CAMPI MINATI - La storia va riscritta

campi minati"La storia va riscritta, altrimenti facciamo la figura dei coglioni".

Non serve dire chi ha pronunciato questa frase. E' una frase che probabilmente è risuonata nelle stanze di tanti di quei personaggi che hanno visto la comunicazione come uno strumento di distrazione di massa o di indottrinamento del sentimento popolare. Non serve nemmeno scomodare i grandi dittatori del passato, da Stalin a Hitler, per vedere che questa frase è stata realmente pronunciata. Basta guardare il caso di un ex ciclista dopato, suicidatosi per depressione, spinto dal signor Nessuno in un baratro e poi osannato e rimpianto nel momento di mettere sui banconi delle edicole i dvd dedicati alle sue imprese.
O basta guardare il caso Juventus, tanto ladra e vincente in passato quanto simpatica e perfetta nel presente. O forse perdente.
Intanto si comincia a riscrivere la storia, andando a cercare in dodici anni di vittorie qualunque cosa in grado di sminuire i risultati sportivi di chi ha saputo vincere senza chiedere un euro alla proprietà.
Si parla di mercati all'insegna del risparmio (per colpa di chi?), di acquisti di bidoni (destinati comunque quasi sempre a fare panca ai campioni veri), di cessioni illustri (senza guardare a quanto e a chi venivano ceduti rispetto ai vari Mutu, Ibrahimovic, ecc...), di statistiche che dimostrerebbero come i risultati sportivi di Ranieri siano paragonabili a quelli di Ancelotti e Lippi.
A quando il dvd sulla grande Juve di Ranieri, trionfale sul Catania in coppa Italia?
Si potrebbero scrivere quindici pagine sull'argomento, ma per una volta basta solo far presente che se non si tengono conto gli avversari (Lazio, Roma, Milan, Inter, Parma, Fiorentina per Lippi ed Ancelotti, Inter, Roma senza Totti e uno spento Milan per Ranieri), se non si nota una serie A a venti squadre contro le diciotto del passato (12 punti in più disponibili e meno rivali forti, dato confermato dai risultati in Europa), se non si considerano i 240 milioni di euro incassati tra ricapitalizzazione, cessioni illustri e riduzione ingaggi, se non si tiene a mente la rosa di allora (i vari Davids, Conte, Di Livio, Zidane, Del Piero, Ferrara, Montero, Deschamps, Paulo Sousa) rispetto a quella di adesso (con tutti i suoi limiti anagrafici e tecnici), allora tutto è possibile, anche riscrivere la storia.
In fondo in passato è stato già fatto, con un colpo di mano che ha portato giudici nominati per l'occasione, difese zittite, liste di proscrizione nei confronti degli amici dei processati, avvocati difensori che si appellavano alla clemenza della corte e poi a processo finito andavano a lavorare fianco a fianco con i carnefici. Amici come prima. Era il 2006, in una non precisata repubblica dei fichi d'India.
Intanto Moratti si lamenta dei giornali e dei media, a suo dire troppo critici nei confronti dei nerazzurri. Panico in alcune redazioni: c'è la crisi dell'editoria e trovare sponsor è dura, se con il giornalismo si vuole tirare a campare. Quanto vale il boicottaggio di un milione di semplici tifosi contro una mancata sponsorizzazione da parte di una multinazionale miliardaria?
La storia si può sempre riscrivere, basta convincere chi sa usare carta e penna toccando i tasti giusti. Il sentimento popolare si può riscrivere, chiedetelo a chi abbatteva le statue di Saddam in Iraq. Le vittorie si possono riscrivere, e non serve dire a chi potete andare a chiederlo.
Quello che non si può riscrivere, è la verità. Cambiate mestiere.