CAMPI MINATI - La differenza tra lottare e stare a guardare

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"La serie B non si poteva assolutamente evitare" 

Difficile dissentire, anche per chi è assolutamente convinto dell'innocenza della Juventus. Ognuno può esprimere la propria opinione, il proprio parere, ma al tempo stesso i dati di fatto sono che allo stato attuale non è possibile stabilire in che misura certi tipi di rapporti abbiano influito sul risultato finale. Di sicuro un furto c'è stato. Su colpevoli, moventi e conniventi per ora non c'è certezza che possa essere scritta in un editoriale, sebbene ormai gli indizi siano decisamente maggiori di quelli che hanno portato il sentimento popolare alla condanna della Vecchia Signora.

Difficile anche sostenere che la serie B sia stata uno shock per tutti i tifosi bianconeri, dato che in mezzo a quei 14 milioni di sostenitori dichiarati si nascondo persone che col calcio non dovrebbero avere nulla a che fare. Gente che magari è capace di tifare una squadra giusto per ottenere qualche benefit particolare, ma che in realtà non saprebbe definire la differenza tra strisce bianconere o nerazzurre. L'importante è esserci sempre, ovunque e comunque, altrimenti si fa brutta figura. E in alcuni casi non si raccatta qualche soldino. Il calcio è un business, la Juventus è un business, il tifo è un business.

Inutile puntare il dito o condannare. Le "camarille" sono sempre esistite, anche se per imparare questa parola chi scrive ha dovuto aspettare una frase di Cobolli Gigli e cercarla sul vocabolario.
In questo è sicuramente più preparato.

Non si poteva evitare,
a quanto pare è vero, però c'è qualcosa che si poteva e si può ancora fare: lottare attraverso l'informazione.
Per tre anni, in mezzo a un silenzio a volte omertoso, di troppi opinionisti tifosi per stipendio prima ancora che juventini per caso, è stato possibile ricavare centinaia, forse migliaia di pagine, che dimostrano come di fatto, se quel ricorso che un certo Don Abbondio voleva presentare, ma che i Bravi spiegarono che "non s'aveva da fare", non avrebbe comunque salvato la Juventus, sicuramente le cose non sono andate come si vorrebbe far credere.

Come già scritto, la storia si può riscrivere. Persino i processi si possono "aggiustare". Lo abbiamo già visto.
Quanto vale tutto questo? Ognuno ha il suo prezzo.
Quello che non si può vendere è la voglia di capire e di non lasciare che l'unica storia scritta sia quella di chi ha goduto per quell'atto di barbarie giuridica che prese il nome di calciopoli.

"Il diritto sportivo non c'entra con il diritto civile e penale".

Una cantilena da imparare a memoria per chi non riesce a soffocare rigurgiti di dignità intellettuale che ancora per fortuna esistono.
"Il diritto civile e penale ha la supremazia sul diritto sportivo".
E' la parte che alcuni fingono di dimenticare, ma in realtà vorrebbero solo cancellare.

Serve arrivare alla fine del processo di Napoli per ottenere una revisione? Forse sì.

Perché allora non si è arrivati alla fine del processo di Napoli prima di dare una sentenza sportiva? Non si sa. O meglio si sa ma non si può dire, neanche sottovoce.

La serie B non si poteva evitare. "Dobbiamo tirare a campare". Citazioni sparse.
Cerchiamo almeno di farlo però con dignità. Cerchiamo di non dimenticare il passato, cerchiamo di non svilirlo per evitare scomodi paragoni, e soprattutto non smettiamo di lottare.
"Bisogna guardare avanti".
Il problema è cosa succede nel frattempo, mentre con lo sguardo perso nel vuoto uno cerca di non rendersi conto di quello che alle sue spalle sta accadendo.

C'è chi non è capace di guardare soltanto avanti. Dispiace. Per gli altri.
C'è chi sempre e comunque, anche nella sconfitta, non è disposto a cedere un centimetro del proprio onore, della propria dignità, del proprio orgoglio.
Neanche in cambio di qualcosa di "congruo".
Non un centimetro. Dopo tre anni.
Non un centimetro, guardando avanti senza dimenticare il passato, per poter guardare in faccia un giorno al proprio futuro e rispondere: "Ho lottato. Questo non si poteva assolutamente evitare".
Voi da che parte state?