Il transatlantico Rex

stemma"Quando vuoi affondare una nave, devi colpirla bene. Soprattutto se la nave è grossa, robusta e avanza veloce tra le onde. Non basta bucargli lo scafo.
E' necessario che la falla sia grossa e che non sia possibile ripararla troppo in fretta. In caso contrario continuerà a navigare a velocità sostenuta.
Le sentine saranno svuotate. Le paratie stagne permetteranno di raggiungere il porto più vicino. Se i marinai saranno ben addestrati sarà tutto più facile. La nave soffre, sbanda, ma prosegue. E pur con qualche difficoltà riesce a completare il suo viaggio."

La storia calza a pennello per la nostra Juventus. Troppo grande per essere affondata. Troppo solida finanziariamente per farla fallire. Troppo dotata tecnicamente per ridurla all'anonimato. Questo è quanto è accaduto nell'estate del 2006. I siluri lanciati contemporaneamente dai nemici e dagli amici sono andati a segno, ma non sono stati mortali.

I nemici non sapevano che fosse invulnerabile, e hanno provato ad affondarla. Gli amici invece lo sapevano bene, e per questo hanno sparato il primo colpo, consapevoli che non sarebbe stato in ogni caso letale. A parte una serie B con penalizzazione. A parte due scudetti in meno. A parte il dolore di milioni di tifosi.

La nave arrivò dunque lo stesso in porto e trovò nuove maestranze ad attenderla. Da corazzata, gli armatori decisero di trasformarla in un tranquillo traghetto.

Al posto dei Capitani di Vascello Giraudo, Bettega e Moggi, fu assunto l'equipaggio al completo della LOVE BOAT.
Nel frattempo l'Ammiraglio Grande Stevens, comandante in capo della corazzata, era stato il primo ad abbandonare la nave. Come fanno di solito i topolini.

Sulla fiancata della nave, ovviamente comparve uno sponsor specializzato in crociere. A bordo servizi di telefonia, prodotti cosmetici, sportelli bancari, e soprattutto Gazzetta per tutti, dalla prima alla terza classe, anche se non esiste più.

O forse esiste. Per tutti gli juventini veri.

I marinai che prima grugnivano alle cannoniere, adesso sorridono ai bambini e si fanno le foto infilando fiori nei cannoni ormai arrugginiti. Alcuni di loro per rimanere a bordo hanno preteso persino un raddoppio di stipendio, prontamente concesso. In cambio ovviamente dell'oblio sugli anni delle Grandi Battaglie e sui Grandi Condottieri.

Prima partiva in missione con le truppe d'assalto. Armate fino ai denti.
Adesso porta i pensionati a fare un giro. Pensionati a parametro zero.

Prima tornava vittoriosa oppure al massimo con qualche graffio, ma con la voglia di ripartire, subito.
Adesso torna lurida, con decine di bottiglie vuote da scaricare, coriandoli da spazzare, vomiti sul ponte da ripulire.

Prima era di un temibile grigio scuro con il numero 29 a prua, e sbuffava fumo nero.
Quando arrivava all'orizzonte le altre navi, grandi e piccole, giravano alla larga.

Adesso è bianca, con strisce neroazzurre, due stelle sui fumaioli e il numero 27 a poppa. Il numero glielo hanno messo sul retro.
E tutte le imbarcazioni, dai motoscafi ai gommoni, si avvicinano per guardarla meglio, facendo ciao ciao con la manina.
Guardatela..... adesso è simpatica. Non è più pericolosa.

Prima i Capitani ringhiavano.
Adesso i nostromi sorridono.

Dove si va comandante oggi? Ad Alba? No, non vorrei che i passeggeri facessero troppe domande.
A Napoli? No, a Napoli di solito perdiamo.
A Caltagirone? Si dai andiamo a Caltagirone. Ho sempre sognato di andare a Caltagirone.
Ci sarà un diavolo di porto a Caltagirone!!!