliatoi?
Facchetti: Non lo so.
Avv. Gallinelli: Sa se in altre occasioni lo ha fatto?
Facchetti: Non lo so, potrà essere capitato.
Avv. Gallinelli: Sa se Nucini partecipò a partite dell’Inter in qualche altro ruolo, assistente, quarto uomo?
Facchetti: Io il volto di Nucini non lo conosco, l’ho visto in fotografia.
Avv. Gallinelli: Sa se Nucini face il quarto uomo in altre gare dell’Inter?
Facchetti: Io non so dirLe chi erano gli arbitri delle gare.
L' avvocato che rappresenta lo Stato dice che "stiamo perdendo solo tempo" e che l’avvocato Gallinelli ripete la stessa domanda…
Presidente Casoria: Avvocato Gallinelli non insista sulle conoscenze tra il teste e Nucini. Se parliamo di rilevanza non dovevamo fare alcuna domanda a questo teste, sta riferendo de relato di un morto che era già morto. Quello che riguarda il 2003 non interessa il processo e sarà valutato a suo tempo.
Avv. Gallinelli: Lei poi guardò Avellino-Messina?
Facchetti: Sì.
Avv. Gallinelli: E che rilevò.
Facchetti: Un rigore dubbio a favore del Messina.
Avv. Gallinelli: Altro?
Facchetti: No.
Avv. Gallinelli: E qualcosa di De Santis l’ha vista?
Facchetti: Un Chievo-Inter, verso la fine del campionato, come tifoso.
Avv. Gallinelli: In che anno?
Facchetti: 2002-2003.
Avv. Gallinelli: Oltre al "Memoriale" ha altri documenti?
Facchetti: No.
Avv. Gallinelli: Venne a conoscenza dell’"Operazione ladroni"?
Facchetti: No.
Avv. Gallinelli: E che Nucini aveva appunti in merito ai fatti di cui stiamo parlando?
Facchetti: No.
Avv. Messeri (difesa Bertini): Quando ha iniziato a parlare con Suo padre?
Facchetti: Dall’autunno del 2003, da lì in poi.
Avv. Messeri: Con quale frequenza?
Facchetti: Io lo vedevo una volta la settimana, ma non è che parlassimo sempre di quello.
Avv. Messeri: Sull'episodio Avellino-Messina, è stato Nucini a sollecitare Suo padre ad andare a vedersi la partita?
Facchetti: Si, di leggersi le dichiarazioni sull’arbitro dopo la partita.
Avv. Messeri: Quando è che Suo padre ha riferito a suo padre ciò?
Facchetti: Praticamente in tempo reale.
Avv. Messeri: Nucini parlò di errori che possono avvenire, o di erori che aveva compiuto volontariamente?
Facchetti: Su questa cosa non c’è una chiarezza. Quello che so è che c’era stato un passaggio precedente, un avere fatto parte di una rete di relazioni.
Presidente Casoria: L’avvocato voleva sapere se lo aveva fatto apposta.
Facchetti: In quella partita c’era un'intenzione di danneggiare l’Avellino.
Avv. Messeri: Lei ha detto che venivano puniti solo gli arbitri che avevano sbagliato contro la Juve.
Facchetti: C’era un sottolineare o meno certi episodi.
Avv. Messeri: In questo contesto venne fatto anche il nome di Collina, o di Messina?
Facchetti: No, Collina no.
Avv. Messeri: Contestazione: Lei dice che Suo padre citava i nomi di quei due arbitri. In che senso lo faceva?
Facchetti: Detta così è formulata male, non mi dice nulla. So che certi errori venivano fatti notare e su altri si passava sopra.
Avv. Messeri: Di questi appunti Suo padre Le ha mai parlato?
Facchetti: No.
Avv. Messeri: Sa se questi appunti li ha mai dati a qualcuno, tipo Moratti?
Facchetti: Non so, li ho trovati in casa.
Avv. Fonisto (difesa Racalbuto): Sulla proroga richiesta da Racalbuto, Lei dice che per ottenerla Racalbuto doveva smettere di fare quello che voleva, doveva continuare a seguire le indicazioni dell'organizzazione.
Facchetti: In un momento in cui ci fu qualcosa che non tornava nel suo comportamento ci fu questa cosa.
Avv. Fonisto: Lei nella dichiarazione al PM dice che se Racalbuto voleva la deroga doveva smettere di fare quello che voleva, è un po’ diverso.
Faccehtti: No, se prima seguiva le indicazioni e in quel momento non lo faceva doveva tornare nei ranghi.
Avv. De Sena (difesa Pairetto): Ha mai assistito a telefonate tra Pairetto e Facchetti?
Facchetti: No, con nessuno.
Avv. De Sena: Suo padre Le ha mai riferito di essersi sentito con Pairetto?
Facchetti: No.
Avv. De Sena: Come ha appreso dell’incontro tra Pairetto, Nucini e Moggi?
Facchetti: Da mio padre.
Avv. De Sena: E ha detto che c’era anche Pairetto?
Facchetti: Sì.
Avv. De Sena: Sa se in altre occasioni si è incontrato a pranzo, o a cena, con Pairetto?
Facchetti: No, a parte quel Livorno-Inter con Bergamo, no.
Nessun'altra domanda, il teste Gianfelice Facchetti lascia l'aula ed entra il teste Nucini.
DEPOSIZIONE NUCINI DANILO.
Presidente Casoria: Lei l'ha già detto la volta scorsa che è commerciante. In che cosa commercia?
Nucini: Ho un negozio, una tabaccheria. (si sente la Morescanti dire in sottofondo: "Chi gliela ha aperta?").
Avv. Messeri: Presidente scusi, c'è una eccezione da parte mia, La invito a valutare se la posizione di Nucini può essere considerata come teste, sulla base di quanto riferito dal teste precedente, o se ha bisogno di un avvocato.
Presidente Casoria: Il Tribunale decide che deve essere esaminato quale testimone puro. Ha processi pendenti Nucini?
Nucini: No.
PM Narducci: Nel settembre 2003 Lei venne designato per Livorno-Messina?
Nucini: Sì.
PM Narducci: Mi ricorda cosa avvenne nel corso della giornata?
Nucini: La giornata non doveva disputarsi, perché le società di B, per protesta contro l’allargamento del campionato, decidono di non scendere in campo. Tra queste c’erano le due squadre. La lega e la Federazione fecero comunque designare gli arbitri, e le terne si sono dirette agli stadi. Abbiamno fatto una trasferta diversa dal solito, facendo tutto con molta più calma, perchè sapevamo che questa gara non si sarebbe disputata. Ad un certo punto mi arriva la telefonata del designatore che mi dice "Corri allo stadio", perchè il Messina voleva giocare. Mancava un’ora e un quarto prima della gara. Dopo ciò mi telefona Fabiani che mi dice: "Ti ha avvertito il capo?", dico: "Sì.
PM Narducci: Quando Fabiani Le dice "il capo" a chi si riferisce?
Nucini: Il nome non l'ha fatto, presumo Bergamo.
PM Narducci: Ma Lei risponde sì.
Nucini: Perché presumo Bergamo.
PM Narducci: Quando riceve la telefonata da Bergamo Lei ha avuto possibilità di chiedere che cosa era accaduto?
Nucini: No, mi ha chiesto solo di andare allo stadio, ho pensato che all’ultimo la squadra volesse scendere in campo. Allo stadio non c’era nessuno, era chiuso e io non sapevo che fare. Non c’era nemmeno il Messina. Il messaggio era chiaro, che dovevo formalizzare la presenza del Messina e, quindi, non so che fare. Ad un certo punto un funzionario di PS mi dice che un collega della scorta del Messina gli aveva riferito che il Messina non riusciva ad arrivare allo stadio, perchè il Livorno glielo impediva. Dopo di che mi consigliano un posto dove effettuare l’appello e mi indicano il parcheggio del Santuario. Mi fanno salire su una camionetta della polizia e mi portano al Santuario dove c’era il Messina, e lì effettuo il riconoscimento. Menstre sono lì mi giunge la notizia che anche il Livorno sarebbe giunto alla stadio. Il tempo di attesa era di 45 minuti e dovevo correre allo stadio per effettuare il ricoscimento. Giunto alla stadio non c’era nessuno. Allo scadere dei 45 minuti di attesa c’era solo il Messina, che avrebbe vinto a tavolino la gara. Poi la Federazione decise di annullare tutte le partite.
PM Narducci: Quel riconoscimento era rituale?
Nucini: Nel regolamento c’è scritto che va fatto nello spogliatoio.
PM Narducci: E Lei nel rapporto che ha scritto?
Nucini: Se non ricordo male scrissi che lo avevo fatto al Santuario.
PM. Narducci: Fabiani c’era al Santuario?
Nucini: Non l’ho visto.
PM Narducci: Ci ha parlato di persona o con altri dirigenti alla fine della giornata?
Nucini: Il giorno dopo mi ha telefonato Ghirelli, della Figc, che mi voleva fare i complimenti, e anche un dirigente della Polizia.
PM Narducci: Ha discusso di questo con i designatori?
Nucini: No, non mi hanno mai detto se ho fatto bene o male.
PM Narducci: Era la prima volta che aveva telefonate da Fabiani?
Nucini: Prima della partita sì.
PM Narducci: Nella deposizione della scorsa udienza fece riferimento ad un incontro con Fabiani al Concord.
Nucini: Ah vabbè, ma se si riferisce a questo allora sì.
PM Narducci: Ma l’incontro al Concord è precedente alla gara di Livorno?
Nucini: No, prima la partita e poi l’incontro. Pochi giorni, una ventina, l’incontro è del 25 settembre.
PM Narducci: Lei ha detto che in quella occasione Fabiani Le ha dato una scheda, sa il numero?
Nucini: Non ricordo, se posso leggere gli appunti.
PM Narducci: Lei dice che questa scheda era 366 finale. Volevo sapere attraverso questa scheda Lei quante conversazione ha intrattenuto con Fabiani.
Nucini: Io non ho mai chiamato Fabiani con quella scheda.
PM Narducci: E ha ricevute telefonate?
Nucini: Sicuramente sì, ma non rocordo quante ne ho rivevute, anche perché l’ho tenuta veramente ben poco questa scheda.
PM Narducci: All'incirca per quanto tempo Lei ha conservato questa scheda?
Nucini: Finchè non ho avuto la possibilità di incontrare Facchetti e dare a Lui i numeri che mi aveva fornito Fabiani, tra cui questo.
PM Narducci: Dovendo fare una stima molto generica, per carità, quanto tempo?
Nucini: 15-20 giorni. Appena mi sono visto con Lui, non avevamo avuto la possibilità di vederci prima, gli ho detto "Queste sono le cose alle quali sonoo riuscito a risalire, adesso veditela Tu, insomma".
PM Narducci: Mi ripete per cortesia che parole utilizzò Fabiani?
Nucini: Che doveva essere utilizzata solo per comunicare con Lui per qualsiasi problema e non doveva essere utilizzata per chiamare altre persone.
PM Narducci: Ha ricevuto anche indicazioni sull'altra utenza, che Lei avrebbe dovuto o potuto chiamare?
Nucini: Le altre utenze che ho fornito, ribadisco spontaneamente a Milano (durante le SIT del l'1 dicembre 2010, ndr), perché l'ho voluto fornire spontaneamente... quando sono stato chiamato a Milano (si sente una voce femminile, potrebbe essere la Morescanti, che chiede "Sontaneamente o è stato chiamato?") ... il verbale che ho fornito a fine 2010 ... questi tre numeri, io ho fornito 4 numeri, tre numeri sono quelli che mi sono stati dati in occasione di Cosenza-Triestina e il numero che il dottor Narducci mi ha appena elencato è il numero della scheda Tim che mi è stata data a Torino... (la Casoria chiede: "Quale è l'incontro a Milano?") ... no, il tempo, noi stiamo parlando di numeri di telefono, ok? Quando ho dato la deposizione ai carabinieri sulle nuove cose emerse dal memoriale del figlio di Facchetti, ho fornito spontaneamente i numeri di telefono.
Presidente Casoria: Quando?
Nucini: A dicembre 2010.
Avv. Messeri: Quello che Nucini ebbe a dire in quella occasione non può essere utilizzato, perché si tratta di indagini suppletive che ai sensi del 430 può compiere soltanto il PM ed il difensore e non anche la polizia giudiziaria.
Presidente Casoria: E' stato sentito anche dal PM penso.
PM Narducci: No, Presidente, l'assunzione di informazioni è atto delegabile alla Polizia Giudiziaria.
Avv. Messeri: Non risulta nel verbale, sono sommarie informazioni (SIT) fatte di iniziativa della Polizia Giudiziaria che ai sensi del 351 non possono trovare...
PM Narducci: Risulta, avvocato, Lei ha l'intera documentazione, dall'annotazione con la quale si trasmette alla Procura di Napoli il verbale di SIT del signor Nucini in esecuzione della delega. Lei ha questa documentazione perché Le è stata messa a disposizione.
L'avvocato Messeri si impunta sulla sua posizione.
Presidente Casoria: Pubblico ministero limiti queste domande sul verbale, questa sempre attività integrativa di indagine è.
PM Narducci: Presidente il tribunale ha ammesso questa deposizione, io mi sto attnendo ai temi della deposizione (alza la voce, ndr)
Presidente Casoria: Sull verbale dei carabinieri non può rispondere perché non risulta che l'indagine è delegata.
PM Narducci: Ok, allora chiedo una sospensione per procurarmi e depositare la delega che ho dato ai carabineri.
Presidente Casoria: La delega c'è? Allora, si dà atto che il PM dichiara che si tratta di attività delegata ed è in grado di esibire la delega. Si prosegua.
PM Narducci: Cosenza-Triestina in che momento è avvenuto?
Nucini: (prima dice che l'ha già detto, al che Narducci si infervora e la Casoria invita Nucini a dirlo di nuovo, ndr) Era il 2002-2003, non era la stagione... 2002-2003, sì.
PM Narducci: E quelle 3 schede fornite in questa occasione…
Nucini: Non erano schede ma numeri di telefono forniti verbalmente.
PM Narducci: Cioè numeri ai quali avrebbe potuto fare telefonate?
Nucini: Sì, come posso dare io tre numeri ad una persona...
PM Narducci: Ed ha mai fatto telefonate su questi numeri?
Nucini: No, non ho mai fatto telefonate.
PM Narducci: In relazione alla scheda vera 338, all’incirca un paio di telefonate le ha ricevute..
Nucini: Sì.
PM Narducci: Mi può collocare il momento e le ragioni per le quali Lei ricevette questo apio di telefonate?
