CAMPI MINATI - Secondi o primi non cambia niente

campi minati"Però alla fine la Juventus è arrivata seconda, cos'hanno da lamentarsi?"

Domenica 31 maggio si chiude ufficialmente la serie A. Un anno che si poteva tranquillamente evitare, ricco di poche soddisfazioni e tanta amarezza per ciò che sarebbe potuto essere e non è stato.
Già lo scorso anno venne redatto un documento di protesta ufficiale, che troverete a fine articolo.
A distanza di 10 mesi, potrebbe benissimo essere riproposto nella sua interezza.
La realtà dei fatti è che un secondo posto non cancella tre anni di delusioni, in un campionato che ha visto la Juventus giocare come un'Atalanta qualsiasi di 10 anni fa: contropiede e difesa.
Non inganni il secondo posto e le partite più che dignitose giocate contro le grandi squadre: il campionato è stato perso perchè la Juventus si è dimostrata di incapace di imporre il proprio gioco e di sovrastare le squadre che davanti a lei si chiudevano e sfruttavano le ripartenze. Non è un caso che in ogni occasione in cui erano necessari i tre punti (se non indispensabili) la squadra veniva infilata di rimessa.
Non è un caso che non ci sarà quest'anno un attaccante che supererà quota 15 reti: manca l'uomo d'area in grado di essere sempre decisivo, l'attaccante (come per anni lo è stato Trezeguet) che catalizzi l'attenzione delle difese e liberi maggior spazio per le seconde punte.
L'arrivo di Diego non è destinato a cambiare di molto la situazione: il brasiliano non è affatto un goleador, e per paradosso la differenza l'anno prossimo potrebbero farla i gol di Nedved (se resta) e di Marchisio.
In mezzo a tutto questo, a batter cassa è Iaquinta (uno che 15 gol in carriera non li ha mai fatti) e che a 30 anni ottiene un aumento di ingaggio che nessuna società di calcio italiana sarebbe disposta a concedergli.
Detto di un Amauri che in 9 stagioni da professionista ha toccato quota 15 gol in una sola stagione, che quest'anno ha giocato bene solo per una quindicina di partite, e che ovviamente batte cassa anche lui dopo 12 gol in campionato, passiamo alla nota dolente.
David Trezeguet.
Non me ne vogliano Amauri e Iaquinta, ma vedere il vice capocannoniere dello scorso campionato, uno dei più grandi campioni della storia bianconera, messo da parte per far spazio a due giocatori che sinceramente sono tutto fuorchè straordinari, fa molta tristezza.
Se a questo aggiungiamo la freddezza nei confronti di Del Piero (altro giocatore sul viale del tramonto ma decisivo quest'anno tanto e più di Iaquinta e Amauri messi insieme), la frittata è fatta.
Intendiamoci: entrambi i campioni sono al crepuscolo, e un ricambio è necessario (qualcuno in passato aveva sciaguratamente pensato a Mutu ed Ibrahimovic: per fortuna che ci ha pensato il progetto a sistemare tutto), tuttavia è triste vedere come si cerchi di far passare il francese come un fardello per via dei 9 milioni di euro annui lordi percepiti, quando ad Amauri ne vengono proposti 8 e a Iaquinta 7.
E non si pensi che l'età sia un fattore determinante: Amauri e Iaquinta sono due giocatori di 29 e 30 anni che fanno della forza fisica la propria prerogativa, al contrario del francese, vero rapace d'area.
Pare che molti si dimentichino che il Milan ha riagganciato la Juventus grazie a un certo Inzaghi, giocatore molto simile al francese e come lui ormai ben stagionato.
Tornando ai nostri cacciatori di rinnovo, è impensabile che i guai fisici di entrambi non portino, nel giro di due-tre anni, a un declino, soprattutto se gli impegni delle nazionali (Amauri sinora è stato risparmiato) dovessero farsi più pressanti, causa mondiali e qualificazioni varie. Non dimentichiamo che già da due anni gli infortuni sono una costante ricorrente per questi due giocatori.
Cercando di dimenticare, per pudore, le volte in cui i calci di punizioni venivano battuti da Iaquinta perché Del Piero era in panchina, resta la consapevolezza che il rispetto deve essere sempre alto nei confronti di chi indossa la casacca bianconera, ma le differenze tra Iaquinta e Amauri e Di Natale e Gilardino, non mi sembrano particolarmente grosse.
Allora ecco che mi torna in mente quel Fabrizio Ravanelli che si permetteva di mandare a quel paese Lippi e pretendeva un aumento di ingaggio: due settimane dopo veniva messo su un aereo, destinazione Middlesbrough, e al suo posto arrivavano Boksic, Amoruso, e Vieri.
I tempi sono cambiati. Ora c'è il progetto.

