Contropiede e ripartenze

Giovanni TrapattoniSembrava crisi, e in qualche maniera crisi è ancora; sicuramente per la condizione fisica, altrettanto per la mancanza degli uomini chiave e ancor più per il lento inserimento dei nuovi acquisti.
Ma nell’anticipo del sabato la Roma è riuscita a ritrovare un po' di gioco, quel gioco che le ha permesso in questi ultimi due anni di esprimersi a ottimi livelli sia nel campionato italiano che in Europa.
Di fronte si è trovata una Reggina fin troppo arrendevole nello spirito di trasferta e di conseguenza la partita si è, fin da subito, incanalata sull binario migliore per gli uomini di Spalletti.
C’è da dire che i primi tempi, e soprattutto le fasi iniziali delle partite fino ad ora disputate, erano stati tutto sommato più che buone (sempre in vantaggio nelle tre di campionato e nell’esordio in Champions) salvo poi far trapelare una condizione molto approssimativa che è costata il pareggio interno con il Napoli e la sconfitta a Palermo, oltre alla pesante sconfitta interna all’esordio in Champions contro i campioni di Romania del Cluj.
Ieri sera questo non è successo, come detto grazie anche alla timidezza della Reggina e ad un sempre più ispirato Cristian Panucci, che ha sbloccato ancora una volta il risultato per i giallorossi.
Dopo il raddoppio propiziato dalla splendida rete di Aquilani (pallone all’incrocio con tiro dal limite di sinistro) la partita è scivolata via in piena tranquillità e si è conclusa con il 3-0 di Perrotta a tempo scaduto.
Nel pomeriggio la capolista Atalanta aveva affrontato, in trasferta, il Catania.
Partita abbastanza piacevole grazie all’ottima condizione fisica e mentale degli uomini di Del Neri che, dopo un avvio timido, hanno preso il pallino del gioco sfiorando per ben sei volte il vantaggio durante il primo tempo.
Nella ripresa, con le squadre più accorte, solo un episodio poteva far cambiare il risultato e l’episodio è arrivato con l’errore di Coppola sul tiro di Paolucci.
L’Atalanta si è riversata nella metà campo dei rossoblu cercando il pari che, però, non è arrivato.
Il Sabato si è così concluso con il Catania, insieme alla stessa Atalanta e alla Lazio, impegnata nel posticipo della domenica sera contro il Milan, in testa al campionato con 6 punti.
Il pomeriggio domenicale ha offerto molti spunti interessanti, con le grandi impegnate, Inter e Juventus, in trasferta e la Fiorentina in casa nel derby dell’Appennino contro il Bologna.
Sugli altri campi Udinese e Napoli si sfidavano al Friuli di Udine, in una partita piacevole ma terminata sullo 0-0, la Sampdoria di uno stratosferico Cassano, su un campo al limite dell’impraticabilità, causa un improvviso temporale a mezz’ora dal fischio d’inizio, ha impattato (1-1; Franceschini e Langella) contro un buon Chievo.
Altro pari è arrivato dalla Puglia tra Lecce e Siena; primo tempo a favore dei toscani con relativo vantaggio di Ficagna e qualche occasione sprecata per il raddoppio; secondo tempo targato Lecce con pareggio (secondo gol stagionale) di Caserta e, grazie ad un superlativo Curci, il risultato è rimasto invariato.
Al Barbera di Palermo è arrivata invece la seconda vittoria (2-1) consecutiva (doppia interna) per i rosanero contro un Genoa che, dopo l’ottima prestazione interna contro il Milan, ha subito la seconda sconfitta stagionale esterna.
Ancora in gol Cavani (secondo stagionale) ed eurogol di Bovo su punizione dai 35 metri; per i “grifoni” ha accorciato le distanze, a pochi minuti dal termine, un sempre più convincente Diego Milito, ex Saragozza, che sarà la punta di diamante per la salvezza degli uomini di Gasperini.
