Alla Juve comandano ancora Moggi, Giraudo e Bettega

moggi giraudoMolti Juventini pensano di dover essere grati vita natural durante alla Triade per i successi che i tre hanno raccolto nei 12 anni della loro gestione.
Ma ricondurre l’operato di Luciano Moggi, Antonio Giraudo e Roberto Bettega unicamente a scudetti, Champions League e finali assortite significa riconoscere solo una parte, certamente la più visibile, dell’enorme lavoro fatto dall’allora gruppo dirigente. Però, il vero fiore all’occhiello della loro conduzione societaria non è stato il Palmarès, ma l’essere riusciti a rendere disgiunta la sopravvivenza di una società di calcio dalle bizze della sua proprietà.
Infatti il loro assoluto capolavoro è stato quello di essere riusciti a guidare la Juventus seppur di fatto esautorati dalla stessa. Sono stati capaci di condurla a distanza. Da Londra, da Napoli (cfr. processo penale), dagli Emirati Arabi, dalle spiagge di Alassio. Come degli attenti angeli custodi.

C’è un aspetto nel quale la Triade ha dimostrato e continua a dimostrare nel corso degli anni la sua inoppugnabile superiorità: la scelta degli uomini.
Non parlo dei giocatori, né degli otto Juventini presenti nella finale mondiale di Berlino. O meglio, non solo di quelli.
Parlo degli uomini che a vario titolo e a vario livello hanno contribuito a costruire una società che eccelleva a livello mondiale in ogni suo aspetto funzionale.
Partiamo dalla conduzione tecnica.
In 12 anni di gestione si sono avvicendati sulla panchina della Juventus solo 3 allenatori: Marcello Lippi, Carlo Ancelotti e Fabio Capello.
Lippi dopo aver vinto tutto sulla panchina bianconera è oggi il C.T. Campione del mondo in carica. Ancelotti allena uno dei top team europei, il Chelsea, ed è reduce da anni al Milan ricchi di trionfi dall’eco planetario (2 Champions League e un Mondiale per Club).
Fabio Capello allena l’Inghilterra, dopo aver collezionato tantissimi trofei con Milan, Real Madrid, Roma e Juventus appunto.
Lippi, Ancelotti e Capello sono allenatori di assoluta eccellenza, tre professionisti che rappresentano il movimento calcistico italiano ai massimi livelli planetari. Indubbiamente tre tra i migliori allenatori al mondo!
Non meno significativa è stata la scelta da parte della Triade degli uomini che stavano dietro le quinte, ma che presumibilmente contribuirono anch'essi in maniera decisiva ai successi sportivi ed economici della Juventus pre-calciopoli.
Il responsabile del settore giovanile era Pietro Leonardi, da pochi mesi Direttore Generale del Parma Calcio, e che per anni ha ricoperto lo stesso ruolo nell’Udinese facendosi apprezzare come uno dei più preparati dirigenti sportivi del campionato italiano.
L’allenatore della Primavera era Giampiero Gasperini, colui che ha portato il Genoa da neopromossa in Serie B alla qualificazione all’Europa League. Gasperini ad oggi è unanimente considerato il migliore tra i tecnici emergenti di casa nostra.
All’Ufficio Stampa prima e come Team Manager poi, lavorava Alessio Secco, ora DS della stessa Juventus e recentemente premiato come miglior DS italiano (!?).
Direttore Commerciale e Marketing era Romy Gai, attualmente numero uno della Lega Calcio degli Emirati Arabi (UAE). Romy Gai in pochi mesi dal suo insediamento ha già ottenuto un risultato storico: la UAE si è aggiudicata l’assegnazione del Mondiale per Club FIFA a partire dal dicembre 2009 per tre edizioni; dopo oltre un ventennio nel corso del quale la manifestazione (già coppa Intercontinentale) si era ininterrottamente disputata in Giappone.
Anche l’attuale dirigenza, pur non avendo mai pubblicamente ringraziato la vecchia per il grande lavoro svolto e per l’eredità lasciata, si è sempre appoggiata ai loro uomini nei momenti di maggior difficoltà.
Proprio nel periodo più drammatico del loro mandato, con le intercettazioni che uscivano senza controllo e l’incombere delle sentenze sportive, Cobolli Gigli e Blanc si affidarono ai fedelissimi della Vecchia Gestione.
L’allenatore scelto per guidare la squadra dopo l’addio di Capello fu Didier Deschamps, colonna della prima Juve di Lippi e già in odore di Juventus ai tempi della scelta di Fabio Capello.
Team Manger Gianluca Pessotto, calciatore juventino per oltre dieci anni e reduce da una drammatica disavventura personale.
Nel ruolo di Direttore Sportivo fu nominato Alessio Secco, per anni alle dipendenze dello stesso Moggi. Proprio Secco ha dimostrato successivamente la veridicità del teorema: nei momenti più difficili, questa dirigenza si aggrappa all’esperienza e agli uomini della precedente. Sono ormai di dominio pubblico le intercettazioni nelle quali Secco, alle prime difficoltà della stagione, chiama Moggi, per chiedere consigli, direttive, rassicurazioni.
Altro passaggio critico nel triennio Blanc-Cobolli è stato sicuramente l’esonero di Claudio Ranieri e anche questa volta la risposta è stata, come da copione, l’affidarsi a un uomo della Triade: i giornali ci hanno raccontato di un ballottaggio a tre, tra Antonio Conte, Ciro Ferrara e Giampiero Gasperini. Cosa hanno in comune i tre? Il bollino di qualità “Giraudo-Moggi-Bettega”!
Alla fine la scelta è ricaduta su Ciro Ferrara, acquistato come giocatore dalla Triade al primo anno del suo mandato e da allora rimasto sempre legato a doppio filo al sodalizio torinese; con lui altre due vecchie conoscenze: Rampulla come allenatore dei portieri e Scanavino come preparatore atletico. Quest’ultimo andrà a sostituire il Professor Capanna, fido collaboratore di Ranieri, a cui si è da più parti imputato il gran numero di infortuni muscolari patiti dalla rosa della prima squadra durante la stagione appena conclusa.
Anche questa scelta rientra nello schema ormai noto: quando c’è un problema la soluzione la si trova affidandosi a uomini scelti dalla Triade.
Scanavino infatti, come recita il sito ufficiale della società “E’ il più giovane, ma al tempo stesso il “veterano” dello staff tecnico della prima squadra bianconera. Fa infatti parte della famiglia juventina dal 1999, anno in cui è entrato con l’incarico di preparatore atletico addetto al recupero degli infortunati. In questi otto anni, ha collaborato attivamente con tutti i professionisti che si sono alternati: da Giampiero Ventrone (durante il doppio periodo di Marcello Lippi e con Carlo Ancelotti), fino ad Antonio Pintus durante la parentesi Didier Deschamps, passando per Massimo Neri ai tempi di Fabio Capello”.

