Il pomeriggio dei gatti neri

MaterazziE' stato un pomeriggio da gatti neri e quelli della Gazzetta rischiano di esservi inclusi.
Lo scorso anno Candido si presentò in tribuna agghindato con braccialetto nerazzurro per la festa annunciata, nella partita contro la Roma. Candido soffrì accanto a Moratti, i suoi gesti di disappunto vennero immortalati dalle telecamere. Vinse la Roma. I pasticcini, le torte e lo champane rimasero nel frigo del Meazza.
Ieri la Pravda Rosa titolava: Inter, è l'ora - Contro il Siena vede lo scudetto - Mancini: "San Siro come una bolgia". La sua piccola bolgia Mancini la trova, ma all'uscita dallo stadio dove circa 200 tifosi non sono propriamente felici ed uno dei più agitati minaccia: "Vi tagliamo le palle". Una bella razione se la prendono anche Vieira, definito "Gobbo di me**a", e Ibra definito "Zingaro di me**a", lui che era interista già nella culla. Ingrati i tifosi: senza i gol di quei due sarebbero a lottare per la UEFA.
Tornando alla prima pagina della Pravda Rosa, Alberto Cerruti, per preparare il pomeriggio di festa, spendeva la sua prosa migliore: "E' qui la festa. Qui nello stadio intitolato a Meazza, i nerazzurri sono pronti a cantare "I campioni dell'Italia siamo noi". Anche una settimana fa c'era profumo di D-Day, ma non per Mancini che puntava a questa domenica. Perchè allora c'era il derby, mentre oggi c'è il Siena: una squadra che incomincia per "s", come scudetto".
Fossimo in Cerruti eviteremmo La Pinetina per stare lontani dalle manovre di Figo con il suo Suv.
Perchè, contrariamente alle attese, il Siena ha deciso di diventare "Poborski per un giorno" e far rivivere agli interisti gli incubi del 5 maggio 2002.
Una domenica che è cambiata nei minuti finali per il guizzo di un campione che stava cercando il gol dall'inizio, anche troppo egoisticamente: Alex Del Piero.
Senza la rete di Del Piero il Parma sarebbe matematicamente retrocesso e domenica l'Inter avrebbe fatto una scampagnata a base di tortelli e grana con il vecchio maestro Cuper, felice di cucirle addosso quello scudetto che non seppe vincere quel 5 maggio. Ora, invece, se la devono giocare tanto i nerazzurri quanto Cuper. Che scherzi ti combina il destino.
Come quello che tocca alla sapienza calcistica fatta valletta, Elisabetta Canalis, divisa tra il destino del suo attuale compagno Reginaldo, che si giocherà la salvezza con il Parma, e la sua squadra del cuore, l'onestissima Inter di Milano. Comunque, mezza Canalis perderà e, questa volta, non c'è più il "mostro di Monticiano" come comodo paravento per i limiti di chi perderà.
Intanto, se Milano trema Roma urla. La stampa romana si è svegliata da un torpore che la faceva percepire come vassalla del potere milanese, come alcune dichiarazioni pro-Moratti della Sensi erano sembrate ai suoi stessi tifosi.
Stentavamo a riconoscerla la stampa romana. Eravamo abituati a quella che per un gol juventino, nato da una rimessa invertita, sbraitava per mesi ed ora la notavamo accondiscendente verso arbitri che, in 5 partite, avevano consegnato all'Inter 4 successi immeritati ed una distanza di sicurezza sulla Roma che metteva al riparo dagli "sbarellamenti", che stiamo vedendo da quando le distanze si sono ridotte. Oggi, all'improvviso, hanno ricordato tutti i regali fatti all'Inter in quel periodo e sferrato un duro attacco, tanto sul Corriere dello Sport quanto sul Messaggero. Anche il designatore sempre difeso, perchè portatore di un calcio dove ora si sbaglia perchè "umani", viene pesantemente discusso per la designazione di Gava e per l'ennesimo rigore generoso concesso all'Inter. Ora si che li riconosciamo i giornalisti romani. Prevediamo una settimana pirotecnica. Siamo comunque lontani dal fuoco che veniva fatto contro la Juve: mancano, per esempio, le interrogazioni parlamentari.
Ma ritorniamo al pomeriggio da gatti neri. Leggendo il Messaggero sembra che Materazzi sia stato accolto così negli spogliatoi dai compagni: "Vuoi sempre fare il fenomeno, il protagonista. Ci hai rotto i coglioni". Tiziana Cairati, l'inviata del Messaggero, racconta di un parapiglia tra giocatori che per poco non finisce in rissa. Povero Matrix. Tutti contro di lui: Mancini, Moratti ed il gatto nero. Si, perchè durante l'intervista post partita "vicino a lui si materializza un gatto nero che cammina elegante e tranquillo sopra un cornicione". Se l'arbitro Gava avesse espulso Materazzi, come meritava, per il suo "solito" intervento scomposto/intimidatorio su Locatelli, forse i nerazzurri starebbero festeggiando lo scudetto.
Anche nella cabina di SKY sono stati freddati da un gatto bianco-nero. Così ce la racconta chi ha visto la replica della telecronaca, il nostro amico clau71:

