L'eliminazione è il minimo

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Anche se a distanza di una settimana dall'uscita dalla Champions, pubblichiamo un bello sfogo scritto a caldo che abbiamo ricevuto via mail che tocca corde che vibrano ben oltre la stretta attualità. 

Premessa: sono quello del “sintonizzatevi”. Quello della lettera spedita dopo la prima sentenza Moggi, e che poi avete pubblicato.
Ritorno sulla questione farsopoli, dopo l'eliminazione di ieri sera, mio malgrado e solo per difendere la nostra bandiera. Perché due/tre giorni fa, la radio, dava ampio spazio alle dichiarazioni del sig. Beatrice. Quello che di mestiere fa l'inquisitore, e che ha sostenuto in aula come il campionato 2004 (solo quello, ora?) era incredibilmente falsato. La Rai, come Radio 24, dava ampio spazio a calciopoli, prima di ieri. Ampio spazio ai tifosi juventini, rapinatori. Ampio spazio alle disgrazie incolpevoli della famiglia Agnelli che ora si chiama in maniera più esotica...
In questi giorni, per ricordare che non c'era solo Moggi (non si sa mai...) si ricorreva alle colpe oggettive di Giraudo, e quindi della Juventus. Anche alla società sportiva Brescia, costituitasi parte civile, al processo, è stato concesso spazio. La sentenza è già scritta per i Media. Ognuno sogna rimborsi milionari...
La difesa? Un inutile passatempo escatologico. La verità in salsa morattiana è stata già fatta scivolare sulla mente intorpidita delle gazzette nazionali. Ovviamente nessuno spazio è stato concesso alla Juve. Perché la Juve è calciopoli, il male sportivo assoluto. E' un Cannavaro dopato e eternamente flebato all'inverosimile... Altro che pallone d'oro, “flebo d'oro” andrebbe chiamato.
In questi giorni, mi sono roso ancora di più il fegato. Ma aspettavo a scrivervi.
Perché, dopo venti anni d'immeritata assenza, sono tornato al Comunale. Quasi per caso, ma tornato. Ho trovato un posto di tribuna esterna, 100 euro, troppi; per una volta, però, me ne sono fregato della crisi e ho tirato dritto. Sono venti anni che manco da Torino. Ogni volta che da Pisa, parto, o meglio partivo per Torino, io, repubblicano convinto, partivo con l'immagine di Cavour nel cuore, insieme a quella di Vittorio Emanuele II, padre della Patria. Immagine che mi sta stampata nella mente grazie ai corridoi universitari pisani, dove una statua enorme dell'unico Re decente che abbiamo avuto, ce lo ricorda ancora, in divisa guerriera e con due mustacchi galattici e protettivi. Retorica risorgimentale?. Sicuro. Ma Torino è retorica risorgimentale, è la nostra storia, sono gli universitari pisani di Curtatone e Montanara. Sono i carabinieri a Pastrengo... Insomma, ti viene voglia di diventare carbonaro, per troppo amore. In fondo la Juve è la nazionale laica. Inizia sempre con ZoffGentileCabrini, o con BuffonZambrottaCannavaro...
Quando hanno provato a mettere in porta Zenga, i risultati si sono visti...
Ma io ieri ero a Torino. 4 Pisani stivati sulla macchina, una Fiat. Perché a Torino si va in Fiat. E chi non guida, ha ovviamente una Fiat o una Lancia, o un'Alfa in garage. Autarchia automobilistica. In tempi di crisi si sostiene la squadra e l'azienda di famiglia, che poi coincidono con l'Italia che lavora e produce davvero... Mica come i pubblicitari e i petrolieri che comandano oggi.
Torino mi piace, saranno le Alpi, sarà che si chiama Augusta, sarà il Risorgimento, sarà soprattutto la Juve, ma amo Torino. Sarà la comunanza di interessi tra Piaggio (ciao Giovannino, qui ti piangono ancora) e Fiat, sarà la strada relativamente breve per arrivare, ma ieri non sarei mai potuto mancare. Speravo di vedere Cobolli Gigli, per dirgli due o tre cose, per ricordargli che le corazzate, non si producono più dal 1940, perché lente, prevedibili e tutte affondate prima della fine della guerra. Ma non ho visto Cobolli Gigli, né il francioso, in compenso ho rivisto il comunale. Quello dove ha giocato Michelino, un franco piemontese, e Rossi con Tardelli e Gentile...
Eravamo in tanti ieri. E tanti a gridare, tutti a ricordare all'attuale proprietà che NON siamo dalla loro parte. Noi siamo dalla parte della Juve e dei lavoratori della Fiat-Lancia-AlfaRomeo. Comunque la si pensi, l'Avvocato non sarebbe mai caduto così, e così in basso. Lapo con lui sarebbe diventato un ottimo tornitore, non lo juventino doc della New Holland... L'Avvocato o il Dottore erano leoni, in veste d'Agnelli. Mica un Lapo qualsiasi o un ingegnere tronkettiano... Tanti juventini ieri sera. Tanti giovani, perché il fascino non lo cancellano le sentenze a tavolino. Tanti cuori, e tanta passione.
Abbiamo perso? Che importa?
La Juve è viva signori, e noi, cari maestri del pensiero abbattonato, non crediamo alle barzellette dei Beatrici e degli opinionisti Mediaset o Sky. Noi stiamo diventando qualcosa di bello. Terribilmente vivi. Grazie, per tutte le infamie e le calunnie gratuite. C'avete fatto riscoprire la Juve, ce la fate riamare di più. C'avete fatto soffermare sulla nostra storia, quella lontana, quella in bianco e nero. Ora siamo cresciuti in forza e passione, e quella vogliamo riprenderci... I Cobolli Gigli, facciano pure stampare le pseudo-bandiere con i 27 scudetti. Per noi sono e rimangono 29. Siamo Orgogliosamente Juventini e Italiani (nella sua accezione più nobile). E ieri sera ancora la prova, di questo amore; ho sorpassato pullman che venivano da Treviso, da Firenze, dalla Puglia, da Roma.
Noi ieri c'eravamo tutti. C'eravamo tutti a gridare un nome e un mito sportivo bello e pulito. Gli altri, i Montezemolo, gli Elkann, sono avvisati. Gli unici estranei ieri sera eravate voi. Voi, e la vostre F1, le griffe di moda, i nani e le ballerine che vi portate dietro. Anche una Juve sconfitta, povera e ammaccata, vale un sacrificio, giorni di ferie e “chiacchierate” in casa, con la moglie, che ti rimprovera di aver trovato un solo biglietto e di averla costretta a tifare solo da casa. Perché per noi la Juve è parte della casa, e della storia. E' il mio babbo che mi porta al comunale in una 124 grigia sport, quando in porta c'era ancora Zoff. E' la storia dell'altra azienda, come della città della Mole che le ha dato i natali. Solo gli estranei rimangono fuori. Ma quelli stavano tutti nella tribuna di fronte in un settore piccolo, completamente ignorati e bistrattati da tutti.
Perché per noi la Juve è qualcosa di più e di meglio. Sta nella fotografia di famiglia, in tutti gli angoli del cuore, con i nostri ricordi, i nostri amori, le nostre vittorie, le nostre sconfitte. E' la nostra vita, ma forse sarebbe meglio dire che la Juve è l'emblema della vita e della giovinezza, il sale stesso della nostra breve vita, di uomini che vivono nell'età più disincantata della storia.
Un mio piccolo atto d'amore in bianco e nero.
Forza Juve. La notte non dura per sempre.