Mercato bianconero 2011: qualcosa è cambiato?

marottaLa prima parte della sessione estiva del calciomercato della stagione 2011/2012 ha già fatto registrare gli arrivi di alcuni tasselli, come si suol dire, che andranno a comporre la rosa della Juventus che verrà.
Sono stati annunciati ufficialmente, infatti, Andrea Pirlo, Reto Ziegler e Michele Pazienza, nonché i riscatti dei prestiti di Marco Motta, Simone Pepe, Alesssandro Matri e Fabio Quagliarella. Non da ultimo, il CdA di EXOR ha deliberato un aumento di capitale da ben 120 milioni di euro per il prossimo quinquennio bianconero, da utilizzare per mercato e settore giovanile. Non vogliamo prevedere i futuri movimenti del duo Marotta-Paratici alla luce delle importanti novità, né si sta analizzando nel merito economico e tecnico l'attuale campagna acquisti/cessioni.
Siamo a metà giugno e l'anno
scorso, di questi tempi, il solo prestito di Pepe e l'acquisto, a cifre apparse subito eccessive, di Martinez figuravano tra i colpi di mercato della Vecchia Signora. I vari Storari, Bonucci, Lanzafame e Motta sarebbero, infatti, arrivati con un treno nella settimana a cavallo dei mesi di giugno e luglio. Le cessioni di Camoranesi, Trezeguet, Zebina, Poulsen e Diego, e gli arrivi di Quagliarella, Aquilani e Krasic, prima, e, nell'ultima giornata utile, di Rinaudo e Traoré avrebbero completato la compravendita di giocatori per la fallimentare stagione calcistica appena conclusa.
Quello che ci interessa, ancor prima di scoprire quali e quanti prestiti saranno riscattati, chi vedremo ancora allenarsi a Vinovo e chi, invece, saluterà l'avventura bianconera, è il versante mediatico del calciomercato: come si sta muovendo la nostra società sui mezzi di comunicazione? E' cambiato qualcosa dall'estate scorsa?

Torniamo al 2010: dalla Sampdoria arrivò Marotta, in qualità di nuovo DG, per rilanciare l'ormai annoso ed evanescente projettò, portandosi dietro il suo collaboratore Paratici ed un altro "compagno di squadra", il mister Gigi Del Neri. Il neo-direttore si premurò da subito di smentire ogni voce che dava per certo il "saccheggio" di giocatori blucerchiati: "Per quanto riguarda i calciatori non ho intenzione di effettuare alcuna operazione di 'disturbo' nei confronti della Samp. Ho portato via con me un solo collaboratore, Del Neri esula da me, lui è uno dei migliori allenatori d'Europa" (18 maggio 2010). Forse non sapeva che, essendo arrivato alla Juve, anche se avesse "disturbato" un'altra società, rispettando le regole del mercato, seppur ciniche, nessuno l'avrebbe criticato. I risultati del passato lo confermano e anche per chi non era un esperto di calciomercato apparve fuori luogo questa pubblica ammissione delle reali strategie della dirigenza juventina.
Solo un giorno prima, il 17 maggio il Dg Marotta affermava: "La Juve deve tornare immediatamente alla posizione che le compete in ambito nazionale e internazionale. Ci sarà molto da lavorare, ma non bisogna dimenticare le risorse che già sono a disposizione. La squadra dà 8 giocatori alla Nazionale. Non bisogna procedere ad una rivoluzione, piuttosto serve un’evoluzione". D'accordo... ma 12 nomi si possono chiamare evoluzione? Evoluzione verso che cosa?
Qualche giorno dopo, in data 1° luglio 2010, lo stesso Marotta ha chiarito: "Saremo giovani e italiani, e torneremo a vincere presto". In pratica l'evoluzione verso una squadra con bassa età complessiva e numerosi talenti dei vivai nostrani. Il campo, tuttavia, ha dato un verdetto differente: la certezza del solito e inossidabile, ma ormai sulla via di appendere le scarpe al chiodo, Del Piero, le buone prove di Quagliarella (rottosi a metà) e Matri (arrivato causa rottura del precedente) e poco altro. E i vari young boys Lanzafame e Giovinco girati altrove all'inizio o nel corso della stagione? Il serbo arrivato con il serbatoio a metà, Krasic? Forse andrà rivalutato il solo danesino Sorensen, ma la meteora Traoré dov'è? E poi rimane il dubbio Bonucci...
28 giugno 2010. "Mexès e Pazzini? E' fuori luogo fare nomi, noi vogliamo tornare competitivi inculcando un forte senso di appartenenza ai nostri giocatori. Krasic non è definitivamente tramontato, abbiamo ripiegato su Martinez e poi vediamo. Il mercato è particolare, le quotazioni possono essere molto diverse da un periodo all'altro. Dobbiamo aspettare e cogliere le opportunità, una potrebbe essere proprio Krasic se il proprietario dovesse rivedere le proprie richieste economiche". E Krasic fu, probabilmente grazie alla voglia di Juve dello stesso serbo, il colpo del mercato 2010. E non se ne fece mistero. Ma se la trattativa fosse stata più complessa, queste dichiarazioni avrebbero avuto lo stesso peso? O avrebbero magari peggiorato le cose? Impossibile dirlo.
Personalmente, la fiducia nell'operato della nuova dirigenza, rimasta sub iudice, crollò dopo gli ultimi giorni del calciomercato estivo ultimo scorso: 25 agosto 2010, Marotta: ”Manca ancora qualche tassello e si cercherà di raggiungerlo negli ultimi giorni di mercato”. Come arrivare all'ultimo giorno di mercato e prendere Rinaudo e Traoré. Olè.
Non due spese eccessive, ma di certo nemmeno due affari d'oro...

