Melo prova a discolparsi. Beretta ancora contro Abete per gli extracomunitari

News, 13 luglio 2010.

Melo si discolpa. Poulsen non molla: vuole restare. Blatter bacchetta le finaliste e apre alla tecnologia. Van Marwijk non si dà pace. Giornata celebrativa in Spagna. La7: Si riparla di Calciopoli. Beretta: La misura sugli extracomunitari? Uno strappo da parte della Figc. Cruijff: Olanda emblema dell'anticalcio.

Melo prova a discolparsi - Felipe Melo, finito sul banco degli imputati quale principale responsabile dell'eliminazione del Brasile ad opera dell'Olanda, ai microfoni dell'emittente brasiliana 'Rede Globo', rifiuta il ruolo di capro espiatorio; se ha avuto qualche colpa, dice, ha parecchie attenuanti e anche diversi meriti: "Ho la mia parte di colpa nella sconfitta, ma quando mi fermo a pensare cosa avrei dovuto fare di più so che in campo ho dato il massimo. Ora sembra che tutto ciò che ho fatto è stato negativo. La gente si dimentica di tutte le cose buone: contro la Corea ho dato inizio all'azione del gol, contro l'Olanda ho visto l'ottimo movimento di Robinho e ho fatto l'assist. Tutte le cose buone che ho fatto non possono essere cancellate da un rosso quando ormai la partita era purtroppo in mano dell'Olanda". In riferimento al pasticcio con Julio Cesar che ha portato al primo goal olandese: "Julio ha gridato, con le Vuvuzelas è difficile sentire, quando pensi che stai per colpire la palla con la testa, lei già è scappata via. Sono molte cose che accadono in un istante tutte insieme; è difficile capire il perché e dire chi è il colpevole". Sul fallaccio che gli è costato il rosso: "Era un momento difficile, stavamo perdendo e ogni giocata che provavamo non riusciva, nell'impeto di rubare la palla ho fatto un fallo un po' più duro e sono stato espulso. Io ho parecchia esperienza nel calcio. Tutti i i giocatori sanno come far male ad un avversario, se fosse stato un fallo per far male Robben avrebbe potuto infortunarsi in quel contrasto, ma questo non è accaduto. In quell'istante magari posso aver perso la testa ma per l'enorme volontà di poter aiutare la squadra. Di poter fare di più perché il Brasile non stava trovando in campo il suo giocoIn quell'istante magari posso aver perso la testa ma per l'enorme volontà di poter aiutare la squadra". E formula buoni propositi per il futuro: "Ora il mio obiettivo è tornare nella Juventus fare un ottimo lavoro Il mio sogno non è finito. In futuro una entrata come quella su Robben senza dubbio la eviterò, non voglio dimenticare cosa è successo ma utilizzarlo come lezione". Certo che vedendo gli errori commessi, e sempre ripetuti, dell'ultimo campionato, credergli non è così facile...

Poulsen non si arrende: lui vuole restare - Nonostante le voci che lo vedono destinato a lasciare la Juve (in caso contrario potrebbe toccargli il ruolo del panchinaro di lungo corso), Christian Poulsen sembra decso a rimanere in bianconero. Almeno questo è quello che ha assicurato a calciomercato.it il suo agente Joern Bonnesen: " Non mi ha contattato nessuno, Christian vuole rimanere alla Juventus. Nessuno mi ha detto nulla e non ho ancora parlato con Beppe Marotta. Christian ha un contratto fino al 2012 e vuole rimanere. La stima di Ranieri? E' vero, lo ha voluto alla Juventus ma non ho avuto nessun contatto con la Roma, né la Juventus mi ha comunicato l'esistenza di una possibile trattativa".

Un po’ di calciomercato – L’attenzione di oggi era concentrata su Dzeko: c’è stata infatti la telefonata di Marotta a Dieter Hoeness, dirigente del Wolfsburg, ma per ora non c’è accordo: i tedeschi vogliono assolutamente solo soldi (e la Juve in questo momento non può), mentre Marotta vorrebbe inserire contropartite tecniche: si è parlato di Poulsen, di Sissoko e soprattutto di Diego, che però non pare al momento nemmeno disposto ad accettare, altro problema per Marotta. Nel frattempo non è più così certa la partenza di Trezeguet che, stando al suo procuratore Caliendo, Del Neri avrebbe cominciato ad apprezzare e di cui non intenderebbe più privarsi. Per la fascia sinistra della difesa, visto che Grosso dovrebbe partire, bisogna trovar compagnia a De Ceglie: si fanno i nomi di Clichy dall’Arsenal (scambio con Melo?), Kolarov (ma Lotito vuole troppo), Aogo dell’Amburgo (ma forse la fase difensiva non convince Del Neri), Ziegler (ma Garrone alla Juve dice no) e Tremoulinas (Bordeaux). Giovinco è sempre più vicino al Bari .