Nucini: Una in occasione di una gara di coppa Italia, dopo essere stato a Torino al Concord a prendere la tessera, in quella gara qualcosa sbagliai, dovetti tornare in campo perché avevo fatto terminare il primo tempo dopo 43 minuti, questo perché quello che avevo visto a Torino mi aveva lasciato alquanto perplesso... avevo perso di serenità…
Presidente Casoria: Il pm voleva sapere il contenuto delle telefonate.
Nucini: Sì, dopo la gara di Coppa Italia Salernitana-Reggina, Lui sapeva che dovevo andare a Coverciano, per quell’episodio mi disse di stare tranquillo, di stare sereno, era un modo di mostrarsi vicino.
PM Narducci: Ma il motivo per il quale egli La invitava a stare sereno? Originato da cosa?
Nucini: Ma originata da cosa, per la scheda, pensava... pensava che fossi entrato nel loro gruppo, non voleva farmi fare colpi di testa, non credo che ci fosse un motivo.
PM Narducci: Queste sono le parole di Fabiani. Lei rispose in qualche modo?
Nucini: No risposi che ero seccato di quello che era accaduto e Lui...
PM Narducci: E la seconda occasione?
Nucini: Dopo Avellino-Messina.
PM Narducci: E che Le disse?
Nucini: "Ricordati chi sono gli amici".
PM Narducci: Che successe in quella gara?
Nucini: Una gara grottesca, due espulsi dell’Avellino, due gol per il Messina, evito anche di espellere il portiere dell’Avellino, ero quasi imbarazzato di vedere quello che vedevo in campo. C’era l’osservatore che mi contestò la gara, tutta la direzione di gara... ed era evidente che se non avevi svolto il tuo ruolo in modo efficace venivi penalizzato dall'osservatore arbitrale, le dinamiche erano queste. Dopo Cosenza-Triestina lo stesso Fabiani mi disse che avrebbe parlato con l’osservatore per farmi avere 8.60.
PM Narducci: Dopo Avellino-Messina chi era l’osservatotre?
Nucini: Marino di Roma, che mi contestò la mancata espulsione del portiere dell'Avellino, aveva anche ragione comunque, perché vedo che sorridono... (La Casoria invita a non sorridere, ndr) se avessi svolto le dinamiche come il gruppo voleva sicuramente il voto sarebbe stato diverso non ci sarebbe stata contestazione, questo è sicuramente vero. Nelle dinamcihe era evidente che gli osservatori rispondevano, appunto, a delle dinamiche. In quella occasione il voto doveva essere per forza negativo.
PM Narducci: Fabiani l’ha chiamata solo dopo?
Nucini: Sì. Il giorno dopo sulla Gazzetta ci fu un articolo in cui si diceva che sul telefonino di Zeman, prima della gara, era arrivato un messaggio in cui c’era scritto che avrebbe perso 2-0 e che avrebbe avuto 2 espulsi; io chiamai subito Pairetto dicendo di intervenire ma lui mi disse che non era il caso.
PM Narducci: Che cosa stava sollecitando?
Nucini: L’apertura di una inchiesta.
PM Narducci: Non incontrò Fabiani prima dell’incontro?
Nucini: No.
PM Narducci: E la tefonata di Fabiani dopo la gara?
Nucini: Fu una telefonata lampo, mi disse solo le parole che ho già detto.
PM Narducci: Lei ha parlato di Avellino-Messina a Facchetti?
Nucini: Con lui abbiamo iniziato a parlarci nell’estate del 2002.
PM Narducci: E questa di Avellino-Messina?
Nucini: No, gli dissi "Hai letto sulla Gazzetta?", e poi gli dissi della telefonata a Pairetto.
PM Narducci: Ricorda, con riferimento agli incontri da Lei diretti, a quanti e quali ha fatto riferimento nei colloqui con Facchetti?
Nucini: Ho raccontato gli episodi determinanti, sapevamo che le chiacchiere non ci servivano, ma solo gli episodi determinanti, che sono quelli che ho descritto. Qui si vuol far passare che erano solo chiacchiere e allora chiamiamole chiacchiere... io a Facchetti ho raccontato le dinamiche in maniera chiara.
PM Narducci: Ha mai fatto riferimento ad Ascoli-Fiorentina da Lei diretta?
Nucini: Se me lo dice, l’ho diretta: non ricordo.
PM Narducci: Ha parlato a Facchetti della partita?
Nucini: No, non mi ricordo che ci fossero elementi particolari.
PM Narducci: Altra gara del 2004 2005, Fiorentina- Messina del 20 aprile.
Nucini: Sì.
PM Narducci: Ne ha ha parlato con Facchetti?
Nucini: No, perché ormai il nostro compito era terminato.
PM Narducci: Il vostro compito, che vuol dire?
Nucini: Capire il malessere che stava attraversando il mondo del calcio e a Torino, al Concord, si era concluso.
PM Narducci: In questi colloqui ha mai ricevuto indicazioni per svolgere un arbitraggio ai danni della Fiorentina?
Nucini: No, l’unica indicazione che ho avvertito come messaggio è stata in occasione di Livorno-Messina di cui ho parlato.
PM Narducci: Chi erano le persone presenti al Concord?
Nucini: Mi ha portato Fabiani in camera, dopo pochi minuti è entrato Moggi, che si è fermato qualche minuto, ha chiamato i due designatori e poi Fabiani mi ha dato la scheda.
PM Narducci: E a Facchetti ha parlato di Racalbuto?
Nucini: Noi eravamo convinti che nel gruppo ci fossero arbitri che rispondevano direttamente alla dinamiche e altri che ne rispondevano indirettamente. Ci siamo fatti nomi specifici, ma erano tutte considerazioni non comprovabili. Abbiamo parlato di Racalbuto ritenendo che poteva essere uno che rispondeva alle dinamiche.
PM Narducci: Ha mai parlato con De Santis circa Racalbuto?
Nucini: Sì, in una cena di Natale dove Facchetti mi chiese di indicargli chi era Fabiani. Io ero al tavolo con alcuni arbitri e chiesi loro di indicarmi chi fosse Fabiani, Racalbuto mi aggredì in maniera verbale molto veemente e io ho risposto dicendo che se aveva problemi poteva anche aspettarmi fuori.
Presidente Casoria: In che anno siamo?
Nucini: Natale 2002. Ad un allenamento De Santis mi disse di non preoccuparmi dell’episodio con Racalbuto, perchè Racalbuto era in mano loro e se voleva la conferma doveva fare quello che volevano loro.
PM Narducci: Telefonata del 7 aprile 2005 con Meani la ricorda?
Nucini: Sì.
PM Narducci: Ad un certo punto parlate di Di Tommaso, che indicate come "il vero designatore altro che Baldas", e di riflesso lo era Moggi...
Opposizione dell'avvocato Trofino sulla lettura dell’intera telefonata: venga al punto.
PM Narducci: Il punto è: che intendevate in quella telefonata?
Nucini: Da quando sono arrivato alla CAN, di volta in volta, si sono sostituiti i burattini in mano a...
L'avvocato Prioreschi si oppone, Bergamo e Pairetto si arrabbiano. Pairetto: E' un cafone!
Presidente Casoria: Chi era Di Tommaso?
Nucini: Un giornalista di Tuttosport molto vicino alla CAN e molto influente. Meani lo conosceva bene perchè era stato arbitro e quella telefonata era un confronto.
Avv. Trofino: Ma il teste deve riferire su fatti, queste sono considerazione.
Nucini: Forse ho capito. In quella occasione l’anno di Baldas 1997/1998, forse...
Presidente Casoria: Siamo un po’ lontani, PM… la telefonata non è del '97, parlare dei tempi passati con Meani non ci interessa.
Nucini: Io dicevo a Meani che un arbitro, Messina, si lamentò con Di Tommaso perché Baldas gli tolse un’amichevole che aveva già fatto l’anno prima e Baldas, davanti a tutti, lo rimproverò per essersi lamentato con il giornalista.
PM Narducci: Nessuna altra domanda.
CONTROESAME NUCINI DANILO.
Avv. Prioreschi: Ha parlato con il PM questa mattina?
Nucini: L’ho incrociato ma non ci ho parlato.
Avv. Prioreschi: È stato convocato, o si è presentato Lei?
Nucini: Sono stato convocato.
Avv. Prioreschi: Le hanno letto le depoisizioni di Facchetti prima dell’interrogatorio?
Nucini: No.
Prioreschi legge il verbale di sommarie informazioni testimoniali rese da Nucini a dicembre 2010.
Avv. Prioreschi: Nel 2006 è stato sentito dall’Ufficio Indagini, poi nel 2007 dai PM e poi nel 2009 da questo Tribunale. Come mai tutto quello che ha riferirto nel dicembre 2010 non lo ha mai riferito prima?
Nucini: Io vado a testimoniare alla giustizia sportiva dopo le sentenze. Vado a testimoniare, anche se non ero tesserato. Lo faccio perchè Borelli mi invita a farlo per onorare la memoria di Facchetti. Io ho sempre avuto pudore a parlare di una persona che non c’è più. Lei non troverà mai una dichiarazione mia di quello che è stato nell’intimo il nostro rapporto. Così non l'ho fatto in nessuna occasione. Quando sono andato da Borrelli, Lui era rimasto dopo le sentenze per aprire le indagini sul Dossier Ladroni. Non sapevo per che cosa ero stato chiamato. Così è stato negli altri due casi. Fortunatamente il figlio ha ripescato questi memoriali del padre ed in quella occasione ho risposto alle domande che mi erano state fatte sul quel memoriale. Io non le avrei mai dette spontaneamente.
Avv. Prioreschi: Le ricordo che Lei il 26 maggio ha depositato un suo pseudomemoriale.
Nucini: No, non ho mai deposistato nulla, a me interessava raccontare le dinamiche che avevamo vissuto.
Avv. Prioreschi: Livorno-Messina, Lei ha raccontato tutto, e questa se la ricorda nel dicembre 2010?
Nucini: Ma se non fossi stato in buona fede non l’avrei mai raccontata.
Presidente Casoria: Questo, che era un fatto dimostrativo di una certa cosa, perché non l’ha detta qui quando è venuto la volta scorsa?
Nucini: Dopo che è uscito il "memoriale" è caduto anche il senso di pudore e di imbarazzo. Io...
Avv. Prioreschi: Ma in Livorno-Messina mica parlava di Facchetti.
Nucini: Ma era una confidenza che avevoi fatto a Lui.
Presidente Casoria: E' stato reticente per la memoria di Facchetti.
Avv. Prioreschi: Sulla scheda data da Fabiani: Lei prima ha indicato il numero, ma poi ha detto di non averla usata e che Le sono arrivate solo un paio di telefonate. Lei il 23 settembre 2007 ai carabinieri ha detto di avere avuto la scheda ancora imballata e che l’aveva buttata via.
Opposizione del PM Narducci.
L'avv. Prioreschi si arrabbia: Avrebbe dovuto farle Lei queste domande, lo sa bene quante versioni ha dato sul fatto!
Avv. Prioreschi: Ha detto prima che l’aveva usata, poi che non lo aveva fatto, che non ricordava il numero, poi dice che non l’ha buttata... mi dice dopo 7 anni come ha fatto a ricordare il numero nel 2010, dopo che ha detto davanti a questo Giudice, per dieci voltem che il numero lo aveva dato a Facchetti e che non se lo ricordava?
Nucini (a Prioreschi che incalza): Adesso Le rispondo... STAI CAL... STAI CALMO!
Avv. Prioreschi: Prima di tutto Lei "Stai calmo" a me non lo dice!
Presidente Casoria: Nucini non si deve permettere di dire così all'avvocato! Non si deve permettere! E risponda alle domande!
Nucini: A Borrelli dico che l’ho annotata, poi a Lei, che mi ha posto la stessa domanda in molti modi, anche l'avvocato Trofino mi ha posto la stessa domanda, dopo un controesame di 6 ore, ho dato la stessa risposta, ho sempre detto che l’avevo annotata.
Presidente Casoria: Ma sarà valutato tutto quello che i testimoni dicono. Lei ha sentito cosa ha detto l'avvocato? Che nei verbali c’è scritto il contrario, che non è vero che Lei ha detto...
Nucini: Io il controesame, l'ha buttata, non l'ha buttata, l'ha buttata prima, lo ricordo perfettamente, resta il fatto che io questo numero l’avevo annotato e lo avevo dato anche a Facchetti, e appena ho avuto la possibilità di fornirlo l'ho fornito. Lei nel controesame poteva farmela la domanda "Mi dica il numero, si ricorda il numero"... oppure vuol sostenere...
Avv. Prioreschi: Io chiedo che il teste venga ammonito perché deve dire la verità.
Presidente Casoria: Va bene, Lei lo aveva annotato, però dove lo aveva annotato? Perché non l’ha detto qui? Questa annotazione non la poteva leggere prima di venire qui a... innanzitutto, dove lo aveva annotato?
Nucini: Nei miei appunti personali che Le ho detto nell'udienza successiva (forse intende dire "precedente", ndr). In quella occasione io non me lo ricordavo questo numero, anche adesso, se io non rileggo i miei appunti, non ho memorizzato
Avv. Morescanti: Sono state fatte 25 domande su questo punto e Lei mi ha risposto: 'Magari avvocato avessi...'.
Nucini copre la voce della Morescanti, ripete "No, no, no", urla. In aula c'è gran trambusto (neppure l'audio su Radio Radicale rende decifrabili le parole esatte che vengono urlate, ndr).
Avv. Prioreschi: Presidente, lo faccia stare zitto!
Nucini: Allora, facciamo così: la scheda me l’ha data Marconi e a Torino c'era Garibaldi.
Presidente Casoria: Nucini, Lei si sta squalificando come teste, tutto questo viene registrato, tutto questo che Lei dice. Perché questi appuntini, perché non l'ha letto sugli appuntini questo numero e non ce l'ha detto.
Avv. Prioreschi: Presidente scusi, per l'onore degli avvocati, Le leggo dal verbale della scorsa volta solo l'ultima domanda posta dall'avvocato Trofino, pagina 182 del Suo verbale, Trofino: "... famosa scheda ricevuta da Fabiani quel giorno, questa scheda telefonica Lei dice che poi l'ha buttata... Lei annotò il numero di questa scheda? E lo dette a Facchetti, giusto?", e Lei rispose: "Sì.", Trofino: "Non ne tenne una copia anche per Lei?", e Lei: "No!".
Nucini: Io non avevo capito quella domanda, intendevo una copia.
Avv. Prioreschi: Presidente, Le chiedo di interrompere l’esame, lo diffidi, gli nomini un difensore.
Presidente Casoria: Andiamo avanti, altre domande, andiamo; il teste lo abbiamo inquadrato, forza... poi dice che uno dice "Lo abbiamo inquadrato" (nota polemica del giudice, forse in ricordo del contenuto della prima ricusazione, ndr). Andiamo avanti, avanti!
