Il processo di Napoli. Le tappe importanti

Moggi ed i suoi avvocatiIl processo di Napoli è stato seguito poco e male dai media, salvo poche eccezioni. Giornalisti e telecamere hanno invaso la piccola aula 216 solo dopo che il collegio difensivo di Luciano Moggi ha trovato le telefonate "scartate" e la cui esistenza era stata respinta da Narducci, ad ottobre 2008, come "Balle smentite dai fatti...", ma l'hanno abbandonata dopo poche udienze. Il nostro impegno è stato quello di colmare le lacune di chi dovrebbe fare informazione, e per farla viene pagato.
Abbiamo raccolto il lavoro prodotto in un sommario con audio, video, documenti e cronache delle udienze:

Ancora prima che il processo prendesse il via, dalla lettura attenta delle informative e dalle notizie in nostro possesso, abbiamo redatto le nostre analisi:
Scommessopoli - Primo atto
Scommessopoli - Secondo atto
I misteri delle informative
Chi ha ispirato le informative?
Il supertestimone ignorato
Calciopoli, perché Napoli
Calciopoli, la fuga di notizie
Calciopoli, un'indagine "debole"
Omissis
Farsopoli 2 - Le schede svizzere: tutte le incongruenze
Sim 'e Napule
Chi mente tra Nucini, Moratti e Tavaroli?
Intercettazioni di Calciopoli: forti dubbi di irregolarità

Due telefonate che aiutano a comprendere molto:
Baldini fa un discorso molto serio: il ribaltone
Moggi-Tosatti: il lato oscurato di Farsopoli


IL PROCESSO.
24 marzo 2009. E' la prima vera udienza, perché quella del 20 gennaio è stata una falsa partenza dovuta agli addetti alle notifiche. I giudici decidono di estromettere dal processo le parti civili ritenendo che "non sussistono danni diretti ed immediati".

21 aprile 2009. La stampa non dà nessuna rilevanza a quanto dice l'avvocato Prioreschi, che parla di "curiose anomalie" riscontrate in "un elenco di tutte le intercettazioni, 2.600 pagine, che riguarderebbero ben 171.000 telefonate". Prioreschi dice al giudice: "Ora, esaminando tutte le telefonate che abbiamo agli atti, noi ad esempio non troviamo queste telefonate di Moratti, e fanno riferimento anche ad alcune telefonate di Facchetti" (articolo sull'udienza). Auricchio e Narducci hanno avuto un anno di tempo per preparare una risposta, ma un anno dopo saranno impreparati. "Qualcosa può essere sfuggita".

Le udienze sono poco seguite anche da quei media che nel 2006 sgomitavano per un posto nella prima fila del plotone, dimostrando che quello che interessava loro ormai l'avevano ottenuto con la loro campagna mediatica nel 2006. Lo abbiamo evidenziato in chiave ironica con l'articolo "Giornalisti à la carte ".

6 maggio 2009. La tesi dell'avvocato Prioreschi sulla non utilizzabilità delle intercettazioni trova nel pm Beatrice un fiero oppositore che, però, va in difficoltà quando il giudice chiede chiarimenti sul "sistema base". L'avvocato Messeri, legale di Bertini, evidenzia che, secondo lo studio delle sim straniere fatto dagli investigatori, Bertini starebbe prima ad Arezzo e 10 minuti dopo a Milano.

19 maggio 2009. Depongono i primi testimoni, Romeo Paparesta e Armando Carbone, ma l'articolo di Maurizio Galdi sulla Gazzetta è un aperitivo della ricusazione del giudice Casoria che i pm chiederanno cinque mesi dopo.
Leggi l'articolo: Dalla mezza verità di Galdi alla ricusazione della Casoria.

Continua la sfilata dei testimoni dell'accusa e nessuno fornisce una prova inconfutabile. Tante "sensazioni", "impressioni", "si dice", come quelli ammessi da Gazzoni Frascara, che aveva "graffiato l'immagine di Facchetti", come piace dire al direttore rosa Andrea Monti, tirandolo in ballo per la storia della falsa fidejussione a favore della Reggina. Nel sommario trovate anche un riassunto delle loro deposizioni ("Farsopoli, i testi dell'accusa").