Blatter bacchetta le finaliste e apre alla tecnologia - Alle numerose critiche piovute in questo Mondiale sugli arbitri, autori in qualche caso di errori marchiani ancorché decisivi, si sono aggiunte quelle al direttore di gara della finale, l'inglese Howard Webb, la cui gestione della partita ha destato più di una perplessità. Ma Sepp Blatter lo assolve, puntando il dito accusatore sui giocatori in campo, che hanno costretto l'arbitro ad estrarre 14 volte il cartellino giallo e una volta anche quello rosso: "Il match di ieri non è stato esattamente il fair play che mi aspettavo in campo. La terna ha dovuto affrontare un compito molto duro e non sono stati aiutati. Non posso parlare della condotta della Nazionale olandese ma da spettatore ho visto ogni scorrettezza. Il calcio è una scuola della vita. È uno sport in cui si lotta secondo lo spirito del fair play. Si impara a vincere e a perdere senza perdere di vista le basi, che sono disciplina e rispetto"." Sull'aiuto che la tecnologia potrebbe offrire agli arbitri, proprio nella conferenza stampa di chiusura del Mondiale sudafricano, Blatter ha fatto una timidissima apertura: "Ci sarà un meeting dell'Ifab a Cardiff il 23 luglio, ma questa riunione non sarà dedicata in maniera specifica alla goal line technology. Il fascicolo verrà riaperto ad ottobre. Io ho detto sì la tecnologia della linea di porta, ma gli errori umani continueranno a far parte del calcio. Il nostro sport sarebbe perfetto se fosse scientifico? Se fosse controllato solo dalla scienza e dalla tecnologia? Questo è il calcio, prendiamo nota di tutti i commenti che vengono fatti. Noi conviviamo con gli errori di giocatori e arbitri. La perfezione non esiste".

Van Marwijk non si dà pace - Perdere una finale del campionato del mondo, soprattutto a pochi minuti dalla fine del secondo tempo supplementare, lascia sempre l'amaro in bocca. L'allenatore dell'Olanda Bert Van Marwijk è profondamente deluso dall'epilogo della finale disputata con la Spagna: "Avremmo potuto fare meglio e sfruttare meglio le occasioni che abbiamo avuto. Potevamo arrivare ai rigori, mancavano solo tre minuti. Siamo arrivati molto vicini al grande risultato, spingendo fino in fondo. Certo, sono molto deluso".

In 14 milioni per Olanda-Spagna - I tempi supplementari della finale dei campionati del mondo in Sudafrica, sono stati seguiti da 14 milioni e 501 mila spettatori (63,46% di share): il primo extra time è stato visto da 12 milioni e 376 mila telespettatori (60,38% di share), il secondo da 13 milioni e 716 mila spettatori con il 59,66% di share. La media telespettatori della partita è stata di 13 milioni e 453 mila (60,99 % di share).

Giornata celebrativa in Spagna - Come era lecito e giusto aspettarsi, i media sono impazziti per la prima meritata vittoria spagnola nel campionato mondiale. Dal "Si, che siamo campioni" di Marca al "Campioni del Mondo" di As, Sport, Publico Pais e Mundo Deportivo, dal "La nostra Spagna… Da qui all’eternità" del Mundo al "Il mondo ai tuoi piedi" del Periodico di Catalogna. Per quanto riguarda il giocatori più conclamato dalla stampa iberica, spicca ovviamente il match winner Andres Iniesta al quale i giornali Sport, Periodico e Mundo Deportivo gli dedicano rispettivamente: “Iniesta, da Stamford Bridge alla gloria Mondiale del Soccer City”, “La stella di San Andres” e “Iniestazo per la gloria”.

La7: Si riparla di Calciopoli - Oggi, martedì 13 luglio, su La7, va in onda Complotti, una trasmissione condotta da Giuseppe Cruciani. Il conduttore nel suo format cerca con il dibattito di svelare i retroscena e confutare le versioni ufficiali di alcune vicende oscure della storia del nostro paese. Nella seconda puntata si parlerà di Calciopoli/Moggiopoli e vedrà confrontarsi in una apparente "par condicio" due imputati: Bergamo e De Santis; due giornalisti, difensori della versione "ufficialmente" riconosciuta: Maurizio Crosetti (La Repubblica) e Ruggiero Palombo (La Gazzetta dello Sport); due giornalisti che, a seguito di "approfondimenti", sembrano oggi ricreduti: Giancarlo Padovan (ex direttore di Tuttosport) e Oliviero Beha (Il Fatto Quotidiano).

