La Juve corre verso le milanesi. Inter nel caos. Del Piero: Qua la Coppa!

News, 19 marzo 2012.

 

I bianconeri son tornati al lavoro a Vinovo: oggi si mette a punto la tattica anti-Milan. Del Piero: Una vittoria così ci voleva proprio: e ora puntiamo il Milan! L'Inter nel caos: risultati più che deludenti, il no di Forlan, le reciproche beccate tra Branca e Oriali, lo sconcerto dei tifosi. Giampaolo Pozzo: Rocchi non era in condizione di arbitrare, era in condizioni pietose, impresentabile. I club negano gli stages a Prandelli? Niente paura, arriva Petrucci! La Fiorentina ha ufficializzato il divorzio da Pantaleo Corvino.

I bianconeri già a Vinovo - Subito dopo la scoppiettante gara di Firenze, i bianconeri sono già tornati ieri in quel di Vinovo per un allenamento a porte chiuse basato essenzialmente sull'atletica e differenziato: lavoro molto leggero per chi ha giocato a Firenze, normale per gli altri. Oggi invece è prevista una seduta tattica per mettere a punto la strategia da implementare sul campo contro il Milan. Contro il Milan rientrerà quasi certamente Chiellini, mentre rimarrà sicuramente al palo Barzagli che potrebbe diventare convocabile per l'Inter; anche per lui varrà però il modus operandi adottato per Chiellini: trattandosi di guai muscolari non verrà corso alcun rischio. Contro i rossoneri verrà sicuramente impiegato Lichtsteiner, che non potrà scendere in campo contro l'Inter in quanto, già in diffida, è stato nuovamente ammonito a Firenze.

Del Piero: Vogliamo la finale - Lui spera di esserci in campo contro il Milan domani, ma intanto gioisce con i compagni per il bel successo di Firenze e tifa per Muamba e Abidal, due colleghi sfortunati; tutto questo dalle colonne del suo sito web: "Ci voleva questa vittoria netta e senza discussioni, la partita di ieri sera a Firenze ci da grande fiducia sia per il campionato, sia per preparare al meglio l'importantissima sfida di Coppa Italia contro il Milan. Giocheremo la semifinale di ritorno martedì allo Juventus Stadium, so che sarà esaurito... Tutti insieme per raggiungere l'obiettivo della finale! Oggi però il mio pensiero va a due ragazzi, Fabrice Muamba e Eric Abidal. Chi ha visto le immagini di Muamba nella partita Bolton-Tottenham non può che essere sconvolto, non riesco a pensare a un campo da calcio come luogo di sofferenza e non di gioia. Forza Fabrice, tutti tifiamo per te! Come tifiamo per Eric Abidal. Ha ancora una partita da vincere, sono sicuro che ce la farà".

Caos Inter - La delusione per essere sprofondati dall'esaltazione da triplete alla normalità nerazzurra, cioè quella era il marchio di fabbrica dell'Inter prima che Calciopoli le regalasse. oltre ad un titolo non suo, un climax, in campo e fuori, in grado di permetterle successi altrimenti irraggiungibili, sta sconquassando dall'interno la seconda squadra di Milano. Dopo il flop di Benitez, sedotta e abbandonata da Leonardo, era stata raccolta da Gasperini, probabilmente mai accettato fino in fondo anche per i suoi trascorsi juventini; a salvarla era arrivato Ranieri, anche lui passato da Torino, ai tristi tempi della Juve-smile. Ma la girandola dei tecnici è solo la spia di un deterioramento della situazione, che in questa stagione ha già portato l'Inter all'eliminazione precoce dalla Champions League e da un torneo che la vede nelle posizioni di rincalzo a quasi 19 punti dalla vetta. Le prestazioni sul campo sono opache e ieri solo complice una direzione di gara nettamente a suo favore da parte dell'arbitro Gava si salva dalla sconfitta: Il rigore su Pazzini, peraltro fallito da Milito, era piuttosto generoso, mentre inequivocabile il fallo da rigore di Lucio su Gabbiadini, non sanzionato dall'arbitro. Ma c'è dell'altro: al di là delle affermazioni perentorie di Ranieri che parla di un gruppo compatto, unito e determinato, le crepe si intravedono: c'è stato ieri il caso Forlan, che praticamente ha rifiutato di entrare a partita in corso; il tecnico ha cercato di 'medicare' il pasticcio dicendo che lui aveva chiesto a Forlan di entrare a svolgere un particolare lavoro tattico, e che Forlan non se l'è sentita di accollarselo: ma il pasticcio, e il precedente pericoloso, resta. Poi c'è la diatriba Oriali-Branca. Il primo, l'uomo dei passaporti, ha lasciato l'Inter nel 2010 per divergenze con la dirigenza, ma non ha mai perso la speranza di rientrarvi. Aveva cominciato i giorni scorsi Oriali accusando Branca di una mala gestione post-triplete, dopo la sua uscita dal club, il dt nerazzurro aveva replicato sminuendo il ruolo di Oriali in società, soprattutto in tema di mercato ("Neanche quando era con noi conosceva le cose come me e il mio presidente"); e il battibecco è continuato con Oriali che si riprendeva i suoi meriti, per aver persino contribuito, insieme a Branca, a trattare con la Juve per portare in nerazzurro Ibra e Vieira e augurandosi addirittura, su 'Premium Calcio' che, per il bene dell'Inter, il dt cambi aria ("La cosa che mi preoccupa di più è però che Branca ha detto che sta già lavorando per il prossimo anno: se fosse vero spero che stia lavorando per il futuro di un’altra squadra, non dell’Inter.. Ha anche detto che non ero nemmeno un dirigente dell’Inter: al contrario, ero nel censimento e firmavo documenti ufficiali" e ancora "Se Branca vuole prenderne atto bene, altrimenti non me ne frega. Oppure vuol dire che sono stato preso in giro all'Inter credendo di essere un dirigente per anni, ma io rappresentavo la società in campo e fuori a livello nazionale e internazionale. Tornare all'Inter credo sia quasi impossibile, credo che rimarrò a fare l'opinionista per un altro anno. A questo punto penso sia più semplice che io vada a Milan o Juventus piuttosto che tornare all'Inter..."). Il tutto mentre Moratti in tribuna assiste cupo e imprecante alle deprimenti esibizioni dei suoi, non trovando nemmeno il coraggio di rimanervi sino in fondo e andando invece a leccarsi le ferite in privato; e intanto cerca sul mercato estero (russo o arabo) nuovi partners disposti ad investire nell'Inter portandovi liquidità. E tutto questo mentre anche i tifosi depongono armi e speranze: ieri a San Siro meno di 2.000 paganti, 1729 per l'esattezza, per un incasso di 70.615 euro. E anche quei pochi, delusi, non han potuto trattenere i fischi.

