La 'Notizia' (con la N maiuscola) passata qualche giorno fa sui media è quella che il club portoghese del Boavista sarà riammesso nella prima divisione portoghese dalla quale fu retrocesso nel 2008, con l'accusa di aver corrotto un gruppo di arbitri. In Portogallo Calciopoli fu tradotta "Apito dourado" (= fischietto d'oro); il Boavista non fu la sola Società coinvolta: ma gli altri club impigliati ne uscirono con un buffetto, esattamente come nella Farsopoli di casa nostra.
Però il Boavista non si arrese: attraversò un periodo di crisi nera, che tuttavia non ha impedito ai suoi dirigenti di dichiarar guerra alla Federazione portoghese; il 21 febbraio scorso il Tribunal Administrativo de Circulo di Lisbona (assimilabile al nostro Tar) ha dato ragione al Boavista chiedendo alla Federazione di cancellare il verdetto del Consiglio di Giustizia che aveva reso operativa la retrocessione del 2008.
Ragion per cui il club potrà iscriversi alla prossima Primeira Liga che passerà così da 16 a 18 squadre; e per il Boavista è previsto un risarcimento di 23 milioni di euro.
Un episodio che fa stringere il cuore e mangiare le mani ai milioni di tifosi bianconeri: il ricorso al Tar era bell'e pronto e, bisogna dire, ben redatto. Poi il CdA del 31 agosto 2006 decise che non se ne sarebbe fatto niente, la Juve accettava il suo misero destino in serie B e il resto del carrozzone sgangherato andava avanti, con i suoi dinosauri, i suoi scudetti di cartone, le sue partecipazioni alla Champions e le sue serie A. Fu quello forse il momento in cui lo sbigottito popolo bianconero riprese definitivamente coraggio e cominciò a riunirsi sui forum, sul web: finalmente aveva capito, fino in fondo, contro chi doveva lottare, non solo contro il fuoco nemico, ma anche contro il fuoco amico.
Diciamo che un segnale, chiarissimo, c'era già stato: il paradossale teatrino della tragicomica pseudodifesa dell'avvocato Zaccone. Praticamente una resa incondizionata, una richiesta di pena, graziosamente accettata dall'accusa, che forse appunto si interrogava su cosa desiderasse in realtà la quinta colonna torinese che aveva scaricato la Triade con un fretta che tradiva le intenzioni: Zaccone disse di aver letto tutto, in una settimana; gli avvocati di Moggi ci avrebbero messo cinque anni a smontare la Farsa. E lui, novello Maramaldo, aveva evidentemente un compito da eseguire, per la cui perfetta esecuzione fu lautamente retribuito (500.000 euro).
Solo in seguito si venne a sapere chi aveva ispirato le menti dei componenti di quel CdA: nessuno di loro fiatò. Ad illuminarci arrivò il regalo di Natale di Joseph Blatter che, in un'intervista all'Ansa del 23 dicembre 2007, se ne uscì così: "Non dimenticherò mai l'aiuto fornito da Luca di Montezemolo. Credo che sia ora passato abbastanza tempo per poterne parlare. Quando scoppiò Calciopoli, nel 2006, Luca di Montezemolo svolse un importantissimo ruolo di moderatore. è in gran parte merito suo se la Juventus non si rivolse ai tribunali ordinari dopo le sanzioni conseguenti allo scandalo". Già, quel Luca Cordero di Montezemolo che alla Juve già aveva fatto danni sul campo nel 1990-91 quando l'Avvocato, pentendosene poi amaramente, gli mise in mano la cura della Juventus, col ruolo di vicepresidente esecutivo: flop totale, con un settimo posto e le bollicine di champagne di Maifredi diventate più aspre dell'aceto.
