Domani, dopo un anno, Moratti e Preziosi giudicati dalla Disciplinare

News, 7 luglio 2010.

Domani Disciplinare per Moratti e Preziosi. Seduta tattica e partitella per la Juve. Marotta: Più Krasic che Dzeko. Motta e De Ceglie ottimisti. Prime crepe nel Palazzo? Valorizzazione dei vivai? Platini: Mondiale molto positivo per l'Europa. Olanda in finale. Lotito tuona.

Domani l'Inter davanti alla Disciplinare per Milito-Motta - La Procura Federale non ha mai reso noto il deferimento di Moratti e Preziosi per l'affare Milito-Motta, ma da quanto hanno scritto tutti, e mai smentito dalla FIGC, domani la Commissione Disciplinare dovrebbe discutere le posizioni dei due presidenti e delle rispettive società. Un deferimento datato 31 maggio con il numero di protocollo 8430/139pf09-10/SP/blp anticipato da Tuttosport l'8 giugno; cinque pagine dove viene contestato a Moratti, Preziosi, all’Inter, e al Genoa, di aver trattato la cessione di Milito e Thiago Motta con il presidente del Genoa in posizione di inibito per cinque anni. Moratti è stato deferito per violazione dell'art. 10 comma 1, e sul deferimento la Procura Federale lo cita come «non attendibile», mentre «le parole di Preziosi sono coerenti alla ricostruzione della trattativa - scrive la Procura - fatta da tutti i tesserati ascol­tati con incontri dal gennaio 2009 al giugno 2009». Dall'inizio dell'indagine, per la quale tutti hanno scritto che bastava una settimana, Palazzi ci ha messo un anno per far scattare il deferimento. Caso strano: la data del deferimento coincide con quella di omologazione del campionato, che avviene dopo 15 giorni dalla sua fine (il 16 maggio).

Seduta tattica e partitella per la Juve a Pinzolo - Dopo il nubifragio di lunedì, ieri Del Neri ha fatto eseguire una serie di esercitazioni basate sul possesso palla, il tempismo dei movimenti, le posizioni in campo. Poi una partitella otto contro otto, terminata 1-1, con reti di Lanzafame e Marrone, mentre il resto del gruppo si dedicava ad esercizi. Martinez è rimasto in palestra, mentre Diego sembra essere stato provato in una nuova posizione dietro la prima punta, l'altro ieri dietro Amauri, ieri dietro Trezeguet, posizione che più o meno della Samp occupava Cassano e che, se trasportata in bianconero, potrebbe significare panchina per Del Piero. Verso le 18 è arrivato a Pinzolo Beppe Marotta e in queste ore anche Andrea Agnelli sarebbe in procinto di raggiungere il Centro Sportivo Pineta. La prima uscita ufficiale è attesa per domenica contro la Rappresentativa Trentina Dilettanti, composta da giocatori militanti in serie D, Eccellenza e Promozione.

Marotta: Più Krasic che Dzeko - Beppe Marotta è tornato, come talora ancora fa, a Varese, la città da cui la sua carriera ha spiccato il volo; stavolta ci è tornato per motivi professionali, per organizzare la settimana di lavoro, dal 21 al 28 luglio, che la Juventus trascorrerà nella città-giardino, e si tratta del primo incontro ravvicinato di questo tipo, come ha raccontato a 'La Prealpina': "La città garantisce il massimo della qualità per il nostro soggiorno e poi, per quanto mi riguarda, c'è indiscutibilmente anche l'aspetto affettivo". E una buona organizzazione è sempre fondamentale: "In un'occasione come questa la Juventus sposta complessivamente cento persone, addette all'area sportiva, alla comunicazione e al commerciale, più una dozzina di bodyguard. Il calcio è un fenomeno sportivo, ma ha anche una forte connotazione economica. Quindi ad esempio il merchandising e la valorizzazione del rapporto con gli sponsor assumono particolare importanza". Naturalmente molte domande si sono appuntate sul mercato bianconero: "Per blasone e storia siamo una società di punta ma non è facile garantire sempre continuità di risultati ad alto livello. I soldi non abbondano, la Juve deve fare i conti con la mancata qualificazione in CL e ai conseguenti mancati introiti. E non è facile coniugare ambizioni con una limitata disponibilità economica. Noi vogliamo rafforzare il senso di appartenenza di chi è già juventino e di chi vestirà la maglia bianconera. In generale è un mercato di austerità, non ci saranno grandi esborsi. Dzeko? Difficile, troppo costoso, più probabile che arrivi Krasic. Trezeguet e Camoranesi? Vorremmo rinnovarci ma valuteremo le situazioni che si presenteranno". Per lui dunque il calcio non naviga più nell'oro: "Non è più così, anche se i diritti televisivi muovono mille milioni di euro: da noi mancano, ad esempio rispetto all'Inghilterra, i soldi che gli stadi di proprietà potrebbero assicurare".