Chissà perchè all'epoca, quando vedevo partire Baggio e Vialli, provavo tristezza ma ero tranquillo. Chissà perché i fenomeni da mezza stagione allora non duravano tanto alla Juventus.
Incoscienza giovanile?

Intanto spendo anche due parole per quei ragazzi che domenica 31 maggio si ritroveranno in sit in permanente davanti alla sede della Juventus per protestare: come detto a inizio articolo, i motivi della protesta sono gli stessi dell'anno scorso, gli stessi due anni fa, gli stessi di tre anni fa.
Si chiamano dignità e onore. Mentre qualcuno pensa che queste cose si possano comprare, magari con un contratto di sponsorizzazione sulla Ferrari, con Diego, con qualche maglietta da regalare, con qualche biglietto omaggio, ci sono persone che hanno qualcosa da obiettare.
Si chiamano Juventini. Probabilmente nessuno parlerà di questi contestatori, probabilmente tutto verrà messo a tacere. Senza ombra di dubbio, i commenti da parte di alcuni saranno di biasimo, di fronte a una squadra che comunque arriverà seconda, nonostante la crisi economica mondiale.
Detto che la Fiat in crisi non è, detto che non sono i soldi che mancano, nessuno avrà il coraggio di dire a questi "alcuni", cialtroni dell'informazione prezzolati, che il problema non è arrivare secondi o primi, ma il poter andare in giro a testa alta.

Una differenza di stile e dignità che loro non potranno mai comprendere, troppo impegnati a piegare la testa in mille inchini al potente di turno, che un tempo è stato anche a Torino e che in questo momento si trova nei palazzi di Milano.
A tutti quelli che domenica saranno a protestare, va dunque un grazie sincero, perchè andranno a ribadire l'orgoglio del popolo bianconero, la forza e la dignità di chi non si è mai piegato di fronte alle ingiustizie e che non è disposto a dimenticare in cambio di qualche contentino aziendale. La Juventus e gli Juventini continuano a marciare, e non smetteranno mai.
Tutti gli altri, sono solo caporali.


Questo accadde 10 mesi fa:


LA TUA FIRMA PER LA JUVENTUS


In data 30 agosto, un gruppo di tifosi si riunira’ per manifestare ed esprimere vivo disagio per una serie di situazioni che hanno contribuito a danneggiare la Juventus. Nei giorni scorsi gli organizzatori hanno focalizzato i nostri disagi in una serie di punti espressi in questo documento che sarà consegnato alla Società.

ALLA DIRIGENZA DELLA JUVENTUS F.C.

Con il presente documento vogliamo porre alla Vostra attenzione una serie di problematiche che sono costante fonte di preoccupazione per chi ha a cuore il bene della Juventus.
Ordinati per punti, un elenco di richieste e di domande a cui riteniamo sia doveroso rispondere.

Calciopoli:

Esistono tante, troppe, inesattezze in merito a Calciopoli.
Ad oggi si rende necessario che la società operi affinché:

Ottenga una riesamina dei processi sportivi attraverso l'istituzione di un organo di giustizia indipendente e al di sopra dei troppi sospetti.
Si costituisca parte lesa nel processo “Intercettopoli”, dato che è emerso come alcuni privati cittadini spiavano, non si sa per conto di chi e per quale motivo, dirigenti della Juventus.

