The Farsopoly tales o la giustizia del Medioevo /2

san satiro

L’intrigo

Spronava il suo cavallo fino al limite della resistenza sapendo che non doveva perdersi quell’appuntamento importante, forse il più importante della sua vita….. Al ricevimento organizzato da sua zia per festeggiare la fine dell’inverno aveva conosciuto il sig. Cheese, braccio destro del commissario Joseph Nards, che era colui che si occupava di salvaguardare l’ordine e la legalità nelle contee per conto del giudice di pace. Ormai la primavera era alle porte e di conseguenza si avvicinava il giorno della prima gara, e lui non voleva lasciare nulla al caso, considerando che la sua contea (la Wolf county) non si assicurava lo stendardo dall’anno in cui era stato arruolato il cavaliere errante. Ma ormai i tempi sarebbero cambiati e lui poteva diventare famoso e importante, ambire addirittura ad una posizione di privilegio a corte, anche se non era nobile.
Arrivò nel luogo prefissato con leggero ritardo, ma di fronte alla cascina abbandonata non c’era ancora nessuno: che avesse sbagliato giorno o luogo? Il dubbio svanì all’istante quando si senti chiamare da dietro un vecchio pino: “Frank? ….. Frank Bold sei tu?”
“Sì, sono io. Scusate il ritardo.”
“Allora, che mi dici? Hai trovato altri testimoni attendibili? E le regole del gioco te le rammenti?”
“Sì, sì, certo. Ho trovato il locandiere della taverna dove vanno ad ubriacarsi i componenti della contea di Dowager e mi ha garantito che dirà quello che vogliamo; c’è anche un cugino di un arciere… pensate un po’, vuole vendicarsi perché si sente tradito in tutti questi anni, nessun privilegio e nessuna chiamata a corte, nonostante le promesse del parente. Ci sono poi presso la corte del sovrano numerose persone invidiose del lavoro che svolge lo stalliere, quel signor Bushels... non sta simpatico a molti… dicono che sia saccente e presuntuoso; non vedono l’ora di saperlo in prigione anche se non ha commesso nulla. Ma noi possiamo incastrarlo, affermando che aveva intrighi poco chiari con i giudici del gioco. La gente comune crederà più facilmente alla nobiltà, e a qualche cortigiano che dichiarerà quanto noi vogliamo, che alla parola di un semplice stalliere. Poi, per quanto riguarda le regole, quelle le ho scritte tutte in questi fogli”.
“Bene, bene - affermò Cheese - Hai fatto un buon lavoro, adesso io prendo tutto il materiale, lo porto direttamente al giudice di pace e iniziamo a procedere. A proposito di quello che mi dicevi sui cortigiani, il signor Nards ha individuato vari personaggi, non so se hai mai sentito nominare i cantastorie e soprattutto i gazzettieri... quelli possono orientare l’opinione del nostro sovrano e di tutto il popolo, affinché l’opera che stiamo compiendo abbia successo. Ora devo andare, ti terrò informato sugli sviluppi tramite tua zia ”.
“Grazie, signore. Sentite, un’ultima cosa… se andrà come deve andare, se ci sarà un rovescione presumo che avrò una giusta ricompensa”.
“Non preoccuparti, sarai abbondantemente ricompensato, e diventerai un eroe per il popolo”.

