Il solito tizio

vomitevoleMi telefona un amico con la bava alla bocca e mi fa: "L'hai sentito? No, dico, l'hai sentito?".
Ascolta: sono le nove di sera passate, devo ancora preparare la cena. Cosa c'era da sentire, scusa? E dove? E quando? Sei uscito di testa, forse?
E quello allora giù con la filippica su un certo tizio, "il solito" lo definisce lui, che avrebbe detto che la Juve si comprava le partite.
"Innanzitutto, tu l'hai sentito?", gli domando. "No, me l'hanno detto", mi risponde.
E allora perché ti incazzi? Hai la coda di paglia o sei scemo? Magari parlava di suo padre, che ne sai? Ragiona: mio padre faceva il tombarolo, metti il caso. Il suo peggior nemico contrabbandava l'oro. Io faccio il becchino. Arriva uno e mi fa: "Non Le secca vestire i morti?". E io: "Meglio vestirli, i morti, che fottersi le catenine". Con chi ce l'ho, secondo te?
"No, no, ferma un attimo. Contrabbandiere mica vuol dire ladro".
"Appunto. Quindi ce l'ho con mio padre, no?".
"Ma perché fai così? Possibile che non ti importi più di niente?".
"E di cosa dovrebbe importarmi? Guarda che il mio era solo un esempio. Io non faccio né il becchino, né il contrabbandiere. E neppure mio padre faceva il tombarolo".
"Ma non stiamo parlando di te. Non fare lo stronzo".
"E allora parliamo di loro. Qualcuno s'è lamentato?".
"No".
"E allora va bene così. C'è chi vince e c'è chi perde".
"Ma noi non vinciamo mica più".
"Appunto, per me parlava di suo padre. E ora, se non ti dispiace, vado a cenare. Buon campionato".