L'incontro di Bertinoro: nessuna bomba, ma a ottobre...

moggiNon è scoppiata la bomba che avrebbe dovuto "cambiare il calcio italiano", ma il bagno di folla c’è stato.
Venerdì a Bertinoro, sopra Forlimpopoli, sulle dolci colline romagnole che sanno già di Marche, si è svolta una serata molto intensa a livello emotivo, animata, oltre che da Luciano Moggi, dalla presenza di Gigi Moncalvo, Salvatore Cozzolino e Nicola Penta.

Il ristorante Villa Prati, scelto dallo Juventus Club Forlì, è una location straordinaria. Bello l’allestimento con i tavolini all’aperto, un palco e la zona platea. Niente zanzare, per fortuna. Tanti tifosi.
Dov’è Moggi? Sta arrivando, dicono, è sulla E45, la statale che attraverso le Marche porta in Romagna. Ma l’attesa è lunga. Il primo ad arrivare, alle 20 e 30, è invece Gigi Moncalvo, al solito disponibile, pacato, elegante nel dire e nel fare, che mentre rilascia autografi ascolta e risponde a tutti, con sincera modestia.
E’ arrivato Moggi, si vocifera. Dov’è? E’ nel ristorante, cena con Moncalvo e Penta. Abito sportivo, maglietta stile Lacoste azzurra che non riesce a celare la panza, ma non dimostra assolutamente la sua età. Sembra più giovane che in televisione. In gran forma.
Il tempo di consumare la cena e Moncalvo sale sul palco, ormai è buio, saranno più o meno le dieci. Dopo aver ringraziato gli organizzatori, introduce la serata analizzando le origine storiche di Calciopoli, o meglio di Farsopoli, e nei termini in cui le raccontiamo da anni anche noi. Si rammarica dei danni che la Juve ha subito, sottolinea quello delle nuove generazioni di tifosi che dopo questi ultimi anni preferiranno altri club. Poi Moncalvo elogia il nostro "Che fine ha fatto la Juve?", spiega con quale abnegazione e serietà sia stata scritta ogni riga, l’incontestabilità delle argomentazioni.
Finalmente annuncia Moggi. Imbarazzo generale: non arriva. Una voce rimbomba nel gelo che si è creato nella Villa: “L’hanno chiuso negli spogliatoi”. Risata generale. Finalmente arriva, attraversa la sala all’aperto nel bagno di folla e di calore annunciato da Tuttosport.
Moncalvo pone le domande a Lucianone, Moggi risponde divagando come suo costume. Nessuno scoop in particolare. Conferma per l’ennesima volta che Berlusconi, nel famoso incontro di Palazzo Grazioli, gli aveva espressamente chiesto di andare al Milan (e guarda caso, aggiunge, poi escono le intercettazioni). E’ critico sul mercato della Juve e sulla qualità della rosa, secondo lui siamo al massimo da quarto posto. Il suo è un monologo, in apnea. Ogni tanto Moncalvo cerca di riportarlo al discorso iniziale, ma gli sfarfallamenti di Lucianone sono incontenibili.
La domanda clou Moncalvo la pone a Penta: cosa dobbiamo aspettarci ad ottobre? E’ possibile anticipare nuove intercettazioni? Ci sono novità, è la risposta, ma gli avvocati che assistono Moggi gli hanno imposto di non divulgare nulla. Accenna solo alla chiamata di un presidente di una squadra di Milano a un dirigente arbitrale, “per chiedergli una cosa”.
Poi Moggi e Penta affrontano i teoremi di Calciopoli, come gli arbitri presunti affiliati alla cupola pro Juve appiedati per diversi turni e la teoria delle ammonizioni preventive, smontandoli.
La parola passa a Salvatore Cozzolino, che tara il suo intervento sui temi finanziari e sulla perdita di valore del marchio Juventus. Tutti concordano sull'importanza di essere presenti alla prossima assemblea degli azionisti. Moggi si lascia scappare il proposito di andarci anche lui, se Blanc sarà ancora al suo posto (e ride).
Poi si torna al tema sportivo, con Moggi che ricorda il contratto che stipulò con Deschamps prima di ingaggiare Capello.
Alla fine interviene anche il simpatico Pompilio, con una giacca rossa metallizzata che da lontano ricorda la carrozzeria di una Cadillac. La sala si diverte molto.
Insomma, un serata molto intensa, positiva, in un’atmosfera serena. Anche il tempo è stato clemente, nonostante fosse annunciata pioggia.
Alla fine Moggi rilascia una lunga intervista ad un giornale locale, fa foto con tutti, non si nega a nessuno, finché pian piano la gente sfolla.
E la bomba? Nessuna bomba, si sapeva, però una cosa molto interessante viene annunciata, e cioè che l’udienza del 1° ottobre a Napoli sarà epocale. Speriamo.

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