Il più grande spettacolo dopo Zidane siamo noi /9

tifosiIl romanzo eponimo della nostra vite.



Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale.

"Allora qual è il tavolo politico su Calciopoli, quello vicino alla finestra?" esordisce il Pio, dando furiosamente di gomito agli sfortunati vicini, e ridendo come un pazzo. Il Pio è uno che ride alle sue battute, per paura che non rida nessun altro. E infatti.
"Battuta di merda. L'han già fatta in venti" gli risponde il Joseph, uno che non è propriamente il re della risata.
Il Pio mica si chiama Pio, e neanche Piero. Il Pio si chiama Franco. Pio perché è il Pioniere. Tutto quello che hai detto, pensato, fatto, comprato, bene, lui è arrivato prima: "Ué ma io è da mercoledì che la dico. Ho telefonato per prenotarlo 'il tavolo politico su Calciopoli'. E' vero, Dante?"
"Sì, ma comunque non fa ridere." Neanche il Dante lo sopporta.
Il Rozzangelo fa un cenno d'intesa allo Schizzato: "Oh, ma le avete viste queste sigarette nuove, che fanno click? Cioè tu fai click e cambia il sapore..." Lo Schizzato affetta reale stupore: "Ma tu guarda che diavolerie!" Il Pio mette su un'espressione di sufficienza, neanche gli avessero fatto vedere un Game Boy: "Qui arriva tutto con dieci anni di ritardo. Mi ricordo che le ho comprate in America durante il mio viaggio del '98. Archeologia." Lo Schizzato allora si alza di scatto, menando la mano come un principe del foro: "Epperò qua, caro il mio Pio, arrivi secondo. Eh sì, perché ricordo ni-ti-da-men-te il giorno che mio zio, che in America ci andò qualche tempo prima di te, me le portò al suo ritorno in terra italica. Un grande lo zio Cristoforo. Si può quasi dire che oltre alle sigarette click, abbia scoperto anche l'America." E qui, si ride davvero. I bastardi.
Dio, quanta inutile crudeltà, per un bravo cristiano come il Pio. E che accoglienza da villani, per uno che non si fa vedere da circa due mesi. Potrebbe anche avere avuto un lutto in famiglia, per quanto ne sanno questi animali, tutti arciconvinti che il periodo di latitanza sia da spiegarsi con la "toppa" clamorosa che prese a inizio stagione, quando parlò di "squadretta ignobile che lotterà per l'Europa League". Oggi torna a casa, sperando che gli avventori del bar poi non così distante da Torino se ne siano dimenticati. Ma qui la sete e la memoria sono da elefanti. C'è gente che viaggia col registratore, per poi incastrarti nelle tue contraddizioni a distanza di anni.
Il Pio è qui, innanzitutto, per far vedere il suo iPhone 4, e poi per dire che lui era stato il primo a dirlo che a Napoli ci condannavano, e che adesso è tutta una messinscena degli Agnelli. Il Rozzangelo lo accalappia con un ganascino assai poco ziesco, e con un sorriso condiscendente gli detta le regole: "Quando gioca la Juve, gioca la Juve. Quando non gioca, si parla di Calciopoli". Poi finisce la birra e gli spara un tonitruante rutto in faccia: "E non dirmi che anche questo era venuto in mente prima a te..."
In realtà, il dibattito dal titolo "Possiamo ancora dirci juventini?", sottotitolo "Dopo l'otto novembre. Riflessioni.", era già stato lanciato un'oretta prima da un Gino L'Incazzoso insolitamente introspettivo. Risposta unanime: "Ma vuoi stare zitto che non ci hai fatto sentire chi è l'ultimo panchinaro del Palermo!"
Ognuno ha il suo peculiare modo di reagire alle disgrazie, ma dopo anni di delusioni e sperimentazioni, si può ben dire che l'edonismo conti oggi un maggior numero di seguaci rispetto ad atarassia, malinconia e catatonia. Le Erinni serie son rimaste in tre. E meno male che Conte c'è.

