Andrea Agnelli: i primi 100 giorni/2 - mercato, Farsopoli e stadio

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LA SQUADRA – E’ bene cominciare con una doverosa premessa. Siamo solo a metà agosto e in linea teorica potrebbe esserci il tempo fino a fine mese per comprare almeno 4 o 5 fuoriclasse veri, quelli sarebbero necessari a questa squadra per cominciare ad accampare qualche ambizione. Tornerò quindi sull’argomento, pronto a cospargermi il capo di cenere, se il 31 agosto dovessi trovare una situazione sostanzialmente differente, in senso migliorativo, rispetto ad oggi. Cominciamo subito con una puntualizzazione, una “errata corrige” di quanto io stesso avevo scritto qualche settimana fa in merito alla scelta di Marotta e Del Neri. E’ opinione comune, infatti, che Blanc avesse avviato e quasi concluso una trattativa con Benitez e che l’arrivo di Andrea Agnelli abbia prodotto la virata sul duo ex sampdoriano. Sull’argomento devo purtroppo effettuare una dolorosa rettifica. Da un approfondimento effettuato sulle fonti risulta infatti che Andrea Agnelli il giorno del suo insediamento avrebbe trovato già pronti e firmati i contratti di Marotta e Del Neri e che quindi, “obtorto collo”, si sarebbe trovato nella situazione di dover confermare le scelte fatte da Blanc prima del suo arrivo (si parla addirittura di metà gennaio). Va da sé che la saga Benitez, somministrata per settimane dai principali quotidiani con il beneplacito di Corso Galileo Ferraris, è stata l’ennesima bufala ad uso e consumo di una tifoseria in quel momento alle prese con una delle stagioni più umilianti di tutti i tempi. A questo punto nulla mi impedisce di pensare che, in assenza degli impegni presi dal tennista francese, le scelte di Andrea Agnelli avrebbero potuto essere diverse. O magari anche le stesse, questo non ci è dato saperlo, ma di certo il nuovo presidente è arrivato a cose fatte e soprattutto in anticipo sui tempi che, dopo il riavvicinamento a John Elkann, avevano pianificato. Un riavvicinamento dettato soprattutto dai reciproci interessi (Elkann puntava a blindare la sua presa sull'accomandita di famiglia e per questo aveva bisogno dell'appoggio di Andrea il quale a sua volta puntava a tornare in sella alla Juventus e probabilmente anche alla Ferrari...) piuttosto che da un vero e proprio miglioramento dei rapporti. Per quanto riguarda la rosa e gli ipotetici undici titolari è evidente che la squadra ha bisogno urgente di almeno cinque innesti di livello internazionale: un terzino sinistro, un laterale sinistro alto, un centrale di difesa, un centrocampista “fosforoso”, una punta da almeno 20 gol a stagione. Troppa roba da qui al 31 agosto, soprattutto quando le risorse finanziarie della società sono state prosciugate dagli errori della precedente gestione. Nel dettaglio, parlando del terzino sinistro, De Ceglie non è presentabile ad alto livello nella Juventus probabilmente nemmeno come riserva, Grosso invece è un ex giocatore di calcio; la cosa giusta da fare era tenersi Molinaro come riserva e comprarne uno di prima fascia sul mercato. Stesso discorso per il laterale sinistro alto. Se vuoi tornare al 4-4-2 devi trovare un sostituto di Nedved e Lanzafame può al massimo giocare in una neopromossa. In difesa manca il quarto centrale oltre a Chiellini, Bonucci e Legrottaglie. A centrocampo, miracolosamente venduto Poulsen e dopo aver pagato per mandare via momentaneamente Tiago (!), gli uomini a disposizione di Del Neri sono Felipe Melo, Marchisio e Sissoko. Manca evidentemente un uomo d’ordine vero, uno cui affidare la palla nei momenti difficili. Per finire in attacco, a parte Del Piero e Trezeguet, sono a disposizione Iaquinta, assolutamente inaffidabile dal punto di vista della tenuta fisica, oltre che storicamente poco prolifico, e Amauri, che a parte i due gol contro gli improbabili irlandesi sembra essere perennemente in “crociera”. Non abbastanza per fare sul serio. Ed infine l’equivoco Diego, che è esattamente l’opposto del giocatore adatto al modulo di Del Neri. Tutta da verificare, inoltre, la tenuta del nuovo regime di regole imposto da Del Neri e Marotta nello spogliatoio, uno dei punti chiave del fallimento della scorsa stagione. Mi risulta infatti che qualcuno tra i tesserati, in particolare tra quelli attualmente infortunati, ancora non abbia recepito l’aria nuova e sia stato beccato a indugiare col bicchiere in mano una di queste sere a Torino. Lo scrivo anche perché auspico che la società possa applicare un ulteriore giro di vite e richiamare questi superprofessionisti lautamente pagati ad atteggiamenti consoni ai loro lauti stipendi. In definitiva la mia opinione è che siamo davvero all’anno zero e che i nostri sostenitori dovranno armarsi di una buona dose di pazienza. Resta infine il nodo degli emarginati Grosso, Salihamidzic, Camoranesi, Zebina. Tutta gente con ingaggi pesantissimi e difficili da piazzare se non accollandosi parte dello stipendio. E anche questo limita fortemente la possibilità di investire in nuove risorse tecniche.

