Dai fatti alle parole

smiletristeIn principio era il verbo: quale verbo?? Semplice, vincere, questo era il verbo su misura per la Juve. E vittorie e trofei grandinavano, e la gloria era su di noi. Poi… il diluvio, il diluvio di accuse, destinate a rimanere semplicemente tali, perché le prove stanno a zero, ha travolto tutto, e il sogno si è fatto incubo. E da quel momento altri verbi hanno soppiantato quello originale, verbi inconsueti per la Vecchia Signora: come parlare, per esempio. Ormai le dimostrazioni sono all’ordine del giorno: non solo alla Juve i calciatori non raccontano più se stessi con i dribbling, le rovesciate, i tiri al volo e i tocchi di prima, ma con roboanti dichiarazioni da qualsivoglia pulpito, dichiarazioni infarcite di propositi velleitari, con verbi spesso al futuro, rigorosamente alla prima plurale, quasi a metter le mani avanti: un attimo, mica sarà solo colpa mia e mica tocca a solo a me rimediare. Eh no, non basta, tutti si permettono di dire la loro sulla Juve: e di quel che le accade o accadrà un parere viene richiesto a tutti, tranne che a chi di lei dovrebbe occuparsi: i dirigenti per caso, un caso mica tanto caso però, impadronitisi inopinatamente del timone di una leggenda.

Si diceva, ne parlano tutti, ma forse non è nemmeno il verbo giusto, ci manca qualcosa, una letterina, la s, perché in realtà s-parlano, si permettono di dire di tutto di più: lo ha fatto il bello di notte Boniek, che un tempo segnava, almeno di notte, e adesso parla, di giorno e anche di sera, e che alla Juve ha abbinato due sostantivi: disorganizzazione e confusione; ma transeat, in fondo ha ragione, a ben altra società era abituato lui…

E lo ha fatto Ian Rush…Chi è Ian Rush? Ah già, è una meteora passata tanto velocemente nel firmamento bianconero che essersene dimenticati non è colpa grave: Ian Rush è il gallese triste, arrivato alla Juve, fresca vedova di Platini, con la fama di cecchino infallibile: del resto per i cuori juventini centravanti gallese voleva dire ancora John Charles. Tante erano le illusioni, incredibile la delusione e dopo un anno venne rispedito per direttissima al Liverpool: già, perché il Liverpool c’entra anche adesso. Infatti Rush, volendo dire anche lui la sua sull’affaire Benitez, si è permesso di dire che sarebbe molto deluso se Rafa scegliesse la Juve, non solo perché il tecnico è sotto contratto con il Liverpool, ma perché ‘la Juventus è solo quinta in campionato e in una situazione finanziaria peggiore rispetto al Liverpool’, che sappiamo peraltro indebitato per 270 milioni di euro: ecco, questo quattro anni fa non si sarebbe mai permesso di dirlo, perché la nostra era una società rispettata, di un rispetto frutto delle vittorie sul campo e di una gestione sana.

Ed era una società difesa: vincente e difesa, come lo è il Barça ora: il Barça l’anno scorso ha fatto saltare il banco, ha vinto tutto quanto c’era in palio; e l’invidia cresce, si comincia a parlare di squadra favorita dagli arbitri: il Real si è svenato e il Barça è ancora e sempre avanti: allora si rinfocolano le polemiche per qualsiasi cosa, un goal in sospetto fuorigioco, per esempio. Ma il presidente Laporta non ci sta ed è duro, tranciante: le accuse sono ridicole, ai nostri avversari non va bene che noi giochiamo bene, non si devono sollevare dubbi sull’imparzialità. E non avremo una Calciopoli spagnola, statene certi. Lui non è vicino alla squadra e all’allenatore, lui difende l’onore della sua società e la legittimità delle sue vittorie. Sarà forse perché non ha partecipato al vertice di Marrakech, vero ingegner Elkann: lui non era là con Lei e Monsieur La Trinité a parlare di valori sportivi…