Motta e De Ceglie ottimisti - Anche Marco Motta, come gli altri nuovi arrivi in casa Juve, si dice assai felice di essere qui e motivato a fare bene: "Mi ci vorrà forse ancora un po’ di tempo per realizzare di essere alla Juve, ma anche solo facendo il tragitto dall’albergo al campo e vedendo i manifesti dei campioni del passato affissi, capisco quanto siano importanti questa società e la sua storia. Sono qui in prestito con diritto di riscatto e dovrò dimostrare di meritarlo. Ho tanto da lavorare, da migliorare e da dimostrare. E' una grande chance, starà a me riuscire a ripagare sul campo la fiducia che hanno riposto in me". E sogna lo scudetto: "L'ho sfiorato con la Roma, ora voglio raggiungerlo con la Juve. Abbiamo le stesse possibilità di tutte le altre squadre, Inter compresa. A Roma sono stato bene, ho lasciato un gruppo straordinario e fa male essere andato vicino allo scudetto e non aver vinto niente. Abbiamo perso il titolo con la Sampdoria, anche se l'Inter ci ha permesso di fare una grande rincorsa rallentando il passo. Ora voglio ottenere tanti successi in maglia bianconera". De Ceglie invece è ormai al suo quarto ritiro in maglia bianconera, è un prodotto del vivaio, ma anche lui non manca di dirsi soddisfatto del clima che si respira alla Juve in questi primi giorni di attività, clima che fa ben sperare per la stagione che va ad iniziare:"Abbiamo iniziato subito forte, e dobbiamo continuare così per mettere altro fieno in cascina. Si avverte in gruppo la volontà da parte di tutti di creare un bel gruppo. Il ruolo che sento più adatto alle mie caratteristiche è quello di terzino sinistro, pur avendo giocato tante volte come esterno alto. La Nazionale? Speriamo di poterci arrivare, sto lavorando anche per questo".

Prime crepe nel Palazzo? - Gianni Petrucci difende la nuova normativa, introdotta dopo l'ultimo consiglio federale, circa la riduzione del numero di extracomunitari per ogni club. Il presidente del Coni ha voluto precisare che la decisione va assolutamente rispettata e, allo stesso tempo, non intende fare nessun genere di polemica col presidente della Lega Calcio Maurizio Beretta contrario alla nuova normativa. Gianni Petrucci, inoltre, ha incontrato a Palazzo Chigi il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo sport Rocco Crimi, al quale ha illustrato il piano di rilancio voluto dal presidente Figc Giancarlo Abete.

Valorizzazione dei vivai? - In merito alle polemiche che stanno investendo la Figc in questi giorni sia per l'eliminazione dell'Italia ai Mondiali sia per la nuova regola che permetterà l'acquisto di un solo extracomunitario per club, anche il presidente dell'Agcom Calabrò, nella sua Relazione Annuale, fa un sunto della situazione indicando una via ben precisa: "Visti i deludenti risultati della nostra rappresentativa si dovrebbe aumentare la quota di mutualità a favore dei vivai e una diversa ripartizione dei proventi a vantaggio dei team minori in modo che possano scommettere sulle nuove promesse".