Le poche volte che, invece, i nuovi arrivati si sono decisi a fare di testa loro, le scelte si sono rivelate inefficaci.
I pochi uomini di sport scelti dal nuovo corso e che nulla avevano a che fare con il vecchio gruppo dirigente non sono durati molto.
Marco Tardelli, ex membro del CdA e del comitato sportivo, si è dimesso dopo pochi mesi per poi emigrare in Irlanda con il suo vecchio maestro Trap.
Claudio Ranieri, il suo vice Damiano e il preparatore atletico senza patentino Capanna sono stati esonerati a circa 40 anni dall’ultimo esonero in casa Juventus.
Anche Pasquale Sensibile, il capo degli osservatori senza C.V. (prima della Juve aveva avuto brevissime esperienze da dirigente solo alla Pro Sesto e al Verona) è stato allontanato preventivamente per fare spazio a Castagnini, per ora ancora in sella (forse lo ha salvato una “presunta”, o millantata, amicizia con Luciano Moggi).
Gian Paolo Montali, uno dei più grandi allenatori della storia della nostra Pallavolo e membro del Comitato Sportivo, nonostante la sua inesperienza nel mondo del calcio, sembrerebbe anch’egli sull’orlo delle dimissioni.
In campo le cose non sono andate diversamente, se è vero che nei momenti di maggior difficoltà a tirar fuori le castagne dal fuoco ci ha pensato quasi sempre la vecchia guardia (Del Piero due volte capocannoniere, Trezeguet, Nedved , Chiellini e, con minor continuità, Camoranesi e Buffon).
Cannavaro è l’ennesimo uomo col bollino bianconero (certificazione doc made in Triade) che torna alla base.
E anche la tanto sbandierata politica dei giovani che è partita fin dal primo anno di nuova gestione, quello della serie B per intenderci, è figlia delle scelte del management che fu. Piccolo, Guzman, Paro, Palladino, Criscito, Marchisio, De Ceglie, Giovinco, Mirante, Ariaudo sono in ordine sparso tutti ragazzi che in questi tre anni hanno dato (chi più chi meno) il loro contributo alla politica verde della Vecchia Signora…ancora una volta con la benedizione della Triade.
Sembra sempre più vera insomma la dichiarazione rilasciata recentemente proprio da Romy Gai a MagazineBianconero: “Mi sembra che i vecchi siano ancora i “nostri” vecchi e che i giovani siano, in fondo, i “nostri” giovani”.

Dott. Lox
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