CAMPI MINATI - Strategie

campi minati"Venghino signori venghino..."


Come prevedibile, l'Italia esce dalla confederation Cup palesando limiti evidenti di condizione e motivazione. Se le polemiche riguardanti l'impiego di giocatori ultra trentenni non si sono sprecate da parte dei giornalisti italiani, sempre pronti a saltar su un carro senza mai pagare una volta la corsa, in casa Juventus da qualche settimana si assistono a trattative di mercato indegne di questo nome.

Come pronosticato, il Lione offre Grosso alla Juventus in cambio di Camoranesi. A chi si scandalizza ricordiamo il numero impressionante di infortuni che hanno colpito il laterale italo-argentino: il suo stipendio pesa sulle casse di una società che è costretta ad arrotondare cedendo Mellberg (2,5 milioni di euro) in Grecia e Criscito (5,5 milioni di euro) in comproprietà al Genoa.

A tal proposito è curioso notare come la comproprietà del napoletano sia stata pagata due anni fa, quando non aveva ancora disputato una sola partita in serie A, ben 7,5 milioni di euro, con l'inserimento nella trattativa di Abdoullay Konko, valutato un milione da Alessio Secco e prontamente ceduto l'anno successivo dal Genoa per 10 milioni di euro in Spagna.
Oggi, dopo due stagioni piene in A e la maglia dell'Under 21 saldamente indossata, Criscito passa al Genoa nuovamente in comproprietà per 2 milioni di euro in meno. Miracoli della gestione bianconera, che per convincere Preziosi ha dovuto estendere anche la comproprietà di Palladino per un altro anno.

In attesa di vedere anche De Ceglie (Napoli) e Giovinco (Udinese) partire in comproprietà fantozziane, la domanda d'obbligo riguarda i futuri rinforzi che arriveranno in casa Juventus.

Rimpiazzato il 32enne parametro zero Olof Mellberg col 36enne parametro zero Cannavaro, rimpiazzati i semi-paralitici Knezevic e Andrade con la soluzione interna Ariaudo, la Juventus può contare su sei difensori più Hasan Salihamidzic e Jonathan Zebina, altri due giocatori abbonati all'infermeria. Trovare due validi innesti (uno per fascia) che costino meno degli 8 milioni appena incassati appare alquanto difficile.
Ecco allora che si intravede, nella strategia della Vecchia Signora, una coperta troppo corta per le esigenze di una squadra ormai logorata dal passare degli anni.

Il presidente Giovanni Cobolli Gigli si spinge oltre, annunciando che anche in caso di cessione di David Trezeguet i bianconeri non andranno sul mercato per reperire un nuovo centravanti: non ci sono soldi.

Mentre si attende l'esito della trattativa per D'Agostino, a cui pare sia legato il destino di Giovinco, ecco che Tiago diventa l'incedibile e Poulsen l'inamovibile, due aggettivi che in un'altra situazione avrebbero esaltato i tifosi ma che nel caso specifico non fanno altro che aumentare la rassegnazione. La loro cessione infatti, viste le cifre in gioco (8 milioni il portoghese, 7 il danese), non garantirebbe abbastanza fondi per far arrivare gli adeguati sostituti sulla panchina bianconera che, considerati titolari Marchisio, Sissoko e D'Agostino (se arriva), potrebbe contare in caso di cessione dei due sopracitati solo sui fragili Zanetti, Salihamidzic e Camoranesi. Sicuri che Nedved doveva ritirarsi?

Detto di Almiron e Zalayeta, due giocatori destinati a partire senza passare neanche dalla sede, e di Marchionni messo sul mercato per scelta tecnica, poco altro resta da raccontare di una rosa che è stata sì impreziosita dall'arrivo di Diego, ma che in sostanza è destinata a pagare il logorio di una vecchia guardia ormai troppo stanca per difendere una Vecchia Signora priva del fascino della famiglia Agnelli.

Il paradosso più grande? La sessione di mercato sembra essere la fotocopia di quella dello scorso anno: un parametro zero (Mellberg-Cannavaro), un attaccante (Amauri-Diego), un centrocampista (Poulsen-D'agostino).

La differenza? Marchisio, Giovinco, De Ceglie. Arrivati lo scorso anno per sostituire i partenti Nocerino, Palladino e Criscito (sempre nell'ottica del progetto giovani), quest'anno non avranno eredi con esperienza e saranno con tutta probabilità raggiunti in prima squadra da Ekdal, Iago e Ariaudo, giovani che la serie A l'hanno praticamente vista quasi sempre in televisione.

In attesa di capire perchè la nazionale è vecchia e logora mentre la Juventus che vorrebbe schierare Legrottaglie, Cannavaro, Grosso, Zanetti, Camoranesi e Del Piero non lo è, cade d'obbligo una parentesi, per rispondere al direttore sportivo del Bari, Giorgio Perinetti che avrebbe dichiarato: "Conte? Resta la delusione perchè è un allenatore bravissimo e avevamo fatto un'ottima scelta a prenderlo e confermarlo. Lui però ha le sue idee, è un uomo coerente e la coerenza è un pregio, ma deve essere più flessibile". Caro Perinetti, Conte è bravo, ma se fosse stato più flessibile adesso sarebbe stato a Torino, non a Bari.