Siena - Juve 2006: L'ultima gioia prima della grande farsa

trezeguetIn pochi avrebbero immaginato che Siena-Juventus del 30 aprile 2006 avrebbe rappresentato una partita spartiacque per il campionato 2005/2006, quello dei 91 punti ( “teste di cazzo!!” cit. Giampiero Mughini), e ancora meno avrebbero immaginato che nulla sarebbe stato più come prima di quella domenica. Il match del Franchi avrebbe dovuto essere una pura formalità per la compagine di Capello che, tra marzo e aprile, aveva dilapidato un vantaggio di 10 punti in classifica nei confronti del Milan di Ancelotti. Quella squadra capace di vincere 17 partite su 19 nel girone d’andata, schiantando gli avversari per strapotere fisico, tecnico e tattico, sembrava essere scomparsa con l’arrivo della primavera: molti degli uomini migliori erano in evidente debito di ossigeno e i 5 pareggi 5 gare nelle 5 gare precedenti ne erano una prova tangibile. Madama si presentò dunque a Siena con la consapevolezza di non poter più sbagliare: in fondo, dopo il pareggio casalingo 1-1 contro la Lazio, il Milan era distante solo 3 punti.

La pioggia copiosa, un preludio all’autunno più che il segnale di una primavera inoltrata, rimandò inevitabilmente col pensiero i tanti tifosi bianconeri presenti sugli spalti, e quelli ancora più numerosi davanti alle pay-tv, ai fantasmi di Perugia, fantasmi che la squadra riuscì però a scacciare con una prova di forza degna della Juve d’inizio stagione: tre gol nei primi otto minuti. Al 3’ fu Vieira ad andare in rete, di testa su angolo di Nedved, mettendo il pallone di testa sul secondo palo. Due minuti dopo a dare il via al secondo gol fu ancora Nedved quando, dopo una discesa sul centro-sinistra, servì Del Piero che, contrastato da un difensore, involontariamente offrì a Trezeguet un meraviglioso assist: e il francese, da grande goleador, con un destro rasoterra la metteva tra palo e portiere. All’ 8’ fu Del Piero a far partire un’azione di rimessa servendo centralmente Vieira, il quale a sua volta porse sulla destra a Mutu che insaccava facilmente alle spalle di Fortin, mentre questi era fuori dalla porta. Tre gol nelle fasi iniziali del match non erano cosa nuova per la Juve di Capello: tale situazione si era già verificata ad Ascoli e ad Empoli, in quella stessa stagione (partite poi terminate 1-3 e 0-4 per Madama). Il Siena cercò di reagire, grazie al suo trio d’attacco composto da Locatelli (tiro deviato al 29'), Bogdani (tiro sull’esterno della rete al 35’) e Chiesa (una traversa colpita nella ripresa), per cambiare l’inerzia del match, ma i bianconeri torinesi diedero la sensazione di controllare la situazione senza troppe difficoltà grazie alla ritrovata brillantezza di Vieira a centrocampo, con Kovac e Cannavaro in difesa in ottima condizione. Solo Del Piero nel secondo tempo provò a concludere verso la porta senese, su assist di Zebina, senza successo e senza smuovere il risultato da quello 0-3 che sarebbe rimasto tale anche al triplice fischio finale. A margine della gara, la Juventus continuò il silenzio stampa proclamato qualche settimana prima, mentre il tecnico dei toscani De Canio ai microfoni si Sky provò a spiegare: "Eravamo pronti, anche molto motivati e carichi, però ci è capitato piuttosto spesso di farci sorprendere quest'anno, ed è successo anche oggi, se vai sotto contro la Juve è difficilissimo recuperare". “Le polemiche di questa settimana mi hanno dato fastidio come uomo - aggiunge De Canio - ma non hanno condizionato il nostro impegno né la preparazione della gara, l'abbiamo preparata nel migliore dei modi, per conto nostro. Quando si va in campo ognuno pensa ai propri interessi".

Le polemiche sulla gara erano state innescate da Stefano Argilli, ex centrocampista e capitano del Siena, a cui non era stato rinnovato il contratto al termine della stagione 2004/2005. In un’intervista al quotidiano Avvenire, aveva dichiarato: “La decisione non è dipesa da De Canio né dal ds Perinetti, quanto invece dalla Gea. E precisamente dal signor Luciano Moggi. E' lui a fare il mercato del Siena e non solo. Lo sanno tutti che la sua Gea ha le mani in pasta un po' ovunque. Del resto al calcio italiano evidentemente fa comodo un accentratore”. Un episodio che fu solo l’antipasto di quello che sarebbe successo la settimana successiva, con la pubblicazione delle prime intercettazioni che avrebbero gettato nel fango Moggi, Giraudo, la Juventus e tanti di anni di di successi sportivi e finanziari (dettaglio da non trascurare mai, alla luce della situazione attuale), dando il via alla più grande farsa sportiva di tutti i tempi: Calciopoli. Le accuse di Argilli sono state poi smontate in sede di giustizia penale con l’assoluzione di Moggi (sentenze di I e II grado) dal reato associativo nel processo Gea a Roma: evidentemente non era Moggi l’accentratore del calcio italiano. Augurandoci che tra qualche settimana anche il giudice Casoria confuti quelle tesi e argomentazioni da bar dello sport che da cinque anni gravano sulla Juventus e sui suoi tifosi, attendiamo la partita con la speranza e la fiducia che la squadra di Conte possa rendersi protagonista di una prestazione simile a quella di cinque anni fa, almeno nella conquista dei tre punti.