26 giugno 2009. Depone Danilo Nucini, che da arbitro in attività aveva contatti fitti con Facchetti, ne era il confidente, e che viene presentato dai media come "quinta colonna" interista all’interno della CAN e teste "rilevante" dell'accusa. La sua deposizione è piena di contraddizioni (leggi l'articolo), si descrive come vessato dai designatori ma le telefonate che saranno "ritrovate" e fatte trascrivere dicono altro, come ulteriori dubbi nascono da quanto la stampa riporterà sulla deposizione spontanea di Facchetti Jr.
Il teste Nucini ha detto tutta la verità?
Chi mente e chi è attendibile?

11 luglio 2009. La Cassazione riammette le parti civili. Tornano nel processo il Brescia, l'Atalanta, le curatele fallimentari di Bologna e Salernitana, la FIGC, la RAI, l'Avvocatura dello Stato e la Federconsumatori campana. La Juventus, la Fiorentina e la Lazio erano state già citate per la richiesta danni come "responsabili civili".

21 ottobre 2009. Ricusata la Casoria. Il Procuratore capo di Napoli, Giandomenico Lepore, ha assecondato la richiesta dei pm e firmato l'istanza di ricusazione del giudice Casoria, perché il suo atteggiamento e certe frasi sono "un'anticipazione di giudizio".

7 novembre 2009. Depone Manfredi Martino e, dopo tante contraddizioni evidenziate dalle difese, parla di un colpo di tosse di Bergamo al momento del sorteggio. Alla Gazzetta passa la "nausea per il penale", quel colpo di tosse piace, si sveglia dal torpore e riporta "Calciopoli" ed i sorteggi truccati in prima pagina, con grande enfasi. Quello che segue a quei titoli, come la replica dell'USSI, potete leggerlo in "Il processo secondo Galdi/1".

10 novembre 2009. Inizia la sfilata, come testi dell'accusa, degli uomini della superdecantata "squadra Off-side" che, agli ordini di Auricchio, ha curato la fase investigativa. Clicca per leggere una breve analisi de "Le deposizioni degli investigatori".

4 dicembre 2009. L'Inter non interessava. Depone l'ex assistente Rosario Coppola e riferisce della sua deposizione spontanea del 2006, delle dichiarazioni che aveva iniziato a fare sulle pressioni ricevute affinché cambiasse un referto sul giocatore Cordoba dell'Inter, e della risposta ricevuta dagli investigatori: "A noi non risulta che l'Inter facesse pressioni, non abbiamo registrazioni... Non è un argomento di discussione perché non ci interessa". Coppola ricorda anche: "Sulla stessa partita, per esempio, nell'intervallo io ho avuto la visita del presidente Facchetti negli spogliatoi, sempre sullo stesso argomento".

8 gennaio 2010. Rigettata la ricusazione. La settima sezione della Cor­te di Appello di Napoli ha dichiarato inammissibile, e bocciata anche nel merito, l’i­stanza di ricusazione presentata dalla Procura nei confronti di Teresa Casoria.

9 gennaio 2010. - Dopo le fanfare mediatiche della docufiction è l'ora del vero Auricchio, ed è interessante capire come abbia svolto le indagini, come abbia costruito questa cupola, visto che quella edificata per la GEA è miseramente crollata. Nelle prime due udienze Auricchio appare preparato, risponde alle domande del pm e sono duetti in scioltezza. Quando iniziano le domande delle difese le cose cambiano, si moltiplicano i "Non ricordo" di Auricchio, tanto che l'avvocato Prioreschi lo evidenzia: "Alle domande del pm ha risposto punto e virgola, poi a noi dice che non ricorda".

