E arrivò il giorno. Agnelli: Parità e rispetto!

Andrea AgnelliE dopo tante ansie, attese, sofferenze (nostre e dei nostri lettori, davanti a chi con sguardo compassionevole ci diceva "ma è solo un gioco", e invece ci avevano ucciso l'anima) è arrivata una settimana che ha, in un attimo, stravolto tutti gli scenari.
Un antipasto ricco, abbondante e gustoso come un primo piatto, con il rapporto di Palazzi, lo stesso accusatore implacabile della Juve, che scrive a chiare lettere che avrebbe deferito, non fosse intervenuta la prescrizione, l'Internazionale FC, nella persona del suo "allora presidente", per illeciti sportivi, ed il suo azionista di riferimento per violazione della lealtà.
Stropicciamoci gli occhi, è proprio così: senza la prescrizione, si sarebbe visto il vascello degli onesti trascinato in acque melmose per essere sommariamente giudicato e, molto probabilmente, affondato in base ai criteri adottati nel 2006. Benedetta prescrizione, che arreca sollievo a chi sospira per i nerazzurri vestiti.
Pochi di noi avrebbero scommesso sulla grinta e sulla capacità di Andrea Agnelli di forzare gli eventi e ricondurre la storia nei suoi binari naturali. Pochi, perché il giovanotto era appunto un giovanotto (un giovin signore, come il petroliere onesto lo ha bollato, e mal glien'è incòlto) e perché l'altro giovin signore della famiglia (allargata), quello che tiene i cordoni della borsa, non era partito benissimo cinque anni fa. Dunque, lo scetticismo era comprensibile.
Ma, ragionando sugli eventi, su questi tumultuosi sviluppi, ci si rende conto che il sassolino lanciato da John ed Andrea e dai loro avvocati negli arrugginiti ingranaggi della Federazione Italiana Giuoco Calcio, un sassolino che sembrava quasi innocuo, ha prodotto effetti devastanti.
Perché oggi (ecco il piatto forte, l'arrosto con patate) Andrea ha picchiato duro e mandato messaggi chiari che non hanno bisogno di essere decriptati, il primo dei quali quando ha ricordato che la decisione di presentare quell'esposto è nata in un'assemblea Exor ed è stata battezzata da John, quindi nessuno è autorizzato a puntare su diversità di vedute nella "Famiglia".

Agnelli è stato diretto, ha ricordato agli organi di informazione presenti il testo del "parere dei tre saggi" fornito a Guido Rossi nel 2006, ha sottolineato che secondo quel parere bastava "poca limpidezza" e che per giustificare la revoca di quello scudetto di cartone "non servono terremoti". Andrea ha detto che "leggendo la relazione di Palazzi, a meno che non sia tutto falso, qualcosa di poco limpido emerge".
Agnelli ha certamente fiutato l'aria che si respira, avrà letto certe dichiarazioni, avvertito la paura di adottare una decisione che serpeggia nel Consiglio Federale, ed ha indirizzato in modo chiaro il messaggio della società e della proprietà: la Juve valuterà le decisioni della FIGC e, se dovessero avere la meglio i Don Abbondio, agirà di conseguenza anche fuori dall'ordinamento sportivo. Per noi è stato come sentire il suono di uno Stradivari.
Già, la richiesta di eventuali danni che l'Inter potrebbe chiedere se privata di quello scudetto MAI vinto, spauracchio sventolato davanti alla FIGC e che già aveva funzionato al tempo di passaportopoli per alleviare, e di tanto, la portata delle punizioni, è tornato ad essere sbandierato da diverse parti e da diversi organi di informazione e giornalisti.
Quello che Agnelli ha voluto ricordare, prima ai giornalisti presenti e poi, indirettamente, alla FIGC e che sbaglia chi non considera che anche la Juve potrebbe fare altrettanto e lo farà se la sua richiesta di parità di trattamento dovesse essere ignorata: "Noi abbiamo avuto rispetto delle istituzioni sportive, noi siamo l'unica società che ha avuto dei danni patrimoniali ingenti (sottolineato con il timbro di voce, ndr) dalle decisioni che sono state prese nel 2006, abbiamo rispettato l'alveo della giustizia sportiva. Adesso vogliamo vedere una parità di trattamento... adesso aspettiamo quello che sarà il giudizio del Consiglio Federale, dove ripeto, io auspico che si prenda una decisione. Decidere di non decidere sarebbe deleterio, darebbe l'impressione di non sapersi assumere le proprie responsabilità".
Ricordata a chi di dovere la scelta del 2006 di rimanere nell'alveo della giustizia sportiva, Agnelli è stato ancora più esplicito quando gli è stato chiesto se la Juve ha in mente di muovere altri passi fuori dall'ordimanento sportivo, ribadendo che "La Juventus è l'unica società ad aver subito ingenti danni, che sono quantificabili in diverse centinaia di milioni di euro. Abbiamo i mezzi, abbiamo le capacità, abbiamo le conoscenza per poterci muovere anche al di fuori della giustizia sportiva, ma in questo momento non vogliamo, aspettiamo quella che sarà la decisione che prenderà il Consiglio Federale, dopodiché prenderemo le nostre decisioni".
Almeno per molti di noi il punto clou è stato quando Andrea Agnelli ha dichiarato: "Da una parte chiediamo parità di trattamento, e questo lo facciamo dal 28 aprile dello scorso anno, dall'altra, a questo punto, io voglio anche rispetto, io voglio rispetto dalle istituzioni, voglio rispetto verso la Juventus, voglio rispetto verso i dirigenti della Juventus, voglio rispetto verso i calcatori della Juventus e verso tutte le persone della Juventus. Questa è una società che ha fatto la storia del calcio italiano e la storia del calcio italiano nel mondo, una squadra che ha prestato 27 giocatori su 44 delle quattro finali vincenti della Coppa del Mondo".

Andrea ha aggiunto, per la gioia di tutti i tifosi bianconeri bollati come "rancorosi" da un ex presidente, che non si fermerà qui e che se, come atto finale del processo di Napoli, si realizzeranno "le condizioni che accertano il corretto comportamento della Juventus nel periodo", la Juventus procederà "certamente" per richiedere la rivisitazione di quelle sentenze che le sono costate due scudetti.

Noi non sappiamo se Andrea riuscirà nel suo intento. La strada è lunga e difficile, e tanti sono i nemici della Juventus.
Ma adesso sappiamo che Andrea, come speravamo, è ju29ro nel cuore e che l'era dello "smile" è chiusa.

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Audio integrale della presentazione:

Andrea Agnelli - parte 1 (su Farsopoli)

Andrea Agnelli - parte 2 (anche sul mercato)

Pirlo, Quagliarella, Marchisio, Buffon e Del Piero