Milan-Juve 0-2. Di nuovo a +11

Conte sfata un altro tabù, uscendo con i tre punti dal San Siro rossonero.
Non vi era mai riuscito prima, dopo il pari del 2012 (quello del gol buono annullato a Matri prima del pareggio e le mancate espulsioni di Mexès e Muntari) e la sconfitta dell'autunno dello stesso anno solare (di rigore, per fallo di ascella di Isla fischiato da Rizzoli).
Soffre la Juve, persino troppo, ma vince come le grandi sanno fare.
Dopo i primi 5 minuti nei quali i bianconeri sembravano aver interpretato la partita sulla falsariga della trasferta turca, piano piano il Milan prende campo, vince tutti i duelli fisici, imprime al match un'intensità che la Juventus non riesce a sostenere.
Bonucci salva sulla linea il secondo tentativo di Kakà (precedentemente fermato da Buffon), Abbiati compie un miracolo su Lichtsteiner, ma in generale Pazzini e compagni si presentano spesso davanti a Buffon sbagliando fortunatamente l'ultimo e decisivo intervento.
A fine tempo però il primo errore di Rami consente a Marchisio di ricevere un lancio profondo di Bonucci, servire Tevez che inventa una magia per Lichtsteiner, a sua volta bravissimo ad evitare ancora il marocchino ex Valencia e a porgere il più comodo dei palloni da spingere in rete a Llorente.
Gol numero 11 in campionato per il basco, che - come il compagno di reparto - supera la soglia dei 10 gol e di conseguenza i colleghi che hanno retto le sorti dell'attacco bianconero nelle due stagioni precedenti.
La ripresa ha visto il Milan non riuscire a mantenere lo stesso ritmo del primo tempo, la Juve difendersi con ordine provando a contrattaccare soprattutto con il solito Tevez, salito alla ribalta in ogni fase: primo difensore, a rincorrere e contrastare avversari; primo pericolo per la porta di Abbiati, che lo ferma una volta ma nulla può sulla sberla da 25 metri che sbatte sulla traversa e finisce in rete.
Partita chiusa, il tempo per una traversa colpita da Pirlo su punizione e un palo dell'insufficiente (e a tratti irritante) Pogba -prima di un'altra traversa colpita da Robinho allo scadere - e tanti saluti ai sogni di Galliani, che almeno stasera ha potuto realizzare il suo sogno: vedere Tevez a San Siro in una partita del Milan.
Battute a parte, la Juventus ha pagato il lungo viaggio verso Trebisonda e ritorno; ancora più probabilmente la condizione generale della squadra non è ancora ottimale e sicuramente l'avversario di oggi attraversa un momento di buona salute.
Un classico per il Milan, da ormai due anni abituato a giocare due campionati: il primo a livello della zona retrocessione, quello in cui Galliani dà il meglio di sé inventandosi improbabili e bizzarre classifiche per nascondere l'evidenza dei fatti; il secondo, generalmente da febbraio in poi, in cui a Milanello ci si rimbocca le maniche e si tenta di risalire la china, un periodo nel quale Galliani solitamente torna a frequentare assiduamente le telecamere parlando preferibilmente di futuro con la consueta baldanza.
Magari con il concomitante intervento di "circostanze favorevoli" nel campionato in corso, anche se stavolta per questo Milan l'impresa di centrare l'ultimo posto utile per l'Europa League appare sinceramente al limite dell'impossibile.