Tornando alle grandi è arrivata la prima vittoria in campionato per la Fiorentina, 1-0, grazie all’ennesima realizzazione (5 nelle 6 gare disputate, e 3 in 4 giorni) di Alberto Gilardino che sembra essere tornato il bomber di Parma (guarda caso con Prandelli allenatore).
Il Bologna non è stato certamente a guardare e si è giocato la partita a viso aperto, ma dopo la vittoria all’esordio contro il Milan è arrivata la seconda sconfitta consecutiva.
Capitolo Inter e Juventus.
Entrambe vittoriose (3-1 dell’Inter a Torino e 1-0 della Juventus a Cagliari) hanno dato dopo tre giornate la prima svolta al torneo, denotando delle somiglianze.
Anni fa si è sempre fatto riferimento al gioco di un certo Giovanni Trapattoni, il quale, nonostante avesse a disposizione campioni esteri e nazionali italiani, impostava il gioco della propria squadra sul difensivismo, con relativi contropiedi (in tempi moderni divenute “ripartenze”) che, spesso e volentieri, si concludevano con il gol, dopo aver impostato la partita su di una difesa granitica che difficilmente subiva reti.
L’Inter di questo inizio stagione, nonostante critica televisiva e addetti ai lavori sbavino di fronte al nuovo “messia” del calcio moderno Josè Mourinho, assomiglia sempre più alle squadre “trapattoniane”; grande difesa (2 gol subiti ed ininfluenti in 3 partite, Champions compresa, solo il gol di Del Vecchio all’esordio contro la Sampdoria è costato punti in classifica) e un contropiede devastante che ha portato in sole 4 gare l’attacco neroazzurro a realizzare ben 8 gol (2 a partita).
Oggi all’Olimpico di Torino contro i “granata” si è confermata questa tendenza di inizio anno e, grazie all’ennesimo autogol (Pisano) stagionale (3 in due gare), i piani di “the special one” si sono fatti più agevoli, nonostante un ottimo inizio degli uomini di De Biase che avevano messo, grazie al ritmo ed a un buon pressing a centrocampo, in difficoltà la compagine neroazzurra.
Da lì in avanti, complice anche l’infortunio di Rosina, fino a quel momento uno dei migliori in campo, è andato in scena il contropiede, o ripartenze che dir si voglia.
Il gol del 2-0 (splendida la realizzazione di Maicon) ha visto partecipare all’azione ben 5 neroazzurri, che con soli tocchi di prima sono usciti dalla loro metà campo (una magia lo stop di Ibrahimovic che ha fatto ripartire l’azione) presentandosi nell’area di rigore granata.
A quel punto il match si è fatto in discesa e nella ripresa, ancora in contropiede dopo un calcio d’angolo del Torino, l’Inter ha fatto tris con Zlatan Ibrahimovic.
Per i meno giovani sarà sicuramente semplice capire cosa succedeva a quel punto alle squadre di Trapattoni e, come accadeva al tecnico di Cusano Milanino, anche l’Inter del “messia” ha tirato i remi in barca permettendo ai granata di accorciare prima le distanze con Abbruscato e poi, grazie ad uno palo e a due super interventi di Julio Cesar, di terminare il match con più di un brivido.
Insomma molte, troppe le analogie nel gioco dell’ex tecnico della Nazionale e del portoghese approdato in Italia con l’etichetta di tecnico migliore al mondo (dichiarazione di giornata del presidente di Via Durini).
Analizzando bene c’è anche da dire che probabilmente la squadra neroazzurra è stata concepita (dopo gli arrivi estivi di Mancini e Quaresma), per caratteristiche, per questo tipo di gioco e, grazie ai molti campioni a disposizione, può già essere ipotizabile che di strada ne farà molta: l’importante è che carta stampata e media non ci vendano “the special one” come il tecnico che ha portato in Italia un’innovazione perchè, grazie al “Trap”, l'avevamo già vista.