L’accusa e il processo

Grazie all’opera certosina di alcuni dignitari di corte, i quali sollevarono le masse contro la contea di Dowager, e grazie soprattutto alle “prove” create ad arte dal giudice Nards e dal suo vice Cheese, con la complicità di alcuni personaggi che odiavano il signor Bushels, venne prodotto un documento di accusa che fece esultare tutto il popolo non appartenente a Dowager. A questo punto il Re, suo malgrado, decise di nominare un balivo straordinario dotato di ampi poteri per poter gestire la situazione. L’incarico venne affidato a sir Drivereds il quale, nonostante l’accertata appartenenza alla contea di Candors, affermò la propria imparzialità nelle decisioni da assumere.
Tale affermazione sarebbe poi stata smentita dai fatti.
Innanzi tutto il balivo nominò nuovi giudici che assecondassero in pieno le sue richieste.
Poi, ancor prima che i giudici emettessero un verdetto, istituì un comitato che, sotto la sua direttiva, prese la decisione di assegnare lo stendardo del Re alla contea di Candors, togliendolo a quella di Dowager, con tutti i privilegi del caso.
Ci fu un processo strano, incompleto, pieno di omissioni e di inesattezze.
Furono tirati in ballo i giudici di gioco, che secondo gli accusatori avrebbero facilitato il lancio delle frecce del team del signor Bushels, il quale avrebbe confabulato con loro per ingannare le altre contee. Fu dichiarato che le frecce dei cavalieri non erano tutte uguali, allo scopo di agevolare sempre la contea di Dowager. Furono portati testimoni che sotto minaccia dichiararono fatti mai avvenuti. Altre testimonianze affermarono situazioni “strane” ma che, se fossero state analizzate bene, si sarebbero rivelate del tutto prive di veridicità.
Di tutte queste accuse non ce n’era una veramente autentica, ma non fu consentito né a Bushels né alla sua contea di difendersi; praticamente fu un processo a senso unico.
Naturalmente i giudici, condizionati soprattutto dall’opinione distorta che si era fatto il Re, e di conseguenza tutta la corte e il popolo, emisero un verdetto di colpevolezza, anche se a ben vedere ciò che era scritto sulla sentenza dava adito a molte perplessità.
L’obiettivo venne comunque raggiunto e furono coinvolte anche altre contee, seppur in tono minore.
Tra queste ricordiamo la contea di Eagle e la contea Dahlia con il suo nobile condottiero sir Tods, il quale successivamente avrebbe manifestato il proprio dissenso di fronte alla corte per l’operato del balivo Drivereds e dei suoi giudici. E venne coinvolta anche una contea vicina al Re, quella di Marvellous, in cui qualche esponente di spicco aveva oscuri intrighi con il mondo dei giudici.
Naturalmente si mobilitarono tutti gli esponenti della corte, nobili, cantastorie e gazzettieri, per proclamare l’innocenza di Marvellous e dei loro membri. E così nessuna di queste contee fu punita come quella di Dowager, ma semplicemente furono loro inflitte delle ammende. Solo dopo qualche tempo cominciarono a girare a corte voci che gli stessi giudici avevano fatto circolare in modo confidenziale:
“In fondo noi, nella nostra sentenza, abbiamo evidenziato soprattutto cattive abitudini, non c’era illegalità. E’ stata solamente una condanna morale.”
“Abbiamo cercato di interpretare un sentimento collettivo, abbiamo ascoltato il popolo e provato a metterci nei suoi pensieri ”.
E così giustizia sommaria era fatta, la contea di Dowager venne squalificata e inibita a partecipare alle restanti competizioni fino a nuovo ordine del sovrano. Lo stalliere Bushels e i suoi collaboratori vennero allontanati dalla contea e spediti in esilio: e così il gioco delle contee perse di fascino e di credibilità.

Gli anni bui

Gli anni che seguirono furono caratterizzati dalla supremazia di Candors, anche se bisogna riconoscere che gli stendardi vinti erano comunque figli di una grave ingiustizia messa in atto dal balivo e dai suoi seguaci. In quel tempo ogni cortigiano o cantastorie elogiava le gesta dei cavalieri della contea di Candors, il loro signore in preda a un’euforia smisurata si lasciava andare a irriguardose affermazioni nei confronti dei rappresentanti della contea rivale: “Se non ci fosse stata quella masnada di impostori avremmo vinto molti più stendardi”; ben sapendo che comunque c’erano altre contee prima della sua in grado di aggiudicarsi i trofei e che, come nel caso dell’arruolamento del nipote del fabbro, egli stesso era al corrente delle pratiche irregolari svolte dai responsabili della sua contea. E d'altronde solo il fatto, emerso come vedremo in seguito in un altro più equo processo, di essere lui stesso responsabile e mandante, o quanto meno a conoscenza di numerose ignobili pratiche illegali perpetrate da esponenti della sua contea, ci fa capire la sua provata falsità, l’evidente cupidigia e la slealtà nei confronti del sovrano.
Intanto a Dowager si cercava di instaurare un nuovo corpo di cavalieri: ormai i precedenti erano anziani e risultavano sempre meno precisi nella mira. Purtroppo senza il signor Bushels era un’impresa ardua, in quanto solo lui sapeva scegliere i giovani più bravi e li sapeva formare.
Fortunatamente accadde un fatto inaspettato: il prode Andrew tornò dalla guerra e riprese il suo posto in contea, affiancando i cugini meno brillanti in fatto di decisioni relative al gioco.
Dapprima con cautela, ma successivamente in maniera sempre più spavalda, prese il comando della situazione instaurando un nuovo e combattivo nucleo di cavalieri; inoltre iniziò ad informarsi e ad indagare sul motivo del declino della sua contea, cercò di tutelare la posizione propria e della contea, e di conseguenza anche i sudditi, di fronte alle insidie degli altri nobili e della corona. Questo naturalmente suscitò una certa disapprovazione delle altre contee, che ormai vedevano Dowager come un feudo da sottomettere. Naturalmente sir Andrew con il suo operato si fece molti nemici, soprattutto quando istituì un proprio comitato di saggi per far emergere la verità sull’inganno perpetrato anni prima ai danni della sua contea. Per riuscire nel suo intento, però, si doveva in qualche modo screditare l’operato dei giudici nominati dal balivo Drivereds.

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