Fischia Bergonzi, e a proposito. Il Rozzangelo è un bieco complottista: "Questo ce l'hanno mandato, fidatevi di me..."
"Hai scoperto l'acqua calda! A me, non mi ha mai convinto: ancora prima di quel famoso Napoli-Juve dei due rigori inventati, io lo dissi: in campana!"
"Fossi in te, non mi chiederei per chi suona la campana" ammonisce lo Schizzato, grave presagio.
Al primo minuto e trentatré secondi l'Epifanio sentenzia: "Tre barra quattro a zero barra uno. Lo vedo dalle facce che sono convinti di vincere, e vinceremo."
Il Pio deglutisce nervoso, evidentemente stizzito dal fatto che qualcuno abbia detto qualcosa per primo. E in cuor suo, lo vuole vedere smentito.
"Prima o poi troverò le prove che tu gufi. Ti stanerò, vedrai" lo minaccia Lo Schizzato, novello Porfirij.
La Juve è padrona del campo, ed è spesso dalle parti di Tzorvas. "Tzorvas il greco!" squilla festante il Pio. Gesto dell'ombrello del Borchoké: "Già detta alla lettura delle formazioni!".
Poi cross del Chiello ("à la Beckham" dice un esaltato) e testa vincente di Pepinho, che invece di godersela, si attamarra in una patetica parodia di Tiger Woods, che per un secondo si teme possa avere derive pornografiche. "Lo stadio senza barriere è fatto apposta per evitare le ammonizioni ai pirla come lui e Iaquinta. Well done" recita un adagio popolare.
La Juve si fa bella, tanta, procace: Licht per Pirlo che arcua il pallone sul palo. Bar in deliquio.
Poi, a 'sta figona di Juve che ti sorride, cominci a vederle qualche dente guasto. Cazzata di Bonucci, che spedisce Ilicic in porta. Gigi c'è, è il Wonderbra di questa gnocca di Juve, quello che rimedia alla magagnuccia. Ridi con noi, Gigi Buffon.
Bonucci si intestardisce a mostrare la carie, un altro paio di volte. Non è da figa, non è da Juve. C'è chi lo perdona e c'è chi lo maledice.
"Per chi come me, lo seguiva già ai tempi del Bari, è stata una facile previsione due anni fa, dire che..."
Gino L'Incazzoso, fulmineo, stacca dal bersaglio elettronico l'unica freccetta rimasta del bar poi non così distante da Torino (il cugino del Rozzangelo ha una sala-giochi, nda), e gliela scaglia, con un leggero topspin, mirando ai 100 punti del terzo occhio. Il Pio dimostra capacità cinestetiche fuori dalla norma e schiva l'impatto, come un Manny Pacquiao versione supermassimi. La freccetta si infila morbida in un salame ungherese, dove probabilmente resterà a imperitura memoria.
"E vedete di non farmi la morale, che tanto quel salame lì fa schifo al cazzo!", sbraita compiaciuto.
Il Pio alza la mano verso di lui in apologia, come Iaquinta quando sbaglia uno stop.
Uno a zero, e nervi tesi.