CALCIOPOLI – La gravità di quanto detto finora relativamente alla squadra e alla società ha distratto non poco Andrea Agnelli in queste settimane dalla questione relativa a Calciopoli. Andrea era arrivato con intenzioni apparentemente volonterose in merito alla vicenda che tanto sta a cuore ai tifosi e agli azionisti della Juventus. Aveva subito preparato il famoso esposto di cui abbiamo già ampiamente discusso. Il tema Calciopoli però, con il passare dei giorni, complice il Mondiale e la lunga pausa pianificata al Processo di Napoli, è stato pian piano sottoesposto, sopravanzato appunto dalle urgenze dell'ordinaria amministrazione. Ed è proprio su questo punto che una larga base di tifosi ha assunto posizioni di assoluta intransigenza. Non sono piaciute infatti le indiscrezioni, fatte trapelare nelle prime settimane di ritiro dall’entourage del nuovo presidente, secondo cui attualmente la priorità è “il campo” e tutto il resto verrà affrontato successivamente. Su questo delicato argomento io voglio esprimere la mia personale opinione. Chi mi conosce sa che fin dal 2006 sono stato (e sono ancora) uno dei più “falchi” quando si è trattato di affrontare l’argomento Calciopoli. Ma, guardando la situazione razionalmente, non posso negare che per il futuro stesso della Juventus intesa come sodalizio ripristinare (o tentare di farlo) al più presto una parvenza di competitività societaria e sportiva è sicuramente una priorità. Questo non significa a mio parere che Calciopoli vada accantonata, anzi, sicuramente sarà uno dei banchi di prova con i quali Andrea dovrà misurarsi e per il quale sarà giudicato. Resta quindi un fronte non aperto, ma apertissimo, sul quale Andrea dovrà dimostrare, con i tempi e le azioni giuste, di non essersi dimenticato il male che è stato fatto ai colori, alla gente e, non ultimo, proprio alla sua famiglia. Quello che mi aspetto da lui è quindi un atteggiamento proattivo, nei tempi e nei modi giusti, senza isterie, ma anche senza compromessi. E’ senz’altro vero che dopo i fatti del 2006 il peso politico della Juventus in Federazione sia drammaticamente diminuito. Ma è anche ragionevole che uno degli obiettivi di medio periodo di Andrea Agnelli sia proprio quello di recuperare credibilità in un ambiente che sappiamo bene solito applicare le leggi per i nemici e intepretarle, spesso in maniera erratica, per gli amici. Ecco dunque che Andrea, se vuole dimostrare ai tifosi (e soprattutto agli azionisti), che la musica è finalmente cambiata non può prescindere dallo scalettare una serie di interventi che possano andare proprio nella direzione del Palazzo. Ad esempio, sarebbe lecito attendersi, prima dell’inizio del campionato, una richiesta di feedback in merito all’esposto per la revoca dello scudetto 2005-2006. Che la FIGC chiarisca quali sono i tempi entro cui fornirà una risposta, atteso che la decisione spetta solo ad Abete e, da quanto abbiamo letto, ascoltato e visto, c’è materiale più che sufficiente affinché il Presidente Federale possa serenamente prendere la decisione di scucire lo scudetto di cartone. Successivamente sarebbe auspicabile un cambio di atteggiamento sul Processo di Napoli, con la sostituzione del legale attualmente incaricato di difendere gli interessi della società che, non dimentichiamolo, è responsabile civile ed esposta al rischio di risarcimenti. Vedrei bene, a tale proposito, il rientro nei ranghi dell’Avv. Luigi Chiappero, uno che, in quanto a fede bianconera, non è secondo a nessuno e a quanto mi risulta pare abbia già dato uno sguardo di massima agli incartamenti. Ultimo step è la richiesta di "pari trattamento" per le altre squadre e la conseguente possibile revisione del processo sportivo. Anche in questo