Quando un giovane Del Piero stese il Parma e le contestazioni

del pieroIl 20 marzo 1994 la Juventus ospitò il Parma allo stadio Delle Alpi, per l’undicesima giornata di ritorno del campionato 1993-94. L’incontro con i Gialloblu arrivò in quello che può essere considerato non solo il momento più difficile della stagione, ma addirittura uno dei più delicati della storia bianconera fino ad allora. La squadra allenata da Trapattoni aveva subìto qualche giorno prima un’umiliante sconfitta per 2-1 in casa contro il Cagliari, che le era costata l’eliminazione dalla Coppa Uefa e l’inizio di una contestazione ferocissima: a marzo la Juve si trovava fuori dall’Europa, fuori dalla Coppa Italia e staccatissima in campionato (9 punti, nell’ultimo anno dei due punti per vittoria) dal Milan di Capello. Momenti di altissima tensione si verificarono nell’allenamento del sabato mattina quando qualche tifoso, nell’antistadio del Comunale, si rese protagonista di lanci di uova contro la squadra, cercando addirittura il contatto fisico con qualche giocatore. Anche l’Avvocato Agnelli nel tardo pomeriggio tentò di spronare i suoi dichiarando ai giornalisti che “i tifosi sono eterni innamorati, normale che talvolta siano delusi, l’importante è che non si abbattano. E’ un momento di crisi, la squadra si è comportata in un certo modo. Ai giocatori dovete dire che se sul campo non rendono come dovrebbero non devono prendersela con voi giornalisti. Le loro sconfitte non nascono dalle vostre critiche”.

Alla domenica, in uno stadio muto per protesta, con tanti striscioni di contestazione caratterizzati da rabbia e anche da un po’ di sarcasmo (insomma, in un clima assolutamente surreale), la compagine torinese, mossa dalla voglia di riscatto e dalla paura (anche fisica) sfornò una prestazione sopra le righe, che portò una rotonda vittoria, per 4-0: un monologo juventino, intervallato da qualche azione degli uomini di Scala, sempre egregiamente sventata da Peruzzi. Curioso che gli autori di un’ottima gara furono proprio gli elementi maggiormente contestati (Fortunato e Moeller su tutti) guidati da chi invece da quella protesta neppure era toccato: Alessandro Del Piero. Chiamato a sostituire Roberto Baggio, l’allora 19nne attaccante di Conegliano Veneto, sembrò non sentire la pressione né dell’ira dei tifosi né del peso che poteva comportare il portare la maglia numero 10, da quattro stagioni appannaggio esclusivo del Codino. Del Piero si segnalò subito per freschezza atletica, tecnica e furbizia in zona gol. Al 17’, su angolo di Moeller, fu lestissimo a ribadire in rete una corta respinta di Bucci, su colpo di testa di Ravanelli, firmando il momentaneo 1-0. Tre minuti più tardi, imbeccato da Dino Baggio in profondità, ancora Del Piero colpì il palo con un tiro fulmineo. La Juventus controllò benissimo il resto del primo tempo con il Parma che si affidava a qualche tentativo di Asprilla, evidenziando anche nella seconda frazione di gioco l’incapacità a costruire una trama offensiva efficace, una morbidezza nell’approccio e un'inadeguatezza tattica che fecero gridare alla vergogna anche Nevio Scala, a fine match. Nel secondo tempo fu ancora Del Piero il grande trascinatore di una squadra che condusse le operazioni con grande personalità, mostrando un calcio vivace e a tratti anche bello; fu Del Piero ad andare a realizzare il 2-0 al 58’ su una splendida apertura di Torricelli, e il 4-0 all’88’ su assist di Moeller, dopo un egregio lavoro di Ravanelli che aveva segnato al 79’ la rete del 3-0.

Per Alex, allora giovane promessa della Juventus e del calcio italiano, quella lontana domenica di marzo fu la prima sfida al Delle Alpi contro il Parma (la prima di tante che negli anni successivi avrebbero avuto come posta in gioco campionati e coppe): una partita poco significativa ai fini del campionato, tappa fondamentale però per capire verso che direzione stesse andando il processo di ricostruzione della Juve, che prevedeva un restyling in panchina e dietro le scrivanie di Piazza Crimea, dopo che per l'ennesimo anno i supporters bianconeri si accingevano a vedere il Milan trionfare in campionato. Tanto che il Trap a fine gara tuonò: “ Le domande in prospettiva fatele a chi arriverà”. Lo stesso Del Piero, a chi gli chiedeva se la tripletta contro il Parma fosse un segnale per Bettega, vicepresidente in carica, chiamato a guidare società e staff-tecnico dal secondo periodo bonipertiano all’avvento di Moggi e Giraudo disse: “Nessun messaggio, ho semplicemente dato quel che potevo e ci sono riuscito”. Per Del Piero, nel 2011, dopo 284 gol in bianconero, la sfida di domenica prossima contro i Ducali rappresenta l’esordio nel nuovo stadio, così come per la Juventus che, nelle ultime due stagioni, all'Olimpico, contro il Parma ha rimediato due sconfitte. Da sottolineare poi che in entrambe le occasioni a punire Madama è stata una doppietta di un prodotto del vivaio bianconero: Lanzafame nel 2010, Giovinco nello scorso gennaio. E' tempo d'invertire la rotta insomma, con la speranza che un’eventuale vittoria possa essere un piccolo mattoncino verso un futuro migliore rispetto al recente passato, perché il popolo bianconero, di settimi posti e di stagioni vissute nell’anonimato, non ne può davvero più.