Speciale AA/2: Andrea Agnelli ai confini del mondo

andrealapo“Nessuna causa è persa finché ci sarà un solo folle a combattere per essa”, dal film "Pirati Dei Caraibi - Ai Confini Del Mondo"

Prima di cominciare, desidero che ogni lettore rilegga quanto avevo scritto in data 2 maggio 2010.
Chiedo questa piccola cortesia perché credo che quelle considerazioni siano la premessa ideale per quanto leggerete ora.
L’argomento va rispolverato per via delle argomentazioni proposte da Andrea Agnelli nella sua lettera, datata 18 giugno 2010, apparsa sul sito ufficiale del club.
E’ inutile affrontare il discorso sulla competitività e la rosa dei giocatori, perché quanto scritto da Andrea è chiarissimo.
Si è affidato a persone competenti del settore con l’obiettivo di ricostruire.
Va bene così.
Veniamo, ordunque, alle cose più… di casa nostra, per così dire.
A questo scopo è utile rileggere la parte più interessante della lettera:

“Sappiate inoltre che io, come tutti voi, sono in vigile attesa di conoscere le decisioni definitive della giustizia sportiva che dovrà dimostrare, di essere uguale per tutti in qualsiasi momento storico. Ecco perché farò sempre sentire la voce della Juventus in FIGC, in Lega Calcio e in ogni altra sede”.

Devo dire che provo per Andrea un po’ di “tenerezza”, nel senso migliore del termine, sia chiaro.
In fondo egli è figlio legittimissimo di una famiglia che ha in tasca la proprietà del club da più di 80 anni e, dopo il romanzo catastrofico e putrido degli ultimi quattro, si è seduto sulla poltrona più importante del mondo del calcio con l’idea di lucidare al meglio un nome e una storia.
Riprendere il romanzo dall’ultima pagina e continuare a scrivere…
Quello sì, un romanzo, fatto di grandi vittorie e di grandi sconfitte.
Quello sì, un romanzo, fatto di semplici atleti e di grandi campioni, di semplici corridori e di pittori del pallone, di persone precise come orologi svizzeri e di gente strana che giocava al pallone come se tutto fosse uno scherzo.
E la vita stessa, forse, è proprio un gioco, soprattutto nelle cose più importanti.
Dopo lo scandalo del 2006, (quello finto a cui con tutta la buona volontà non si può proprio credere), la Juventus ha subito un contraccolpo che ha interrotto la stesura di quello scritto e la storia ha deragliato.
Una deviazione che Andrew evidentemente non ha mai digerito.
Ed ora eccolo lì, che cavalca una zebra cui della gente poco per bene ha tolto la savana da sotto i piedi.
Nella lettera non è ben chiaro se egli, da buon presidente, si limiterà in tutte le sedi a sollevare questioni e a far sentire la propria voce in attesa che qualcuno dia delle risposte o se, invece, inizierà una vera e propria guerra contro un sistema calcio che è pulito come il culetto di un bambino dopo la cacchina.
Per non parlare della puzza, quella ve la lascio immaginare…
E’ difficile capire, sono troppo poche e vaghe nella lettera le parole sul tema.
Va detto però, che Andrea è una persona intelligente e presumibilmente credo sappia benissimo a cosa sta andando incontro.
Dipende solo da quanto è disposto a spingere.
I giornali di famiglia sul tema Calciopoli sonnecchiano al punto da fare anche il fischio, mentre russano.
E quelli che non sono proprio interamente di famiglia, ma di famiglia tanto quanto basta, hanno preso in custodia il marchio Inter per valorizzarne…
diciamo… l’onestà.
La domanda che rivolgo ad Andrea dunque è:

Andrea, tu sai bene che quelli del palazzo non ci pensano neanche lontanamente ad applicare il regolamento in modo equo per tutti.
In che mondo vivi?
Se lo facessero la serie A probabilmente sarebbe composta da Juventus, Pro Vercelli, Torino, ecc
Detto questo, quando ti accorgerai che non faranno niente di quanto tu speri, cosa farai?
Accetterai tuo malgrado la situazione archiviandola per sempre o ti comprerai un fucile?