Avv. Prioreschi: Nel 2001-2002 ha arbitrato in serieA?
Nucini: 2 gare.
Avv. Prioreschi: Quindi ritratta: aveva detto di non avere arbitrato.
Nucini: Ho controllato i miei appunti.
Avv. Prioreschi: Si ricorda che non aveva arbitrato in serie A collegandolo... Si ricorda quante volte ha arbitrato in A e B bel 2001-2002?
Nucini: La serie B non l’ho contata, perché nel curriculum di un arbitro conta la serie A, mi perdoni.
Avv. Prioreschi: Un arbitro di serie A, se è un arbitro di serie B conterà le partite di serie B.
Nucini: Dipende da chi fa le classifiche.
Avv. Prioreschi: Dipende dalle qualità.
Presidente Casoria: Vuole sapere orientativamente quelle che ha fatto...
Nucini: Una quindicina.
Avv. Prioreschi: Lei ha fatto 14 volte la B e 2 la A; sa Palanca quante volte ha arbitrato in B nel 2002?
Nucini: No.
Avv. Prioreschi: Ha fatto 16 volte la B. Cesari ha arbitrato il 30.9.2001 Juve-Roma 0-2; che cosa è successo a Cesari? Lo ricorda?
Nucini: No.
Avv. Prioreschi: Ha detto che non ha più fatto la Juve quell’anno, è nel dossier che ha dato al Tribunale.
Nucini: Io quell’elenco l’ho fatto e l’ho dato a Facchetti e al tribunale, quindi non ricordo. Non mi pare che Roma-Juve sia di quell’anno, anzi non è quell’anno, è qualche anno dopo. Non è quell'anno, non è quell'anno...
Avv. Prioreschi: Invece era proprio il 2001-2002 e Cesari ha fatto la Juve altre 2 volte, quando andiamo sui fatti cade sempre.
Nucini: No no, questo non è vero.
Avv. Prioreschi: Fabiani il 15 marzo 2003 Le avrebbe dato 3 utenze all’aeroporto di Lamezia. (Prioreschi legge i tre numeri). Lei dice di non avere mai usato le utenze. Purtroppo Lei è sfortunato, perché da indagini dei pm risulta che è impossibile che Fabiani possa averLe dato questa utenza (Prioreschi cita il numero, ndr), perché questa utenza risulta attiva solo dal 18.12.99 al maggio 2002 e riattivata a dicembre 2004, quindi il 15 marzo 2003 questa utenza non esisteva, ed è un po difficile che Fabiani possa averLe dato questa utenza. Adesso Lei mi dice da dove ha pescato queste tre utenze?
Nucini ride.
Avv. Prioreschi (arrabbiandosi): No, senza ridere, non c’è nulla da ridere, qui ci sono delle persone che sono imputate per niente.
Nucini: Nooo, nooo, non per me caro avvocato. Dopo mi permette di dare questa risposta Signor Giudice...
Presidente Casoria: Va bene, dopo Vi vedete fuori... (ironia in aula, ndr).
Nucini: Ma io le ho ricevute dal signor Fabiani, che ne sapevo che non era attiva? Lui mi ha fornito questi tre numeri e me li sono segnati.
Avv. Prioreschi: Dove li ha presi, che li ha tirati fuori dopo sette anni! Non poteva, non esisteva, non poteva darglielo.
Nucini: E lo chieda a Fabiani, Lei mi dà un numero di telefono e devo io preoccuparmi che sia attiva? E si sarà sbagliato, su tre utenze due erano attive e una no.
Avv. Prioreschi: E come fa a sapere che le altre erano attive?
Nucini: Lo ha detto Lei. (si scatena un nuovo caos e gran parlare in aula, ndr).
Presidente Casoria, dopo il gran caos in aula: Nucini Lei come teste non va bene.
Nucini: Però l'avvocato...
Presidente Casoria: L'avvocato fa il suo mestiere. Basta! Andiamo!
Avv. Prioreschi: Lei ha mai detto a Facchetti di far parte dell’organizzazione? Di essere proprio attivo?
Nucini: No, no, no, mi faccia rispondere, mi faccia rispondere....Questo era impossibile che io confidassi a Facchetti che... perché noi, nell’estate del 2002 abbiamo iniziato un percorso che ho definito "cavallo di Troia" perché sapevamo che nel mondo del calcio c’era un malessere e volevamo scoprirlo.
Avv. Prioreschi: Quindi non l’ha mai detto a Facchetti?
Nucini: Cosa dovevo dirgli?
Presidente Casoria: Non ha mai confessato sue colpe a Facchetti?
Nucini: No, assolutamente.
Avv. Prioreschi: Nemmeno su Avellino-Messina?
Nucini: No, cosa avrei dovuto dirgli?
Avv. Prioreschi: Fabio Monti ha riferito che Facchetti gli avrebbe detto che Lei faceva parte dell’organizzazione, Gianfelice Facchetti ha detto lo stesso, aggiungendo che in quella gara avrebbe arbitrato a favore del Messina.
Nucini: Innanzi tutto, cos'è, avvocato, mi conferma che c’era un’organizzazione? (il tono polemico e di sfida scatena nuove polemiche, ndr)
Avv. Morescanti: Ma come si può tollerare una cosa del genere?
Presidente Casoria: Basta! Allora senta Nucini, cinque minuti fa il figlio di Facchetti ha detto che Lei ha confessato al padre che ha fatto un arbitraggio doloso e che era un arbitro pentito. Ha capito? Ha detto questo cinque minuti fa, questo vuole sapere l'avvocato. L'ha detto o no?
Nucini: Assolutamente no. È impensabile, bisogna vedere se davvero Facchetti lo ha detto al figlio, i fatti oggettivi corrispondono a quello che io e Facchetti abbiamo vissuto insieme. Forse c'è stato un momento in cui Facchetti ha dubitato su di me, perché non ci siamo trovati d'accordo su come dovevamo comportarci...
Avv. Prioreschi: Torniamo un attimo al discorso del posto di lavoro che Le sarebbe stato offerto da Facchetti, perché se Lei avesse fatto tutte queste clamorose rivelazioni, probabilmente non avrebbe più arbitrato. Mi fa la cronistoria dei colloqui che Le ha procurato Facchetti in banche, assicurazioni e quant'altro?
Nucini: Dott Paolillo (attuale AD dell'Inter ndr) presso la Banca Popolare di Milano.
Avv. Prioreschi: Dottor Paolillo, l’attuale Amministratore Delegato dell’Inter?
Nucini: Io mi riferisco a quel periodo, io non so che cosa faccia il dottor Paolillo in questo momento.
Avv. Prioreschi: Il dottor Paolillo Le ha dato il suo numero di cellulare? Quindi ci ha parlato?
Nucini: Ci ho parlato personalmente, ha voluto conoscrmi e basta, un primo approccio, mi ha chiesto cosa avevo fatto, cosa non faccio, le esperienze, queste cose qui. Poi UniCredit...
Avv. Prioreschi: Nella persona di? Giovanni Chelo?
Nucini: Sì, sì, esatto. Ce ne è un altro, sempre credo per... mi sfugge adesso... poi c'è il signor Colli e la signora Familiari che era la sua segretaria.
Avv. Prioreschi: Poi? Si ricorda con la Private Banking di Milano? Turani, se lo ricorda?
Nucini: Sì, sì, Turani, sì.
Avv. Prioreschi: Ricorda che ha avuto anche altri contatti con altri funzionari bancari?
Nucini: No, non mi sembra di ricordare...
Avv. Prioreschi: Primo dicembre 2010 (legge dalle SIT, ndr), dopo che ha fatto l'elenco: "Ho avuto altri ulteriori colloqui con funzionari bancari per il tramite di Facchetti, ma sempre con risultati infruttuosi". Conferma? Non conferma?
Nucini: Sì, ma ora non ricordo quali, quelli che ho ricordato li ho elencati.
Avv. Prioreschi: Lei per questa sua attività, si offende se dico confidente? O informatore, come la vogliamo chiamare? Cavallo di Troia, cavallo di Troia, spione, che ne so, mi dica Lei ... in relazione a questa Sua attività ha avuto da Facchett, dall’Inter, o da ambienti vicini alla società , denaro o altra utilità?
Nucini: No.
Avv. Prioreschi: È sicuro?
Nucini: Sì.
Avv. Prioreschi: Bene. Rispondendo al PM ha detto che nei colloqui con Facchetti a volte faceva riferimento al fatto a vostre considerazioni. Io vorrei dividere le due cose. Quando ha riferito degli arbitri che facevano parte dell'associazione erano fatti o considerazioni?
Nucini: Le dinamiche che ci interessavano ce le siamo andate a prendere, sul resto erano percezioni.
Avv. Prioreschi: Quindi quando dice che gli arbitri facavano parte dell’associazione erano sue impressioni?
Nucini: Si aveva la percezione.
Presidente Casoria: Non impressioni ma percezioni.
Nucini: Che alcuni arbitri rispondessero in maniera diretta altri indiretta.
Avv. Prioreschi: Lei ai cc ha detto che era probabile che alcuni arbitri facevano parte del sistema Moggi. Preciso che questo era un nostro commento perché non avevamo prove di questa affermazioni.
Nucini: Si è così era un commento su nostre percezioni.
Avv. Prioreschi: Lei ai cc riferisce la storia che nel corso del 2001/2002 venivano mandati alla juve arbitri giovani se la ricorda?
Nucini: Sì.
Avv. Prioreschi: Risparmio la lettura. Questa cosa la riferisce prima di Lei Gianfelice e Lei la ripete. Lo fa perché lo aveva detto Facchetti o perché ne era a conoscenza?
Nucini: Per noi quelli erano arbitri che rispondevano alle dinamiche, che poi fossero giovani…
Avv. Prioreschi: No, così sta modificando. Le leggo la sua testimonianza in cui parla prpprio di arbitri giovani.
Nucini: Avevamo fatto anche la considerazione che anche tra gli arbitro giovani potevano avere la possibilità di far conoscere l’associazione. In generale si parlava anche dei giovani che era molto facile riuscire ad influenzare.
Presidente Casoria: Lei ha detto che nominavano i giovani perché erano influenzabili.
Nucini: È così
Presidente Casoria: E l’avv. ha fatto un elenco…
Nucini: Anche quella era una percezione.
Avv. Prioreschi: Ha mai arbitrato l’Inter dopo la nomina di Facchetti a Presidente?
Nucini: Ho fatto il quarto uomo.
Avv. Prioreschi: Ed era corretto visti i suoi rapporti?
Nucini: Il quarto uomo è assolutamente ininfluente...
Bergamo si inalbera e Nucini: "Dai Paolo, lo sai…".
L'avvocato Morescanti si arrabbia.
Nucini: E poi io non posso ricordare quante volte ho fatto il quarto e anche ammesso e concesso che avessi fatto il quarto uomo …
Presidente Casoria: Perché non ha detto a Facchetti, visto che stavate facendo questa indagine, che non era il caso?
Nucini: Perchè l’indagine era già terminata, e poi io avendo la coscienza a posto potevo fare anche l’arbitro.
Avv. Prioreschi: Mi arrendo!! Nessuna altra domanda.
Avv. Gallinelli: Quando esordì come arbitro in B?
Nucini: In Casteldisangro-Cosenza
Avv. Gallinelli: Nel 1996?
Nucini: Sì, credo di sì
Avv. Gallinelli: Ricorda se successivamente venne sospeso?
Nucini: Non sono stato sospeso dopo la gara.
Avv. Gallinelli: E quando?
Nucini: Per aver fatto la pubblicità al corso arbitri, dopo Bari- Empoli
Avv. Gallinelli: I designatori chi erano?
Nucini: Casarin.
Avv. Gallinelli: Chi la sospese?
Nucini: Lui.
Avv. Gallinelli: Lei non venne sospeso per aver criticato il suo presidente di sezione di Bergamo?
Nucini: Ho fatto la pubblicità del corso arbitri.
Avv. Gallinelli: Questo era il motivo?
Nucini: Sì
Avv. Gallinelli: Sa che c’è un articolo che vieta all’arbitro di rilasciare interviste?
Nucini: Sì ma solo su episodi tecnici, non di fare il corso arbitri per la pripria città.
Avv. Gallinelli: Da dove apprese della sospensione?
Nucini: Da Tuttosport.
Scaramucce in aula sul fatto che la notiza fosse stata pubblicata anche su altri giornali.
Avv. Gallinelli: Lei contava i compensi per la B, quanto guadaganava?
Nucini: 5000 per la A e 2500 per la B.
Avv. Gallinelli: Nel 2002-2003 ha fatto 17 in B e 3 in A?
Nucini: Sì, devo aver fatto 3 in A.
Avv. Gallinelli: Prendeva anche un fisso mensile dall’AIA.
Nucini: Sì.
Avv. Gallinelli: Nel 2002-2003 quanto era?
Nucini: Non ricordo.
Avv. Gallinelli: 2500 al mese?
Nucini: Sì, forse sì.
Avv. Gallinelli: Ed era uguale sia per la A che per la B?
Nucini: Cambiava se un arbitro cambiava fascia.
Avv. Gallinelli: Quindi in quella stagione percepì 108.000 euro?
Nucini: Non me lo ricordo.
Avv. Gallinelli: Conosceva Gianfelice Facchetti?
Nucini: Mai. Mai incontrato, solo qua.
L’UDIENZA VIENE SOSPESA PER MEZZ’ORA.
Nella sospensione c'è stato un momento di tensione in quanto la Morescanti ha accusato i testi di parlare tra di loro.
Inoltre, pare sia arrivato Zamparini che avrebbe detto di avere un appuntamento importante con un medico a Palermo, alle 19, e ha chiesto di poter essere esaminato prima che venga chiuso il controesame di Nucini.
DEPOSIZIONE ZAMPARINI.
PM Narducci: Nel 2004 ha trattato con la Juve per Maresca e Miccoli?
Zamparini: Sì, andai a Torino ad incontrare l'amico Moggi.
PM Narducci: E parlaste solo di questi due giocatori o anche del Palermo?
Zamparini: Moggi mi chiese come andava il campionato, io gli dissi "Bene, gli arbitri sono un po’ scarsi". Mi chiese quali erano gli arbitrri migliori della B ed io dissi Rizzoli, e Moggi telefonò e disse: "Vediamo se si può avere Rizzoli per il Palermo la prossima gara con il Verona che è importante". Effettivamente arrivò Rizzoli ed io mi meravigliai. Moggi seppe subito che io ne avevo parlato con gli altri presidenti e mi disse: "Bella riconoscenza"; ed io gli dissi "Se mi hai voluto fare un piacere non me ne fare più altrimenti dovrò informare le autorità".
PM Narducci: Chiese a Moggi con chi aveva parlato?