Saltiamo ora all'attuale sessione estiva del mercato valido per la stagione 2011/2012: le dichiarazioni partono ancora da più lontano.
In una lunga intervista rilasciata in data 21 dicembre 2010 alla Gazzetta dello Sport, il Dg varesino dichiarava: "(...) investimenti consistenti. Li faremo a giugno. Sì, in estate sarà un grande mercato per la Juventus". Dunque, ci risiamo?
Noi ci speriamo, e i nomi sono già arrivati, come scritto poc'anzi. Tuttavia, la caratura di squadra e, indirettamente, di società passano non solo dalla quantità dei giocatori acquistati e della forza fisica presente in campo, quanto più (e sempre più, si veda il Barcellona infarcito di piccoletti tutto cervello e tecnica) dalla qualità. Le operazioni sinora effettuate, e quelle di cui si sente parlare, lasciano intravedere un maggior spazio alle doti tecniche e di fantasia, che a questa squadra, con le dovute e rare eccezioni (su tutti: il solito Del Piero), mancano da troppo tempo.
Per ora, e spero di non dovermi rimangiare la parola, non si sono ancora sentite le parole del 24 maggio 2010: "In questo momento siamo un cantiere aperto e molto deve accadere. Anche in entrata. Non è il caso di fare nomi, ma arriveranno ancora parecchi giocatori". Appunto. Si privilegi altro, please. Anche per una questione scaramantica: "Per cancellare certi pregiudizi, basta rivisitare la storia bianconera: l’hanno scritta campioni scovati in piccoli club e diventati grandi a Torino. Anastasi e Gentile s’erano messi in luce nel Varese, Prandelli e Cabrini tra Cremonese e Atalanta, Conte era cresciuto nel Lecce, Ravanelli aveva stupito alla Reggiana: vogliamo rinverdire quella tradizione" (21 luglio 2010). Sappiamo poi come è andata a finire.