Andrea Agnelli, come scrissi nell’articolo sopracitato, ha iniziato da tempo il viaggio verso i confini del mondo, ed ora credo sia arrivato grossomodo a destinazione.
Questa strana storia torinese mi ricorda il terzo capitolo cinematografico della famosa saga dei "Pirati dei Caraibi", con Johnny Depp.
Nel film in questione, i migliori amici/nemici del capitano stringono un patto per spingersi oltre i confini del mondo e liberare Jack Sparrow, che nel film precedente era stato inghiottito e trascinato negli abissi, in un luogo surreale posizionato tra la vita e la morte.
E questi intrepidi e fantasiosi personaggi, dopo aver attraversato mari di ogni genere, caverne di ghiaccio comprese, si lasciano inghiottire dalla cascata posta alla fine del mondo per poter raggiungere Jack.
Ecco, io credo che attualmente la situazione storica bianconera sia un po’ dello stesso tipo.
La Juventus, intesa nel senso romanzato di cui parlavo poco più su, si trova al confine tra il regno dei vivi e quello dei morti, un luogo da cui è difficile fuggire.
La Juventus e il suo equipaggio, con l’aiuto del capitano Andrea, dovrebbero navigare in un mare oscuro e chiuso, rischiando seriamente di rimanervi intrappolati per anni.
Un po’ come nel film, dove questi strani eroi rischiano di rimanervi per l'eternità se entro il tramonto non verrà trovato il modo di tornare alla terra dei vivi.
Sarebbe una brutta fine per il club quella di rimanere imprigionato, insieme alle speranze di molti tifosi, nelle acque dove vagano le anime dei morti in mare, ossia nel posto dove sono finite altre società gloriose del passato.
Alcune di queste, ancora oggi, hanno nella propria bacheca persino degli scudetti…
Nel fantasiosissimo romanzo cinematografico, Jack, il capitano, trova il modo di effettuare il trapasso capovolgendo sottosopra la nave poco prima che il sole venga inghiottito dal mare.
E nella storia calcistica che ci riguarda non sarebbe molto differente.
Servirebbero molte cose, tra cui un immenso coraggio, molta follia e molte, forse troppe, coincidenze e circostanze favorevoli.
Del resto, se ci pensate bene, persino l'America può essere considerata il frutto di un errore di navigazione.
Eppure è sempre importante sapere dove si sta andando e quali rischi si corrono.
Una volta di nuovo nel regno dei vivi poi, bisognerebbe mettere in chiaro alcune cose una volta e per sempre.
Non c’è solo Calciopoli, sono troppi gli odi tra tifoserie alimentati negli ultimi venti-trent'anni di calcio.
Calciopoli nasce anche dal modo italico di vedere il calcio e gli avversari, che non sono mai forti ma rubano.
E’ ora di finirla davvero.
Troppi morti, troppe cose da rivedere, non solo dal punto di vista della regolarità dei campionati.
La stagione 2010/2011 è ancora lontana, ma per me vale sempre quanto dico da quattro anni, ossia niente più stadio, nonostante l’invito di Andrea che nella sua lettera spera di rivedere il popolo bianconero vicino alla squadra a partire da settembre.
Però, per quello che riguarda il trapasso della Juve dal regno dei morti a quello dei vivi, credo che Andrea ad un certo bel momento potrebbe avere bisogno di noi Juventini.
Nel film Jack Sparrow arriva all’idea del capovolgimento sottosopra della nave, ma sono tutti i componenti dell’equipaggio che, correndo tutti insieme da un lato all’altro del ponte in senso orizzontale, senza paura di morire, permettono il ribaltamento.
All’occorrenza Andrea dovrà poter contare su coloro che se la sentiranno di aiutarlo.
Io non so se Andrea avrà la follia e la forza necessarie per fare ciò che vorrei io, ma se lo farà...
Ai confini del mondo ormai ci è arrivato e nell'isola tra il mondo dei vivi e quello dei morti anche.
La Juve l'ha recuperata, ora dovrà riportarla nel mondo dei vivi.
E per farlo non serve vincere le partite di un campionato del nulla.
Adesso serve trovare l'idea giusta e chiedere aiuto all'equipaggio.
Se davvero ci proverà, io nel mio piccolo ci sarò.
Correrò da una parte all'altra del ponte.
Aspetto ordini.
E se non ci riusciremo, preferisco morire come tifoso piuttosto che vagare in un campionato di gomma.
Bene, ora passo la palla ad Andrea.

"Perché moriremo allora? Voi! Ascoltate... ascoltate! La Fratellanza ha gli occhi puntati qui, su di noi! Sull'ammiraglia, la Perla Nera! E cosa vedranno? Topi impauriti a bordo di una nave alla deriva? No! Vedranno uomini liberi, e libertà! E quel che vedrà il nemico sarà il lampo dei nostri cannoni, e udrà il fragore delle nostre spade e si renderà conto di quel che valiamo noi! Grazie al sudore della fronte, e alla forza delle nostre schiene e al coraggio dei nostri cuori! Signori, su le bandiere!", dal film "Pirati Dei Caraibi - Ai Confini Del Mondo".