23 marzo 2010. E' il turno dell'avvocato Prioreschi nel controesame del teste Auricchio. E' l'udienza clou del processo. Prioreschi chiede perché nelle informative non siano riportate telefonate dell'Inter, pur essendovene tracce nelle intercettazioni con progressivo 15.237 e 5033 (foto: le due pagine delle informative). Auricchio annaspa ed il pm Narducci gli va in soccorso "Qualcosa può essere sfuggita". Per Auricchio il Milan non ha televisioni.
Beccantini scrive nell'articolo "Qualcosa sarà sfuggito. Appunto": "... al processo di Napoli il tenente colonnello Attilio Auricchio sta facendo di tutto, con tutti, per passare alla storia. [...] «Non lo so, non so dare spiegazioni», brontola Auricchio, e «Qualcosa sarà sfuggito» aggiunge il pm Narducci quando l’avvocato Prioreschi incalza il teste... [...] Auricchio è stato sentito il 16 e il 23 marzo. Fra un’udienza e l’altra, temo che non si sia nemmeno preparato. Fingere di non sapere che davanti e dietro al Milan c’è Mediaset, cioè Silvio Berlusconi, appartiene alla volontà di buttare tutto in vacca. E poi la memoria ballerina su Antonelli & Baldini, non proprio il massimo della coerenza professionale (se non, addirittura, etica). [...] Non ricordo un teste così contro l’accusa come colui che, dell’accusa, avrebbe dovuto essere il caposaldo".

Aprile di fuoco. Dopo quell'udienza, a partire dal primo aprile, le intercettazioni "scartate" vengono diffuse dai media. "Piaccia o non piaccia" c'erano, non come aveva garantito il pm Narducci. La Procura reagisce solo con "voci della Procura" che vengono "captate" da qualche "giornalista nei corridoi della Procura" (Verdelli cit.). Piccioni capta e riferisce: "Poche, lapidarie frasi raccolte a Napoli: «Si tratta di un'opera di disinformazione allo stato puro. Il reato non è parlare al telefono, il reato è quando si stipulano accordi illeciti. Le vittime non possono essere trasformate in autori del reato. Alcune delle persone citate nelle telefonate sono parti lese»" (03-04-2010). Certe telefonate, però, generano smottamenti anche nei palazzi dei sostenitori: Palombo parla di "Buchi nell'inchiesta di Auricchio" e scrive che quelle telefonate non riportate sono "un'omissione che oggi per Auricchio diventa un boomerang", mentre per il direttore rosa Andrea Monti: "Al lume dei fatti, l'inchiesta del colonnello Auricchio non è il granitico totem su cui Guido Rossi credette di poter rifondare l'etica sportiva di questo Paese".
La Procura accusa, la difesa replica. Maurizio Galdi informa: "Ma ora sono carabinieri e pm a diffondere i testi delle telefonate dell'inchiesta, per dimostrare che in realtà le «scoperte» del super perito Nicola Penta non sono tali, e soprattutto che nell'istruttoria guidata dal colonnello Attilio Auricchio non ci fu nessun trattamento di favore per l'Inter. [...] Secondo gli inquirenti, contatti già studiati. Tanto che vengono diffusi i testi di due conversazioni designatore-presidente interista". Prioreschi non ci sta e rimanda la palla nel campo avverso: "Le nuove intercettazioni scoperte non figurano in nessuna informativa. Le telefonate a cui fanno riferimento gli inquirenti sono quelle della procura di Torino, regolarmente trascritte e note da anni. Calciopoli doveva ancora cominciare. Questa è disinformazione allo stato puro". Quelle telefonate furono riportate da La Stampa, Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport nel 2006 (nostre news). C'è bisogno di una controffensiva, anche mediatica, e Galdi/Piccioni informano che "la controffensiva è pronta... Contropiede della Procura. Le telefonate di rimbalzo".

