Cannavaro dovrebbe tornare?

CannavaroE’ di domenica la notizia secondo la quale Fabio Cannavaro avrebbe raggiunto un accordo con la Juventus per le prossime stagioni.
Ieri, il suo procuratore Fedele (fonte: Sky Sport 24) ha ammesso la trattativa, sottolineando quanto l'offerta della Juventus sia la preferita dal suo assistito (in corsa pure Bayern Monaco e clubs inglesi e russi).
Cannavaro, che va in scadenza a giugno con il Real Madrid, si è detto allettato dalla proposta quadriennale (due/tre anni da giocatore e uno/due da dirigente con ingaggio a decrescere) giunta da Corso Galileo Ferraris, lusingato dal ritorno nella piazza cui deve la sua rinascita, in quelle due splendide stagioni che lo rilanciarono dopo il biennio di oblìo trascorso all'Inter.
Cannavaro aveva un gentlemen's agreement con Ramòn Calderòn, presidente “merengue” uscente, ma i piani del candidato favorito per le elezioni del 14 giugno (Florentino Perez, il presidente degli “Zidanes y Pavones”, creatore della filosofia de “los galacticos”) non prevedono la conferma dell’ex e, a quanto pare, prossimo juventino.
L’arrivo di Cannavaro, a parametro zero e ingaggio decurtato, a nostro parere sarebbe sicuramente un ottimo affare, forse il migliore della gestione Blanc, rapportando investimento e qualità del giocatore .

PERCHE’ CANNAVARO SI:
Il difensore napoletano resta ancora oggi, alla non più verde età di 36 anni (li compirà a settembre), uno dei tre/quattro centrali italiani più forti in un momento di crisi del ruolo che si riflette anche a livello internazionale.
Tolta la coppia juventina attuale (quando in condizione), e Nesta (sul quale le riserve dovute al completo recupero sono d’obbligo), il panorama è desolante.
I vari Barzagli (che pure è in testa alla Bundesliga con il Wolfsburg, ma non per merito suo), Bonera, Gamberini, sono tutti giocatori di medio calibro.
La penuria di difensori italiani è paradossale, trattandosi della Patria del “catenaccio”, ma oggi la realtà è questa.
Povera.
Anche chi si affida a difensori stranieri non può esaltarsi più di tanto, perché tolto il Samuel interista, i vari Cordoba, Chivu, Mexes, Juan, Kaladze non offrono tutte queste grandi garanzie, ognuno per diversi aspetti, mentre i rodati giovanotti dell’Udinese (Zapata, Felipe) e la novità del Palermo (Kjaer) vanno bene per le realtà nelle quali si stanno affermando.
Quelli bravi sono all’estero e hanno costi proibitivi, ammesso che siano sul mercato.
Vidic, Terry, Ferdinand, Puyol, praticamente dei sogni per chiunque, sono gli unici nomi che vengono in mente pensando ai centrali che possono cambiare realmente un reparto.
Gli altri, e pensiamo a Lucio, Alex, Van Buyten, Ivanovic, Agger, Skrtel, il sempre più fragile Carvalho e Gallas, tanto per fare alcuni nomi, oltre a costare uno sproposito, vivacchiano tutti nella media.
Compreso Pepe, l’attuale compagno di reparto di Cannavaro, pagato quanto un centravanti da venti gol e abbonato alla figuraccia.
Come quella abitualmente sostenuta, nell’anno madrileno, dall’osannato Samuel nerazzurro.
Cannavaro conosce l’ambiente, non ha bisogno di rodaggio e soprattutto è integro, lo abbiamo visto di recente in azione sia con la Nazionale che con il suo club.
Non è un nuovo Andrade, per intenderci.
Se, come si dice, lo sponsor dell’operazione è nientemeno che Marcello Lippi, si aggiunge un altro tassello a favore.
La notizia della trattativa tra Cannavaro e la Juventus ha suscitato la reazione di alcuni siti e forum di tifosi madridisti.
In generale, tutti considerano il mancato rinnovo di Cannavaro come una scelta errata da parte della società.
Del capitano azzurro, i sostenitori del "Mejor Club del Siglo XX" lodano la capacità di essere leader e grande professionista, e lo considerano il miglior centrale passato da Madrid da diversi anni.
Addirittura c'è chi ritiene (portando a supporto i numeri) che il difensore napoletano abbia posto termine alla "maledizione del centrale difensivo", che alla Casa Blanca, per filosofia di gioco, è sempre stata una figura sottoposta a pesanti critiche (vedi i citati in proposito: Pepe e Samuel).
C'è chi, in modo catastrofico, teme che la partenza di Cannavaro possa far crollare la difesa "merengue", altri richiamano la scorsa stagione vincente nella Liga che il Real Madrid ha chiuso con il miglior attacco e la miglior difesa, proprio in virtù delle prestazioni di Fabio, anche se, particolare confortante, quella attuale viene considerata la sua miglior stagione.