Naturalmente non è mancato il commento di Cobolli Gigli, che di occasioni per stare zitto non se ne lascia sfuggire mezza; ha sostenuto che innanzitutto le due vicende sono diverse: "Ritengo che non si possano fare accostamenti tra le due situazioni. Non conosco bene le modalità avvenute in Portogallo, ma non c’è dubbio che è veramente complicato paragonarle a ciò che è successo in Italia nel 2006”. Tradotto: non so cosa sia successo in Portogallo, ma sicuramente non si può fare un paragone; ci dovrebbe spiegare come si può fare un paragone senza conoscere uno dei due dati. Comunque la differenza fondamentale gliela spieghiamo noi: in Portogallo l'accusa era ben più grave, ed era relativa non a palline che non si aprivano od erano ammaccate, non a telefonate dagli interlocutori presunti e dal contenuto ignoto, ma ad arbitri 'comprati'; perché uno dei lati grotteschi di Calciopoli è che non è girato un euro, nessun arbitro è stato comprato, nessun campionato è stato alterato (lo dicono entrambe le sentenze di Napoli).
E poi: "Non ci fu alcuna pressione da parte di Montezemolo, lo ribadisco. E’ stata una nostra esclusiva scelta quella che abbiamo preso nella riunione di fine agosto del consiglio di amministrazione di 7 anni e mezzo fa. E ripeto fu una decisione inevitabile per evitare pesanti sanzioni e ricadute di gran lunga negative per il futuro del club”. Premesso che una scelta del genere, alla luce non solo di quanto accaduto in Portogallo, ma dell'effettiva inesistenza degli addebiti, come è emerso dal dibattimento di Napoli (non dalle sentenze, ferme alle informative di Auricchio), è tutt'altro che una medaglia da appuntarsi al petto, qua resta solo da pensare che Blatter sia un bugiardo patentato: ma il numero uno della Fifa non aveva nessuna ragione o guadagno per uscirsene con quell'affermazione se non fosse stata vera; e non ha mai smentito.
"Abbiamo ricevuto, come già detto più volte, pesanti moniti e pressioni da parte dell’Uefa che ci ha minacciato di escluderci dalle competizioni internazionali per i prossimi anni. E a quel punto siamo stati messi alle strette e per forza di cose dovuto agire in quel momento". Come se lui, Blanc, Elkann e Secco in quegli anni avessero riempito la bacheca di trofei internazionali; e nemmeno per gli altri club portoghesi (ammesso che a questo punto a noi potesse importare qualcosa di altri) ci sono state conseguenze per la guerra tra il Boavista e la sua Federazione. Ma sappiamo che per Cobolli Gigli la serie B fu una meravigliosa avventura, nell'ambito della quale approdò persino allo stadio di Caltagirone: la Juve nel frattempo giocava altrove, ma a lui che interessava?
E torniamo alla domanda che ci rode e ci devasta dentro?
COSA SAREBBE SUCCESSO SE.....
E per finire ce ne aggiungo un altro.
COSA SAREBBE SUCCESSO SE Moggi non avesse avuto la straordinaria forza interiore, oltre ai mezzi, per poter mettere su quel formidabile pool che, capitanato da Nicola Penta, ha sbobinato tutte le intercettazioni "che non c'erano" e ha trovato le prove che Calciopoli era una Farsa. Che i responsabili di illeciti erano altri. Che le indagini non solo erano state fatte a senso unico, ma erano state chiaramente indirizzate, con baffi e baffetti. Le telefonate di Facchetti e Moratti non sarebbero mai esistite, il campionato 2004-2005 sarebbe passato alla storia come falsato, l'Inter come illibata (secondo il vangelo di Guido Rossi).
Tanti arbitri e assistenti, che già ci hanno rimesso la carriera e la tranquillità, avrebbero perso dignità e onore, bollati per l'eternità come ladri (senza averci guadagnato un euro).
Quanto alla Juve, forse non avrebbe mai nemmeno ritrovato Andrea Agnelli né Antonio Conte e avrebbe continuato a destreggiarsi tra settimo e un ottavo posto (forse) della classifica. Ma soprattutto sarebbe stata uccisa la verità, un lusso che nessuna società civile può mai permettersi. Meditate, gente, meditate.