Secondo tempo, e siamo ancora padroni. Matri suggerisce il passaggio, va a incrociare, stop e bomba rasoterra. Due a zero. "Matristuta!" azzarda uno sprovveduto. E ce n'è ancora. La Juve gioca, Vucinic è ispirato, si è fatto anche la barba per uscire con una Juve così sexy. Si è spruzzato anche il profumo, forse. Altro che tiki-taka, noi qui si fa tiki e poi subito goal. Tre passaggi e si va in porta. Vidal recupera, Marchisio porta l'azione, Vucinic spande polvere aurea, Matri fa il velino (ahia, Gino, così mi fai male!, nda) e Marchisio va a sbatterla dentro. Tre a zero.
Parte già la messa cantata delle pagelle. Buffon: "E' la prova vivente di come la testa ti possa far diventare yin o yang nella stessa esistenza e nel giro di un attimo. Certo la costante per lui rimane quella di essere uno che ride, ma tra uno che ride e para tutto e uno che ride e non para un cazzo io ci penso un po' su e alla fine scelgo il primo". (Lo Schizzato); Lichtsteiner: "Da oggi ufficialmente mio idolo assoluto quando, con sguardo feroce, ha allontanato Balzaretti che gli tendeva la mano dopo un fallo". (Epifanio) "Ha uno spirito che è stretto parente di quello che animava Nedved. Intendiamoci, siamo su due diverse galassie tecniche, ma il temperamento e l'affidabilità di rendimento sono molto molto simili". (Il Killer) "Il Licht è proprio juventino marcio, come attitudine. Gente che non ha mai paura di un cazzo. Al Licht dagli una palla con Ibra e Eto'o che gli vengono in pressing e lui la gioca tranquillo, anzi quasi quasi te la chiede anche". (El Borchoké); Vidal "è una piovra", "col cazzo che era ubriaco in Cile, aveva fatto il pieno di benzina"; Marchisio, e non basta Dante per cantarlo. Dante, quello di Firenze.
Finisce tra gli olé dell'Angelo. Tre a zero.
L'Epifanio prende da parte il Pio e gli ride in faccia: "L'avevo detto io!" Quell'altro, bilioso, lo scansa e va a prendersi il cappotto. "Qui dentro non mi rivedrete mai più", giura minaccioso. "Ah, ma allora tu gufi..." gli si para davanti il Rozzangelo.
"Io..." cerca gli argomenti, "io... io penso solo alle cose serie! A me, di questa Juve non me ne frega niente! Altro che voi sibariti..."
Per sua fortuna, salta fuori che sibarita, in una certa accezione, potrebbe anche voler dire "ricchione", soltanto quando è oramai a un paio di chilometri dal Rozzangelo. "Imbecille. Quello mo torna a casa, trova la moglie a letto con l'idraulico, e col ditino si vanta: "Me la son fatta prima io!""

Cosa rimane da dire? Un sacco di cose. El Borchoké, che si dà arie da storico revisionista con PhD a Oxford, apre il dibattito "Diamo a Marotta quel che è di Marotta": "Lichtsteiner, Vidal, Pirlo, Matri, e ci metterei anche Barzagli, Pepe e Vucinic. Su, dobbiamo fare ammenda, altroché."
Il Killer spara una spiega totalizzante sulla preparazione atletica seguita quest'anno, menzionando una ad una tutte le amichevoli giocate e il livello di fitness raggiunto, e menzionando con speciale interesse "il 'richiamo' finale a Chiusa Pesio". Insomma, quando non c'è il Pio, non è una gara a chi arriva primo, ma a chi se ne va per ultimo. "Ma non ce l'avete una famiglia?" dice il Dante alle dieci e mezza. E ai tanti sguardi infantilmente corrucciati aggiunge: "Una seconda, oltre a questa, intendo..."


12^ Giornata Domenica, 20 Novembre 2011 ore 15.00
JUVENTUS-PALERMO 3-0
Juventus (4-2-3-1): Buffon; Chiellini, Barzagli, Bonucci, Lichtsteiner; Marchisio (77' Pazienza), Pirlo; Vidal, Pepe, Vucinic (68' Quagliarella); Matri (81' Del Piero).
Palermo (4-4-1-1): Tzorvas; Balzaretti, Silvestre, Cetto (59' Della Rocca), Pisano; Bacinovic, Migliaccio, Bertolo (46' Zahavi), Barreto; Ilicic; Miccoli.
ARBITRO: Bergonzi di Genova
MARCATORI: 20' Pepe, 48' Matri, 65' Marchisio
AMMONITI: Balzaretti, Pisano (P)