Il più grande spettacolo dopo Zidane siamo noi /5

tifosiIl romanzo eretico della nostra vita

Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale.

"A proposito, che fine ha fatto il Figa?" La domanda ritorna puntuale ogni qual volta si gioca contro la Fiorentina. E un motivo c'è.
Il Figa è un abbronzatissimo commercialista siciliano che, diciamo così, risulta particolarmente simpatico al gentil sesso. Corre voce, addirittura, che si improvvisi tifoso juventino soltanto per frequentare il bar poi non così distante da Torino, dove le donne scarseggiano decisamente (sembra il Pakistan), e prendersi così un meritato break dalla sua instancabile attività di amatore professionista, oltre naturalmente ad avere un pubblico elegante e raffinato per i suoi aneddoti boccacceschi. Di tanto in tanto, le sue presenze al bar si diradano per "improrogabili impegni lavorativi", e per l'appunto questo è uno di quei periodi.
Ti ritorna in mente perché il Figa è l'unico avventore del bar poi non così distante da Torino a osare vestirsi di viola, ché la Fiorentina qui sta sul cazzo proprio a tutti. Fosse un altro, un topo da bar qualsiasi, verrebbe coperto di insulti e sputi, ma a lui nessuno dice niente, che se lo stile è un'arma decisiva con le donne, poi non ti vuoi sentir dire che anche di quella robina lì "non capisci un cazzo".
"L'ho sentito settimana scorsa. Sta bene. Saluta tutti." comunica Gino l'Incazzoso, un altro che, se solo volesse, potrebbe vestirsi di viola, e nessuno gli direbbe niente, per non farlo incazzare. Lui è di quelli che vengon qui da Torino (non è poi così distante) e quindi ha come primo nemico i "granata". Nonostante il caratteraccio, quindi, gode piuttosto spesso, quasi come il bronzeo commercialista, va là. Come lui, non ce ne sono molti. Il Killer è il capo di quelli che, prima di tutti, odiano il Milan "anche perché é l'unica squadra italiana che possiamo degnarci di considerare, e poi come se la menano loro...". Questi sono un po' di più. Lo Schizzato odia anche Genoa e Samp, e qui si rientra nella categoria di odio IGT. Gli esuli romani odiano la Roma, gli emiliani Parma e Bologna, i bergamaschi il Napoli e il Palermo, e al Direttore sta sul cazzo la Cremonese. Nessuno odia l'Udinese, ma dagli ancora un po' di tempo e vedrai.
E poi, dicevamo, ci sono la Fiorentina e l'Inter, che dominano incontrastate la speciale superclassifica, e arrivano consecutive in questa settimana, costringendo i più competitivi tra i frequentatori del bar poi non così distante da Torino a gare agonistiche di oltraggio e vilipendio. Hai voglia "che sono così scarsi che non se lo meritano", se lo meritano eccome e poi in panchina c'è Mihaijlovic.
Ex abrupto, un rutto. E' solo nelle occasioni più importanti che lo Schizzato si porta dietro suo cugino, il Billa, una sorta di generatore automatico di ingiurie che, come dice lo Schizzato, "serve a dare qualità "offensiva" alla squadra, altro che Vucinic." Uno talmente aggressivo dialetticamente che una volta, pare, abbia costretto Sgarbi a chiedergli scusa. Il fatidico "dodicesimo uomo in campo". Queste sono le sue partite.

