Caressa-Bergomi, oscurateli

Caressa e BergomiCi deve essere qualche strana forza, qualche cosa di soprannaturale e inspiegabile a noi comuni mortali, a noi semplici tifosi innamorati di quei colori che ci fanno compagnia fin da quando eravamo bambini. O forse c’è una propensione masochistica alla quale la società Juventus tutta ha ormai fatto l’abitudine. Ed è un’abitudine talmente consolidata che rientra ormai nella normale regola di comportamento aziendale.
Tralasciamo l’evangelico detto del “porgere l’altra guancia” che, se rapportato agli atteggiamenti passivi tenuti negli oltre due anni dagli esponenti della “Nuova Juventus” (ndr F. Grande Stevens ha detto che è  nata nel 2006), pare un motto che denota persino troppa aggressività. Ma assodato che espiare si è espiato, e che non si sa ancora oggi perché si è espiato, verrebbe da chiedersi perché ad oggi la Nuova Juventus, che dovrebbe tutelare se stessa e i propri tifosi-clienti (che, se in Corso Galfer non hanno ancora capito, sono la vera ricchezza, il vero patrimonio del club torinese) rimanga supinamente indifferente alle intemperanze mediatiche che giungono da ogni dove.
 
In particolare, aberrante è ormai l’atteggiamento del dinamico duo Caressa-Bergomi, inscindibili come Batman e Robin, paladini delle telecronache antijuventine. Ieri sera Juventus-Catania è stata una lunga agonia, una cantilena noiosa e ripetitiva senza coinvolgimento emotivo da parte dei due mentre attaccava la Juve. Al contrario, un elogio unico da parte dell’ex interista nei confronti del vecchio compagno Zenga, che stava ingabbiando la Juve, del suo Catania che giocava un calcio coraggioso e che meritava di più. Di fronte c’era una Juventus liquidata come squadra senza molte idee, che ad ogni attacco veniva sottovalutata e per la quale si sorvolava frettolosamente su ogni episodio (caso Marchionni trattenuto in area compreso), liquidando il tutto con un “non c’è niente”. Il duo inventa deliranti battutine su Giovinco, noto corazziere che, secondo l’ex terzino perdente da una vita, sarebbe stato in grado di spostare un marcantonio grosso il triplo facendo fallo nell’occasione di quel fraseggio concluso con una gran parata di piede di Bizzarri.
 
Ci vuole coraggio da parte di Sky nell’inviare continuamente certi personaggi a commentare le partite del suo cliente più importante, perché proprio del cliente più importante stiamo parlando, quello che garantisce più abbonati e conseguentemente più introiti al baraccone di Murdoch che, se in redazione è infestato da ex dipendenti di Milan e Inter Channel e attinge a piene mani dalle tv private lombarde, in fatto di telecronisti non è da meno. La coppia regina è composta da Batman Caressa, che risulta sgradevole, petulante e molto spesso irrispettoso, e Robin Bergomi, quello che per intervenire usa un tono sommesso, quasi accorato, recitando l’ormai proverbiale: “Fabio… Fabio… non esiste nell’Universo una squadra con più talento di quest’Inter, mamma mia com’è forte!!!”, indipendentemente dall’andamento della gara e dal risultato della Squadra Speciale.
 
Due tizi che, quando si trovano a commentare una gara nella quale la Juve sta vincendo, mostrano un tale entusiasmo da far pensare che preferirebbero trovarsi al funerale di un parente. Ma anche quando sono eparati la musica non cambia: ricordiamo la telecronaca al bromuro dell'uomo del "tè caldo" Caressa in occasione del ritorno bianconero in Champions League. Una gara farcita da commenti sulla netta superiorità dello Zenit, sulla Juve trattata con l’ipocrita benevolenza e la compassione che si deve ad una persona che non ci arriva e non può arrivarci, una persona minorata.
 
Ma tant’è, non è la prima volta che si levano reclami e fastidi dal tifo bianconero all’indirizzo di questi signori, e purtroppo non sarà nemmeno l’ultima. Almeno una dimostrazione di virilità e di rispetto la Nuova Juventus potrebbe fornirla, ai suoi tifosi. Che, sia ben inteso, non vogliono trattamenti di favore ma desiderano un trattamento pari a quello riservato agli altri, nulla più di quello che dev’essere loro riconosciuto. Un concetto già sentito un paio d’anni fa, a proposito di altre vicende, e puntualmente finito disperso nel vento.