I "Coriandoli bianconeri" di Riccardo Gambelli

tifosi"Coriandoli bianconeri" è un libro nel quale il senese Riccardo Gambelli, tifoso Juventino DOC e membro dell'Associazione Nazionale Amici della Juventus, celebra la sua passione sportiva. Il libro è stato edito nel 2007 da Pascal, casa editrice senese, che nel 2008 ha pubblicato, dello stesso autore, il romanzo "Ali per vivere".


Un amico. Un amico che ci racconta un pezzo di vita, la sua.
E ce lo racconta con la voglia di rendercene partecipi, con la semplicità e la sincerità di un amico.
Col cuore, senza cercare di stupirci o di inventare particolari (o situazioni, o personaggi) inconsueti, per rendere unica la sua storia.
Ce la racconta e basta, come si fa ad un amico, non necessariamente ad un lettore.

Forse è proprio questo il segreto di Riccardo: scrive col cuore, senza cercare di blandirci, senza rincorrere il nostro consenso. coriandoli bianconeri
Non nasconde le sue emozioni, né quelle positive, né quelle meno confessabili: proprio come fa un amico.
Un amico che ci racconta tanti momenti di vita vissuta, che condivide con noi le sue passioni, a cominciare da quella per la Juventus, e dal piacere di coltivarla.

Passione viscerale, da toscano vero (anzi, da senese vero), che fa da filo conduttore ad un insieme di storie, i "coriandoli", appunto.
Quei coriandoli che possono ricaderci addosso, così come essere portati via dal vento, per poi magari ricomparire a distanza di tempo, in mezzo agli abiti o altrove. Quei coriandoli che, bianchi o neri e belli o brutti che siano, diventano pezzi di vita, storie.
Storie che vengono raccontate con vivacità, non necessariamente in ordine cronologico.
Ad un amico, non serve: parlando con un amico, le cose si raccontano così come vengono. E così vengono meglio.

Nel libro, l'autore ci parla di amicizia, di amore e di passione: passione sportiva, indubbiamente... anche se è riduttivo definirlo tout court un libro "sulla Juve". Certo, è l'amore per la Vecchia Signora (scoperto in tenera età), sono le partite della Juve a dettare il ritmo dei vari racconti, che vanno comunque al di là del tifo per la squadra del cuore.

Scritto nel momento della maturità, è un vero proprio diario, nel quale, se non si ha la pretesa di fornire chissà quali insegnamenti, i ricordi rivivono con la giusta fluidità, e gioie e dolori possono essere analizzati con il giusto distacco.
Nel raccontarsi, Riccardo ci coinvolge, rendendoci familiari i personaggi della sua gioventù e della sua maturità.
Ci presenta i suoi valori e i suoi principi, non le sole e semplici storie di tifo, peraltro (anche quelle) godibilissime.
Da vero amico, ci racconta senza pudori i suoi punti di forza e le sue debolezze.

E allora, ci ritroviamo con lui, ad abbracciare o a stringere la mano al nostro Scirea, all'indimenticabile Senna o all'Avvocato. E siamo a nostra volta partecipi dell'amicizia per Alessandro Nannini e per il direttore Luciano Moggi.
Ma ci ritroviamo con lui anche in quella tragica notte a Bruxelles, e viviamo ancora una volta quelle terribili emozioni... e anche noi, con lui e come lui, ci scopriamo indifesi e impotenti di fronte alla follia, e condividiamo la sua rabbia, quella rabbia che lo porta a produrre pensieri difficilmente raccontabili, se non ad un amico.

E' facile farsi coinvolgere da Gambelli, e lasciare che le nostre esperienze e i nostri ricordi si sovrappongano ai suoi.
In fondo, è così che funziona fra amici veri, fra persone vere, che si raccontano pezzi di vita vera.

E, parlandoci della sua vita, Riccardo ci racconta di un calcio che c'era, e che purtroppo non c'è più.
Ma anche dell'amore per la Juventus che c'era... e che fatichiamo davvero tanto a ritrovare negli atteggiamenti, nei comportamenti e nei valori di chi la guida oggi.