Due settimane di follia

del pieroTroppo lunghe due settimane senza campionato, bisognerebbe abolire l'attività delle nazionali a stagione in corso e concentrarne gli impegni in un periodo preciso. Così, magari, uno si organizza e in quel periodo va in vacanza con la famiglia, evitando di sentire e vedere cose dell'altro mondo.
In questi quindici giorni, troppe sciocchezze sono state dette, scritte e strillate a sproposito, e, visto che si parlava di Nazionale, la prima riguarda la
questione Cassano; il barese (8 gol in questo campionato) è stato invocato come salvatore della Patria pallonara dai media, scagliatisi contro il cittì campione del mondo in carica, reo di aver lasciato a casa il quasi 27enne Fantantonio brufoloso e di avergli preferito il partner di club Pazzini. Il quale Pazzini è colpevole di aver segnato nel solo 2009 quanto il più illustre compagno di squadra in tutta la stagione. E di esordire in azzurro con gol. Ma l’infortunio di Di Natale, che Lippi non ha sostituito, ha reso l’atmosfera dei giorni scorsi a tratti insostenibile. Prima gli auspicati (dalla stampa) fischi che la Bari orfana dell’uomo dalle 700 donne avrebbe potuto/dovuto indirizzare agli azzurri; poi le lodi sperticate e i generosi applausi tributati al Trap (ormai nulla più che un inguaribile paraculo) e ai suoi rugbysti mancati, giudicati eroici nel pareggiare una partita giocata per 90 minuti in superiorità numerica, quasi fossero loro (sempre per i media nostrani) la nazionale di casa.
Lippi sapeva cosa avrebbe significato tornare in azzurro, i reduci delusi dalla campagna denigratoria preparata e poi sfumata nell’estate del 2006 avevano puntato i cannoni verso Viareggio
, fin dal primo giorno in cui il sedere del Marcello si era appoggiato nuovamente sulla panchina della FIGC. Lippi poteva immaginarselo, e bene avrebbe fatto a declinare l’offerta, ma, certamente, leggere ed ascoltare chi addirittura invoca Donadoni “perché lui Cassano lo faceva giocare” fa scompisciare dalla risate. Alla prossima gara, dovesse svolgersi a Milano, Lippi non dimentichi di convocare immediatamente il Nuovo Fenomeno Mondiale, alias Davide Santon, primo nerazzurro eleggibile negli ultimi tre anni e, per i cantastorie “bauscia”, ormai destinato a ripercorrere le mirabolanti gesta del totem Facchetti, nonostante gli avversari dell’Inter, a turno, gongolino sapendo di ritrovarsi il giovanotto ferrarese sulla propria strada.
Non solo Nazionale, però. Sono stati i giorni di uno sciatto e trasandato Mourinho, in tv da Chiambretti a mostrare grande arguzia dialettica e altrettanta arroganza “interistica”. Arroganza da bar, nello scendere a toni da “Brogiesso di Bishgardi”, quando il “portuguese” si è messo a fare la conta degli episodi pro e contro la sua Inter, bisticciando con il saltimbanco di turno, tifoso milanista, e atteggiandosi a Robin Hood, difensore della povera
(!!!) Inter assediata dai troppi nemici mediatici. Un Robin Hood da 8, 11 o chissà quanti (stando a parole sue risalenti a qualche mese fa) milioni di euro netti l’anno. Non male. A completare la scena, mancava solo la Gazzetta dello sport (a proposito di media ostili, vero Mourinho?) sulle ginocchia e il bicchiere di bianco frizzante da sorseggiare, poi il quadro sarebbe stato perfetto.
Mentre Ibrahimovic sfoglia la margherita (resto, non resto, resto…) e dichiara che i due scudetti vinti alla Juve sono sacrosanti e guai a chi glieli tocca, ancora una volta fa parlare di sé Adriano, coinvolto in Brasile in un festino con amici, amiche e
… altri generi… e immancabilmente in ritardo all’appuntamento con l’aereo. Evidentemente l’Imperatore soffre incredibilmente la tratta di ritorno Rio-Milano.