Pozzo furioso contro Rocchi - Il patron dell'Udinese Giampaolo Pozzo, al termine di Udinese-Napoli, terminata 2-2, si è scagliato furiosamente contro l'arbitro Rocchi, reo, a suo giudizio, di una direzione determinante a favore del Napoli: "L'hanno visto tutti in Italia, l'arbitro era in condizioni pietose. Era impresentabile. Già domenica scorsa non hanno visto un gol per noi, ma oggi l'arbitro era in condizioni disastrose. Devo supporre la buona fede, quindi non era in condizione di arbitrare. Spero che chi di dovere gli dia un po' di riposo, se lo merita. In 26 anni di calcio ne ho visti tanti di errori arbitrali ma la partita di stasera non la dimenticherò più nella vita. Dalla prima ammonizione, che non c'era, alla seconda, che ha portato l'espulsione a Fabbrini, compreso tutto l'atteggiamento. Se uno non sta bene, fa quel che può. L'arbitro è stato determinante per la rimonta del Napoli dallo 0-2 al 2-2".

Petrucci corre in soccorso di Prandelli - Prandelli aveva chiesto la possibilità di avere a disposizione i papabili azzurri per un paio di stages prima degli Europei, ma dall'Assemblea della Lega di serie A era arrivata un decisa fumata nera. Abete si era detto rammaricato, ma aveva accusato ricevuta. Petrucci invece non ci vuole stare ed è subito corso in aiuto del ct. A quanto racconta la Gazzetta, per prima cosa ha telefonato ad Andrea Agnelli e ad Adriano Galliani. Questo il Petrucci-pensiero: "E' sbagliato dire no agli stages della Nazionale e questa decisione non può passare sotto silenzio. Sono certo che i presidenti più saggi possano ritornare sull'argomento e rivedere la loro posizione negativa parlando con Abete e Prandelli e trovando una soluzione per le esigenze del Club Italia. La Nazionale è sempre stata e deve rimanere il valore più alto di un intero movimento. Anche per questo auspico che si intensifichi il dialogo tra Prandelli e i tecnici di club per individuare quelle sinergie necessarie al supremo interesse del calcio italiano". E' un invito ai Presidenti ma, sotteso, c'è anche un invito a Prandelli a rapportarsi con i club, con gli allenatori in particolare, perchè pare che dai presidenti sia trapelato un certo malcontento perché gli stages sono stati richiesti in modo formale passando attraverso Abete e non, come spesso accadeva in passato, dopo amichevoli colloqui tra ct e i tecnici dei vari club. Malcontento così evidente da aver provocato una decisione all'unanimità in un consiglio di Lega spaccato su tutto e che anche in quell'occasione non aveva saputo decidere su nulla, se non su questo punto, e in coro. Adesso Petrucci continua a lavorare sotto traccia per accontentare Prandelli per fargli ottenere due stages da due giorni l'uno (siccome sarebbero nelle due settimane in cui sono calendarizzate le semifinali di Champions però i rossoneri ne sarebbero ovviamente esentati, in caso di passaggio del turno): si tratterebbe di lavoro tranquillo su base tecnico-tattica, tale da ridurre al minimo il rischio di infortuni che potrebbero penalizzare le squadre nel delicato finale di stagione.

Tra Fiorentina e Corvino l'addio è ufficiale - Era nell'aria e il divorzio adesso si è ufficialmente consumato. Questo il comunicato del club: "La Fiorentina rende noto, d'accordo con il direttore Pantaleo Corvino, che il suo contratto di Responsabile dell'area tecnica non verrà rinnovato alla scadenza. Questo permetterà alla Società di cominciare da subito a ragionare sul proprio futuro e sulla strategia da attuare con chiarezza e trasparenza. A Pantaleo Corvino, che ha operato per molti anni in Società con totale autonomia e fiducia, vanno i nostri ringraziamenti. Noi non dimentichiamo infatti che, a prescindere dalle ultime due stagioni calcistiche che non hanno soddisfatto nessuno, Società per prima, Corvino ha portato la Fiorentina a essere protagonista nel calcio di alta qualità, sia italiano che internazionale".




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