Beretta: La misura sugli extracomunitari? Uno strappo da parte della Figc - Maurizio Beretta, presidente della Lega di A, a 'Salotto dei Mondiali - Speciale Sudafrica 2010' su adnkronos.com, sollecitato da alcuni giornalisti sulla decisione del Consiglio Federale di ridurre da due a uno il numero dei nuovi extracomunitari tesserabili ha ribadito la posizione della Lega: “Una misura di facciata e fastidiosa, presa con il voto contrario della Lega e a mercato aperto, creando uno strappo assolutamente immotivato. Quello che è accaduto è molto grave nel merito. È stata presa una decisione con il voto contrario dell’unica componente federale direttamente coinvolta e con il voto allegro di chi non era interessato in maniera diretta. Non era mai successo: questa situazione non favorisce la convivenza. Continuo a non capire il perchè di questa forzatura: se tutte le società coinvolte avessero utilizzato le possibilità offerte dalla norma in vigore fino a pochi giorni fa, il numero degli extracomunitari sarebbe aumentato di 12 unità. Pensare che questo possa fare la differenza è una presa in giro". E ha proseguito: "Ci vorrebbe molta più sensibilità nei confronti del calcio professionistico che redistribuisce alle altre componenti il 10% dei diritti tv, circa 100 milioni di euro. La capacità di generare risorse è attorno a 1,5 mld. Messi in condizioni di competere in condizioni normali, pensando anche al margine che abbiamo sul fronte stadi e merchandising, potremmo generarne di più, con beneficio anche per le altre componenti". Porta infine l'esempio della Spagna neo-campione del Mondo a dimostrazione che i grandi campioni non impediscono la crescita dei giocatori di un Paese: "La Spagna ha coniugato la grande attenzione vivai con la massima apertura a talenti e campioni internazionali. È più facile far crescere i talenti se questi hanno vicino grandi campioni. Senza adottare logiche protezionistiche, è più semplice avere tanti maestri di grande classe. Il sistema del calcio italiano è andato avanti e ha raggiunto risultati solo ed esclusivamente sulle spalle dei presidenti che hanno investito e ci hanno messo la faccia, nonostante tutte le difficoltà sistemiche affrontate di volta in volta. Dobbiamo avere un'attenzione diversa nei confronti del calcio professionistico: fare business in questo ambiente è molto più complesso perchè il calcio italiano potrebbe essere messo in condizione di farlo con maggiore efficacia".

Milano: nessuna agevolazione allo stadio dell'Inter - Dopo oltre cinquanta sedute il consiglio comunale di Milano sembra aver approvato il nuovo PGT. Nel Piano di Gestione del Territorio fra le altre cose il comune vuole dare la possibilità a chi costruisce strutture finalizzate a dare servizi utili alla comunità di sfruttare aree libere, o in alternativa maturare il diritto di edificabilità su aree diverse. Nell'ultima seduta la giunta comunale ha deciso "bi-partizan" di approvare un emendamento proposto da Rifondazione e di cancellare gli "stadi privati" dall'elenco delle strutture sportive di utilità pubblica che possono usufruire di questa agevolazione. Questa modifica danneggia non poco l’Inter che vorrebbe costruire il suo stadio non lontano dal Meazza. Con la vecchia formula Massimo Moratti avrebbe in pratica potuto recuperare quasi interamente la spesa sfruttando gli indici edificatori maturati grazie alla realizzazione dell'impianto, così invece difficilmente riuscirà ad ottenere agevolazioni comunali in una qualsiasi forma per la realizzazione del progetto. Il paradosso è che probabilmente il PdL ha deciso di appoggiare la proposta dell'opposizione per "ritorsione" verso Milly Moratti ed il suo gruppo, che per questa discussione ha presentato, forse nel tentativo di prolungare il più possibile l'approvazione, ben 625 emendamenti, stremando di fatto tutti i componenti della giunta. Questo si evince dalle parole del capogruppo PdL Fabrizio De Pasquale: "L’ostruzionismo di Milly Moratti è devastante e nemmeno più giustificabile viste le importanti correzioni alla versione iniziale concordate con l’opposizione. Dispetti? Non per me, io credo veramente che in un momento di crisi i vantaggi volumetrici per invogliare a investire nello sport vadano dati casomai a chi costruisce piscine di cui la città è carente o impianti per gli sport minori. Società che pagano contratti milionari ai giocatori e che sono quotate in Borsa non hanno bisogno di aiutini, costruiscano lo stadio di tasca propria".

Cruijff: Olanda emblema dell'anticalcio - In un'intervista al quotidiano spagnolo El Periodico Johann Cruijff ha fortemente criticato il gioco dei suoi connazionali. "Hanno giocato penosamente e tristemente in maniera molto brutta, in uno stile laido, volgare, duro, ermetico" ha detto il campione olandese. Ci sarebbe da dire che nelle precedenti occasioni giocare da "signori" non ha comunque portato buoni frutti al suo paese. Le opinioni della stampa olandese sono contrastanti e non tutte coincidono con il pensiero di Cruijff. De Telegraaf, il loro maggiore quotidiano, rimarca l'inferiorità tecnica rispetto agli iberici e rende merito ai vice-campioni del mondo titolando: "Hanno lottato come leoni". Purtroppo è doveroso dire che il pallone continua ad essere ingrato con gli olandesi, inventori del calcio totale, un piccolo paese che tantissimo ha dato e continua a dare al calcio, una scuola che, grazie alla cura dei vivai, si rivela da sempre una generosa fucina di campioni.


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