Zamparini: No, io non ci credevo, pensavo volesse fare lo spaccone
PM Narducci: Con chi ne parlò?
Zamparini: In una riunione con i Presidenti delle medie società di A e B e mi dissi preoccupato.
PM Narducci: In quella stessa giornata ricevette la telefonata di Moggi?
Zamparini: Forse era Giraudo, ma sì, era in quella giornata.
PM Narducci: Nessuna altra domanda.
Avv. Prioreschi: Lei questa storia di Rizzoli, prima di dirla alla Procura, in che contesto fece una dichiarazione?
Zamparini: A una radio o a un giornale.
Avv. Prioreschi: Era Radio Radio. Ricorda perché partecipò alla trasmissione?
Zamparini: Ero arrabbabiato con Moggi perché aveva menzionato Foschi dicendo che aveva fatto telefonate ai designatori.
Avv. Prioreschi: Ricorda se il giorno dopo ha rilasciato dichiarazioni ulteriori sul fatto?
Zamparini: Parlo ogni giorno con i giornalisti.
Avv. Prioreschi: Tuttosport il giorno dopo ha una intervista in cui dice “Non so come una cosa possa interessare, magari è anche falso”
Zamparini: È chiaro, è la mia parola contro la sua, questo è il senso.
Avv. Prioreschi: Questa gara era un anticipo?
Zamparini: Sì, del venerdì.
Avv. Prioreschi: Quindi anche il sorteggio si fa in anticipo?
Zamparini: Non lo so, credo che non si faccia.
Avv. Prioreschi: Si c’è, anche per l’anticipo, Lei non ha collocato temporalmente questa telefonata di Moggi?
Zamparini: Sicuramente prima della gara.
Avv. Prioreschi: È in grado di escludere che quando Moggi fa la telefonata il sorteggio era già stato fatto?
Zamparini: Non lo so, non so in che giornata era la telefonata né quando si fa il sorteggio dell’anticipo.
Avv. Prioreschi: Quale era stata la sua valutazione della telefonata, se era finta o vera?
Zamparini: Non penso mai che Moggi faccia le telefonate finte davanti a me, eravamo nel suo ufficio, non ricordo se col fisso o il portatile, non ci credevo nemmeno, mi sono preoccupato quando ho saputo che Rizzoli era effettivamente l’arbitro.
Avv. Prioreschi: Può riferire le parole di Moggi?
Zamparini: No assolutamente, io dissi che tra i più bravi c’era Rizzoli e lui alzò il telefono.
Avv. Gallinelli: Lei al PM ha detto che Moggi si raccomandò...
Zamparini: E uno che fa una telefonata dicendo "c’è questa partita, mandiamo un arbitro bravo", non è una raccomandazione?
Avv. Catalanotti (difesa Brescia). Lei esclude che al momento della telefonata Rizzoli era stato già sorteggiato?
Zamparini: Non lo escludo, lo ritengo improbabile, ma non lo escludo.
Avv. Gallinelli: Ebbe modo di lamentarsi degli arbitraggi di De Santis?
Zamparini: No.
Avv. Gallinelli: Ricorda Palermo-Juve del 5.2.2005, 1-0 per il Palermo?
Zamparini: No.
Avv. Gallinelli: Secondo Lei è consentito salutare l’arbitro prima della gara e al termine?
Zamparini: Io prima andavo sempre a salutare, mai dopo.
Presidente Casoria: Lei ha detto che questo fatto avvenne allo studio di Moggi: non riesce proprio a ricordare e a risalire in che data avvenne?
Zamparini: Bisognerebbe controllare, ma non so.
Presidente Casoria: Quanti incontri ha fatto del genere?
Zamparini: Uno solo.
Presidente Casoria: E non sa collocarlo?
Zamparini: No.
Presidente Casoria: Può andare.
Dichiarazione spontanea di Pairetto: In questa occasione il sorteggio è avvenuto il giovedì, quindi, né io né Paolo Bergamo eravamo presenti, in quanto è stato fatto a Roma nella nostra segreteria.
L'avvocato Prioreschi deposita il verbale del sorteggio, nel quale è riportato chi lo ha effettuato, ovvero Manfredi Martino davanti al notaio Ioli.
Con Nucini non è finita, riprende il controesame.
CONTROESAME NUCINI DANILO - Seconda parte.
Avv. Gallinelli: Arbitro in Inter-Udinese, ci furono polemiche per un episodio; lo ricorda?
Nucini: Su un episodio talmente irrilevante, un giocatore, in segno di protesta per un mio fischio, voleva togliersi la maglia, io gli dissi che lo avrei ammonito e lui non se la tolse. Il giocatore era Di Biagio.
Avv. Gallinelli: Quanti anni ha arbitrato?
Nucini: Nove.
Avv. Gallinelli: Conosce il regolamento, la regola n° 12, la leggo: "Falli passibili di ammonizione, tra cui c’è manifestare la propria disapprovazione con gesti". Quello non era un gesto del genere, passibile di ammonizione?
Nucini: No, ritenni di effettuare un richiamo verbale che servì. Se se la fosse tolta era da ammonizione, ma non se l’è tolta.
Avv. Gallinelli: Lei ricorda di aver ricevuto una visita di Facchetti dopo la partita?
Nucini: Sì.
Avv. Gallinelli: Che Le disse?
Nucini: Nulla, rimase sorpreso dal fatto che ci fosse stata una discussione con l’osservatore.
Avv. Gallinelli: Facchetti La ringraziò?
Nucini: No, mi fece i complimenti.
Avv. Gallinelli: Ricorda di aver rilasciato interviste a Mensurati dopo questa gara?
Nucini: Non ho rilasciato un'intervista dopo la gara Inter-Udinese.
Avv. Gallinelli: No, no, io dico l’11.5.2006. Leggo alcuni passaggi in cui Lei parla di quella partita. Lei dice che Facchetti l’aveva ringraziata per quell’atteggiamento e che il Suo rapporto con lui era nato da lì: che intendeva?
Nucini: Non è nato da lì, abbiamo iniziato ad avere un collegamento, ci si vedeva in città.
Avv. Gallinelli: Ma Lei ha detto che il rapporto è iniziato nell’estate del 2002.
Nucini: Sì, confermo.
Avv. Gallinelli: Tra febbraio 2001 e l’estate del 2002 ha incontrato Facchetti?
Nucini: Sì, ma in maniera molto superficiale.
Avv. Gallinelli: E il sospetto sul malessere già c’era?
Nucini: Io lo avevo già, non lo confidai a Facchetti.
Avv. Gallinelli: Si sentiva anche telefonicamente?
Nucini: Dopo l’estate 2002 sì.
Avv. Gallinelli: Prima?
Nucini: No.
Avv. Gallinelli: E negli incontri ufficiali?
Nucini: Sì, ma in maniera formale.
Avv. Gallinelli: Senta, sa se Facchetti riferì dei vostri incontri ad altri?
Nucini: No, il rapporto era nostro e personale.
Avv. Gallinelli: Ha conosciuto il maggiore Chittara?
Nucini: Non mi dice niente questo nome.
Avv. Gallinelli: Sa se Facchetti si incontrò con Moratti e Tavaroli nella sede della Saras?
Nucini: Non lo so.
Avv. Gallinelli: Si recò dalla Boccassini (PM della procura di Milano)?
Nucini: Ne ho già parlato. Ci andai perché fui chiamato da loro.
Avv. Gallinelli: In che data?
Nucini: Fine 2003, o inizio 2004, non ricordo.
Avv. Gallinelli: La accompagnò Facchetti?
Nucini: No, andai da solo.
Avv. Gallinelli: Sa se Facchetti registrava le vostre conversazioni?
Nucini: Non credo che lo facesse.
Avv. Gallinelli: Sa di un articolo di Repubblica in cui si parla di queste registrazioni?
Nucini: Sì, leggendo i giornali.
Avv. Gallinelli: Lo ritiene veritiero?
Nucini: No.
Avv. Gallinelli: Lei ha parlato con Facchetti dell’articolo o della convocazione della Boccassini?
Nucini: No.
Avv. Gallinelli: Ed è vero che ha fatto scena muta?
Nucini: Abbiamo parlato di calcio, punto.
Avv. Gallinelli: In che senso?
Nucini: Abbiamo parlato di calcio.
Avv. Gallinelli: Quali erani gli argomenti?
Nucini: Abbiamo parlato di calcio.
Avv. Gallinelli: Ammonisca il teste!
Presidente Casoria: Specifichi.
Nucini: Io portai un articolo di giornale in cui Casarin aveva confidato che un arbitro gli aveva detto che un designatore gli aveva chiesto di ammonire un determinato giocatore che era diffidato.
Avv. Gallinelli: Questa sua convocazione era relativa ad un esposto dell’Inter?
Nucini: Non lo so.
Avv. Gallinelli: Non Le venne data lettura di un esposto?
Nucini: No.
Avv. Gallinelli: Ne ha parlato con Facchetti?
Nucini: Ho già detto di no.
Avv. Gallinelli: Lei ha detto che ha fatto il "cavallo di T***A" per Facchetti, poi viene convocato dalla Boccassini e parlate di calcio?
Nucini: Le ho già detto che abbiamo parlato in generale di calcio.
Presidente Casoria: No Lei ci deve dire che cosa avete detto Lei e la Boccassini.
Nucini: Parlammo dell’articolo del giornale, se era veritiero, da qui si è fatto una chiacchierata, poi i contenuti non è che possa ricordarli
Avv. Gallinelli: Ha parlato dell’arbitro De Santis?
Nucini: Non credo.
Avv. Gallinelli: Di sospetti su Moggi e gli altri?
Nucini: No.
Avv. Gallinelli: Nel 2004 aveva già degli appunti? Li consegnò alla Boccasini?
Nucini: No.
Avv. Gallinelli: Perché?
Nucini: Perché non me la sono sentita di affrontare da solo il problema che c’era nel mondo del calcio.
Avv. Gallinelli: Quindi non parlò di Fabiani, delle schede, di niente?
Nucini: No delle confidenze con Giacinto no.
Avv. Gallinelli: Scusi ma non collaborava con Facchetti? Perché parla di solitudine?
Nucini: In quel momento ero da solo, se andava fatta una denuncia dovevamo farla insieme.
Avv. Gallinelli: Si è chiesto perché la Boccasini l’ha chiamata?
Nucini: No.
Avv. Gallinelli: Non sa se c’è stata una segnalazione di qualcuno dell’Inter?
Nucini: No sono andato con nessuna indicazione di nessuno.
Presidente Casoria: Cioè l’hanno chiamata e Lei è andato?
Nucini: Sì.
Presidente Casoria: E avete parlato del più e del meno.
Nucini: Sì.
Avv. Gallinelli: Io ho chiesto da un anno e mezzo la copia di questi fascicolo archiviato e non ho mai avuto risposta.
Avv. Prioreschi: Lei ha firmato un verbale?
Nucini: no.
Presidente Casoria: Se hanno fatto una chiacchierata perché doveva firmare un verbale.
Avv. Gallinelli: È venuto a conoscenza delle indagini di Tavaroli sul mondo del calcio?
Nucini: Ho letto quello che hanno letto tutti.
Avv. Gallinelli: Non ha ritenuto di inserire i suoi appunti in quella indagine?
Lei a dicembre 2010 ha vinto la sua remore, non ritenne poi di dover tornare dalla Boccassini?
Nucini: Avrei dovuto andare? Le ricordo, visto che non si rispetta affatto la memoria di Facchetti, che siamo qui a testimoniare di una vicenda di cui noi due eravamo a conoscenza molto prima della procura di Napoli. Le sue domande non ci riguardano.
Presidente Casoria: Perché quando è andato dalla Boccassini non ha parlato di tutto?
Nucini: Per pudore della morte di Facchetti.
Avv. Morescanti: Ma la Boccassini è del 2003!
Avv. Gallinelli: Ricevette un sms da Facchetti il 21 maggio 2006?
Nucini: Sì.
Avv. Gallinelli: E che diceva?
Nucini: Che ora che era uscito tutto potevo rilasciare una dichiarazione al Corriere della Sera e ne sarei uscito da uomo.
Avv. Gallinelli: Perché quindi non ha riferito allora ed ha aspettato Gianfelice?
Nucini: Perché sapevo che era malato terminale.
Presidente Casoria: Si ma proprio lui la incoraggiava a parlare.
Nucini: io non volevo farlo da solo.
Avv. Gallinelli: In che anni si colloca l’interessamento di Facchetti per il suo lavoro?
Nucini: Nel 2003.
Avv. Gallinelli: Chiese lei di cercare un lavoro in banca?
Nucini: Io sono diplomato elettrotecnico.
Avv. Gallinelli: E perché in banca?
Nucini: Forse erano le sue conoscenze.
Avv. Gallinelli: E come sarebbe entrato?
Nucini: Non lo so, infatti non ci sono andato.
Avv. Gallinelli: Ma ha rifiutato lei?
Nucini: Sì.
Avv. Gallinelli: Chiese di avere un impiego presso la telecom?
Nucini: No.
Avv. Gallinelli: È sicuro?
Nucini: Sì.
Avv. Gallinelli: Lei ha parlato di Salernitana-Reggina quando fischiò 4 minuti prima.
Nucini: Sì.
Avv. Gallinelli: Da chi fu avvisato?
Nucini: Dal quarto uomo.
Avv. Gallinelli: Tra i compiti del quarto uomo c’è anche quello della espulsione di un giocatore?
Nucini: No.
Avv. Gallinelli: Come no!
Nucini: Io non l’ho mai visto fare.
Presidente Casoria: Ma in astratto?
Nucini: Forse in astratto sì, ma nelle partite in cui io ho fatto il quarto non è mai successo niente.
Avv. Gallinelli: Nel caso in cui ha fischiato prima, se una delle squadre avesse fatto ricorso, senza la ripresa, la gara si sarebbe dovuta annullare?
Nucini: Sì, ma non capisco dove vuole arrivare.
Presidente Casoria: All’importanza del quarto uomo.
Nucini: Lui se voleva aiutarmi non doveva rendere pubblica la cosa, perché il cronometrista ufficiale ero io.
Il PM Narducci è andato via in questo momento.
Avv. Gallinelli: Lei parlò di questo con De Santis?
Nucini: Mi lamentai del fatto che, se fosse stata gestita diversamente la cosa, non avrei fatto una brutta figura.
Avv. Gallinelli: Ma De Santis era il quarto uomo o un assistente?
Nucini: No.
Avv. Gallinelli: Con chi condivideva la stanza a Coverciano?
Nucini: Castellani di Verona.
Avv. Gallinelli: Con Rodomonti?
Nucini: Forse l'ultimo anno.
Avv. Gallinelli: Quale rapporto aveva con Rodomonti?