La miniera
Sono tredici e Bonucci la mette dentro. Uno a zero. La Juve gioca talmente bene e la Fiorentina è talmente poca cosa, che il Billa si mostra laconico e introverso. Lo Schizzato, facendo segno agli amici che ci pensa lui, prova a ridestarlo: "Billa, cosa mi dici della maglia rosa?". Il Cugino lo guarda distrattamente e farfuglia qualcosa sul Barcellona. Quella del Barcellona è ormai un'ossessione per molti, e ci casca anche il solitamente prudente Dottore, che si produce in slanci immaginifici: "Stiamo giocando davvero bene, barcellonescamente bene. Un grandissimo Vidal. Qualche appoggio sbagliato, ma sembra 'Acchiappa la talpa'. Spunta di qua e spunta di là e caga proficuamente la minchia a tutti. Il che vuol dire tonnellate di balones recuperati. Poi mi piace come galleggia, sì perché lui galleggia. Praticamente vive con la gambuccia sempre alzata e la abbassa solo quando deve fregare il balon. Tac, rapidissimo! Dicono che a seccare scarafaggi sia fenomenale. Ha anche in ballo una scommessa con Beppe Signori. Lui mangia il suo cazzo di Buondì, Vidal nello stesso tempo schiaccia venti cucarachas."
Il due a zero però non arriva e i capelliani, fremebondi, cominciano a lamentarsi, che "tra fare il Barça e andare in barca, è un attimo". Gino L'Incazzoso sintetizza così: "Ok, ora basta giocare bene: mi hanno rotto i coglioni! Li voglio veder giocare di merda, farsi schiacciare dall'avversario, fare catenaccio, sparare via i palloni a cazzo di cane, randellare come fabbri sulle caviglie degli avversari, ma buttare dentro quel cazzo di pallone!". Mai avrebbe pensato che stava schiacciando il bottone dell'Apocalisse.
All'errore sotto porta di Vucinic, la bocca del Billa costruisce un sorriso lento, come se covasse un mistero particolarmente buffo. Di lì a pochi secondi, i temi trattati dalla suddetta bocca saranno i seguenti: incesto, coprofagia, ermafroditismo, traffico di organi, tratta delle bianche, analisi delle politiche pubbliche e archeologia industriale (il classico "in miniera" che però lui contestualizza minuziosamente con tutta una serie di dettagli pulp davvero agghiaccianti e ovviamente irriferibili, e che ambienta talvolta nel Belgio del Dopoguerra, più spesso nel Sudafrica dell'Apartheid). Sì dotta trattazione accompagna la squadra fino al fischio finale del primo tempo. Il caressiano "tutti a bere un tè caldo" lo costringe a una breve quanto incisiva postilla sul tema dell'urinoterapia.
Lo Schizzato lo guarda fiero, come un figlio prodigio che abbia appena terminato l'esecuzione di una sonata di Rachmaninov al violoncello: "Come si fa a non volergli bene?" Il Rozzangelo fa come per dire qualcosa, ma poi rinuncia.
L'intervallo è silenzioso: solo il Dante, che è in casa sua, si permette di dire che "queste partite in cui si sbaglia tanto mi mettono paura". Il fulmineo voltarsi del Billa, che prende a fissarlo per cinque minuti d'orologio, consiglia prudenza anche a lui, però, che si immerge turbato nei bicchieri da asciugare.

Morire, dormire, forse sognare...
Il secondo tempo comincia nel classico "silenzio irreale". La Fiorentina ha preso coraggio e attacca. Circa due terzi degli avventori del bar poi non così distante da Torino, con la coda dell'occhio, scrutano terrorizzati il Billa. Un terremoto di brividi: la tensione si taglia con il coltello, quello del Rozzangelo. Il Billa, per ora, si limita a produrre suoni senza senso compiuto, come un neonato in fase di lallazione. Poi segna Jovetic, e i cuori degli juventini presenti mancano un colpo. Un "Vaffanculo!" rimbombante, che sposta solo leggermente l'asse terrestre, è il risultato finale dei precedenti tentativi verbali del Billa. Tutto sommato, una reazione normale e tranquillizzante. Poi, però, gonfia gli occhi, come se avesse appena ingerito una cucchiaiata di Nutella al wasabi, e infila una micidiale sequenza di stridulo-gutturale-stridulo-gutturale, che culmina in un fonema strozzato, tipo bomboletta del deodorante quando finisce. "E' morto?" si informa il Rozzangelo. "Tecnicamente, sì", spiega il cugino, "ma in genere resuscita."
Il rinato, con calma e perizia, prende gli occhiali dall'astuccio in pelle, e li inforca, strizzando gli occhi per mettere a fuoco. Poi, camuffando la sua voce in una pietosa imitazione di Idris, enuncia: "Non trovo il tuo nome sul citofono". I perplessi rivolgono lo sguardo allo Schizzato, che fa segno che è tutto a posto. Pochi secondi e scopriranno che il Billa si sta rivolgendo a un'entità divina superiore, con cui comincia ad ingaggiare una rissa verbale furibonda. E' a tutti gli effetti in trance agonistica.
Per fortuna, la battaglia nei cieli dura solo sette minuti, il tempo che ci impiega Matri a riportarci avanti. Due a uno.
"Allegria!" come direbbe uno juventino. Il Billa fa pace con tutto l'arco divino mondiale, compreso "quello scorreggione di Buddha", e si dedica in via esclusiva alle perculate contro Firenze che, i gusti son gusti, ritiene "più brutta di Varese". La portiamo a casa, alla fine. Soffrendo, birra dopo birra, ma la portiamo a casa. Nonostante l'ingresso di De Ceglie faccia più paura del Billa: "Solo vederlo camminare mi gela il sangue, con quei piedi che sembrano ante di un saloon"inizia il Dottore, "Ha i piedi bloccati alle 10.10" annuisce lo Schizzato. La portiamo a casa: è la vittoria di tutti.

