La politica del coraggio a partire da Baggio

marottaNon sapete quante volte mi ha fatto incazzare, quello. La prima volta, e come dimenticarsela, con Baggio. Ero ancora un ragazzino, ma mica scemo. Tuttosport continuava a scrivere che la Juve vendeva Baggio, e io non ci credevo. Poi vinciamo la Coppa Italia, e il Codino quella sera, per davvero, saluta tutti. Ma allora è vero! E mio padre lo difende anche: insiste che il calcio è cambiato, che poi Baggio sarà mica una bandiera, che in panchina c'è quel ragazzino che si liscia il pizzetto che viene fuori bene. L'ultimo argomento finisce per convincermi: mi innamorerò di Del Piero.
La seconda volta ero appena più grandicello, in vacanza in Spagna. Passeggiando per la rambla di Barcellona, un rapido sguardo alle edicole alla ricerca, ebbene sì, di vedere cosa dice la Gazzetta. Ma come: sto via neanche una settimana e questo mi vende Vialli e Ravanelli? Senza neanche farmi una telefonata prima? Roba da matti. Rubo la Gazzetta, cerco una cabina telefonica e chiamo il babbo. Sentiamo se ha il coraggio di difenderlo stavolta. Lo difende ancora. Sei proprio come Moggi, gli dico. E chi avremmo comprato: Vieri e Boksic? Ma fammi il piacere. Finisco per innamorarmi pure di Boksic e Vieri. E mi incazzo quando li vende. E pure Jugovic. Ma ce l'hai un cuore?
No, pure Peruzzi, 'sto impunito. E Di Livio e Torricelli. Comincio a farmene una ragione, imparo le regole del business. E quello cosa fa? Mi vende Zidane. Cioè: Zizou. Zizou no. E Pippo. Cioè quello che i nostri avversari odiavano di più. Pippo no. Pure il babbo ci rimase male per Pippo. E' chiaro, quello dei due psicologicamente deviato sono io: voglio dire, mi sono incazzato anche quando ha venduto Kovacevic.
Divento grandicello però, capisco le regole e assegno valori. Il coraggio è uno importante. E l'uomo ha coraggio. La cosa comincia a piacermi: sono pronto ad ogni pragmatismo. Che mi venda anche Del Piero. Tengo duro sul braccio di ferro con Davids, il prediletto. Ha ragione Moggi, ha ragione Moggi, ha ragione Moggi. Ma quando se ne va, mi incazzo. Poi arriva Capello: dottrina del "buongiorno e buonasera". Emarginati Montero, Ferrara, Pessottino, Tacchinardi, pure Del Piero. Montero se ne va. In pace. E se non s'incazza lui... Mi incazzo lo stesso.
Poi Calciopoli, che mi insegna una cosa. Se i giocatori vogliono essere trattati da minorenni, se non spendono parole per nient'altro che se stessi, se nelle loro frasi smozzicate non si riconosce, proprio non si trova, l'appartenenza a qualcosa di più grande o anche solo la volontà di capire, di essere parte in causa, di andare oltre al "sono un calciatore, io calcio", allora Moggi aveva capito tutto. I giocatori vanno trattati da minorenni: comprati ai minimi, venduti ai massimi. Buongiorno e buonasera.
Un buon direttore sportivo deve essere realista e avere coraggio, e soprattutto non ascoltare mai i tifosi, soprattutto quelli psicologicamente labili e pretenziosi come me.
La Juventus post-Calciopoli si è infatti distinta per l'assoluta mancanza di coraggio e per un rapporto del tutto supino verso gli idoli dei tifosi. Vi ricordate l'ultima grande, geniale idea di Moratti? Dammi Buffon che ti do Julio Cesar e venti milioni. Quattro anni dopo, chi avrebbe rinunciato? Moratti: basta assecondarlo.
Ma quando volete venderlo Trezeguet, a 50 anni? E Camoranesi? Non così, spolperete le risorse finanziarie accumulate da Giraudo, di questo passo! Rinnovano contratti su contratti, ché hanno paura dei tifosi. E d'altronde: chi non ha il coraggio delle proprie idee, vuoi che abbia il coraggio delle proprie azioni? Sono un uomo cambiato, lo ammetto. Vendere, vendere.
Volevo arrivare, se ancora non lo si è capito, alla Juventus di Andrea
Agnelli. Quella del 6 luglio ci mancherebbe, non quella del 29 agosto. Applicando le categorie del direttore sportivo mancato, sicuramente l'inizio di questa campagna acquisti non mi piace: troppi giocatori di complemento e pagati certo non poco, troppe le trattative imbastite per giocatori di livello medio. Più Krasic che Dzeko, un corno. Come avrei fatto io? (Ecchisenefrega!) Due campioni quest'anno e due l'anno prossimo. In più due o tre di giocatori di complemento come il buon Pepe, cercando di valutare quello che si ha in casa, e realizzando un paio di cessioni di quelle pesanti. Ecco la mia ricetta da direttore sportivo mancato. Cavolate.
Quanto alle cessioni - il mio cruccio, si è capito - diamo tempo al tempo. Il consiglio è però sempre quello di non avere paura.
Quanto alla paura stessa, invece, mi sembra stiano facendo bene. Si va in una direzione sola, quella di Del Neri. Uomini per la sua squadra. Un rischio grande. Roba che se Del Neri fallisce, e pensi poi l'altr'anno di cambiare ancora modulo, il bilancio muore. Si chiama coraggio o incoscienza?
Buona la prima, ci credo. Basta con i tentennamenti, i camaleonti che nascondevano la mancanza di idee.
Qui l'idea c'è. E' buona? Dicembre per dirlo, ma merita di essere sostenuta, senza troppi sofismi, a mio avviso.
Non ascoltate i tifosi e abbiate coraggio.