Liquidi e perdenti, il nuovo "stile" Juventus

agnelli10 ore per un Cda. Ormai i Consigli di Amministrazione della New Holland FC Simpaty (Ex Juventus Fc 1897) sono diventati dei veri e propri “rave party” dove si riescono a complicare in maniera drammatica questioni che per loro natura sono estremamente semplici.

In particolare, come già espresso nel nostro Decalogo pubblicato qualche giorno fa, riteniamo assolutamente imbarazzante che le trattative di calciomercato vengano discusse all’interno del Cda, dove illustri professionisti dell’ambito finanziario, legale e fiscale non hanno certamente il background tecnico per costruire una squadra di calcio.

Riteniamo che la soluzione ideale, per una società come la Juventus, sia l’individuazione di una figura molto esperta cui conferire ampia delega operativa sia in materia di calciomercato che di gestione della squadra. Una persona che sappia coniugare autorevolezza, autonomia, competenza e riservatezza. E che sia parte integrante del Cda, nonché responsabile del Comitato Sportivo.

Abbiamo raccolto come Team i pareri di alcuni tra i grandi operatori del calciomercato e sono tutti concordi che la tempestività e l’autonomia dei dirigenti fanno la differenza negli affari importanti; e contribuiscono a calmierare i prezzi, visto che le trattative della durata di sei mesi, e fatte in partnership con Tuttosport, hanno il venefico effetto di farli lievitare.

Fatta questa doverosa premessa, ci siamo tuffati nella lettura del comunicato trimestrale che questi signori hanno discusso e approvato nel corso della chilometrica seduta del 12 maggio, riuscendo a trarre alcuni spunti interessanti che costituiscono una preoccupante spia della distruzione di “valore” in atto. E quando parliamo di valore non parliamo ovviamente alle quotazioni di Borsa, che riflettono tra l’altro la scarsa credibilità del management, ma ci riferiamo al depauperamento del core business della società che si concretizza attraverso due direttrici principali: la svalutazione del parco giocatori e lo scarso utilizzo dei mezzi propri nella gestione sportiva.

In merito al primo punto abbiamo registrato negli ultimi tre esercizi sociali una lunga serie di investimenti in calciatori che si sono rivelati tecnicamente, fisicamente o caratterialmente inadeguati per una squadra come la Juventus. Parliamo di Tiago, Almiron, Poulsen, Knezevic, Criscito, fino ad arrivare all’apoteosi con il caso Andrade, la cui telenovela è terminata proprio in questi giorni con la rescissione consensuale e l’ennesimo salasso per le casse bianconere.

Volendo quantificare il danno economico/finanziario causato dalla sola operazione Andrade, pur non avendo a disposizione dati ufficiali, riteniamo che si possa tranquillamente parlare di oltre 20 milioni di euro, tra costo del cartellino, ingaggio lordo, buonuscita e spese mediche.

Gli altri giocatori citati costituiscono, ad oggi, in termini patrimoniali, dei veri e propri immobilizzi.
Giudicati inadeguati ma invendibili perché ormai svalutati ben sotto il prezzo residuo di carico in bilancio. Venderli significa quindi avere un effetto economico negativo (Minusvalenza). In altri casi come Boumsong la società ha trovato faticosamente qualche estimatore che ha consentito di limitare questo problema.

Abbiamo però citato anche lo scarso utilizzo dei mezzi propri nella gestione sportiva. In effetti la Juventus è un caso raro in Europa attualmente. E probabilmente unico in Italia. Patrimonio netto per 110 milioni di Euro. Disponibilità liquide per circa 38 milioni di Euro. Nessun indebitamento.

Una situazione idilliaca che però è indicativa di una certa inedia negli investimenti tecnici, laddove quest’anno si è deciso di lottare su tre fronti con una rosa che presentava evidenti lacune in alcuni ruoli chiave.

Anche in questo caso si arreca però grave danno alla Società. Infatti un tasso tecnico insufficiente della prima squadra spesso causa una contrazione dei proventi da sponsor nel breve e medio periodo. Nel lungo termine inoltre, qualora la nuova legge sui diritti TV andasse in vigore con i regolamenti attuali, si assisterebbe a un ricalcolo degli introiti televisivi che verrebbero decurtati a causa dei peggiori risultati sportivi.

“Liquidi & Perdenti”, il nuovo motto per la Juventus post-calciopoli. Al punto che ci viene il dubbio che non si tratti solo di errori di mercato, ma che il profilo basso e il mancato intervento per colmare le lacune tecniche più gravi siano stati volontariamente pianificati per non disturbare i nuovi padroni del calcio, quelli “Indebitati fino al collo & vincenti”.


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