Andrea Agnelli e l'ammutinamento della ciurma ribelle

andrea agnelliIl veliero fantasma di cui abbiamo parlato l'ultima volta continua a seguirci da distante, e molti di noi, ogni giorno di più, vorrebbero diventarne la ciurma.
Se ne parla ormai apertamente persino in tv e sui giornali sportivi. Avete fatto caso?
Veniamo ora alla ciurma ribelle. L’ammutinamento di molti tifosi della ciurma che credevano nel capitano della nave bianconera lo avevo previsto. Per la verità pensavo che sarebbe avvenuto prima di Natale, ma invece è avvenuto a gennaio, quando si è trattato di correggere in corsa la stagione. Si sa, il tifoso ragiona con la pancia.
Le acque del mare, le solite, quelle che separano il mondo dei vivi da quello dei morti, sono diventate sempre più scure, e la ciurma a bordo si pone delle domande. Di Calciopoli sostanzialmente nessuno parla più, salvo i soliti siti web che hanno preso a cuore la causa; e la proprietà della Juventus (il pacchetto azionario di maggioranza che fa capo a Exor) non sembra essere orientata a rivisitare mediaticamente quella sporca e vergognosa estate del 2006. Fatte salve alcune sparute trasmissioni televisive, che però lo fanno come al solito in modo pasticciato e a tratti palesemente falso. La sentenza del processo di Napoli che si avrà fra qualche mese, dunque, non sarà affatto contestualizzata di fronte all’opinione pubblica, quali che saranno le decisioni ivi assunte. Anche perché il tempo stringe…
Nel frattempo la squadra fa acqua in quasi tutti i reparti, e l’uscita dalla Coppa Italia con la Roma, frutto della solita partita inguardabile e senza idee, ha sancito definitivamente la fine della stagione. Infatti, anche la vittoria in campionato ormai sembra essere un’ipotesi fantascientifica, e le campagne acquisti vengono gestite in perfetto stile “squadra che cerca di non retrocedere”. Ovviamente non faccio riferimento solo alle qualità tecniche e anagrafiche dei giocatori, ma all’idea che, avendo paura di spendere e di comprare a titolo definitivo un cartellino, si preferisce giocare a rimpiattino con la solita soluzione del prestito riscattabile e spalmabile. La Juve è una squadra provinciale di precari. E ogni precario ci viene a costare, in prospettiva, una schioppettata. Va bene che soldi non ce ne sono, ma il mercato come al solito è stato ricco di pasticci e di cattiva improvvisazione, e ciò avviene sempre da qualche anno a questa parte, anche quando magari si azzecca l'acquisto di un giocatore. Certo, rimarrebbe da rincorrere la qualificazione ai preliminari di Champion’s League. E dico preliminari, mica qualificazione rassicurante... Ma se i posti sono quattro e bisogna competere con Milan, Inter, Roma, Lazio, Napoli, Udinese, ecc. non sarà di certo una passeggiata. Il capitano Andrea, a quanto dicono i giornali, la settimana scorsa è corso a chiedere un aiuto economico al cugino: nisba. E allora ha radunato la ciurma in coperta e ha fatto il suo discorso, per cercare di evitare l’inevitabile. La conferenza stampa del 29-01-2011 è stata deludente e a tratti allucinante. Il buon comunicatore che avevamo visto nei mesi scorsi d’un tratto è sparito. Nervosismo e anche un po’ di spocchia, nello stile dei vecchi Agnelli; intendo lo stile da dimenticare, e non quello delle battute ad effetto, eleganti e illuminanti allo stesso tempo. Speravo di non dover mai vedere quel tipo di spocchia in Andrea, perché ho sempre provato un certo affetto istintivo nei suoi confronti, e io del mio istinto mi fido quasi sempre. Peccato. Durante la conferenza stampa nessuna rivelazione di fatti che già non si conoscessero, solo concetti privi di qualunque ventosa utile ad arrampicarsi meglio sui vetri. Non si è preso nemmeno la briga di rispondere in modo educato, efficace e circostanziato alle solite frecciate di Moratti. L’ennesima occasione persa per fare un po’ di informazione. Delusione clamorosa. Al contrario dell’opinione generale e prevalente, credo che l’unica nota positiva di quella conferenza stampa sia stata l’uso di qualche termine un po’ vivace. Il Presidente ha lasciato trasparire una certa grinta, senza mai trascendere nello scurrile. Quelle da lui espresse non sono parole abbastanza pesanti da poter essere considerate volgari; non nel 2011, e non alla presidenza di un club che milita nel campionato itaGliano. Vi va di provare a pensare ai tanti presidenti e dirigenti “gentlemen” del calcio di Bananopoli? E con questo direi che ci siamo capiti. Quel tipo di parole, in alcuni casi, a patto che non si esageri e che non diventino un’abitudine, possono servire a dare forza a determinati contenuti esposti in un momento particolarmente difficile.