Nucini: Era particolare, molto estroverso e originale.
Avv. Gallinelli: Quando visonavate i filmati dove era seduto?
Nucini: In ultima fila.
Avv. Gallinelli: Per scelta sua?
Nucini: Sì.
Avv. Gallinelli: Per quale motivo?
Nucini: Un mio personale.
Avv. Gallinelli: Juventus-Bologna. Sa se anche De Santis venne sospeso quando sbagliò contro la Juve o lui era esente?
Nucini: Io sono stato attento solo alle dinamiche che mi interessavano, ma mi pare che fu sospeso dopo Juve-Parma.
Avv. Gallinelli: E dopo Chievo-Juventus.
Nucini: Come è finita?
Avv. Gallinelli: Le leggo l’articolo. Venne fermato 2 turni. Quindi venivano fernati anche altri arbitri?
Nucini: Sì, ma quello che è successo a me è successo solo a me.
Avv. Gallinelli: Lei ha detto che la Juve preferiva avere arbitroi giovani.
Nucini: Non l’ho detto.
Avv. Gallinelli: E che ha detto?
Nucini: Che erano facilmente influenzabili.
Avv. Gallinelli: Ma arbitravano anche Inter e Milan.
Nucini: Sì certo.
Avv. Gallinelli: Ma De Santis era giovane?
Nucini: No.
Avv. Gallinelli: Era considerato anche a livello internazionale?
Nucini: Penso di sì.
Avv. Gallinelli: Lei, nella cena di Natale, chiese a Racalbuto chi fosse Fabiani.
Nucini: Non ho chiesto specificamente a lui ho chiesto a tutti i commensali.
Avv. Gallinelli: E chi erano?
Nucini: Non ricordo adesso.
Avv. Gallinelli: A De Santis non lo chiese.
Nucini: No, non era al tavolo.
Avv. Gallinelli: Lei il giorno dopo parlò con De Santis dell’aggressione?
Nucini: Sì e lui mi spiegò della storia di Fabiani.
Avv. Gallinelli: Lei quindi il giorno dopo va in macchina con De Santis.
Nucini: Sì.
Avv. Gallinelli: E non chiese a De Santis nulla?
Nucini: No, me ne parlò lui, iniziammo dal fatto di Racalbuto, che Racalbuto era in mano loro e mi ricordò di quell’episodio a Bologna che gli costò la carriera e che per arbitare in A bisognava essere amici di Fabiani e Moggi.
Avv. Gallinelli: De Santis divenne internazionale grazie a Fabiani?
Nucini: Non ho seguito la carriera di De Santis.
Avv. Gallinelli: Quali episodi ha annotato relativi a De Santis?
Nucini: Adesso non lo ricordo.
Avv. Gallinelli: Le ricordo Brescia-Messina del maggio 2005; era quarto uomo e De Santis arbitro?
Nucini: Quella gara lì non me la ricordo, ma se è agli atti si.
Avv. Gallinelli: Sentì parlare De Santis di salvataggio della Fiorentina?
Nucini: No, questo no.
Avv. Gallinelli: Ricorda se Domizzi era diffidato?
Nucini: No, per me l’argomento era chiuso il 25 settembre del 2003.
Presidente Casoria: Cioè Lei non indagava più.
Nucini: Quello che a noi serviva l’avevamo ottenuto, quindi non era il caso di andare oltre.
Avv. Gallinelli: A Torino quel giorno c’era De Santis?
Nucini: No, io non l’ho detto.
Avv. Gallinelli: L’ha detto Facchetti. C’era Pairetto?
Nucini: No.
Avv. Gallinelli: De santis le ha mai detto che poteva intervenire per fare alzare un suo voto?
Nucini: So che poteva intervenire.
Avv. Gallinelli: Ma glierlo ha mai detto?
Nucini: No.
Avv. Gallinelli: Facchetti Le chiese di registare i colloqui con Moggi, Fabiani e De Santis?
Nucini: No.
Avv. Gallinelli: Non suggerì Lei questa opportunità?
Nucini: No.
Avv. Gallinelli: È sicuro?
Nucini: Sì.
Avv. Gallinelli: Nemmeno dell’inconbtro di Torino?
Nucini: No, la prova era sotto i miei occhi.
Avv. Gallinelli: Quale prova scusi...
Nucini: La tessera telefonica.
Avv. Gallinelli: E questa circostanza non l’ha rifetita nemmeno alla Boccassini?
Presidente Casoria: Non abbiamo capito di che avete parlato...
Avv. Gallinelli: Io chiederò al tribunale di acquisire quel verbale. Lei fece altri viaggi con De Santis?
Nucini: Sì.
Avv. Gallinelli: E lo ha mai sentito parlare al telefono con Moggi o Fabiani?
Nucini: No.
Avv. Bonatti: Perché dopo Avellino-Mssina dopo aver letto sul giornale del sms di Zeman non è andato in federazione?
Nucini: Ho ritenuto di parlarne con i designatori.
Avv. Bonatti: Non poteva farlo autonomamente?
Nucini: Ritenevo utile passare per Pairetto io ho letto e ho telefonato.
Avv. Bonatti: Dopo Salernitana-Reggina quale fu il comportamento dei designatori?
Nucini: Mi rimproverarono ma lo ritenni eccessivo, era un errore al quale avevo rimediato.
Avv. Bonatti: E in quale altra occasione l’hanno rimproverata?
Nucini: Dopo un Juventus-Bologna, evidentemente non rientravo nelle sue simpatie come arbitro (accanto al nostro inviato Pairetto sbotta "Eri scarso", nda)
Dichiarazione di Bergamo su Livorno-Messina: Era un giornata particolare in quanto le società avevamo minacciato uno scipero ma non era ufficiale. Noi dovedevamo garantire che le partite venissero affrontatte nelle maniera migliore. Garantire che gli arbitri giungessero agli stadi per effettuare il riconoscimento delle squadre che si fossero presentate. Mi chiamò il vicequestore di Livorno per dirmi che i tifosi del Livorno stavano bloccando il pullman del Messina, io chiesi che cosa mi consigliava. Lui mi disse che poteva garantire che il Messina poteva arrivare in un posto tranquillo.
Nucini ride ed il PM Capuano si oppone alla dichiarazione spontanea. La dichiarazione viene rinviata.
Avv. Mungiello (difesa Racalbuto): Nella cena del Natale 2002 Lei chiede chi era Fabiani, vero?
Nucini: Sì.
Avv. Mungiello: Di che stavate parlando?
Nucini: Di nulla.
Avv. Mungiello: Eravate muti tra un’insalata di rinforzo e un capitone: chi è Fabiani?
Nucini: No era una pausa e Facchetti mi chiese di capire chi era Fabiani.
Avv. Mungiello: Quindi Racalbuto Le rispose in maniera veemente, ma perché? Lei disse "Chi è quel c... di Fabiani?" o semplicemente "Chi è Fabiani?"?
Nucini: No Lui mi disse "Perché lo vuoi sapere" in maniera molto accesa e più io insistevo più Lui si accalorava.
Avv. Mungiello: E Lei perché lo voleva sapere?
PM: Lo ha già detto, perché glielo chiese Facchetti.
Avv. Mungiello: Cioè Facchetti non lo conosceva Fabiani?
Nucini: No, evidentemente no.
Avv. Mungiello: Sa se Racalbuto è mai diventato internazionale?
Nucini: No, non lo è diventato.
Avv. Mungiello: E non si è chiesto perché, visto che Lei lo riteneva appartenete al gruppo, visto che fa congetture?
Nucini: Perché c’è stato un periodo in cui non era o non aveva capito, non seguiva le dinamiche... è una mia impressione.
Avv. Morescanti: Lei ha riferito che l’Inter Le aveva promesso un posto di lavoro, se Lei fosse stato allontanato dal mondo del calcio...
Nucini: Ha formulato male, non è l’Inter.
Avv. Morescanti: Volevo dire Facchetti.
Nucini: Lei formula la domanda sbagliata...
Avv. Morescanti: Io non formulo la domanda sbagliata, troppa confidenza! Quindi è stato Facchetti, Le avrebbe detto "Non ti preoccupare caro amico mio Nucini poi ti aiuto io a cercare un posto di lavoro", giusto?
Nucini: Sì.
Avv. Morescanti: Lei la scorsa volta ha detto "Facchetti si è proposto in questo modo, ma io ho subito rifiutato". Conferma?
Nucini: Io ho detto che ho rifiutato.
Avv. Morescanti: Invece qui, oggi, ha fatto un elenco di incontri con diverse banche. Perché la volta precedente ha detto che aveva rifiutato?
Nucini: Io al collegio non ho detto... ho detto che Lui si è prodigato...
Avv. Morescanti: No, non è vero, a pagina 142 del verbale c’è scritto "Lui si è proposto ma io ho rifiutato".
Nucini: A ripetute domande io ho detto che "Si è profigato", vada a rileggersi tutto.
Avv. Morescanti: Io non devo rileggere tutto, Lei non si permette e non siu deve prendere questa confidenza! Perché va nelle banche?
Presidente Casoria: Perché allora ha fatto tutti questi incontri? Facchetti non Le poteva certo imporre di andare alle banche. C'è andato con i suoi piedi a queste banche?
Nucini: Certo, Lui sapeva che quello che stavamo facendo insieme era imbarazzante.
Avv. Morescanti: Questi ipotetici numeri di telefono che Le avrebbe rilasciato il Fabiani dove li aveva annotati?
Nucini: Nel mio file di 250 pagine.
Avv. Morescanti: Bene, l’altra volta questo memoriale lo aveva riletto?
Nucini: Sì.
Avv. Morescanti: Lo aveva riletto bene?
Nucini: No, non tutto.
Avv. Morescanti: Per quale motivo, dopo aver letto con tanta attenzione il file, perché la scorsa volta ha detto che non voleva omettere nulla, ha dimenticato la cosa più importante?
Nucini: Per evitare di dire un numero piuttosto che un altro, appena ho avuto l’occasione di portare i numeri li ho portati.
Altre forti contraddizioni tra PM e difese, ed il Presidente Casoria dice: Quello che c'è da capire si capisce! Andiamo avanti!
Avv. Morescanti: Lei ha anche detto, nel verbale di Milano (le SIT rese a dicembre 2010, ndr), che in realtà non ha reso le dichiarazioni in questa sede perché non Le erano state fatte le domande.
Nucini: Sì, è così. Io per imbarazzo e pudore...
Avv. Morescanti: Ma io vengo da Roma per essere presa in giro da questo, Presidente?!
Nucini: Il memoriale di Facchetti non ha fatto altro che avvalorare il mio rapporto con Facchetti.
Presidente Casoria: Perché ha aspettato che parlasse prima Facchetti?
Nucini: Non ho aspettato che parlasse prima Facchetti... il fatto che il figlio di Giacinto Facchetti è uscito così con quel memoriale, non ha fatto altro che far cadere quel muro. Io non me la sono sentita di parlare di fatti di cui avevo parlato con un uomo che non può confermare.
Presidente Casoria: La sua giustificazione lascia il tempo che trova.
Avv. Morescanti: La Boccassini non Le ha fatto domande specifiche sulle confidenze che Lei ha fatto a Facchetti?
Nucini: No, non mi ha fatto domande specifiche.
Avv. Morescanti: Le contesto che la volta precedente ha dichiarato che la Boccassini Le aveva fatto domande specifiche sulle confidenze. Quando ha mentito oggi, o la volta precedente?
Presidente Casoria: Lei ha detto una cosa diversa...
Avv. Morescanti: Io ho fatto una domanda precisa: quando ha mentito?
Nucini: Mai, le confidenze con Facchetti non è che per forza siano quelle di cui ho parlato con la Boccassini.
Avv. Morescanti: Ah, allora dopo questa arrivederci.
Avv. Trofino: Lei dice che ha avuto il 25 settembre 2003 la scheda. Mi sa dire che momento della giornata era?
Nucini: Tarda mattinata ma non ci giurerei.
Avv. Trofino: Non era di notte?
Nucini: Assolutamente.
Avv. Trofino: Lei sa dove è l’hotel Concord?
Nucini: Sì, molto centrale.
Avv. Trofino: Sede abituale del ritiro Juve.
Nucini: Non lo so.
Avv. Trofino: Come è salito in camera?
Nucini: Penso in ascensore.
Presidente Casoria: Come penso?
Nucini: Se era il terzo piano saremo saliti in ascensore.
Avv. Trofino: Nessuna altra domanda.
Presidente Casoria: Il teste può andare.
Avv. Gallinelli: Chiedo scusa Presidente, volevo solo insistere con la valutazione di questo Tribunale sulla opportunità, addirittura sulla necessità, di acquisire questo fascicolo per verificare l'attendibilità di quanto dichiarato da Nucini, perché tra l'altro, e questo credo che sia un fatto meritevole di assoluta attenzione...
Presidente Casoria: Lei faccia la richiesta, puntualizzi a verbale... tanto abbiamo tempo, la prossima udienza c'è lo sciopero degli avvocati, quindi.... perché non è scaduto ancora il termine, quando è stato... il 12 (si riferisce al termine dato al perito trascrittore, ndr).
Avv. Gallinelli: ... che questo Tribunale valuti l'opportunità di esercitare i Suoi poteri istruttori...
Presidente Casoria: Di fare richiesta alla Procura della Repubblica di Milano di che cosa?
Avv. Gallinelli: Di acquisire il fascicolo relativo... l'istanza è stata depositata in copia a questo Tribunale con gli allegati, depositata formalmente alla Dr.ssa Boccassini ed anche al Procuratore Capo di Milano, ed ampiamente motivata, tra l'altro; questa richiesta era stata fatta alla Procura di Milano proprio in previsione della audizione del Nucini davanti a questo Tribunale, per poter... quindi di chiedere il verbale, o non verbale, sottoscritto e redatto in quella sede, eventualmente sottoscritto dal Nucini, e quindi valutare la attendibilità del teste che è stato ripetutamente sentito dai PM ed anche davanti a questo Tribunale. Quindi credo che sia opportuno che questo Tribunale contatti la Procura di Milano per avere l'acquisizione di questo fascicolo, grazie.
Presidente Casoria: Pubblica ministero...
PM Capuano: Su questa istanza c'è opposizione da parte del pubblico ministero, in quanto risulta dall'istanza che non c'è un numero, pur essendo un modello 45, sono fatti non costituenti reato, tanto che hanno una loro peculiare vita giuridica, motivo per il quale l'unica giurisprudenza che c'è sulle richieste di acquisizione atti del modello 45 riguarda la richiesta della parte offesa... se la Procura di Milano ritiene di costituire un modello 45 non si ritiene conferente allo stato, per quello che è lo stato del processo, soprattutto per quella che dovrebbe essere la validità cioè valutare l'attendibilità di un teste che abbiamo sentito anche più volte. Per quanto riguarda, invece, l'ufficio di Procura, Presidente, ha una richiesta che all'esito dell'esame del teste Gianfelice Facchetti, visto che non è stata acquisita la documentazione da Lui rinvenuta nell'armadio del padre, e da Lui riferito essere scritta con la grafia del padre da Lui conosciuta, si richiede una perizia perlomeno del primo foglio del cui ha riferito... Presidente io la faccio a Lei, poi se gli avvocati si oppongono si oppongono... richiedo una perizia grafica almeno del primo foglio.