Il mondo arbitrale:

Il mondo arbitrale è allo sfascio: esistono arbitri che entrano in campo senza avere serenità di giudizio, influenzati dall'opinione pubblica e per questo troppo soggetti a sviste a senso unico.
Pertanto si rende necessario:

Attivarsi affinché vengano pensionati anticipatamente quegli arbitri che palesemente si sono mostrati non in grado ottemperare al meglio il proprio lavoro.
Attivarsi affinché l'intero settore arbitrale sia migliorato, a partire dalla richiesta di dimissioni degli attuali responsabili.

Federcalcio:

Il tanto sbandierato processo di rinnovamento non c'è stato. Si rende necessario, nell'interesse non solo dei tifosi bianconeri, ma di tutto il mondo calcistico italiano, operare in modo da garantire:

una ristrutturazione delle norme di giustizia sportiva atte a tutelare maggiormente i tifosi
una ristrutturazione dei quadri dirigenziali della Federcalcio, da troppo tempo in mano ai soliti noti.

Media:

I media hanno avuto un ruolo fondamentale nella distruzione della Juventus.
La proprietà è rimasta per troppo tempo inerte o inerme.
E' necessario:

Attivarsi in tutte le sedi opportune per tutelare il nome della Juventus
Ristrutturare in maniera netta Juventus Channel e tutti i canali di informazione bianconeri in modo da garantire un'informazione più attenta e più vicina alle esigenze dei tifosi.
Attuare nei confronti di quei giornali e di quelle trasmissioni che si dimostrano palesemente irrispettosi nei confronti della Juventus e dei suoi tifosi tutte le misure necessarie, a partire da silenzi stampa e rifiuti di collaborazione, senza escludere il ricorso a vie legali nei casi più gravi.


Tifosi:

Nei confronti dei tifosi chiediamo che la società:

Tenga in maggior considerazione i tifosi del sud, con la istituzione di più incontri amichevoli da giocare sul territorio.
Si adoperi con maggior impegno e nella gestione di assegnazione dei biglietti.
Attui una ristrutturazione del programma Juventus Member, ad oggi ridotto a una semplice operazione economica priva di contenuti sostanziali.
Aumenti le iniziative storiche, attraverso un uso attento del materiale storico a disposizione (immagini d'epoca, filmati, ecc...): la storia della Juventus non si può dimenticare.
Riabiliti e sostenga i 12 anni della triade, da troppi bollati come anni di ruberie.
La storia della Juventus non è questa.
Istituisca il trofeo Gianni e Umberto Agnelli.
Acconsenta all'ammissione di un esponente eletto dai tifosi alle riunioni del consiglio di amministrazione. Una figura competente che possa rappresentare i tifosi e che in questo modo funga da garante.

La Proprietà

La proprietà è scossa ed è stata scossa da lotte intestine di potere che hanno sicuramente influito anche sull'esito della farsa Calciopoli. Alcuni importanti consiglieri hanno ritenuto, per motivi personali, invidie e palesi conflitti di interessi di assumere posizioni e atteggiamenti che di fatto hanno condannato sin da subito la Juventus al suo destino.
Riteniamo nell'interesse della Juventus che vengano attuati una serie di provvedimenti atti a garantire e a indicare un coinvolgimento e un'unione d'intenti volti a riportare la Juventus a quella che era un tempo.
La presenza della famiglia all'interno della società è indispensabile e non solo attraverso un coinvolgimento economico, ma soprattutto attraverso un reale coinvolgimento affettivo e una partecipazione attiva ai consigli di amministrazione.
Oltre a questo un riavvicinamento delle parti in conflitto rappresenta una condizione imprescindibile per ottenere risultati concreti.
Non solo il tifo bianconero deve riunirsi e marciare compatto.
La Juventus non è della Ifil. Non è di John Elkann, Lapo Elkann o Andrea Agnelli.
E' dei tifosi, che in queste persone ripongono la fiducia e la speranza di vedere la Juventus di nuovo grande.
Questa fiducia deve essere ripagata attraverso l'impegno attivo e la disponibilità a compiere anche sacrifici personali in nome del bene più grande.
Senza questi requisiti, la fiducia verrebbe a mancare.

