CAMPI MINATI - Viene prima la Juve

campi minati"Stanco di alzarmi la mattina e scoprire che niente è ancora cambiato".

Mentre la sera prima accendo la televisione e vedo Buffon che col sorriso stampato si fa quattro risate da Chiambretti. Forse lo aiuterà a curare la depressione, forse il sorriso abbonda sulle labbra degli sciocchi, e dei perdenti. "Ho lasciato Parma perchè gli obiettivi erano cambiati ed io voglio continuare a lottare per vincere". Queste le sue parole quando arrivò alla Juventus.
Chissà cosa è cambiato, a parte l'assegno da 5,5 milioni di euro netti l'anno. Eppure io sto con Buffon.
Sto con Buffon come con Del Piero, Nedved, Camoranesi, Molinaro, e tutti gli altri. Perchè vengono prima della mia rabbia e dopo la mia delusione, in un misto di sentimenti destinato a crescere mano a mano che si sale la catena delle responsabilità, passando da Ranieri, Secco, Blanc, Cobolli Gigli, John Elkann, per arrivare direttamente al vertice Ifil e a tutti quelli che di fatto tirano le fila di questo teatrino patetico.
Deluso dai calciatori, non tanto perchè guadagnano milioni grazie all'incapacità di chi doveva scegliere, quanto perchè si sono arresi.
Di questa Juventus, ha ragione l'amico Emilio, si salva veramente poco. E questo è quanto più grave, fa ancora più rabbia nel momento in cui è evidente che basterebbe ancora meno di quel poco per capovolgere la situazione e tornare ad essere grandi.
Nel momento in cui la rabbia si scaglia contro i critici, invece che andare a colpire gli errori, lo spirito sarà sempre quello di chi sceglie di chiudere gli occhi per paura di soffrire, e facendolo si accontenta di una vita di serie B.
Viene prima la Juve. Quella vera, quella che tutti noi abbiamo visto. Quella di Zidane, Baggio, Vialli, Nedved, Platini, di Rossi, di Sivori, di Bettega, di Charles, di Laudrup e anche di Magrin e di Zavarov. Tutte sono meglio di questa.
Perchè erano fatte e costruite da gente che amava la Juventus, anche quando sbagliava. Da gente che di fronte al secondo posto non tirava fuori la bottiglia di Champagne, ma iniziava a domandarsi il perchè del fallimento.
Di gente che faceva della mentalità Juventus, quella di Gianni e Umberto, di Luciano e Giampiero, un dogma: vincere.
Juventus-Inter è la partita dell'anno per alcuni tifosi bianconeri. Andranno allo stadio, insulteranno Moratti e come delle bestie magari inneggeranno cori razzisti a chi forse non merita affetto ma rispetto come essere umano sì. Andranno allo stadio con la rabbia agli occhi e vedranno quella che per loro è la madre di tutte le battaglie, credendo che il risultato sia sufficiente a cambiare questa stagione fatta di mediocrità ed aspettative deluse. Per me viene prima la Juve.
Viene prima di un secondo posto che mi lascia indifferente, di una coppa Italia che, squadre affrontate alla mano, mi sembra tanto un contentino sulla falsariga di quelli regalati alla Roma negli ultimi due anni, come se si trattasse di un dejà vu a tavolino.
Viene prima la Juve e credo che nessuna di queste cose, nessuno di questi risultati, sia in grado di farmela rivedere, mentre la mattina mi alzo e mi accorgo che niente è cambiato, da quando si è scelta una vita da serie B, per quieto vivere.
"Dormire ho dormito, mangiare ho mangiato e finchè c'è la salute, scordiamoci il passato".
Non hanno molto altro da dire, certi personaggi.
Calciatori, dirigenti, proprietà: mi spiace per voi. Viene prima la Juve.
Questo deve essere il progetto: la Juve.
Non lo stadio, non l'utile di bilancio, non gli sponsor Telecom, non la Ifil, non John, Lapo o Andrea.
Tutto questo può scomparire.
Non i biglietti gratis, non i dividendi di borsa, non le comparsate da opinionisti, non Buffon, Del Piero o Poulsen.
Tutto questo può scomparire.
Onore, dignità, orgoglio. Spirito guerriero e fame insaziabile di vittoria.
Questa è l'unica cosa che conta. Questa è la Juve.