Chi voleva infangare Mancini?

stampaE' stato uno strano botta e risposta quello pubblicato ieri sul Giornale.
Da una parte Luca Fazzo, esperto di cronaca giudiziaria, che nel suo "Calcio e scommesse, l'Inter perdeva per favorirle ci racconta il contenuto di un atto di indagine della polizia giudiziaria in cui si ipotizza, in modo abbastanza fantasioso, che l'anno scorso, dietro il brusco rallentamento nerazzurro nel girone di ritorno, ci sarebbe stata la volontà dolosa di ridare un po’ di suspense alla lotta per il titolo in funzione calcio scommesse. Dall’altra Cristiano Gatti, che già nel 2006, in piena bufera Farsopoli, aveva dato voce a un Luciano Moggi in disgrazia senza presentarlo come un delinquente come facevano quasi tutti i suoi colleghi. Stavolta Gatti si traveste direttamente da Christian Rocca e, impeccabilmente, ridicolizza lo “sgub” che il suo stesso giornale aveva pubblicato in prima pagina. Addirittura, arriva a clonare uno degli slogan più celebri di Rocca nostro: "Ecco il bar sport Tribunale con lo 007 armato di Gazzetta, fino alla chiosa con tanto di Pravda Rosa sul bancone dei gelati: “davvero la giustizia italiana non ha niente di più urgente, di più serio, di più sensato, che condurre acrobatiche inchieste sfogliando la Gazzetta sul bancone dei gelati, giù al Bar Sport?”.
Leggendo alcuni stralci dell'atto d'indagine pubblicati da Fazzo in un articolo a parte, la memoria torna all’estate 2006 e alle informative passate ai media. Allora, sui maggiori giornali e in tivù, si straparlò di partite aggiustate, ammonizioni mirate, di sorteggi truccati, di cupole moggiane con i procuratori, tutte fandonie già dimostratesi tali. Erano fandonie, e lo ribadiamo nonostante il processo napoletano ancora da iniziare, proprio perché per trasformarsi in realtà sarebbe necessario che venissero ora dimostrate in aula, e sarà dura dato che la questione del sorteggio truccato è già stata smentita in sede penale tramite sentenza che ha condannato un giornalista che l'aveva data per vera, quella della cupola GEA smontata dal processo di Roma e quella delle ammonizioni mirate dalla logica, dal buonsenso e dalla stessa sentenza sportiva made in Guido Rossi. Questo tanto per dirne tre. Fandonie, dunque, peccato che vennero usate per infangare sui media la Triade creando un clima colpevolista che spinse la giustizia sportiva a inventarsi un illecito inesistente per mandare la Juve in B.
Stavolta i bersagli sono due: Mancini che non fa giocare Ibra nel derby e lo rimette in campo solo nel secondo tempo di Parma, quando i suoi gol serviranno a esorcizzare lo spettro del revival di quel fantastico 5 maggio; e Materazzi che col Siena prima si procura un rigore che potrebbe essere decisivo, ma poi impedisce a Cruz di tirarlo, sbagliandolo ridicolmente. Fuffa, insomma, a cui nessuno ieri ha creduto, tantomeno nei forum bianconeri, dove da tre anni a questa parte ormai si è ampiamente vaccinati. Ad esempio, la storia di Mancini che fa apposta a schierare un'Inter debole ricorda molto quella di De Santis che, temendo di essere beccato dai Carabinieri, fa apposta a non far vincere la Juve, teorema contenuto nelle famigerate informative dei cc di via Inselci e dato per scontato da tutti tre anni fa, dato che non si riusciva a spiegare altrimenti perché, dati alla mano, il famigerato capo della "combriccola romana", nel campionato 2004-05, quando aveva arbitrato la Juve non le avesse in realtà portato molta fortuna. Sempre leggendo gli stralci proposti da Fazzo, il punto di vista degli inquirenti, che sottolineano “l’inferiorità” di Juventus e Napoli e “giustificano” il pessimo girone di ritorno dell’Inter come scelta consapevole di chi si sente superiore, ricorda quello di un ultras nerazzurro inacidito con Mancini e Materazzi. O magari di un fan di Moratti, uno che, dico per dire, ha preso in antipatia Mancini dopo la turbolenta eliminazione dalla Champions con il Liverpool e ha iniziato a rinnegare il buon vecchio Matrix dopo il rocambolesco pareggio col Siena, con San Siro costretto al coitus interruptus e il Patron che esasperato si lascia sfuggire il famoso labiale: «Materazzi ci ha fatto perdere la partita».
Rispetto a Farsopoli la differenza sta tutta nelle reazioni. Allora le fandonie sfuggite di procura vennero presentate come verità inoppugnabili, stavolta Luca Fazzo rimane un caso isolato. Ad esempio Repubblica, che ricordiamo tra le testate che nel 2006 più si distinsero per oltranzismo torquemadesco, si è ieri subito premurata di sentire la Procura di Milano, che ha chiarito di non aver aperto alcun procedimento relativo alla regolarità del campionato scorso; facendo però una specificazione interessante, e cioè che il documento in questione sarebbe allegato a un’indagine “sulla fuga di notizie relative all'inchiesta sul sarto Brescia”. La ricorderete tutti, avvelenò le ultime due settimane del campionato scorso, prima di cadere nel dimenticatoio con il licenziamento di Mancini. Positivo, comunque, il fatto che ogni tanto qualcuno indaghi sulle fughe di notizie, quella di Roma del maggio 2006 a quanto pare è rimasta impunita.
Dunque la notizia è ben altra: c'è un'indagine in corso della procura di Milano sulla fuga di notizie che nel maggio scorso mise sotto attacco mediatico Mancini e qualche giocatore interista. Questa indagine, che ha già portato alla richiesta di rinvio a giudizio per l'ex comandante del Ros Mario Mettifogo nel dicembre scorso, sta per essere vagliata da un'udienza preliminare programmata per questo febbraio. Ma soprattutto, tra gli atti contiene anche lo strano documento recuperato da Fazzo del Giornale. Il pm dell'inchiesta, tra altro, è quello Stefano Civardi che ha collaborato con Fabio Napoleone e Nicola Piacente nella vicenda dello scandalo Telecom, e questo è un fatto che dà molto da pensare. Così come dà da pensare il fatto che la relazione che accusa Mancini di non aver fatto giocare apposta Ibra, datata 30 maggio 2008, ha il seguente incipit: «Con riferimento alle ricerche e quanto richiesto dall'Autorità giudiziaria in indirizzo, riguardanti lo svolgimento del campionato di calcio nazionale di serie A, in particolare la seconda parte, sono state prese in considerazione solo le prime due posizioni di classifica, in particolare l'andamento delle prime due squadre F.C. Internazionale e la A.S. Roma». Qui non si fa riferimento a un'indagine su una fuga di notizie, ma a un'inchiesta sullo svolgimento del campionato. E dunque? Il campionato scorso è stato o no sotto indagine?
Viene da chiedersi se davvero è stato Civardi a chiedere alla polizia giudiziaria di stilare quel rapporto, come riportato da Fazzo, o se il pm di Milano si è limitato a mettere agli atti un documento preesistente, scritto per un'indagine non meglio specificata.
In questo secondo caso, la domanda chiave di tutta questa grottesca faccenda diventerebbe: chi l'ha redatto e perché?
E chissà, la risposta potrebbe essere molto più seria di quel che sembra.


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