C’è poi la questione etica: Cannavaro lasciò la Juve che retrocedeva mestamente in serie B, ma la società iniziò la svendita “ a coppie” ben prima di sapere in quale categoria avrebbe disputato il successivo campionato.
A coppie vennero ceduti Zambrotta e Thuram, Emerson e lo stesso Cannavaro, ed infine Ibrahimovic e Vieira, questi ultimi i soli ad essere ceduti dopo la sentenza definitiva scritta da San Dulli per la gioia dei bambini (pardòn, piccinini) viziati di turno.
L’unico ad andarsene quasi sotto traccia, benché per primo, fu Mutu, ceduto ad una società che versava in una situazione che in quell’epoca squali, sciacalli e palombi ritenevano non molto dissimile da quella bianconera, ma che, al contrario della Juve, non smobilitava.
Ora, ricordiamo benissimo le parole che il signor Cannavaro pronunciò in difesa della Juve triadesca dal ritiro della Nazionale (di cui era ed è capitano), e come fu costretto a ritrattare il giorno dopo in sala stampa, col volto teso e l’occhio vitreo di chi aveva appena subito una bella ramanzina dal “professoron Guidorossi”, il quale aveva intimato al napoletano di correggere il tiro, minacciandone altrimenti l’esclusione (sua e di altri compagni juventini) dalla spedizione in terra tedesca.
Spedizione poi vittoriosa grazie soprattutto a Cannavaro e soci di maglia bianconera, nella finale più “mono-squadra” che la storia del calcio ricordi.
Non ci sembra il caso di criticare la scelta di Cannavaro in quell’estate; la sua fu una scelta molto professionale, per chi pensa in grande.
Chi è rimasto, definito eroe, in alcuni casi ha guadagnato poteri e vantaggi che gli erano stati preclusi dalla precedente gestione; in altri casi ha alzato la cresta per ultimo e non è stato accontentato, rimanendo controvoglia; per altri ancora non si sono concretizzate determinate situazioni “ad incastro” oppure erano invischiati in faccende estranee all’aspetto tecnico.
Quindi, tifosi juventini, non storcete il naso di fronte alla trattativa per Cannavaro: le cose sulle quali bisognava polemizzare sono altre, e solo per limitarci all’aspetto tecnico, hanno nomi e cognomi ben precisi; Jorge Andrade, Sergio Almiròn, Tiago Cardoso Mendes, Dario Knezevic, Christian Poulsen.
Con quei soldi, ci si comprava Xabi Alonso e Diego (o Silva), tanto per rimanere su tre nomi in voga.
Cannavaro, pur 36 enne, e anche se non fosse più esplosivo come tre anni fa, resta Cannavaro.
Sostituire Knezevic con uno come lui è in ogni caso un fatto positivo (e su questo siamo d’accordo tutti, credo…); aggiungere l’ex pupillo di Ferrara a Legrottaglie e Chiellini (già espressosi favorevolmente sull'eventuale ritorno del partner di reparto in Nazionale), più Mellberg (quello visto in questa stagione resta un dignitoso cambio) e valutare cosa fare del giovane Ariaudo (se inviarlo a giocare con continuità oppure farlo crescere all’ombra del partenopeo) è già un passo avanti.
Resta da capire il ruolo di Ranieri nella trattativa: se ha dato un parere o meno.
Lo capiremo meglio nei prossimi giorni.
Per una volta, il silenzio della società (notoriamente loquace), che non conferma (ma nemmeno nega) la trattativa, sembrerebbe di buon auspicio.

PERCHE’ CANNAVARO NO:
Ben poche le controindicazioni; una su tutte, di carattere statistico: se dovesse iniziare a farsi male, i tempi di recupero sarebbero quelli di un 36enne logorato da anni di battaglie.
Ovviamente ci si augura di non averlo “rotto”.
Altra obiezione: si punta sul “progetto giovani” e poi si va a trattare il ritorno di Cannavaro?
Si tarpano le ali al giovane Ariaudo?
Beh, non più tardi di una settimana/dieci giorni fa il presidente Cobolli aveva dichiarato che il futuro della Juventus verrà costruito su Del Piero.
Che di anni ne avrà 35 a novembre.
E la logica dei parametri zero di questi anni ha sempre portato all’acquisizione di ultratrentenni, Grygera escluso.
La questione del tradimento, già trattata nel paragrafo precedente, è facilmente superabile: alla prima uscita palla al piede dalla propria area, al primo salvataggio in scivolata sull’attaccante avversario che ruzzola a terra come fosse finito contro un tir.
Ecco, siamo certi che molte perplessità andrebbero scemando nell’istante in cui si dovesse verificare un’azione del genere.
Juventini, coi tempi che corrono, e con quello che abbiamo visto in questi tre anni (invito nuovamente a rileggere trenta righe sopra), Cannavaro sarebbe grasso che cola.


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