I contenuti però in questo caso non c’erano. Il problema è tutto qui. Se l'attuale situazione nata in casa Exor non gli piace, avrebbe dovuto mettere sul piatto le sue dimissioni e tutti noi avremmo capito, e forse lo avremmo trattato alla stregua di un eroe. Invece è stato un po’ come vedere una partita della Juventus di questi tempi: tante promesse, tante speranze, tante batoste e zero idee. Evidentemente il patto fatto con il cugino John, in virtù del quale la Juventus è passata nelle mani di Andrea stesso, non è stato abbastanza esaustivo, o forse è stato fatto in modo troppo grossolano, ed è privo delle garanzie sufficienti e utili a lavorare in un modo più sereno. E la colpa è tutta di Andrea Agnelli e non del mio barbiere di fiducia. Per ciò che riguarda invece il cugino John, la situazione è la più imbarazzante nella storia della famiglia Agnelli; mai avevo visto una persona così odiata dal popolo bianconero, tranne forse qualche storico nemico della Juventus, che però fisiologicamente si presta molto di più agli attacchi verbali dei tifosi. Non conosco più nessun tifoso, nemmeno uno, che dalla primavera del 2010 provi una qualche forma di ammirazione per John Elkann. A quattr'occhi, in una qualunque chiacchierata tra amici con la stessa fede calcistica, non appena si tocca questo tema comincia sempre una sequela di frasi irripetibili. In alcuni casi, può sembrare strano e paradossale, e infatti lo è, tocca a me difenderlo, perché altrimenti verrebbe bersagliato anche da accuse infondate e del tutto campate in aria.
Si sa, il tifoso ragiona con la pancia e, qualche volta, ragiona anche con l’onore. E visto la fine che ha fatto l’onore della Juventus negli ultimi anni, vi lascio immaginare… Ma questo giovane uomo ha qualche consulente d’immagine che gli presenta periodicamente una relazione fedele alla realtà di ciò che la gente pensa di lui? Non è dato sapere.
Nel frattempo le voci che si rincorrono di continuo e che girano attorno alle vicende della famiglia e alle aziende del gruppo in generale, un po’ riportate da alcuni media (Dagospia in primis), un po’ frutto di confidenze di alcuni miei amici, tracciano una curva poco fluida e piena di interruzioni. A quanto pare in famiglia si discute parecchio in questo periodo, particolarmente in relazione alle strategie del gruppo e ad eventuali cambi da attuare su alcune poltrone importanti (Ferrari, RCS, ecc). E qualche decisione è stata anche già presa, in particolare per quanto riguarda Lapo Elkann. A questo punto, visto lo stato attuale della situazione, credo che sarà difficile che Andrea Agnelli possa sedersi anche alla presidenza della Ferrari, come da alcuni mesi si vocifera nei corridoi di Dagospia. L’immagine del giovane Agnelli, infatti, si sta bruciando lentamente. Sarà solo un caso?
Per ciò che riguarda la Juve, le sue dimissioni non servono, perché molti tifosi “rancorosi di serie C” lo hanno già dimesso.
Lo so, ci sono anche molti tifosi che seguiranno ancora Andrea, ma questa speranza illusoria secondo me durerà ancora per poco tempo. Sarà dura per lui arrivare completamente illeso a fine stagione. Comunque non è un problema.
Facciamocene una ragione, in fondo la Juve sul pianeta terra è ufficialmente morta il 31-08-2006, continuare a piangere per lutto dopo tanto tempo non serve più. La Juve rimarrà lì, nel mare oscuro, a navigare fino a quando non tramonterà il sole. E questo al di là dei risultati ottenuti dalla squadra sul campo. Andrea Agnelli non esisterà più per molti di noi, almeno fino a quando non deciderà davvero di mettersi a fare la guerra; in quel caso le porte del nostro orgoglio saranno sempre aperte.
Ma, tutto sommato, nonostante la grande stanchezza di molti di noi, io sono contento perché la ciurma, anche se non ha più un capitano a causa dell’ammutinamento, è fiera e coraggiosa oltre ogni limite. Anche gli ultimi romantici, ancora aggrappati all’idea del nome Agnelli, si uniranno a noi. Combatteremo insieme sino alla fine. Noi rancorosi in guerra ci siamo da quattro anni e otto mesi, soli, senza l’appoggio di nessuno, con il coltello fra i denti, la spada sguainata e il Jolly Roger tatuato sul petto bagnato dagli schizzi delle onde del mare.
E non mi riferisco solo a noi di ju29ro.com, ovviamente, ma anche ai tantissimi lettori del sito stesso, che non scrivono ma studiano brillantemente, spesso superando di gran lunga i maestri. Quattro anni di sudore su telefonate, atti processuali, sentenze, date, fatti, partite, forum, radio, tv, manifestazioni, volantini, conferenze, libri, video, amici, nemici, ecc.
I veri capitani della Juventus siete voi, siamo noi, sono tutti i presenti. Non bisogna mai dimenticarlo.
Senza paura di niente e di nessuno. Addirittura, senza nemmeno la paura di morire calcisticamente per sempre. E se andrà così, per me sarà un grandissimo onore vivere con tutti voi l’ultimo giorno. Come sempre ci faremo onore. Che tutto il mondo lo sappia.

“È il giorno della morte che da alla vita il suo valore!”
(Capitan Barbossa - "Pirati Dei Caraibi - Ai Confini Del Mondo")




Le puntate precedenti:
Il viaggio di Andrea Agnelli
Andrea Agnelli ai confini del mondo
Andrea Agnelli e i 29 colpi di cannone
Andrea Agnelli e la bottiglia di rum
Andrea Agnelli e la polvere nera
Andrea Agnelli e gli oscuri abissi
Andrea Agnelli e il veliero fantasma