La società


In merito all'analisi dell'operato societario, sono emersi punti di criticità che sono espressi di seguito:

Gestione Calciopoli:

Il danno di immagine ed economico avrebbe dovuto suggerire una strenua difesa, alla pari di quella di altre società coinvolte.
A fronte di conferme sempre più evidenti in merito alla infondatezza delle accuse, non si è provveduto al rilancio dell'immagine della società pre calciopoli.
A livello di comunicazione gli interventi sono stati volti a contenere e minimizzare il malcontento, piuttosto che a fornire spiegazioni circa l'accaduto e a difendere la società. Questo non è accettabile.

Gestione economica:

Il rifiuto da parte della proprietà di immettere nuove risorse è preoccupante.
I risultati in merito al reperimento di nuove forme di sponsorizzazione sono insufficienti.
Il marchio Juventus deve essere valorizzato maggiormente.
La svalutazione del parco giocatori danneggia a lungo termine l'intera gestione economica della società.
Il mancato arrivo dei campioni promessi preclude l'impiego di strategie di marketing che permetterebbero di aumentare i ricavi.
Si sta attendendo da troppo tempo l'inizio dei lavori per il nuovo stadio.
La cifra incassata per la sponsorizzazione dello stadio è in linea con quella di Arsenal e Amburgo, due realtà che non sono minimamente paragonabili alla realtà mondiale del marchio Juventus.
Le scarse risorse disponibili in fase di mercato non sono sfruttate al meglio.
Il monte ingaggi ha già superato quello della gestione Triade, a fronte di risultati ben diversi.
Il prossimo bilancio presenta criticità non giustificate dai risultati ottenuti

Gestione sportiva:

Dopo le cessioni della prima stagione, il progetto sportivo bianconero si incentrava su un rilancio a base quinquennale i cui capisaldi sarebbero dovuti essere l'innesto di fuoriclasse e la valorizzazione dei giovani.
Dopo investimenti lordi per oltre cento milioni di euro negli ultimi due anni, la Juventus della prossima stagione sarà pressoché identica nell'undici titolare a quella della scorsa stagione, che già palesemente si fondava sugli acquisti della gestione precedente.
A prescindere dai nomi, è innegabile che lo zoccolo duro della squadra sia rappresentato dalla vecchia guardia, mentre l'innesto di alcuni giocatori, per quanto apprezzabile, non ha garantito il cosiddetto salto di qualità sperato.
I giovani vengono ceduti prematuramente.
I giocatori cardine acquistati non hanno risposto alle aspettative (Andrade, Tiago, Almiron)
Si ha la sensazione che manchi quella volontà di compiere l'ultimo sforzo atto a rendere competitiva in maniera certa la squadra.
Lo sfortunato caso Andrade deve mettere in guardia in merito alla necessità di operare con sempre maggior attenzione in sede di acquisti.
E' necessario valorizzare al meglio i giocatori destinati alla cessione, anziché svenderli per mancanza di alternative.
E' necessario che nuove figure più legate al mondo sportivo siano inserite in società e che sia potenziato il settore degli osservatori, che si è deciso di azzerare dopo Calciopoli, con la partenza, oltre che di Luciano Moggi, dei principali artefici del 'miracolo primavera' bianconera: il tecnico Chiarenza e il capo degli osservatori Ceravolo.
Pur avendo la massima fiducia della squadra, è necessario una decisa inversione di tendenza in merito alla gestione del parco giocatori, volto a garantire l'inserimento di giovani ma soprattutto di quei giocatori in grado di fare la differenza.


Attendiamo risposte esaustive, nel nome e nell'interesse della trasparenza e del dialogo tra società e tifosi.


A distanza di 10 mesi, nulla è cambiato, nemmeno la nostra determinazione.