Avv. Prioreschi: Ma come si fa, come si fa a chiedere una perizia grafica di un documento che non è stato ammesso al fascicolo del dibattimento. Non esiste! Allora se la facesse per conto Suo il PM. E' un documento che processualmente non esiste e gli facciamo la perizia?
Presidente Casoria: C'è l'opposizione degli avvocati...
PM Capuano: E' stato depositato...
Avv. Gallinelli: Chiedo scusa Presidente, con riferimento all'istanza volevo segnalare anche al PM, che c'era opposizione analoga riguardo alla richiesta, poi accolta, di acquisizione della sentenza Telecom dove si fa riferimento, tra l'altro, a questi fatti, che ritengo siano stati anche oggetto di accertamento da parte della dottoressa Boccassini, quindi io insisto per l'acquisizione di questo fascicolo.
Presidente Casoria: Il Tribunale valuterà. Praticamente non è scaduto ancora, quando scadrà il termine?
Avvocati: Il 12 aprile.
Avvocato: Per capire, dal punto di vista della prosecuzione, perché i difensori debbono preparare l'attività difensiva...
Presidente Casoria: Il problema è questo: abbiamo dato il termine al perito trascrittore per ultimare le trascrizioni, non possiamo chiudere l'istruttoria se non deposita queste perizie. Dopo l'udienza del 19 il PM dovrà fare la requisitoria, l'udienza successiva il 3 maggio il PM dovrà fare la requisitoria ed avrà due udienze, il 3 e 10 maggio.
Dichiarazione spontanea di Luciano Moggi: Signor Presidente, ho ascoltato bene cosa ha detto Nucini, il Concord è l’albergo dove si riunisce la Juventus, dove ci sono cento tifosi, dove c'è un ascensore da dove non si può scappare e si va su. Lei si immagina che io faccio venire Nucini in quell’albergo quando a 50 metri da quell'albergo esiste casa mia dove si va dal garage con l'ascensore direttamente su a casa mia. Mi sembra una cosa davvero inverosimile, grazie Presidente.
L'udienza è tolta. Si torna il aula il 19 aprile.
Aspettando Facchetti Jr contro Nucini
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Da contribuenti abbiamo finanziato un anno intero di intercettazioni, cui si è aggiunta l'appendice delle intercettazioni del 2006-2007, abbiamo contribuito a pagare gli stipendi della squadra Off-side di Auricchio, di tre pubblici ministeri, di tre giudici, di tre periti trascrittori, e la macchina della giustizia che ruota intorno al processo denominato Calciopoli. Come contribuenti pensiamo di avere il diritto di conoscere la sentenza di questo processo che, invece, rischia di non essere emessa, e non certo per l'ostruzionismo della difesa, come spesso viene stigmatizzato da certi giornalisti.
Nel frattempo, speriamo almeno di poter assistere alla conclusione della sfilata di testimonianze ritenute "rilevanti", chieste in extremis dai pm e concesse dal giudice Teresa Casoria con il benestare delle difese, che non si sono opposte.
Nell'ultima udienza, oltre a Zamparini, mancavano i due veri attori protagonisti: Gianfelice Facchetti e Danilo Nucini, che domani dovrebbero calcare il palcoscenico dell'aula 216, salvo ulteriori colpi di scena. Mancava anche il pm Narducci, probabilmente in altre faccende affaccendato, e l'aria, nella piccola aula del tribunale, come ci hanno assicurato i presenti, era più respirabile senza il fumo delle sue sigarette. Anche Fabio Ravezzani scrive: "Narducci, uno che, mi dice Signorelli, fuma tranquillamente nell'aula di tribunale in barba alla legge: complimenti!".
Sul processo pende la spada di Damocle della possibile "decadenza", se venisse accolta l'istanza di ricusazione del giudice Casoria firmata dai pm, combinata con la possibile approvazione del "processo breve"; ma chi ha interesse alla verità storica, oltre che a quella giudiziaria, troverà interessante il prossimo confronto indiretto tra Gianfelice Facchetti e Danilo Nucini. Facciamo un breve riepilogo su questi due testi dell'accusa.
DANILO NUCINI. E' presentato dai pm come teste dell'accusa, mentre nell'ultima udienza Fabio Monti lo ha inserito nell'organico della "cupola", anche se con un ruolo particolare; e quindi, almeno secondo quanto affermato dal giornalista del Corriere, sarebbe sfuggito ad investigatori e pm il vero ruolo del Nucini, che avrebbe dovuto sedere in altro banco del tribunale. Fabio Monti dovrebbe anche dirci perché un giornalista, che per mestiere dovrebbe ricercare la verità, non ha mai scritto un articolo per portare i lettori a conoscenza di tutto quello che sapeva su Nucini.
Il 26 maggio 2009, nell'aula 216 di Napoli, come testimone dell'accusa e sotto giuramento, Nucini dichiara: "E niente, poi, vabbè, ci siamo sentiti, ci siamo rivisti, lui mi esortava a fare qualcosa. Ricordo anche che quando era in ospedale che stava purtroppo per lasciarci mi mandò un messaggio con scritto: «E' il momento buono per rilasciare un'intervista, per dimostrare l'uomo che sei». Però per poterlo fare avrei dovuto anche raccontare di lui, e io sapevo che lui era ammalato e non l'ho fatto, così come non ho parlato con nessun giornale di lui, ma ne parlo nella sede opportuna".
Nucini ha una memoria un po' ballerina, perché un'intervista l'aveva già rilasciata appena scoppiata Calciopoli ed aveva anche parlato di Facchetti. Non sappiamo se fu Nucini a cercare Marco Mensurati o se fu il giornalista di Repubblica ad "intuire" che proprio quell'arbitro aveva da dire qualcosa sul "sistema", ma l'11 maggio 2006 Nucini irrompe sulla scena di Calciopoli e, in pratica, si propone come teste "utile" per l'accusa. Ma investigatori e pm, che interrogano tantissime persone mai convocate in aula come testimoni, lo snobbano per diciassette mesi e lo interrogheranno solo nel settembre del 2007.
Lo avessero ascoltato a maggio o giugno 2006 avrebbero potuto mettere la sua versione a confronto con quella di Giacinto Facchetti, che era ancora tra noi.
L'ex arbitro ha già deposto il 26 maggio 2009, ma è stato tirato nuovamente nel processo proprio da quanto ha dichiarato Facchetti Jr. Narducci, chiedendone la nuova testimonianza, il 22 febbraio, ha detto che "parte di queste confidenze... erano state fornite da Nucini a Facchetti in quanto Nucini stesso era persona che aveva fatto parte quale arbitro di questa organizzazione". Diverse espressioni di stupore hanno accompagnato in aula queste parole di Narducci. Siamo curiosi di vedere come lo stesso Narducci riuscirà a tenere legate le due diverse deposizioni e posizioni di Nucini, sempre nella stessa veste di teste dell'accusa. Nucini aveva deposto dipingendosi come vessato dai designatori, ma le intercettazioni ritrovate e trascritte lo smentiscono. Dopo sette mesi dalla deposizione spontanea di Facchetti Jr, Nucini è stato riascoltato a Milano dai marescialli Avolio e Maione, su delega dei pm Narducci e Capuano. Alvaro Moretti, su Tuttosport del 12 gennaio, ha riportato ampi stralci della nuova deposizione di Nucini che abbiamo già analizzato nell'articolo "Nucini versione 2.0, nuova verità e autosmentita".
Sempre presentando la richiesta di poter riascoltare Nucini come "teste", il pm Narducci ha detto che "su circostanze precise e diverse ed inedite rispetto a quelle che avevano fatto oggetto della deposizione avvenuta qui in dibattimento veniva di nuovo ascoltato l'arbitro Danilo Nucini, sollecitato unicamente a fornire indicazioni ed informazione relativamente ai fatti e alle vicende narrate dal teste Gianfelice Facchetti, quanto più in particolare al rapporto che era esistito tra lo stesso Nucini e Giacinto Facchetti".
Ricordiamo che sul rapporto con Facchetti il pm aveva già fatto molteplici domande durante la precedente deposizione di Nucini, mentre non aveva mai chiesto se ricordasse il numero dei telefoni ricevuti da Fabiani all'aeroporto e quello della famosa sim che asseriva avergli dato Fabiani. La nuova deposizione di Nucini ci interessa molto e speriamo di avere risposta a queste curiosità:
1. Come si è aperto lo squarcio nella memoria di Nucini sul numero di quella sim che non aveva conservato da nessuna parte e sui numeri dati da Fabiani all'aeroporto di Lamezia?
2. Quel numero di sim l'ha riferito spontaneamente oppure è stato sollecitato con una domanda "precisa", ma su una circostanza NON "diversa ed inedita"?
3. La memoria del Nucini si è risvegliata solo per quei quattro numeri, o di colpo si è aperto un mondo di numeri, date e dati che avrebbe dovuto tirar fuori nella precedente deposizione rispondendo alle domande delle difese?
Nucini rischia qualcosa, come ha detto l'avvocato Gallinelli in una nostra intervista.
GIANFELICE FACCHETTI. Quando Paolo Bergamo, l'8 giugno 2006, riferisce all'Ufficio Indagini e a Matrix che lui parlava di griglie con tanti dirigenti e, tra gli altri, fa il nome di Facchetti come amico che aveva anche ospitato a casa sua, i Facchetti tacciono. Giacinto Facchetti, quarantotto giorni dopo, festeggia lo scudetto assegnato da Guido Rossi dichiarando: "Questo è lo scudetto della correttezza e del rispetto delle regole. Uno scudetto ottenuto da una squadra che ha dimostrato di avere forza tecnica e spirito importanti. È uno scudetto che arriva nel momento in cui il calcio italiano ha deciso di mettere al centro di tutto la questione etica. Per questo motivo è uno scudetto che ha un doppio significato". In un'intervista concessa a Vanity Fair del 23 febbraio 2011, alla giornalista Silvia Nucini che gli chiede se ha mai avuto paura di trovare, scavando nelle carte del padre, qualche verità che non gli sarebbe piaciuta, Gianfelice Facchetti risponde: "C’è stato un momento in cui ho dubitato, lo devo ammettere. Io conoscevo mio padre, ma – mi sono detto – io non ero lui, per cui ad un certo punto, il punto degli attacchi a orologeria, quando avevo quasi paura ad uscire di casa, il dubbio mi ha attraversato la testa. Ma proprio in quel momento, per una sorta di destino magico – una di quelle cose a cui non do un nome, che mi prendo e tengo li –, ho trovato nelle carte di mio padre le risposte ai miei dubbi: appunti che aveva preso e che spiegavano tutto. Ho provato sollievo e una specie di vergogna per aver dubitato".
Se Gianfelice ha dubitato è evidente che il papà gli parlava di Nucini, del "sistema" degli altri, ma non delle sue telefonate ai designatori, a De Santis, a Lanese, a Mazzini e a Mazzei. Grigliate, suggerimenti sui preclusi, richieste di parlare con Bertini dell'importanza di quella semifinale di Coppa Italia, ed altro, conversazioni che Auricchio non trovò né "allarmanti" né "inquietanti", a differenza di telefonate simili fatte da altri.
Con quelle carte ritrovate Gianfelice si reca a Napoli, il 26 aprile 2010, e rende una deposizione spontanea, non perché qualcuno attribuisca una rilevanza penale alle telefonate del padre, ma per difendere, come è comprensibile, l'icona che il papà è per lui e per tanti.
I Facchetti ricordano anche la cena a casa di Bergamo, come riportato da Buccheri su La Stampa del 29 aprile 2010: "Facchetti jr svela come «sulla cena da Bergamo mia madre disse che era poco opportuno e mio padre rispose che tutti chiamavano i designatori, ma in realtà facevano affari solo con qualcuno»".
La deposizione di Facchetti Jr è accompagnata dalla consegna di diversi articoli di giornale conservati dal padre e da alcuni fogli di appunti autografi di Giacinto Facchetti. I pm allegano tutto, anche se non comprendiamo che rilevanza possano avere, come prova in questo processo, tanti fogli di appunti che riguardano faccende interne ed organizzative dell'Inter, come: "Nella sede dell’Inter si sono formati tre gruppi, ognuno riferisce a un suo capo: Ghelfi, Moretti, Slack. Serve una persona unica che governi la sede", le caratteristiche che deve avere il presidente, oppure il treno con l'Inter a fare da locomotiva, o ancora il programma: "È necessario mettere in campo la forza e la credibilità del Presidente, unita al potere del gruppo Tronchetti, dell’Unicredito... Non dimentichiamo che è la Figc che sceglie i designatori". La stampa battezza quei pochi fogli, un po' pomposamente, come il "Memoriale" di Facchetti e ne parla per tre giorni di seguito.
Quello che può riguardare il processo "Calciopoli" è un unico foglio di appunti su Moggi e sulla presunta organizzazione, frutto delle confidenze di Nucini, appunti che, interpretati dal figlio, diventano di terza mano, in pratica un "de relato del de relato". Gianfelice riferisce di aver saputo dal padre che erano presenti anche Pairetto e De Santis al presunto incontro al Concord, una cosa mai dichiarata da Nucini: effetto "radio fante"? Gianfelice avrebbe dichiarato anche che "componenti dell'organizzazione erano Bergamo, Racalbuto, Pellegrino, Cassarà, Gabriele, Bertini, Trefoloni, Palanca". Pellegrino, Trefoloni e Palanca non sono imputati. Da rilevare che questo foglio deve essere stato scritto dopo la metà dell'ottobre 2003, perché vi è un riferimmento alle polemiche post Avellino-Messina, partita diretta da Nucini, e che sul foglio non è annotato nessun numero di sim, tanto meno quello che Nucini dice di aver comunicato a Facchetti dopo l'incontro con Moggi e Fabiani il 25 settembre 2003 a Torino.
La deposizione di Gianfelice Facchetti presenta un punto di novità proprio sul ruolo di Danilo Nucini, come abbiamo intuito fin dal primo momento, e prevediamo che questo sarà un punto "caldo" anche in aula, dove i pm hanno chiesto di poter ascoltare Gianfelice dopo averlo tenuto dietro le quinte per ben 11 mesi.