La Juventus, da par suo, è molto vicina a questa concezione di gioco (gioco?), e le statistiche lo confermano ampiamente; in 6 partite ufficiali (4 vittorie e 2 pareggi) la squadra allenata da Ranieri ha realizzato 9 reti subendone solo 2 (solo una influente, di Gilardino) e, nelle ultime tre gare, 3 soli gol hanno permesso ai bianconeri di realizzare 9 punti (6 in campionato e 3 in Champions).
Oggi a Cagliari, senza Del Piero, tenuto precauzionalmente a riposo per una leggera distorsione al ginocchio, e Trezeguet, che rimarrà fuori dai 3 ai 4 mesi per la pulizia in artroscopia al ginocchio destro, ha portato a casa i 3 punti con un gol in collaborazione delle altre due punte a disposizione di Ranieri, Iaquinta e Amauri, il primo bravo ad assistere il secondo che di destro a girato imparabilmente la sfera in rete.
La partita è stata decisa dal gol di Amauri, anche se durante il match le occasioni per raddoppiare sono state diverse, e dall’intervento salva risultato al ’90 di Manninger (Buffon è uscito tra il primo e secondo tempo per un fastidio all’adduttore della coscia destra); 3 punti preziosi per la classifica.
Ottime anche le prestazioni di Pavel Nedved, buono il suo inizio di stagione, e Marco Marchionni, che ha preso l’eredità lasciata da Camoranesi con una partita tutta corsa e sostanza, dispensando ottimi assist per i due attaccanti (da un suo cross è nata la rete di Amauri).
Sugli scudi Amauri, migliore in campo, con una costante presenza su tutti i palloni a lui destinati.
Insomma, una squadra quadrata che sfrutta, a differenza dell’Inter, un po' meno il contropiede (mancano certe prerogative ai singoli) e un po' di più la solidità difensiva. Inter e Juve che stanno davanti, in Champions e in campionato, praticando un gioco trito e ritrito ma che, evidentemente, dà le garanzie necessarie a chi lo fa interpretare dai propri uomini.

Luci accese a San Siro per il posticipo serale tra l’imbattuta Lazio di Zarate e compagni ed il Milan degli zero punti dopo due giornate.
Fin dalle prime battute è evidente come gli uomini di Ancelotti abbiano la seria intenzione di sbloccare una classifica che li vede già in ritardo di ben 7 punti dal duo di testa Inter e Juventus. Dopo pochi  minuti è Clarence Seedorf a portare in vantaggio i rossoneri con una botta di destro dall’interno dell’area di rigore sotto la traversa, dopo una fortunata carambola con Ledesma.
La Lazio reagisce e da un calcio d’angolo per i rossoneri parte il contropiede biancoazzurro; è ancora l'attaccante argentino Zarate (4 gol in 3 partite) che di sinistro beffa Abbiati sul proprio palo per il gol del pareggio.
La Lazio di stasera, però, non è la squadra che ha sfruttato l’ottima velocità di base dei suoi uomini per racimolare 6 punti nelle prime due giornate, ed il Milan, a sua volta, non è la squadra molle che ha perso sia in casa con il Bologna che a Marassi con la Sampdoria.
Un’invenzione di Zambrotta dai 30 metri riporta in vantaggio il Milan, che conclude il primo tempo sul 2-1.
La ripresa inizia subito con il terzo gol rossonero firmato Pato, che insacca di testa un cross proveniente dalla sinistra di Jankuloski.
Partita praticamente archiviata, anche perché la Lazio perde mordente e voglia di lottare, permettendo al Milan di trovare anche il quarto gol con Kakà, con un tiro da fuori area sotto l’incrocio.
Va in archivio la terza giornata di campionato con il cambio in vetta alla classifica, ora sono Inter e Juventus che comandano con 7 punti, rimangono ferme al palo Lazio e Atalanta a quota 6, raggiunte dal Catania e dal Palermo.
La Fiorentina fa un passo in avanti portandosi a 4 punti, mentre il Milan fa segnare la prima vittoria stagionale cancellandoi lo zero in classifica; unica squadra ancora a zero punti rimane il Cagliari.
Da un punto di vista arbitrale il week-end si archivia senza grossi errori.