13 aprile 2010. La difesa di Luciano Moggi chiede l'acquisizione di 74 intercettazioni scartate dagli investigatori. Il giudice Casoria durante il dibattimento dice: "Mi sembrano rilevanti". E' l'udienza nella quale l'avvocato Trofino fa ammettere ad Auricchio che a cena da Bergamo, a Collesalvetti, c'è andato anche Facchetti. L'avvocato legge anche l'intercettazione Facchetti-Bergamo e chiede ad Auricchio perché non l'abbiano trascritta. La risposta è sconcertante: "Perché non è stata valutata investigativamente utile" (video della dichiarazione). La stampa, di fatto, riduce quell'udienza alla disputa su chi dice "Collina" tra Bergamo e Facchetti, ignorando quanto Facchetti chiede il giorno prima a Mazzei. Noi scriviamo: "Metti Collina", il dito e la luna. I pm non si oppongono all'acquisizione delle nuove telefonate ed alla fine il pm Narducci rilascia una dichiarazione con la quale, in pratica, condivide la paternità del criterio di selezione delle intercettazioni con Auricchio, smentendosi rispetto al suo famoso "Piaccia o non piaccia..." (vedi il video). Nessuno dei giornalisti osa far notare che certe telefonate non sono lamentele ma ben altro.
Se qualcosa "esce dalla Procura" Galdi l'acchiappa e riferisce: "Dalla Procura esce anche una ricostruzione dei fatti. [...] E qual è per la Procura il ruolo dell'Inter? «Un gruppo di sfrantumati (disorganizzati, ndr)»".
La madre di tutte le griglie è di Facchetti
Calciopoli, Inter-Juventus 2004 senza sforbiciate

27 aprile 2010. L'avvocato Prioreschi chiede di contattare il service che ha lavorato per i Carabinieri nel 2004-2005 perché non si riescono ad aprire due Cd con alcune telefonate di Pairetto (avrà la chiave informatica dai CC solo a settembre, ndr). Il presidente Casoria impone che "tutte le telefonate devono essere depositate in cancelleria". Narducci replica che "nei faldoni ci sono tutti i cd rom e non solo una parte e che la difesa, sin dalla chiusura delle indagini preliminari, è stata in grado di accedere a tutte le intercettazioni. Così come le hanno avuto, in forma completa, i periti del tribunale, che hanno dovuto esaminarle tutte". Però anche due periti del tribunale su tre ebbero problemi con alcuni Cd. In chiusura d'udienza il pm Stefano Capuano annuncia: "Da domani nuovi atti investigativi sono a disposizione delle difese". Galdi garantisce "Documenti, pare di una certa rilevanza". Di cosa si tratta? Della deposizione di Gianfelice Facchetti che, dopo quattro anni dai fatti e solo dopo il ritrovamento delle telefonate nerazzurre, si era recato il 24 aprile a Napoli per rendere una deposizione spontanea, riferendo quanto appreso dal padre. Facchetti Jr consegna ai pm anche qualche foglio sparso con appunti del padre (solo uno specifico su Moggi) che la stampa ha battezzato "Il Memoriale di Facchetti".

Dal 4 al 6 maggio è scontro Procura-Difesa sui Cd con le intercettazioni. Galdi e Piccioni parlano de "Il mistero dei dvd. Da dove sono usciti?", chiedono "da dove sono usciti gli audio su cui consulenti e avvocati hanno lavorato giorno e notte per scovare le famose intercettazioni-bis?". "Le abbiamo prese in cancelleria, abbiamo i documenti e la ricevuta di pagamento" dice Penta, "Macché, nessuno le ha chieste da due anni e mezzo... Ora, questo dice la Procura, nessuno ha detto «le voglio»". Chi della Procura dice questo? Non si sa, sono senza nome le "voci della Procura".

11 maggio 2010. L'autorete di Narducci. L'avvocato Prioreschi chiede l'acquisizione di altre 43 telefonate ed il pm Narducci bacchetta le difese e precisa: "I cd-rom, al pari di qualsiasi documento, quindi parliamo di tre anni fa, erano chiaramente utilizzabili dalle difese". Pochi secondi dopo Narducci chiede al giudice. "Anche la Procura intende chiedere ulteriori trascrizioni, altre 78... una parte riguardano intercettazioni fatte da Torino, altra parte riguarda il periodo febbraio-maggio 2005". Le difese non si oppongono, ma Prioreschi fa notare: "Nulla quaestio sulle telefonate ma, se la difesa è imputata di ritardo, che dire del pm che le aveva con sé?". Eh sì, Narducci le aveva da cinque anni, non da tre.

