La stagione al bivio, ora si trovi la continuità

delneriNel presentare il derby d’Italia avevo posto l’accento sulle risposte che la Juventus doveva dare dopo la vittoria di Cagliari. Mi chiedevo se si fosse trattato di un brodino o di un antibiotico, se l’influenza di gennaio fosse passata o magari covasse ancora. Le risposte che ha dato la Juve sul campo sono state, direi, univoche.

Se dal lato dell’agonismo si potevano nutrire pochi dubbi, in virtù degli stimoli che una partita come Juventus-Inter regala ad ogni suo interprete, ben più importanti sono stati i riscontri sul lato del gioco e della condizione fisica, soprattutto in proiezione futura. Già a Palermo, nonostante il risultato, la squadra era sembrata in ripresa dal punto di vista della condizione, ripresa che si era confermata e amplificata a Cagliari e che è continuata nel big match di domenica scorsa, dove per un’ora l’Inter è stata demolita sul piano dell’intensità e della corsa. Le sensazioni positive sono confortate dal ricordo di come si è sviluppata la stagione passata della Sampdoria di Del Neri, che nel girone di ritorno iniziò la lunga rincorsa culminata poi con la storica qualificazione per i preliminari di Champions League. Evidentemente la metodologia di lavoro del preparatore atletico De Bellis prevede a gennaio un duro richiamo che consenta poi di affrontare nel migliore dei modi gli ultimi tre mesi della stagione. La speranza, ovviamente, è che la Juve di quest’anno ripercorra quel trend (e sembrano vedersene gli albori) perché, se la vittoria contro la seconda squadra di Milano è stata fondamentale per prestigio e morale, è da domenica prossima a Lecce che entrerà nel vivo la nostra stagione. Bisogna godere del risultato di domenica ma metterlo subito in archivio e da lì ripartire a testa bassa.

Il calendario ci propone, prima della sosta per gli impegni della Nazionale, cinque partite: quattro contro squadre che lottano nei bassifondi della classifica (Lecce, Bologna, Cesena, Brescia) inframmezzate dal big-match casalingo contro il Milan. A mio avviso, è il momento di premere a tavoletta sull’acceleratore iniziando da subito a sfatare il tabù della terza vittoria consecutiva mai conquistata sinora. La stagione entra nel vivo e non sono più ammesse possibilità di errore: se la Juve vuole ritornare ad essere Juve deve finalmente infilare un filotto di vittorie che, calendario alla mano, non appare impresa impossibile. Dodici punti di base sono il minimo sindacale, aumentabili a quindici in caso di nuovo exploit contro i rossoneri dopo quello dell’andata. Le condizioni ci sono tutte: la forma che pare lievitare velocemente, gli avversari abbordabili e finalmente una squadra non più in emergenza, soprattutto in attacco. Abbiamo spesso sostenuto che diversi punti sono stati lasciati per strada a causa di un reparto avanzato non all’altezza del resto della squadra, e le ultime due partite hanno segnato una netta inversione di tendenza da questo punto di vista. Nell’ultimo giorno di mercato è arrivato Matri, che non sta risentendo affatto del salto di qualità e sta continuando a segnare con la regolarità che aveva a Cagliari, e con il recupero di Luca Toni si è formata una coppia d’attacco di tutto rispetto e molto ben assortita. Se ci aggiungiamo un Barzagli fuori da ogni previsione, che è entrato di prepotenza nel cuore della difesa spodestando niente meno che Chiellini costringendolo ad emigrare a sinistra, bisogna fare professione di onestà intellettuale e riconoscere la bontà del mercato invernale a costo zero del d.g. Marotta. Un mercato che, per ciò che si è visto sinora, ha sicuramente innalzato il livello della squadra.

E allora di scuse non ce ne sono più. La classifica è ancora deficitaria e la scossa decisiva o la si dà adesso o mai più. Se continueremo a inciampare ogni due partite, l’obiettivo Champions si rivelerà fatalmente una chimera. Il momento è decisivo e la qualificazione per l’élite europea è vitale. Quello che mi piacerebbe si facesse da subito, anche come segnale, è limitare al massimo le tante parole in libertà settimanali per concentrarsi solo sul lavoro. Abbiamo il grande vantaggio di poterci allenare per l’intera settimana mentre tutte le squadre che ci precedono (tranne Lazio e Udinese) ricominciano con gli impegni europei che tante energie sottraggono. Detto tra noi, se passassero tutte il turno non sarebbe poi così male. Noi dobbiamo fare il nostro, con la cattiveria agonistica della Juve di una volta. Cinque partite in un mese diranno con maggiore precisione per quali obiettivi potrà correre la Juventus quest’anno. Bisogna fare 12-15 punti e alla fine di questo mini-ciclo guardare la classifica. Se ci riusciremo, lo sprint finale sarà tutto da gustare.