The Stalkers
A fine partita il Danton, che è appena stato chiamato dal Leggenda in persona, confabula fitto fitto con lo Schizzato, che allarga continuamente le braccia, come a dire che lui non ci può fare niente. "Con l'Inter, no! Non ce lo portare!" orecchia un orecchio vicino al bancone. Poi lo Skiz annuncia a tutti: "Lo porto a casa. E' stremato, poverino", parole pronunciate con l'affetto di un padre che ha appena visto il figlio vincere il campionato regionale dei 400 metri a farfalla. Il Billa, cordialmente, augura a tutti di passare serenamente le festività imminenti, e guadagna l'uscio.
Il Dottore, che è uno speciale, è estraneo allo sbigottimento generale, e vuole parlare di calcio, che ce n'è da dire: "Che sofferenza. Il gioco c'è, e alla grande, ma manca la classica quota di figli di puttana. Siamo pieni di bravi bambini, bravi bambini disciplinati. Ma per vincere, senza soffrire, servono i figli di troia, quelli che la buttano dentro quando gli altri stanno coltivando le prime velleità. Manca un killer in attacco, uno che si accompagni a Matri, che oggi è andato benissimo. Vucinic mi è piaciuto proprio poco: quando fa i tiri di piatto da 25 metri mi sembra quei cicisbei che pretendono di conquistare le donne dicendo loro che sono belle. Poi arriva il Figa di turno che se le inchiavarda. Ecco, a noi in attacco serve uno come il Figa, uno con il maglioncino viola che inchiavarda." Apoteosi per il figliol prodigo siciliano, che ci manca troppo. "Magari con l'Inter viene..." "Ma va, quello ormai ci ha in testa solo il lavoro."
E, a proposito di monomaniaci, il bar poi non così distante da Torino resta presto ostaggio degli stalker, quelli che una volta deciso che uno è scarso, non cambiano idea neanche sotto tortura. El Borchokè, che tanto cambia idee più spesso delle mutande, ha il buongusto di ravvedersi su Matri. Il Presidente, invece, ha messo nel mirino il Licht e non lo molla, investendolo di qualsiasi colpa, e dandogli della capra. Espiatoria."Avercene uno come lui a sinistra ci sarebbe da fare festa con le paste e lo spumante." gli rispondono anche i muri.
Il Giulietto, invece, se la prende con Buffon anche quando non gioca, e stasera si sente di assegnare un nove di stima a Storari, così per prenderla alla lontana. Dieci minuti e gli squilla il telefono. "E' lo Schizzato!", annuncia trionfale.
"Ti passo il Billa..."

8ª Giornata - Martedì 25 ottobre 2011 - Ore 20.45
JUVENTUS-FIORENTINA 2-1
JUVENTUS (4-3-3): Storari; Lichtsteiner, Barzagli, Bonucci, Chiellini; Marchisio, Pirlo, Vidal (87' Pazienza); Pepe (87' De Ceglie), Matri, Vucinic (78' Estigarribia). All.: Conte
Fiorentina (4-3-3): Boruc; De Silvestri, Gamberini, Natali, Pasqual; Munari, Behrami, Kharja (83' Silva); Cerci (46' Gilardino), Jovetic, Vargas (70' Ljajic). All.: Mihajlovic
Arbitro: Orsato
Reti: 13'pt Bonucci, 57' Jovetic, 64' Matri
Ammoniti: Behrami, Munari, Natali, Marchisio.