Cannavaro, Facchetti, Blanc e l'informazione.

campi minati"Prendiamo atto di quella che è comunque l'opinione di una minoranza". Giovanni Cobolli Gigli.

In sostanza: "Se non dite che siamo bravi, non contate niente".
Cannavaro è un gran giocatore, sperando che sia un buon maestro (insieme a Ferrara) per Ariaudo e, a meno che il Genoa sia più importante della Juventus, Criscito.
Curioso notare come la Juventus, per bocca di Alessio Secco, dica di aspettare le scelte dei rossoblu per vedere se cercare un rinforzo a sinistra: chi comanda, i bianconeri o Preziosi?

Mentre De Ceglie viene messo sul mercato, Criscito potrebbe restare coi Grifoni, e Molinaro deve ancora guarire, il progetto giovani di Blanc e soci si chiamerebbe Fabio Grosso, 32 anni, o Manuel Pasqual, uno che a Firenze stanno cercando di spedire prima possibile.
Considerati i "favori" chiamati Mutu (a prezzo di saldo), Blasi e Almiron (entrambi ceduti in prestito gratuito), non c'è di che stupirsi.

Alessio Secco è preparato, ha studiato, e sicuramente ha un bell'aspetto. Jean Claude Blanc è preparato (in economia), ha studiato, e sicuramente ha un bel portamento. Giovanni Cobolli Gigli ha studiato e ha persino un "Ma quanto è bello Cobolli?" fan club su Facebook (25 iscritti).
Se imparassero cosa vuol dire "Juventus" sarebbero perfetti, soprattutto se paragonati ai possibili sostituti.

Mentre dalla parte di chi contesta Cannavaro si schiera anche Gianfelice Facchetti, dalle righe del Corriere della sera, meglio restare dalla parte della dirigenza, questa volta: le frasi del capitano della nazionale riecheggiano in tutto il mondo e contribuiscono a portare avanti il concetto che calciopoli è stata una farsa. Non c'è da scandalizzarsi, è la verità.

E non c'è da scandalizzarsi nemmeno dell'opinione di un "figlio di", ovvero di uno che, parere personale, se non fosse figlio di una persona famosa avrebbe autorevolezza pari alla mia, o forse meno, visto che parla di calciopoli scrivendo una serie inenarrabile di inesattezze, mostrando quanto meno impreparazione. Un consiglio sincero, da parte di chi per Giacinto Facchetti ha rispetto: basta nascondersi dietro il padre, nascondere il padre dietro la sua morte, e nascondere cio' che ha fatto l'Inter dietro al padre. Facchetti, lo ripeto un'altra volta, era una persona per bene e merita di essere ricordato per quanto fatto dentro e fuori dal campo senza che ombre e sospetti continuino a stagliarsi sulla sua figura.
Faccia chiarezza, Gianfelice, perchè Nucini e tanti altri, quelli che si dichiaravano amici di suo padre, che suo padre riceveva quasi con fastidio (penso io), più che danno non stanno facendo alla sua immagine. Non c'è da scandalizzarsi, è la verità.

E non c'è da scandalizzarsi nemmeno se Jean Claude Blanc rilascia un'intervista alla Gazzetta dello Sport in cui elenca una serie di risultati che non sono certo merito della sua programmazione, ma bensì dell'errata programmazione dei rivali o della lungimiranza dei predecessori. Avere il bilancio in pareggio grazie alle cessioni dei giovani presi da altri (plusvalenze sante), a una ricapitalizzazione da 105 milioni e a un mercato all'insegna dell'austerity (Poulsen e Amauri lo scorso anno, Diego e forse D'Agostino quest'anno) non è un merito. I margini di errore sono sotto gli occhi di tutti, e non vale la pena ripetersi: nell'anno della rifondazione il mercato è stato disastroso e il bilancio segnava rosso per 20 milioni. Non c'è da scandalizzarsi, è la verità.

Quello per cui bisognerebbe scandalizzarsi è che due quotidiani nazionali, Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport, si sono prestati a queste veline senza un contraddittorio serio.
Bisognerebbe scandalizzarsi nel vedere coloro che difendono a spada tratta l'ordine dei giornalisti quando si parla di intercettazioni non lottino quando è palese come l'informazione dei media non sia controllata da chissà quale dittatore libico, bensì dai potentati economici.
Bisognerebbe scandalizzarsi nel vedere che la libera informazione, se non su internet, non esiste.

Bisognerebbe preoccuparsi, o meglio ancora ribellarsi, quando si sente che "l'informazione gratuita su internet non è più sostenibile" o che "l'informazione sui blog deve essere controllata", frasi pronunciate da qualcuno durante un convegno sull'informazione e i media, perchè diventa sinistro presagio per la democrazia quando ci si può rendere facilmente conto che chi pronuncia queste frasi esercita un potere sui media istituzionali pressochè totale.

Ma qui si dovrebbe parlare di calcio, quindi si faccia finta che non si sia scritto niente, così come i (tanti) giornalisti per bene fanno finta di niente quando il processo di Napoli dimostra sempre più che la cupola non ha aiutato la Juventus a vincere, bensì ha fatto in modo che venisse affondata e retrocessa.
Parliamo di calcio e allora incazziamoci perchè c'è chi usa calciopoli per giustificare i suoi errori ("non dimentichiamoci che due anni fa eravamo in B"), chi la usa per aggraziarsi i tifosi ("gli scudetti sono 29"), chi per difendere l'indifendibile ("non vincevamo ma adesso sappiamo perchè").
E incazziamoci perchè tre anni fa eravamo campioni d'Italia e qualcuno ha preferito rinunciare, perchè non si ha il coraggio di dire che si è scappati perchè il progetto era ridicolo e si ritorna perchè non ci sono alternative valide, perchè noi lo abbiamo sempre saputo, anche prima di calciopoli, che non vincevate perchè eravate gestiti da incapaci e vincete perchè altri incapaci gestiscono chi potrebbe vincere ancora a mani basse, in mezzo a tanta mediocrità.
Ed incazziamoci perchè queste cose non ha nessuno il coraggio di scriverle, mentre il calcio italiano scompare per colpa di chi invece che esaltare il modello Juventus di Moggi e Giraudo e fare informazione seria, ha preferito affondare la Signora del Calcio per far contento qualche "figlio di" di turno.


E poi fermiamoci un istante, leggiamo questa storia, ed incazziamoci un pò meno, perchè il calcio non è tutto:

http://michela03.beepworld.it/ilmioprimociclo.htm

Conosco personalmente la sua famiglia, se potete, datele una mano.