Platini: Mondiale molto positivo per l'Europa - Dal sito ufficiale dell'Uefa Michel Platini esulta per la prestazione delle squadre europee al Mondiale sudafricano: "Non vi è dubbio che la presenza di tre squadre europee rifletta il successo dei programmi di formazione tecnica e della politica incentrata sulla buona e sana gestione."Le tre nazioni ad aver vinto il maggior numero di tornei a livello giovanile negli ultimi dieci anni sono oggi in semifinale: la Germania, vincitrice del Campionato Europeo Under 21 Uefa nel 2009; l'Olanda, campione d'Europa Under 21 nel 2007; e infine la Spagna, vincitrice per quattro anni di seguito del Trofeo Maurice Burlaz, assegnato dalla Uefa alla federazione con i migliori risultati nelle competizioni continentali. Un semplice caso? Direi di no". E a rendere soddisfatto Platini non sono solo i risultati, ma anche il gioco: "I risultati non potrebbero essere migliori anche sul piano del gioco: tre squadre giovani negli effettivi e nella mentalità, che si affidano a sistemi di gioco che lasciano ampio spazio alla fantasia. Un dato che mi rende felice, ma che è anche una vittoria per il calcio, e in particolare per il calcio d'attacco".

Olanda in finale - Sarà la terza finale Mondiale per l'Olanda, dopo le due, perse, del '74 (contro la Germania) e del '78 contro l'Argentina. L'Uruguay non ce l'ha fatta e così sarà una finale tutta europea. E così è ormai certo che per la prima volta si registrerà il successo di una squadra europea in un Mondiale organizzato fuori d'Europa. L'Olanda di oggi non ha certo messo in mostra il calcio totale del '74 e del '78, ma in attacco ha potuto contare sull'efficacia di uomini come Kuyt, Robben, Sneijder e Van Persie; e l'Uruguay ha messo in campo tutto quel poteva, penalizzato dall'assenza di Suarez (ma anche di Fucile e Lugano). Gli Oranje sono partiti piuttosto determinati al 18' erano già avanti con un tiro dalla lunga distanza di Giovanni Van Bronckhorst. La Celeste ha cercato di reagire ed ha raggiunto il pari al 41' con un sinistro di Forlan da fuori area. Nel secondo tempo l'Olanda, dopo uno spavento per uno svarione difensivo, è riuscita ad imporsi con due goal, il primo, al 69', di Sneijder, viziato peraltro da un fuorigioco di Van Persie, e il secondo al 72' con Robben, di testa. All'98' gli uruguagi sono riusciti ad accorciare con Pereira, ma non c'è più stato tempo sufficiente per raggiungere il pareggio. E adesso l'Olanda aspetta di conoscere il suo avversario: sarà la Germania, per una rivincita, o la Spagna?

Lotito tuona - Non usa mezzi temini il presidente della Lazio dopo l'ennesima "fuga" verso i soliti lidi a parametro zero di un suo pupillo: "Il ragazzo ha fatto una scelta, non ha voluto accettare di rimanere qui. Piuttosto, dovrebbe preoccuparsi chi non ha rispettato un gentlemen agreement, e mi riferisco alle società che pensano di aver risolto i problemi e non sanno che la Lazio si farà valere nelle sedi opportune". Non fa nomi ma il riferimento è chiaramente all'Inter ed alla questione legata al giovane Faraoni, nel quale Lotito paventa il ripetersi dei casi Pandev e Ledesma, che sarebbero stati contattati dai milanesi quando erano ancora sotto contratto con la sua società e fuori dal periodo di calciomercato. Il giocatore si giustifica dicendo che la sua scelta deriva dal fatto che "alla Lazio non c’è un progetto per i giovani".

Il Bologna a Porcedda - Manca solo l'ufficialità, che arriverà stamane alle 11.30, nella conferenza stampa di insediamento, ma le firme ci sono già: il Bologna è ormai nelle mani dell'imprenditore sardo Sergio Porcedda, che in conferenza stampa annuncerà anche tutto il suo staff. Porcedda si è impossessato dell'80% delle quote della società, ai Menarini è rimasto il 20%.


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