Juventus e Milan, vi ricorda qualcosa?

campoJuventus prima, Milan secondo. Questo recita la classifica del campionato e a leggere quei due nomi in cima alla lista (nell'ordine giusto, ovviamente) uno è portato a dimenticare gli anni cartonati post 2006 o pensare addirittura che sia stato tutto un brutto sogno da cui ci si è appena risvegliati. Magari fosse così. Invece ci sono stati, eccome, ma oggi sembra che le cose stiano tornando gradatamente tutte al loro posto. Ovviamente la classifica, perché quella è la prima cosa che salta agli occhi a tutti i tifosi, ma a guardarsi bene intorno c'è anche dell'altro.
Facciamo un piccolo excursus su quegli anni: ricorderemo tutti che si faceva un gran parlare della famosa "alleanza commerciale" tra bianconeri e rossoneri, che poi nella pratica di tutti i giorni era principalmente un'alleanza politica tra due grandi società guidate da due grandi manager che, se da una parte se le davano di santa ragione sul campo con le due squadre di gran lunga migliori del lotto, dall'altra perseguivano i loro interessi economici convergenti in Lega Calcio, allorché si doveva discutere di diritti televisivi, ossia la fonte principale di ricavo delle società di calcio italiane. Juve e Milan a fare la parte delle cattive, l'Inter come al solito nella parte che storicamente le riesce meglio, quella che "chiagne e fotte": da una parte Facchetti che faceva il filo alle medio piccole capitanate dai soliti Capitan Fracassa che popolano il calcio italiano (Zamparini, Cellino & co.) e dall'altra Moratti che, ossimoro vivente da sempre (capitalista di sinistra, petroliere ecologista, interista onesto, e via dicendo), con una mano lisciava il pelo alle piccole e con l'altra votava con Juve e Milan quando c'era da portare a casa i dané. Questa politica dei due forni, che in Italia paga sempre, gli tornò poi molto utile quando, nel 2006, si presentò alla piazza calciopolara come la vittima del sistema biancorossonero grazie alle telefonate dolci e severe opportunamente imboscate chissà da chi.

Siamo ritornati a quei tempi? Beh, è presto per dirlo. Però in questi giorni alcuni segnali, per chi ha le antenne dritte e recettive, ci sono. Parliamo del ricorso al Tar presentato dalla Juve, che per ora rimane lì in attesa di capire che cosa partorirà questo fantomatico tavolo. Tavolo che, da alcune parti si insinua, dovrebbe servire anche a ridiscutere di alcuni equilibri politici all'interno della Federazione. Equilibri che, come ben sappiamo, dal 2006 si sono decisamente spostati sulla riva bauscia dei Navigli. La Juventus che mette alla berlina la Figc per le sue decisioni dal 2006 al 2011, e ne chiede apertamente il commissariamento, mira sì a fare chiarezza su quegli anni, ma con ogni probabilità anche a riconquistare all'interno della politica sportiva una centralità che aveva irrimediabilmente perso nel 2006. Si badi bene, non stiamo parlando di nulla di illecito o di chissà quali gabole: semplicemente, è il ruolo che spetta alle grandi squadre all'interno dei movimenti calcistici di tutti i paesi europei. Come il Real Madrid e il Barcellona in Spagna, per intenderci.

Dicevamo dei segnali. Se c'è un giornalista che può, a pieno titolo, dire di essere la voce del Milan, essendo direttore del canale tematico rossonero, è Mauro Suma. Leggete cosa scrive nella sua rubrica settimanale su tuttomercatoweb:
La Juventus sta svolgendo un ruolo meritorio. Sta provando a ristabilire la giusta inclinazione della storia del calcio italiano. Una storia drogata, contaminata e stravolta. La scelta politica di non far filtrare le telefonate dell'Inter nell'estate 2006 ha evitato i processi alla squadra che ha vinto i 4 scudetti successivi. In base a quelle telefonate, l'Inter doveva essere deferita. Lo ha stabilito il procuratore federale Palazzi, quello, e nessun altro, che nel calcio italiano fa i deferimenti. Non fa le sentenze, ma fa i deferimenti. E, in quanto deferita, l'Inter non avrebbe potuto fare le spille, il mercato, la Champions. Non avrebbe potuto soffiare Ibra al Milan e non avrebbe avuto tempo e concentrazione per gli altri acquisti. Avrebbe dovuto, doveva in base alle 27 pagine del procuratore federale Palazzi, difendersi nei processi e subire magari la stessa penalizzazione del Milan: come minimo, visto che nelle sue telefonate i livelli coinvolti erano molto alti a livello dirigenziale, come per Fiorentina e Lazio. Invece le telefonate silenziate e drenate dell'estate 2006 hanno cambiato la storia, hanno massacrato la Juventus, penalizzato il Milan e mandato in paradiso l'Inter. Lo Scudetto del 2006 è il simbolo di uno sbilanciamento economico e sportivo devastante, pazzesco, tutto e solo a favore dell'Inter. Allora, anche se a qualche osservatore può apparire un po' focosa la portata di alcune delle azioni legali juventine, va dato atto e merito alla dirigenza bianconera con i suoi legali di aver dato vita ad una azione ad ampio respiro per ristabilire quei pesi e contrappesi dell'intero calcio italiano offesi e violentati dalla disparità telefonica dell'estate 2006. Quella che non accetta gli attendismi e che non si arrende di fronte a nessuna indecisione istituzionale, è una Juventus a tutto campo, che si immola per tutti e per l'intero equilibrio del calcio italiano. Avanti così. Avanti così, perché è giusto.
Parole pesanti. Che non provengono da un tifoso rossonero intervistato al bar dello sport, ma da chi conosce e interpreta bene umori e pensieri di casa in Via Turati. Parole così chiare ed esplicite che fanno riflettere, alla luce dei ragionamenti che abbiamo fatto prima.

E a fare da contraltare, o forse da completamento, alle parole di Suma leggiamo l'ultima uscita di Zamparini, che sa molto di già sentito. Parla della sua nuova battaglia di Lega, ovviamente quella dei piccoli e buoni vessati dai grandi e cattivi. L'asse del bene contro quello del male, insomma il solito armamentario zampariniano. Ma occhio che, forse complice la posizione in classifica, potrebbe aver trovato un nuovo alleato:
"Un asse di chi vuole un certo tipo di calcio, si sta avvicinando anche a noi l'Inter, mentre Milan e Juventus sono rimaste arroccate sulle proprie posizioni con qualche altra società. Cerchiamo di contrastare i vecchi poteri, vogliamo un calcio senza poteri (sic) perché, essendo questo uno sport, non dovrebbe esserci nessuno con poteri particolari. Milan e Juve fanno protezionismo, perché negli anni hanno consolidato, un trattamento di favore, un potere e dei privilegi di cui hanno goduto negli ultimi anni e che non vogliono perdere. Da noi non c'è la meritocrazia che darebbe meno possibilità di successo ai grandi club, abbiamo permesso di fare una legge per premiare i risultati degli ultimi 55 anni, una vergogna per il calcio italiano che premia la storia e non la meritocrazia come invece avviene in tutta Europa".

Insomma, non sembra anche a voi di essere ritornati a prima del 2006?
Per ora sono dei pezzi di puzzle, in una situazione sicuramente in divenire. Li raccogliamo e proviamo a ragionarci su, in attesa degli sviluppi futuri.