The Farsopoly tales o la giustizia del Medioevo /1

costantino

Premessa

Centinaia di anni fa, nel cuore dell’Inghilterra, sotto la dinastia dei discendenti della casa d’Angiò, si svolgeva il famoso “derby delle contee”, gioco molto popolare tra i sudditi, che assistevano numerosi alle gesta dei loro beniamini. Il gioco consisteva in un duello tra due squadre, ciascuna composta da sei arcieri a cavallo i quali, mentre galoppavano, con le loro dodici frecce in dotazione dovevano colpire da distanza ragguardevole i numerosi bersagli montati dalla squadra avversaria su piani orizzontali semoventi. Dopodiché le parti si invertivano, e la squadra che aveva scagliato le frecce doveva preoccuparsi di far muovere i bersagli per ostacolare il lancio dell’avversario. La formazione che aveva colpito nel minor tempo possibile tutti i bersagli si aggiudicava solamente il primo gioco, e quella che riusciva a raggiungere per prima i sei giochi si aggiudicava la prima gara. Per vincere l’intera sfida una squadra doveva prevalere sull’avversaria al meglio delle cinque gare (certe similitudini si ritrovano oggi nel tennis).
Il derby si ripeteva costantemente di anno in anno: iniziava a primavera e continuava per tutta l’estate, coinvolgendo decine di contee. Fu così stabilita una serie di incontri tra tutte le pretendenti, e sorse quindi un’organizzazione, presieduta da un emissario del Sovrano e deputata a sovrintendere allo svolgimento delle gare e alla nomina dei vari giudici di gioco e dei loro collaboratori.
La contea che avesse vinto più gare rispetto alle altre veniva addirittura omaggiata dal re con il famoso stendardo, che dava ai sudditi della contea numerose agevolazioni sui tributi da pagare per un intero anno, e il privilegio di partecipare, per i rappresentanti della contea, alle cerimonie più prestigiose a corte.
Le regole principali del gioco prevedevano che tutti i componenti di una squadra fossero nati e vissuti nella contea di cui facevano parte, altrimenti si incorreva nella perdita della gara e nella prigione per colui che avesse partecipato al gioco senza averne i requisiti. Altre regole sancivano la regolare distanza da cui gli arcieri potevano scagliare le frecce, e le frecce stesse dovevano essere tutte di uno stesso peso e di una medesima misura. I giudici di gioco erano selezionati e nominati dall’emissario del Re che garantiva per la loro imparzialità e incorruttibilità. Tali figure venivano in un certo modo salvaguardate dall’ipotetico condizionamento che avrebbero potuto subire nelle loro valutazioni o nell’esercitare il loro dovere, per cui non potevano assolutamente interloquire privatamente con gli esponenti delle varie contee, eccezion fatta per le riunioni ufficiali istituite a corte.
Con il passare degli anni le varie fazioni diventavano sempre più agguerrite nel contendersi lo stendardo del re, e tutto questo portò a sanguinosi scontri, al punto che il re dovette dapprima istituire un corpo di guardia per le gare che si disputavano e successivamente dovette prendere delle decisioni drastiche che analizzeremo in seguito.
Ma andiamo con ordine: prima di arrivare a ciò ci fu un tempo fiorente in cui le contee si affrontavano con lealtà riconoscendo l’eventuale supremazia della contendente più brava o semplicemente più fortunata.