1 giugno 2010. Sorteggi regolari. Iniziano a sfilare i testimoni delle difese. Angelo Pesciaroli, giornalista che partecipava ai sorteggi dice: "Per gli anni di esperienza non ho notato nulla di irregolare. Magari avessi fatto questo scoop almeno avrei avuto la possibilità di allungarmi la carriera". Il notaio Ioli che certificava i sorteggi a Roma, conferma che i sorteggi erano "regolari".

1 ottobre 2010. Baldini contro Moggi. E' il giorno in cui depongono Abete, che smonta le accuse sulle elezioni federali, e i giornalisti Riccardo Bianchi, Fulvio Bianchi e Nozzoli, i quali confermano che i sorteggi erano regolari. Depone anche Collina ma è, soprattutto, Baldini a calamitare l'attenzione. Baldini, uno degli storici accusatori di Moggi, era un teste dell'accusa cui i pm avevano rinunciato, ma è stato convocato dalla difesa di Moggi per il controesame. La sua deposizione è da leggere e ha un apice quando Baldini, riferito a Moggi, dice "Possiamo parlare di cosa è questo signore... questo è un uomo senza qualità, di nessuna qualità...". Per questa frase Baldini, il 7 dicembre 2010, viene querelato per "ingiurie".

12 ottobre 2010. Depone il notaio Tavassi, che certificava i sorteggi effettuati a Coverciano; ribadisce che i sorteggi "erano regolarissimi" e, alla domanda di Prioreschi se fosse mai stato sentito dai carabinieri, risponde: "NO, e mi sono anche meravigliato di questo". Anche per il giornalista Antonello Capone, all'epoca giornalista della Gazzetta e Presidente dell'USSI, i sorteggi erano regolari, anche lui non è mai stato interrogato dagli investigatori o dai pm. L'avvocato Gallinelli, legale di De Santis, produce un documento che prova come il suo cliente sia stato informato dell'indagine in data successiva a quella dichiarata da Auricchio e chiede al giudice "la trasmissione degli atti all'Ufficio del Pubblico Ministero per valutare l'eventuale falsità delle dichiarazioni del colonnello Auricchio con riferimento a questa specifica circostanza".

19 ottobre 2010. Una sfilata di testimoni smonta diverse accuse. Gamberini ammette che Nastase e Petruzzi, all'epoca suoi compagni, "venivano sanzionati con una certa frequenza". L'avvocato Gallinelli evidenzia che il Bologna era sceso in campo con ben sette diffidati; De Santis, per non ritrovarsi un capo d'imputazione per "ammonizioni dolose", poteva solo sperare che a far fallo da ammonizione fosse qualcuno dei quattro non diffidati!

26 ottobre 2010. Smontati i calcoli di Auricchio. La professoressa Beccacece, consulente della Fiorentina, smonta le ipotesi degli investigatori sul piano salva-Viola a proposito di Lecce-Parma. Paris, Failla, Giubilo e Maffei discolpano Scardina.

23 novembre 2010. De Falco smonta Di Laroni. L'udienza inizia con l'avvocato Prioreschi che fa mettere a verbale: "Noi abbiamo trovato nel CD dei brogliacci alcune telefonate tra Facchetti ed il designatore Pairetto che, poi, nei file audio non vengono... non siamo riusciti a... non ci sono, insomma, ecco" (un brogliaccio del quale manca l'audio). Moretti su Tuttosport del 28 dicembre aggiungerà che di Pairetto "non ci sono brogliacci e addirittura registrazioni (per un errore nei file, stando a quanto detto dai carabinieri) nel gennaio 2005. E sono stranamente sparite anche le chiamate dal­le utenze fisse delle sedi di Parma e Bologna (anche verso il telefonino di De Santis)".
L'ingegner De Falco, consulente della difesa di Fabiani, evidenzia i limiti dell'attribuzione sim straniera/imputato fatta dal maresciallo Di Laroni. De Falco inoltre dichiara che anche le sim straniere sono "tutte totalmente intercettabili".
Sulle sim svizzere nessuno ha mai evidenziato una stranezza nell'indagine della quale parliamo nell'articolo:
Sim svizzere: la principale stranezza investigativa.