"Ho appena visto la replica di Inter-Siena. C'erano tutti. C'era Bonolis, Gino e Michele, Ciccio Valenti, Beccalossi collegato per Telelombardia, Ale di Ale e Franz, Bertolino. C'era Moratti con la famiglia al gran completo, c'era il Tronchetto, c'era il dottor Piero Volpi a qualche seggiola di distanza da Moratti (Volpi, quello allontanato per la discussa gestione di Ronaldo ai tempi nerazzurri. Lo ricordo quando accusava Agricola, sulla base del teorema Guariniello, in nome del rispetto della deontologia professionale).
E c'era Bergomi in telecronaca per SKY. C'erano tutti i presupposti per gioire alla grande. E così è stato.
Ma non come pensavano "loro".
Il secondo tempo è stato pazzesco, iniziato con l'Inter già campione, in vantaggio 2-1.
Esulta il popolo bauscia al gol del Catania, che salva la squadra dell'idolo Zenga vincente contro i gobbi ladri.
Eccezionale il boato di San Siro al gol del 2-0 del Napoli, subito stroncato dal contemporaneo pareggio del senese Kharja, quello che fino ad oggi aveva segnato tre soli gol in serie A ("due alla Juve!", si affrettavano a dire i soloni).
Passano i minuti e Caressa snocciola i risultati: il Milan continua a subire e qualche secondo dopo l'Inter fruisce del regalo di Gava dagli undici metri.
Ma come se fosse opera di un regista occulto, l'esultanza per il regalo ricevuto dall'uomo in giallo è pari alla gioia offerta dal tabellone, "Fiorentina-Parma 2-1", che significa Milan fuori dalla Champions League.
E la tribuna, piena di tutti quei bei personaggi sopra citati, esulta più indicando il maxi schermo che per l'omaggio ricevuto.
Poi Materazzi tenta di scagliare in porta anche Manninger, ma l'austriaco non è d'accordo e respinge.
L'euforia in tribuna svanisce.
L'omino dei gelati non passa più. Ci saranno 30 gradi, a San Siro, ma fa freddo e tutti i cosiddetti vips sembrano ghiaccioli, finchè un sussulto arriva da Roma con il gol dell'Atalanta che accorcia.
Timidi sussurri. Sperare nelle disgrazie o nei favori offerti dagli altri non costa niente. Per i protetti di Guido Rossi è facile rivolgere al cielo un pensiero del genere.
Caressa, esagitato, illustra la classifica dicendo che l'Inter andrà a casa di un Parma ormai retrocesso, ma quasi allo scadere, improvvisamente, la doccia fredda: "attenzione al pareggio della Juve, con il Catania che non è più salvo e il Parma non più retrocesso".
Intanto in campo impera il manciniano schema alla "viva il parroco", con una squadra confusa che rischia anche i contropiede di un Siena stanco ma insidioso.
Il pubblico, che da quattro domeniche aspetta di celebrare lo scudetto del Centenario, resta in un irreale silenzio, ammutolito, incredulo.
Nemmeno il terzo gol subito dal Milan migliora il morale del popolo nerazzurro.
Caressa afferma: "Che ci crediate o no, si sente solo la mia voce".
Le facce in campo, in panchina e sugli spalti sono maschere di pietra. L'arbitro decreta la fine. San Siro sommerge i propri beniamini di fischi mentre Bergomi si aggrappa ad un timido: "A Roma non è ancora finita..".
Finisce 20 secondi dopo e Caressa annuncia: "Incredibile, Roma a meno uno".
Il resto, lo sapete tutti.
Grazie Inter, comunque vada."
 
Ultim'ora: Parma, 12 maggio - Hector Cuper è stato esonerato dalla guida tecnica del Parma e sostituito per l'incontro di domenica con l'Inter con l'allenatore della Primavera, Andrea Manzo. Lo ha comunicato la stessa società gialloblù con una nota: "La società Parma FC SpA comunica di avere sollevato, in data odierna, il Signor Hector Cuper dall'incarico di allenatore della prima squadra del Parma FC. A lui - e al suo vice Gustavo Siviero - va il ringraziamento per l'impegno profuso con competenza e serietà. La conduzione tecnica della prima squadra viene affidata al signor Andrea Manzo, allenatore della squadra Primavera del Parma FC, che sarà in panchina nella partita di domenica 18 maggio 2008 contro l'Inter".
 
Quindi, Cuper non potrà giocarsi la sfida contro la sua vecchia Inter. Chissà se anche questo insuccesso l'hombre-vertical lo attribuirà a Moggi. Un esonero ben strano all'ultima giornata, un esonero che, nei fatti, è sfiducia per come Cuper avrebbe potuto condurre la squadra nella prossima decisiva partita.