caso la FIGC sta prendendo tempo con discutibili argomentazioni. Inutile chiedere pari trattamento se poi proprio in merito alle intercettazioni stiamo assistendo a uno stomachevole “due pesi e due misure”. Nel 2006 fu imbastito un processo su atti ancora non depositati e sulla base di semplici brogliacci. Ora invece Abete ha di fatto congelato il procedimento, accampando la scusa di dover ricevere il materiale audio e di doverlo ascoltare tutto, con tempi verosimilmente biblici per addivenire a un giudizio. E’ chiaro che tutto ciò serve a prendere tempo e a mettere ancora qualche anno tra i fatti e l’oblio definitivo. E allora è proprio qui che Andrea dovrà dimostrare che la richiesta di equità non era una semplice “concessione per tenere buoni i tifosi”, come dichiarato dagli ambienti interisti, ma che, al contrario, non è disposto ad accettare ulteriori prese per i fondelli. Il passaggio non è assolutamente facile e probabilmente l’atteggiamento da mantenere dovrà essere giocoforza improntato ad una certa rigidità e intransigenza. E non è escluso che tutto ciò possa comportare ritorsioni di vario genere. D’altro canto è sterile e senza futuro continuare a fare da sparring-partner per un modello di calcio unipolare, dove il nostro ruolo è già stato assegnato e attualmente sono in corso massicce manovre per cristallizzarlo. Concludendo, massima fiducia al Presidente, comprendiamo che si è abbracciato una croce pesante e piena di spine. Parli chiaro ai tifosi e agli azionisti sull’argomento. Sapranno ascoltarlo e dargli tempo e fiducia. A patto di non abbassare la testa quando si dovrà difendere la nostra storia e il nostro orgoglio.

LO STADIO – La costruzione dello stadio appare a buon punto. Il materiale fotografico e video che si trova in giro per la Rete ci mostra un'ossatura ben delineata, con le tribune già posate e con parte della copertura adagiata sul campo in attesa di essere assemblata. Qualcuno però sostiene che lo stadio della Juventus conterrà una sorpresa poco piacevole. E a giudicare da quello che viene riferito in giro, tra qualche spiffero torinese e qualche soffiata nel mondo degli ingegneri, ci sarebbe qualche piccolo problema riferibile proprio alla copertura. In pratica sarebbero comparsi quattro vistosi tiranti ai quattro angoli del campo, praticamente dietro le bandierine del calcio d’angolo, che avrebbero la funzione di ancorare la copertura al terreno di gioco. Di questi tiranti finora non vi era traccia nei video e nei modellini presentati al pubblico, ai media e agli sponsor. Se l’indiscrezione dovesse risultare attendibile, in pratica saremmo in presenza di una controventatura posticcia della copertura, causata probabilmente da un errore di progettazione o in ultima analisi da un eccesso di prudenza da parte dei progettisti. In ogni caso il risultato finale per il layout definitivo della struttura appare devastante, atteso che larghi settori dello stadio, nella fattispecie quelli ai quattro angoli dell’impianto, vedrebbero la partita con questi tiranti davanti agli occhi. Ripeto, non abbiamo nessuna conferma a questa indiscrezione ma, se fosse vera, in pratica verrebbe riproposta nell’impianto ipertecnologico della Juventus una soluzione tecnica riferibile agli stadi inglesi dei primi anni del ‘900. In definitiva sarebbe come comprarsi il vestito nuovo e poi abbinarvi un paio di infradito. A tale proposito mi aspetto al più presto un comunicato della società che chiarisca definitivamente la questione e, nel malaugurato caso in cui tutto ciò corrispondesse all’amara verità, mi aspetto anche un'indagine immediata che accerti le responsabilità tecniche e deliberative di uno scempio del genere all’alba del 2010. Staremo a vedere.