Dall’altra parte del Naviglio, in dieci giorni hanno detto questo: Ancelotti resta; no, Ancelotti va al Chelsea, anzi al Real Madrid; sì, il Milan promuoverà in panchina Leonardo; no, trattano con Rijkaard, anzi, Van Basten; no, basta, Ancelotti resta fino a fine contratto e poi rinnova se vince lo scudetto. Ci avete capito qualcosa? Kakà dal Brasile si lamenta con lo staff medico rossonero, colpevole di non seguirlo con la stessa scrupolosità e premura con la quale i sanitari della
Seleçao si sono presi cura di lui. Che cosa intendeva? Per caso, c’era pure lui alla festa di Adriano?
Il sindaco capitolino Alemanno promette: “costruiremo due stadi per Roma e Lazio, l’Olimpico non è più adeguato per il calcio”. Ovvero: lo pagherete voi contribuenti e lo gestiranno le società, intascando preziose risorse per tamponare le voragini di bilancio.
E a Firenze spingono per il progetto Fondazione Viola. Altri seguiranno, statene certi, a breve.
E a Torino? A Torino Camolese prova a salvare i granata, che intanto (a proposito di stadio) pensano a far rivivere il Filadelfia; notizia già sentita
, e stantia quanto la 2546esima puntata di “Beautiful”. Come sempre, quando la realtà fa schifo, da quelle parti provano a rifugiarsi nel passato.
Tutto questo mentre la Nuova Juventus ringrazia (lo stadio se lo paga tutto da sola o quasi, per la serie: cornuti e mazziati anche stavolta) e Cobolli Gigli non vede l’ora, tra uscite di dubbio gusto e proclami lanciati al vento, di consigliare la neo-mamma Rosella Sensi sul progetto del fantomatico nuovo impianto giallorosso. In corso Galfer ribadiscono che Nedved si ritirerà, e che per sostituirlo arriverà un campione. Si parla di Silva, Diego, Hamsik, Ribery: metà di questi con Nedved non c’entrano nulla, e non per quanto riguarda il ruolo, ma per l’effettivo valore. Quindi la Juve potrebbe indebolirsi.
Anche perché i procuratori di Trezeguet e Buffon paventano la possibilità di trasferimento per i loro assistiti
, in presenza di “offerte indecenti o irrinunciabili”. Tre “samurai” al passo d’addio? Soprattutto tre stipendi pesanti da tagliare e da sostituire con figure meno esigenti, perché la società non solo non smentisce, bensì conferma e “apre” alle ipotesi di cessione, convinta di riuscire a far cassa, tipo estate 2001, quando, per Inzaghi e Zidane in uscita, entrarono in rosa lo stesso Buffon, Thuram e Nedved. La manovra sarebbe anche condivisibile, anzi, addirittura lodevole considerando fattori quali l'età dei soggetti interessati e l'incidenza dei loro ingaggi sul bilancio. Solo che ora, ammesso che si riesca a monetizzare adeguatamente l’eventuale partenza dei grossi calibri di cui sopra, chissà quali nuovi Tiago, Almiròn e Knezevic potrebbero arrivare.
Si avvicina Floccari (28 anni, prima stagione in doppia cifra...), si allontana Cassano, e di per sé potrebbe non essere un male; ma il motivo potrebbe essere inquietante, perché, parole e musica del presidente binario
: “Ranieri costruirà tutto quel che deve su Del Piero”. Traduzione: Del Piero, 35 anni a novembre, concorrenti scomodi non ne vuole, e la società obbedisce. C’è chi investe su Pato, chi promette di farlo su Aguero; alla Nuova Juventus pensano di sventolare la bandiera del numero 10 sotto il naso dei tifosi fino all’età pensionabile. Complimenti.


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