Sulla deposizione di Gianfelice Facchetti, e sugli appunti del padre, diversi giornalisti hanno riportato ampi stralci ed anche i virgolettati: hanno letto una velina con frasi "selezionate" o hanno potuto leggere una copia dell'intera deposizione?
Nel secondo caso non capiamo come possa esser loro sfuggito che in quella deposizione Nucini cambiava ruolo rispetto a quello con cui era stato presentato come teste d'accusa la prima volta.
La ricusazione-bis frena la Casoria e la giustizia
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Grazie a due articoli di Moretti e Vaciago, pubblicati sabato su Tuttosport, la gente è un po' più informata sulla ricusazione del giudice Casoria. Alle notizie apprese da questi articoli siamo in grado di aggiungere una serie di informazioni che ci permettono di offrire ai lettori un quadro più completo sulla nuova ricusazione del giudice Teresa Casoria.
LA TEMPISTICA. Il primo aspetto che attira l'attenzione è la tempistica dei fatti: il 28 febbraio la Procura di Napoli riceve dal Consiglio Superiore della Magistratura la comunicazione di un procedimento disciplinare nei confronti della Casoria; il giorno seguente il pm Narducci è assente in aula e l'accusa è rappresentata dal solo Capuano; e il 2 marzo il Procuratore della Repubblica Giovandomenico Lepore ed i sostituti Narducci e Capuano firmano la nuova istanza di ricusazione del giudice Casoria. Poche ore per apprendere la notizia e preparare al volo un'istanza che, a quanto pare, è composta di ben 12 pagine. Sulla tempistica l'avvocato Gallinelli ha evidenziato a Vaciago: "Sono perplesso per i tempi di questa istanza. Il primo marzo i pm hanno concordato con la Casoria di risentire per il 15 i testimoni, Nucini e Facchetti Jr, che non si erano presentati, mentre il giorno dopo depositavano un’istanza di ricusazione con richiesta di sospensione immediata dell’attività processuale. Un documento che per la sua complessità non poteva essere preparato in un giorno solo: insomma, il sospetto è che sia una mossa per ritardare un processo che non stava certamente andando bene per loro".
IL PROCEDIMENTO DISCIPLINARE. La nuova istanza di ricusazione si fonda sul fatto che il giudice Casoria sta subendo un procedimento disciplinare nell'ambito del quale è prevista la discussione davanti alla Sezione Disciplinare del CSM l'8 aprile 2011. A quanto è dato sapere, al magistrato sarebbero imputati presunti comportamenti scorretti nei confronti di altri magistrati e di collaboratori dell'ufficio.
Il procedimento disciplinare ha la sua origine nella prima istanza di ricusazione avanzata dai pubblici ministeri napoletani. Quell'istanza, proposta in data 21 ottobre 2009, è stata rigettata il 22 dicembre 2009 ma, in conseguenza di quella richiesta di ricusazione, il titolare dell'azione disciplinare ha svolto accertamenti sui comportamenti del giudice Casoria. Vaciago scrive che nel procedimento disciplinare "si citano vari episodi in cui la Casoria avrebbe rivolto insulti a colleghi o sottoposti e espresso giudizi molto negativi sul funzionamento della giustizia a Napoli" e che i pm saranno testimoni nel procedimento. Le incolpazioni disciplinari non riguarderebbero la conduzione del processo così detto "Calciopoli", ma più in generale i comportamenti ed i modi del giudice Casoria e, oltre ad episodi relativi a comportamenti tenuti in altri processi, sarebbero citate anche due risposte date dalla Casoria alle giudici a latere del processo "Calciopoli", Maria Pia Gualtieri e Francesca Pandolfi, che saranno ascoltate come testi, insieme ai pm Narducci e Capuano, durante la discussione orale dell'udienza fissata dal CSM per l'8 aprile.
A questo, al ruolo nel procedimento disciplinare delle due giudici a latere, fa riferimento Alvaro Moretti quando, sempre sabato su Tuttosport, scrive: "... in ogni caso, ben difficilmente le difese accetterebbero un reintegro della corte con due giudici, la Gualtieri e la Pandolfi, in disputa col Presidente".
LA RICUSAZIONE. I Pubblici ministeri, a quanto pare, baserebbero la loro nuova istanza di ricusazione sul fatto che l'iniziativa disciplinare della Procura Generale della Cassazione riguarderebbe anche comportamenti tenuti dal giudice Teresa Casoria come conseguenza della prima richiesta di ricusazione. Durante l'indagine che ha condotto all'esercizio dell'azione disciplinare sarebbero state rese dichiarazioni anche da parte dei pm Narducci e Capuano, firmatari anche di quella prima richiesta di ricusazione. L'istanza di ricusazione, a quanto ci risulta, evidenzia che per la Casoria esisterebbe incompatibilità per una sorta di possibile interferenza tra il processo "Calciopoli" che conduce ed il procedimento disciplinare. In pratica si sosterrebbe che la Casoria non potrebbe guidare quel processo e contribuire ad emettere sentenza dopo aver avuto comportamenti, come giudice di quel processo, passibili di rilievo disciplinare. Vaciago scrive che "la Casoria, nello specifico, viene accusata di avere «un interesse nel procedimento» di Calciopoli. Questo 'interesse' deriva da un procedimento disciplinare a suo carico, nel quale i due pm sono chiamati dal Csm come testimoni".
I Pubblici Ministeri sosterrebbero che l'interesse può essere anche solo di ordine "morale", e non necessariamente di tipo "economico", interesse che potrebbe ledere il ruolo di terzietà ed imparzialità del giudice, che potrebbe essere indotto a decidere pensando al "vantaggio dell'assoluzione disciplinare".
L'avvocato Prioreschi ha risposto a Moretti: "Mi auguro che la Corte d'Appello decida tempestivamente e non vedo l'applicabilità della norma che i pm invocano stavolta: non vedo, cioè, quale interesse personale possa avere la Casoria in questo procedimento. Normalmente, l'interesse è delle parti, non del collegio giudicante. Apprendo che i pm del processo sono anche testimoni del procedimento disciplinare a carico della Casoria. E allora sarebbe più opportuno che si astenessero loro dal sostenere l'accusa in questo processo, non la Casoria".
LA NORMA. A proposito del citato "interesse" la Corte di Cassazione ha in effetti affermato che "l'interesse nel procedimento previsto dall'art. 36 1 co. lett. a) c.p.p., consiste nella possibilità per il giudice di rivolgere a proprio vantaggio l'attività giurisdizionale che è chiamato a svolgere nel processo, vantaggio che non deve essere necessariamente economico ma che ben può essere anche solo di ordine morale" (Cass. sez. VI, 5/3/1998, n. 2452, ric. Strazzullo R.V. n. 210839; id., 18/6/1998 n. 1711, ric. Cuccurullo, R.V. n. 211132).
A quanto pare nell'istanza di ricusazione si richiama una sentenza della Cassazione, che, a dire dei PM, avrebbe statuito su un caso analogo (Sezione II sentenza n. 1660 del 1999). Sul web è reperibile un documento che, al punto 5) richiama un passaggio di tale sentenza che qui riportiamo: "l’interesse quale elemento della fattispecie ex art. 36 lett. a) c.c.c. è senz’altro da ravvisarsi in capo al Giudice che sottoposto a procedimento disciplinare per comportamenti attinenti ad attività e provvedimenti giurisdizionali in precedenza adottati nell’ambito di un procedimento penale sia poi chiamato a pronunziarsi nello stesso procedimento penale in relazione ai medesimi fatti"; ciò in quanto quel Giudice sarebbe comunque, in tal caso, "condizionato dalla pendenza del procedimento disciplinare instaurato in conseguenza della sua precedente decisione essendo egli, inevitabilmente, portato a porsi il problema della possibile incidenza sul procedimento disciplinare della nuova decisione".
Tuttavia, secondo la Suprema Corte, occorre accertare se un siffatto interesse sia concretamente ravvisabile in relazione al "pubblicizzato" procedimento disciplinare, in ordine al quale vanno acclarati sia l'effettiva sussistenza e attualità della pendenza, sia i termini e il contenuto della incolpazione con particolare e rigoroso accertamento dell'attinenza e dipendenza di essa dalla pregressa attività giurisdizionale svolta dal giudicante in ordine agli stessi fatti oggetto di quel medesimo procedimento nel quale si è poi innestata la dichiarazione di ricusazione; questo per pervenire non a generiche e apodittiche affermazioni di principio, ma a stabilire, in concreto, se il giudice, ricusato sulla base dell'esito degli accertamenti prima indicati, sia effettivamente portatore di un interesse giuridicamente rilevante tale da coinvolgerlo nella vicenda processuale in modo da rendere l'attività giurisdizionale, che egli è chiamato a svolgere, obiettivamente suscettibile di procurargli un vantaggio, sia pure non economico ma soltanto di ordine morale.
In tale prospettiva, non essendo ovviamente ipotizzabile una ricusazione, per così dire, "omnibus" (ossia per motivi correlati a procedimenti diversi dal quello per cui la ricusazione è richiesta), bensì dovendosi vagliare la relativa istanza solo per un dato procedimento e per motivi ad esso attinenti, andrebbero quindi valutate, ai fini della fondatezza del giudizio di "ricusabilità", le condotte contestate alla Casoria dalla stessa tenute nell’ambito del solo processo "Calciopoli". E per la verità, sempre in base a quanto è dato sapere, fra le condotte contestate al magistrato, i comportamenti tenuti nell’ambito del processo “Calciopoli” non paiono davvero fra i più rilevanti sotto il profilo disciplinare.
LA FRENATA. Questa nuova istanza di ricusazione potrebbe comportare un'ulteriore frenata del processo. Sotto ricusazione il dibattimento può proseguire senza ritardi, ma deve fermarsi prima della sentenza e aspettare la decisione sulla ricusazione. Un'eventuale censura, o condanna disciplinare, però, potrebbe non influire automaticamente sulla ricusazione.
Solo se l'istanza di ricusazione fosse accolta ci sarebbe il rischio di dover rifare tutto il processo dall'inizio. Un processo che era ormai in dirittura d'arrivo, con la sentenza prevista per la primavera, subisce delle brusche frenate a causa delle proroghe richieste dal perito trascrittore Porto e delle iniziative dei pm: prima la richiesta di audizione dei nuovi testimoni avvenuta due mesi dopo la conclusione di "ulteriori attività di indagine", poi questa nuova istanza di ricusazione del giudice.
Il rischio che il processo possa terminare con la prescrizione e senza una verità processuale esiste, ma questa soluzione non sarebbe imputabile alle difese e non sarebbe gradita, come sottolinea l'avvocato Prioreschi: "Noi questa ipotesi la rifuggiamo: oggettivamente le risultanze processuali ci stanno ogni giorno dando le prove positive dell'innocenza di Luciano Moggi e in generale degli imputati. Noi vogliamo che questo processo si concluda prima che le nuove leggi possano entrare in vigore. Sarebbe proprio una beffa per chi si ritiene innocente vedersi privata la possibilità di vedere acclarata la propria ragione, negato un ristoro morale anche per questa perdita di tempo, che apre la strada a norme come quelle del processo breve".
Ricordiamo che la prescrizione sarebbe un fatto previsto da una legge che, però, deve ancora entrare in vigore.
Baraldi, Minotti e Corbelli: la cavalleria soccorre la difesa
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- By Giuseppe Rombolà
Avete presente i vecchi film western di John Ford, “Ombre rosse” ad esempio, quelli in cui la cavalleria arriva sempre puntuale a ribaltare le sorti della battaglia?
Ecco, Baraldi, Minotti e Corbelli dovevano essere una grossa parte della cavalleria in soccorso dei cowboys Narducci e Capuano, “cavalleria” annunciata da numerosi squilli di tromba mediatici ed attesa per dare il colpo di grazia ai cattivi. Ma, “mutatis mutandis”, i tre “cavalieri” da pilastri dell'accusa si trasformano in testimoni a discarico. E' un déjà vu, dato che non sono i primi testi convocati dall'accusa a riportare sensazioni, teorie e sentito dire ma pochi fatti ed elementi concreti. E Baraldi era già stato sentito in aula ed aveva riportato anche in quella occasione dei sentito dire e delle sue sensazioni e mai prove certe. E già il solo fatto che i PM abbiano intrapreso la ricerca di prove supplementari la dice lunga sulla consistenza iniziale delle accuse. Baraldi e Minotti sono stati sentiti dagli inquirenti lo scorso novembre 2010 in merito all'acquisto di Marco Di Vaio da parte della Juventus. Acquisto che è avvenuto nell'agosto 2002, non si capisce come mai solo nel 2010 i due PM abbiano pensato di spulciare le carte di quel trasferimento, sembra quasi che qualcuno abbia suggerito loro di seguire questa traccia. Ed i PM, ormai assetati di prove, hanno provato a battere anche questo sentiero. Ma la deposizione dei due ex dirigenti del Parma non ha fornito molte prove cui appigliarsi, anzi, ha ulteriormente demolito la tesi accusatoria.
Baraldi ha ripercorso le tappe delle trattativa per la cessione di Di Vaio, specificando che l'accordo venne raggiunto nell'agosto 2002 tra Sacchi e Moggi: accordo che prevedeva il passaggio di Di Vaio in maglia bianconera per 27 miliioni di euro, 15 dei quali pagabili subito, il resto con un meccanismo studiato per dilazionare il pagamento oltre il limite dei tre anni: compartecipazione di Brighi che sarebbe passato al Parma (Baraldi riferisce che il giocatore piaceva molto a Sacchi), con successivo riacquisto dopo due anni da parte della Juventus: prezzo fissato a 12 milioni.
Questo secondo negozio giuridico venne realizzato mediante la sottoscrizione di una scrittura privata tra Sacchi per il Parma e Moggi per la Juventus.
In seguito nel giugno 2004 il Parma e la Juventus si incontrarono, prima a Torino e poi a Milano, per risolvere la comproprietà di Brighi. Giraudo e Moggi in prima battuta provarono ad inserire nella trattativa l'acquisto dell'opzione su Gilardino, Bonera e Marchionni; al rifiuto del Parma in alternativa cercarono di ottenere l'opzione su alcuni giovani del vivaio. Il fatto che il Parma fosse in amministrazione controllata ed in difficoltà finanziaria a causa del crac Parmalat induceva Moggi e Giraudo a cercare di forzare la mano, ma Bondi, commissario Parmalat plenipotenziario su tutte le società del gruppo, oppose loro un secco “niet”. Normali operazioni di cinismo finanziario che solo il PM Capuano sembra non conoscere quando chiede a Baraldi “se la dirigenza della Juve era a conoscenza delle difficoltà economiche del Parma”, ottenendo una conferma da parte di Baraldi ed una notizia arcinota nel mondo del calcio : “Il ricavato della vendita di Brighi era necessario per l'iscrizione al campionato”. Chissà se Capuano è a conoscenza del cinismo finanziario di chi ha approfittato delle spoglie della Juventus post Calciopoli per accaparrarsi il più forte centravanti visto negli ultimi 10 anni in Italia al prezzo di un brocco?