11 gennaio 2011. Nuovi interrogatori. Mentre kle difese hanno rinunciato ad ascoltare diversi testimoni compresi nelle loro liste, i pm continuano ad indagare e alla fine di dicembre hanno avvisato le difese che è stata effettuata "nuova attività di integrazione di indagine". Sono stati ascoltati come "persone informate sui fatti": Minotti, Zamparini, Corbelli, il giornalista Fabio Monti del Corriere della Sera; sono stati riascoltati Baraldi e Nucini che avevano già testimoniato in aula. I pm, però, non chiedono l'acquisizione di questo materiale e l'avvocato Gallinelli sottolinea: "Sono indagini ombra delle quali non abbiamo notizia, così come non ne abbiamo dell’interrogatorio di Gianfelice Facchetti". Il Presidente Casoria risponde: "Fin quando il pm non fa richieste al tribunale, le sue indagini non ci riguardano. Non possiamo sollecitare. Sono indagini del pm che quando vorrà esporre le esporrà. Certo, prima o poi dovremo saperlo".
E' una udienza rilevante, perché la sentenza Telecom viene acquisita agli atti del processo, come altri atti presentati dall'avvocato Prioreschi. L'udienza ha in De Santis il dominatore, con una deposizione spontanea che smonta il lavoro investigativo degli uomini di Auricchio e l'accusa che lo riguarda. Deposizione spontanea  anche di Cennicola: "La Juve omaggiava la terna con magliette, il Milan regalava borsone con materiale tecnico Adidas e orologio; dall’Inter ricevemmo abbigliamento e borsona della Nike, orologio e in tutte le gare un maglione di cashmere".
Testo della deposizione spontanea di De Santis
Nucini riascoltato dopo la deposizione di Facchetti Jr?
Nucini versione 2.0, nuova verità e autosmentita
Nucini, sim sala bim
Tavaroli mette KO Nucini. Sveglia!

22 febbraio 2011.  L'udienza del 25 gennaio, praticamente, non si svolge perché il l perito trascrittore, Porto, chiede un ulteriore mese di tempo per le trascrizioni. Il 22 febbraio sia il perito che il pm Narucci tirano nuovamente il freno a mano sul processo: il perito Porto non consegna tutte le trascrizioni delle intercettazioni per le quali era stata concessa l'acquisizione, ed il pm Narducci chiede, quando la fase dibattimentale volgeva al termine e dopo che già da almeno due mesi si aveva notizia di una "ulteriore indagine investigativa", di poter ascoltare come testimoni Gianfelice Facchetti sul "Memoriale del padre", nuovamente Danilo Nucini, Fabio Monti giornalista del Corriere della Sera ed amico di Facchetti, Maurizio Zamparini, Corbelli, Baraldi, Lorenzo Minotti, il maresciallo Ziino, il signor Bresciani. A voler andare in fretta verso la fine del processo sono solo il giudice Casoria e le difese.

1 marzo 2011.  Assenti Gianfelice Facchetti, Nucini, Zamparini ed il pm Narducci. Baraldi, Minotti e Corbelli non sono autori di deposizioni "rilevanti" come, invece, era stato annunciato da Narducci, mentre il maresciallo Ziino spiega l'iter investigativo compiuto come accertamento su dei numeri di telefono ritornati alla memoria di Nucini. Singolare che uno di questi numeri, che Nucini dice essergli stati dati da Fabiani durante l'incontro all'eroporto di Lamezia Terme, risulti non assegnato ad alcun utente in quel periodo. Nella sua deposizione il giornalista Fabio Monti dice al pm Capuano che Facchetti "Di Nucini non aveva parlato in particolare, mi pare che lui su Nucini avesse un'idea un po'... non riusciva a decifrare bene il personaggio", poi, a Prioreschi che gli ha chiesto "Quindi Facchetti Le disse che Nucini faceva parte della cupola?", Monti risponde: "Confermo tutto quello che è stato detto". Per Fabio Monti l'ex arbitro Nucini faceva parte della cupola.  L'udienza è caratterizzata per lo sdegno manifestato da Paolo Bergamo durante la deposizione di Monti: "Ma sono considerazioni.... Ma facciamo le cose serie... Ha ragione mi mandi via che è meglio", con la Casoria che lo allontana e Bergamo che abbandona l'aula dicendo ad alta voce "Non è una cosa seria!".

