Antonio Conte e il segreto di Pulcinella: il metodo Carraro

carraroInnanzitutto invito chiunque non l'abbia ancora fatto a guardarsi il video della conferenza stampa post partita di mister Conte. Quei 13 minuti sono molto meglio di un qualsiasi articolo rancoroso di ju29ro.com, lì c'è tutto. E quindi per prima cosa sento il bisogno di ringraziare il nostro allenatore perché per la prima volta dal 2006 sono risuonate parole chiare, nette, una lama che è affondata senza pietà nel cuore del problema. Non le letterine di Cobolli Gigli, non i miagolii da curato di campagna di Marotta, che anche quando si incazza hai la sensazione che da un momento all'altro stia per chiederti scusa. Per carità, ognuno ha il suo stile, ma l'unico efficace, l'unico che io riconosco come Juventino è quello di quei 13 minuti. Juventino fino in fondo, perché ha parlato da uomo di sport prima ancora che da parte in causa. Non è stato il pianto greco di Mazzarri, per prima cosa ha messo in chiaro un concetto fondamentale: la Juve queste partite dominate le deve vincere, e se non le vinciamo mi incazzo coi miei calciatori. Questo a prescindere dagli episodi e dal Mazzoleni di turno. Perché al di là di quello che riporteranno i soliti menestrelli, quella di Conte non è la lamentela per l'episodio: è lo spiattellamento, nudo e crudo, di un problema che va ben oltre il singolo episodio. E' l'aria che si respira, è quello che tutti noi juventini annusiamo e che finalmente ha trovato il giusto megafono.

Cosa ha denunciato Conte? Lo ha detto lui stesso: è il segreto di Pulcinella. Perché avvengono certe cose, perché un arbitro ha paura a fischiare a favore della Juventus? Perché non è mai morto, anzi dopo Calciopoli è diventato Legge, il metodo Carraro. Ricordate no? Mi raccomando eh, che faccia la sua partita ma non sbagli a favore della Juve. Perché se sei Collina nessuno ti dice un cazzo, ma se non sei Collina e sbagli a favore della Juve succede il finimondo sui giornali e in televisione. Se invece sbagli contro, passa tutto in cavalleria. E allora, visto che di Collina ne è esistito solo uno (per fortuna, io direi), perché un arbitro deve rischiare la crocifissione fischiando un rigore che magari lui vede netto, ma che i moviolisti di turno potranno sminuire a loro piacimento? Perché mettersi nei guai se c'è una maniera molto più semplice per ripararsi dalla pioggia, ossia non fischiare nemmeno quello che c'è a favore della Juve?
Conte ha rivoltato il coltello nella piaga, spiegando con estrema semplicità quello che noi sosteniamo da sempre, ma che nessuno ha le palle di scrivere e di dire: il vero condizionamento sugli arbitri lo esercitano i media. E, di conseguenza, chi li controlla. Altro che le balle sulle schede svizzere. Lo avevamo intuito prima del 2006 semplicemente usando il cervello, ne abbiamo avuto conferma dalle intercettazioni (quella famosa di Carraro, ma anche tante altre nelle quali arbitri e designatori a fine partita erano preoccupati unicamente di quello che avrebbero detto nei programmi sportivi). Ne abbiamo avuto la riprova, se ancora qualcuno non ci fosse arrivato, pochi giorni fa, dopo Juventus-Siena. Marotta va a lamentarsi a Sky per l'errore clamoroso di Peruzzo e loro, immediatamente, cosa fanno? Tirano fuori dal cassetto Juve-Cagliari. Non i rigori non dati di Catania-Juve, non quello su Marchisio a San Siro, non quello su Vucinic a Lecce. Ovviamente le immagini ce le avevano già lì pronte, aspettavano solo Marotta al varco. Qualcuno si ricorda casi simili di lamentele di altri soggetti prontamente contrastate dai filmati di presunti favori precedenti? Per molto, molto meno abbiamo letto parole come "sistema", condizionamento della classe arbitrale, illecito strutturato, alterazione della classifica. Sì, perché sul popolino, sulla massa antijuventina (netta maggioranza tra chi segue il calcio in Italia) fanno presa queste cazzate: la telefonata, la griglia, la patente a punti di Baldas. Quello è condizionamento. Terrorizzare un arbitro che dà un rigore alla Juve (il povero Doveri, che ha avuto la sfiga di darci l'unico rigore su 22 partite, e l'unico che non c'era, è stato massacrato come se la Juve avesse vinto grazie al suo fischietto) invece no. Quello è prassi. In Bologna-Milan Rocchi va via liscio come l'olio, perché "ha sbagliato da entrambe le parti" (sic). Capito come si fa a condizionare? Capito cos'è l'aria che Conte e tutti noi respiriamo? Capito perché Braschi l'anno scorso si è preso in silenzio gli insulti di Galliani durante Cesena-Milan, mentre se Marotta osa alzare la voce va alla Domenica Sportiva a fare lo sceriffo?
Comunque si va avanti. Continuando a denunciare questo stato di cose ma provandoci comunque a vincere, come sempre, sul campo. Forse ci sono 443 milioni di motivi per cui questo scudetto non potrà tornare a Torino. Oppure ci arriverà lo stesso, come quello del 2005: vinto nell'ostilità generale, oggi come allora.