Ma tutta la vicenda Di Vaio era semplicemente finalizzata a riportare l'incazzatura di Giraudo, che prima firma il contratto così come previsto dalla scrittura privata dell'agosto 2002 e poi si lascia andare ad uno sfogo nei confronti di Baraldi e Minotti: “Con noi avete chiuso!”
“Le parole esatte non le ricordo” ha precisato Baraldi, ma io l'ho interpretato come una minaccia.
Minaccia che non ha saputo chiarire nemmeno quando il presidente Casoria gli ha chiesto di cosa l'avesse minacciato Giraudo e con quali mezzi intendesse raggiungere lo scopo. Solo una sua sensazione, altro che minaccia di andare in serie B come voleva far credere il PM.
Ancora più esplicito è stato Minotti, il quale ha riferito che Giraudo prima firmò e poi si incazzò con lui e con Baraldi di fronte a tutti nella hall dell'albergo dove si teneva il calcio mercato, ma non fece nessuna minaccia di spedirli in B.
Una normale incazzatura per un affare che Giraudo pensava potesse andare meglio, anche perché, come lo stesso Minotti ammette, “non è che Brighi avesse fatto così bene al Parma”.
Quindi niente minacce di Giraudo e nessuna azione tendente alla retrocessione del Parma, cosa che, a risentire Narducci nell'udienza in cui aveva chiesto l'ammissione di questi nuovi testi, sembrava lampante, solare.
Ma se nessuna prova vi è delle teorie dell'accusa, dal controesame di Baraldi da parte dell'avvocato Bonatti abbiamo appreso che anche il Parma su iniziativa di Sacchi aveva organizzato una cena con i designatori: “C'eravamo io, Sacchi, Stefano Tanzi, Calisto Tanzi e i due designatori Bergamo e Pairetto” ha detto Baraldi.
Altro che rapporto esclusivo di Moggi con i designatori!
E se la deposizione di Baraldi e Minotti s'è risolta con un nulla di fatto per l'accusa, ancora peggio è andata con la deposizione di Corbelli.
Corbelli è stato presidente e co-proprietario, insieme a Ferlaino, del Napoli dal 2000, anno della promozione in serie A, al 2002, quando il Napoli retrocedette in B.
A dar credito alle indiscrezioni giornalistiche, Corbelli nel suo interrogatorio da parte dei PM aveva accusato Moggi di aver causato la retrocessione del Napoli per mezzo del suo killer Fresi e degli assistiti della GEA.
Di tutt'altro tenore sono state in realtà le dichiarazioni di Corbelli in aula, in pochi minuti ha smentito Zeman, il quale aveva detto che Moggi lo aveva fatto assumere a Napoli per rovinarlo, affermando invece che Moggi voleva il bene del Napoli e che consigliò Zeman in quanto lo riteneva l'allenatore ideale per il Napoli.
Moggi su Zeman si sbagliava, ma questa non può essere ritenuta una colpa degna di una condanna penale. Corbelli poi smonta la teoria dei PM che ritenevano Moggi il vero direttore sportivo del Napoli che ne condizionava la campagna acquisti. Corbelli riporta che proprio per limitare la presenza di assistiti GEA (Amoruso, Pecchia e Fresi) nel Napoli, Ferlaino rifiutò la proposta di Alessandro Moggi (consulente di mercato) di acquistare l'uruguaiano Pacheco. Alessandro Moggi si dimise ed i rapporti tra i Moggi ed il Napoli si interruppero. Corbelli ha poi ribadito di non aver mai detto che Moggi fece retrocedere il Napoli o che Moggi volesse il male del Napoli, anzi lo riteneva il più esperto nel mondo del calcio ed i suoi consigli erano ben accetti dal club partenopeo. Non è mancata tuttavia una stoccata finale a Fresi che, secondo il parere di Corbelli, è responsabile di almeno due sconfitte che costarono la retrocessione del Napoli, nel campionato 2000/2001. A suo parere appunto, senza nessuna prova che Fresi abbia agito in malafede. Presidente Corbelli, se Lei sapesse quante sconfitte noi imputiamo al povero Grygera! Ma certamente non riteniamo che voglia il male della Juve. Presidente Corbelli, PM Capuano, Vi vogliamo aiutare: nel mondo del calcio ci sono quelli bravi e quelli scarsi, Fresi era semplicemente scarso.
Nucini ha dato i numeri
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- By Redazione
Come un fulmine che squarcia le tenebre di una notte buia, così la deposizione di Gianfelice Facchetti sembra aver illuminato a giorno una zona buia nella memoria di Nucini. L'ex arbitro, autodefinitosi "Cavallo di Troia" di Facchetti all'interno della Can, ha ricordato di colpo una serie di numeri di telefono e siamo convinti che le sorprese non siano finite perché, da quanto ha riportato Alvaro Moretti su Tuttosport del 12 gennaio, sembra che Nucini avrebbe ricordato anche che «Facchetti mi rassicurò e mi fece fare un giro di colloqui di lavoro presso alcune banche (anche con Paolillo, ndr), perché non avessi paura di una mia fuoriuscita dal mondo arbitrale». Su questo punto aveva risposto alle insistenti domande dell'avvocato Prioreschi sul "posto di lavoro" dicendo che Facchetti "si era prodigato per cercarmi un posto di lavoro... lui si è proposto ed io ho rifiutato", e lo ha ripetuto ben due volte: "Lui mi ha fatto una proposta ed io mi sono rifiutato". Ora non ci meraviglierebbe rivedere Nucini in aula snocciolare altri numeri di telefono, e nomi dei responsabili di diverse banche.
Ma torniamo ai numeri dati da Nucini, perché abbiamo verificato che non tutti hanno compreso bene alcuni aspetti della deposizione resa nell'ultima udienza dal maresciallo Sergio Ziino; cercheremo di fare chiarezza partendo da una breve cronistoria.
Intervistato da Mensurati, per 'La Repubblica', l'11 maggio 2006 Nucini entra sulla scena di Calciopoli proponendosi come arbitro vessato, danneggiato da una decisione arbitrale contro la Juve, e buon amico di Facchetti. Un bel bocconcino per quel periodo, ma stranamente snobbato da Borrelli, che lo interroga solo ad ottobre 2006 nell'ambito dell'indagine sul caso "pedinamenti ed il dossieraggio illegale". Nucini è trascurato a lungo anche da Narducci e Beatrice, che decidono di aggiungerlo tra le frecce dell'accusa solo il 23 settembre 2007, 17 mesi dopo Mensurati e 11 mesi dopo la deposizione resa a Borrelli. Gli avvocati Bonatti e Prioreschi evidenziano che le due deposizioni sono, per larghe parti, quasi identiche. Durante la testimonianza del 26 maggio 2009, Nucini dice che Fabiani all'aeroporto di Lamezia Terme gli aveva dato "dei numeri di telefono, tre numeri di telefono o due, non mi ricordo più: uno, m’ha detto, questo non usarlo perché è quello di mia moglie, insomma… ma fu una chiacchierata, secondo me lui voleva conoscermi più a fondo"; e Narducci non gli chiede se per caso ricordi qualcuno di quei numeri, come non gli chiede se ricordi il numero della sim che l'ex arbitro dichiara di aver ricevuto da Fabiani durante il presunto incontro al Concord. La domanda la pone l'avvocato Trofino e Nucini risponde che non ha conservato per sé quel numero di telefono, lo ha dato solo a Facchetti. Riteniamo "rilevante" ricordare che Nucini quel giorno dice che prima di recarsi a testimoniare ha consultato un suo file di 250 pagine, una sorta di diario dove annotava tutto, dove riportava anche le considerazioni che si appuntava, seduto nell'ultima fila dell'aula di Coverciano, mentre gli arbitri visionavano dei filmati. La logica ci induce a pensare che, se Nucini avesse annotato i diversi numeri ricevuti da Fabiani nel suo file/diario, avrebbe dovuto rispondere diversamente a Trofino.
Ora torniamo al presente, alle sommarie informazioni rese da Nucini il 1° dicembre 2010. Nella sua richiesta di poter riascoltare il teste Nucini, il pm Narducci aveva detto: "Nucini nell'ambito di questa dichiarazione resa quale persona formata, informata sui fatti, era in grado, a differenza di quanto era avvenuto sino alla data del suo esame dibattimentale, di poter fornire una precisa indicazione, cioè un numero di utenza cellulare che egli asseriva aver rintracciato ed essere oggi per la prima volta in grado di riferire all'autorità giudiziaria, nel senso di certa utenza cellulare che ad egli era stata fornita dall'imputato Fabiani". E' il numero della sim che Fabiani avrebbe consegnato a Nucini nel presunto incontro di Torino, al Concord. Durante la deposizione del maresciallo Sergio Ziino abbiamo appreso che è stata svolta un'indagine anche su altri tre numeri di telefono ricordati dal Nucini, quelli che avrebbe ricevuto da Fabiani a Lamezia.
Ziino ha riferito di aver ricevuto delega dai pm di verificare "diverse utenze telefoniche tra cui quella 338/XXXX366" e di aver ricevuto dai pm solo i numeri delle schede e un riferimento: "Queste sono delle schede telefoniche che il dottor Nucini ha riferito essere state date dal Fabiani".
Che tipo di indagine e di verifica è stata svolta da Ziino?
Sono state richieste "alla banca dati a disposizione delle forze di Polizia e, quindi, la Tim" le anagrafiche storiche di quei numeri telefonici. Dobbiamo fare una premessa: un numero telefonico, quando viene disattivato perché non più "ricaricato", può venire riassegnato ad altra persona dopo un certo arco di tempo. Sulle anagrafiche storiche sono riportati come dati, per ogni numero: le diverse persone che nel tempo sono risultate intestatarie, il periodo in cui quel numero è stato attivo ed intestato ad una X persona con la data di attivazione e disattivazione, e i dati del negozio che ha attivato quella scheda abbinandola all'intestatario (in base ad un documento di riconoscimento, ndr).
Ai pm interessava, come ha specificato Capuano, "il periodo che va dal 2002 al 2006", perché Nucini dice di aver ricevuto i numeri da Fabiani a Lamezia il 16 marzo 2003, e la sim al Concord il 25 settembre 2003.
Vediamo adesso i risultati dell'indagine di Ziino relativamente ai singoli numeri, nel periodo interessato (tralasciamo i precedenti e successivi intestatari, ndr):
1. Il numero 338/XXXX366, che Nucini dice essere quello della sim ricevuta a Torino da Fabiani, viene attivato il 23.05.2003, intestato al signor Bresciani Francesco, e viene disattivato l’11.11.2004. L'attivazione viene fatta da un negozio di Napoli, in via Petrarca, dove i familiari di Bresciani hanno fatto delle attivazioni, ma lui non ha mai attivato quel numero con il 366 finale.
2. Ora parliamo dei tre numeri che Nucini dice essergli stati dati da Fabiani a Lamezia. Il numero 338/XXXX577 dal 2002 al 2004 è stata intestato a **** Danuta Anna ed attivato da un punto dealer presso l'aeroporto Capodichino di Napoli.
3. Il numero 333/XXXX338 dal 23.12.2002 al 30.3.2004 è stato intestato alla società **** Telefoni ed è stato attivato a San Marino. Questa utenza è stata riattivata il 27.07.2004, ma il periodo non ci interessa, perché Fabiani, secondo Nucini, dà quei numeri a marzo 2003.
4. Il numero 338/XXXX583 è il più interessante, perché è stato intestato dal 18.12.1999 al 10.05.2002 a **** Alessio ed è stato attivato a Novara, e successivamente, dal 28.12.2004 a tutt'oggi, è intestato ad altra persona.
Salta subito all'occhio l'incongruità evidenziata dall'anagrafica del numero con il 583 finale rispetto a quanto dichiarato da Nucini, cosa che l'avvocato Prioreschi ha evidenziato subito:
Avv. Prioreschi: Torniamo per un attimo al 583 finale, quindi, ho capito bene? Attiva dal 18.12.1999 al 10.05.2002, e poi questa scheda viene riattivata il 28.12.2004, quindi dal maggio 2002 al dicembre 2004 era un numero non attivo?
Ziino: Sì, dal tabulato Tim non risulta.
Fabiani, quindi, avrebbe dato a Nucini dei numeri sui quali poter essere chiamato e tra questi ci infila un numero che NON E' ATTIVO da un anno?
Voi, se voleste essere chiamati da qualcuno, dareste un numero al quale non potete rispondere perché, se anche fosse stato vostro in passato, è un numero "morto", disattivato da un anno?
Su tutti questi numeri Ziino ha detto che non sono chiesti i tabulati, ma solo l'anagrafica storica, quindi non c'è prova di dove siano stati usati, né quali celle abbiano attivato, e non è rilevabile neppure quando con una telefonata sia stata attivata la presunta sim data a Nucini al Concord, la 366 finale. L'avvocato Prioreschi ha insistito molto su questo punto controesaminando il maresciallo Ziino, evidenziando che una prepagata si attiva con una telefonata, perché quella sim risulta attivata il 23 maggio 2003, mentre invece, come probabilmente Prioreschi evidenzierà nella sua arringa, Nucini disse che quella sim era ancora imballata quando la ricevette il 25 settembre 2003. Una sim, che dovrebbe stare in un telefono per fare la telefonata di attivazione a maggio 2003, può essere ancora imballata a settembre 2003?
Quando il pm Narducci ha chiesto al tribunale di poter ascoltare il maresciallo Ziino, ci aspettavamo che l'indagine fosse riuscita a provare che la sim della quale Nucini ha "rintracciato" il numero era sicuramente nella disponibilità di Fabiani, ma l'esame del maresciallo non ha fornito questa prova. Ad oggi abbiamo solo un numero di sim ed un ignaro intestatario.
Molti organi di informazione e l'Ansa, erroneamente, hanno scritto che sarebbero due le sim che Fabiani avrebbe dato a Nucini, ma l'ex arbitro ha detto di averne ricevuta una sola. Il maresciallo Ziino ha riferito che durante l'indagine ha rilevato che nello stesso negozio, sempre il 23 maggio 2003, alle ore 18.11, pochi minuti prima che venisse attivata la scheda con il 366 finale, era stata attivata un'altra utenza telefonica 338/XXXX353, sempre intestata all'ignaro Bresciani ed attiva fino al 16.10.2004. Da questo a sostenere e scrivere che entrambe le schede sono state date al Nucini, ce ne corre.
Abbiamo la sensazione che la Nucini Story riserverà ancora altri colpi di scena.