Il declino

C’era una contea che aveva tra le sue fila i più bravi arcieri che fallivano raramente i loro bersagli, e ciò suscitava invidia e sospetti tra le fazioni avversarie, ma fintanto che i fratelli Sir John e Sir Humbert erano in vita nessuno avrebbe mai messo in dubbio i numerosi stendardi conquistati negli anni dai loro abili cavalieri. I due fratelli erano molto appassionati da questo gioco ma, non avendo molto tempo a disposizione per i numerosi impegni che riguardavano le loro terre, avevano delegato il signor Bushels affinché selezionasse gli arcieri, organizzasse gli incontri e gestisse le relazioni a corte con i giudici e con i nobili delle altre contee. Nell’arco di breve tempo però le cose cambiarono repentinamente con la scomparsa quasi simultanea di Sir John e di Sir Humbert. I discendenti erano alle prese con burrascosi intrighi interni, soprattutto i cugini non si trovavano in sintonia riguardo alle cure e alla salvaguardia dei cavalli, nonché alla selezione degli arcieri. Bisogna sottolineare che un ramo della parentela, quello più potente, non dimostrava nessuna passione per il derby delle contee; inoltre l’unico nipote dell’altro ramo con ancora tanta passione, il valoroso Sir Andrew, dovette allontanarsi per alcuni anni per andare a combattere contro i francesi. Pertanto nel giro di pochi mesi la contea di Dowager si ritrovò senza una guida, eccezion fatta per il signor Bushels il quale però, essendo solo uno stalliere, anche se molto astuto, non aveva il potere politico della nobiltà. A seguito del lento e doloroso declino di Dowager, gli altri nobili più in vista delle contee rivali presero il sopravvento e strinsero alleanze tra loro per combattere l’eventuale ritorno in auge della contea più famosa e vincente.
Naturalmente le conseguenze più catastrofiche toccarono ai sudditi che si sentirono defraudati dei loro diritti.
Nella contea di Candors vi era sempre un pessimo clima di frustrazione, dovuto alla scarsa mira degli arcieri del luogo. I loro pochissimi stendardi vinti ormai erano lontani nel tempo ma, nonostante ciò, per il signore della contea i suoi arcieri erano sempre i migliori e le innumerevoli sconfitte, secondo la sua opinione, erano da attribuirsi alle frecce della squadra avversaria, che senza dubbio erano di misura e di peso diversi e quindi più precise, ma anche e soprattutto all'incapacità dei giudici di gioco, i quali commettevano sempre grossi errori nella valutazione della posizione giusta da cui scagliare le frecce, forse proprio perché condizionati in qualche modo da coloro che vincevano sempre. Tali pensieri iniziarono ad insinuarsi con insistenza sempre maggiori nelle menti contorte degli esponenti di Candors. Queste assurde teorie purtroppo furono prese in considerazione anche da altre contee; e perfino tra i cortigiani furono messe in dubbio le capacità dei giudici.
Qualche anno prima, in un’osteria nella contea di Wolf : “Ti ho detto che non ci sono problemi, nessuno lo verrà a sapere. Devi fidarti di me. Questi due nuovi arcieri faranno la fortuna della mia e della tua contea.”
“Si, ho capito, sir Frank. Ma se a qualcuno venisse il sospetto che entrambi non sono nati e vissuti nelle nostre contee, sai cosa rischieremmo?”
“Caro Sir Gabriel, devi sapere che ho predisposto tutto affinché il tuo arciere risulti nipote del fabbro della contea. Se qualcuno obiettasse qualcosa dovremmo solo dire che da piccolo era stato ospite del convento e poi da giovane aveva combattuto contro i francesi, e quindi non era conosciuto dalla popolazione proprio per questi motivi. Devi sapere che quello che ho ingaggiato per la mia contea viene da oriente e si fa chiamare cavaliere errante…... dovrò cambiargli nome”.
I due loschi individui architettarono le loro malefatte e le contee di Wolf e di Candors ebbero nuovi arcieri brillanti che nessuno aveva mai visto prima. I loro team iniziarono a vincere più spesso, tanto che la contea di Wolf riuscì addirittura ad aggiudicarsi lo stendardo del Re, e tutto questo avvenne nonostante i loro trucchetti fossero stati scoperti. La legge era chiara, ogni partita che avesse visto giocare un membro non appartenente alla contea doveva essere appannaggio della squadra avversaria e, se il misfatto si fosse ripetuto nel tempo, al team sarebbe stata negata la possibilità di partecipare agli incontri dell’anno successivo. In quella stagione però ci furono le nozze della figlia del sovrano, e dunque il re concesse un’amnistia su tutte le competizioni svoltesi; decise inoltre che gli arruolamenti arbitrari diventassero legittimi a tutti gli effetti, pertanto non furono presi provvedimenti né per le squadre, né per gli arcieri. Dopo anni di grigiore, la contea di Wolf fu così in grado di sconfiggere i nemici storici della contea di Dowager, grazie soprattutto alle gesta del suo prode cavaliere errante reclutato in modo sleale.
Bisogna fare un appunto per la contea di Candors: nonostante si fosse assicurata le gesta del presunto nipote del fabbro, che poi a conti fatti non si era dimostrato così bravo, non riuscì a trarne beneficio, anche e soprattutto per la scarsa consistenza degli altri arcieri che non erano così bravi come voleva far credere il loro signore. Anch'essa comunque, anziché essere esclusa dalle gare della stagione successiva, fu graziata dal sovrano.

(continua qui)