2 marzo 2011.  Il giorno dopo la sua assenza in aula, Narducci, con Capuano ed il procuratore capo Giandomenico Lepore, firma la seconda istanza di ricusazione per il giudice Casoria, che deve comparire davanti al CSM l'8 aprile per difendersi da un procedimento disciplinare. Vale la pena rileggere i seguenti articoli:
La ricusazione bis frena la Casoria e la giustizia
I panni del tribunale di Napoli messi in piazza con la ricusazione
Un buffetto alla Casoria ma la notizia è un'altra
L'incredula Casoria: perché mi dovevo astenere?

15 marzo 2011. Lo show di Nucini. C'è Zamparini, ci sono, soprattutto, Facchetti Jr e Nucini, c'è di nuovo Narducci. Non acquisito agli atti del dibattimento il così detto "Memoriale" di Facchetti, il cui valore probatorio è stato ritenuto "molto molto scarso", oltre a non essere garantita l'effettiva autenticità. Gianfelice conferma che avrebbe saputo dal padre che Nucini faceva parte dell'organizzazione e che in una partita del Messina "aveva fatto qualcosa di irregolare". Nucini, nervoso, tira in ballo Marconi e Garibaldi e la Casoria lo ammonisce: "Nucini, Lei si sta squalificando come teste". L'ex arbitro è protagonista, come era previsto, di molte contraddizioni emerse dalle tante versioni dei fatti fornite, ed il Presidente Casoria deve ammonirlo più volte. Nucini conferma i tanti colloqui di lavoro con diverse banche (anche con quella di Paolillo) che gli avrebbe procurato Facchetti per trovargli un posto quando era ancora in attività.

3 maggio 2011. Ritorno al passato. Narducci inizia la sua requisitoria che dura per tre udienze, fino al 24 maggio, parlando per complessive 18 ore, suo primato, come dichiarerà fiero a Galdi e Piccioni a settembre 2011: "Ho battuto il mio record personale con oltre diciotto ore di requisitoria". La requisitoria non si smuove di un millimetro dalla visione del 2006, nonostante i nuovi scenari aperti dalle intercettazioni "sfuggite", alcune delle quali a discolpa degli imputati per fatti oggetto di capi di imputazione.

31 maggio 2011. Richieste le pene. La requisitoria che doveva durare tre udienze si protrae e la quarta giornata vede come protagonista il giovane pm Capuano, che ci fa un riassunto delle informative redatte da Auricchio. Al termine vengono richieste le pene per gli imputati e, dopo averli tenuti sulla graticola per cinque anni, i pm chiedono l'assoluzione per Ceniccola, Gemignani, e per l'assistente Ambrosino, prima ritenuto associato e possessore di un sim "riservata, svizzera". Motivazioni del ripensamento? Non è dato sapere. Per tutti gli altri imputati pene richieste da minimo un anno (per Rodomonti e Titomanlio) fino a 5 anni ed 8 mesi per Luciano Moggi.

21 giugno 2011. La Juve si è difesa. Dopo che nelle udienze precedenti avevano parlato le parti civili, tocca all'avvocato Vitiello prendere la parola per la "responsabile civile" Juventus FC e, finalmente, la società di corso Galfer dà segni di presenza e di volersi difendere sul serio dalle accuse. Durante l'udienza si registra una deposizione spontanea di Luciano Moggi.

12 luglio 2011. Fiorentina e De Santis si difendono attaccando le indagini. E' il giorno delle arringhe dei legali dei Della Valle e di De Santis. Soprattutto i legali della Fiorentina esprimono giudizi molto duri sull'indagine, come se ne avessero scoperto dei lati fino ad allora oscuri. Nella pausa si diffonde nell'aula la notizia di un "pentito".

19 luglio 2011. Altri attacchi all'indagine. Gli attacchi al metodo utilizzato durante le indagini prosegue durante le arringhe degli avvocati di Pairetto, Bertini, Titomanlio e Mazzei. E' l'ultima udienza prima della pausa estiva