Clamoroso al Cobolli Gigli: l'Inter patteggia uno scudetto

Cobolli GigliProprio oggi, all'hotel 501 di Vibo Valentia, Giovanni Cobolli Gigli presenzierà per ritirare il premio sportivo "Fortunato De Agazio", intitolato all'ex dirigente dell'Inter di Angelo Moratti. Personalità certo meno nota di un altro dirigente che fece grande quell'Inter, Italo Allodi, ma, ho modo di immaginare, rappresentante i valori di probità e correttezza che ora così bene incarna il nostro Cobolli.
La nuova dirigenza fa incetta di premi. Il "Peppino Prisco" ad esempio è oramai appannaggio esclusivo dei nostri. L'anno scorso il Cobolli, quest'anno il buon Ranieri, in una cerimonia che ha visto l'assenza persino di Massimo Moratti, a testimoniarne, ancora una volta se ce ne fosse bisogno, lo stile.
Sono premi importanti e che testimoniano della lealtà sportiva e dei valori su cui fa perno la nuova Juventus.
Ma, ancora di più, a mio modo di vedere, segnano un punto a favore dell'onestà, attiva e intellettuale, dell' ambiente nerazzurro, che testimonia senza ipocrisie la propria riconoscenza all'artefice degli ultimi tre scudetti.
Giovanni Cobolli Gigli che, con un atto di coraggio, abdica e consegna lo scudetto del 2006 nelle loro mani. Cobolli Gigli che, senza remore alcuna, li omaggia del miglior giocatore del campionato italiano, Zlatan Ibrahimovic, che li trascina alla vittoria del titolo aziendale 2007 e del campionato farsato (refuso romano à la De Rossi) 2008, vinto contro tutto e tutti.
Contro tutti quelli che si sono incaponiti a gufare e a destabilizzare un ambiente sereno e produttivo di vittorie, come quello di Appiano Gentile. Un ambiente sano, impermeabile alle infiltrazioni dall'esterno e gestito, con carisma e zelo nel controllo, dal grande padre Massimo Moratti. Infatti più di una trasmissione ieri titolava: Lo scudetto di Moratti.
Ai bei tempi un ossimoro. Del genere La sensualità di Rosy Bindi.
Ora una realtà, per quanto possa disturbare i rosiconi.
Eppure la storiella di Brescia è stata derubricata subito nel calderone delle facezie. Irrisa da "Il Riformista", sbeffeggiata da "La Gazzetta Dello Sport". Che hanno dato piena dimostrazione di essere vicini all'Inter e contrari a queste buffonate. Ironia non compresa. Ma lo hanno anche scritto seriamente, senza doppi sensi: la Gazzetta ha subito parlato di "enorme bolla di sapone", "di confusione sul nome dell'imputato", persino cito pari pari "insomma esclusione assoluta di comportamenti illeciti da parte di Mancini, Mihajlovic e degli altri che si sono trovati in mezzo alle intercettazioni solo in quanto idoli del Brescia, del quale ovviamente ignorano i precedenti penali".
A parte il fatto che mi sembra difficile ignorare i precedenti penali di un pregiudicato in stato di semilibertà che la notte tornava a dormire sotto lo stesso tetto di Giuliano Tavaroli e Olindo Romano. Si saranno chiesti gli idoli del Brescia come mai non veniva mai a vederli in Coppa. Ma sopratutto non si vede perchè la faccenda dovrebbe per forza essere un'enorme bolla di sapone e perchè si dovrebbe presumere l'esclusione assoluta di comportamenti illeciti dato che, come gli inquirenti hanno spiegato, si tratta di una fuga di notizie e le indagini sono ancora in corso.
Misteri della Pravda.
Certo Mancini e Mihajlovic si sono impermalositi. Anche giustamente, per carità. Ma non vedo ad esempio perchè il buon Sinisa si debba vergognare di un'amicizia con il Brescia, lui che vantava un'amicizia con un criminale di guerra del calibro di Zeljko Raznjatovic, la tigre Arkan, il macellaio dei Balcani, ucciso da sicari a Belgrado durante la sua latitanza, mentre era ricercato dal Tribunale dell'Aja, con l'accusa di crimini contro l'umanità. Immagino ne ignorasse i precedenti penali.
Ancora di meno comprendo i giocatori dell'Inter che si sono impermalositi per le dichiarazioni di De Rossi, che a differenza dei loro mugugni, luoghi comuni, idiozie "da calciatori", ha espresso un pensiero articolato e complesso, per niente banale, da persona intelligente e da uomo vero, non da bambolotto. Pensiero che, come ha tenuto a precisare, non ha espresso alla vigilia per non gettare benzina sul fuoco fatuo innescatosi dalle intercettazioni. Gentilezza e rispetto non apprezzati dalla compagnia capitanata dall'animale da Porsche, che ha risposto con patetici sfottò.
Ma se ce n'è uno che non comprendo proprio quello è Oriali, il pregiudicato (ndr. condannato per il passaporto falso e la patente rubata di Recoba) artefice di tutte le migliori sconfitte nerazzurre. Lui dedica lo scudetto a Lapo Elkann, che avrebbe esultato al pareggio del Siena, domenica scorsa. Detto da uno che ha accettato e festeggiato uno scudetto di cartone tolto ai legittimi proprietari, che per inciso certo non sono gli Elkann, suona veramente risibile.
Così come sempre mi fa ridere, quel tifoso dell'Inter, naturalmente un patteggiatore, che dopo essersi presentato in tv con un messaggio unificato manco fosse il Presidente della Repubblica a gridare la propria innocenza, ha ammesso le proprie colpe ottenendo un maxisconto dal Fisco di poco inferiore allo sconto sulla ricapitalizzazione garantito dalla Figc di Guidorrossi all'Inter durante l'estate calda di Calciopoli. Quel patteggiamento che ora permette all'Inter di vincere scudetti, anzichè fallire.
E allora il succo è questo. Se un presidente ti fa vincere tre scudetti e, come nella migliore storia dell'Inter, affidando la strategia difensiva all'arbitrato, è anche un patteggiatore, direi che ha tutti i crismi per intitolargli lo stadio, quando è ancora in vita.
Perciò propongo agli amici interisti che lo stadio di San Siro possa presto diventare lo Stadio Giovanni Cobolli Gigli.
E magari, in un sussulto di orgoglio, si impegnino affinchè Zlatan Ibrahimovic venga ceduto.
Perchè quando lo vedo vincere il quinto scudetto consecutivo (come lui stesso sostiene) da protagonista assoluto, non posso fare altro che pensare che dal 2006 ad oggi sia tutta una farsa. E che a vincere sia sempre quello che lo ha portato in Italia a fare la differenza.
Complimenti Zlatan.

Post Scriptum: Avendo aspettato invano le parole del Presidente Moratti per impedire che i tifosi interisti si recassero a Parma, evitando incidenti e aiutando il lavoro delle forze dell'ordine, ci aspetteremmo ora che, smaltita la sbornia scudetto, la società interista esprima il proprio dispiacere per i poliziotti feriti a Parma nella giornata di ieri, e condanni i propri tifosi, anzichè dedicare il titolo "a tutti gli interisti".
Zlatan si può comprare, lo stile no.