25 maggio 2011: "La Juve ha ancora il suo fascino". "Rivogliamo la Juve d’un tempo, quella che mi ha ben descritto di recente Franco Causio: una Juve che se segna in casa l’1-0 ha già vinto, in quello stesso istante, la partita.
Lasciando l'Assemblea di Lega il 15 giugno ha dribblato, come un perfetto Messi un po' attempato, i giornalisti che chiedevano di mercato con sorrisi e un "ne parliamo dopo"; è infine, di poche ore fa (20 giugno) l'ultima uscita, per ora, del Dg bianconero, che parla di "un attaccante per il futuro della Juve? Lavoriamo al meglio per definire il mercato. Dopo il CdA saremo più chiari ed espliciti. Con calma e cautela riusciremo a raggiungere tutto. Scudetto 2006? In attesa e fiduciosi".
Non a caso, la notizia fresca fresca comparsa direttamente sul sito della società di Corso Galileo Ferraris dimostra che i fatti si possono concludere senza squilli di tromba. Per chi non lo sapesse, la Juventus dichiara di aver "esercitato in data odierna i diritti di opzione per l’acquisizione a titolo definitivo dei seguenti calciatori: Alessandro Matri per € 15,5 milioni, pagabili in tre esercizi; Fabio Quagliarella per € 10,5 milioni, pagabili in tre esercizi; Simone Pepe per € 7,5 milioni, pagabili in tre esercizi e Marco Motta per € 3,75 milioni, pagabili in tre esercizi". Probabilmente il solo Aquilani ha deluso le attese, oppure, più semplicemente, il suo riscatto è stato valutato troppo oneroso.
Certo risulta altrettanto impossibile ignorare le importanti dichiarazioni del Presidente Andrea Agnelli, rilasciate ad Andrea Monti in data 24 giugno e relative all'aumento di capitale di cui sopra, che fanno da eco ed integrano le parole del cugino John Elkann: "Siamo a una vera e propria svolta. È la risposta a chi pensava che la nostra famiglia volesse disimpegnarsi. È stata una giornata fondamentale. (...) Abbiamo mezzi finanziari adeguati per completare un’operazione che ho iniziato dodici mesi fa. Ho sempre parlato di una prima fase di quantità e di una seconda di qualità. Ecco, siamo entrati nella seconda fase. Ora ci sono i mezzi economici per tornare a vincere, ora abbiamo le leadership giuste a tutti i livelli". Ma per il momento "niente nomi, di sicuro gente di primissima qualità, campioni veri. Non bisogna avere fretta. (...) Non abbiamo perso appeal. Generiamo interesse a tutti i livelli, anche commerciale. Non avremo problemi con nessun tipo di giocatore, statene certi. Oggi, solo il Barcellona può vantare lo ius primae noctis per il resto non temiamo l’appeal di nessuno. Qui non c’è ridimensionamento, né a livello di investimenti né a livello di salari". Speriamo di potergli credere! Resta il fatto che tutte le ultime dichiarazioni, limitandoci a quell
e ascrivibili all'anno 2011, paiono lontane dai titoloni dei giornali del 2010, non creati dai giornalisti, ma dagli sproloqui dei nostri stessi uomini di mercato: arriva Dzeko, un "sogno che non tramonta", ma anche no, è inarrivabile... E allora puntiamo su Krasic, ma per ora accaparriamoci Martinez, che non si sa mai...
Le prime avvisaglie di una svolta repentina e necessaria nelle strategie comunicative si sono viste, infatti, a gennaio, nel pieno della sessione invernale di calciomercato:
26 gennaio 2011. “Campagna acquisti conclusa? Sì. Non ci sono giocatori in grado di fare la differenza da subito. Al di là dei costi, chi arriva dall’estero avrebbe bisogno di un paio di mesi per integrarsi, tanto vale ragionare a lungo termine, da giugno. Comprare per comprare non è da Juventus" e qualche giorno prima, il 17 gennaio: "Preferisco non parlarne, abbiamo ben chiaro in testa cosa fare". In effetti, l'arrivo di Barzagli, Toni e, come già detto, Matri hanno aiutato non poco una compagine che, probabilmente, sarebbe affondata ulteriormente e definitivamente nell'abisso della metà classifica italiana. Senza annunciarli, senza farseli fregare e pagando una cifra giusta.

C'è ancora qualche possibilità di non perdere per sempre il treno delle migliori: quest'anno la programmazione è stata possibile da molti mesi prima dell'inizio effettivo del calciomercato estivo, anzi, prima ancora di quello invernale. L'arrivo di Conte, siamo certi, darà nuova linfa all'ambiente. Quindi un giudizio allo stato attuale rimane parziale e incompleto: ci auguriamo che le solite bordate siano servite ad alzare il tiro e a gettare scompiglio nel mondo del pallone. Un po' di sana e necessaria pretattica, insomma. Speriamo, in definitiva, che le parole non siano mai campate in aria, ma che effettivamente portino, in un modo o nell'altro, ad effettuare operazioni serie, oculate, frutto di progettazione e non di avventatezza o di fretta. Ai posteri l'ardua sentenza: ma i posteri, che verosimilmente saremo ancora noi, trattandosi di due mesi appena, potranno criticamente valutare, dopo tre sessioni di mercato, l'operato della dirigenza di Madama, senza sconti e senza eccezioni. In fondo la Juve siamo anche noi.
Tra incertezze, voci e speranze, il campione che dovrà trascinare la squadra sul campo e negli Juventus stores nella nuova stagione sarà ancora lui?